Giornale dei Navigli n. 44 - 10 dicembre 2021
Giornale dei Navigli n. 44 - 10 dicembre 2021
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ATTUALITÀ Venerdì <strong>10</strong> Dicembre <strong>2021</strong><br />
Fabbrica Casse Funerarie e<br />
ONORANZE FUNEBRI<br />
www.gaiafuneral.org<br />
IL DOTT. PAOLO SPADA PER “PILLOLE DI OTTIMISMO”<br />
La situazione settimanale in Italia e nella nostra<br />
regione: niente paura e l’importanza del vaccino<br />
BUCCINASCO (ces) “Gli ultimi dati<br />
su l l’efficacia vaccinale, quelli che<br />
comparano l’incidenza di infezioni,<br />
ricoveri e decessi tra non vaccinati e<br />
vaccinati (e tra varie categorie di<br />
questi, distinte in base al numero di<br />
dosi e al tempo trascorso), sono<br />
sempre molto incoraggianti, forse<br />
mai come ora. Li trovate alla slide 23<br />
(qui in basso sinistra), quella delle<br />
colonnine colorate, che molti di voi<br />
già conoscono. Per l’occasione, i<br />
dati sono stati ricalibrati con riferimento<br />
ai 5 mesi dalla vaccinazione,<br />
anziché ai 6, e fa particolare<br />
piacere notare che la terza<br />
dose riduce ulteriormente, in modo<br />
molto significativo, anche il<br />
rischio di infezione, oltre ad ab -<br />
battere letteralmente quello di ricovero<br />
e decesso. Considerato che i<br />
soggetti che hanno ricevuto la terza<br />
dose in tempo per rientrare in queste<br />
colonne sono probabilmente<br />
quelli più fragili, vaccinati per primi,<br />
mi pare un dato davvero notevole.<br />
Pensate che gli ultraottantenni<br />
tri-vaccinati hanno un rischio di<br />
decesso <strong>10</strong>0 volte minore <strong>dei</strong> coetanei<br />
non vaccinati (sì, ce ne sono<br />
ancora parecchi, di anziani non vaccinati:<br />
oltre i 60 anni sono ancora<br />
più di 1 milione).<br />
Un altro dato nella stessa slide mi<br />
pare interessante: la differenza con i<br />
vaccinati a ciclo incompleto, che<br />
pure hanno verosimilmente appena<br />
ricevuto la prima dose. Si potrebbe<br />
pensare che il vantaggio del terzo<br />
shot stia nell’essere stato somministrato<br />
da poco tempo, che poi si<br />
perderà, e che dovrà seguire la quarta<br />
dose, poi la quinta e così via. Non<br />
possiamo ancora sciogliere questo<br />
dubbio, ma certamente c’è una<br />
bella differenza tra chi si è sottoposto<br />
ora alla prima dose e chi<br />
ha fatto la terza: il vantaggio incrementa<br />
ogni volta. (Ma se non<br />
avete fatto nemmeno la prima, non<br />
esitate, il vero riparo comincia lì).<br />
E c’è un’ulteriore novità, di cui vi<br />
vorrei parlare. Questi numeri tratti<br />
dal report dell’Istituto Superiore di<br />
Sanità tengono in conto i 14 giorni<br />
necessari allo sviluppo della risposta<br />
anticorpale, dopo la somministrazione.<br />
Vale a dire che un vaccinato<br />
non è considerato tale se non<br />
è trascorso il quattordicesimo giorno<br />
dalla data di somministrazione.<br />
Ora, in questo momento, in cui la<br />
campagna di immunizzazione ha<br />
ripreso velocità, quelle due settimane<br />
possono fare la differenza,<br />
nel conto della protezione effettiva,<br />
e ho pensato fosse il caso di<br />
esplicitare questa differenza, visto<br />
che contemporaneamente dobbiamo<br />
tenere in conto la perdita di<br />
efficacia delle dosi eseguite in primave<br />
ra.<br />
Alcuni di voi hanno infatti già<br />
notato che da ieri i grafici, come la<br />
mappa di slide 18 (in alto a destra),<br />
riportano percentuali di vaccinazione<br />
diverse da prima. Siamo abituati<br />
a dare per scontato di aver<br />
raggiunto un’immunità prossima al<br />
90% (il sito del governo parla di<br />
87,7% con almeno una dose, 84,75%<br />
a ciclo completo), ma si tratta degli<br />
over-12, attuale target della campagna.<br />
Tenendo conto dell’i nte ra<br />
popolazione, già queste percentuali<br />
calano rispettivamente al 79,9% e<br />
77,2%, e se si considera che alcune<br />
di queste somministrazioni sono<br />
troppo recenti per essere efficaci,<br />
siamo al 79,3% e 76,8%. Ancora<br />
bene, direte voi, ed è vero, sebbene il<br />
90% sia altra cosa.<br />
Ma guardate la slide 21 Foto in<br />
basso a destra): considerati i 14<br />
giorni di latenza anticorpale, la massima<br />
copertura (cioè quella <strong>dei</strong> soggetti<br />
vaccinati a ciclo completo entro<br />
i 5 mesi o che hanno già ricevuto<br />
la dose aggiuntiva/booster) è del<br />
60,2% sul totale della popolazione, e<br />
scenderà a 59,8% nelle prossime<br />
due settimane, anziché aumentare.<br />
Dai 40 ai 59 anni, stiamo scendendo<br />
verso il 56,6%, e dai 60 ai 70 anni –la<br />
fascia di età che occupa prevalentemente<br />
gli ospedali – la massima<br />
copertura non va oltre il 52,7%. Per<br />
gli ultraottantenni, che da sempre<br />
contribuiscono maggiormente al<br />
numero <strong>dei</strong> decessi, la massima protezione<br />
è nominalmente al 60,1%,<br />
ma il salto indietro di 14 giorni la<br />
riporta in realtà all’attuale 48,3%.<br />
In queste fasce di età, la somm<br />
i n i st raz i o-<br />
ne della terza<br />
dose non è<br />
ancora in gra-<br />
02 23664388<br />
MILANO | CORNAREDO<br />
do di compensare<br />
la<br />
perdita di efficacia<br />
delle<br />
dosi precedenti,<br />
e qu e-<br />
sto potrebbe<br />
contribuire a<br />
spiegare la<br />
curva di incidenza,<br />
che<br />
ancora non<br />
trova sufficiente<br />
resistenza<br />
per<br />
f l e tte re la sua<br />
lenta crescita.<br />
Vorrei essere chiaro: non dobbiamo<br />
pensare che al di fuori della<br />
“massima copertura”, i vaccinati<br />
oltre i 5 mesi abbiano perso del<br />
tutto il vantaggio acquisito: le colonnine<br />
di cui abbiamo parlato in<br />
apertura stanno lì a dimostrarlo. Ma<br />
l’inverno è il momento più insidioso,<br />
e ogni porzione di suscettibilità<br />
della popolazione, specialmente<br />
quella anziana, si paga. Proprio<br />
negli ultraottantenni abbiamo<br />
avuto settimane a copertura ancora<br />
più bassa, e ne vediamo ogni giorno<br />
le conseguenze, seppure contenute.<br />
I rischi, poi, dipendono soprattutto<br />
dal livello di circolazione virale, ed è<br />
questo il momento più delicato. Con<br />
qualche ritardo, stiamo recuperando,<br />
almeno su questa fascia più<br />
scoperta e fragile.<br />
Il messaggio sintetico che voglio<br />
dare è che sappiamo che la vaccinazione<br />
è l’unica strada. Benché<br />
in vantaggio rispetto ad altri Paesi,<br />
i margini di miglioramento sono<br />
ancora ampi, e perfettamente alla<br />
nostra portata. Prima di rassegnarci<br />
a dover chiudere ogni volta le sale<br />
operatorie, come di nuovo sta avvenendo,<br />
consideriamo che l’esp e-<br />
rienza ci aiuterà in futuro, e potremo<br />
contenere ancora meglio la curva.<br />
Più che l’incidenza, infatti, è sempre<br />
il carico sanitario che ci interessa.<br />
E qui vorrei essere altrettanto<br />
chiaro: un conto è parlare di<br />
emergenza, altro di condizioni costanti,<br />
se non definitive. I numeri<br />
degli ospedali restano gestibili,<br />
tutt ’altra cosa rispetto allo scorso<br />
anno. Ma non pensiate che sia una<br />
condizione sostenibile indefinitam<br />
ente. L’ho scritto più volte, e continuo<br />
a ribadirlo, perché chi commenta<br />
–qui e altrove –spesso non sa<br />
come stanno davvero le cose, in<br />
ospedale. Questo che stiamo attraversando<br />
è un inverno diverso, sarà<br />
un Natale migliore, la situazione è<br />
accettabile, il carico gestibile. Grazie<br />
ai vaccini l’impatto più severo della<br />
malattia è ridotto, rispetto ai numeri<br />
di incidenza, e le prime slide lo<br />
dimostrano ogni giorno di più. Ma<br />
non siamo ancora in una condizione<br />
di protezione sufficiente a<br />
lungo termine (a meno di voler<br />
accettare che il livello di assistenza<br />
sanitaria – per tutti gli altri malati,<br />
non solo per i Covid – scenda sensi<br />
b i l m e nte ) .<br />
Ecco perché i provvedimenti per<br />
spingere alla vaccinazione sono indispensabili,<br />
e come tali dobbiamo<br />
accettarli di buon grado, incluse le<br />
seccature che essi comportano. Possiamo<br />
addomesticare questo virus,<br />
anche prima che una miracolosa<br />
variante lo renda mansueto: servono<br />
i vaccini, e bastano i vaccini”.<br />
Un caro saluto<br />
Paolo Spada<br />
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