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La rivista istituzionale del Soccorso Alpino e Speleologico - n. 82, ottobre 2023

Un interessantissimo numero che affronta una tematica di grande attualità: i diversi cambiamenti che stanno interessando la montagna, sia dal punto di vista climatico che delle modalità di frequentazione, in termini di preparazione, consapevolezza e percezione del rischio, con diversi interessanti approfondimenti, tra cui il punto di vista del Presidente del Collegio Nazionale delle Guide Alpine. Per il focus istituzionale, occhi puntati sulle novità relative all’app GeoResq, rinnovata e gratuita per tutti, e sugli adempimenti necessari all’iscrizione al RUNTS di tutti i servizi regionali.

Un interessantissimo numero che affronta una tematica di grande attualità: i diversi cambiamenti che stanno interessando la montagna, sia dal punto di vista climatico che delle modalità di frequentazione, in termini di preparazione, consapevolezza e percezione del rischio, con diversi interessanti approfondimenti, tra cui il punto di vista del Presidente del Collegio Nazionale delle Guide Alpine.
Per il focus istituzionale, occhi puntati sulle novità relative all’app GeoResq, rinnovata e gratuita per tutti, e sugli adempimenti necessari all’iscrizione al RUNTS di tutti i servizi regionali.

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epentini. Dopodiché la conoscenza <strong>del</strong><br />

territorio da una parte, e di quei fenomeni<br />

tipici che possono metterci in allerta<br />

sui pericoli oggettivi esistenti. Infine, arriva<br />

il momento <strong>del</strong>la decisione: andare<br />

o non andare?<br />

In un contesto in mutazione è quindi importante<br />

che le guide alpine sviluppino<br />

competenze per essere in grado di riconoscere<br />

e valutare attentamente i nuovi rischi,<br />

e di gestire, di conseguenza, la situazione.<br />

Solo se si conoscono i segnali che<br />

manifestano un pericolo, è possibile prendere<br />

decisioni responsabili e puntuali.<br />

Ad ogni modo, nelle ultime stagioni<br />

stiamo vedendo che la decisione di interrompere<br />

la salita di determinati itinerari<br />

per via di un rischio residuo alto<br />

viene presa collegialmente dalle scuole o<br />

dalle compagnie <strong>del</strong>le guide. È successo,<br />

ad esempio, per il Cervino, per il Monte<br />

Bianco e il Dente <strong>del</strong> Gigante; un segnale<br />

di responsabilità importante.<br />

Soprattutto dopo la tragedia <strong>del</strong>la<br />

Marmolada <strong>del</strong> 3 luglio 2022 si è<br />

sviluppato un dibattito sul tema<br />

<strong>del</strong>le chiusure <strong>del</strong>le montagne:<br />

secondo lei, è ragionevole pensare<br />

di regolamentare in questi termini<br />

il mondo <strong>del</strong>la montagna in nome<br />

<strong>del</strong>la sicurezza? È opportuno interrogarsi<br />

su quali sentieri e percorsi è<br />

meglio abbandonare o modificare<br />

per evitare le aree potenzialmente<br />

più pericolose?<br />

Quello che si è sempre fatto in montagna,<br />

e che si continua a fare, è trovare<br />

nuovi modi di salire, abbandonando<br />

vecchi itinerari per realizzarne altri. È<br />

quello che succede, solo per fare due<br />

esempi, sulla via Normale <strong>del</strong> Monte<br />

Bianco o sulla Parete nord <strong>del</strong>la Presanella,<br />

una montagna alpinisticamente<br />

quasi morta per il pericolo di crolli dovuti<br />

alla scarsità di neve e alla fusione<br />

<strong>del</strong> ghiacciaio.<br />

Sul tema <strong>del</strong>le chiusure, bisogna fare<br />

una distinzione: un conto sono le chiusure<br />

di ambienti circoscritti fatte per<br />

proteggere da un potenziale pericolo<br />

incombente persone che non vogliono<br />

affrontare il rischio; penso a una pista<br />

da sci, a un abitato o a una strada di<br />

montagna, ad esempio. Un altro conto<br />

se parliamo di chiusure programmate<br />

e coatte sugli itinerari che si sviluppano<br />

al di fuori dei centri abitati, alle<br />

quali sono contrario perché vorrei che<br />

la montagna rimanesse ancora il luogo<br />

dove esiste la possibilità di scelta.<br />

L’alpinismo, e in generale la frequentazione<br />

<strong>del</strong>la montagna, implica libertà<br />

e responsabilità; togliendo la responsabilità<br />

<strong>del</strong>la scelta si toglie anche la<br />

libertà. Premesso che il rischio zero in<br />

montagna non esiste, eventuali “chiusure”<br />

potrebbero essere accettate ma<br />

dovrebbero essere il frutto di un atto<br />

di responsabilità degli alpinisti e <strong>del</strong>le<br />

guide alpine che, dopo una analisi dei<br />

rischi oggettivi, valutano che in un determinato<br />

posto e in un determinato<br />

periodo la frequentazione non è più<br />

ragionevole; penso che in questi ultimi<br />

anni le guide alpine lo abbiano dimostrato<br />

rinunciando alle salite che ho ricordato<br />

nella precedente risposta.<br />

IL COLLEGIO NAZIONALE<br />

GUIDE ALPINE ITALIANE<br />

IN NUMERI<br />

• 1100 Guide Alpine<br />

• 100 Istruttori nazionali guide<br />

alpine<br />

• 400 Specializzati in sistemi<br />

anticaduta e lavori in fune<br />

• 200 Specializzati in canyoning<br />

• 200 Aspiranti Guida<br />

• 200 Accompagnatori di Media<br />

Montagna<br />

• 60 Guide Vulcanologiche<br />

• 14 Collegi Regionali e Provinciali<br />

36 INTERVISTA

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