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Momenti

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PRESENTAZIONE IN CATALOGO

l’episodio delle tre vecchine nel gran paesaggio innevato o quello dei tre

ragazzi intenti a seguire dietro l’impannata la minaccia del temporale; o la

nonna e il nipotino dalla proda del campo diversamente incantati dall’irridente,

tanto lontano fuoco d’artificio; o quell’andare dei vecchi con le

grosse braccia e le ruvide mani ripiegate al dorso o il giocatore di bocce

pronto al lancio della palla; o quel confessionale dalla tenda rossa

nell’umile chiesa; o la salma della giovinezza stroncata giacente bianca in

un turbinoso vento di terra; oppure l’anziana donna sola nella camera

matrimoniale, o la vecchia ansiosa di rivedere un tenue guizzo di vita nel

fuoco-fatuo, oltre il cancello del cimiterino; o i due, fanciullo e fanciulla,

che siedono sull’alto del muro in beato rapimento e la indifferenza o peggio

la soddisfazione di un “bisogno corporale” dei ragazzi accanto alla casa

bruciata o contro il grande edificio in rovina, o anche - e mi sembra l’unico

caso in cui un volto scopertamente appaia - il dolce viso e il delicato braccio

di donna in trepida sottomissione piegata ad accogliere sia pur con

violenza, seme di nuova vita.

Vi accorgerete come queste figure e figurine nulla contengono di studiato

accademico, ma pervengono direttamente dal “vivo”, osservazione

esatta

(e più che osservazione direi “trasmissione”) rattenuta dalla memoria e in

rapido tocco con giustezza tonale fermata e racchiusa nell’atmosfera “sentimentale”.

Vi prego di non sorridere sull’uso di un aggettivo considerato stantio e

malfamato (non ho saputo trovarne altri) giacché credo che l’intimo moto

e non altro abbiano generato queste figurazioni di Giuseppe Ballarini.

Ascoltandolo parlare di una sua professione di tecnico agrimensore e

costruttore di case nella campagna, a contatto con umile gente in luoghi

sperduti e con la vicenda delle stagioni, oppure della propria famiglia -

parlare in termini schietti di una semplice vita di lavoro e di ansie - e poi

con sommesso calore, quasi temente di mostrarsi, cennare a questa sua

passione per la pittura, in lui giacente forse da sempre, coltivata in segreto

e da poco condotta allo scoperto - ecco l’uomo riflettersi nel suo modo di

dipingere con quelle note di illusioni e di ripiegamenti, di scatti di vitalità e

di umili accettazioni, che si leggono nel “segnare”, e a volte sottolineare

con un denso nero una forma che si contorce o balza, oppure nell’includerla

con delicato tocco nella stesura di quegli spazii che sembrano fluire

in musicale svariare di gradazioni, fino a raggiungere luce o a profondare

nel buio.

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