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<strong>Con</strong> Gesù <strong>sul</strong> <strong>Monte</strong> <strong>delle</strong> Beatitudini<br />
Il Signore concede a chi è afflitto la grazia di toccare i cuori e di salvare gli uomini. Il<br />
suo amore apre una breccia negli animi travagliati e rappresenta un balsamo per coloro che<br />
non hanno speranza. {GMB 23.3}<br />
“Benedetto sia il Dio e Padre nel nostro Signore Gesù Cristo, il Padre misericordioso e<br />
Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra afflizione, affinché, mediante la<br />
consolazione con la quale siamo noi stessi da Dio consolati, possiamo consolare quelli che<br />
si trovano in qualunque afflizione”. 2 Corinzi 1:3, 4. {GMB 23.4}<br />
“Beati i mansueti, perché erediteranno la terra” — Matteo 5:5<br />
Nelle beatitudini si individua un progresso costante nell’esperienza cristiana. Coloro che<br />
hanno capito di aver bisogno del Cristo, coloro che hanno sperimentato la sofferenza a causa<br />
del peccato e hanno condiviso la sua afflizione, impareranno la mansuetudine dal Maestro<br />
divino. {GMB 24.1}<br />
Pagani ed ebrei non apprezzavano le qualità della pazienza e della gentilezza, utili per<br />
arginare il male. L’affermazione di Mosè, ispirata da Dio, quando sosteneva di essere<br />
l’uomo più mite della terra, non veniva considerata dai suoi contemporanei come una dote.<br />
Al contrario suscitava commiserazione e disprezzo. Gesù, invece, elenca la mansuetudine<br />
fra le qualità più importanti per entrare nel suo regno. La sua vita e il suo carattere<br />
rivelavano infatti la bellezza divina di questa preziosa virtù. {GMB 24.2}<br />
Gesù, lo splendore della grazia e della gloria, nonostante fosse “...in forma di Dio, non<br />
considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma spogliò se<br />
stesso, prendendo forma si servo, divenendo simile agli uomini”. Filippesi 2:6, 7. {GMB<br />
24.3}<br />
Egli accettò di condividere l’esperienza umana, nelle varie fasi dell’esistenza, vivendo<br />
non come un re che esige omaggi, ma come un uomo qualunque, con la missione di servire<br />
gli altri. Il suo comportamento non era caratterizzato né da fredda austerità né da fanatismo.<br />
Il Salvatore del mondo aveva una natura 25superiore a quella degli angeli ma la sua maestà<br />
divina era unita a un’umiltà e a una dolcezza tali che tutti ne erano attratti. Gesù aveva<br />
rinunciato a se stesso e in tutto ciò che faceva non vi era nulla di egoistico. Egli<br />
sottometteva ogni cosa alla volontà del Padre. Verso la fine del suo ministero <strong>sul</strong>la terra<br />
poteva dire: “Io ti ho glorificato <strong>sul</strong>la terra, avendo compiuto l’opera che tu mi hai data da<br />
fare”. Giovanni 17:4. Perciò egli ci esorta dicendo: “Prendete su di voi il mio giogo e<br />
imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime<br />
vostre”. Matteo 11:29. “...Se uno vuole venire dietro a me, rinunzi a se stesso, prenda la sua<br />
croce e mi segua” (Matteo 16:24); l’egoismo deve essere eliminato, e non deve più avere la<br />
supremazia nella vita dell’uomo. {GMB 24.4}<br />
Chi contempla l’abnegazione del Cristo e la sua umiltà non potrà fare a meno di<br />
esclamare come Daniele, alla vista di colui che assomigliava a un Figlio dell’uomo: “...Il<br />
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