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Tecnologie Alimentari N° 5 Ottobre 2020

Tecnologie Alimentari da oltre 20 anni è una testata di riferimento per manager, tecnologi dell’industria alimentare ed imprenditori che operano nel settore.

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Progetto di ricerca per un pane<br />

iposodico di grano duro<br />

a lunga conservazione<br />

RIVISTA DELLE<br />

Ispezione e controllo nel<br />

beverage: la rivoluzione<br />

digitale si fa liquida<br />

Nanofood: un trend crescente,<br />

fra sfida scientifica<br />

ed esigenze di sicurezza<br />

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ANNOXXXI N.5 OTTOBRE <strong>2020</strong>



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fermata e le perdite di prodotto.<br />

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sommario<br />

6 In primo piano<br />

Proteine vegetali per un’alimentazione sana e sostenibile<br />

ABS Food ha ampliato la gamma di proteine vegetali, affiancando alla storica<br />

referenza a base soia nuove tipologie come pisello, fava e fagiolo,<br />

che coniugano un alto valore funzionale e benefico con il plus dell’allergen<br />

free e del certificato biologico.<br />

pag. 10<br />

pag. 6<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 OTTOBRE <strong>2020</strong><br />

2<br />

10 La “carne” che viene dalle piante<br />

Cresce il settore dei prodotti che imitano la carne nell’aspetto e nel sapore,<br />

pur essendo composti solo da ingredienti vegetali. E il Parlamento Europeo<br />

ha respinto gli emendamenti alla PAC che chiedevano di riservare<br />

denominazioni come burger e bistecche ad alimenti di origine animale.<br />

24 Pane iposodico di grano duro a lunga conservazione<br />

Un percorso di ricerca, finanziato dalla Regione Siciliana, aveva l’obiettivo<br />

di ottenere un pane povero di sodio ma ricco di sapore, nell’ottica della<br />

prevenzione delle malattie cardiovascolari. Il risultato è stato raggiunto grazie<br />

a un sale marino sotterraneo proveniente dal deserto di Atacama, in Cile.<br />

34 La rivoluzione digitale si fa liquida<br />

Le soluzioni per l’ispezione e i controlli qualità di Antares Vision e FT System<br />

rappresentano una risorsa fondamentale per proteggere vini e bevande<br />

durante l’intero ciclo di vita, garantendo sicurezza e trasparenza per aziende<br />

e consumatori.<br />

38 Nestlé: entro il 2025 riciclabili tutti gli imballaggi<br />

L’azienda internazionale intensifica gli sforzi verso la sostenibilità dei<br />

prodotti alimentari. Tra i pilastri della strategia, il passaggio a materiali di<br />

confezionamento innovativi e riciclabili.<br />

EDITORIALE<br />

Nuove fonti proteiche per il cibo del futuro (A. Bignami) 4<br />

IN COPERTINA<br />

Proteine vegetali per un’alimentazione sana e sostenibile 6<br />

ATTUALITÀ E APPUNTAMENTI<br />

La “carne” che viene dalle piante (E. De Vecchis) 10<br />

Notizie attualità 14<br />

Notizie appuntamenti 20<br />

INGREDIENTI<br />

Notizie ingredienti 22<br />

SCIENZA E TECNOLOGIA<br />

Pane iposodico di grano duro a lunga conservazione<br />

(A. Spina, E. Arena) 24<br />

Notizie scienza e tecnologia 27<br />

pag. 34<br />

pag. 24<br />

pag. 38<br />

MACCHINE<br />

Riscaldatori per applicazioni nell’industria del beverage 28<br />

Aria compressa priva di contaminanti e minore costo del ciclo di vita<br />

(D. De Pril) 30<br />

Notizie macchine 33<br />

SICUREZZA E STRUMENTAZIONE<br />

La rivoluzione digitale si fa liquida 34<br />

Notizie strumentazione 36<br />

PACKAGING E COMPONENTI<br />

Nestlé: entro il 2025 riciclabili tutti gli imballaggi 38<br />

Notizie packaging 40<br />

Notizie componenti 41<br />

INDAGINE DI MERCATO<br />

Le elevate performance del cibo nano (G. Tamburini) 42<br />

RUBRICHE<br />

Elenco inserzionisti 48


editoriale<br />

Eeditoriale<br />

|di Alessandro Bignami<br />

Da tempo in crescita nella maggior parte delle società occidentali, l’attenzione a nutrirsi in modo sano e sostenibile<br />

non è più semplicemente un trend legato a uno stile di vita salutista. Oggi appare una vera e propria scelta di<br />

campo, dagli effetti decisivi non solo sul nostro benessere ma anche su quello del pianeta in cui viviamo. Mangiare<br />

bene presuppone in modo sempre più chiaro il trasformare, produrre, confezionare e distribuire bene il cibo.<br />

Basta che un passaggio fra questi non venga svolto con tutti i criteri della sostenibilità per rendere pressoché inutile<br />

la correttezza di tutti gli altri.<br />

Stiamo vivendo una fase epocale nella storia del rapporto fra l’uomo e l’ecosistema di cui fa parte. Una fase che<br />

potrebbe velocemente portarci a superare il punto di non ritorno se non apporteremo sostanziali cambiamenti al<br />

nostro modo di vivere e di produrre. La filiera alimentare è un asset strategico della sfida ambientale che riguarda<br />

direttamente noi e soprattutto le generazioni future. Secondo un rapporto del World Economic Forum, i dieci<br />

NUOVE FONTI PROTEICHE<br />

PER IL CIBO DEL FUTURO<br />

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miliardi di persone che si prevede abiteranno la Terra nel 2050 non potranno mantenere le nostre abitudini alimentari,<br />

a fronte dell’aumento del riscaldamento globale. Occorre dunque ripensare le stesse modalità di approvvigionamento<br />

e trasformazone del cibo. E in questo senso il white paper del World Economic Forum indica come<br />

una strada necessaria la maggiore integrazione di proteine alternative, di origine vegetale, nella nostra dieta. Al<br />

momento la domanda di ingredienti proteici proviene soprattutto dai paesi delle aree economicamente più mature,<br />

come Europa e Nordamerica. È europeo il programma di ricerca Protein, nell’ambito di Horizon <strong>2020</strong>, che<br />

studia lo sviluppo e l’immissione sul mercato di nuove fonti proteiche, con l’obiettivo di alzare il livello di salute e<br />

benessere della popolazione.<br />

Al di là delle aspre polemiche sull’utilizzo di nomi come burger e bistecche per prodotti non di origine animale, che<br />

ha visto le proteste dell’industria della carne, il maggiore apporto di proteine vegetali alla dieta non è solo un fatto<br />

di tendenza, ma un fattore determinante nella costruzione di una filiera alimentare più rispettosa della biodiversità<br />

e della salute umana, che integri in modo sostenibile alimenti di origine animale e vegetale. È importante<br />

che l’industria agroalimentare metta in secondo piano le battaglie commerciali e di marketing e coinvolga le diverse<br />

realtà della filiera per convergere verso un sistema produttivo che sappia sostenere la crescita demografica del<br />

pianeta senza comprometterne il già provato ecosistema. Sfide molto complesse in cui la ricerca e lo sviluppo di<br />

nuove fonti proteiche, come quelle di origine vegetale, giocheranno un ruolo determinante.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

5


in copertina<br />

ABS Food ha ampliato<br />

la gamma di proteine<br />

vegetali, affiancando<br />

alla storica referenza<br />

a base soia nuove<br />

tipologie come pisello,<br />

fava e fagiolo, che coniugano<br />

un alto valore funzionale<br />

e benefico con il plus<br />

dell’allergen free<br />

e del certificato<br />

biologico.<br />

PROTEINE VEGETALI<br />

PER UN’ALIMENTAZIONE SANA<br />

E SOSTENIBILE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

6<br />

ABS Food ha reagito rapidamente all’emergenza coronavirus,<br />

senza smettere di dedicarsi ai progetti per il futuro.<br />

Nel corso della pandemia l’azienda ha lavorato<br />

molto sull’organizzazione dei processi aziendali e del<br />

personale, con il potenziamento delle piattaforme digitali<br />

e dello smart working, coniugando tutela della salute<br />

e continuità operativa. E ha proseguito con gli investimenti<br />

nella ricerca e sviluppo di ingredienti innovativi,<br />

da affiancare ai prodotti distribuiti per i partner internazionali.<br />

Tra i prodotti di punta della gamma di ABS Food<br />

spiccano le proteine vegetali come quelle di soia, pisello,<br />

fagiolo e fava.<br />

INGREDIENTI NATURALI DA FILIERE CERTIFICATE<br />

ABS Food si occupa di distribuzione di ingredienti alimentari<br />

di qualità. Un cammino in continua evoluzione,<br />

in cui l’elemento naturale è sempre più sinonimo di sicurezza.<br />

Per offrire questa garanzia le materie prime<br />

provengono esclusivamente da filiere certificate.<br />

Prodotti di eccellenza, riconosciuti da autorevoli certifi-<br />

cazioni internazionali, e una continua ricerca, per incontrare<br />

la moderna sensibilità alimentare, sono elementi<br />

fondamentali dell’attività aziendale. Grazie a una sezione<br />

Ricerca e Sviluppo d’avanguardia, negli anni è stata<br />

inserita una gamma a marchio ABS Food, avviata a partire<br />

dal mercato specifico del Non OGM, e arrivata a<br />

coprire, con una vasta proposta, anche il settore biologico,<br />

gluten free e allergen free. Oggi la tendenza del<br />

mercato, sempre più rivolta a prodotti salutistici e nutraceutici,<br />

ha portato l’azienda a specializzarsi nelle<br />

diete specifiche: Low Carb, Low GI (a basso contenuto<br />

glicemico), Low Fat (a basso contenuto di grassi), Vegan,<br />

Vegetarian e Health.<br />

PROTEINE ISOLATE VEGETALI: MOLTO NUTRIENTI E POCO<br />

CALORICHE<br />

Il World Economic Forum 2019 ha pubblicato un report<br />

che spiega in dettaglio l’urgenza di integrare la dieta<br />

mondiale con un numero sempre maggiore di alternative<br />

proteiche vegetali, al fine di migliorare significativa-<br />

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mente la salute umana e potenziare<br />

la sostenibilità ambientale.<br />

Europa e Nord America sono mercati<br />

ormai consolidati nella richiesta<br />

di ingredienti proteici, ma l’India e<br />

alcuni paesi asiatici come Thailandia,<br />

Malesia, Indonesia e Singapore<br />

stanno emergendo con un buon<br />

potenziale di crescita. L’Europa sta<br />

investendo molto con diversi programmi<br />

di ricerca, tra cui l’Horizon<br />

<strong>2020</strong>, sullo studio e la validazione<br />

industriale e commerciale di nuove<br />

fonti proteiche da destinare alla nutrizione<br />

umana. Anche i consumatori<br />

italiani si stanno muovendo<br />

verso questi nuovi trend: la sempre<br />

più attenta richiesta di prodotti vegan,<br />

vegetarian o flexitarian con<br />

l’attenzione ad alternative, totali o<br />

parziali, alle proteine animali da integrare<br />

nelle nuove diete.<br />

Contestualmente a questo tema, è<br />

stata discussa anche la situazione<br />

relativa ai cambiamenti climatici che<br />

stanno avvenendo in questi ultimi<br />

decenni, con l’auspicio che l’attenzione<br />

al clima diventi argomento di<br />

sensibilità comune, puntando su<br />

una diversa gestione del rischio, e<br />

con investimenti eco-friendly come<br />

tendenze dominanti. Sta emergendo<br />

sempre più la consapevolezza e<br />

la necessità di uno sviluppo nel rispetto<br />

dell’ambiente e della biodiversità,<br />

per aprire mercati all’avanguardia<br />

non solo con prodotti<br />

innovativi, ma anche con un impatto<br />

sostenibile a lungo termine sui<br />

territori.<br />

Per queste motivazioni così forti e<br />

lungimiranti, ABS Food ha deciso di<br />

estendere ancor più la sua gamma<br />

di proteine vegetali, affiancando alla<br />

storica referenza a base soia nuove<br />

tipologie quali pisello, fava e fagiolo,<br />

che coniugano un alto valore funzionale<br />

e benefico con il plus dell’allergen<br />

free e del certificato biologico.<br />

Le proteine isolate di soia proposte<br />

da ABS Food sono prodotte a partire<br />

da semi di soia Non OGM; grazie ad<br />

efficienti e moderni metodi di estra-<br />

ABS Food analizza<br />

tutti i lotti<br />

in entrata,<br />

monitorando<br />

le caratteristiche<br />

dei prodotti<br />

e le performance<br />

dei produttori.<br />

Alle analisi<br />

dei laboratori<br />

esterni accreditati<br />

vengono affiancate<br />

quelle del<br />

laboratorio<br />

di analisi interno<br />

zione conservano un’altissima percentuale<br />

di proteine (minimo 90%)<br />

e una presenza ridotta di grassi e<br />

zuccheri. Sono adatte ad aumentare<br />

l’apporto proteico senza incrementare<br />

il livello di calorie nei cibi.<br />

Questa proteina è un eccellente<br />

agente emulsionante, in grado di<br />

assorbire acqua ed olio con un rapporto<br />

minimo di 1:5:5; ha un’ottima<br />

distensibilità e una bassa viscosità,<br />

oltre ad interessanti proprietà gelificanti.<br />

È largamente utilizzata come<br />

miglioratore della struttura nei preparati<br />

a base carne e nella produzione<br />

di salamoie destinate a prodotti<br />

a base di carne e pesce, ma trova<br />

applicazione anche nei prodotti da<br />

forno, nella pasta ad alto tenore<br />

proteico o Low Carb, nelle bevande<br />

energetiche e per sportivi, e nei prodotti<br />

dietetici. In particolare, nei prodotti<br />

a base di carne trasformati<br />

come polpette, wurstel, burger, prosciutti,<br />

carni in scatola, è utilizzata<br />

come legante ed emulsionante, migliora<br />

il valore nutrizionale e la struttura<br />

del prodotto finito, la palatabilità<br />

e la consistenza, e riduce le<br />

perdite di volume in cottura.<br />

I legumi sono la fonte vegetale più<br />

ricca di proteine in natura, e in mutua<br />

integrazione con i cereali permettono<br />

all’organismo di approvvigionarsi<br />

di tutti gli aminoacidi<br />

nutritivi necessari, confermandosi<br />

alla base dei regimi alimentari vegano<br />

e vegetariano insieme a semi,<br />

frutta e verdura. Le piante leguminose<br />

sono capaci di far proprio l’azoto<br />

atmosferico nel terreno rigenerandone<br />

la fertilità naturale, inoltre<br />

richiedono minori consumi di acqua<br />

e producono meno emissioni.<br />

In particolare il pisello è un legume<br />

conosciuto per le sue eccellenti proprietà<br />

nutrizionali: è un’importante<br />

fonte di fibre, che abbassano il colesterolo<br />

e fungono da valido aiuto<br />

per coloro che soffrono di diabete,<br />

regolando la glicemia e il livello di<br />

zuccheri nel sangue.<br />

La proteina isolata di pisello è facilmente<br />

digeribile e assimilabile, ge-<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

www.interprogettied.com<br />

7


TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

ABS Food si occupa<br />

di distribuzione<br />

di ingredienti<br />

alimentari di<br />

qualità, realizzati<br />

con materie<br />

prime provenienti<br />

esclusivamente da<br />

filiere certificate<br />

nerando anche un senso di sazietà<br />

che aiuta a ridurre l’assunzione di<br />

cibo. Nello specifico la proposta di<br />

ABS Food ha un contenuto proteico<br />

superiore all’80%. Il colore neutro,<br />

così come il gusto delicato, consentono<br />

le più svariate applicazioni: in<br />

barrette, integratori e bevande del<br />

mercato Low Carb per un rafforzamento<br />

del contenuto proteico; in<br />

salse e zuppe per le proprietà leganti<br />

e gelificanti; nei prodotti da forno<br />

e nei preparati dietetici. Per la sua<br />

origine completamente vegetale è<br />

un ingrediente adatto anche ai consumatori<br />

vegani e vegetariani, nonché<br />

a quelli intolleranti al lattosio,<br />

in quanto privo di questo zucchero.<br />

Questa referenza è disponibile anche<br />

nella versione biologica e gluten<br />

free.<br />

Il portafoglio di questa famiglia si è<br />

ulteriormente arricchito con le proteine<br />

isolate di fava, legume con un<br />

alto valore nutritivo e con il più basso<br />

livello calorico; questo ingrediente<br />

assicura un eccellente apporto di<br />

fibre, proteine, vitamine e sali minerali.<br />

La sua assunzione migliora la<br />

circolazione sanguigna, contrasta il<br />

colesterolo cattivo e l’anemia, favorisce<br />

la motilità intestinale e grazie<br />

alla presenza delle vitamine del<br />

gruppo B metabolizza l’energia rendendola<br />

subito pronta all’uso.<br />

La proteina isolata di fava proposta<br />

da ABS Food ha un’elevata solubilità<br />

e dispersibilità. Le sue applicazioni<br />

spaziano dalle bevande in polvere a<br />

quelle per sportivi, dalle barrette<br />

energetiche ai prodotti da forno.<br />

Ultima nuova referenza è la proteina<br />

di fagiolo, un legume ricco di<br />

proteine e di ferro, ideale da introdurre<br />

in una dieta equilibrata, in<br />

quanto favorisce l’apporto di vitamine,<br />

fibre e minerali come calcio,<br />

ferro, potassio, fosforo e magnesio.<br />

Diversi sono i benefici fisici che questo<br />

prodotto arreca: contribuisce al<br />

mantenimento della pressione arteriosa<br />

normale e a quello della struttura<br />

ossea; inoltre favorisce la conservazione<br />

e l’aumento della massa<br />

muscolare grazie all’importante<br />

apporto di proteine; partecipa alla<br />

diminuzione della stanchezza e del<br />

senso di affaticamento grazie alla<br />

presenza di ferro e magnesio. Le<br />

applicazioni di questa proteina si<br />

ritrovano in integratori, snack e prodotti<br />

energetici per sportivi o a scopo<br />

dimagrante.<br />

ABS Food si conferma così come<br />

una delle aziende italiane proiettate<br />

verso un futuro pro plant, nel<br />

pieno rispetto della natura e coerente<br />

con il suo slogan ABSolutely<br />

genuine FOOD.<br />

8<br />

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attualità<br />

Cresce il settore dei<br />

prodotti che imitano<br />

la carne nell’aspetto<br />

e nel sapore, pur<br />

essendo composti<br />

solo da ingredienti<br />

vegetali. E il Parlamento<br />

Europeo ha respinto<br />

gli emendamenti alla<br />

PAC che chiedevano di<br />

riservare denominazioni<br />

come burger e<br />

bistecche ad alimenti<br />

di origine animale.<br />

A cura di<br />

Eva De Vecchis<br />

LA “CARNE” CHE VIENE<br />

DALLE PIANTE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

10<br />

Somiglia alla carne, ma carne non è. Si tratta della nuova<br />

tendenza degli hamburger vegetali che già molte aziende<br />

(soprattutto fast food americani) hanno inserito tra i loro<br />

prodotti e che oggi vale sul mercato ben 4,6 miliardi di<br />

dollari con l’obiettivo di raggiungere, entro quattro anni,<br />

l’impressionante valore di 6 miliardi. A realizzare queste<br />

alternative vegane sono soprattutto due start-up che si<br />

contendono il mercato: Beyond Meat e Impossible Food,<br />

accompagnate da altre aziende già affermate e che oggi<br />

sostengono fast food come KFC, Burger King e Mc<br />

Donald’s mentre già si affaccia, anche in Italia, la vendita<br />

di prodotti surgelati fatti di “finta carne”. Un esempio è<br />

la linea Green Cousine lanciata da Findus che punta non<br />

solo ai consumatori vegan ma anche a chi, semplicemente,<br />

vuole mangiare meno carne, assumendo comunque<br />

alti valori proteici, o a chi vuole adottare comportamenti<br />

sostenibili. Uno dei principi di questi prodotti green è infatti<br />

quello di ridurre il consumo di energia, di suolo e le<br />

emissioni di gas serra rispetto alla tradizionale produzione<br />

di carne da allevamento. Come spesso succede, però, già<br />

alcune voci di protesta si sono sollevate e non tutti sono<br />

convinti di poter dare alla carne da laboratorio l’appellativo<br />

“bio”.<br />

ALLA CONQUISTA DEI VEGANI<br />

Il nome “veggie burger” può confondere. Ci si potrebbe<br />

aspettare un semplice hamburger fatto di verdure, legumi<br />

e cereali quando invece è molto altro. In molti hanno già<br />

iniziato a chiamarla “carne finta” che già si avvicina di più<br />

all’intento di questo nuovo alimento che vuole imitare,<br />

per l’appunto, il sapore della carne vera.<br />

Gran parte di questa “carne non carne” viene prodotta<br />

con l’utilizzo di piselli gialli a base proteica, un mix di soia,<br />

grano, oli vegetali e spezie. Anche se ognuno sceglie poi<br />

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attualità<br />

il suo miscuglio preferito. Ma come<br />

mai imitare qualcosa che già esiste?<br />

La risposta è l’approccio al largo mercato<br />

di vegani e vegetariani, che in<br />

questo modo potranno assaggiare<br />

un alimento bandito dalla loro dieta,<br />

oltre che degli animalisti, che protestano<br />

contro lo sfruttamento animale<br />

e la produzione alimentare di massa<br />

che crea danni consistenti al<br />

pianeta.<br />

A Wall Street è scoppiata una gara<br />

agli investimenti nelle società produttrici<br />

di “veggie burger” hi-tech e si<br />

parla già di moda e di rischio bolla.<br />

Tra tutte, Beyond Meat è stata la prima<br />

società ad interessarsi a questa<br />

caccia all’investimento. La start up<br />

utilizza barbabietole per i suoi hamburger<br />

vegetali di nuova generazione,<br />

per simulare (addirittura) il sangue<br />

della carne rossa. La recente Ipo<br />

della start-up ha visto raddoppiare il<br />

prezzo delle sue azioni e questo sembra<br />

avverare le previsioni degli esperti<br />

che parlano di un vero e proprio<br />

boom di vendite della “carne vegetale”.<br />

Barclays ha già dei numeri in<br />

mano e parla di un 1.000% di incremento<br />

del mercato di questo prodotto<br />

nel giro dei prossimi dieci anni,<br />

anche se il rischio di perdita resta in<br />

agguato.<br />

Beyond Meat non è certo un caso<br />

isolato, anzi, sono molte le aziende<br />

che hanno dato il via a questa produzione<br />

sostenibile e “vegan friendly”.<br />

Per fare qualche nome si può citare<br />

Tyson Foods, la più grande società<br />

produttrice di carne degli Stati Uniti;<br />

McDonald’s, che non ha bisogno di<br />

presentazioni e che ha già cominciato<br />

in via sperimentale l’uscita di hamburger<br />

vegetali nei suoi fast food in<br />

Germania, tra i maggiori paesi consumatori<br />

di carne. Il produttore in<br />

questo caso sarà Nestlé.<br />

Morningstar Farms, il ramo di<br />

Kellogg’s che produce veggie burger,<br />

sta studiando dei prodotti vegetali<br />

che possano imitare il più possibile la<br />

carne di pollo e anche Burger King,<br />

entro la fine dell’anno, proporrà in<br />

tutti i ristoranti americani della sua<br />

catena infinita un Whopper menù<br />

fornito di hamburger vegetale e prodotto<br />

dalla start up Impossible Foods,<br />

concorrente di Beyond Meat.<br />

Infine non sono da scordare i burger<br />

di Lightlife, creati nei laboratori dei<br />

biologi della Silicon Valley e disponibili<br />

da Whole Foods e in altri supermercati<br />

americani, controllati da Maple<br />

Il mercato degli<br />

hamburger vegetali<br />

oggi vale 4,6<br />

miliardi di dollari,<br />

che si prevede<br />

diventeranno 6<br />

miliardi entro 4<br />

anni, soprattutto<br />

sulla spinta di fast<br />

food e di marchi<br />

di surgelati (Foto<br />

Roberto Rizzo,<br />

Pixabay)<br />

Foods, gigante canadese della carne.<br />

Certo, non tutti i veggie burger hanno<br />

avuto successo. La catena di fast<br />

food Wendy’s per esempio aveva provato<br />

a vendere, anni fa, degli hamburger<br />

vegetali a base di fagiolini che<br />

non hanno entusiasmato i clienti e<br />

sono stati ritirati dal mercato. Ecco<br />

perché il rischio di perdita è dietro<br />

l’angolo, sia per la complessità di<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

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11


attualità<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

questi prodotti verso i quali in molti<br />

sono ancora scettici, ma anche per il<br />

gusto che deve essere “competitivo”<br />

per poter decollare.<br />

La cosa curiosa che si cela dietro al<br />

boom delle polpette vegetali, alimentata<br />

dalle preoccupazioni “bio” dei<br />

millennials per l’inquinamento causato<br />

dagli allevamenti intensivi di carne,<br />

è che questa alternativa alla carne,<br />

non sia del tutto “bio”. Come mai lo<br />

spiega il fatto che molte delle proteine<br />

vegetali a base degli hamburger di<br />

nuova generazione sono realizzate in<br />

laboratorio, e utilizzano materie prime<br />

a base di vegetali biotech, piante geneticamente<br />

modificate a base di soia,<br />

che negli Stati Uniti è venduta in maniera<br />

indifferenziata (biotech e non<br />

biotech) alla borsa merci di Chicago,<br />

che si conferma come la più importante<br />

al mondo.<br />

LE CARNI ARTIFICIALI<br />

NELLE CATENE DI FAST FOOD<br />

È un mercato che oggi vale 4,6 miliardi<br />

di dollari quello degli hamburger<br />

vegetali, che in 4 anni arriverà a 6 e<br />

questo soprattutto per merito dei<br />

grandi fast food o dei marchi di surgelati<br />

che hanno deciso di inserire,<br />

all’interno della loro produzione,<br />

un’offerta di “carne non carne”.<br />

Tra tutti, l’esperimento più interessante<br />

è quello portato avanti da KFC, la catena<br />

di fast food famosa per i suoi polli<br />

fritti. Anche in questo caso, la start-up<br />

produttrice è Beyond Meat che ha stipulato<br />

un accordo con la catena americana<br />

Kentucky Fried Chicken. Il nome<br />

del prodotto è “Beyond Fried Chicken”<br />

ed è realizzato interamente con cellule<br />

di pollo e materie prime di origine vegetale<br />

che rendono il sapore del prodotto<br />

il più possibile simile a quello<br />

originale dei chicken nugget e delle<br />

alette fritte. Ma ciò che distingue la simil-carne<br />

di KFC dalle altre carni artificiali<br />

è il fatto di essere stata realizzata<br />

con stampanti 3D.<br />

Un vero emblema di innovazione che<br />

ha lanciato lo sviluppo della biostampa<br />

additiva per creare carne di pollo.<br />

Il Parlamento UE ha deciso: il “burger” non è solo di carne<br />

La collaborazione è con il laboratorio<br />

di stampa Bioprinting Solutions e il<br />

progetto mira non solo ad eliminare<br />

i vari additivi che sono utilizzati nell’agricoltura<br />

tradizionale e nella zootecnia,<br />

ma anche a ridurre il consumo di<br />

energia, di suolo e le emissioni di gas<br />

serra rispetto alla tradizionale produzione<br />

di carne da allevamento.<br />

Il secondo colosso che si convertirà in<br />

parte al vegetale è Burger King.<br />

Catena di fast food nota in tutto il<br />

mondo e concorrente spietato di Mc<br />

Donald’s. Il suo prodotto si chiamerà<br />

“Impossible Whopper” e costerà un<br />

dollaro in più di quello originale a<br />

base di carne grigliata. Perché<br />

Impossible? Perché sarà prodotto dalla<br />

start up Impossible Foods concorrente<br />

di Beyond Meat che, alla pari di<br />

KFC, ha lo scopo di realizzare un alimento<br />

che sia il più possibile simile<br />

per gusto e consistenza a quello originale.<br />

Il Whopper sarà disponibile in<br />

Con 379 voti contrari, 284 a favore e 27 astenuti<br />

il Parlamento europeo ha deciso che i “burger” e le<br />

“salsicce” non devono necessariamente contenere<br />

carne, ma possono anche essere di origine vegetale.<br />

Se infatti il primo emendamento, il 165, fosse<br />

passato, avrebbe imposto l’obbligo di utilizzare<br />

termini come “bistecca” o “burger” solo per quei<br />

prodotti che contengono carne, vietando invece la<br />

denominazione per quei cibi esteriormente simili<br />

alla carne ma adatti ad una dieta vegana. Via libera<br />

quindi a termini come “hamburger vegano” o<br />

“bistecche vegetali”.<br />

L’emendamento 264 riservava invece tutta una<br />

serie di appellativi di solito utilizzati per la carne<br />

(come manzo e maiale), i tagli di carne (bistecca,<br />

braciola di maiale) e i prodotti a base di carne (prosciutto<br />

o salame) esclusivamente a quei prodotti<br />

contenenti parti animali. Se invece i prodotti in<br />

vendita avessero contenuto più del 3% di proteine<br />

vegetali, questi termini non si sarebbero potuti<br />

utilizzare e neppure indicati sull’etichetta. Per cui,<br />

se l’“hamburger vegetale” poteva mantenere il suo<br />

nome, il prosciutto vegetale no: doveva essere rinominato.<br />

L’emendamento 275, presentato dal<br />

gruppo S&D, se fosse stato approvato, avrebbe riservato<br />

i termini riferiti di norma ai prodotti di carne,<br />

solo a quei prodotti contenenti carne, anche se<br />

la Commissione avrebbe avuto la possibilità di<br />

adottare atti delegati (limitati a comprovate necessità)<br />

di modifica, deroga o esenzione alle definizioni<br />

o denominazioni di vendita. La Commissione<br />

inoltre, avrebbe dovuto redigere un elenco di prodotti<br />

a base vegetali esonerati dalla regola purché<br />

riportanti la dicitura “senza carne”. A tal proposito<br />

va ricordato che la Corte di giustizia UE ha stabilito<br />

che denominazioni quali “latte”, “burro”, “yogurt”,<br />

“formaggio” non possono essere utilizzate per i cibi<br />

vegani ma solo ed esclusivamente per i prodotti<br />

lattiero-caseari. Ettore Prandini, presidente di<br />

Coldiretti, si è detto disposto a seguire questa linea<br />

anche per gli hamburger di finta carne: “Basta inganni”,<br />

ha confermato, suggerendo che una simile<br />

decisione presa dal Parlamento europeo lascia solo<br />

più spazio alle lobbies delle multinazionali che investono<br />

sulla carne finta, vegetale o creata in laboratorio.<br />

2.500 locali in 25 nazioni in Europa.<br />

In ultimo, ma non certo per nome, c’è<br />

McDonald’s che mette in menu<br />

l’hamburger vegan di Beyond Meat.<br />

L’esperimento, avviato a settembre<br />

dello scorso anno, è stato limitato a<br />

28 punti vendita tutti concentrati in<br />

Canada (inclusa Toronto), che sono<br />

poi saliti a 52 a partire da gennaio<br />

<strong>2020</strong>. Le decisioni del gigante americano<br />

non sono ancora chiare riguardo<br />

il successo del menù vegan e sembra<br />

che il P.L.T. (“plant, lettuce,<br />

tomato”) non abbia ottenuto un<br />

gran successo nei punti vendita che<br />

hanno fatto da test.<br />

UNA LINEA DI SURGELATI<br />

LANCIATA IN ITALIA<br />

Ancora più variegati sono i prodotti<br />

vegetali di Findus che ha lanciato in<br />

Italia la linea Green Cousine.<br />

Hamburger, salsicce e polpette di<br />

“carne finta” che hanno avuto am-<br />

12<br />

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attualità<br />

pio successo in Gran Bretagna alla<br />

fine del 2019. L’hamburger vegetale<br />

distribuito nei fast food diventa in<br />

questo modo prodotto di massa acquistabile<br />

nei supermercati ad un<br />

prezzo compreso tra i 2,70 e i 3,50<br />

euro. Le aspettative per l’Europa sono<br />

quelle di ricavare dalla linea Green<br />

Cousine fino a 120 milioni di euro in<br />

tre anni e di raggiungere entro la fine<br />

del <strong>2020</strong> altri 12 Paesi europei, tra cui<br />

l’Italia. I prodotti Findus che sfidano<br />

società come Beyond Meat o<br />

Impossible Foods, che al Nasdaq hanno<br />

fatto incetta di capitali, sono composti<br />

da base proteica di piselli gialli<br />

che, a differenza della soia (largamente<br />

utilizzata negli USA) non sono<br />

Ogm, e a cui vengono aggiunti ulteriori<br />

ingredienti per ottenere un<br />

aspetto che sia il più possibile simile a<br />

quello della carne. Interessante vedere<br />

come l’azienda abbia curato anche<br />

l’aspetto culturale del prodotto, adattando<br />

il sapore al tipo di territorio e ai<br />

gusti delle persone.<br />

Il pubblico di riferimento per Findus<br />

non sono soltanto i vegani ma anche<br />

chi vuole mangiare meno carne, senza<br />

rinunciare al suo sapore. I motivi possono<br />

essere tanti e tra questi c’è<br />

senz’altro l’interesse ad adottare comportamenti<br />

sostenibili e a tutelare l’ambiente<br />

con piccole azioni quotidiane.<br />

L’obiettivo della “finta carne” insomma<br />

sembra essere stato raggiunto,<br />

anche se la situazione rimane incerta<br />

A dominare il<br />

mercato delle<br />

carni vegetali sono<br />

soprattutto due<br />

start-up: Beyond<br />

Meat e Impossible<br />

Foods<br />

per molte aziende che non sono ancora<br />

riuscite a identificare il successo<br />

di questi prodotti innovativi sul mercato.<br />

Nel frattempo, un obiettivo ancora<br />

lontano è quello di realizzare<br />

pesce e prodotti lattiero-caseari derivati<br />

dalle piante: il 2035 è l’anno di<br />

riferimento per il lancio e sia<br />

Impossible Foods che Beyond Meat si<br />

sono messe all’opera per intraprendere<br />

una strada ancora più tortuosa<br />

di quella già avviata con gli hamburger<br />

di finta carne.<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

CRESCE IL MERCATO DELLE ZUPPE PRONTE<br />

Lo scenario dell’healthy food legato anche<br />

all’alimentazione biologica, in particolar<br />

modo quello delle zuppe, continua a essere<br />

preminente nonostante l’emergenza<br />

sanitaria abbia messo a rischio diversi<br />

settori. Basti pensare che secondo una recente<br />

indagine americana di Allied Market<br />

Research, il mercato delle zuppe pronte è<br />

proiettato verso un ricavo stimato di oltre<br />

18 miliardi di dollari entro il 2027. Un trend<br />

positivo che potrebbe interessare anche lo<br />

scenario italiano, dove tra il 2018 e il 2019<br />

secondo una ricerca dell’Osservatorio<br />

Nielsen il consumo delle zuppe è aumentato<br />

del 28%. La crescita del mercato ha<br />

spinto numerose aziende a intensificare la<br />

ricerca su questi prodotti: ad abbracciare<br />

questo trend ci ha pensato anche “Marco<br />

Roveda - Il pioniere del biologico”, che ha<br />

deciso di mettere in commercio una linea<br />

di zuppe fresche già pronte, preparate con<br />

ricette di alta qualità, composte da ingredienti<br />

provenienti da filiera biologica e<br />

biodinamica, le uniche confezionate in un<br />

bicchierone di carta come faceva una volta<br />

con i suoi yogurt Scaldasole. Dopo aver abbracciato<br />

il metodo di coltivazione<br />

biodinamico e biologico<br />

dal 1978 in poi e aver<br />

creato il mercato stesso con<br />

Fattoria Scaldasole, Marco<br />

Roveda ha deciso di cimentarsi<br />

in una nuova sfida, lanciando<br />

il concetto di “Total<br />

Quality”, la nuova frontiera<br />

del bio che possiede i 5 elementi:<br />

accessibilità, qualità<br />

e bontà, bellezza e design,<br />

sicurezza e quindi biologico,<br />

etica e sostenibilità.<br />

“La crescita del mercato delle zuppe pronte,<br />

attestata da numeri del mercato in tutto<br />

il mondo, testimonia la ricerca incessante<br />

da parte delle persone di un’alimentazione<br />

sana, anche quando sono di fretta, che<br />

combini salute, benessere e sostenibilità”,<br />

ha spiegato Marco Roveda. “Proprio per<br />

questo motivo, dopo un’esperienza ventennale<br />

nel mondo del bio, ho scelto di<br />

rimettermi in gioco realizzando una linea<br />

di zuppe pronte confezionate in pack realizzati<br />

con carta dotata di certificazione<br />

PEFC e proveniente da filiera sostenibile.<br />

Un punto di forza che le contraddistingue<br />

dai prodotti contenuti nella comune ciotola<br />

in plastica. L’assortimento, composto da 6<br />

gustose referenze arrivate nei migliori supermercati<br />

e online su Amazon Prime Now<br />

(Milano e Roma), spazia dalle ricette più tradizionali<br />

come il minestrone di verdure ricco<br />

con curcuma e la zuppa toscana con farro,<br />

a quelle più innovative come la zuppa chili<br />

leggermente piccante, la vellutata di funghi<br />

con porcini, la zuppa di verdure con piselli e<br />

la zuppa di lenticchie ai due aceti”.<br />

IL MONTASIO DOP INCREMENTA LE VENDITE DEL 7,8%<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

Il Montasio Dop conquista i consumatori:<br />

lo confermano i dati delle<br />

vendite che nei primi nove mesi del<br />

<strong>2020</strong> hanno registrato un incremento<br />

del 7,8%.<br />

“I consumatori si<br />

fidano della nostra<br />

Dop e il<br />

mercato ci<br />

premia”, ha<br />

commentato<br />

il<br />

presidente del Consorzio, Valentino<br />

Pivetta. “Il nostro è un formaggio<br />

dall’alto valore nutrizionale, legato<br />

alla tradizione e di qualità elevata<br />

che si distingue per le sue proprietà<br />

organolettiche e le caratteristiche di<br />

distintività. Si evidenzia, infatti, una<br />

crescita del Montasio di media stagionatura,<br />

oltre i 150 giorni, quando<br />

il formaggio raggiunge più gusto e<br />

armonia”.<br />

Il Consorzio continua le sue attività<br />

di valorizzazione della marca<br />

sottolineando come il formaggio<br />

Montasio sia un alleato per la salute<br />

e il benessere grazie al suo apporto<br />

energetico e per la sua naturale<br />

caratteristica di essere privo di<br />

lattosio. Una strada tracciata che<br />

prosegue attraverso un percorso<br />

complementare nel segno della<br />

sostenibilità e quindi legato ai temi<br />

di tutela del territorio, di benessere<br />

animale, di educazione nutrizionale<br />

per la salute dei consumatori e<br />

di valorizzazione delle produzioni<br />

locali. Aspetti fondamentali per la<br />

Dop Montasio la cui qualità, data<br />

anche dalla provenienza delle materie<br />

prime, è indissolubilmente legata<br />

al territorio di origine.<br />

Intenso sarà anche il piano di promozione<br />

studiato dal Consorzio<br />

che coinvolgerà le principali insegne<br />

della distribuzione organizzata<br />

anche del Nord e Centro Italia.<br />

Una particolare attenzione sarà<br />

dedicata al settore Horeca e alle<br />

Gastronomie specializzate. Azioni<br />

che si estenderanno anche oltreconfine,<br />

nella vicina Austria, per<br />

tutto il 2021.<br />

14<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

IN CANADA I SALUMI PIACENTINI SONO<br />

PROTETTI DAL MARCHIO DOP<br />

Trancio di salame<br />

Piacentino DOP<br />

in un supermercato<br />

di Vancouver<br />

L’Istituzione Federale Canadese<br />

“Innovation, Science and<br />

Economic Development Canada”,<br />

attraverso il Cancelliere incaricato<br />

dei marchi della Canadian<br />

Intellectual Property Office, ha<br />

firmato il certificato di registrazione<br />

del logo “Piacentino -<br />

Piacentina” che accompagnerà<br />

i salumi piacentini DOP nel mercato<br />

canadese difendendoli da<br />

qualunque imitazione. Dopo la<br />

registrazione del marchio negli<br />

Stati Uniti, avvenuta pochi mesi<br />

orsono, il Consorzio di Tutela<br />

Salumi DOP Piacentini mette a<br />

disposizione dei produttori di<br />

salumi DOP piacentini un importante<br />

strumento pro-concorrenziale<br />

per favorire l’esportazione<br />

dei prodotti in un mercato strategico<br />

come il Canada. I benefici<br />

del risultato raggiunto si apprezzeranno,<br />

da un lato, riguardo alla<br />

promozione poiché attraverso il<br />

marchio si certificherà ai consumatori<br />

canadesi che i salumi<br />

contrassegnati sono espressione<br />

di una storica tradizione produttiva<br />

legata alla cultura locale che<br />

è garantita dal rigoroso rispetto<br />

dei disciplinari di produzione e,<br />

dall’altro, in relazione alla tutela<br />

poiché oggi si dispone di un titolo<br />

che consentirà di prevenire o<br />

reprimere abusi o usi illegali delle<br />

DOP pregiudizievoli per la filiera.<br />

La protezione della tutela con<br />

il marchio DOP vale sul territorio<br />

comunitario, ma in mercati<br />

come quello statunitense e canadese<br />

prevalgono altre logiche<br />

e normative al riguardo. In materia<br />

di marchi, in questi Paesi,<br />

vale il principio del “first to use”,<br />

il che implica l’acquisizione della<br />

proprietà del marchio in capo a<br />

chi per primo lo abbia utilizzato.<br />

Il rischio è che salumi che non<br />

hanno nulla a che vedere con le<br />

nostre tre DOP vengano commercializzati<br />

con denominazioni<br />

che evochino i nostri marchi<br />

e, per ironia della sorte, i nostri<br />

DOP non potranno essere venduti<br />

in quei paesi con le loro denominazioni<br />

Coppa Piacentina,<br />

Salame Piacentino Pancetta<br />

Piacentina”, dichiara il presidente<br />

del Consorzio Antonio Grossetti.<br />

“Questo ulteriore risultato conseguito<br />

dal Consorzio di Tutela<br />

Salumi DOP Piacentini gratifica<br />

dell’incessante impegno profuso<br />

sul versante della tutela in<br />

campo internazionale e mette a<br />

disposizione delle nostre aziende<br />

un ulteriore strumento di<br />

protezione in un paese particolarmente<br />

interessante dal punto<br />

di vista commerciale, come è il<br />

Canada, per le nostre produzioni<br />

DOP”.<br />

ALICI DI CETARA DOP: UN’ALTRA IG PER L’ITALIA<br />

Si aggiunge una nuova IG Food italiana nel registro<br />

europeo: pubblicata nella Gazzetta ufficiale<br />

Europea (GUUE L 349 del 21/10/<strong>2020</strong>)<br />

la registrazione del Colatura di Alici di Cetara<br />

DOP appartenente alla Classe 1.7. Pesci, molluschi,<br />

crostacei freschi e prodotti derivati.<br />

L’iscrizione della nuova denominazione porta<br />

l’Italia a 308 specialità Food ad Indicazione<br />

Geografica.<br />

Con la registrazione del nuovo prodotto, l’Europa<br />

raggiunge quota 1.471 IG Food – di<br />

cui 647 DOP, 760 IGP e 64 STG – ai quali si<br />

aggiungono i 28 prodotti nei paesi extra-<br />

UE, per un totale di 1.499 denominazioni.<br />

Il comparto Food rappresenta una fetta<br />

pari al 44,3% delle IG complessive in EU.<br />

L’Italia ha in totale 834 denominazioni<br />

Food&Wine (sono 833 registrate ufficialmente<br />

in UE, ma si arriva a 834 considerando<br />

le 2 autorizzazioni a livello<br />

nazionale all’etichettatura transitoria e la<br />

cancellazione a livello italiano della denominazione<br />

Valtènesi DOP) di cui 579 DOP,<br />

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252 IGP, 3 STG e 35 IG Spirits per un totale di<br />

869 Indicazioni Geografiche. Il comparto Food<br />

conta 308 denominazioni di cui 171 DOP, 134<br />

IGP e 3 STG.<br />

Nello specifico, la Campania ha in totale 57<br />

denominazioni Food&Wine di cui 34 DOP, 20<br />

IGP e le 3 STG nazionali, oltre a 4 IG Spirits per<br />

un totale di 61 Indicazioni Geografiche.<br />

La Colatura di Alici di Cetara DOP è un prodotto<br />

liquido ottenuto dalla maturazione delle<br />

alici (Engraulis encrasicolus L.) sotto sale.<br />

All’aspetto la Colatura di Alici di Cetara DOP<br />

deve essere limpida e brillante; il colore ambrato,<br />

tendente al bruno-mogano. Si caratterizza<br />

per un odore persistente, intenso che richiama<br />

il profumo delle alici sotto sale, delle alici fresche,<br />

del salmastro. Ha un sapore “umami”,<br />

forte e con sapidità elevata dovuta all’utilizzo<br />

di alici e sale come materie prime.<br />

La zona di pesca delle alici per fare la Colatura<br />

di Alici di Cetara DOP ricade nella zona di mare<br />

antistante la provincia di Salerno, ad una distanza<br />

dalla costa in funzione della profondità<br />

di pesca (batimetria da 50 a 200 m)<br />

con una distanza massima dalla costa<br />

di 12 miglia. Tutte le fasi di lavorazione,<br />

trasformazione, affinamento e spillatura<br />

devono avvenire esclusivamente nel<br />

territorio dei Comuni della provincia di<br />

Salerno, nella regione Campania.<br />

La commercializzazione della Colatura<br />

di Alici di Cetara DOP deve avvenire in<br />

appositi contenitori di vetro chiaro trasparente<br />

di capacità variabile da un minimo<br />

50 ml ad un massimo di 1 000 ml.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

15


news [fatti, persone, aziende]<br />

CIBUS LAB CONNETTE RETAILER E AGROALIMENTARE ITALIANO<br />

Nasce Cibus Lab, la nuova piattaforma<br />

educational a sostegno del<br />

food&beverage Authentic Italian che ha<br />

come obiettivo quello di facilitare il dialogo<br />

tra retailer italiani e internazionali<br />

con l’industria agroalimentare italiana.<br />

Grande distribuzione e industria del<br />

food&beverage sono in continua trasformazione:<br />

avere a disposizione informazioni<br />

aggiornate per poter meglio interpretare<br />

dinamiche e nuove opportunità<br />

di business è sempre più necessario per<br />

migliorare i rapporti commerciali esistenti<br />

e instaurarne di nuovi. Il progetto, in collaborazione<br />

con GDO news, rappresenta<br />

un portale di accesso a informazioni,<br />

news di settore e servizi digitali privilegiati<br />

per espositori e buyer di Cibus. Cibus<br />

Lab fornisce inoltre approfondimenti periodici<br />

su determinate categorie merceologiche,<br />

che saranno oggetto di ebook<br />

dedicati volti ad analizzare singoli comparti,<br />

descriverne andamenti di vendita e<br />

trend. Ciascun manuale sarà presentato<br />

tramite un seminario online durante il<br />

quale verranno presentate le opportunità<br />

che la categoria in questione può offrire.<br />

IL CIBO DEL FUTURO FRA PAURE E DESIDERI<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

Un tema da non sottovalutare, quello<br />

del cibo del futuro, dal momento che<br />

rappresenta la chiave per comprendere<br />

come sopravvivrà l’uomo del domani.<br />

Ma cosa ne pensano gli italiani?<br />

A svelarlo un sondaggio condotto da<br />

ONO Exponential Farming, la start-up<br />

di Verona esperta in soluzioni di agricoltura<br />

verticale ad alta tecnologia e<br />

orientata verso la sostenibilità.<br />

Partiamo intanto con la consapevolezza<br />

della quasi totalità (93%) dei rispondenti<br />

di dover modificare il modo<br />

di nutrirsi. Per il 68% la causa risiede<br />

nella scarsità risorse del pianeta,<br />

mentre per il 25% è dovuto a mode<br />

passeggere. Un cambiamento che<br />

incuriosisce (50%) ma un po’ anche<br />

spaventa.<br />

In molti (66%) si dimostrano favorevoli<br />

al prendere una nuova direzione alimentare,<br />

anche se il 39% non è disposto<br />

a rinunciare al piacere della buona<br />

cucina, mentre il 27% sposa la causa<br />

per garantire un futuro ai propri figli.<br />

Ma cosa ci aspettiamo di mettere nei<br />

nostri piatti, una pillola al posto della<br />

pasta al pomodoro, come qualche film<br />

ci ha fatto credere? Lo pensa solo il<br />

6%, mentre un 30% resta spaventato<br />

dalla possibilità di doversi nutrire con<br />

cibi sintetici creati in laboratorio.<br />

Una fetta di ottimisti (43%) crede invece<br />

che un giorno imbandiremo le<br />

nostre tavole con alimenti più genuini<br />

e nutrienti di quelli di oggi.<br />

A confermare quest’approccio di positività<br />

anche tutti quelli che vedono in<br />

un simile cambiamento un’opportunità<br />

di maggior tutela dell’ambiente<br />

e una riduzione degli sprechi (68%). Il<br />

61% ricollega la scarsità dell’approvvigionamento<br />

all’eccessivo sfruttamento<br />

delle risorse, mentre il 25% ritiene<br />

che in molti seguono un’alimentazione<br />

fatta di troppe proteine animali.<br />

Come dimostra Ono Exponential<br />

Farming l’alimentazione del futuro sarà<br />

sempre più dipendente dalla tecnologia,<br />

che per il 79% degli intervistati sarà<br />

in grado di ottimizzare le risorse.<br />

“Al giorno d’oggi e con una pandemia<br />

in corso, si fa sempre più importante<br />

la consapevolezza che uno sviluppo<br />

sostenibile possa essere raggiunto<br />

cambiando il modo con cui coltiviamo,<br />

produciamo e consumiamo il cibo”,<br />

ha dichiarato Thomas Ambrosi, fondatore<br />

di ONO Exponential Farming.<br />

“L’alimentazione sostenibile, e di<br />

conseguenza anche la produzione<br />

sostenibile, per fortuna sta iniziando<br />

a prender piede. Sono sempre di più le<br />

persone che vogliono mettere nel piatto<br />

cibo che non ha bisogno di prodotti<br />

chimici, che cresce in un ambiente<br />

sano e a km zero”.<br />

ONO EF ha sviluppato la prima piattaforma<br />

agrobotica iper-efficiente al<br />

mondo di coltivazione intensiva verticale,<br />

modulare e scalabile, completamente<br />

automatizzata (AI).<br />

Dopo un periodo di studio la Farm<br />

Zero non è più solo un sogno di un<br />

imprenditore visionario come Thomas<br />

Ambrosi, fondatore di ONO EF. Una<br />

realtà fatta di una riduzione del 70%<br />

del consumo energetico, del 95% di<br />

risparmio di acqua, di una densità<br />

del raccolto triplicata e dell’assenza<br />

dell’uomo nelle fasi di crescita.<br />

L’obiettivo della Farm Zero è quello di<br />

raggiungere il massimo di produttività<br />

per metro cubo di spazio occupato<br />

e massimizzazione dei parametri<br />

qualitativi delle piante attraverso i<br />

tre elementi che caratterizzano ONO<br />

nel contesto dell’agricoltura indoor<br />

4.0: gestione innovativa dell’energia<br />

trasmessa alle piante, gestione individuale<br />

dei nutrimenti per tipologia di<br />

pianta, gestione ottimale delle condizioni<br />

climatiche.<br />

16<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

CATTEL PUNTA SULLA TECNOLOGIA IQF<br />

È destinata a diventare il futuro dell’Ho.<br />

Re.Ca la tecnologia IQF su cui Cattel Spa<br />

sta investendo senza esitazioni. Conosciuto<br />

anche come Individually Quick Frozen<br />

(“surgelato individualmente”), l’innovativo<br />

procedimento si basa sul rapido raffreddamento<br />

dei singoli ingredienti di un prodotto<br />

alimentare facendoli passare a uno a uno<br />

sopra un nastro trasportatore e sottoponendoli<br />

a flussi d’aria con temperature di -40°C<br />

che li portano velocemente allo stato surgelato<br />

mantenendoli separati. Una soluzione<br />

destinata a diventare il futuro del segmento<br />

Ho.Re.Ca, perché comporta notevoli vantaggi<br />

tra cui la possibilità di consumare di<br />

volta in volta solo la quantità di prodotto<br />

necessaria (senza dover scongelare un intero<br />

blocco) con un’evidente riduzione degli<br />

sprechi. Oltre alla grande praticità, però, la<br />

tecnologia IQF fornisce alimenti surgelati di<br />

qualità superiore perché è in grado di conservare<br />

inalterate le proprietà organolettiche<br />

dell’alimento, che si manterrà morbido<br />

e saporito e si presterà ad una cottura uniforme.<br />

Infine, vanno considerati il vantaggio<br />

sanitario (per l’assenza delle alterazioni che<br />

invece possono manifestarsi con il fresco) e<br />

quello economico, visto che – a differenza<br />

del fresco, che ha una durata di circa 30<br />

giorni – i prodotti surgelati con tecnologia<br />

IQF offrono una shelf-life di 18 mesi, il che<br />

consente al ristoratore di acquistare il prodotto<br />

quando il prezzo è conveniente e di<br />

utilizzarlo nel tempo secondo occorrenza.<br />

Per questo progetto Cattel Spa ha ideato un<br />

packaging ad hoc sia a marchio Scottona<br />

Braslavia che Valdora, le due private label<br />

con cui attualmente l’azienda veneta sta<br />

commercializzando gli alimenti surgelati<br />

con tecnologia IQF.<br />

Importante oggi la richiesta di hamburger<br />

preparati con la tecnologia IQF che Cattel<br />

propone attualmente in 3 formati e in un<br />

vasto assortimento in continua evoluzione.<br />

Tra questi, il più richiesto è quello di<br />

Scottona Braslavia, una carne particolarmente<br />

apprezzata dal pubblico per la morbidezza<br />

e il sapore caratteristico.<br />

A breve Cattel introdurrà nel mercato altre<br />

tipologie di tagli e preparazioni con surgelamento<br />

IQF: dalle fettine alle costate, dagli<br />

spezzatini alle polpette.<br />

> estrusori > dosatori > componenti > trasporto pneumatico > sistemi completi<br />

ZSK Mv PLUS di CoPerion.<br />

La MigLiore teCnoLogia Per<br />

L’eStrUSione aLiMentare.<br />

+ Trattamento molto delicato dei prodotti per la massima qualità<br />

+ Design igienico: telaio di sostegno aperto<br />

+ Tempi di fermo macchina ridotti dovuti alla<br />

pulizia rapida ed efficiente<br />

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per la sua capacità di trattare delicatamente i prodotti alle massime prestazioni produttive. Ulteriori<br />

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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

17


news [fatti, persone, aziende]<br />

I BISCOTTI FOX’S<br />

ENTRANO NEL<br />

MONDO FERRERO<br />

Una società affiliata a Ferrero ha annunciato<br />

un accordo definitivo in base al quale acquisirà<br />

l’attività relativa ai biscotti a marchio Fox’s<br />

e a marchio del distributore, tra cui alcuni<br />

importanti clienti storici, da Northern Food<br />

Grocery Group Limited (NFGG).<br />

L’attività oggetto della vendita ha generato<br />

un fatturato pari a circa 157 milioni di sterline<br />

negli ultimi 12 mesi.<br />

Con sede nel Regno Unito, NFGG è il produttore<br />

dei marchi di biscotti Fox’s e Rocky,<br />

oltre ad altri marchi molto amati e prestigiosi.<br />

L’azienda ha una storia nel mercato britannico<br />

dei biscotti che risale al 1853, con una fortissima<br />

eredità e notorietà<br />

del marchio<br />

tra i consumatori,<br />

nonché solide posizioni<br />

di rilievo in<br />

ogni segmento<br />

della categoria<br />

dei biscotti.<br />

Nell’ambito della<br />

transazione, l’affiliata<br />

a Ferrero acquisirà<br />

i due stabilimenti<br />

di produzione<br />

di Kirkham e Batley.<br />

Attraverso questa acquisizione, la società<br />

affiliata a Ferrero prevede di aumentare<br />

la sua importanza nella categoria dei biscotti,<br />

a seguito anche delle precedenti acquisizioni<br />

di Delacre e Kelsen Group. Il completamento<br />

della transazione, soggetta al rilascio delle autorizzazioni<br />

di legge e alle consuete condizioni<br />

di chiusura, è previsto per i prossimi mesi.<br />

JACK DANIEL’S HA SCELTO IL NUOVO<br />

MASTER DISTILLER<br />

La Jack Daniel’s Distillery annuncia<br />

che il produttore di whiskey Chris<br />

Fletcher sarà il nuovo Master Distiller<br />

del brand.<br />

Chris Fletcher, 39 anni, in precedenza<br />

ha prestato servizio per sei anni come<br />

Assistant Master Distiller e ora prende<br />

il posto di Jeff Arnett come responsabile<br />

della qualità complessiva di<br />

Jack Daniel’s e sarà Ambassador del<br />

brand nel mondo. Inoltre, supervisionerà<br />

il nuovo programma Distillers in<br />

Training della Distilleria che ha l’obiettivo<br />

di reclutare, insegnare e fare da<br />

mentore alla prossima generazione di<br />

produttori di whisky.<br />

Nato e cresciuto a Lynchburg, porta<br />

avanti una tradizione di famiglia:<br />

Fletcher infatti è il nipote del quinto<br />

Master Distiller Frank Bobo, che ha<br />

operato dal 1966 al 1989, anno del<br />

suo pensionamento.<br />

“Negli ultimi sei anni, Chris è stato<br />

coinvolto in tutte le principali innovazioni,<br />

prodotti e processi di produzione<br />

della Distilleria, garantendo<br />

che il nostro Tennessee Whiskey fosse<br />

di altissimo carattere e qualità”,<br />

ha commentato Larry Combs, SVP<br />

e General Manager Jack Daniel’s.<br />

“Chris ha la produzione di whisky<br />

nel sangue e ha anche un’incredibile<br />

e unica combinazione di conoscenza,<br />

competenza e creatività essenziali per<br />

il nostro futuro. Persone come Chris<br />

non capitano tutti i giorni e, sostenuto<br />

dal nostro straordinario team, non<br />

ho dubbi che farà del suo meglio in<br />

questo nuovo ruolo”.<br />

“È un onore essere nominato Master<br />

Distiller Jack Daniel’s e unirmi alla lista<br />

di persone che hanno prodotto il miglior<br />

whiskey del mondo”, ha dichiarato<br />

Chris Fletcher. “Negli ultimi 17<br />

anni ho avuto la possibilità di imparare<br />

e lavorare al fianco di tanti produttori<br />

di whisky di talento, e sono molto<br />

grato per i mentori che ho avuto, tra<br />

cui Jeff Arnett, che mi ha insegnato<br />

davvero tanto. La nostra Distilleria e il<br />

nostro team qui a Lynchburg sono i<br />

migliori del settore e non vedo l’ora<br />

di continuare a lavorare con loro per<br />

la creazione del Whisky Tennessee<br />

preferito al mondo”.<br />

L’inizio del lavoro di Fletcher alla<br />

Jack Daniel’s Distillery risale al 2001,<br />

quando lavorava come guida turistica<br />

part-time mentre frequentava il college.<br />

Si è laureato in Chimica presso<br />

la Tennessee Technological University<br />

nel 2003 e ha iniziato a lavorare come<br />

chimico con Brown-Forman nella sezione<br />

Ricerca & Sviluppo, ruolo che<br />

ha coperto per otto anni. Dopo diversi<br />

anni di lavoro nell’industria del<br />

bourbon, Fletcher è tornato alla Jack<br />

Daniel’s Distillery ed è stato nominato<br />

Assistant Master Distiller. Nel 2017 ha<br />

preso parte in Italia alla tappa finale<br />

della prima edizione di Tennessee<br />

Campus. Chris, sua moglie Ashley<br />

e il figlio di tre mesi, Payne Thomas,<br />

vivono a Lynchburg (Tennessee).<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

18


news [fatti, persone, aziende]<br />

VENDITE DELLA IV<br />

GAMMA IN BRUSCO CALO<br />

“L’esonero straordinario dei contributi previdenziali<br />

previsto per le aziende agricole a seguito<br />

dell’emergenza Covid-19 va allargato con urgenza<br />

anche al settore ortofrutticolo e della IV gamma”.<br />

Lo ribadisce Confagricoltura evidenziando le<br />

ripercussioni che già si registrano per il comparto<br />

a causa delle nuove misure restrittive adottate in<br />

Italia e nei vari Paesi europei, che hanno comportato<br />

limitazioni operative del canale Ho.re.Ca. e<br />

riduzione dell’export.<br />

Il decreto attuativo del DDL cosiddetto ‘Agosto’,<br />

che ha destinato 20 milioni per la promozione di<br />

investimenti e consumi, dovrà dare sollievo anche al<br />

settore dell’ortofrutta e della IV gamma”, mette in<br />

evidenza Confagricoltura. “Le vendite delle verdure<br />

di IV gamma, in particolare – a seguito delle nuove<br />

misure anti-Covid – hanno subito una istantanea<br />

contrazione dal 25 al 35%. Il comparto, che vale<br />

oltre un miliardo di euro, aveva già scontato pesantemente<br />

gli effetti del lockdown”.<br />

“Permane un quadro di estrema incertezza negli<br />

operatori. L’intero settore denuncia perdite di fatturato<br />

per circa 80 milioni di euro e gli imprenditori<br />

sono preoccupati per il futuro. I costi di produzione<br />

e di gestione degli impianti – conclude<br />

Confagricoltura – sono cresciuti per l’adozione delle<br />

misure di contenimento che hanno portato ad una<br />

sostanziale compressione dei margini operativi,<br />

mettendo sempre più a rischio la stabilità economica<br />

e finanziaria delle imprese”.<br />

La IV gamma autunnale e invernale made in Italy<br />

si produce nella Piana del Sele, in Lombardia e nel<br />

Veneto. La crisi, che si auspicava temporanea, continua<br />

ad interessare tutta la filiera del “fresh cut”,<br />

dalla produzione primaria al consumatore, con una<br />

flessione importante dei consumi e quindi del fatturato<br />

e della redditività degli operatori.<br />

UN NUOVO CONTRATTO COLLETTIVO<br />

PER LA FILIERA DELLE ACQUE MINERALI<br />

Mineracqua (Federazione delle Industrie<br />

delle Acque Minerali) ha raggiunto l’accordo<br />

con le rappresentanze sindacali<br />

per il rinnovo del contratto collettivo di<br />

settore. Un momento importante, che definisce<br />

il perimetro di una rinnovata collaborazione<br />

tra imprese e sindacati, per<br />

la protezione della filiera produttiva e dei<br />

www.interprogettied.com<br />

livelli occupazionali. Pesantemente colpito<br />

dall’emergenza sanitaria, il comparto<br />

delle acque minerali si misura oggi con<br />

uno scenario su cui continuano a gravare<br />

incognite quali la ripresa dei consumi e la<br />

controversa introduzione della plastic tax.<br />

Come strumento innovativo per governare<br />

questa fase di incertezza, dalla rinnovata<br />

intesa tra Mineracqua e sindacati<br />

nasce un Organismo Bilaterale, preposto<br />

a monitorare congiuntamente i trend di<br />

mercato e ad individuare misure tempestive<br />

e condivise di intervento.<br />

“È un importante accordo quello firmato<br />

oggi con le organizzazioni sindacali”,<br />

ha commentato il vicepresidente di<br />

Mineracqua, Ettore Fortuna. “Una piattaforma<br />

che riconosce e tiene conto delle<br />

criticità che interessano oggi l’industria<br />

delle acque minerali: la preoccupante<br />

incertezza derivante dall’applicazione di<br />

tasse come quelle sulla plastica e sullo<br />

zucchero; L’esigenza di garantire, nel rispetto<br />

dell’art.30 del vigente contratto<br />

collettivo, la flessibilità produttiva, ‘senza<br />

altre intese’ in un settore che opera ‘just<br />

in time’ e a cui il mercato richiede di dare<br />

seguito a picchi di domanda derivanti da<br />

stagionalità o da altri fattori estemporanei.<br />

L’importante sforzo, in termini organizzativi<br />

e di investimento, delle imprese<br />

nel garantire i massimi livelli di sicurezza<br />

sanitaria ai dipendenti, nel più rigoroso<br />

rispetto delle norme per il contenimento<br />

del contagio da Covid-19.<br />

La congiuntura disegnata da questi tre<br />

elementi di scenario ha portato industria<br />

e sindacato alla costituzione di un<br />

Organismo bilaterale che – attraverso il<br />

monitoraggio dell’andamento del mercato,<br />

a volume e a valore – dovrà trovare le<br />

risposte più adeguate a garantire sviluppo,<br />

occupazione e retribuzione, da qui<br />

al 2023”.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

19


appuntamenti<br />

IL SIGEP A MARZO FRA FIERA IN PRESENZA E AGENDA DIGITALE<br />

IEG Italian Exhibition Group è ai<br />

blocchi di partenza con Sigep<br />

2021 (il Salone della Gelateria,<br />

Pasticceria, Panificazione<br />

Artigianali, Caffè) e rilancia con<br />

un’edizione speciale: Sigep EXP<br />

- The expanded edition”, estesa<br />

su un’intera settimana, con una<br />

forte presenza fisica e una strategica<br />

offerta digitale.<br />

Sigep EXP si terrà dal vivo alla<br />

fiera di Rimini il 15, 16 e 17<br />

marzo con una nuova collocazione<br />

temporale voluta pensando<br />

a una situazione mondiale<br />

più favorevole. Per poi proseguire<br />

il 18 e 19 come Digital<br />

Agenda per una due giorni che<br />

farà leva sul know-how tecnologico<br />

di IEG che attraverso una<br />

innovativa piattaforma agevolerà<br />

il matching tra aziende e<br />

buyer internazionali.<br />

Un progetto corale che nasce<br />

dall’ascolto del mercato e dalla<br />

volontà di affiancare associazioni<br />

e aziende per affrontare<br />

al top la stagione della ripresa<br />

del foodservice dolce.<br />

Le aziende, con le quali il progetto<br />

è stato condiviso ieri a<br />

Rimini, troveranno una fiera<br />

leggera e smart, che consentirà<br />

di concentrarsi sugli affari e gli<br />

incontri. Gli espositori avranno<br />

a disposizione allestimenti essenziali<br />

ed eleganti, con moduli<br />

definiti (ma con possibilità di<br />

kit supplementari) e pacchetti<br />

che includono servizi digitali,<br />

in un perfetto equilibrio tra<br />

esposizione fisica e matching,<br />

una modalità sperimentata con<br />

l’apprezzamento dei clienti durante<br />

i più recenti appuntamenti<br />

fieristici di IEG, quali VOICE<br />

a Vicenza ed ENADA a Rimini.<br />

Il pubblico professionale in presenza<br />

potrà organizzare strategicamente<br />

la visita in fiera<br />

selezionando e salvando tra i<br />

preferiti, in base al suo specifico<br />

interesse, aziende ed eventi,<br />

sfruttare il matchmaking,<br />

la modalità agenda per fissare<br />

appuntamenti, partecipare ai<br />

convegni, estendere le attività<br />

di networking. Il visitatore digitale<br />

potrà avvalersi di strumenti<br />

altamente performanti, per attivare<br />

chat e videochat, partecipare<br />

a tutti gli eventi disponibili<br />

in calendario da remoto e fissare<br />

appuntamenti virtuali.<br />

L’agenda<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

B/Open (digitale)<br />

23-24 novembre <strong>2020</strong><br />

www.veronafiere.it<br />

Innova Food Tech (digitale)<br />

27 novembre <strong>2020</strong><br />

www.innovafoodtech.it<br />

Anutec International<br />

Foodtec India<br />

26-28 novembre <strong>2020</strong><br />

Mumbai, India<br />

anutecindia.com<br />

FI Europe Connect (digitale)<br />

23 novembre - 4 dicembre <strong>2020</strong><br />

www.figlobal.com<br />

Biofach (digitale)<br />

17-20 febbraio 2021<br />

www.biofach.de<br />

Interpack<br />

25 febbraio-3 marzo 2021<br />

Düsseldorf, Germania<br />

www.interpack.de<br />

Sigep<br />

15-17 marzo 2021<br />

Rimini<br />

www.sigep.it<br />

Anuga FoodTec<br />

23-26 marzo 2021<br />

Colonia, Germania<br />

www.anugafoodtec.com<br />

Anufood China<br />

21-23 aprile 2021<br />

Shenzen, Cina<br />

www.koelnmesse.it<br />

Meat-Tech<br />

17-20 maggio 2021<br />

Milano<br />

www.ipackima.com<br />

Tuttofood<br />

17-20 maggio 2021<br />

Milano<br />

www.tuttofood.it<br />

Packaging Première<br />

25-27 maggio 2021<br />

Milano<br />

www.packagingpremiere.it<br />

SPS Italia<br />

25-27 maggio 2021<br />

Parma<br />

www.spsitalia.it<br />

SIC - Salone Industria Casearia e<br />

Conserviera<br />

22-24 ottobre 2021<br />

San Marco Evangelista (CE)<br />

www.saloneindustriacasearia.it<br />

FI Europe<br />

30 novembre - 2 dicembre 2021<br />

Francoforte, Germania<br />

www.figlobal.com<br />

IPPE<br />

25-27 gennaio 2022<br />

Atlanta, Usa<br />

www.ippexpo.org<br />

Ipack-Ima<br />

3-6 maggio 2022<br />

Milano<br />

www.ipackima.com<br />

IFFA<br />

14-19 maggio 2022<br />

Monaco di Baviera, Germania<br />

www.iffa.de<br />

Cibus Tec<br />

25-28 ottobre 2022<br />

Parma<br />

www.cibustec.it<br />

20<br />

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SOLUZIONI A BASE DI FIBRE PER FORMULAZIONI<br />

CLEAN LABEL INNOVATIVE E LEGGERE<br />

Brenntag Food & Nutrition Italia presenta le<br />

soluzioni a base di fibre: un valido aiuto per<br />

sviluppare formulazioni clean label con alto<br />

profilo nutrizionale, ottima struttura, funzionalità<br />

e mouthfeel.<br />

Da sempre attenta alle nuove tendenze e<br />

alle esigenze dei consumatori che cercano<br />

alimenti sani, buoni, leggeri, Brenntag Food<br />

& Nutrition seleziona gli ingredienti più giusti<br />

per prodotti alimentari di qualità, e ricerca<br />

soluzioni ingredientistiche per formulazioni<br />

innovative.<br />

Nel nuovo Centro di Applicazione e Sviluppo<br />

Food di Padova si mettono a punto applicazioni<br />

per nuovi prodotti light e salutari ma<br />

con la stessa piacevolezza delle ricette tradizionali.<br />

Qui recentemente sono state sviluppate<br />

specifiche formulazioni a base di fibre<br />

– e pertanto 100% naturali e clean label – in<br />

grado di perfezionare consistenza, funzionalità<br />

e mouthfeel, per ricette più sane, gustose<br />

e con alto profilo nutrizionale.<br />

Le fibre, e le soluzioni a base di fibre, presentano<br />

numerosi vantaggi per tanti prodotti e<br />

applicazioni, quali, ad esempio:<br />

• arricchimento in fibre ed “etichetta pulita”;<br />

• migliore texture e migliori proprietà emulsionanti;<br />

• mouthfeel;<br />

• capacità di trattenere l’acqua;<br />

• possibile contributo alla riduzione dello<br />

zucchero in ricetta (determinate fibre possono<br />

avere capacità dolcificanti);<br />

• diminuire il contenuto di grassi in ricetta,<br />

senza compromessi su sapore e texture;<br />

• favorire il benessere digestivo;<br />

• abbassare l’apporto energetico dei cibi,<br />

facilitando il controllo delle calorie, il senso<br />

di sazietà e promuovendo un più adeguato<br />

peso corporeo;<br />

• aumentare la resistenza ai processi di congelamento<br />

e scongelamento;<br />

• validi aiuti tecnologici come supporti e<br />

agenti di dispersione.<br />

I sistemi a base di fibre, solubili o insolubili,<br />

possono essere personalizzate e composte<br />

da diversi mix di fibre – tra le quali avena,<br />

bambù, barbabietola, beta-glucani, canna da<br />

zucchero, carota, cellulosa, fos, grano, inulina,<br />

limone, mela, patata, pisello, psyllium<br />

e molte altre – al fine di creare formulazioni<br />

che soddisfino ogni applicazione.<br />

“Le soluzioni di Brenntag Food &Nutrition<br />

migliorano la consistenza dei prodotti e<br />

consentono formule personalizzate in<br />

base alle richieste del cliente o alle diverse<br />

esigenze di produzione”, spiega Stefano<br />

Tavernelli, Business Manager Sweet & Nutra<br />

di Brenntag Food & Nutrition Italy.<br />

In particolare, riformulare una ricetta seguendo<br />

particolari esigenze nutrizionali non<br />

è sempre semplice. La sostituzione di alcuni<br />

ingredienti può essere assai impegnativa, data<br />

la loro specifica funzionalità in ricetta. Le fibre<br />

da un lato permettono prodotti con claim<br />

quali etichetta pulita (senza numeri E), senza<br />

additivi e senza allergeni, ad alto contenuto di<br />

fibre; e dall’altro, senza coprire il profilo aromatico<br />

caratteristico, migliorano la struttura<br />

dei prodotti. Inoltre dal punto di vista produttivo<br />

presentano vantaggi sul costo-formula.<br />

“Grazie al know how e l’esperienza sul mercato<br />

food, prodotti finiti, ingredienti e soluzioni<br />

ingredietistiche, Brenntag Food & Nutrition sa<br />

indicare le formulazioni più adatte e consigliare<br />

i clienti alle scelte migliori”, spiega Nadia<br />

D’Incecco, Direttore Commerciale di Brenntag<br />

F&N Italia. “Contattando il team di Brenntag<br />

F&N, è possibile scoprire cosa possiamo fare<br />

per il prossimo progetto di sviluppo prodotto<br />

del cliente, grazie alle nostre soluzioni e al<br />

know-how applicativo nel campo delle formulazioni<br />

a base di fibre. Sense the difference”.<br />

TONALITÀ DALL’ARANCIO INTENSO AL GIALLO TRASPARENTE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

Le bevande arancio sono molto<br />

richieste perché sono associate ad<br />

un prodotto nutriente, rinfrescante<br />

e piacevole. La loro immagine<br />

è importante. Nei consumatori di<br />

bibite la domanda di ingredienti<br />

naturali aumenta ed i produttori<br />

trovano difficoltà nella stabilità<br />

del colore e nelle sue performance.<br />

I colori naturali possono avere<br />

dei problemi durante la shelf life.<br />

In tale contesto, Biochim propone<br />

i nuovi colori CapColors®<br />

e ColorFruit®, prodotti da Chr<br />

Hansen per il settore beverage.<br />

CapColors Orange di Chr Hansen<br />

è una soluzione naturale e brevettata,<br />

semplice da utilizzare, che<br />

grazie all’incapsulamento dona<br />

tonalità luminose e brillanti.<br />

La terza generazione di microemulsioni<br />

e colori incapsulati<br />

supera il problema delle formulazioni<br />

disponibili sul mercato che<br />

danno off-taste quando vengono<br />

usate ad alti dosaggi. Chr Hansen<br />

ha sviluppato una tecnica di incapsulamento<br />

brevettata e prodotti<br />

emulsionati all’avanguardia,<br />

rendendo colori brillanti molto<br />

resistenti ai trattamenti termici e<br />

all’esposizione della luce.<br />

Le nuove emulsioni ColorFruit<br />

sono alternative naturali<br />

a Tartrazine o Sunset Yellow<br />

Quinoline Yellow ed offrono una<br />

soluzione versatile e trasparente.<br />

Di seguito i principali benefici<br />

di CapColors Orange: processo<br />

tecnologico di incapsulamento<br />

brevettato; ottima capacità di<br />

dispersione, impatto sensoriale<br />

neutro; eccellente stabilità ai<br />

trattamenti termici, pastorizzazione<br />

ed esposizione alla luce;<br />

no anello al collo della bottiglia o<br />

creaming; prodotto concentrato,<br />

costo ricetta competitivo; ampia<br />

gamma di tonalità; soluzioni senza<br />

sorbati e benzoati.<br />

22<br />

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ingredienti<br />

FARAVELLI AVVIA LA DISTRIBUZIONE<br />

DELLE GELATINE ROUSSELOT<br />

Rousselot BV (Darling Ingredients) e Giusto<br />

Faravelli Spa hanno avviato una nuova partnership,<br />

a partire da ottobre <strong>2020</strong>. Faravelli è<br />

un punto di riferimento internazionale nella<br />

distribuzione di materie prime e ingredienti<br />

per i settori nutraceutico, farmaceutico,<br />

alimentare, chimico e cosmetico. Rousselot<br />

è un protagonista globale nelle soluzioni a<br />

base di collagene, offrendo un ampio portafoglio<br />

di prodotti che comprende tre segmenti<br />

strategici: gelatine alimentari e farmaceutiche<br />

(Rousselot Functional Ingredients),<br />

collagene idrolizzato (Rousselot Health &<br />

Nutrition) e gelatine e collageni ad uso biomedicale<br />

(Rousselot Biomedical).<br />

Rousselot affida quindi a Faravelli la distribuzione<br />

delle gelatine dedicate al settore food<br />

e pharma prodotte da Rousselot Functional<br />

Ingredients e dei peptidi di collagene Peptan.<br />

Peptan sono ingredienti bioattivi sviluppati<br />

appositamente per offrire molteplici benefici<br />

e proprietà funzionali per la salute. Numerosi<br />

studi scientifici hanno dimostrato la capacità<br />

di Peptan di favorire uno stile di vita sano.<br />

In particolare, Peptan 1 sono peptidi di collagene<br />

idrolizzato di tipo I, di origine bovina,<br />

porcina e da pesce, altamente digeribili, in<br />

grado di sostenere la mobilità complessiva<br />

e la bellezza della pelle. Peptan IIm è invece<br />

collagene idrolizzato di tipo II e glicoaminoglicani<br />

(GAG), specifico per la salute delle<br />

articolazioni.<br />

Faravelli distribuirà inoltre le gelatine dedicate<br />

al settore food e pharma prodotte da<br />

Rousselot Functional Ingredients.<br />

“Siamo lieti di questa nuova collaborazione<br />

con Faravelli”, afferma Gaëtan Noiret, EMEA<br />

Nutrition Commercial Director di Rousselot.<br />

Rousselot diventa quindi fornitore di Faravelli<br />

per i settori nutra, food e pharma. L’azienda<br />

si avvale della collaborazione con produttori di<br />

riferimento internazionale e conta su un team<br />

di professionisti in grado di supportare il cliente<br />

sia dal punto di vista commerciale che tecnico<br />

e scientifico. “Per noi è un onore accogliere un<br />

produttore di fama internazionale tra i nostri<br />

partner, dandoci così la possibilità di proporre<br />

all’industria nutraceutica italiana una gamma<br />

ancora più completa di ingredienti di alta qualità,<br />

ad alto valore tecnologico e nutrizionale”,<br />

ha commentato Guido Rovati, Sales and<br />

Marketing Director di Faravelli. “Le soluzioni<br />

a base di collagene di Roussellot risulteranno<br />

strategiche per gli operatori dell’industria nutra<br />

e food e pharma”.<br />

BEVANDE VEGETALI E FORTIFICATE<br />

È stato recentemente condotto in Australia uno studio sulle<br />

bevande vegetali: sono state esaminati oltre 100 differenti prodotti,<br />

venduti nei maggiori supermercati.<br />

I prodotti analizzati derivavano da diverse fonti, come la frutta<br />

a guscio, i semi, i legumi, il cocco, i grani e una piccola parte<br />

era da fonti miste. Circa il 57% era fortificato con l’aggiunta di<br />

vari nutritivi.<br />

I risultati evidenziano che rispetto al latte vaccino, questa categoria<br />

risulta carente di parecchi micronutrienti, incluso le<br />

Vitamina A e B12, il calcio, le proteine e lo zinco.<br />

La scoperta è stata definita dai ricercatori “sconcertante” in<br />

quanto i consumatori considerano erroneamente il “latte” vegetale<br />

come un prodotto ricco e completo dal punto di vista<br />

alimentare.<br />

Il contenuto delle Vitamina B12 era scarso o nullo in tutti i prodotti,<br />

mentre, nel latte vaccino, tale vitamina era presente tra gli<br />

0,5-0,8 g/100 ml. Anche il livello di proteine, ad eccezione del<br />

latte da fonti miste, ha rivelato valori molto scarsi.<br />

Nessuno dei prodotti in esame era stato fortificato con zinco o<br />

iodio, mentre solo un terzo presentava un contenuto di calcio<br />

simile a quello del latte vaccino. Probabilmente l’unico aspetto<br />

positivo era il basso contenuto in zuccheri (1,1- 3,7 g/100 ml).<br />

Un’ulteriore analisi è stata condotta per capire come la sostituzione<br />

del latte vaccino con quello vegetale possa modificare<br />

l’apporto di proteine tra adolescenti di età compresa<br />

tra i 12 e 18 e le donne oltre i 50 anni. Come è risaputo,<br />

gli adolescenti e le donne over 50 sono considerati i gruppi<br />

più “sensibili” della popolazione, poiché necessitano di un<br />

apporto maggiore di micronutrienti. Entrambe le categorie<br />

hanno delle necessità specifiche, ad esempio la salute delle<br />

ossa.<br />

In conclusione, lo studio ha dimostrato che il latte vaccino<br />

è una fonte significativa di proteine, calcio e zinco con un<br />

apporto di oltre il 50% della dose giornaliera consigliata per<br />

entrambi i gruppi di popolazione analizzati. La sostituzione<br />

del latte vaccino con latti provenienti da altre fonti, tuttavia,<br />

può essere valida qualora una fortificazione intervenga per<br />

raggiungere l’apporto necessario.<br />

Le aziende rappresentate da Victa Food offrono diversi prodotti<br />

per la “fortificazione”. L’azienda belga Cosucra, oltre<br />

all’inulina e FOS da cicoria, produce proteine isolate e fibre<br />

da pisello. Lipofoods, azienda spagnola, offre minerali ed<br />

estratti botanici micro incapsulati come ferro, calcio, zinco,<br />

magnesio, curcumina, caffeina e fitosteroli. Divi’s, invece,<br />

offre vitamine e coloranti per il settore alimentare e dietetico<br />

(Beta-Carotene, Licopene, Luteina, Vitamina A, D2 e D3).<br />

L’azienda francese Nuwen offre un’ampia gamma di micro<br />

e macro alghe.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

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23


scienza e tecnologia<br />

Un percorso di ricerca,<br />

finanziato dalla Regione<br />

Siciliana, con l’obiettivo<br />

di ottenere un pane<br />

povero di sodio ma ricco<br />

di sapore, nell’ottica della<br />

prevenzione delle malattie<br />

cardiovascolari. Il risultato<br />

è stato raggiunto grazie<br />

a un sale marino<br />

sotterraneo proveniente<br />

dal deserto<br />

di Atacama, in Cile.<br />

a cura di<br />

Alfio Spina*<br />

ed Elena Arena**<br />

PANE IPOSODICO<br />

DI GRANO DURO A LUNGA<br />

CONSERVAZIONE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

* CREA-Consiglio<br />

per la ricerca in<br />

agricoltura e l’analisi<br />

dell’economia agraria,<br />

Centro di Ricerca<br />

Cerealicoltura e Colture<br />

Industriali<br />

** Di3A - Dipartimento<br />

di Agricoltura,<br />

Alimentazione e<br />

Ambiente, University of<br />

Catania<br />

Il progetto “Impiego e valutazione di fibre e sostanze nutraceutiche<br />

per l’ottenimento di prodotti da forno salutistici”,<br />

ha avuto inizio nel 2012 ed è stato finanziato dal<br />

Programma Operativo Regionale del PO-FESR Regione<br />

Siciliana 2007–2013, Asse IV,<br />

Obiettivo 4.1.1, Linea di<br />

Intervento 4.1.1.2. Durante il<br />

percorso di ricerca è stato possibile<br />

sperimentare la fattibilità<br />

tecnico-economica della produzione<br />

di nuovi prodotti da<br />

forno salutistici attualmente<br />

non presenti in maniera commerciale<br />

sui mercati di riferimento.<br />

In particolare, la sfida<br />

che si è posta il progetto è stata<br />

quella di ottenere un pane<br />

povero di sodio ma ricco di sapore, per aiutare a combattere<br />

le malattie cardiovascolari e mantenere la salute dei<br />

consumatori. Gli effetti negativi di un eccessivo apporto<br />

di sale con la dieta sono ben noti. Un progressivo aumento<br />

della pressione sanguigna, ipertensione<br />

e, come conseguenze,<br />

ictus e malattie cardiache sono<br />

gli effetti principali. L’EFSA<br />

(Autorità Europea per la<br />

Sicurezza Alimentare) ha raccomandato<br />

un’assunzione di 3-4 g<br />

di sale/giorno, ma generalmente,<br />

tra la popolazione europea<br />

l’assunzione giornaliera di sale è<br />

più del doppio. Gli alimenti trasformati<br />

sono la principale fonte<br />

di sodio nella dieta e il pane è<br />

24<br />

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scienza e tecnologia<br />

uno dei principali contributori all’assunzione<br />

di sodio. Infatti, il pane è<br />

l’alimento consumato con frequenza<br />

giornaliera, e spesso più di una volta<br />

al giorno, ed il prodotto da forno che<br />

apporta la maggiore quantità di cloruro<br />

di sodio nella dieta. Consumato<br />

assieme ad altri alimenti che contengono<br />

un elevato contenuto di sale, è<br />

facile superare la dose massima giornaliera<br />

raccomandata di 5 g di cloruro<br />

di sodio, pari a 2 g al giorno di sodio.<br />

Una delle numerose iniziative per la<br />

riduzione dell’assunzione di sale con i<br />

pani è stata intrapresa nel 2007 dal<br />

Ministero della Salute italiano, che ha<br />

firmato con diverse associazioni di panificatori<br />

una progressiva riduzione del<br />

contenuto di sale nel pane.<br />

Il pane iposodico ottenuto dalla semplice<br />

riduzione del sale da cucina<br />

nell’impasto, spesso non incontra il<br />

favore del consumatore italiano, poiché<br />

poco saporito.<br />

Inoltre, la diminuzione dell’aggiunta<br />

di sale provoca una ridotta resistenza<br />

dell’impasto all’estensione, cambiamenti<br />

nella capacità di trattenere il gas<br />

dell’impasto, influenza sulla struttura<br />

della mollica e sulla texture durante la<br />

conservazione.<br />

Una soluzione tecnologica innovativa<br />

al suddetto problema è arrivata grazie<br />

a questo progetto, che ha previsto<br />

l’impiego di un sale marino sotterraneo<br />

(Saltwell®), proveniente dal deserto<br />

di Atacama in Cile e contenente<br />

una bassa percentuale di sodio (il<br />

35% in meno del sale tradizionale), il<br />

30% di KCl (cloruro di potassio) e<br />

tracce di altri sali e minerali che contribuiscono<br />

alla sapidità del prodotto<br />

finito. Il risultato è stato un pane di<br />

grano duro con ridotto contenuto di<br />

sodio che ha mostrato caratteristiche<br />

chimico-fisiche sensoriali simili al prodotto<br />

tradizionale che sono state<br />

mantenute durante l’intero periodo<br />

di conservazione (90 giorni). Si tratta<br />

di un’importante innovazione di prodotto<br />

nel settore della panificazione<br />

industriale del frumento duro: un risultato<br />

tale da far dimezzare quasi il<br />

contenuto di sodio nel pane prodotto<br />

con la percentuale di sale normalmente<br />

impiegata in panificazione<br />

(1,70%) e da far rientrare il pane ottenuto<br />

con le percentuali inferiori di<br />

sale (0,35% e 0,15%), fra i prodotti<br />

alimentari che possono fregiarsi dei<br />

claims “a ridotto contenuto di sodio”<br />

e “a ridottissimo contenuto di sodio”,<br />

cioè con un contenuto inferiore,<br />

rispettivamente, allo 0,12% e<br />

Appretti lievitati<br />

pronti per essere<br />

infornati<br />

Risultati della<br />

panificazione<br />

sperimentale con i<br />

due sali all’1,70 e<br />

allo 0,35%<br />

Risultati della<br />

panificazione<br />

sperimentale con i<br />

due sali allo 0,15%<br />

0,04%, in quanto rispettano le specifiche<br />

europee previste in etichetta.<br />

MATERIALI E METODI<br />

Processo di panificazione<br />

Sono state effettuate delle prove preliminari<br />

di baking test in laboratorio.<br />

Sono state allestite 6 tesi impiegando<br />

1,70%, 0,35% e 0,15% del normale<br />

sale da cucina e del sale marino basso<br />

in sodio. Successivamente, i pani sono<br />

stati prodotti in un’azienda industriale<br />

(Valle del Dittaino Società Cooperativa<br />

Agricola, Assoro, Enna), secondo un<br />

processo industriale consolidato, confezionati<br />

in condizioni di atmosfera<br />

modificata e conservati a 25°C fino a<br />

90 giorni. Per ogni impasto sono stati<br />

utilizzati 50 kg di semola di grano<br />

duro, mescolati con acqua, lievito<br />

compresso e addizionati con tre livelli<br />

di NaCl e di Saltwell®, (1,70, 0,35 e<br />

0,15%).<br />

Parametri di qualità del pane<br />

Il volume è stato determinato in<br />

base allo spostamento del colza in<br />

un misuratore di volume della pagnotta.<br />

La struttura interna è stata<br />

stimata visivamente utilizzando la<br />

scala di Mohs. Il contenuto di umidità<br />

è stato determinato, mediante<br />

metodo gravimetrico.<br />

Valutazione sensoriale<br />

Il profilo sensoriale è stato determinato<br />

in accordo con quanto previsto<br />

dalla norma UNI 10957 EN ISO<br />

13299:2010. I giudici, utilizzando<br />

una scala compresa tra 1 (assenza<br />

della sensazione) e 9 (estremamente<br />

intenso), hanno valutato l’intensità<br />

degli attributi sensoriali selezionati.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

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25


scienza e tecnologia<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

RISULTATI E DISCUSSIONE<br />

Per quanto riguarda il volume delle<br />

pagnotte, i campioni di pane ottenuti<br />

con i due tipi di sale all’1,70% hanno<br />

riportato valori simili, indipendentemente<br />

dal tipo e dal contenuto di<br />

sale utilizzato. Al contrario, i campioni<br />

di pane ottenuti con i due tipi di<br />

sale allo 0,15% hanno riportato una<br />

riduzione di circa 300 cc. Dopo 60<br />

giorni di conservazione, è stata riscontrata<br />

una diminuzione del volume<br />

delle pagnotte solo nei campioni<br />

con lo 0,15% di Saltwell ® .<br />

Relativamente all’altezza delle pagnotte,<br />

i campioni con NaCl<br />

all’1,70% hanno mostrato il valore<br />

più alto; successivamente durante il<br />

periodo di conservazione è diminuito<br />

fino a raggiungere i valori medi<br />

dell’1,7% di Saltwell ® , i campioni con<br />

lo 0,15% di sali hanno mostrato l’altezza<br />

più bassa, mentre quelli allo<br />

0,35% hanno fatto registrare un’altezza<br />

intermedia.<br />

Per quanto riguarda il peso del pane,<br />

tutti i campioni all’1,7% hanno mostrato<br />

un peso medio compreso tra<br />

450 e 500 g, mantenendolo fino alla<br />

fine della conservazione. Per quanto<br />

riguarda la struttura interna i pani<br />

hanno mostrato un andamento variabile<br />

durante i 90 giorni di conservazione.<br />

Il contenuto di umidità variava tra il<br />

34% e il 32% nei campioni con<br />

l’1,7% e lo 0,15% di sali, indipendentemente<br />

dalla tipologia utilizzata.<br />

Durante la conservazione il contenuto<br />

di umidità è rimasto costante in tutti i<br />

campioni, suggerendo una buona<br />

prestazione dei materiali di confezionamento.<br />

La valutazione sensoriale eseguita<br />

sui campioni di pane appena sfornato<br />

evidenzia un giudizio complessivo<br />

comparabile per pani aventi gli stessi<br />

livelli di sali, indicando l’assenza di<br />

sviluppo di odori sgradevoli nel pane<br />

prodotto con il sale naturale a basso<br />

contenuto di sodio. I campioni di<br />

pane con il livello di sale più alto<br />

(1,70%) avevano la più alta intensità<br />

Pagnotte a fine<br />

lievitazione<br />

pronte per essere<br />

infornate<br />

Pagnotte appena<br />

uscite dal forno<br />

Mezze pagnotte<br />

affettate<br />

confezionate<br />

in ATM<br />

di sapore di pane mentre i campioni<br />

di pane con lo 0,15% di sali avevano<br />

l’intensità più bassa dello stesso attributo.<br />

Dopo 90 giorni di conservazione<br />

il giudizio complessivo, il sapore<br />

del pane, l’odore del pane e<br />

l’elasticità erano simili tra campioni<br />

di pane con lo stesso livello di sale.<br />

I risultati di questo studio hanno dimostrato<br />

che la sostituzione del sale marino<br />

tradizionale con Saltwell® nel<br />

pane di grano duro è una possibile<br />

strategia per ridurre l’assunzione di<br />

sodio mantenendo le caratteristiche<br />

qualitative del pane. Grazie all’impiego<br />

di questo particolare sale marino a<br />

basso contenuto in sodio, è stato possibile<br />

sviluppare dei pani regolari dal<br />

punto di vista tecnologico e accettabili<br />

dal punto di vista sensoriale, con un<br />

contenuto totale in sodio su prodotto<br />

finito pari a 0,240%, 0,064% e a<br />

0,035%, rispettivamente.<br />

Tra i campioni di pane e durante i tempi<br />

di conservazione, non sono state<br />

riscontrate differenze significative nel<br />

volume specifico e nella resa del pane,<br />

indipendentemente dal tipo e dal livello<br />

di sale utilizzato. I dati strutturali<br />

hanno mostrato elevati valori di durezza<br />

e masticabilità, con differenze significative<br />

tra campioni e tempi di conservazione.<br />

I dati sensoriali hanno<br />

mostrato che i diversi livelli di sale non<br />

hanno influenzato gli attributi di morbidezza.<br />

I risultati di questo studio<br />

hanno permesso di ottenere un’importante<br />

innovazione di prodotto,<br />

cioè lo sviluppo di un pane sufficientemente<br />

sapido da gratificare il palato<br />

dei consumatori, ma con una riduzione<br />

del 35% di cloruro di sodio.<br />

26<br />

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scienza e tecnologia<br />

NUOVI COLORI, SAPORI E PROPRIETÀ PER IL SAN MARZANO<br />

Dall’unione di tecniche convenzionali e biotecnologie innovative<br />

è nato un “nuovo” pomodoro San Marzano, una<br />

delle varietà tradizionali più diffuse e apprezzate in Italia e<br />

nel mondo, con nuovi colori, sapori e proprietà nutritive.<br />

Un team di ricercatori di Enea, Crea e delle università<br />

Politecnica di Valencia e degli Studi della Tuscia (coordinatore),<br />

ha “ridisegnato” dal punto di vista estetico, organolettico<br />

e nutritivo questo simbolo del territorio campano,<br />

mantenendo invariata la tipicità della specie tradizionale,<br />

con peculiarità organolettiche uniche che derivano dall’interazione<br />

con il terreno vulcanico su cui cresce, nella zona<br />

dell’Agro Nocerino-Sarnese, in provincia di Napoli.<br />

Nello specifico, i ricercatori hanno caratterizzato 18 linee<br />

della bacca San Marzano (con mutazioni singole o multiple)<br />

responsabili del contenuto di pigmenti quali carotenoidi,<br />

clorofilla, flavonoidi e del processo di maturazione.<br />

L’Università degli Studi della Tuscia si è occupata della caratterizzazione<br />

degli aspetti vegetativi, riproduttivi e genetici<br />

del frutto. I ricercatori Enea, invece, si sono impegnati<br />

nell’analisi metabolomica, cioè nella caratterizzazione<br />

chimica dei frutti di genotipi di San Marzano, con particolare<br />

riferimento alle molecole associate a caratteristiche<br />

sensoriali quali colore e gusto. Lo studio è stato pubblicato<br />

sulla rivista Metabolites (Dono et al., <strong>2020</strong>b).<br />

Le attività di ricerca sono state condotte grazie al supporto<br />

di vari enti finanziatori tra cui Regione Lazio (Progetto<br />

FILAS “MIGLIORA”), Ministero dell’Agricoltura (MiPAAF,<br />

Progetto Agroener), Ministero dell’Istruzione, dell’Università<br />

e della Ricerca (MIUR), Commissione europea, COST-<br />

Action Eurocaroten e Consorzio Interuniversitario per le<br />

Biotecnologie (CIB).<br />

DRONI IN VOLO CONTRO LA MOSCA DELLA FRUTTA<br />

Droni in campo contro la mosca<br />

mediterranea della frutta,<br />

un insetto che crea danni in<br />

Trentino soprattutto su pesche<br />

e melo. La Fondazione Edmund<br />

Mach (FEM) sta sperimentando<br />

la tecnica del maschio sterile,<br />

rilasciando gli insetti sterili importati<br />

dalla Spagna attraverso<br />

l’uso dei droni. Un sistema che<br />

riduce le popolazioni di questo<br />

insetto consentendo a sua volta<br />

la riduzione dell’uso di insetticidi.<br />

Il progetto FEM ha evidenziato<br />

che questa tecnica è<br />

applicabile anche nel territorio<br />

trentino.<br />

La mosca mediterranea della frutta<br />

Ceratitis capitata Wiedemann<br />

(Diptera: Tephritidae) è un parassita<br />

originario dell’Africa orientale,<br />

diffuso attualmente in tutte le<br />

aree frutticole della costa mediterranea,<br />

che attacca più di 300<br />

diversi ospiti.<br />

Allo stato attuale, la mosca mediterranea<br />

della frutta è stabilita<br />

nell’area dell’Alto Garda e a macchia<br />

di leopardo nella Valle dell’Adige,<br />

dove provoca danni soprattutto<br />

su mela. Per mantenere il<br />

danno al di sotto della soglia economica,<br />

in alcuni anni sono necessari<br />

specifici trattamenti con<br />

insetticidi ovo-larvicidi. C. capitata<br />

attacca le mele mature poco prima<br />

della raccolta, momento in cui<br />

non è possibile effettuare trattamenti<br />

insetticidi che causano l’aumento<br />

dei residui di prodotti fitosanitari<br />

sui frutti.<br />

Attualmente le ricerche sono<br />

concentrate sullo sviluppo di<br />

approcci ecologici per la gestione<br />

della mosca, tra cui la<br />

tecnica del maschio sterile<br />

(Sterile insect technique - SIT),<br />

tecnica che prevede il rilascio<br />

nei frutteti di maschi sterili della<br />

stessa specie da combattere.<br />

Il successo di questa misura di<br />

controllo alternativa dipende<br />

dalla densità e dalla distribuzione<br />

spaziale dell’organismo<br />

nocivo bersaglio.<br />

Il progetto SIT (FAS - PSR 2014-<br />

<strong>2020</strong>), sviluppato negli anni<br />

2018-<strong>2020</strong>, ha avuto come<br />

obiettivo lo stabilire la fattibilità<br />

dell’applicazione della tecnica<br />

del maschio sterile per il<br />

controllo di C. capitata (Mosca<br />

mediterranea della frutta) in<br />

Trentino. Il primo obiettivo<br />

raggiunto è stato la definizione<br />

di una procedura dinamica<br />

per il trasferimento dei maschi<br />

sterili dalla biofabbrica alle<br />

aree di rilascio.<br />

A questo sono seguite lo studio<br />

delle fasi di preparazione<br />

in laboratorio e di rilascio, corredate<br />

da indagini circa la percentuale<br />

di maschi emergenti<br />

ad ogni spedizione, la dispersione<br />

in campo, la percentuale<br />

di ricatture, nonché la valutazione<br />

della performance di<br />

accoppiamento con la popolazione<br />

naturale.<br />

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27


macchine<br />

Nella linea<br />

completa<br />

progettata<br />

da OMSO per<br />

la verniciatura<br />

delle chiusure<br />

per vino e alcolici,<br />

tutta la parte<br />

di essiccazione<br />

è stata affidata<br />

ai riscaldatori<br />

Krelus.<br />

RISCALDATORI PER APPLICAZIONI<br />

NELL’INDUSTRIA DEL BEVERAGE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

28<br />

Massimo Verona, direttore tecnico di OMSO<br />

L’azienda reggiana OMSO è attiva da oltre settant’anni<br />

nella progettazione e produzione di macchine per la stampa<br />

diretta su oggetti e contenitori di varie forme e dimensioni.<br />

Dagli esordi a oggi l’azienda ha conosciuto<br />

una notevole espansione; con oltre 100 dipendenti<br />

nella sede principale che si estende su<br />

11.000 metri quadrati, OMSO è oggi conosciuta<br />

in tutto il mondo. L’azienda ha clienti in 85 Paesi<br />

nei cinque continenti, che comprendono importanti<br />

aziende dei settori: alimentare, chimico,<br />

cosmetico e farmaceutico.<br />

Quel che non è cambiato negli anni è la spiccata<br />

capacità, che ha sempre caratterizzato OMSO,<br />

di sviluppare costantemente soluzioni e prodotti<br />

nuovi e adatti alle esigenze dei clienti, a loro volta<br />

alla continua ricerca di innovazioni per rimanere all’avanguardia<br />

dei rispettivi settori. Per OMSO questa capacità<br />

è una filosofia di lavoro, che la proprietà sostiene<br />

con investimenti continui e importanti. Nel settore delle<br />

chiusure, uno dei segmenti trainanti dell’attività di<br />

OMSO, dal 2005 l’azienda sviluppa soluzioni innovative<br />

grazie alle quali si è posizionata saldamente ai massimi<br />

livelli mondiali nella fornitura di impianti per ricalcatura,<br />

verniciatura e decorazione di chiusure per olio, vino e<br />

alcoolici in generale.<br />

Recentemente OMSO ha sviluppato un’innovativa linea di<br />

prodotti per la verniciatura a spruzzo a tutta superficie ed<br />

essiccazione di chiusure, sia in plastica sia in alluminio, che<br />

impiega al suo interno riscaldatori prodotti da Krelus, azienda<br />

svizzera produttrice dei più avanzati sistemi di riscaldamento<br />

a infrarossi che fa parte del gruppo multinazionale<br />

Leister. Ne abbiamo parlato con Massimo Verona, diretto-<br />

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macchine<br />

re tecnico di OMSO e coinvolto in prima<br />

persona in tutti progetti del settore<br />

Chiusure.<br />

Ingegner Verona, come nasce questa<br />

nuova linea?<br />

Abbiamo sviluppato questa linea per<br />

chiusure in plastica e alluminio per i<br />

settori del vino e degli Spirits nell’ambito<br />

di un lungo e proficuo rapporto<br />

di collaborazione con un’azienda multinazionale,<br />

leader mondiale nella produzione<br />

di queste chiusure. Riteniamo<br />

di aver fatto un nuovo passo in avanti<br />

non solo nell’innovazione, ma anche<br />

e soprattutto nel passaggio verso impianti<br />

che utilizzano energie pulite e<br />

che hanno un ridotto impatto ambientale<br />

in termini di emissioni.<br />

Due importanti aspetti innovativi contraddistinguono<br />

questo impianto rispetto<br />

allo stato dell’arte: l’utilizzo di<br />

vernici con caratteristiche adeguate al<br />

processo e l’impiego di moderne tecnologie<br />

di essiccazione. I riscaldatori<br />

Krelus sono gli attori principali del secondo<br />

di questi aspetti. La decisione di<br />

puntare sui riscaldatori Krelus nasce<br />

dal desiderio di ottenere l’essiccazione<br />

delle vernici in tempi rapidi, limitando<br />

al massimo la circolazione di aria sulle<br />

Chiusure appena verniciate, per minimizzare<br />

il rischio di depositare polvere<br />

o particelle sulla superficie fresca di<br />

vernice, con un conseguente peggioramento<br />

della qualità superficiale. La<br />

soluzione ha inoltre ingombri contenuti<br />

e facilita la regolazione delle tem-<br />

OMSO ha puntato sui riscaldatori Krelus (distribuito da<br />

Leister) per ottenere l’essiccazione delle vernici in tempi<br />

rapidi, limitando al massimo la circolazione di aria sulle<br />

chiusure appena verniciate e quindi il rischio di depositare<br />

polvere o particelle sulla superficie fresca di vernice, con<br />

conseguente peggioramento della qualità superficiale<br />

perature di lavoro, garantendo un’elevata<br />

reattività.<br />

Cosa vi ha portato a scegliere Krelus<br />

per questa installazione?<br />

Una rivista specializzata di settore, riportante<br />

la descrizione dei sistemi<br />

Krelus, è stata la molla che ha fatto<br />

scattare il tutto. Dalle fotografie di<br />

quell’articolo e dalla descrizione del<br />

riscaldatore, è apparso subito evidente<br />

che potenzialmente i riscaldatori<br />

Krelus presentavano tutte le caratteristiche<br />

desiderate.<br />

Dopo il primo contatto con il fornitore,<br />

abbiamo organizzato una prova a<br />

banco per testare le prestazioni di un<br />

modulo riscaldatore Krelus. Il passo<br />

successivo è stato quello di applicare i<br />

moduli Krelus nel progetto OMSO.<br />

Particolare di un<br />

riscaldatore Krelus<br />

Come funziona l’impianto in cui sono<br />

stati inseriti i riscaldatori Krelus?<br />

Nella linea completa di verniciatura<br />

delle chiusure, destinata a una delle<br />

sedi produttive in Europa della multinazionale<br />

cliente, tutta la parte di essiccazione<br />

è stata allestita attorno ai<br />

moduli Krelus. Le chiusure in uscita<br />

dalla cabina di verniciatura, poste su<br />

perni verticali che si muovono tramite<br />

una catena di trasporto speciale, entrano<br />

nella zona di essiccazione costituita<br />

da quattro tratti rettilinei consecutivi;<br />

ciascuno di questi quattro tratti<br />

consiste in un “Tunnel Krelus“ (due<br />

moduli riscaldatori sui due lati e un<br />

modulo riscaldatore sulla testa) che<br />

permette un tempo di permanenza<br />

molto contenuto rispetto ai tempi degli<br />

impianti di essiccazione ad aria calda<br />

o altre forme di riscaldamento.<br />

Quali sono i principali vantaggi dei riscaldatori<br />

Krelus che questa applicazione<br />

ha evidenziato?<br />

La modularità e il funzionamento indipendente<br />

degli elementi Krelus fanno<br />

la differenza. Ciascuno dei quattro<br />

tratti che compongono la zona di essiccazione<br />

può essere regolato separatamente<br />

dagli altri rispetto alla distanza<br />

di lavoro dall’oggetto e alla<br />

temperatura di funzionamento. In<br />

questo modo si può facilmente creare<br />

la “curva di essiccazione e raffreddamento”<br />

migliore per ciascun oggetto<br />

/ tipo di vernice applicata. Questo vantaggio<br />

è estremamente importante in<br />

quanto, in tempi recenti, si è molto<br />

allargata la gamma di vernici disponibili<br />

e utilizzate per ottenere effetti sia<br />

estetici che di resistenza superficiale.<br />

La possibilità di calibrare adeguatamente<br />

e facilmente l’impianto di essiccazione<br />

a queste nuove vernici è fondamentale<br />

per la buona riuscita di<br />

tutto il processo di verniciatura.<br />

La regolazione dei moduli Krelus è<br />

molto semplice e intuitiva; questo ne<br />

fa un componente molto apprezzato<br />

sia da OMSO come installatore e costruttore<br />

di impianti, sia degli operatori<br />

dei clienti finali.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

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29


macchine<br />

L’industria alimentare<br />

e delle bevande deve<br />

far fronte a normative<br />

e richieste sempre più<br />

impegnative in materia<br />

di qualità, sicurezza,<br />

efficienza energetica e<br />

pressione produttiva.<br />

Sfide in cui l’aria<br />

compressa oil free può<br />

offrire un supporto<br />

importante.<br />

A cura di<br />

David De Pril*<br />

ARIA COMPRESSA PRIVA<br />

DI CONTAMINANTI E MINORE<br />

COSTO DEL CICLO DI VITA<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

*Direttore Product<br />

Management and<br />

Marketing, ELGi<br />

Europe<br />

Durante una recente visita a uno degli stabilimenti europei<br />

di un importante produttore mondiale di bevande,<br />

sono rimasto sorpreso nell’apprendere la complessità e<br />

la serietà del loro approccio per garantire aria oil-free.<br />

Sebbene avessero impiegato le tecnologie e le macchine<br />

più recenti, non avevano previsto che piccole<br />

perdite di olio sarebbero state versate<br />

e assorbite dal pavimento di cemento durante<br />

la manutenzione. Questo olio potrebbe<br />

evaporare durante la stagione calda ed<br />

i suoi contaminanti sarebbero poi stati aspirati<br />

dal compressore portando i medesimi,<br />

minimi ma importanti, nel prodotto finale.<br />

La loro soluzione prevedeva il posizionamento<br />

del compressore d’aria in un ambiente<br />

privo di contaminanti, la pulizia regolare<br />

del pavimento in resina epossidica e<br />

protocolli rigorosi per mantenere questo ambiente.<br />

Per le aziende produttrici di alimenti e bevande, l’importanza<br />

dell’aria compressa oil-free non è ovviamente una<br />

novità. I compressori oil-free che soddisfano lo standard<br />

ISO 8573-1 che specifica le classi di purezza per particelle,<br />

acqua e olio si sono dimostrati fondamentali.<br />

Ma, grazie a tutti questi standard rigorosi,<br />

vi è un sensibile aumento dei costi e del consumo<br />

di energia, rendendo più difficile la vita<br />

ai responsabili di impianti e manutenzione<br />

che devono ridurre il costo del ciclo di vita<br />

(LLC) dei loro investimenti.<br />

E c’è di più! In qualità di consumatore, sono<br />

anche profondamente consapevole e orgogliosamente<br />

parte della sfida dei consumatori<br />

a tutti i settori, compreso il<br />

food&beverage, per migliorare la sostenibi-<br />

30<br />

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macchine<br />

SE LA FILTRAZIONE NON BASTA<br />

Per soddisfare tali standard un compressore<br />

a vite oil-free è equipaggiato<br />

di un refrigerante dell’aria il quale rimuove<br />

il calore dalla camera di compressione.<br />

I rotori funzionanti a secco<br />

ruotano ad alte velocità per ottenere<br />

efficienze volumetriche ottimali, dove<br />

gli ingranaggi sincronizzati garantiscono<br />

l’assenza di contatto avvalendosi di<br />

un sistema di lubrificazione separato<br />

ed a loro dedicato; infine, un efficace<br />

sistema di tenuta impedisce l’ingresso<br />

di olio lubrificante nella camera di<br />

compressione.<br />

La filtrazione rimuove gran parte<br />

dell’olio ma non completamente. Per<br />

esempio: pre-filtri, filtri a coalescenza<br />

ad alta efficienza e filtri a carbone attivo<br />

rimuovono in larga misura l’olio<br />

intrappolato. Ma questi stessi filtri hanno<br />

tipicamente alcune limitazioni. Ad<br />

esempio, sopra i 20°C, i filtri a coalescenza<br />

non rimuovono i vapori d’olio<br />

fini, lasciando particelle molto fini di<br />

olio residuo sotto forma di aerosol; e<br />

filtri a carbone attivo non sono utilizzabili<br />

a temperature di filtrazione superiori<br />

a 40°C poiché il carbone assorbe<br />

quindi i vapori d’olio, si satura e<br />

diventa inefficace. Inoltre, per garantire<br />

che nessun residuo d’olio, particolato<br />

atmosferico o vapore possa entrare<br />

nel sistema, vengono utilizzati essiccatori<br />

d’aria a valle e doppia batteria di<br />

filtri per purificare ulteriormente l’aria.<br />

La stessa filtrazione solleva inoltre altri<br />

due problemi. In primo luogo, dato<br />

che negli ultimi dieci anni circa 10 milioni<br />

di litri di petrolio sono stati espulsi<br />

nell’atmosfera dai compressori lubrificati<br />

a olio, lo smaltimento e il riutilizzo<br />

sicuro e sostenibile dell’olio continua a<br />

rappresentare una sfida. In secondo<br />

luogo, i filtri creano un freno all’efficienza<br />

per la loro stessa funzione, con<br />

conseguente aumento del consumo di<br />

energia e in contrasto con gli obiettivi<br />

stessi dei leader operativi nel settore<br />

food&beverage. Per ogni filtro installato<br />

nella linea del compressore a valle,<br />

si aumenta la pressione differenziale.<br />

Ciò si traduce in un aumento del conlità<br />

ambientale delle loro organizzazioni.<br />

DAL CAMPO ALLA TAVOLA<br />

Un’espressione ben nota, “dal campo<br />

alla tavola”, viene spesso utilizzata in<br />

considerazione della sostenibilità<br />

dell’intera filiera della produzione alimentare.<br />

All’interno di questa area di<br />

riferimento ci si concentra giustamente<br />

sulla necessità di evitare contaminanti<br />

dal campo, appunto, alla tavola.<br />

Assodato che l’aria compressa viene<br />

utilizzata nella maggior parte delle fasi<br />

nella produzione di alimenti e bevande,<br />

dall’ossigenazione dell’acqua<br />

nell’acquacoltura o negli allevamenti<br />

ittici, nella preparazione di bevande<br />

gassate o nell’igiene delle bottiglie e<br />

degli imballaggi, per citarne alcuni,<br />

l’aria priva di contaminanti è un<br />

“must”.<br />

Ed è un must in un settore molto importante.<br />

Secondo Food Drink Europe<br />

(l’organizzazione commerciale che<br />

rappresenta l’industria alimentare e<br />

delle bevande in Europa), il settore alimentare<br />

e delle bevande nell’Unione<br />

europea da solo impiega 4 milioni 720<br />

mila persone e ne nutre quasi 450 milioni;<br />

genera un fatturato di 1,2 trilioni<br />

di euro e 236 miliardi di euro di valore<br />

aggiunto; ed è il più grande settore<br />

manifatturiero nell’UE.<br />

L’ARIA PRIVA DI CONTAMINANTI<br />

È IN CONTRASTO CON IL BASSO<br />

COSTO DEL CICLO DI VITA?<br />

Le attività produttive nel settore F&B<br />

richiedono aria compressa completamente<br />

priva di olio. Queste applicazioni<br />

richiedono ampie temperature di<br />

esercizio comprese tra 0 e 45°C, rigorosi<br />

standard di purezza dell’aria superiori<br />

a ISO 8573-Classe I, elevati livelli<br />

di sicurezza e un funzionamento ecologico,<br />

solo per citarne solo alcuni. E<br />

come in molti altri settori, la richiesta è<br />

di compressori efficienti in grado di<br />

funzionare con una manutenzione<br />

minima e per periodi più lunghi.<br />

La presenza involontaria e non intenzionale<br />

di contaminanti può entrare<br />

nella catena alimentare in tutte le fasi.<br />

Il principio Alara (As Low As Reasonably<br />

Achievable) afferma che la presenza di<br />

un contaminante deve essere ridotta a<br />

“quanto più basso ragionevolmente<br />

ottenibile”, stabilendo chiaramente la<br />

priorità per tutti gli aspetti della produzione<br />

alimentare, in particolare per<br />

l’industria dell’aria compressa.<br />

Affrontando questo problema, nel<br />

2018, Food Drink Europe ha pubblicato<br />

il “Toolbox for Preventing the<br />

Transfer of Undesired Mineral Oil<br />

Hydrocarbons into Food” dalla<br />

Germany Food Federation (prima<br />

nota come German Federation for<br />

Food Law and Food Science - Bund<br />

für Lebensmittelrecht und<br />

Lebensmittelkunde - BLL). Questa<br />

“cassetta degli attrezzi” contiene linee<br />

guida e raccomandazioni per<br />

l’industria alimentare al fine di limitare<br />

la contaminazione nelle varie fasi<br />

della produzione. La guida consiglia<br />

di “controllare l’aria compressa per la<br />

penetrazione di olio su base regolare,<br />

utilizzare compressori oil-free e, se<br />

possibile, aspirare aria ambiente a<br />

emissioni zero”. Sembra semplice, ma<br />

le attività operative per alimenti e bevande<br />

nella vita reale sono tutt’altro<br />

che semplici.<br />

La presenza di un<br />

contaminante deve<br />

essere ridotta a “As<br />

Low As Reasonably<br />

Achievable”. È<br />

una priorità per<br />

tutti gli aspetti<br />

del processo<br />

alimentare, in<br />

particolare per<br />

la produzione<br />

dell’aria compressa<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

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31


macchine<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

sumo di energia di circa l’1% per filtro.<br />

Inoltre, i filtri sono spesso installati e<br />

accoppiati in varie combinazioni nella<br />

sala compressori e nel punto di utilizzo,<br />

con conseguenti costi aggiuntivi e perdita<br />

di efficienza.<br />

Pertanto, soddisfare questi requisiti per<br />

ottenere aria compressa priva di contaminanti<br />

nel settore food&beverage<br />

è sempre sembrato in contrasto con la<br />

necessità di ridurre il costo totale del<br />

ciclo di vita.<br />

Compressore oil<br />

free ELGi AB 37KW<br />

Compressore ELGi<br />

OF-75KW<br />

IL MEGLIO DI ENTRAMBI I MONDI<br />

Attualmente l’innovazione e lo sviluppo<br />

di nuovi prodotti hanno portato a<br />

soluzioni che forniscono aria oil-free<br />

ISO: 8573 (P-2): 2007 Classe 0 per garantire<br />

la produzione di aria priva di<br />

contaminanti al 100% per varie applicazioni<br />

nei loro processi di produzione<br />

e imballaggio.<br />

Fino a poco tempo fa, questa tipologia<br />

di compressori d’aria era costosa<br />

ed utilizzata principalmente da grandi<br />

aziende e da quelle che esportavano<br />

i loro prodotti verso mercati con standard<br />

rigorosi (come stabilito dall’Autorità<br />

europea per la sicurezza alimentare).<br />

Ora, il progresso tecnologico e<br />

gli sviluppi del mercato nella tecnologia<br />

oil-free e nei compressori certificati<br />

“Classe 0” hanno cambiato le<br />

carte in tavola ed ogni azienda manifatturiera<br />

può accedere a una tecnologia<br />

che garantisce non solo aria oilfree<br />

che soddisfa gli standard più<br />

severi, ma anche un’ efficienza molto<br />

più elevata con risparmi e tempi di<br />

funzionamento a costi inferiori del<br />

ciclo di vita.<br />

Ad esempio, vi sono pochissime aziende<br />

produttrici di compressori d’aria che<br />

progettano i propri gruppi vite oil-free<br />

e ancor meno che li realizzano congiuntamente<br />

con propri recipienti a<br />

pressione, fusioni, motori, gestendo<br />

anche la lavorazione completa e l’assemblaggio<br />

del compressore. Con la<br />

propria tecnologia sviluppata internamente<br />

e le capacità produttive di tutti<br />

questi vari elementi, questi compressori<br />

d’aria possono ora essere progettati<br />

per fornire il massimo tempo di<br />

funzionamento e affidabilità, gestendo<br />

un sistema di aria compressa ottimizzato<br />

per gli operatori produttivi.<br />

UN APPROCCIO OLISTICO<br />

La tecnologia esiste per soddisfare in<br />

modo economico le doppie esigenze<br />

di aria priva di contaminanti e un migliore<br />

costo del ciclo di vita. Ma possiamo<br />

e dobbiamo fare di più. Come<br />

evidenzia il mio esempio all’inizio di<br />

questo articolo, i leader operativi del<br />

settore alimentare e delle bevande<br />

hanno bisogno non solo dei compressori<br />

d’aria migliori e più affidabili, ma<br />

anche del supporto di esperti nella<br />

progettazione e nell’ottimizzazione<br />

dell’intero sistema di aria compressa:<br />

un partner fidato che comprenderà e<br />

adatterà le loro esigenze per migliorare<br />

ulteriormente i loro obiettivi primari.<br />

I responsabili dell’impianto dovrebbero<br />

prendere in considerazione una “visuale<br />

dall’ alto” del loro sistema di aria<br />

compressa, comprendendo i lati domanda/fornitura,<br />

iniziando dal punto<br />

di generazione, passando attraverso la<br />

rete di distribuzione sino a dove l’aria<br />

viene utilizzata alla fine della linea. Per<br />

ridurre il costo del ciclo di vita è essenziale<br />

un approccio globale incentrato<br />

sulla soluzione, basato sui componenti,<br />

ma guardando in modo olistico oltre<br />

la semplice sala compressori.<br />

MIGLIORARE L’EFFICIENZA<br />

ENERGETICA<br />

Il settore food&beverage deve far fronte<br />

a sfide normative sempre più impegnative<br />

in materia di qualità, sicurezza<br />

ed efficienza energetica, affrontando<br />

al contempo la necessità di nutrire una<br />

popolazione in crescita in modo sostenibile.<br />

Dato che l’aria compressa viene<br />

spesso definita la “quinta utility” in<br />

riconoscimento del suo ruolo vitale<br />

nella produzione, l’industria dell’aria<br />

compressa deve innovarsi continuamente<br />

in modo da supportare le attività<br />

produttive nel F&B nell’affrontare<br />

queste sfide.<br />

Con il progresso dell’aria compressa<br />

oil-free efficiente dal punto di vista<br />

energetico, questa tecnologia è destinata<br />

a crescere in importanza non solo<br />

per l’industria alimentare e delle bevande,<br />

ma per tutte le applicazioni.<br />

L’aria oil-free diventerà sempre più<br />

prevalente, supportata da iniziative di<br />

progettazione per migliorare ulteriormente<br />

i costi e l’efficienza, i dati serviranno<br />

da fattore chiave e con ciò l’evoluzione<br />

del cambiamento accelererà la<br />

fornitura di soluzioni a risparmio energetico<br />

e miglioramenti sempre maggiori<br />

per questa fonte di energia vitale<br />

nella produzione.<br />

32<br />

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macchine<br />

LA STAMPA 3D RINNOVA UN MACCHINARIO NEL SETTORE AVICOLO<br />

Dare “nuova vita” a un macchinario industriale<br />

desueto, offrendo la propria expertise<br />

a servizio dell’industria alimentare. È<br />

quanto ha fatto di recente Elmec 3D per<br />

AVI.COOP.<br />

L’azienda, con sede a Cesena e parte del<br />

sistema Amadori, si è rivolta alla manifattura<br />

additiva e, nello specifico, a Elmec 3D per<br />

realizzare una mano di presa per braccio<br />

meccanico andato fuori produzione, migliorando<br />

ulteriormente velocità e prestazioni<br />

del robot.<br />

Il progetto, a cura di Elmec 3D, ha visto in<br />

una prima fase la riproduzione del componente<br />

originale tramite tecnologia Multi Jet<br />

Fusion di HP, comportando già un primo<br />

alleggerimento e una riduzione dei costi di<br />

produzione.<br />

Dopo una fase di ottimizzazione, il risultato<br />

è stato una nuova mano di presa dal peso<br />

dimezzato e dal costo di produzione ridotto<br />

del 97%, con conseguenti vantaggi in termini<br />

di performance del robot e della catena<br />

di produzione.<br />

“La collaborazione con Elmec 3D è stata fondamentale”,<br />

spiega Christian Franceschini,<br />

uno dei responsabili di stabilimento dell’azienda<br />

alimentare. “Insieme abbiamo studiato<br />

tutto il sistema e siamo riusciti ad arrivare<br />

ad una soluzione ottimale che oggi ci garantisce<br />

il proseguo della vita della macchina<br />

senza particolari problematiche, essendo il<br />

pezzo totalmente intercambiabile a quello<br />

originale, anzi addirittura migliorativo.<br />

Abbiamo intenzione di proseguire la collaborazione<br />

con Elmec 3D per mettere a punto<br />

altre idee e altri pezzi, per ottimizzare e migliorare<br />

pesi e costi, dato che la tecnologia<br />

permette da un lato di studiare e progettare<br />

componenti e attrezzature a nostro piacimento,<br />

dall’altro di contenere i costi”.<br />

“Siamo di fronte dunque ad una vera e<br />

propria svolta nell’ambito della produzione”,<br />

afferma Martina Ballerio, Business<br />

Unit Manager di Elmec 3D.”Infatti oggi,<br />

grazie alla tecnologia di stampa 3D, la presenza<br />

di un componente a fine vita non<br />

costituisce più un problema ma un’opportunità.<br />

Siamo lieti di aver collaborato con<br />

un Gruppo come Amadori e di aver contribuito<br />

al miglioramento del loro impianto<br />

di produzione”.<br />

LE TECNOLOGIE ITALIANE PER IL PACKAGING RIPARTONO DALL’ASIA<br />

È ripartita a ottobre la presenza<br />

delle aziende italiane in collettiva<br />

Ucima (Unione dei costruttori<br />

italiani di macchine automatiche<br />

per il confezionamento e<br />

l’imballaggio), presso ProPak<br />

Asia e ProPak China, due tra le<br />

più importanti fiere internazionali<br />

di settore.<br />

La prima ad aprire i battenti è<br />

stata Propak Asia, la più importante<br />

vetrina del continente<br />

asiatico per le tecnologie di confezionamento<br />

e imballaggio.<br />

L’evento si è svolto dal 20 al 23<br />

ottobre a Bangkok presso<br />

L’International Trade and<br />

Exhibition Centre (Bitec). Ucima<br />

ha organizzato una delle poche<br />

collettive internazionali che partecipano<br />

all’evento, ospitando il<br />

maggior numero di imprese<br />

espositrici. Erano 9 le aziende<br />

italiane del settore presenti nella<br />

hall 101, quali Arol, Cepi, CFT<br />

Group, Mariani, Ocme,<br />

Pelliconi, Piovan Group,<br />

Robopac e Sacmi.<br />

La manifestazione fieristica di<br />

Bangkok, per far fronte alle esigenze<br />

di espositori e visitatori da<br />

tutto il mondo, è stata affiancata<br />

da ProPak Asia Virtual<br />

Exhibition, show room digitale<br />

interattivo fruibile dal 19 al 25<br />

ottobre.<br />

Dal 25 al 27 novembre, ripartirà<br />

a Shanghai, in collaborazione<br />

con ICE-Agenzia, anche<br />

ProPak China, un’altra importante<br />

vetrina per il settore<br />

packaging, in programma presso<br />

il National Exhibition<br />

Convention Center Shanghai<br />

(NECC). All’interno della collettiva<br />

italiana saranno 11 le<br />

aziende espositrici. Oltre allo<br />

stand istituzionale Ice/Ucima<br />

(stand 51C50), ci saranno<br />

D.V.P. Vacuum Technology, IMS<br />

Technology, Concetti, Nadella,<br />

Pieri, Umbra Packaging,<br />

Reepack, Cavanna, CMC,<br />

Unitech SRL e Robopac.<br />

La Cina rappresenta il quarto<br />

mercato italiano per l’esportazione<br />

di macchine per packaging,<br />

con un export che nel<br />

2019 è stato pari a 292,1 milioni<br />

di euro contro i 158,1 del<br />

2018, segnando così un incremento<br />

dell’84,6%. La Tailandia<br />

si conferma anch’essa un crocevia<br />

strategico per tutto il sud-est<br />

asiatico e, in primis, per l’area<br />

Asean dove l’Italia nel 2019 ha<br />

esportato macchine per il<br />

packaging per un volume pari a<br />

278 milioni di euro, dietro a<br />

Cina e Germania, la quale ha<br />

registrato una crescita pari a<br />

298,3 milioni. Secondo i dati del<br />

Centro Studi Ucima, la Tailandia<br />

risulta il secondo mercato di<br />

sbocco dell’area con 61 milioni<br />

di euro, pari al 15% del fatturato<br />

complessivo. Al primo posto<br />

l’Indonesia con 84,8 milioni di<br />

euro, seguita dalle Filippine<br />

(57,6 milioni) e dal Vietnam<br />

(40,1 milioni).<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

33


sicurezza<br />

Le soluzioni per<br />

l’ispezione e i controlli<br />

qualità di Antares<br />

Vision e FT System<br />

rappresentano una<br />

risorsa fondamentale<br />

per proteggere vini<br />

e bevande durante<br />

l’intero ciclo di vita,<br />

garantendo sicurezza e<br />

trasparenza per aziende<br />

e consumatori.<br />

a cura di<br />

Eva De Vecchis<br />

LA RIVOLUZIONE DIGITALE<br />

SI FA LIQUIDA<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

34<br />

Il settore wine e beverage sta affrontando sfide impegnative<br />

per soddisfare il bisogno di un consumatore sempre più informato<br />

ed esigente nel ricevere sempre maggiori informazioni<br />

relative alla qualità di un prodotto, ma anche al suo<br />

ciclo di vita, in termini di sicurezza. Questo trend, in crescita<br />

esponenziale, impone risposte certe, garantite e verificabili.<br />

Inoltre, i frequenti casi di contraffazione alimentare e di richiami<br />

di prodotto hanno scatenato una maggiore richiesta<br />

di trasparenza per i prodotti immessi sul mercato. In questi<br />

settori, quindi, la garanzia sull’origine e sul percorso del prodotto<br />

non costituisce soltanto il primo requisito di sicurezza<br />

per i consumatori, ma anche un potente strumento di brand<br />

value per le imprese.<br />

Antares Vision, leader nei sistemi di ispezione visiva, nelle<br />

soluzioni di tracciatura e nella gestione intelligente dei dati,<br />

dopo la crescita internazionale nel settore farmaceutico e<br />

l’acquisizione di FT System nel settembre 2019, ha messo a<br />

disposizione dell’industria del beverage il proprio know-how<br />

tecnologico. Questa expertise è stata illustrata nel corso di<br />

un Media Tutorial dal titolo “Ispezione e controlli qualità nel<br />

settore wine e beverage: le nuove prospettive della digital<br />

transformation per la sicurezza del consumatore e l’efficienza<br />

produttiva”, durante il quale Antares Vision e FT System<br />

hanno presentato soluzioni innovative e tecnologie per proteggere<br />

il prodotto durante l’intero ciclo di vita, ridurre i costi<br />

e ottimizzare la produzione.<br />

Le soluzioni innovative di FT System, in sinergia con quelle di<br />

Antares Vision, permettono di controllare le caratteristiche<br />

del prodotto o l’integrità del packaging, di acquisire dati da<br />

ogni fase del processo di produzione e di elaborare dati variabili<br />

in un processo di miglioramento. L’azienda piacentina<br />

dal 1998 si occupa di controlli qualità in linea nelle diverse<br />

fasi della lavorazione (controllo dei contenitori, riempimento,<br />

tappatura, verifica perdite e pressione, etichettatura, codifica,<br />

peso e pallettizzazione).<br />

Il Media Tutorial è stato aperto dall’intervento di Emidio<br />

Zorzella, presidente e CEO di Antares Vision, che ha approfondito<br />

i temi strategici della visione aziendale, ovvero la<br />

necessità di creare trasparenza nella filiera e quindi maggiore<br />

informazione sul prodotto per generare fiducia nel consumatore,<br />

all’insegna della TRUSTPARENCY ® , e come l’utilizzo<br />

della tecnologia sia lo strumento abilitante per<br />

garantire informazioni di valore. La combinazione dei sistemi<br />

di ispezione (che garantiscono il controllo di qualità totale<br />

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sicurezza<br />

per l’integrità dei prodotti), del Track &<br />

Trace (per seguire ogni prodotto dall’origine<br />

durante il processo di trasformazione<br />

lungo tutta la catena del valore<br />

fino al consumatore finale), e l’implementazione<br />

di un sistema unico di gestione<br />

intelligente dei dati (che combini<br />

le funzionalità di tracciabilità e di ispezione),<br />

è la strategia per garantire la<br />

sicurezza dei prodotti e la trasparenza<br />

della filiera, combattere le contraffazioni,<br />

preservare la reputazione del marchio,<br />

gestire in modo rapido e puntuale<br />

eventuali richiami di prodotti<br />

difettosi e instaurare un rapporto di fiducia<br />

con il consumatore finale.<br />

“IN CRESCITA ESPONENZIALE<br />

LA RICHIESTA DI SICUREZZA”<br />

“La richiesta di sicurezza, garanzia di<br />

qualità e trasparenza dei prodotti immessi<br />

sul mercato, sia da parte delle<br />

aziende che dei consumatori, sta crescendo<br />

in modo esponenziale e sta riguardando<br />

numerosi settori industriali”,<br />

ha sottolineato il presidente e CEO<br />

della multinazionale bresciana. “Le industrie<br />

più attente al cambiamento si<br />

preparano a rispondere a queste esigenze<br />

e sono consapevoli che questi<br />

aspetti sono tra i principali driver dei<br />

consumi. Ed è in quest’ottica che emerge<br />

la forza della tecnologia come strumento<br />

abilitante per garantire informazioni<br />

di valore”.<br />

A seguire, Fabio Forestelli,<br />

Amministratore Delegato di FT System,<br />

ha parlato di trasformazione digitale e<br />

controllo qualità. “Digitalizzazione nel<br />

campo della sicurezza alimentare”, ha<br />

dichiarato Forestelli, “significa anche<br />

poter uscire dalla linea produttiva e dallo<br />

stabilimento e seguire il prodotto<br />

lungo tutta la supply chain fino ad arrivare<br />

al consumatore finale. In questa<br />

nuova era FT System e Antares Vision<br />

vogliono giocare da protagonisti, accompagnando<br />

le aziende beverage,<br />

wine e food in questa nuova sfida per<br />

costruire insieme quel processo indispensabile<br />

a fare un salto nel futuro”.<br />

“<strong>Tecnologie</strong> innovative per il controllo<br />

qualità, la tracciabilità e la gestione intelligente<br />

dei dati” è stato invece l’argomento<br />

centrale dell’intervento di<br />

Gionatan Gualazzini, Business<br />

Development Manager wine e spirit di<br />

FT System, che nel corso del suo speech<br />

ha illustrato alcune soluzioni innovative<br />

come:<br />

• la spettroscopia laser, che trova applicazione<br />

nelle misurazioni di pressione<br />

e/o concentrazione di ossigeno e anidride<br />

carbonica nello spazio di testa<br />

della bottiglia in modo non distruttivo;<br />

• il sistema IE 4000, che permette di<br />

controllare la qualità dell’etichetta sulla<br />

bottiglia partendo da un modello 3D<br />

della bottiglia stessa successivamente<br />

sviluppato in due dimensioni.<br />

L’obiettivo di massimizzare l’efficienza<br />

rimane quindi fra le sfide costanti di<br />

qualsiasi sistema di produzione. “In<br />

quest’ottica – ha spiegato Gualazzini<br />

– l’enorme quantità di dati generata<br />

ogni giorno rappresenta una risorsa<br />

eccezionale. Il software AVionics di<br />

Antares Vision consente, attraverso la<br />

L’implementazione<br />

di un sistema<br />

unico di gestione<br />

intelligente dei dati<br />

è volta a garantire<br />

la sicurezza dei<br />

prodotti e la<br />

trasparenza della<br />

filiera<br />

Con le tecnologie<br />

di FT System,<br />

Mezzacorona ha<br />

migliorato sia<br />

i macro-difetti,<br />

come l’utilizzo<br />

errato di etichette,<br />

sia i microdifetti,<br />

come le<br />

arricciature e le<br />

pieghe anomale<br />

nell’etichetta<br />

raccolta, l’elaborazione e la gestione<br />

dei dati, anche attraverso algoritmi di<br />

intelligenza artificiale, di ottenere informazioni<br />

di valore in tempo reale, a livello<br />

di linea, impianto e aziendale. Il modulo<br />

AVionics Quality, in modo<br />

particolare, consente di migliorare la<br />

qualità dei prodotti e dei processi attraverso<br />

la raccolta, sia in linea che fuori<br />

linea, e l’analisi dei dati”.<br />

L’APPLICAZIONE NELL’IMBOTTI-<br />

GLIAMENTO DI MEZZACORONA<br />

L’incontro si è concluso con la presentazione<br />

di una Case History: i risultati<br />

e gli sviluppi futuri della collaborazione<br />

tra FT System e Mezzacorona, azienda<br />

vitivinicola trentina fondata nel 1904.<br />

Nicola Berghem, Responsabile Tecnico<br />

Sviluppo e Manutenzione Linee<br />

Imbottigliamento di Mezzacorona, e<br />

Paolo Pangrazzi, Responsabile Qualità<br />

Mezzacorona, hanno illustrato come<br />

l’azienda vinicola segue l’intero ciclo di<br />

vita del prodotto, mettendo al servizio<br />

della tradizione le più avanzate tecniche<br />

di ispezione e attrezzature di produzione.<br />

“Mediante le nuove tecnologie<br />

FT System – ha spiegato Berghem<br />

– siamo riusciti a migliorare sia i macrodifetti,<br />

come l’utilizzo errato di etichette,<br />

sia i micro-difetti, come le arricciature<br />

e le pieghe anomale nell’etichetta<br />

che rendono il prodotto meno apprezzato<br />

dal consumatore. Ma il sistema ci<br />

ha aiutati anche nel controllo rullatura<br />

tappi e nell’eventuale assenza della<br />

guarnizione”. “L’impatto sui nostri<br />

prodotti è quello di dare una percezione<br />

di qualità al consumatore – ha continuato<br />

Pangrazzi – partendo già dalla<br />

prima interfaccia che è quella dell’etichetta.<br />

In termini di efficienza della linea,<br />

invece, il controllo è diventato un<br />

aiuto per l’operatore e un immediato<br />

feed-back della taratura della macchina<br />

etichettatrice e del sistema di tappatura.<br />

Tutto questo si concretizza in<br />

una reale efficienza. Infine, intercettando<br />

le non conformità, il sistema di<br />

ispezione FT System permette di prevenire<br />

reclami, perdita di immagine<br />

nonché dispendio di tempo e risorse<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

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35


strumentazione<br />

DATALOGGER WIRELESS PER LA CONVALIDA DEL PROCESSO DI AFFUMICATURA<br />

Gli affumicatoi vengono oggi comunemente<br />

utilizzati per aromatizzare vari<br />

prodotti alimentari tra cui carne, pesce<br />

e formaggio.<br />

La tecnica tradizionale dell’affumicatura<br />

prevede che il prodotto venga sottoposto,<br />

in determinate condizioni di<br />

processo, a periodi più o meno lunghi<br />

di esposizione al fumo provocato dalla<br />

combustione di miscele di trucioli di legna<br />

e spezie.<br />

Il processo di affumicatura a freddo,<br />

utilizzato per conferire agli alimenti<br />

un’alta capacità di conservazione, richiede<br />

da 24 a 48 ore circa e la temperatura<br />

deve essere mantenuta fra i 16 e<br />

i 26°C.<br />

Nell’affumicatura a caldo, la temperatura<br />

dev’essere compresa fra i 60 e i<br />

75°C. Una tecnica di più recente introduzione<br />

è l’affumicatura a liquido: i cibi<br />

non vengono a diretto contatto con il<br />

fumo, il quale viene condensato e distillato<br />

in acqua, per poi essere unito in<br />

questa forma agli alimenti.<br />

Esistono diversi fattori critici che devono<br />

essere monitorati e verificati regolarmente<br />

durante il processo di affumicatura:<br />

l’uniformità del calore in tutta la<br />

camera, l’umidità relativa, la temperatura<br />

della camera, la temperatura dei<br />

prodotti.<br />

Per questa applicazione si può ricorrere<br />

alle soluzioni offerte da Ellab Srl, azienda<br />

che dal 1977 fornisce sistemi e strumenti<br />

per la misura e il monitoraggio di<br />

temperatura, pressione, umidità relativa,<br />

parametri HVAC e soluzioni per la<br />

convalida dei processi termici.<br />

Per la convalida dei processi di affumicatura<br />

l’azienda consiglia di utilizzare il<br />

datalogger wireless TrackSense Pro<br />

Basic con doppio sensore di temperatura<br />

rigido.<br />

Questo datalogger è adatto per temperature<br />

comprese tra -30 e +105°C; ha<br />

un’accuratezza di ± 0.05°C (in un range<br />

che va da -25 a +105°C); è conforme alla<br />

norma FDA 21CFR parte 11; si può utilizzare<br />

con il sistema a termocoppie E-Val<br />

Pro e, se equipaggiato con il modulo<br />

SKY, può fornire dati in tempo reale.<br />

Per informazioni si può contattare Ellab<br />

Srl scrivendo a italy@ellab.com.<br />

LETTORE A CAMERA PER CODICI IN MINIATURA<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

Con il Lector61x, Sick amplia la sua gamma di lettori di codici<br />

a camera. Il dispositivo compatto rileva codici 1D, 2D e<br />

Stacked per identificare, ispezionare o monitorare i processi<br />

di produzione.<br />

La tendenza a produrre lotti costituiti da un solo pezzo (batch<br />

size 1) guida lo sviluppo di nuovi processi produttivi nel settore<br />

dell’automazione. Per garantire tempi di produzione<br />

brevi, nonostante la continua richiesta di<br />

personalizzazioni e per rimanere competitivi<br />

nella produzione, Sick fornisce soluzioni specifiche<br />

basate su sensori come il nuovo Lector61x.<br />

Riconosciuto come “il più piccolo lettore 1D/2D<br />

a camera”, il Lector61x misura appena 30mm<br />

x40mm x 50mm e va ad integrare la serie<br />

Lector per il rilevamento di codici 1D, 2D e<br />

Stacked. Oltre al settore logistico e automobilistico<br />

viene utilizzato soprattutto per la tracciabilità<br />

di delicati componenti miniaturizzati, specialmente<br />

nell’industria elettronica e solare per<br />

l’identificazione di componenti, dispositivi elettronici<br />

e circuiti stampati, nonché per l’ispezione<br />

di date di scadenza, serializzazione e identificazione del contenuto<br />

di imballaggi nel settore dei beni di consumo.<br />

Grazie alla custodia compatta e al sistema di montaggio ad innesto<br />

rapido può essere installato senza problemi su linee di<br />

produzione con spazio limitato.<br />

Il Lector61x si distingue per le sue eccezionali caratteristiche di<br />

lettura di codici molto piccoli, di scarsa qualità e con distanze<br />

di lettura brevi. È in grado di leggere persino<br />

codici non visibili dall’occhio umano. Il suo potente<br />

decoder DPM permette inoltre la lettura<br />

di codici laserati o punzonati tramite algoritmi<br />

di decodifica intelligenti, anche in caso di basso<br />

contrasto, sporco o bassa qualità di stampa del<br />

codice. L’illuminazione flessibile con 8 LED e<br />

due set di colori può essere personalizzata a<br />

piacimento e consente un’identificazione affidabile<br />

dei codici, indipendentemente dalla superficie<br />

o dal colore del codice. Infine la nuova<br />

funzione di messa a fuoco graduale con LED di<br />

feedback e LED di puntamento permette una<br />

messa in servizio semplice e immediata.<br />

36<br />

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strumentazione<br />

ROBOT DI MUNGITURA CON TECNOLOGIA 3D<br />

Sono 4,2 milioni le mucche da latte che producono<br />

latte fresco in Germania. Ognuna<br />

di queste mucche fornisce una media di<br />

22,6 chilogrammi di latte ogni giorno, per<br />

un totale di 94,9 milioni di chilogrammi di<br />

latte al giorno.<br />

Ci vorrebbe un abile mungitore e più di<br />

1.500.000 ore per raccogliere manualmente<br />

una tale quantità di latte. Ma al giorno<br />

d’oggi, grazie alla digitalizzazione e all’automazione,<br />

nessuno ha più bisogno di mungere<br />

manualmente.<br />

VMS V300, la nuova generazione del<br />

collaudato DeLaval VMS, riesce a gestire<br />

questa fase con un tasso di successo del<br />

99%.<br />

La ragione di questo successo è il sistema di<br />

telecamere 3D installato nel braccio multifunzione<br />

del robot.<br />

DeLaval VMS è un sistema di mungitura<br />

automatico e volontario. Ciò significa che<br />

le mucche entrano nel robot o possono rifiutare<br />

l’ingresso. Il robot rileva quale animale<br />

è entrato e regola la stimolazione<br />

che favorisce la salute delle mammelle.<br />

La salute delle mucche viene monitorata<br />

con l’ausilio di sensori aggiornati che rendono<br />

possibile un’efficace gestione della<br />

mandria. Il sistema rileva se i singoli animali<br />

necessitano di particolare attenzione<br />

durante la mungitura e ne informa l’agricoltore.<br />

Il tempo di lavoro richiesto per la mungitura<br />

viene ridotto e la resa del latte viene<br />

massimizzata. DeLaval VMS garantisce un<br />

funzionamento più produttivo indirizzando<br />

la manodopera verso altre occupazioni.<br />

Il braccio multifunzione del robot che mun-<br />

I robot di mungitura alleviano gli agricoltori<br />

dal duro lavoro fisico, risparmiando<br />

così più tempo da dedicare ad<br />

altri lavori da svolgere in azienda.<br />

Il fornitore leader di prodotti e soluzioni<br />

nell’industria del latte è DeLaval,<br />

una società svedese che è ormai rappresentata<br />

in oltre 100 paesi. DeLaval<br />

ha sviluppato un nuovo sistema di mungitura<br />

volontaria che è molto più sviluppato<br />

rispetto ai robot di mungitura convenzionali.<br />

Mentre i robot di mungitura di<br />

solito hanno problemi ad attaccarsi in<br />

modo affidabile alla mammella, DeLaval<br />

della mungitura e la pulizia singolarmente<br />

per ogni tettarella. Ciò garantisce un processo<br />

di mungitura particolarmente delicato<br />

e attento, molto rilassato per l’animale e<br />

ge, raccoglie il colostro e spruzza la mammella<br />

con uno spray per le tettarelle è dotato<br />

di un sensore O3D di ifm electronic.<br />

La tecnologia a tempo di volo del sensore<br />

fornisce al robot un’immagine 3D precisa<br />

grazie alla quale è in grado di rilevare in<br />

modo affidabile la mammella della mucca.<br />

Non è più necessario “l’apprendimento”<br />

della posizione della<br />

tettarella come accade per<br />

i sistemi di mungitura convenzionali.<br />

Sia nella fase di fissaggio ai<br />

capezzoli, sia nella nebulizzazione<br />

con lo spray per la<br />

tettarella, il DeLaval VMS<br />

V300 ha una precisione e<br />

una percentuale di copertura<br />

del 99%.<br />

L’uso della tecnologia 3D rende possibile<br />

una nuova generazione di robot di<br />

mungitura. Il sistema di mungitura DeLaval<br />

VMS V300 utilizza l’innovativo sensore O3D<br />

di ifm con cui è possibile registrare e valutare<br />

scene in tempo reale in tre dimensioni.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

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37


packaging<br />

L’azienda<br />

internazionale<br />

intensifica gli sforzi<br />

verso la sostenibilità<br />

dei propri prodotti<br />

alimentari.<br />

Tra i pilastri<br />

della strategia,<br />

il passaggio<br />

a materiali di<br />

confezionamento<br />

innovativi e<br />

riciclabili.<br />

a cura di<br />

Eva De Vecchis<br />

NESTLÉ: ENTRO IL 2025<br />

RICICLABILI TUTTI GLI IMBALLAGGI<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

Lo sviluppo e la<br />

sperimentazione<br />

di nuovi materiali<br />

di imballaggio<br />

più ecologici<br />

sono guidati dal<br />

Nestlé Institute<br />

of Packaging<br />

Sciences, dove<br />

lavorano circa 50<br />

scienziati<br />

Nestlé intensifica le sue azioni per rendere riciclabile o riutilizzabile<br />

il 100% dei suoi imballaggi entro il 2025 e per ridurre<br />

di un terzo l’uso di plastica vergine nello stesso periodo di<br />

tempo. L’azienda ha annunciato una serie di nuove iniziative<br />

che comprendono un investimento di 30 milioni di dollari per<br />

sviluppare le plastiche riciclate per uso alimentare negli Stati<br />

Uniti, un sistema ricaricabile per il pet food in Cile e la prima<br />

confezione di carta riciclabile dei dadi Maggi in Francia.<br />

L’87% degli imballaggi Nestlé a livello globale è già riciclabile<br />

o riutilizzabile.<br />

“Abbiamo fatto passi da gigante nel nostro percorso di trasformazione<br />

verso un futuro senza sprechi, ma sappiamo di<br />

avere ancora molto da fare”, dichiara Véronique Cremades-<br />

Mathis, Global Head of Sustainable Packaging di Nestlé.<br />

“Siamo la più grande azienda alimentare del mondo e, proprio<br />

per questo, ci impegniamo a far leva sulle nostre dimensioni<br />

e sulla nostra portata per affrontare il problema dei rifiuti<br />

da imballaggio ovunque operiamo”. Sebbene il Covid-19<br />

abbia imposto nuove sfide, l’impegno dell’azienda per la<br />

sostenibilità dei packaging rimane immutato. Nestlé continua<br />

a svolgere un ruolo di primo piano con l’obiettivo di contribuire<br />

a risolvere il problema dell’inquinamento da plastica<br />

attraverso un approccio basato su tre pilastri che è stato presentato<br />

nel gennaio 2019.<br />

SVILUPPARE IMBALLAGGI INNOVATIVI<br />

• Passaggio all’imballaggio in carta in vari formati: ad esempio,<br />

la tavoletta di cioccolato Smarties nel Regno Unito è disponibile<br />

in un involucro di carta riciclabile.<br />

• Gli alimenti per bambini Gerber e Piltti utilizzano una busta<br />

monomateriale, prima nel suo genere, progettata per aumentarne<br />

il recycling value.<br />

• Nespresso ha lanciato nuove capsule realizzate con l’80%<br />

di alluminio riciclato, un passo importante verso la circolarità.<br />

38<br />

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packaging<br />

• Il business Nestlé nel settore dell’acqua<br />

ha raddoppiato la quantità di rPET<br />

utilizzata dal 2019 in tutto il suo portafoglio<br />

di acqua naturale negli Stati Uniti<br />

fino al 16,5%.<br />

PLASMARE UN FUTURO<br />

SENZA SPRECHI<br />

• Nell’agosto <strong>2020</strong>, nelle Filippine Nestlé<br />

ha raggiunto la neutralità nella produzione<br />

di rifiuti di packaging in plastica.<br />

Ciò significa che l’azienda ha raccolto e<br />

trattato la quantità equivalente di plastica<br />

contenuta nei prodotti venduti e ha<br />

impedito un ulteriore afflusso di plastica<br />

nelle discariche e negli oceani.<br />

• Insieme a Project STOP, Nestlé crea un<br />

sistema di gestione sostenibile dei rifiuti<br />

e contribuisce a ridurre l’inquinamento<br />

da plastica nell’oceano in Indonesia.<br />

• Ha avviato un processo di raccolta,<br />

selezione e lavorazione della plastica<br />

morbida in Australia.<br />

• Sta aumentando le opzioni riutilizzabili<br />

e ricaricabili per i suoi prodotti per gli<br />

animali da compagnia e per il caffè solubile,<br />

ad esempio, attraverso la collaborazione<br />

con la start-up MIWA in<br />

Svizzera.<br />

• Promuove la progettazione e l’applicazione<br />

di sistemi obbligatori di responsabilità<br />

estesa del produttore che siano,<br />

al contempo, convenienti ed efficaci.<br />

Ha individuato 20 Paesi, che rappresentano<br />

il 50% dell’utilizzo della plastica<br />

dell’azienda, in cui inizierà a lavorare per<br />

migliorare i tassi di riciclo e l’infrastruttura<br />

di gestione dei rifiuti.<br />

ISPIRARE UN NUOVO<br />

COMPORTAMENTO<br />

• Nestlé sta sviluppando un programma<br />

di educazione e formazione sugli imballaggi<br />

sostenibili rivolto a più di 290.000<br />

dipendenti, al fine di accelerare il cambiamento<br />

dei comportamenti e aiutare<br />

l’azienda a raggiungere i suoi obiettivi<br />

in materia di packaging.<br />

• L’azienda ha introdotto in Italia una<br />

piattaforma digitale per aiutare i consumatori<br />

a smaltire correttamente gli imballaggi<br />

dei suoi prodotti.<br />

• Nescafé Dolce Gusto ha lanciato una<br />

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La più grande azienda alimentare del mondo<br />

campagna di educazione dei consumatori<br />

per promuovere il riciclo in<br />

Germania e in Messico.<br />

• Nestlé sta guidando il cammino verso<br />

un cambiamento positivo attraverso<br />

programmi scolastici, come il progetto<br />

Tunuyan Verde in Argentina.<br />

• Anche i progetti pilota Algramo (Cile),<br />

MIWA (Svizzera) e Loop (Francia), legati<br />

a soluzioni di imballaggio ricaricabili e<br />

riutilizzabili, offrono una nuova esperienza<br />

di acquisto.<br />

Inoltre, l’azienda ha annunciato che sta<br />

cercando di identificare e supportare<br />

soluzioni innovative attraverso il Nestlé<br />

Creating Shared Value (CSV) Prize, lanciato<br />

il 30 settembre. In collaborazione<br />

con l’organizzazione no profit Ashoka,<br />

il Premio CSV Nestlé assegnerà un contributo<br />

di 250.000 CHF per le innovazioni<br />

in aree quali sistemi di consegna<br />

alternativi e soluzioni innovative per la<br />

gestione dei rifiuti in plastica.<br />

Lo sviluppo e la sperimentazione di<br />

nuovi materiali di imballaggio più ecologici<br />

sono guidati dal Nestlé Institute of<br />

Packaging Sciences, il primo del suo<br />

genere nell’industria alimentare. Il<br />

Centro conta circa 50 scienziati che<br />

conducono ricerche all’avanguardia sul<br />

packaging per garantire la sicurezza e<br />

l’applicabilità dei nuovi materiali. I risultati<br />

delle ricerche includono nuovi sistemi<br />

ricaricabili o riutilizzabili, imballaggi<br />

Nestlé ha lanciato<br />

in Francia la prima<br />

confezione dei dadi<br />

Maggi in carta<br />

riciclabile<br />

Nel Regno Unito<br />

la tavoletta<br />

di cioccolato<br />

Smarties è<br />

disponibile in un<br />

involucro di carta<br />

riciclabile<br />

Il Gruppo Nestlé è l’azienda alimentare leader nel<br />

mondo, attiva dal 1866 per la produzione e distribuzione<br />

di prodotti per la Nutrizione, la Salute e il<br />

Benessere delle persone. Conta 413 stabilimenti e<br />

circa 323.000 collaboratori distribuiti in oltre 190<br />

Paesi. Il Gruppo Nestlé è presente in Italia dal 1875,<br />

quando è stata depositata a Milano l’etichetta<br />

“Farina Lattea Nestlé, alimento completo per i bambini<br />

lattanti”. Nestlé Italiana, Sanpellegrino, Purina,<br />

Nespresso, Nestlé Nutrition e Nestlé Health Science,<br />

Nestlé Professional e CPW sono oggi le principali<br />

realtà che operano nel nostro Paese: assieme impiegano<br />

circa 4.300 dipendenti in 10 stabilimenti<br />

(oltre alla sede centrale di Assago), raggiungendo<br />

nel 2018 un fatturato totale di circa 1,7 miliardi di<br />

euro. L’azienda opera in Italia con un portafoglio di<br />

numerosi marchi, tra cui i principali sono: Perugina,<br />

Baci Perugina, Nero Perugina, KitKat, Tablò<br />

Perugina, Galak, Buitoni, Nidina, Nestlé MIO,<br />

Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Orzoro, Nesquik, Il<br />

Latte Condensato, Fitness Cereali, Meritene, S.<br />

Pellegrino, Nestlé Vera, Acqua Panna, Levissima,<br />

Purina Pro Plan, Purina ONE, Gourmet, Friskies,<br />

Felix.<br />

semplificati, carte di protezione ad alte<br />

prestazioni, oltre all’utilizzo di una maggiore<br />

quantità di materiale riciclato negli<br />

imballaggi Nestlé. Il Centro collabora<br />

con oltre 180 esperti di packaging che<br />

fanno parte della rete globale R&D di<br />

Nestlé, nonché con istituti di ricerca,<br />

start-up e fornitori. Nestlé continuerà a<br />

introdurre materiali innovativi per il<br />

packaging e nuovi sistemi di consegna,<br />

a investire in infrastrutture e a collaborare<br />

con i consumatori per contribuire a<br />

risolvere la sfida dei rifiuti in plastica.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

39


packaging<br />

GEROSA VINCE IL BEST PACKAGING AWARD <strong>2020</strong><br />

Il Gruppo Gerosa, protagonista internazionale<br />

nel converting di imballaggi flessibili,<br />

è stato premiato con il Best Packaging<br />

Award <strong>2020</strong> durante l’evento digitale RE-<br />

Economy Summit tenuto da Il Sole 24 Ore.<br />

Si è aggiudicato il riconoscimento con il<br />

progetto G4R, trionfando tra i 42 finalisti<br />

che avevano già superato la prima fase di<br />

selezione. Il progetto premiato è un’innovativa<br />

soluzione prototipale di busta per<br />

formaggi grattugiati sviluppata in ottica di<br />

eco-design secondo un modello di business<br />

aperto. Alla cerimonia di premiazione<br />

Angelo Gerosa, CEO di Cellografica Gerosa<br />

Spa, ha ritirato il premio presentando tutte<br />

le caratteristiche innovative del prodotto<br />

premiato.<br />

Il pack G4R è dotato di un codice invisibile<br />

sulla superficie del packaging, facile da<br />

scansionare con un dispositivo mobile e<br />

un’app gratuita (StealthCode ® ) per veicolare<br />

contenuti multimediali.<br />

L’idea di packaging del futuro per il<br />

Gruppo Gerosa è l’accessibilità, la condivisione<br />

di informazioni ed esperienze direttamente<br />

con il consumatore. G4R si<br />

avvale della tecnologia Cronogard ® che<br />

ha attività protettiva e antibatterica estendendo<br />

la shelf-life e contrastando il food<br />

waste. L’incarto è potenzialmente riciclabile<br />

come poliolefina ed evita la metallizzazione<br />

garantendo una barriera agli oli<br />

minerali. Completamente user friendly il<br />

pack mantiene lo zip salva-freschezza e<br />

un’apertura facilitata.<br />

Con grande lungimiranza, il progetto GR4<br />

mette al centro il consumatore come fruitore<br />

finale delle informazioni che il packaging<br />

propone, come suo utilizzatore e parte attiva<br />

per la sua gestione di fine vita. Allo stesso<br />

tempo propone un packaging responsabile,<br />

equilibrato, sicuro, accessibile, trasparente,<br />

informativo, contemporaneo, lungimirante,<br />

educativo e sostenibile.<br />

Il pack premiato nasce sulla base dell’open<br />

innovation e sul creare un modello di sviluppo<br />

che coinvolga una filiera verticale del valore;<br />

partendo dal concept, dalla grafica,<br />

dalla prototipazione, dall’uso di nuove tecnologie,<br />

fino alla realizzazione su scala industriale,<br />

per arrivare al fine vita dell’imballo con<br />

la partecipazione di vari soggetti che apportano<br />

il loro contributo, ognuno per la propria<br />

competenza specifica (Partners: River<br />

Advertising, Beegraphic, Nicefiller,<br />

Ticinoplast, Taghleef Industries, Consorzio<br />

Latteria Virgilio, I.Blu Industries by<br />

Idealservice).<br />

La propensione alla generazione di relazioni<br />

co-operative con gli attori istituzionali,<br />

economici e sociali dei contesti in cui opera<br />

e il costante impegno nella ricerca permettono<br />

al Gruppo Gerosa di puntare all’eccellenza<br />

e di ricercare un miglioramento continuo<br />

della qualità tramite soluzioni sempre<br />

più innovative.<br />

SOLUZIONI PER RIDURRE LA PLASTICA E GLI SPRECHI<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

Innovazione e green sono<br />

due temi centrali per G.<br />

Mondini che parteciperà a<br />

Meat-Tech 2021, considerandola<br />

un’occasione di<br />

networking importante, ma<br />

anche un indispensabile veicolo<br />

di valorizzazione di<br />

prodotti eco-compatibili,<br />

che garantiscono le migliori<br />

condizioni di conservazione<br />

per il prodotto. Alcune impressioni<br />

di Stefano Colori,<br />

Sales and Marketing Director<br />

EMEA & SA, G.Mondini Spa:<br />

“Rileviamo da tempo che il<br />

mercato, soprattutto nel<br />

comparto delle carni, si è<br />

evoluto in maniera importante,<br />

indirizzandosi sempre<br />

più verso l’industrializzazione.<br />

Da una forte<br />

frammentazione fatta di<br />

tante piccole realtà stiamo<br />

evolvendo verso grandi<br />

concentrazioni e maggiore<br />

bisogno di tecnologia.<br />

Riguardo il connubio tecnologie<br />

e sostenibilità, G.<br />

Mondini punta da almeno<br />

10 anni su soluzioni green<br />

che integrino la plastica<br />

senza eliminarla. L’uso integrale<br />

della carta, per quanto<br />

materiale eco-compatibile,<br />

comporta infatti problemi di<br />

conservazione e shelf-life<br />

dal forte impatto su un altro<br />

aspetto legato alla sostenibilità,<br />

il food waste. G.<br />

Mondini ha individuato soluzioni<br />

di imballaggio per<br />

ridurre il quantitativo effettivo<br />

di plastica scegliendo<br />

monomateriali e tecnologie<br />

zero strip che permettono<br />

di eliminare gli sprechi.<br />

A queste soluzioni si affiancano<br />

le tecnologie skin o<br />

atmosfera che limitano l’utilizzo<br />

di plastica riducendola<br />

dell’80% a parità di risultato,<br />

conservazione e<br />

shelf-life”.<br />

40<br />

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componenti<br />

GOMMINI ADATTATORI<br />

Icotek sta espandendo la sua gamma di gommini adattatori Imas-<br />

Connect includendo l’AT-PP e l’AT-K-M. Il nuovo gommino adattatore<br />

AT-PP nasce da un gommino passacavo grande KT. Un corpo<br />

in poliammide è stato integrato in questo gommino in elastomero.<br />

Grazie al fissaggio a vite, tutti i modelli della categoria “compatta”<br />

basata sul sistema PushPull possono essere fissati nel gommino adattatore.<br />

Utilizzando il gommino adattatore AT-PP, il passacavo divisibile<br />

viene utilizzato per il passaggio di cavi preassemblati e diventa<br />

anche un’interfaccia. Ciò significa che è possibile evitare forature<br />

aggiuntive e ridurre i costi di manodopera. L’AT-PP ha un grado di<br />

protezione IP65.<br />

Il gommino adattatore AT-K-M si basa su un gommino passacavo<br />

piccolo KT. Un corpo in ottone nichelato è integrato in questo gommino.<br />

L’AT-K-M è disponibile con filettature interne M5 x 0,5, M8 x<br />

1,0, M12 x 1,0, M12 x 1,5, M14 x 1,0 e M16 x 1,5.<br />

Utilizzando il gommino adattatore AT-K-M, svariate connessioni<br />

pneumatiche, ad esempio M 12x1,0, M 14x 1,0, 1/8 “e ¼”, numerosi<br />

connettori circolari ed elementi di compensazione della pressione<br />

possono essere integrati direttamente nel passacavo. Il gommino<br />

adattatore è adatto a tutti i sistemi di ingresso cavi icotek divisibili<br />

basati su passacavi KT. L’AT-K-M ha un grado di protezione fino a IP66<br />

a seconda del tipo di connettore o raccordo utilizzato.<br />

Tutti i precedenti gommini adattatori Imas-Connect si adattano ai<br />

sistemi KEL e ai sistemi Quick di icotek.<br />

AZIONAMENTI SPECIFICI PER L’INDUSTRIA ALIMENTARE<br />

Soluzioni di azionamento affidabili sono un<br />

requisito essenziale per l’intera catena di creazione<br />

del valore in tutta l’industria alimentare<br />

e delle bevande. Dallo stoccaggio, movimentazione<br />

ed elaborazione delle materie<br />

prime all’ingegneria di processo e al riempimento<br />

fino al packaging e alla logistica, sono<br />

richiesti sistemi di azionamento su misura per<br />

la specifica applicazione. Essi devono bilanciare<br />

i requisiti igienici, i requisiti tecnologici<br />

e l’efficienza energetica con la protezione dei<br />

prodotti e condizioni ambientali impegnative<br />

come caldo, freddo o umido in modo economico.<br />

Per rispondere a queste esigenze, Nord<br />

Drivesystems progetta sistemi completi affidabili<br />

e di elevata qualità comprendenti motoriduttori,<br />

inverter e software intelligente.<br />

Fra l’altro, Nord Drivesystems fornisce azionamenti<br />

per pompe con funzioni speciali su<br />

misura per il mezzo pompato, come elevate<br />

coppie di spunto o avviamenti soft. Inverter<br />

a parete o montati sul motore facilitano i<br />

concetti di automazione decentralizzati e i<br />

concetti di pompe mobili con controllo intelligente.<br />

Insieme al trattamento superficiale nsd tupH<br />

con i motori a superficie liscia e con gli azionamenti<br />

basati su riduttori conici ad assi<br />

ortogonali a due stadi vengono creati degli<br />

azionamenti che combinano leggerezza ed<br />

elevata efficienza in un elevato numero di<br />

varianti con protezione contro la corrosione<br />

e superfici lisce igieniche facili da pulire.<br />

Anche senza ventilatore, essi raggiungono<br />

una dissipazione termica notevolmente migliore<br />

di quella degli azionamenti di acciaio<br />

inossidabile, pur offrendo una protezione<br />

contro la corrosione simile. Per gli azionamenti<br />

in macchine e sistemi per il taglio e il<br />

dosaggio, nonché nelle aree CIP e SIP sono<br />

richieste anche queste proprietà. Che si tratti<br />

di riscaldamento, raffreddamento o congelamento,<br />

le soluzioni di azionamento<br />

Nord sono adatte a tutte le zone di temperatura<br />

e possono essere progettate per condizioni<br />

applicative estreme nelle linee di<br />

cottura e panificazione o nei sistemi a freddo<br />

spinto.<br />

Per le fasi di trattamento come agitazione,<br />

miscelazione o impastatura, Nord costruisce<br />

motoriduttori ad alte prestazioni in tutte le<br />

taglie con cuscinetti degli alberi d’uscita particolarmente<br />

resilienti per carichi elevati. Per<br />

quest’area applicativa, sono particolarmente<br />

adatti i riduttori industriali MAXXDRIVE ® con<br />

coppie erogate da 15 a 282 kNm. Essi possono<br />

ora essere equipaggiati con il nuovo<br />

adattatore SAFOMI: una flangia con serbatoio<br />

di espansione dell’olio integrato, che<br />

incrementa l’affidabilità operativa e richiede<br />

meno parti soggette ad usura. Nord<br />

Drivesystems offre opzioni specifiche all’applicazione<br />

per le sue apparecchiature, che<br />

combinano elevate prestazioni ed efficienza,<br />

specificamente progettate per pompe, agitatori<br />

e miscelatori con elevati carichi radiali<br />

e assiali sui cuscinetti relativi al processo.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

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41


indagine di mercato<br />

I nanofood, alimenti<br />

con proprietà<br />

migliorate dall’impiego<br />

di nanotecnologie,<br />

rappresentano un trend<br />

crescente. Oltre che<br />

una sfida ingegneristica<br />

e scientifica che non è<br />

possibile trascurare per<br />

chi punta a produrre cibi<br />

più performanti. Anche<br />

se sulla loro sicurezza<br />

ci sono ancora alcune<br />

incertezze.<br />

di Giuseppe<br />

Tamburini<br />

LE ELEVATE PERFORMANCE<br />

DEL CIBO NANO<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

42<br />

La nanotecnologia è una tecnica che fa riferimento ai materiali<br />

su scala nanometrica (in genere tra 1 e 100 nanometri,<br />

dove un nanometro è un miliardesimo di metro), nonché<br />

alla progettazione e realizzazione di dispositivi su tale scala.<br />

Parlando di nanotecnologie in campo di processi alimentari<br />

(food processing) si intende quella tecnologia che consente<br />

il miglioramento intrinseco delle proprietà degli alimenti<br />

con l’ottenimento dei cosiddetti nanofood, cioè prodotti<br />

alimentari contenenti nanoparticelle di vario tipo, quali supplementi<br />

a base di argento o di selenio, utilizzate come ingredienti<br />

o come additivi che migliorano le caratteristiche<br />

dei cibi (colore, sapore, caratteristiche organolettiche, consistenza,<br />

proprietà antimicrobiche, proprietà anti-caloriche<br />

e anti-ingrassanti), e, più in generale, alimenti contenenti<br />

nanostrutture utilizzate per favorire l’assorbimento di componenti<br />

bio-attivi, che è la funzione essenziale e principale<br />

della tecnologia nanofood. Per aumentare la bio-disponibilità,<br />

questi ingredienti vengono trattati con la tecnologia<br />

della nano-incapsulazione, un processo che prevede l’incorporazione,<br />

l’inglobamento e l’assorbimento o dispersione<br />

di composti bio-attivi in vescicole di piccolissime dimensioni,<br />

cioè con diametri dell’ordine dei nanometri. Con tale tecnologia<br />

il componente bioattivo viene incorporato nell’alimento,<br />

ne viene migliorata la stabilità e la solubilità, oltre<br />

che la shelf life, essendo protetto da degradazione. Un altro<br />

effetto molto importante delle nanocapsule è che favoriscono<br />

un assorbimento più selettivo e specifico attraverso<br />

le cellule e una maggiorata ritenzione nel tratto gastroinestinale,<br />

grazie alla loro capacità di bio-adesione alle pareti<br />

dell’intestino. Altri vantaggi ancora offerti dalla nanoincapsulazione<br />

sono ad esempio quella di rendere più gradevole<br />

al gusto e all’olfatto alcuni ingredienti di odore sgradevole,<br />

ecc. La nano-incapsulazione si presenta a tutt’oggi come<br />

una delle tecnologie più promettenti per composti bio-atwww.interprogettied.com


indagine di mercato<br />

Figura 1 - Mercato mondiale delle tecnologie nanofood: 2009 - 2019<br />

Tabella 1 - Mercato mondiale delle tecnologie<br />

nanofood per area geografica: anno 2019<br />

Fonte: rilevazione dati industrie alimentari<br />

Area geografica Milioni $<br />

Nord America, di cui: 1.970<br />

. USA 1.670<br />

. Canada 300<br />

America Latina 735<br />

Europa Occidentale 1.670<br />

Europa dell’Est 165<br />

CSI 250<br />

Asia - Pacifico 1.800<br />

Africa, di cui: 120<br />

. Sud Africa 80<br />

. altri paesi 40<br />

Medio Oriente, di cui: 290<br />

. Turchia 40<br />

. altri paesi 250<br />

Totale mondo 7.000<br />

Fonte: rilevazione dati industrie alimentari<br />

tutto note le loro modalità di interazione<br />

coi tessuti biologici.<br />

La stessa EFSA (Agenzia Europea per la<br />

sicurezza alimentare) ha dichiarato che<br />

non è disponibile una lista competa dei<br />

nanofood.<br />

tivi. Le sostanze in gioco sono i nutraceutici<br />

(nutraceuticals): gli esempi di<br />

elementi nutrienti utilizzati nella nanoincapsulazione<br />

sono numerosi: acidi<br />

grassi omega - 3 e omega - 6, olio<br />

di tonno in nanocapsule, minerali, vitamine,<br />

licopene e betacaroteni, la<br />

luteina, gli isoflavoni, la curcumina ecc.<br />

Per esempio la caseina del latte può<br />

funzionare come nano-carrier per veicolare<br />

minerali con proprietà nutrizionali,<br />

quale la vitamina D2.<br />

La curcumina, un pigmento naturale<br />

responsabile del colore giallo, ha delle<br />

proprietà salutistiche che possono essere<br />

aumentate per incapsulazione in<br />

nanoemulsioni. Analogamente, la bio-<br />

disponibilità del licopene, carotenoide<br />

con effetti protettivi contro i tumori<br />

della pelle, può essere potenziata tramite<br />

nanoincapsulazione in sughi di<br />

pomodoro, passata di pomodoro, o<br />

marmellate; o, ancora, beta-caroteni<br />

e fitosteroli possono essere incorporati<br />

in nanocapsule e utilizzati per esempio<br />

per ridurre la deposizione nel sangue<br />

del colesterolo.<br />

Il mercato delle nanotecnologie nell’industria<br />

alimentare è caratterizzato da<br />

una certa mancanza di visibilità, trattandosi<br />

di prodotti che presentano<br />

ancora alcuni aspetti di incertezza per<br />

quanto concerne le loro proprietà: sostanzialmente<br />

non sono ancora del<br />

Foto Gonano<br />

I nanofood sono<br />

prodotti alimentari<br />

contenenti<br />

nanoparticelle di<br />

vario tipo, quali<br />

supplementi a base<br />

di argento o di<br />

selenio, utilizzate<br />

come ingredienti<br />

o come additivi in<br />

grado di migliorare<br />

le proprietà dei<br />

cibi<br />

UN MERCATO DA 7<br />

MILIARDI DI DOLLARI<br />

Nel 2019 il mercato mondiale della<br />

tecnologia nanofood (nanoincapsulazione)<br />

ha raggiunto il valore di 7 miliardi<br />

di dollari, con un incremento medio<br />

annuo del 7,2% nell’arco dell’ultimo<br />

decennio (figura 1). Il dato si riferisce<br />

alle tecnologie nanotech per i processi<br />

di lavorazione degli alimenti e bevande,<br />

mentre non è compreso il mercato<br />

delle tecnologie nano-packaging e<br />

smart packaging, che rappresentano<br />

un altro settore con caratteristiche e<br />

funzioni differenti.<br />

È pure escluso il mercato del nanotech<br />

nel food testing.<br />

Attualmente è il Nord America il mercato<br />

di maggiori dimensioni (tabella 1),<br />

seguito da Asia - Pacifico ed Europa<br />

Occidentale. Le principali aziende leader<br />

nel settore nanofood appartengono<br />

comunque all’area occidentale:<br />

Nord America, Europa Occidentale, il<br />

che sta a significare che la leadership<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

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43


indagine di mercato<br />

Figura 2 - Mercato mondiale delle tecnologie nanofood per area geografica<br />

(in %): anno 2019<br />

Tabella 2 - Mercato delle tecnologie nanofood in<br />

America Latina: anno 2019<br />

Paese Milioni $<br />

Nord Brasile 335<br />

Messico 180<br />

Argentina 70<br />

Cile 40<br />

Colombia 40<br />

Perù 25<br />

Paraguay 30<br />

Altri paesi 15<br />

Totale America Latina 735<br />

Fonte: rilevazione dati industrie alimentari<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

tecnologica del nanofood appartiene<br />

a queste due aree geografiche.<br />

Gli Usa restano ancora il primo mercato<br />

mondiale e presentano ulteriori consistenti<br />

spazi di crescita nei prossimi<br />

anni, essendo l’industria alimentare<br />

americana tra le più avanzate nel mondo<br />

in tecnologie nanotech.<br />

In America Latina i due mercati di maggiori<br />

dimensioni sono Brasile e Messico,<br />

che insieme rappresentano il 70% del<br />

mercato nanofood in quest’area geografica<br />

(tabella 2).<br />

In Brasile l’industria alimentare ricopre<br />

un ruolo significativo nell’economia<br />

globale del paese: le principali industrie<br />

alimentari sono ubicate negli Stati di<br />

Sao Paulo, Paranà e Rio Grande do Sul.<br />

L’economia generale del paese comunque<br />

continua, ormai da tempo, la sua<br />

fase di contrazione, ancor più pesante<br />

nel corso del <strong>2020</strong>; il Brasile è stato uno<br />

dei paesi che maggiormente hanno<br />

risentito dell’impatto Covid, con una<br />

contrazione del PIL superiore al 5%.<br />

Anche in Messico l’industria alimentare<br />

ricopre un ruolo fondamentale nel<br />

contesto dell’industria manifatturiera<br />

del paese: compare infatti tra i primi<br />

quattro settori industriali, insieme all’industria<br />

elettronica, automobilistica e<br />

petrolifera. Anche in Messico però dal<br />

2019 si è registrata una fase recessiva<br />

per il settore alimentare, anche se<br />

meno pesante che in Brasile, che ha<br />

penalizzato, o quantomeno rallentato,<br />

l’introduzione di tecnologie innovative.<br />

In generale in tutti i paesi latino-americani<br />

esiste un’industria alimentare più<br />

o meno sviluppata, e interessata all’introduzione<br />

delle nanotecnologie, anche<br />

se attualmente si trova a dover<br />

affrontare una congiuntura economica<br />

non favorevole: in Argentina l’industria<br />

delle conserve, dei pastifici, degli oli<br />

commestibili; in Cile l’industria delle<br />

carni e i birrifici: in Colombia l’industria<br />

lattiero-casearia, il settore della panificazione<br />

e dolciario, l’industria dei succhi<br />

e concentrati, per lo più tutte industrie<br />

di piccole-medie imprese.<br />

In fase emergente l’industria alimentare<br />

in Paraguay, dislocata in prevalenza<br />

nel Dipartimento di Asuncion (la capitale<br />

del paese), comprendente fra l’altro<br />

l’industria della carne, del tè freddo,<br />

dei prodotti di derivazione cerealicola.<br />

Un segnale della significatività che sta<br />

assumendo l’industria alimentare paraguayana<br />

è il fatto che, per la prima<br />

volta nel 2019, il Paraguay è divenuto<br />

partner di Anuga, una delle manifestazioni<br />

mondiali del settore agroalimentare.<br />

In Europa Occidentale il mercato di<br />

maggiori dimensioni è quello tedesco;<br />

anche nei prossimi 5-6 anni la crescita<br />

delle tecnologie nanofood in Europa<br />

sarà trainata per circa il 50% dalla<br />

Germania.<br />

Il Nord America<br />

è il mercato<br />

di maggiori<br />

dimensioni,<br />

seguito da Asia -<br />

Pacifico ed Europa<br />

Occidentale. Le<br />

principali aziende<br />

e la leadership<br />

tecnologica del<br />

settore nanofood<br />

appartengono<br />

all’area<br />

occidentale<br />

Seguono, in termini di dimensioni,<br />

Francia, Italia, Regno Unito e Spagna:<br />

in questi 5 paesi insieme si concentra<br />

circa il 70% della domanda di tecnologie<br />

nanofood dell’Europa Occidentale.<br />

Nell’Europa dell’Est - CSI i due mercati<br />

di maggiori dimensioni sono Russia e<br />

Polonia (tabella 3).<br />

In Russia sono presenti numerosissimi<br />

impianti alimentari dislocati in tutto il<br />

paese. Trattandosi per lo più di impianti<br />

datati, è in atto un processo di ammodernamento<br />

degli impianti esistenti,<br />

con l’introduzione di tecnologie<br />

digitali e altre innovative, tra cui la tecnologia<br />

nanotech, anche se a ritmi<br />

ancora piuttosto rallentati data la ge-<br />

44<br />

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indagine di mercato<br />

Tabella 3 – Mercato delle tecnologie nanofood<br />

in Europa dell’ Est – CSI: anno 2019<br />

Figura 3 - Mercato delle tecnologie nanofood in America Latina (in %):<br />

anno 2019<br />

Paese Milioni $<br />

Polonia 48<br />

Repubblica Ceca 21<br />

Slovacchia 11<br />

Ungheria 20<br />

Romania 18<br />

Bulgaria 9<br />

Serbia 13<br />

Croazia 14<br />

Altri paesi 11<br />

Sub – totale Europa dell’ Est 165<br />

Russia 200<br />

Ucraina 30<br />

Altri paesi CSI 20<br />

Sub – totale CSI 250<br />

Totale Est Europa – CSI 415<br />

Fonte: rilevazione dati industrie alimentari<br />

nerale congiuntura economica negativa<br />

in cui versa il paese.<br />

In Ucraina, secondo paese per dimensioni<br />

dell’industria agroalimentare tra i<br />

paesi della ex Unione Sovietica, un’area<br />

industriale in forte sviluppo è quella di<br />

Kharkiv.<br />

Nell’Europa dell’Est la Polonia è decisamente<br />

il primo mercato per dimensioni,<br />

oltre ad essere quello che sta attirando<br />

maggiori investimenti dalle<br />

multinazionali alimentari estere.<br />

In generale in tutti i paesi dell’Est<br />

Europa è diffusa l’industria dei birrifici,<br />

<br />

Figura 4 - Mercato delle tecnologie nanofood in Europa dell’Est<br />

CSI (in %): anno 2019<br />

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dove è possibile l’utilizzo delle nanotecnologie<br />

applicate agli enzimi, utilizzati<br />

<br />

<br />

nella produzione di birra. In Ungheria<br />

di rilievo sono l’industria delle carni e<br />

insaccati, e delle conserve. <br />

In Asia - Pacifico il mercato<br />

<br />

di maggiori<br />

dimensioni è quello cinese, che incide<br />

<br />

<br />

per il 44% dell’intero mercato<br />

<br />

asiatico<br />

(tabella 4).<br />

<br />

L’industria alimentare cinese è cresciuta<br />

ad un ritmo del 25-30% medio annuo<br />

nell’arco degli ultimi 10-12<br />

<br />

anni,<br />

per arrivare ad un valore globale di<br />

produzione di oltre 1.300 miliardi di<br />

dollari; ancora nel 2019 la produzione<br />

ha registrato tassi di crescita positivi,<br />

anche se più rallentati rispetto al passato<br />

(circa 7%). Ciononostante la Cina<br />

è il quarto importatore di prodotti alimentari,<br />

dopo UE, USA e Giappone.<br />

Anche l’industria alimentare indiana<br />

continua a crescere a ritmi sostenuti,<br />

non dissimili da quelli cinesi, anche in<br />

questo momento di crisi globale.<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

45


indagine di mercato<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2020</strong><br />

L’ingresso di nuove tecniche, quale il<br />

nanofood, è favorito dagli investimenti<br />

esteri: nell’arco degli ultimi 5 anni<br />

l’industria alimentare indiana ha incamerato<br />

circa 6,7 miliardi di dollari di<br />

capitali esteri. L’introduzione delle tecnologie<br />

più innovative però viene per<br />

lo più realizzato solo da quel 25% circa<br />

di aziende con un’organizzazione industriale<br />

e un management moderno.<br />

Il Giappone è all’avanguardia nelle tecnologie<br />

nanotech, con una costante<br />

crescita dell’adozione di tali tecnologie<br />

anche nel settore alimentare, nonostante<br />

una sostanziale stagnazione del<br />

mercato alimentare giapponese. A ciò<br />

si aggiunga il fatto che i gusti alimentari<br />

dei giapponesi sono cambiati negli<br />

ultimi tempi, creando una domanda<br />

che la produzione nazionale non è in<br />

grado di soddisfare in maniera sufficiente,<br />

dovendo ricorrere all’import; si<br />

stima che il mercato alimentare giapponese<br />

dipenda per circa il 60% dalle<br />

importazioni.<br />

Tra gli altri paesi asiatici spiccano per<br />

adozione di tecnologie nanofood<br />

Australia, Nuova Zelanda, Singapore e<br />

Taiwan, mentre nella maggior parte<br />

degli altri paesi del Sudest asiatico<br />

(Malaysia, Vietnam, Cambogia, Laos),<br />

l’industria alimentare è ancora molto<br />

carente in termini di strutture e tecnologie<br />

innovative.<br />

Nell’area mediorientale la Turchia è il<br />

maggior produttore alimentare, e<br />

compare nella classifica dei primi dieci<br />

produttori mondiali. L’adozione di tecnologie<br />

innovative però è condizionata<br />

negativamente da una serie di fattori,<br />

in particolare:<br />

• un’eccessiva frammentazione dell’industria:<br />

circa il 95% delle aziende agroalimentari<br />

turche è costituito da piccole-medie<br />

imprese a gestione<br />

prevalentemente artigianale o paraartigianale;<br />

• elevata dipendenza della produzione<br />

turca di prodotti alimentari dall’importazione<br />

di ingredienti;<br />

• infine l’attuale grave situazione economico-finanziaria<br />

in cui versa il paese.<br />

In generale comunque anche in tutti gli<br />

Tabella 4 - Mercato delle tecnologie nanofood in<br />

Asia - Pacifico: anno 2019<br />

Paese Milioni $<br />

Cina 800<br />

Giappone 455<br />

India 120<br />

Indonesia 60<br />

Malaysia 20<br />

Sud Corea 100<br />

Thailandia 25<br />

Vietnam 15<br />

Bangladesh 10<br />

Pakistan 10<br />

Filippine 15<br />

Australia 110<br />

Nuova Zelanda 15<br />

Singapore 15<br />

Taiwan 30<br />

Totale Asia – Pacifico 1.800<br />

Fonte: rilevazione dati industrie alimentari<br />

altri paesi dell’area mediorientale e africana,<br />

l’industria in generale, compresa<br />

l’industria alimentare, si trova a dover<br />

fronteggiare una situazione più o<br />

meno critica. Tra i paesi più promettenti<br />

sotto l’aspetto dell’adozione di tecnologie<br />

innovative figura, almeno potenzialmente,<br />

il Sud Africa. Nonostante<br />

in Sudafrica la tradizione del food processing<br />

non sia molto radicata, buone<br />

prospettive si presentano in particolare<br />

per il settore della frutta e ortaggi lavorati,<br />

dei succhi, delle salse, dei sughi e<br />

condimenti, della frutta secca, delle<br />

marmellate e del cioccolato. L’industria<br />

alimentare sudafricana consta di circa<br />

1.800 imprese, con un fatturato pro<br />

azienda tra i più alti nell’area africana.<br />

I VANTAGGI E LE INCERTEZZE<br />

DELLA NANOINCAPSULAZIONE<br />

Come già accennato, la tecnologia della<br />

nanoincapsulazione presenta una<br />

serie di vantaggi: maggior biodisponibilità<br />

degli ingredienti nutritivi, rilascio<br />

controllato, shelf-life prolungata e alta<br />

stabilità dei composti bio-attivi, miglioramento<br />

delle proprietà salutistiche<br />

degli alimenti.<br />

Ci sono già inoltre alcune nanoparticelle<br />

approvate dalla FDA (Food and Drug<br />

Administration) come GRAS (Generally<br />

Recognized as Safe), quali ad esempio<br />

le nanoparticelle di licopene.<br />

Esistono però anche alcuni elementi<br />

che possono rappresentare un freno<br />

allo sviluppo e all’effettiva valorizzazione<br />

delle potenzialità della tecnologia<br />

nanofood. In particolare:<br />

• aspetti tossicologici: per molti alimenti<br />

corretti con nanoparticelle vanno<br />

ancora valutate le loro proprietà chimico<br />

- fisiche per quanto riguarda le loro<br />

modalità di interazione coi tessuti biologici,<br />

che ancora sono per molti aspetti<br />

imprevedibili e ignote; ciò dipende<br />

dal fatto che le nanoparticelle hanno<br />

una superficie esposta tale da aumentare<br />

in maniera consistente, ed anche<br />

imprevedibile, la loro reattività chimica<br />

e biologica;<br />

• non essendo idrosolubili le nanoparticelle,<br />

una volta entrate nell’organismo,<br />

possono creare accumuli nei tessuti;<br />

• la normativa in tema di sicurezza delle<br />

nanoparticelle non è ancora definita<br />

a livello internazionale (vedi sotto<br />

46<br />

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indagine di mercato<br />

Figura 5 - Mercato delle tecnologie nanofood in Asia - Pacifico (in %):<br />

<br />

anno 2019<br />

<br />

<br />

Normativa Europea). Le leggi in materia<br />

riguardanti le singole nanoparticelle<br />

sono molto variabili da stato a stato e,<br />

in alcuni paesi, quasi inesistenti. Inoltre<br />

ancora relativamente pochi metodi<br />

sono ancora stati a tutt’oggi sviluppati<br />

per appurare l’effettiva efficacia di<br />

composti nanoincapsulati.<br />

Resta comunque il fatto che la nanotecnologia<br />

nel settore alimentare è una<br />

sfida ingegneristica e scientifica che<br />

non è possibile ignorare per la produzione<br />

di cibi con caratteristiche più performanti.<br />

Certamente un contributo<br />

potrà venire dall’uso di bio-sensori per<br />

monitorare la qualità e sicurezza dei<br />

<br />

cibi.<br />

A questo proposito va citato il<br />

“Progetto Nanofoods - Development<br />

of foods containing nanoencapsulated<br />

ingredient”, finanziato dall’Unione<br />

Europea, finalizzato a promuovere l’adozione<br />

di nanocapsule per preservare<br />

i composti bioattivi in fase di trattamento<br />

e conservazione.<br />

Alcuni dei punti chiave del Progetto<br />

sono:<br />

• trasferimento della tecnologia di produzione<br />

delle nanocapsule dalla scala<br />

pilota alla scala industriale;<br />

• fornire dati fisici e chimici sulle prestazioni<br />

delle nanocapsule contenenti<br />

differenti composti bioattivi;<br />

• elaborare delle linee guida sull’uso<br />

degli ingredienti nanoincapsulati in<br />

prodotti a base di pasta secca / crema<br />

di nocciole / pane;<br />

• definire opportuni processi di produzione<br />

dei suddetti composti per affinamento<br />

dei processi tradizionali;<br />

• definire dei principi di sperimentazione<br />

clinica di controllo randomizzato<br />

per verificare l’efficacia dei suddetti<br />

composti nella fornitura di composti<br />

bioattivi al corpo umano.<br />

A livello globale si prevede che il mercato<br />

della tecnologia nanofood nei<br />

prossimi anni crescerà ad un tasso medio<br />

annuo del 6,8%, per arrivare ad<br />

attestarsi a 9,1 miliardi di dollari nel<br />

2023. Tra i paesi industrializzati USA e<br />

Germania sono quelli destinati a registrare<br />

i tassi di sviluppo più elevati,<br />

mentre tra i paesi “emergenti” i tassi<br />

più elevati sono attesi in Cina e India.<br />

Buone potenzialità di crescita, anche se<br />

allo stato attuale più condizionate da<br />

una serie di fattori, esistono però anche<br />

in America Latina, Medio Oriente e Sud<br />

Africa.<br />

<br />

<br />

LA NORMATIVA IN EUROPA<br />

Fino ad ora la legislazione UE in materia<br />

alimentare ha dichiarato che sia<br />

la normativa applicabile a tutti i settori<br />

industriali (eccezion fatta per la<br />

cosmesi), sia quella applicabile allo<br />

specifico settore alimentare sono sufficientemente<br />

in grado di regolamentare<br />

anche le nanotecnologie, cioè i<br />

prodotti afferenti all’uso di nanocomposti.<br />

In altri termini ciò significa che<br />

anche i nanofood sono considerati<br />

come normali alimenti tradizionali. La<br />

sola Normativa Reg CE n. 1333/2008<br />

relativa agli additivi alimentari detta<br />

delle specifiche per quanto concerne<br />

le nanotecnologie: tale regolamento<br />

stabilisce che un additivo alimentare<br />

che sia già stato autorizzato al commercio,<br />

ma che venga ottenute con<br />

tecniche, tra cui le nanotech, diverse<br />

da quelle tradizionali, necessita di una<br />

nuova valutazione per poter essere<br />

commercializzato. Sono pertanto richiesti<br />

dati e informazioni aggiuntive,<br />

così come suggerito da Efsa nelle linee<br />

guida emanate nel 2011 “(Guidance<br />

of the risk assessment of the application<br />

of nanoscience and nanotechnologies<br />

in the food and feed chain)”.<br />

Nel dicembre 2013 però la<br />

Commissione Europea ha elaborato<br />

una proposta di Regolamento<br />

(2013/0435 Cod) che impone che i<br />

nanomateriali destinati ad uso alimentare<br />

siano valutati, ed eventualmente<br />

autorizzati, prima di essere commercializzati,<br />

in base a detto Regolamento.<br />

Restano comunque alcune perplessità:<br />

per esempio:<br />

• solo nel caso di insorgenza entro un<br />

anno di effetti dannosi si rimanda alla<br />

responsabilità del produttore;<br />

• qualora al momento dell’immissione<br />

sul mercato lo stato delle tecnologie<br />

non fosse in grado di accertare eventuali<br />

effetti negativi sulla salute, decade<br />

il principio della responsabilità del produttore.<br />

Non esiste infine chiarezza circa l’obbligatorietà<br />

della dicitura “nano” sull’etichetta<br />

presente sulla confezione dell’alimento.<br />

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REDAZIONE: Alessandro Bignami (a.bignami@interprogettied.com),<br />

Eva De Vecchis (e.devecchis@interprogettied.com)<br />

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Elena Arena, David De Pril, Alfio Spina, Giuseppe Tamburini<br />

IMPAGINAZIONE: Studio Grafico Page - Vincenzo De Rosa, Simona Viapiana (www.studiograficopage.it)<br />

INTERPROGETTI EDITORI S.R.L.<br />

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Registrazione Tribunale di Milano n. 30 in data 23/01/1987<br />

Direttore responsabile: Simone Ghioldi<br />

Finito di stampare il 30/10/<strong>2020</strong> presso Aziende Grafiche Printing S.r.l.<br />

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Informativa ai sensi dell’art. 13 d. lgs. 196/2003. I dati sono trattati, con modalità anche informatiche, per l’invio<br />

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39, vengono conservati gli archivi personali e di immagini fotografiche cui i giornalisti, praticanti, pubblicisti e altri<br />

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