Media:Contatto nr. 03 - 2011.pdf - Missione Cattolica Italiana di ...
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Roma 1985, Buenos Aires 1987, Santiago<br />
de Compostela 1989, Czestochowa<br />
1991, Denver 1993, Manila<br />
1995, Parigi 1997, Roma 2000, Toronto<br />
20<strong>03</strong>, Colonia 2005, Sydney 2008 e<br />
poi Madrid 2011, non sono le tappe<br />
fondamentali <strong>di</strong> un qualche evento<br />
sportivo internazionale, ne quelle <strong>di</strong><br />
una tournée <strong>di</strong> una pop band.<br />
Sono invece le tappe <strong>di</strong> un grande<br />
evento che ogni 2 anni fa incontrare<br />
centinaia <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> giovani provenienti<br />
da tutto il pianeta, tutti riuniti<br />
nel nome della fede in Gesù Cristo.<br />
Generate dalla visione lungimirante<br />
e saggia del Sommo Pontefice<br />
Giovanni Paolo II, le Giornate Mon<strong>di</strong>ali<br />
della Gioventù continuano a essere<br />
un punto irremovibile del pontificato<br />
<strong>di</strong> Benedetto XVI, il quale ha<br />
deciso <strong>di</strong> in<strong>di</strong>re a Madrid quest'anno<br />
un nuovo appuntamento dal tema<br />
“Ra<strong>di</strong>cati e fondati in Cristo, sal<strong>di</strong><br />
nella fede” (cfr. Col 2, 7).<br />
Un tema che si contrappone al relativismo<br />
imperante nella societá “libertinista”,<br />
in cui tutto è lecito e<br />
l'unico assoluto è la mancanza <strong>di</strong> un<br />
assoluto, per cui tutto <strong>di</strong>venta moralmente<br />
accettabile e giustificabile.<br />
La catechesi del Santo Padre parte<br />
dalle aspirazioni profonde dell'uomo,<br />
da quel desiderio <strong>di</strong> infinito, <strong>di</strong><br />
bellezza, <strong>di</strong> vastità, <strong>di</strong> una vita più<br />
grande, <strong>di</strong> più ampio respiro. Quante<br />
volte capita che nel bel mezzo delle<br />
nostre occupazioni quoti<strong>di</strong>ani, ci<br />
estraniamo per un momento e ci per<strong>di</strong>amo<br />
a pensare o anche più semplicemente<br />
ci per<strong>di</strong>amo nella bellezza<br />
<strong>di</strong> un tramonto, del mare, del vuoto.<br />
In quel momento sembra che il tempo<br />
si fermi e che nulla ci possa toccare.<br />
Oppure tante volte sentiamo in<br />
noi una tal voglia <strong>di</strong> libertà, <strong>di</strong> grinta,<br />
<strong>di</strong> voler fare del bene, <strong>di</strong> voler<br />
cambiare il mondo.<br />
Sono in questi momenti che l´uomo<br />
puó <strong>di</strong>re <strong>di</strong> stare facendo esperienza<br />
dell´infinito. Si tratta praticamente<br />
<strong>di</strong> un infinito nel finito.<br />
Il Papa va oltre e ci <strong>di</strong>ce che queste<br />
sentimenti <strong>di</strong> respiro universale<br />
“sono segno del fatto che ci ha creati<br />
Lui, che portiamo la sua impronta”.<br />
Pertanto, l'uomo nel momento in cui<br />
si allontana da Cristo, perde la sua<br />
stessa identitá.<br />
Il tema centrale della GMG <strong>di</strong> questo<br />
anno è centrato sull'invito ai giovani<br />
<strong>di</strong> rimanere ra<strong>di</strong>cati e fondati in<br />
Cristo e sal<strong>di</strong> nella fede.<br />
Questa proposta raccoglie tre forti<br />
immagini per delineare i tratti della<br />
sequela nella fede: “ra<strong>di</strong>cato evoca<br />
l’albero e le ra<strong>di</strong>ci che lo alimentano;<br />
fondato si riferisce alla costruzione<br />
<strong>di</strong> una casa; saldo rimanda alla<br />
crescita della forza fisica o morale”.<br />
Nella versione originale della Prima<br />
Lettera <strong>di</strong> San Paolo ai Colossesi, i tre<br />
termini sono dal punto <strong>di</strong> vista grammaticale<br />
dei passivi, a significare che<br />
è Cristo stesso che prende iniziativa<br />
<strong>di</strong> ra<strong>di</strong>care, fondare e rendere sal<strong>di</strong><br />
i credenti.<br />
La prima immagine è quella dell'albero,<br />
fermamente pianto al suolo<br />
tramite le ra<strong>di</strong>ci.<br />
Quali sono le nostre ra<strong>di</strong>ci? Il Papa ci<br />
suggerisce che oltre alle ra<strong>di</strong>ci della<br />
famiglia e della cultura del proprio<br />
Paese <strong>di</strong> appartenenza, bisogna tener<br />
conto anche della ra<strong>di</strong>ci in Dio.<br />
Per il profeta Geremia infatti stendere<br />
le ra<strong>di</strong>ci significa esattamente<br />
riporre la propria fiducia in Dio.<br />
Ed è proprio nei momenti <strong>di</strong> maggior<br />
sconforto umano, quando tutto<br />
sembra farsi irrazionale, assurdo ed<br />
illogico, che viene chiesto a noi cristiani<br />
<strong>di</strong> continuare ad avere fiducia<br />
in Lui e nel progetto <strong>di</strong> vita che Lui<br />
ha in serbo per noi.<br />
Le GMG del 2005 a Colonia, in Germania<br />
Pagina giovani<br />
MADRID 2011 -<br />
"RADICATI E FONDATI IN CRISTO,<br />
SALDI NELLA FEDE"(Col 2,<br />
7)<br />
La seconda immagine è quella <strong>di</strong> una<br />
casa le cui fondamenta sono ben salde<br />
sulla roccia. Per cui anche se arriva<br />
il temporale, la casa non viene trascinata<br />
dalla corrente ma rimane ferma<br />
al suo posto. Il cristiano è chiamato<br />
a mettere in pratica la Parola <strong>di</strong><br />
Dio anche e soprattutto nelle situazioni<br />
più avverse, dove tutto il mondo<br />
sembra andare nella <strong>di</strong>rezione<br />
opposta a quella in<strong>di</strong>cata dal Signore;<br />
quando gli amici e i colleghi sul<br />
posto <strong>di</strong> lavoro ci lanciano sguar<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
derisione o a volte <strong>di</strong> quasi compassione<br />
per la nostra “stranezza”.<br />
La terza ed ultima immagine è quella<br />
più forte con un respiro più ampio<br />
e filosofico. Si riferisce infatti alla<br />
contrapposizione della fede in Cristo<br />
al pensiero laicista dominante e alle<br />
pratiche religiose altre che allontano<br />
dalla Verità. La nostra fede considera<br />
la morte e la resurezione <strong>di</strong> Cristo<br />
come il massimo esempio <strong>di</strong> sacrificio<br />
<strong>di</strong> amore. Le altre filosofie considerano<br />
la croce come stoltezza. Anche<br />
a noi la croce spaventa. Se Cristo che<br />
è Dio ha dovuto soffrire e patire sulla<br />
croce, cosa succederà a noi povere<br />
creature? Ma il Signore ci invita<br />
a considerare la croce come sacrificio<br />
<strong>di</strong> amore per il bene del prossimo<br />
e per la realizzazione del Regno<br />
<strong>di</strong> Dio. Si tratta <strong>di</strong> morire a se stessi<br />
per rinascere in Cristo e riportare<br />
l´umanità alle sorgente inesauribile<br />
della felicitá, che sta nel donarsi agli<br />
altri con cuore sincero.<br />
Il Papa affida questi compiti a noi<br />
giovani. Ciascuno nel suo piccolo<br />
quoti<strong>di</strong>ano saprà sicuramente rispondere<br />
a questo invito.<br />
A questo punto è tutto nelle nostre<br />
mani: Duc in altum! Pren<strong>di</strong> il largo!<br />
L. Zaza<br />
<strong>Contatto</strong> Maggio-Giugno-Luglio 2011 11