FRANCIOSI Famiglia e persone in Roma antica - Tesi in diritto
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<strong>Famiglia</strong> e <strong>persone</strong> <strong>in</strong> <strong>Roma</strong> <strong>antica</strong><br />
CAPITOLO III<br />
La patria potestas comprende una serie di poteri quali lo ius vendendi, lo ius noxae<br />
dandi, lo ius vitae ac necis e lo ius tollendi nonché lo ius exponendi.<br />
IUS VENDENDI si connette al fatto che il figlio è forza lavoro ed ha un valore economico<br />
come una merce qu<strong>in</strong>di un gruppo che ha un’eccedenza di forza lavoro la cede a chi non<br />
ne ha . A volte la vendita aveva anche una funzione di garanzia (della restituzione di un<br />
prestito che il pater aveva contratto da un altro pater) oppure serviva per realizzare una<br />
adozione. Tale <strong>diritto</strong> si <strong>in</strong>serisce <strong>in</strong> una logica di scambio tra gruppi che riguardava sia<br />
le figlie femm<strong>in</strong>e che i maschi.<br />
La legge delle XII tavole stabilisce che se il figlio è venduto per la terza volta diventa un<br />
sui iuris cioè si libera dalla potestas del pater però ciò non vale per le figlie femm<strong>in</strong>e e<br />
per i nepotes per i quali la liberazione scattava con una sola mancipatio. a questa norma<br />
nascono la emancipatio e l’adoptio.<br />
Ma come si spiega che uno stesso pater venda il figlio tre volte? Si spiega solo se si pensa<br />
che questo figlio <strong>in</strong> realtà è dato <strong>in</strong> garanzia per l’adempimento di un credito pertanto<br />
una volta che il pater ha pagato al suo creditore il figlio torna alla sua potestas e viene<br />
poi rivenduto. In tal modo però con la norma <strong>in</strong>trodotta si consentì al figlio di diventare<br />
sui iuris anche quando il pater è ancora <strong>in</strong> vita. Il figlio venduto ad un terzo è def<strong>in</strong>ito <strong>in</strong><br />
mancipio o <strong>in</strong> causa mancipi cioè <strong>in</strong> condizione di schiavo.<br />
Ma come si spiega questa condizione di schiavo <strong>in</strong> capo ad un cittad<strong>in</strong>o romano? (<strong>in</strong>fatti i<br />
cittad<strong>in</strong>i romani non possono essere schiavi) Forse l’espressione liber <strong>in</strong> causa mancipi<br />
non deve essere <strong>in</strong>terpretata come libero <strong>in</strong> condizione di schiavo (che è<br />
contraddittoria) ma potrebbe significare libero venduto attraverso il mancipium cioè la<br />
mancipatio. Però la molteplicità di significati con cui è usato il term<strong>in</strong>e mancipium<br />
rende difficile tradurre esattamente questa frase <strong>in</strong>fatti mancipium <strong>in</strong>dica l’atto di<br />
trasferimento, il potere di compierlo e l’oggetto dell’atto. In antichità compiere l’atto<br />
significa affermare un potere qu<strong>in</strong>di è naturale che mancipium abbia entrambi i<br />
significati. Nella mancipatio il soggetto non compie un atto ma esercita un potere che si<br />
confonde con l’oggetto , con la res e perciò mancipium <strong>in</strong>dica anche lo schiavo oggetto<br />
di mancipatio. Anche il term<strong>in</strong>e nexum ha la stessa molteplicità di significati di<br />
mancipium.<br />
Gaio <strong>in</strong> diversi passi assimila i liberi <strong>in</strong> mancipio agli schiavi sottol<strong>in</strong>eando che il<br />
manicipium può riferirsi sia alla femm<strong>in</strong>e che ai maschi. La mancipatio poi può essere<br />
effettuata sia dal pater che da colui che ha ricevuto la donna con la coemptio (vendita a<br />
scopo di matrimonio) cioè il marito o il padre di lui e perf<strong>in</strong>o il terzo estraneo che ha<br />
ricevuto <strong>in</strong> mancipio la donna . Però Gaio precisa che il trattamento cui sono sottoposti i<br />
liberi <strong>in</strong> mancipio è diverso da quello riservato agli schiavi anche se entrambi possono<br />
essere liberati solo mediante la manumissio.<br />
IUS NOXAE DANDI è il potere del pater di liberarsi della responsabilità oggettiva per il<br />
comportamento illecito dei suoi sottoposti cedendoli al capo del gruppo danneggiato o<br />
offeso. L’<strong>in</strong>capacità dei sottoposti rende il pater responsabile dei loro comportamenti<br />
TESI IN DIRITTO<br />
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