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itinerario religioso comprendente san saturnino e ... - Visit Cagliari

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Le pendici del colle dovettero essere utilizzate a scopo funerario fin dall’epoca punica, nel IV<br />

secolo a. C., ma niente permane oggi di questa fase più antica.<br />

Non entrate ora a visitare lo spazio delle tombe; ci fermeremo lì al termine del percorso di<br />

visita del parco, seguendo le indicazioni dell’audioguida.<br />

Terminata la salita, fermiamoci sulla sommità del colle, nella piazza antistante la basilica.<br />

10. Il colle di Bonaria<br />

Ci troviamo sulla cima del colle di Bonaria.<br />

Alla nostra sinistra il complesso <strong>religioso</strong> di Nostra Signora di Bonaria, composto dalla<br />

basilica minore, l’attiguo <strong>san</strong>tuario e il convento dei frati Mercedari, che ospita il museo.<br />

Alla nostra destra vediamo lo specchio di mare col porticciolo di “Su Siccu” e la scalinata<br />

monumentale, che parte dal sagrato della basilica e giunge fino al sottostante viale Diaz.<br />

Il progetto dell’articolata scalinata è degli architetti romani Adriano e Lucio Cambellotti; i<br />

lavori per la sua costruzione terminarono nel 1967, senza che il progetto originario venisse<br />

portato a termine. Questo prevedeva infatti anche un ninfeo con una cascata d’acqua, ma la<br />

realizzazione dell’impianto idraulico risultò troppo complessa. Durante i lavori di costruzione<br />

sono state ritrovate delle tombe paleocristiane ad arcosolio, che si possono scorgere ai lati della<br />

gradinata.<br />

Durante il Medioevo, nel periodo giudicale, la capitale del giudicato di <strong>Cagliari</strong> si sviluppava<br />

nell’area di Santa Gilla e si chiamava Santa Igia. Al culmine delle ingerenze della Repubblica<br />

Marinara di Pisa nella politica dell’Isola, e del giudicato di <strong>Cagliari</strong> in particolare, nel 1216<br />

Lamberto Visconti, fratello del podestà di Pisa e giudice di Gallura, costrinse la giudicessa di<br />

<strong>Cagliari</strong>, Benedetta, a fargli dono della rocca di Castello, che vediamo alle nostre spalle. I<br />

Pi<strong>san</strong>i distrussero Santa Igia e costruirono la nuova capitale proprio sulla rocca di Castello,<br />

che fortificarono con poderose mura e numerose torri. Le mire di conquista pi<strong>san</strong>e furono però<br />

interrotte dall’ascesa al soglio pontificio di Bonifacio VIII. Nell’aprile del 1297, con la bolla<br />

Super Reges, il papa istituì il Regno di Sardegna e Corsica, e lo concesse alla Corona di<br />

Aragona, nella persona del re Giacomo II. Il sovrano d’Aragona però, per poter prendere<br />

possesso del territorio donatogli dal papa, doveva prima conquistarlo, così che nel 1323 (ben<br />

ventisei anni dopo la concessione del titolo) il suo esercito iniziò la conquista dell’Isola.<br />

L’esercito aragonese era guidato dall’infante Alfonso che, quando giunse nel territorio della<br />

città di <strong>Cagliari</strong>, fece accampare le sue truppe proprio qui, sul colle di Bonaria. Questa era una<br />

posizione strategica, perché posta su un’altura, con il mare vicino, e soprattutto perché da qui<br />

si poteva controllare la vicina rocca di Castello. L’infante Alfonso munì il colle di Bonaria di<br />

fortificazioni, che inglobarono anche la vicina basilica di San Saturnino col monastero, fece<br />

costruire un edificio con magazzini, delle torri, e anche una chiesetta, che dedicò alla<br />

Santissima Trinità e alla Vergine Maria. Gli Aragonesi battezzarono il colle col nome di Bon<br />

Ayre, e dal 1330 la chiesetta era conosciuta col titolo di Santa Maria di Bon Ayre.<br />

L’anno seguente, nel 1324, al termine di una battaglia combattuta contro i Pi<strong>san</strong>i nel territorio<br />

pianeggiante che si estende tra i colli di Castello e di Bonaria, l’infante Alfonso sconfisse i<br />

Pi<strong>san</strong>i, così che la Corona d’Aragona si impossessò del Giudicato di <strong>Cagliari</strong>. Da qui, poi, partì<br />

la conquista dell’Isola.<br />

La cittadella fortificata fatta costruire dagli Aragonesi su questo colle divenne la capitale del<br />

nuovo regno, ma cadde presto in rovina, perché una volta cacciati definitivamente i Pi<strong>san</strong>i da<br />

Castello, nel 1336 si convinsero tutti i catalani che risiedevano a Bonaria a trasferirsi lì. La<br />

chiesetta dedicata alla Vergine di Bon Ayre, l’attuale <strong>san</strong>tuario, continuò però ad essere<br />

officiata e dal 1335 fu data alla comunità religiosa fondata dal padre mercedario Carlo<br />

Catalano.<br />

11. Nostra Signora di Bonaria. Esterno<br />

Sul piazzale realizzato in pietra, al cui centro campeggia lo stemma dell’Ordine dei frati<br />

Mercedari, si affacciano la basilica minore di Bonaria, la cui facciata è stata realizzata con<br />

pietra calcarea bianca estratta dalle cave del colle, e il piccolo <strong>san</strong>tuario della Vergine di

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