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Ernst Theodor Amadeus Hoffmann - Racconti

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cavità nera in cui stava un piccolo focolare. Coppelius vi si

avvicinò ed una fiamma azzurra si levò scoppiettando dal

fornello. Mio Dio! Quando il mio vecchio babbo si chinò a sua

volta sul fuoco, egli apparve completamente trasformato! Lo

spasimo di un crudele dolore sembrava aver deformato i suoi

tratti onesti e miti in un'odiosa immagine diabolica.

Assomigliava a Coppelius. Costui brandì la tenaglia

incandescente e sollevò, togliendole dal denso fumo, masse

rosseggianti, che cominciò poi a martellare con ogni cura. A me

sembrava che tutt'intorno diventassero visibili volti umani, ma

privi degli occhi; profonde, orride cavità nei visi invece degli

occhi.

"Qui, datemi occhi, datemi occhi!" gridò Coppelius, con voce

bassa e minacciosa. Io me ne uscii in un grido, attanagliato da

un terrore selvaggio e precipitai fuori dal mio nascondiglio,

cadendo sul pavimento. Allora Coppelius mi afferrò: "Piccolo

animale! Piccolo animale!" belò digrignando i denti: mi tirò su

e mi gettò sul fornello, così che già le fiamme cominciavano a

lambire i miei capelli. "Adesso sì che abbiamo occhi, occhi, un

bel paio di occhi di bambino!" Così soffiava Coppelius,

prendendo dal fuoco un pugno di granelli infocati per

seminarmeli negli occhi. Allora mio padre alzò supplichevole

le mani e gridò: "Maestro, lascia gli occhi al mio Natanaele,

lasciaglieli!". Coppelius fece risuonare la sua risata e poi gridò:

"Tenga pure il giovanotto i suoi occhi per lacrimare nel mondo,

quanto gli è stato assegnato! Ma diamo un po' un'occhiata al

meccanismo delle mani e dei piedi". E, detto questo, mi afferrò

con tale violenza, che mi scricchiolarono le giunture e prese a

svitarmi piedi e mani, costringendoli ora in questa, ora di

nuovo in quest'altra posizione. "Non stanno bene in nessun

modo! E' proprio uguale a prima! Il vecchio sapeva il fatto

suo!" andava sibilando fra i denti Coppelius; ma tutto intorno a

me diventò buio e nero, un crampo improvviso mi attraversò i

nervi e le ossa, non sentii più niente.

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