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Il mistero dell_acqua

Norma e i suoi amici sono a un camp per le vacanze e una sera, dopo aver ascoltato una spaventosa storia attorno al fuoco, decidono di andare nel bosco alla ricerca della misteriosa capanna del terribile racconto... Si perdono e si beccano una punizione: aiutare nonno Osvaldo a curare l’orto della fattoria. Lì si accorgono che l’acqua che alimentava i campi non arriva più... Un mistero da svelare!

Norma e i suoi amici sono a un camp per le vacanze e una sera, dopo aver ascoltato una spaventosa storia attorno al fuoco, decidono di andare nel bosco alla ricerca della misteriosa capanna del terribile racconto...
Si perdono e si beccano una punizione: aiutare nonno Osvaldo a curare l’orto della fattoria. Lì si accorgono che l’acqua che alimentava i campi non arriva più... Un mistero da svelare!

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Che paura!<br />

Avete presente quei cartoni dove la locomotiva fischia<br />

e sbuffa agitandosi come una matta? Ecco, in quel<br />

momento il mio cuore era proprio così. Anche gli altri<br />

del nostro gruppo degli “imbattibili”, come ci piaceva<br />

chiamarci, non erano messi bene. Paolo, che è sempre<br />

pronto a combinarne una, se ne stava rintanato<br />

nel cappuccio <strong>dell</strong>a sua felpa come una tartaruga che cerca<br />

riparo davanti al pericolo. Sembrava ammutolito. Però,<br />

anche in questa situazione, non metteva a tacere<br />

la sua indole protettiva verso gli amici e con gli occhi<br />

cercava di capire come stessero gli altri <strong>dell</strong>a banda.<br />

Non per nulla lo chiamavamo per scherzo “cane da<br />

pastore”, cosa che a lui non dispiaceva, pensando di poter<br />

essere paragonato a un maestoso maremmano dal folto<br />

pelo. C’era Nicolas che, benché più grande di noi<br />

di un anno, se la stava facendo sotto e torturava<br />

il braccialetto portafortuna che sua sorella gli aveva<br />

regalato alcuni mesi prima. Mariam, la mia amica nata<br />

in Egitto e che a scuola è nella mia classe, si era stretta<br />

a me. Non potevo vederla ma la sentivo tremare<br />

come una foglia contro il mio fianco. Mia cugina, Linda,<br />

l’unica capace di tenermi testa in quanto a fegato,<br />

se ne stava immobile, senza parole, ed evitava<br />

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