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66 Dossier emigrazione FOTOGRAFIA DELLA COMUNITÀ ITALIANA IN BAVIERA I cittadini italiani residenti nella circoscrizione consolare di Monaco di Baviera sono poco oltre 100.000 e rappresentano la terza comunità straniera dopo quella turca ed austriaca. Circa metà della collettività risiede nell’Oberbayern. Monaco (con poco meno di 25.000 italiani), Norimberga (con poco più di 7.000), Augsburg (con poco più di 4.000) sono le tre città a più forte presenza di connazionali. È una comunità prevalentemente maschile (57% di uomini, 43% di donne) e giovane (il 43% ha meno di trent’anni, l’8% più di sessantacinque). In crescita i doppi cittadini, che rappresentano un settore consistente della comunità (le Autorità locali registrano circa 77.000 italiani, evidentemente non considerando i nostri connazionali che sono anche cit- Contatto Maggio-Giugno-Luglio 2011 tadini tedeschi). Le naturalizzazioni al traino della legge che permette la doppia cittadinanza riguardano assai di più coloro trasferitisi qui di recente per motivi professionali o familiari, mentre gli italiani della “prima emigrazione” sembrano purtroppo meno interessati. È in aumento il numero dei matrimoni misti: dei matrimoni registrati negli ultimi 6 anni al Consolato Generale, solo il 15% è fra cittadini italiani, mentre il 67% è con un cittadino tedesco e il restante 18% è con un cittadino straniero non-tedesco. Da notare l’alto tasso di giovani cittadini italiani nati al di fuori dell’isti- tuto matrimoniale. Quasi la metà degli italiani (45,59%) ha il titolo di scuola media, il 18,11% ha il diploma, il 14,52% la licenza elementare ed il 9,58% la laurea. Il 12,19% non ha alcun titolo di studio. Diverso è il livello del successo scolastico fra i giovani di famiglie solamente italiane e quelli di famiglie italotedesche. Nel primo caso, i giovani italiani risultano fra le comunità col più alto tasso di presenze nelle Förderschulen e nelle Hauptschulen e col più basso tasso di presenze nei ginnasi. I giovani delle famiglie binazionali invece non si differenziano dai loro coetanei tedeschi. Dal punto di vista professionale prevalgono le figure dell’“operaio” (26,05%) e degli “artigiani, commercianti e addetti del settore alberghiero” (21,35%). Solo lo 0,79% è dirigente e il 2,63% libero professionista. Il numero dei detenuti italiani nelle carceri bavaresi si aggira stabilmente attorno alle 150 unità, molti dei quali non residenti in Germania ed arrestati per traffico di droga. Una sfida particolare è rappresentata dalla criminalità organizzata ita-
liana, che interessa alcune zone della Baviera. La nostra collettività si segnala purtroppo per un basso tasso di partecipazione alla vita politica locale ed il conseguente scarso peso negli equilibri politici in Baviera. Eloquenti risultano i dati delle ultime elezioni amministrative del marzo 2008, sia in termini di partecipazione al voto (circa 8%), che di candidati italiani eletti. La partecipazione diminuisce anche verso l’associazionismo tradizionale, che perde sempre più la sua attrattiva, specialmente tra le giovani generazioni. Le due “anime” della Comunità italiana Accanto alla cosiddetta “emigrazione tradizionale” (costituitasi soprattutto tra gli anni ’50 e la metà degli anni ’80) si è affiancata - con scarsa comunicazione - la nuova mobilità di natura professionale, più recente e numericamente meno significativa, ma comunque importante. La comunità della “emigrazione tradizionale” si percepisce ed è percepita dai tedeschi come ben integrata, ma esistono ancora ampi margini di crescita sul piano sociale, culturale ed economico. Crescita che deve passare innanzitutto attraverso un miglioramento dei risultati scolastici dei nostri ragazzi. La cosiddetta “nuova emigrazione” di origine professionale è difficilmente quantificabile sul piano della consistenza numerica (perché non tutta registrata presso l’Anagrafe Consolare), inserita nel contesto locale e quindi in generale meno interessata a forme di aggregazione “italiana”. Iniziando con i funzionari internazionali, presso l’Ufficio Europeo dei Brevetti e lo European Southern Observatory di Monaco lavorano complessivamente circa 380 italiani, anche con posizioni dirigenziali. All’interno di ciascuna delle due istituzioni opera un’Associazione dei Funzionari Italiani che, insieme all’Associazione dei Genitori della Scuola Europea e all’associazione degli ex-studenti dell’Università Bocconi, sono le uniche espressioni di associazionismo della “nuova emigrazione”. Luogo di nascita degli italiani nella Circoscrizione Consolare di Monaco di Baviera Tipo di scuola frequentato nell’anno scolastico 2009/2010 dagli scolari italiani nella Circoscrizione Consolare di Monaco di Baviera Abbiamo italiani nell’ambiente finanziario e imprenditoriale, anche con figure di rilievo all’interno del mondo economico locale. Nostri concittadini siedono nei Consigli d’Amministrazione o occupano posizioni di vertice di importanti aziende tedesche. E numerosi operano nelle circa 120 aziende e nelle 4 banche italiane qui presenti, oppure sono attivi come liberi professionisti (per lo più nel settore legale e medico, con eccellenze nel campo del tessile, dei media, del commercio, ecc.). Significativa è la rappresentanza nel mondo scientifico, con almeno quattro insigniti di importanti premi internazionali negli istituti di ricerca presenti a Monaco e nei dintorni. Circa trecento studenti universitari italiani completano poi la presenza italiana in campo accademico. Nostri ufficiali sono attivi presso consorzi e società che sviluppano velivoli militari, oppure presso la NATO School di Oberammergau ed il George Marshall Centre a Garmisch-Partenkirchen. Di rilievo infine il settore culturale, con rilevanti personalità, anche in istituzioni bavaresi. Per riassumere, quella italiana in Baviera è una collettività nel suo complesso più numerosa e meno omogenea che in passato, con poca coesione fra le sue diverse componenti e scarso interesse verso la politica locale, ma con una presenza significativa nel panorama tedesco. Una comunità rispetto alla quale le tradizionali forme di intervento da parte dello Stato italiano sono da ripensare, perchè sviluppate in periodi storici ormai superati. Claudio Cumani Contatto Maggio-Giugno-Luglio 2011 7
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