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L'equazione energetica - Roberto Meregalli

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Una opportunità desiderabile<br />

Accendere la luce è spesso il primo gesto che segue il nostro risveglio quotidiano e<br />

premere l’interruttore per spegnerla è l’ultimo. In mezzo ci sono mille gesti per scaldarci,<br />

muoverci, divertirci, lavorare e riposare, che possiamo fare solo grazie all’abbondanza di<br />

energia di cui godiamo.<br />

Ci siamo abituati ad averne sempre a nostra disposizione, senza mai pensare da dove<br />

viene e come viene prodotta. Solo nei momenti di crisi ci accorgiamo che senza, tutto<br />

cambia.<br />

E oggi viviamo uno di questi momenti.<br />

Il costo del petrolio sale e scende velocemente senza rispettare alcuna regola; tutti<br />

sembrano concordare sul fatto che entro fine secolo ce ne sarà meno e quello che ci sarà<br />

costerà come oro. Ma limitarne l’uso sembra una via obbligata anche per evitare di<br />

emettere troppa CO2 nell’atmosfera da rischiare di sconvolgere il clima, sempre più<br />

turbolento e imprevedibile.<br />

La decisone del governo italiano di costruire una manciata di centrali nucleari per<br />

risolvere il problema, ha generato, come prevedibile, reazioni vivaci.<br />

Ci siamo posti per prima cosa la domanda se è di nuove centrali che abbiamo bisogno, se<br />

davvero viviamo sulle spalle della produzione di altri paesi confinanti. Ma di centrali ne<br />

abbiamo fin troppe abbiamo scoperto, casomai ne abbiamo ancora poche che utilizzano<br />

fonti rinnovabili, un deficit che dovremo recuperare per coprire entro il 2020 la quota del<br />

17% dei nostri consumi energetici. O almeno questo è l’impegno sottoscritto dal nostro<br />

paese a Bruxelles, unitamente a quello di ridurre del 20% i nostri consumi.<br />

Come si risolve quella che l’amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, chiama<br />

l’equazione <strong>energetica</strong>?<br />

In verità le agenzie internazionali una ricetta ce l’hanno proposta da tempo: efficienza e<br />

risparmio energetico. In sostanza ci dicono di non sprecare e di usare la testa nel<br />

progettare e costruire case, scuole, palazzi, mezzi di trasporto, motori, lampadine,<br />

elettrodomestici, eccetera.<br />

Perché il sistema energetico attuale è pieno di sprechi e potremmo vivere con gli stessi<br />

confort, risparmiando abbastanza da non dover costruire nessuna nuova centrale.<br />

Basterebbe ad esempio utilizzare l’energia nella forma più utile all’uso che ne dobbiamo<br />

fare, ad esempio non utilizzare mai elettricità per scaldare, ristrutturare le case in modo da<br />

ridurre di un terzo i consumi (ma si può migliorare molto di più), mangiare prodotti locali<br />

e di stagione (lo sapete che per coltivare i pomodori in serra si consuma energia fino a 50<br />

volte maggiore del loro contenuto energetico?), sviluppare un sistema di trasporti collettivi<br />

decente.<br />

Potremmo così ridurre i nostri consumi annuali dagli attuali 3,1 milioni di tonnellate<br />

equivalenti di petrolio (Mtep), ad 1, che è poi il valore che l’ONU raccomanda per<br />

permettere a tutti gli esseri umani di avere energia e di non emettere troppa CO2.<br />

Ce la possiamo fare e come effetti collaterali avremo un sacco di nuovi posti di lavoro,<br />

meno rifiuti, più sicurezza e un pò più di speranza.<br />

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