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ARTICOLO
stezza dei pomeriggi domenicali nell’autunno piovoso, la quiete apparente
di certe piazze di paese con la porta aperta dell’unico caffè, la silenziosa
presenza di spalle di due fanciulli seduti su un muro, l’interno di una stanza
con una donna in attesa, sono atmosfere crepuscolari visualizzate nella
pittura di Ballarini, con un segno preciso e con colori di sfumate tonalità.
Ballarini ama le cose semplici della periferia e i personaggi che vivono in
essa carichi di umanità, che a volte è dolore, altre permettono divagazioni
ironiche, altre ancora una sfuggente notazione poetica. La pittura di
Ballarini raccoglie queste impressioni e le rielabora in immagini esemplari
per nitore di forma ed essenzialità di colore. Nel fondo poi traspare evidente
la partecipazione umana dell’artista attento a questa realtà che lo
cir-conda per trasferirla nel magico mondo dell’arte.
È chiaro che la pittura di Ballarini non è improvvisazione di facili annotazioni
bozzettistiche, ma è il risultato di un’appassionata ricerca e in controluce
rivela una tradizione culturale di tutto rispetto, come può essere la
scuola pesarese del novecento, ancora in grande parte da scoprire e da
studiare. Le ascendenze di Ballarini sono evidenti sia nella tecnica che nel
vigore morale della ispirazione. Si è già detto dell’amicizia di Alessandro
Gallucci, che vede in Ballarini un autentico pittore e annota in una letterapresentazione
come la “sua dote predominante è la sobrietà sia disegnatoria
che pittorica”. Queste affermazioni di un maestro schivo come Gallucci
sono qualcosa di più di un semplice riconoscimento di circostanza, ma
avvallano in un discepolato ideale la continuità di una scuola, che annovera
Gallucci tra i suoi autori più espressivi.
Nel filone del novecento pesarese incontriamo altri nomi a cui la pittura
di Ballarini può essere ricondotta più che per esaltanti derivazioni, per lo
spirito che la informa. Penso in particolare a certi olii di Francesco
Carnevali intorno agli anni venti, alcuni paesaggi della periferia pesarese,
le marine con le barche in secca, le processioni, i ritratti di una umanità
sofferente, quelli dei propri cari. Anche Ballarini si richiama a quel mondo
e la sensibilità di interpretazione è la stessa. È in questa continuità di una
tradizione qualificata nella tecnica e ancor più nel rigore interiore della
ispirazione che la pittura di Giuseppe Ballarini è degna di rispetto e di
ammirazione e trova un suo spazio di autentica, indimenticabile poesia.
Periodico “Il Marchigiano” Dicembre 1974
Nando Cecini
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