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L’intervista di...
Elisa Manzoni
CRIS BRAVE…
diversamente coraggioso!
Cris Brave, all’anagrafe Cristiano Rossi, originario di Bergamo, è un ragazzo
ed un artista musicale. Affetto fin dalla nascita da tetraparesi spastica, ha
fatto della sua limitazione il suo più grande punto di forza. Definendosi “diversamente
rapper” ha trovato nella musica, in particolare nel rap, il modo
migliore per esprimere e sfogare le proprie emozioni, per parlare della sua
vita, dei suoi sogni e delle sue paure, raccontando così sé stesso. Orgogliosa
di lui, tramite le sue risposte scopriamo insieme la sua coraggiosa persona.
1) La musica è stata l’inizio del tuo percorso, con lei hai rotto la barriera
con il mondo esterno e hai fatto sentire la tua voce. Com’è nata questa tua
grande passione?
Da piccolo ascoltavo tramite i miei genitori tanta musica. Mi ricordo che mia mamma
mi svegliava e mi cantava una canzone diversa tutte le mattine, da imparare. Mio
padre mi ha dato il primo MP3 con all’interno una serie di canzoni, tra cui Baglioni
e Masini. Piano piano poi, crescendo, da solo mi sono avvicinato a Fedez e a tutto
quel mondo musicale però mi accorgevo che nessuno nelle canzoni parlava al 100%
della situazione che vivevo io. Allora, siccome nel rap non c’è bisogno di avere un
grande vocalità, dato che conta il contenuto, ho iniziato a fare freestyle (rap improvvisato)
con degli amici e persone che ho conosciuto e da lì sono nati i primi testi per
un’esigenza espressiva e anche per dare un punto di vista, che può piacere o meno;
infatti per me i punti di vista sono come degli occhiali attraverso cui puoi vedere il
mondo in un altro modo, diverso da come lo vedi tu, se vuoi li metti, guardi e capisci
se no puoi fare il contrario.
2) Con il passare del tempo, con la tua storia, sei diventato un punto di riferimento
per innumerevoli altre persone. Cosa si prova ad essere un esempio
per tutti quanti?
È una grande responsabilità, che però non ho cercato. Il mio scopo era ed è quello
di dare un punto di vista. Mi spiego meglio, viviamo in una società, non solo l’Italia,
che purtroppo può essere paragonata per certi aspetti all’epoca del Nazismo. Non ci
sono più il dittatore o i campi di concentramento ma se non fai parte di una certa categoria
di persone, non dico solo quelle con disabilità evidenti, ma in generale, vieni
preso in giro. Il mio punto di vista è che siamo tutte persone e che dobbiamo avere
tutti la possibilità e l’opportunità di vivere la vita e giocarsela, sia nei paesi del terzo
mondo sia in quelli più sviluppati. Purtroppo, con le persone con disabilità evidente
questa cosa non succede per una serie di fattori tra cui, per esempio, l’assistenza e la
fisioterapia a pagamento. A me non interessa parlare di disabilità ma del concetto di
essere vivente, senza avere la presunzione di insegnare la vita o altro.
Ti dico di più, secondo me la persona con disabilità evidente che ti spiega la vita ha
stancato, pure a me stesso. Ognuno ha la propria disabilità, alcune non si vedono ad
occhio nudo subito mentre altre si. Siamo tutte persone, abbiamo tutti le nostre disabilità
e siamo tutti esseri viventi su questa Terra, poi uno, nel rispetto dell’altro, non
ledendo la libertà altrui, rispettando le regole, può fare quello che vuole, a parer mio.
Vedendo il riscontro molto positivo, non lo nego, mi sono detto: perché non monetizzare
questa cosa? Così da permettermi un futuro più dignitoso che non sia tutta la
vita con i genitori e poi con l’istituto. Ecco, questi sono diventati i miei due obiettivi.
3) Sei giovane ma hai già fatto grandissime cose; hai collaborato con la band
“Plug” nel tuo disco “Broken Heart”, hai realizzato un video da più di 2 milioni
di visualizzazioni con i famosi youtuber “The Show” fino ad arrivare al
grande concerto in diretta di J-ax e Fedez come special guest. Quali emozioni
hai provato quel giorno, su un palco così importante come quello di San
Siro di fronte a 80.000 persone?
Più che un’emozione è stata una liberazione perché mi sono esercitato per anni per
questa cosa. All’inizio c’era un po’ di tensione ma poi consapevole della mia preparazione
e del mio studio, è passata, grazie anche a delle persone che mi hanno dato
fiducia e mi hanno fornito un team di lavoro per arrivare a questo live. Sono salito
su quel palco ed è andata benissimo. Mi ricordo che Fedez nel backstage e prima
di salire sulla pedana, si è sorpreso della mia tranquillità essendo lui una persona
abbastanza emotiva e avendo ovviamente
più responsabilità. Anch’io di
solito sono una persona che soffre di
attacchi d’ansia ma in quel momento
l’emozione e la voglia di esibirmi
hanno vinto. Dissi a Fedez: “salgo
sul palco, se sbaglio qualcosa dì che
sono autistico alla stampa, così salvi
il concerto” (ride).
morale molto profonda.
Conduci “Diversamente comico”
con la Nazionale Italiana
Comici. Parlaci di questo spettacolo.
Sono diversamente comico. Ci sono state 3 edizioni e io sono presente da 2.
Come mi è possibile, cerco di essere la spalla del comico che quella sera deve presentare.
Cerco di farlo con i miei limiti, perché io ho fatto palco ma non ho mai fatto
palco per presentatori, è una palestra molto utile per me, nonostante le mie difficoltà,
come i tempi comici giusti. Io sono molto critico su me stesso, cerco sempre
di migliorarmi, soprattutto quando si fa per una buona causa. Sono sempre stato
trattato come una persona e quindi mi sento sempre un po’ in famiglia.
5) Sbirciando nei tuoi profili social ho visto che sei un fedelissimo tifoso di
una grande squadra, quella del Milan, cosa ti aspetti dalla prossima stagione?
Con questa domanda viene fuori proprio la mia irrazionalità da tifoso. Ho lavorato
con la società A.C Milan facendo delle storie o delle pubblicità, sono andato a San
Siro quando c’era Patrick Cutrone. Ho avuto l’onore di conoscere Paolo Maldini ed
è stata una cosa fighissima, una leggenda del calcio.
Da tifoso, mi sembra un po’ che il Milan stia subendo, da un po’ di anni, la classica
cosa che una persona subisce dai bulletti di quartiere. Ogni cosa che fa il Milan, è
sbagliata, non va bene. Un giocatore nel Milan è scarso ma nelle altre squadre è
il numero uno. Sono d’accordo con quello che dicono Maldini, Gazidis e tutta la
società, cioè che il Milan è sopra di tutto. Abbiamo un simbolo che è il diavolo e a
me piace pensare che il diavolo è semplicemente un angelo che non è stato capito.
Sono contentissimo di essere tifoso del Milan e penso che se mi fanno i prelievi
del sangue, me lo trovano non solo rosso ma anche nero (ride). Quando c’è da
criticare, critico ma devo dire che la società per come si sta comportando, mi sta
piacendo moltissimo. Sono super contento.
6) Cris Brave e la sua proposta di legge
A novembre, covid permettendo, partirò 6 settimane al Parlamento Europeo per
attuare una proposta di legge. Ho conosciuto la parlamentare Chiara Maria Gemma.
Oltre a lei anche la cooperativa “Città del Sole” di Bergamo mi è stata molto
vicino ed ha investito tempo e risorse su questo progetto. Chiara mi sta aiutando
a far diventare concreta una proposta di legge basata sul voler creare una piattaforma
o app dove una persona se è autosufficiente può accedere da sola o in caso
contrario accede il suo tutore legale.
Si prenota una chiamata con una persona apposta, come un “consulente” e questa,
in base a tre fattori quali carattere, difficoltà (disabilità o anzianità) e ubicazione
dell’abitazione, trova la persona più adatta a te, conforme al profilo psicologico
o alle difficoltà, per cercare di avere un’assistenza pubblica. Si tratta di tutte persone
certificate che lo Stato ti offre. In questo modo i ragazzi disabili possono iniziare
a sviluppare la propria vita. Io credo che ci sia ancora la possibilità di sviluppare
al meglio la vita delle persone, dato che ci sono famiglie che hanno dei problemi
e ci sono ragazzi che vogliono staccarsi dalle famiglie. La socialità e la sessualità
sono parte fondamentale della vita di una persona e purtroppo tanti ragazzi non
sono messi nelle condizioni di socializzare nè di avere una vita affettiva, essendoci
ancora barriere.
CHIUDO QUESTA INTERVISTA DICENDO, NON SOLO AI RAGAZZI DISABILI MA A
TUTTI QUANTI, DI NON SENTIRSI SBAGLIATI O IN COLPA QUANDO AVETE FATTO
IL POSSIBILE PER FAR CAPIRE UNA COSA O FARE UN PROGETTO.
AVETE FATTO IL VOSTRO MASSIMO. POSSIAMO SOLO LAVORARE SU NOI STES-
SI, NON SUGLI ALTRI.
Elisa Manzoni
4) Cris Brave però non si ferma
qui. Riesci a trattare la disabilità
in modo dissacrante ed ironico,
lasciando però sempre una
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