ITINERARIO - DF Sport Specialist
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MTB traversata delle Dolomiti<br />
dobbiamo arrivare, che fatica dobbiamo fare. Chiediamo ad un<br />
signore gentile che con un largo sorriso ci risponde: “oooh lassù<br />
sarà a più di 3000 metri! Forse 3300...Ci son andato da bambino,<br />
ma è lontano èh; mica ci arrivate oggi... con le bici poi non ci<br />
arrivate proprio! Dovete lasciarle qui!” e ridicchia.... A Stefano<br />
e Valentino sale anche un po’ di nervosismo nei miei confronti<br />
quale organizzatrice dell’itinerario... ma a me mica mi convince il<br />
tipo ! Sono certa che quando ho studiato il percorso, non c’erano<br />
affatto quote così elevate e difficoltà alpinistiche, quindi richiedo<br />
ad un altro buon uomo che più concretamente ci dice che il rifugio<br />
è attorno ai 2400 mt: sia lodato il cielo! Rianimati dalla buona<br />
novella riprendiamo vigore e da Cavallar, ultimo paesino della Val<br />
di Rabbi, attacchiamo la bella salita al rifugio pedalabilissima fino<br />
a quota 2300 mt. sebbene le pendenze ci fan pensare di avere i<br />
freni tirati. Gli ultimi 100 mt di dislivello bisogna invece scendere<br />
e spingere, ma il rifugio appena là sopra e le bellezze tutt’attorno<br />
rendono piacevole anche questa mezz’oretta. Attendiamo il<br />
tramonto ai 2500 mt. dei Laghi di Corvo, luogo già di suo davvero<br />
delizioso che diventa un sogno quando “l’enrosadira” ridipinge<br />
lo scenario coi suoi pastelli: tutto diventa d’oro, poi si fa color<br />
pesca, ma un attimo dopo il carminio prende il sopravvento fin<br />
quasi al violetto e si resta li, occhi sganai come in estasi, finché<br />
il sole cala dietro le alture. Bellissime le serate nei rifugi d’alta<br />
quota e scopriamo che questo ai Laghi di Corvo originariamente<br />
venne costruito come piccolo riparo ai confini del cielo da un<br />
gruppetto di ragazzotti per nascondersi e sfuggire al primo<br />
conflitto mondiale.... incredibile ! Passarono quassù a 2400<br />
mt alcuni anni nascosti al mondo, quindi anche alcuni lunghi e<br />
rigidissimi inverni: e noi che ci lamentiamo per qualche ora in più<br />
al lavoro che ci toglie tempo alle pedalate !<br />
Il mattino seguente partiamo presto per godere dell’alba al passo<br />
di Rabbi ed in effetti valeva proprio la pena: e chi vorrebbe mai<br />
lasciare bellezze simili. La discesa fino a Merano è lunga ben<br />
45 km: vi lascio immaginare lo spasso! Tornati nella civiltà ne<br />
approfittiamo per cambiare le pastiglie del freni, lavare bene gli<br />
ingranaggi, oliare le catene, comprare un paio di camere d’aria e<br />
D A I N O S T R I T E S T I M O N I A L S<br />
poi via verso il Passo del Giovo che è la nostra sommità odierna<br />
e stavolta per raggiungerlo ci tocca fare alcuni km su asfalto. La<br />
cosa si rivela comunque simpatica perché ingaggiamo competitive<br />
sfide con i “cugini scarsi” stradisti che si concludono in cima con<br />
un tripudio di shakertorte, strudel, krapfen, birra e speck ! Voliamo<br />
su Vipiteno a conclusione tappa dove ci raggiungono Armando e<br />
Simone per gli ultimi 3 giorni. Resto sbalordita dagli zaini che si<br />
son portati appreso i due: mica possono pedalare con in spalla<br />
‘ste zavorre! Perciò li svuoto sul letto e comincio la cernita:<br />
“questo si, questo no...” fino a dimezzare il peso. Ma Armando si<br />
intestardisce, non vuole lasciare alcune cose e soprattutto non<br />
vuole mollare l’imponente porta pacchi che ha montato sul retro<br />
andando a pesare esageratamente anche sul forcellino.... Non<br />
c’è verso di far cambiare idea ad Armando quindi lascio perdere<br />
concludendo semplicemente con un perentorio: “Miseria! Domani<br />
saremo fermi...”. Ma mica pensavo ad un tale disastro ! Nel primo<br />
accenno di discesa ormai in territorio Austriaco tengo Armando<br />
davanti a me curato a vista perché lo zaino sul portapacchi lo<br />
sbalestra a manca e a destra: guardingo cerca di saltare un<br />
sasso in mezzo al sentiero, ma come la ruota posteriore ritocca<br />
il terreno... CRAAAAACKKK ! Rumore infernale, deragliatore e<br />
pacco pignoni vengono fagocitati dalla ruota posteriore, il telaio<br />
cede, Armando ruzzola a terra: ma che è sto tsunami ?!<br />
Il forcellino fatto a pezzi: tutto ha ceduto.... Ci sta un “l’avevo<br />
detto” con forte incazzatura ? Certo che si, ma siamo in vacanza...<br />
Tiriamo fuori tutta l’attrezzistica disponibile e qualche ricordo<br />
dal “Manuale delle Giovani Marmotte” per giuntare la catena,<br />
assemblare e bloccare il forcellino, smontare quel catafalco<br />
del portapacchi... Intanto ovviamente ci raggiunge il temporale,<br />
ma per fortuna è tutta discesa e precariamente approdiamo a<br />
Mayerhoffen (non prevista nel tour) dove Armando abbandona<br />
e saluta la propria inutilizzabile bici e ne noleggia una per<br />
concludere la traversata.<br />
Il giorno successivo partiamo col cielo terso e la Zillertal ci<br />
accoglie splendida nel suo abito da festa, ma al Geiselmjock ci<br />
sorprende qualche fulmine e accanto al recinto delle mucche<br />
sento scossette di elettricità pure... nella mia bici ! Sarà che è<br />
tutta in carbonio, sarà che siam vicini ai fili elettrici, ma scendo<br />
al volo e la mollo lì dov’è per lo spavento ! Passato l’allarme e<br />
tornato il sole, scendiamo la lunghissima Zillertal e risaliamo ad<br />
Achensee già assai vicini al confine teutonico.<br />
Le vette dolomitiche ed alpine sono ormai alle spalle: domani<br />
entreremo in foresta nera, i paesaggi cambieranno, ma<br />
soprattuto diverse saranno le pendenze. Così pensiamo di fare<br />
una sola tappa fino a Monaco perchè anche se lunga, ha un<br />
bel fondo ciclabile, non ha grossi dislivelli e noi ci sentiamo dei<br />
leoni. Tuttavia l’indomani ci rincorrono nuvoloni neri: riusciamo<br />
a raggiungere il Tagernsee ma ad un certo punto la pioggia<br />
si fa torrenziale perciò ad una cinquantina di km da Monaco,<br />
carichiamo le MTB sul treno e comodamente ronfando arriviamo<br />
nella grande città ugualmente felici. Domani penseremo al treno<br />
per il rientro in Italia e ... alla prossima avventura ciclistica !