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itinerario religioso comprendente san saturnino e ... - Visit Cagliari

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Bonaria, alla nostra sinistra. Gli edifici attigui al <strong>san</strong>tuario sono quelli del convento<br />

dell’Ordine.<br />

Alle estremità della piazza sono posti due monumenti in bronzo, realizzati dallo scultore<br />

Franco d’Aspro, e commissionati in occasione della visita di papa Paolo VI, il 24 aprile 1970. Il<br />

monumento sulla sinistra raffigura un vascello in balia dei venti; quello sulla destra la<br />

Vergine di Bonaria con una barca in mano.<br />

Portiamo la nostra attenzione dapprima sul <strong>san</strong>tuario, il piccolo edificio posto sulla sinistra<br />

della grande basilica. Questa è la chiesetta fatta edificare dall’infante Alfonso nel 1325<br />

all’interno del suo accampamento militare. La facciata però non è quella originaria. Negli anni<br />

Cinquanta del Novecento la navata del <strong>san</strong>tuario venne leggermente allungata per portare la<br />

sua facciata in asse con quella della basilica. La nuova facciata venne progettata in forme<br />

sobrie, con uno “stile a capanna”, cioè con le falde del tetto a spiovente e un grande rosone<br />

centrale che garantisce l’illuminazione dell’interno.<br />

Il portale è di reimpiego: proviene dalla chiesa cagliaritana di San Francesco di Stampace,<br />

distrutta da un fulmine che nel 1871 ne colpì il campanile. Nella lunetta che lo sovrasta è<br />

posta una statua in bronzo della Vergine di Bonaria.<br />

Nel 1370 un evento prodigioso, narrato nella traccia n° 13 di questa audioguida, fece sì che un<br />

grande numero di fedeli e pellegrini, in particolare naviganti, arrivasse devotamente al<br />

<strong>san</strong>tuario. Nei primi anni del XVIII secolo, visto il grande afflusso di pellegrini al <strong>san</strong>tuario, i<br />

frati Mercedari decisero di edificare una chiesa più grande. La prima pietra del nuovo edificio<br />

<strong>religioso</strong> fu posta il 25 marzo del 1704 e subirono numerose interruzioni per circa due secoli.<br />

Alla fine dell’Ottocento vennero però ripresi i lavori. Nel 1907 papa Pio X proclamò la Vergine<br />

di Bonaria patrona massima della Sardegna, così che nel 1910 fu chiamato a dirigere il nuovo<br />

cantiere l’ingegner Simonetti. Finalmente, nel 1926, la chiesa venne terminata, e il papa Pio<br />

XI le conferì il titolo di “basilica minore”.<br />

La facciata è costruita in conci in calcare bianco ed è suddivisa in due ordini: in quello<br />

superiore si apre la loggia delle benedizioni, sormontata da un timpano al cui interno è posto<br />

lo stemma dell’Ordine della Mercede; in quello inferiore si trovano tre fornici, corrispondenti<br />

ad altrettante navate, e che conducono al pronao, lo spazio coperto che precede l’ingresso vero<br />

e proprio. Entriamo adesso nel <strong>san</strong>tuario.<br />

12. Il Santuario di Nostra Signora di Bonaria. Interno<br />

Ci troviamo all’interno del Santuario di Nostra Signora di Bonaria.<br />

È una piccola chiesa a navata unica la cui copertura, originariamente lignea, si presenta ora a<br />

botte ogivale scandita da sottarchi. L’architettura deriva dai modelli gotico-catalani e ricalca<br />

l’esempio della cappella di Sant’Agata all’interno del palazzo reale di Barcellona.<br />

Nel XVI secolo vennero aperte sette cappelle laterali tra i contrafforti che sorreggevano le<br />

murature: tre sul lato sinistro, e quattro sul lato destro. Quando nel XVIII secolo si iniziò a<br />

costruire l’adiacente basilica, con cui il <strong>san</strong>tuario ha la parete destra in comune, si rese<br />

necessario rimpicciolire le cappelle sul lato destro della navata, che divennero semplici altari.<br />

<strong>Visit</strong>iamo il <strong>san</strong>tuario partendo dal lato destro dell’ingresso. L’ultimo altare che si trova su<br />

questo lato è quello dedicato alla Madonna del Miracolo, vicino al quale è collocata la piccola<br />

statua della Vergine seduta in trono col Bambino, venerata fin dal 1336, e conosciuta col nome<br />

di Madonna del Miracolo. Si racconta che un soldato sfidò al gioco delle carte un suo<br />

commilitone, ponendo la condizione che avrebbero giocato finché uno dei due non avesse perso<br />

tutto. Il soldato si recò allora nella vicina chiesetta aragonese e, arrivato davanti alla statua,<br />

che all’epoca era posta sull’altare maggiore, le chiese aiuto nella partita, minacciandola di<br />

colpirla con la sua spada nel caso avesse perso. Lo sfidante perse tutto quello che aveva, anche<br />

i vestiti e la spada, così, preso dalla rabbia, riprese furiosamente la sua spada e si recò in<br />

chiesa per mantenere la promessa; appena il soldato colpì la statua, sul collo, questa sgorgò<br />

<strong>san</strong>gue. La ferita si poteva vedere ancora fino all’ultimo restauro, mentre fino al XVI secolo si<br />

poteva ancora vedere la spada del soldato appesa sull’altare.<br />

Fermiamoci ora di fronte all’altare maggiore, che si trova sul presbiterio rialzato, all’interno di<br />

un’abside poligonale coperto con una volta a crociera ombrelliforme. All’interno del tiburio

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