Museo Marino Marini
Museo Marino Marini brand & image redesign.
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SCUOLA COMICS - FIRENZE - ANNO 2011/2012
PROGETTO DI RESTYLING
E VALORIZZAZIONE
DEL MUSEO MARINO MARINI
REALIZZATO DA:
LORENZ L. BACUS
DARIA DERAKHSHAN
SARA MARSILI
MARIA MODAFFERI
CRISTIANA PEZZATINI
SOMMARIO
SITUAZIONE ATTUALE
• Marino Marini.
Tracce di un artista e di come nasce il museo.
• Analisi dell’architettura interna attuale.
• Le opere.
• Brochure, targhette e segnaletica interna.
• Facciata del museo, piazza e segnaletica stradale.
NEW CONCEPT
• Punti di partenza e fonti d’ispirazione
- Loghi
- Brochure
- Allestimenti interni
- Allestimenti esterni
• Studio di un nuovo logo
- Uso scorretto
- Font utilizzati
- Stationary
• Guida al museo, raccoglitore e ticket
- Nuova brochure
• Nuova segnaletica interna
- Proposta di pannello per la segnaletica interna
• Proposta di pannello informativo interno
• Proposta di targhetta descrittiva
• Studio per una pianta “tipo” del museo
• Studio per il manifesto esterno
• Interventi sulla piazza
- Studio di un manifesto per un evento provvisorio
• Studio per un pannello esterno
- Applicazioni in città
- Applicazioni su strutture
• Viral marketing
• Proposta per il nuovo sito e per il cd del museo
• Proposta per l’inserimento di un nuovo bookstore
• Studio degli articoli per un giftshop
1
MARINO MARINI. TRACCE DI UN ARTISTA
E DI COME NASCE IL MUSEO.
Il museo Marino Marini ha sede nell’ex chiesa di San Pancrazio, una delle più antiche di Firenze. Più volte rimaneggiata nel
corso dei secoli, nella metà del Quattrocento fu restaurata da Leon Battista Alberti che costruì per i Rucellai la cappella del
Santo Sepolcro, nel Settecento Giuseppe Ruggeri rimodernò la chiesa; lasciò intatti i muri originari e vi costruì all’interno
una struttura autonoma, nell’Ottocento, in seguito alle soppressioni napoleoniche, la chiesa divenne sede del lotto, pretura,
infine magazzino dei tabacchi. Allora furono costruiti un ballatoio in ferro che correva lungo il perimetro interno della chiesa
e solai che dividevano in due piani l’altezza della navata. Nel 1808 le colonne e l’architrave furono trasferiti sulla facciata a
costruire il portale, sormontati da una grande lunetta di gusto neoclassico. Divenuta in seguito deposito militare, la chiesa è
stata finalmente destinata a contenere le opere donate a Marino Marini e dalla moglie Marina, e ristrutturata dagli architetti
Lorenzo Papi e Bruno Sacchi che hanno tenuto conto delle volontà espositive dello scultore: spazi ariosi e luce atmosferica,
ovvi requisiti dei luoghi aperti per cui le statue erano state create.
Marino Marini
(1901-1980)
è stato uno dei più
importanti artisti
italiani del Novecento,
soprattutto come
scultore. Nasce a Pistoia,
ma studia arte a Firenze,
prima di trasferirsi a
Monza come insegnante
ed approdare infine alla
prestigiosa Accademia di
Belle Arti di Brera.
Qui è conservata la
seconda collezione per
grandezza delle sue opere,
dopo la raccolta a lui
dedicata nella sua città
natale.
2
ANALISI DELL’ARCHITETTURA INTERNA ATTUALE.
Il complesso è caratterizzato dalla ricca articolazione dei percorsi e dal rapporto
tra le preesistenze murarie e le aggiunte contemporanee. L’ingresso del nuovo
museo, dietro la facciata con le colonne, presenta una controfacciata trasparente
dall’impianto che permette, anche dalla piazza, la totale introspezione dello spazio
interno del museo. Varcato l’ingresso, una contenuta hall immette senza soluzione
di continuità al piano terra. La grande sala ospita le sculture di Marini, volutamente
indirizzate verso l’opera maggiore, per valore artistico come per dimensioni, della
collezione: il grande Cavaliere in bronzo di 6 metri di altezza. Situata al centro
dell’antico presbiterio, la scultura è sovrastata dalla cupola e illuminata dalla parete
trasparente dell’abside. L’esplosione di questo spazio a tutta altezza è preparato
ed enfatizzato dalla soluzione dell’aula, là dove i progettisti hanno deciso di conservare
le massicce travi bullonate ottocentesche a sostegno del nuovo solaio,
così da contrapporre orizzontalità e verticalità, pesantezza e trasparenza. Il tema
dei ballatoi è senz’altro uno dei più interessanti ed è connesso alla fruizione dinamico
cinetica delle opere di Marini. I percorsi infatti si sviluppano su quattro
diverse quote, dopo aver permesso la visione delle opere dall’alto, si raccordano
sul lato opposto in corrispondenza della saletta che ospita piccole sculture e ritratti.
Le due scale principali localizzate nel transetto conducono al terzo livello
dei camminamenti, coincidente con il primo piano; in questo caso il percorso si articola
a 360 gradi, rendendo possibile dall’intero perimetro dell’edificio la visione
dello spazio architettonico e delle opere ospitate. Una scala a chiocciola conduce
infine all’ultimo dei quattro livelli dei ballatoi, presente solo sul lato settentrionale;
qui gli elementi sono addossati alle antiche scalette del cleristorio, risolti con una
struttura in putrelle di ferro bianco, con corrimano ed espositori in legno.
3
LE OPERE.
Le sculture di Marino Marini hanno forme aspre ed essenziali e fra i soggetti più
ricorrenti il cavallo e il cavaliere, esplorato in tutta una gamma di pose e stati d’animo,
dalla stanchezza al pericolo all’erotismo, e la pomona, cioè la tradizionale figura
femminile tondeggiante e spesso gravida simbolo di fecondità dal tempo degli
etruschi. I quasi duecento pezzi sono disposti secondo un ordinamento tematico
che permette al visitatore di accostarsi con libertà al mondo dell’artista. L’allestimento
museale rispetta con grande sensibilità le indicazioni di Marini. Il percorso
si snoda su più livelli: le sculture, in bronzo e in cemento, sono distribuite su tutti
i piani, mentre su quote diverse sono dislocati gessi policromi e tele, ritratti e disegni.
La molteplicità delle tecniche offre un’ulteriore testimonianza degli interessi
dell’artista per le possibilità espressive della forma.
4
BROCHURE, TARGHETTE
E SEGNALETICA INTERNA.
Analizzando il materiale informativo fornito attualmente dal museo, vediamo che
la brochure si presenta con un formato di 21,6 x 41 cm, ripiegabile in tre parti. La
scelta del formato e della forma stessa del depiant è abbastanza inusuale per una
guida al museo, non solo perché all’atto pratico molto scomoda da portare, ma
essendo così ingombrante non invoglia nemmeno i visitatori a conservarla, se non
per il fatto che tutt’oggi viene consegnata a pagamento sotto specifica richiesta.
Inoltre l’impostazione , molto semplice, un po’ vecchio stile e non proprio bella, fa
capire quanto questo aspetto sia stato trascurato all’interno del museo.
5
Oltre alle poche informazioni della guida al museo, troviamo
poi, al piano superiore un altro cartello esplicativo sull’artista
e sulle opere, con un testo sempre molto generico.
Le targhette utilizzate per le informazioni delle varie opere,
senza troppe pretese e senza allontanarsi troppo dallo stile
museale, sono in legno con testo inciso sopra. Anche in questo
caso non è una scelta azzeccatissima sia per la posizione
di alcune che in certi casi appaioni quasi nascoste, sia per il
continuo uso di questo legno (lo ricordiamo in parte dell’architettura)
che alla lunga risulta quasi pesante
La segnaletica interna è pressochè inesistente, salvo per le
uscite di sicurezza e l’estitore indicato da icone standard,
per quanto riguarda il resto, toilette o informazioni generali
si corre il rischio di trovare informazioni stampate su carta.
6
FACCIATA DEL MUSEO, PIAZZA E SEGNALETICA STRADALE.
Il museo è collocato nel centro storico di Firenze, all’interno
della ex-chiesa di San Pancrazio, tra via della Vigna Nuova
e piazza Santa Maria Novella. L’insediamento ecclesiastico
di San Pancrazio, viene costituito dopo il 1100; successivamente
alle monache benedettine subentrano i vallombrosani,
che attuano una radicale ristrutturazione, completata
tra il 1457 e il 1467. Oltre alle informazioni già presentate
nella parte legata all’architettura, possiamo aggiungere che la
facciata resta molto legata alla vecchia struttura, l’unico elemento
che si distacca dall’essere solo una apparente chiesa
è la parte sporgente completamente a vista dalla quale possiamo
intravedere parte dell’interno, dalla quale scorgiamo
inoltre, un’opera dell’artista, come ad invitare ad entrare. Per
il resto, dall’esterno, dista molto dall’idea di museo moderno.
7
La piazza di San Pancrazio è piccolina e abbastanza ben nascosta,
ma pedonale, per questo potrebbe essere sfruttata
maggiormente dal museo per catturare l’attenzione di turisti
o visitatori dato che per il momento resta ancora un museo
un po’ di nicchia, sconosciuto a volte anche agli stessi fiorentini.
Anche la segnaletica stradale lascia un po’ a desisderare,
infatti non vi sono manifesti o segnalazioni in tutta la città
che pubblicizzino il museo o le sue iniziative, tranne i segnali
standard che spesso vengono guardati solo quando si è in
cerca di un posto specifico e non per curiosità.
8
NEW CONCEPT -
PUNTI DI PARTENZA E FONTI D’ISPIRAZIONE
Immagini relative alla ricerca di loghi, brochure e allestimenti museografici, spunti
per l’idea di un restyling della fondazione Marino Marini.
Loghi
9
10
11
Brochure
12
13
Allestimento interno
Allestimento esterno
14
Studio di un nuovo logo
Per dare il giusto restyling a un museo occorre partire dal logo, perché è dal logo
che poi si potrà andare a lavorare su tutte le parti necessarie per dare un nuovo
volto alla fondazione, è il primo punto di collegamento diretto al museo, perciò
dovremo abbandonare l’idea delle due “M” usate fino ad ora, riprese dalla firma
dell’artista e cercare qualcosa di più attuale, ma che possa sempre essere giusto
anche con il trascorrere degli anni. Nella pagina alcuni esempi delle varie proposte.
museo
MUSEO
MARINO
MARINI
MARINO MARINI
MMUSEO
MARINO
MARINI
Museo
Marino Marini
MMUSEO
MARINO
MARINI
15
Il logo definitivo si presenta in due parti
40 mm
distinte: una figurativa e l’altra riportante
il nome della struttura. Per la parte
figurativa è stato scelto di sintetizzare
MUSEO
MARINO
MARINI
con pochi tratti una delle sculture principali,
che attualmente apre la collezione,
il cavaliere a cavallo che troviamo
nella sala a piano terra. Il colore di base
é un grigio intermedio, ma potrà essere
soggetto a cambiamenti nel qual caso
26 mm
MUSEO
MARINO
MARINI
MUSEO
MARINO
MARINI
si presentasse la necessità (promozioni
particolari di mostre, gadget etc).
Le dimensioni possono essere variate,
sempre proporzionalmente, entro la
minima misura di 23,5 x 15,5 mm.
PANTONE 443
C: 0; M:0; Y:0; K: 50
R: 157; G: 157; B: 156
×
MUSEO
MARINO
MARINI
MUSEO
MARINO
MARINI
×
×
×
MUSEO
MARINO
MARINI
×
MUSEO
MARINO
MARINI
× uso scorretto
Azioni che invece non si possono fare con il marchio scelto
sono rappresentate, invece, accanto. Non è possibile, infatti
distorcere il logo o cambiare le proporzioni della figura e del
nome fra di loro, così come dare due colori distinti al logo,
sia la figura, che il nome del museo dovranno avere sempre
lo stesso colore, non due colori diversi. Non si deve inoltre
spostare la scritta o cambiare l’interlinea a nostro piacimento,
tantomento cambiare il font. Si può però usali divisi.
16
Font utilizzati
Studio dei font utilizzati per la realizzazione
del marchio e tutte le applicazioni
museali. Degli allestimenti e collegamenti
interni ed esterni, del museo.
Blair ITC regular
abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
ABCDEFGHiJKLMNOPQRSTUVWXYZ
0123456789
Futura LT Regular
abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
ABCDEFGHJKLMNOPQRSTUVWXYZ
0123456789
17
Stationary
Studio della carta intestata e del biglietto da visita cordinata al museo.
18
MUSEO
MARINO
MARINI
Guida al museo, raccoglitore e ticket
La guida al museo ha la funzione principalmente di raccoglitore, infatti al suo interno troviamo a livello informativo solo le mappe dei piani. È costituita di tre pagine
ripieghevoli l’una su l’altra. Nell’ultima troviamo una sorta di linguetta creata appositamente per inserirci la brochure e il ticket del museo, per avere un unico raccoglitore
e non dover portare dietro “fogli volanti” e poter conservare tutto, come possiamo vedere dall’esempio nell’ultima figura.
Il Museo Marino Marini di Firenze è dedicato a uno dei
più importanti artisti del Novecento italiano. Quasi
duecento pezzi tra sculture, dipinti, disegni ed incisioni
consentono di immergersi appieno nel mondo poetico
dell’artista, fatto di cavalieri, Pomone, giocolieri e
ballerine.
Nato grazie alle donazioni dei coniugi Marini al
Comune di Firenze, il museo propone un itinerario tra le
opere dell’artista, dagli esordi alla tarda attività. Mostre
di giovani artisti internazionali ed eventi legati alla figura
di Marino Marini fanno del museo un significativo punto
di riferimento per l’arte contemporanea a Firenze.
MUSEO
MARINO
MARINI
VISIONE ESTERNA DELLA GUIDA
Museo Marino Marini
Piazza San Pancrazio
50123 Firenze
tel 055 219432
fax 055 289510
Il Museo Marino Marini di Firenze è dedicato a uno dei più importanti
PIANO TERRA
PIANO AMMEZZATO
VISIONE INTERNA DELLA GUIDA
BALLATOIO
Il museo è accessibile
ai diversamente abili.
Visite guidate gratuite
a cura dell’associazione VIVAT
per non vedenti e ipovedenti.
educa@museomarinomarini.it
www.museomarinomarini.it
PRIMO PIANO
MUSEO
MARINO
MARINI
19
TICKET DEL MUSEO
VISIONE DELLA GUIDA COMPLETA DI CONTENUTO
Museo Marino Marini
Piazza San Pancrazio
50123 Firenze
tel 055 219432
fax 055 289510
Il museo è accessibile
ai diversamente abili.
Visite guidate gratuite
a cura dell’associazione VIVAT
per non vedenti e ipovedenti.
educa@museomarinomarini.it
www.museomarinomarini.it
BIGLIETTO D’INGRESSO
PIANO TERRA
PIANO AMMEZZATO
BALLATOIO
PRIMO PIANO
PIANO TERRA
PIANO AMMEZZATO
BALLATOIO
PRIMO PIANO
museo
marino
marini
FONDAZIONE MARINI S. PANCRAZIO ita
MUSEO
MARINO
MARINI
MUSEO
MARINO
MARINI
MUSEO
MARINO
MARINI
20
Brochure
Studio di una nuova brochure informativa
del museo, di un formato rettangolare,
adattabile al raccoglitore, da poter
inserire nell’inserto della guida, inoltre
il nuovo testo è progettato per essere
proposto in più lingue.
MUSEO
MARINO
MARINI
Piazza san pancrazio
50123 Firenze, italia
T +39 055 219432
museo
marino
marini
FONDAZIONE MARINI S. PANCRAZIO
ita
L’ edificio
Il museo marino marini è collocato nel centro storico di firenze, all’interno della ex-chiesa di san
pancrazio, tra via della vigna nuova e piazza santa maria novella. L’insediamento ecclesiastico
di san pancrazio viene costituito in prioria dopo il 1100; alle monache benedettine subentrano i
vallombrosani, che attuano una radicale ristrutturazione del convento. La sua cappella del santo
sepolcro, originariamente comunicante con l’interno della chiesa, viene isolata nel 1808, anno della
soppressione napoleonica e della sconsacrazione di san pancrazio. Un destino di profanazione
attende l’edificio: alla dispersione degli arredi segue l’impiego come lotteria napoleonica, sede
della pretura e poi della manifattura tabacchi, quando un incendio distrusse la muratura absidale;
infine come deposito militare. Questa lunga vicenda si conclude nel 1988 con l’apertura di uno
spazio museale che coniuga antico e moderno: la città ritrova un edificio storico sottratto ad usi
impropri attraverso un’opera di restauro, progettata dagli architetti bruno sacchi e lorenzo papi,
e acquista il primo museo di arte contemporanea.
La mission
La fondazione ha lo scopo di assicurare la conservazione, la tutela, la valorizzazione, l’esposizione
al pubblico delle opere di marino marini, di gestire il museo marino marini situato nella ex chiesa
di san pancrazio a firenze, di promuovere manifestazioni culturali e esposizioni dedicate ad artisti
e tematiche dal novecento alla contemporaneità.
MUSEO
MARINO MARINI
presentazione
21
I cavalieri
bassorilievo; l’origine del tema fu rivelata dallo stesso Marino. Viaggiando nel 1934 in germania,
era stato impressionato dalla statua equestre di un cavaliere nella cattedrale di bamberga, di
epoca medievale; quel solitario cavaliere incoronato si trovava lontano, in un mondo che all’artista
che lo conduce e anche lo disarciona, si ampliò di anno in anno e rese allo scultore celebrità
mondiale. In alcuni esemplari il legame tra il cavaliere e il cavallo divenne quasi simbiotico, come
se l’artista volesse fondere in uno i due corpi per giungere alla rappresentazione di un mitico
forme squadrate.“le mie statue equestri - dirà lo scultore nel 1972 - esprimono il tormento causato
dagli avvenimenti di questo secolo. l’inquietudine del mio cavallo aumenta a ogni nuova opera,
soccombe somigliano a quelle che distrussero sodoma e pompei. io aspiro a rendere visibile l’ultimo
stadio della dissoluzione di un mito, del mito dell’individualismo eroico e vittorioso, dell’uomo di
virtù degli umanisti. la mia opera degli ultimi anni non vuole essere eroica, ma tragica”.
MUSEO
MARINO MARINI
I CAVALIERI
22
Le pomone
“Le mie pomone vivono di un mondo solare, di una poesia solare, di un’umanità piena,
di un’abbondanza, di una grande sensualità. rappresentano una stagione felice, che si
rompe col tempo tragico della guerra. in tutte queste immagini la femminilità si arricchisce
impone invece, una più vasta ricerca di forme, di linee, di masse. le mie donne, che
di approfondire, nell’insieme sempre più unito, più fermo e pure libero e sciolto, il giuoco
dei volumi. ma questa ricerca dei volumi non è il solo proposito dello scultore, il quale non
deve mai dimenticare che ciò che commuove di più, in una scultura è sempre la sua poesia.
il principale problema della scultura può essere in rapporti volumetrici purchè a quelli sia
aggiunta una vivacità, una vita. in tal caso l’oggetto diventa arte.”
MUSEO
MARINO MARINI
LE POMONE
La collezione permanente
Il museo conserva 183 opere di marino marini (1901-1980): sculture, dipinti, disegni e incisioni.
la loro disposizione è tematica piuttosto che cronologica, intendendosi come tema più uno stato
equestre dell’aja (1957-58) collocato nell’epicentro dell’antico spazio liturgico e immerso nella
luce naturale proveniente dalla grande vetrata absidale. Marino considerava la luce naturale
un vincolante elemento di lettura della propria opera: questo criterio è pienamente accolto
e sfruttato nel museo; i punti di osservazione sono molteplici, ovviando così all’avversione
dell’artista per “l’opera sul piedistallo”, concetto assai distante dalla poetica mariniana. Le opere
sono state donate in momenti diversi da marino marini e dalla moglie marina. nel 1980 fu
dipinti, 30 disegni e 30 incisioni. successivamente, nel 1988, la vedova marini donò al comune
museo. nel frattempo il patrimonio museale si è arricchito di ulteriori 25 opere donate dalla
signora marini, dalla signora del vecchio, dal lascito testamentario jesi e dalla signora freccia.
il museo contiene esclusivamente opere di marino marini eseguite tra il 1916 e il 1977, tutte
MUSEO
MARINO MARINI
LA COLLEZIONE
PERMANENTE
23
Le pitture
Come è noto, nell’esperienza formale e tecnica di marino marini vi fu prima la stagione della
pittura e solo dopo il trasferimento in lombardia la plastica prese il sopravvento e gli creò
fama universale. in una piccola sala sulla destra rispetto all’entrata del museo sono raccolte le
suggestive opere dell’attività giovanile, relative agli anni della formazione in toscana. si tratta
di tavolette di piccolo formato, olio su compensato e quindi, purtroppo di estrema fragilità, che
documentano la sua adolescenziale disponibilità alla suggestioni di incantesimi primitiveggianti
- piero della francesca e masaccio come mentori austeri di freschezza e sobrietà - ma anche
o provinciali. nonostante la scelta successiva dell’artista sia in funzione prevalentemente scultorea,
le esperienze pittoriche continueranno a costeggiare con ispirazione e successo l’attività di marino
marini. la sua pittura racconta, con la chiarezza morale e la meravigliosa verità descrittiva di un
nell’arte di marini in perfetta armonia ma anche in dinamica simbiosi e pulsione. i colori, la sua
ricchissima e magica tavolozza, sono completamente inventati; colori nati soltanto dalla fantasia
MUSEO
MARINO MARINI
LE PITTURE
PIANO TERRA
VISITATE IL NOSTRO SITO UFFICIALE DOVE SARETE
AGGIORNATI SU MOSTRE ED EVENTI FIRMATI.
PIANO AMMEZZATO
www.museomarinomarini.it
BALLATOIO
PRIMO PIANO
24
Nuova segnaletica interna
ascensori estintore uscita
guardaroba
toilette toilette biglietteria book shop
rifiuti
scale coffe shop uscita
25
Proposta di pannello per la segnaletica interna
80 cm
MUSEO
MARINO
MARINO
biglietteria
MUSEO
MARINO
MARINO
guardaroba
200 cm
biglietteria
guardaroba
ascensori
ascensori
toilette
toilette
uscita
uscita
26
Proposta di pannello informativo interno
150 cm
60 cm
27
INSERIMENTO DEL PANNELLO ESPLICATIVO
28
Proposta di targhetta descrittiva
La targhetta riprende i colori caldi usati
fin’ora nel tema del restyling e il motivo
del manifesto lo ritroviamo nella cornice,
per dare un tocco di colore in più
ma al tempo stesso per non allontanarsi
completamente da quella che era la
natura iniziale del museo. I colori, infatti
richiamano comunque il tema attualmente
presente del legno come uno
dei materiali principali.
CAVALIERE
bronzo
1953
29
Studio per una pianta tipo del museo
60 cm
50 cm
PIANO TERRA
30
Studio per il manifesto esterno
Il manifesto esterno è stato progettato seguendo il tema scelto per il museo;
il dettaglio del soffito in questo gioco di colori caldi e accesi, atto ad attirare
maggiormente l’attenzione del pubblico e a dargli un tono più contemporaneo e
vivace.
MUSEO
MARINO
MARINO
MUSEO MUSEO
MARINO MARINO
MARINO MARINO
orario
lunedì: 10:00 - 17:00
mercoledì - sabato:
10:00 - 17:00
chiuso il martedì, la
domenica e i giorni
festivi
biglietti
intero: 4
ridotto 2
MUSEO
MARINO
MARINI
orario orario
lunedì: 10:00 lunedì: - 17:00 10:00 - 17:00
mercoledì mercoledì - sabato: - sabato:
10:00 - 17:00 10:00 - 17:00
chiuso il chiuso martedì, il la martedì, la
domenica domenica e i giorni e i giorni
festivi festivi
biglietti biglietti
intero: 4intero: 4
ridotto ridotto 2
2
MUSEO
MARINO
MARINI
MUSEO
MARINO
MARINI
31
Interventi
alla piazza
san Pancrazio
Piazza San Pancrazio, non si può certo
dire che sia una delle piazze principali
o maggiori della città. ma sicuramente
può essere rivalutata, anche valorizzando
il museo che si affaccia su di essa.
Nella foto accanto vediamo due inserimenti
studiati per lo spazio limitrofo al
museo. Innanzitutto le scale, sono state
portate più avanti con un’installazione
in metallo che sovrasta le vecchie scale
in pietra offrendone di nuove per favorire
l’allacciamento di una pedana con
un inclinazione sufficiente a facilitare il
passaggio alle carrozzine o ai diversamente
abili.
Più avanti, è stata progettata una panchina
sulla quale “siede” una copia delle
opere dell’artista, per rimanere collegati
al complesso anche dall’esterno, per
invogliare e incuriosire le persone.
32
Studio per un manifesto
di un evento provvisorio
june 2012
THE “AWAKENED”
BY DAVID LA CHAPELLE
piazza san pancrazio
50123 firenze, italia
MUSEO
MARINO
MARINI
33
Pannello esterno
In questa pagine vediamo alcune possibili installazioni nel
centro storico della città, in luoghi limitrofi e molto trafficati
sia dai fiorentini che dai turisti. Nell’ultima foto vediamo anche
un’ ipotesi di pannello luminoso, una possibile idea per
pubblicizzare il museo anche in orari notturni, dal momento
che talvolta ospita anche eventi serali di natura sociale, ma
per questo non meno interessante.
MUSEO
MARINO
MARINO
MUSEO
MARINO
MARINI
34
Il pannello ha una chiara somiglianza con il manifesto esterno,
lo scopo è infatti quello di far memorizzare alle persone
tale immagine in modo da ricondurla subito al museo Marino
Marini. Le misure però possono variare a seconda della
posizione e della funzione del pannello. In questa pagina vediamo
il progetto per l’inserimento del pannello nello spazio
pubblicitario delle pensiline delle linee ATAF.
35
Viral marketing
Il viral marketing è anch’esso una funzione molto importante
per la rivalutazione del museo. Qui vediamo una possibile
soluzione usando delle icone direzionali da applicare nelle
piazze o per le strade come indicatori di un percorso. In
questo caso la scelta figurativa è meno coplessa ma più sintetica
e immediata per stimolare anche la curiosità di chi osserva.
Sopra un esempio del viral in piazza della Repubblica.
36
Proposta per il nuovo sito e per il cd audio guida al museo
HOME NOTIZIE FONDAZIONE ESPOSIZIONI INFORMAZIONI BOOKSHOP DIDATTICA
PACKAGING DEL CD
37
Proposta per l’inserimento
di un nuovo bookstore
ELABORATO DEL PROGETTO DI INSERIMENTO
Dal momento che il complesso del museo ha una struttura
così particolare e interessente, è un peccato non sfruttare
qualche spazio che in alcuni casi risulta un punto cieco e in
ombra come il sottoscala al piano terra in cui si incrociano
tutte le scale come oggetti sospesi sopra le teste di chi passa.
Nella pagina vediamo il progetto per un ipotetico bookstore
che possa riempire quello spazio dandogli un po’ di luce e
colore in più senza però andare a scontrarsi con quella che
è la struttura già esistente ma anzi, in qualche modo valorizzandola
ulteriormente.
38
Studio degli articoli per un gift shop
In questa pagina delle t-shirt riportanti il logo del museo
39
Sotto degli esempi di possibile oggettistica del museo, sempre con il suo marchio.
40