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itinerario religioso comprendente san saturnino e ... - Visit Cagliari

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Questo nuovo edificio, di cui vediamo oggi il grande corpo quadrato davanti a noi, è chiamato<br />

martyrium, cioè un edificio <strong>religioso</strong> costruito sopra la tomba di un martire. La Sardegna<br />

faceva ora parte dell’Impero d’Oriente; la comunità fondata da Fulgenzio era di stampo<br />

orientale, cosicché il modello della nuova costruzione venne proprio da quei territori. Il suo<br />

prototipo doveva essere quello della chiesa dedicata ai Santi Apostoli a Costantinopoli, nella<br />

fase di ricostruzione giustinianea (536-550).<br />

Della basilica cagliaritana del periodo bizantino, del VI secolo, oggi visibile spicca l’imponenza<br />

del corpo centrale a pianta quadrata, innalzato su quattro massicci pilastri sormontati da<br />

arconi, che sostengono una cupola; da questa struttura centrale dovevano dipartirsi quattro<br />

bracci, disposti a croce e suddivisi in tre navate ciascuno.<br />

Attualmente vedete tre grandi vetrate che chiudono il corpo centrale: una davanti a noi, e due<br />

ai nostri lati; sono state aggiunte durante i lavori di restauro del 1994 e servono per chiudere<br />

il dado là dove si innestavano le navate. Il lato del dado dietro a quello che vediamo è invece<br />

collegato alla navata in cui si apre l’abside della basilica, costruita sopra quella del periodo<br />

bizantino.<br />

4. La basilica di San Saturnino. Esterno. La ristrutturazione vittorina<br />

La basilica di San Saturnino che vedete oggi nelle sue forme attuali è frutto della<br />

ristrutturazione che operarono i monaci Vittorini di Marsiglia, appartenenti all’ordine dei<br />

Benedettini.<br />

I Vittorini furono chiamati a <strong>Cagliari</strong> nel 1089, da papa Gregorio VII. A questa data la<br />

Sardegna era divisa in quattro giudicati, veri e propri regni indipendenti, ognuno retto da uno<br />

iudex. Erano i Giudicati di <strong>Cagliari</strong>, di Arborea, di Torres e di Gallura. La volontà papale era<br />

di spegnere le tendenze autonomiste del clero dei giudicati, di sottomettere i giudici sardi, e di<br />

eliminare i resti del culto cristiano greco-orientale a favore di quello latino.<br />

Il giudice di <strong>Cagliari</strong> si piegò alla volontà del papa per non incorrere in una guerra e in un’<br />

eventuale perdita del Giudicato; per queste ragioni, prima del 1080, ricevette in città il legato<br />

pontificio e iniziò a fare delle donazioni all’ordine dei Vittorini, particolarmente vicino al papa.<br />

Il giudice di <strong>Cagliari</strong> Costantino Salusio II di Lacon Gunale, continuando la politica del padre,<br />

nel 1089 donò il <strong>san</strong>tuario martiriale di San Saturnino di <strong>Cagliari</strong> ai Vittorini. Questi monaci<br />

lavorarono quasi trent’anni al rinnovamento della chiesa, seguendo le coordinate<br />

dell’installazione precedente e utilizzando forme protoromaniche eseguite sotto la direzione di<br />

un architetto provenzale. La nuova struttura fu consacrata nel 1119.<br />

La basilica era a croce latina, e i bracci erano divisi in tre navate. Davanti a noi quello che<br />

resta della facciata della basilica, su cui si apriva un portale d’ingresso principale e due<br />

laterali, a cui corrispondevano altrettante navate. In realtà i due ingressi minori sono stati<br />

ricostruiti durante i lavori di restauro eseguiti negli anni ’50, rifacendosi al modello dell’unica<br />

porta romanica integra della basilica, che si trova al lato dell’abside.<br />

Girando intorno alla basilica, partendo dalla nostra sinistra, osserviamo che l’esterno della<br />

navata superstite dell’edificio, quella dove si trova l’abside, è coronato da una fascia di archetti<br />

pensili in calcare, poggianti su mensoline decorate in vario modo. Tutto il perimetro della<br />

basilica era decorato in questa maniera.<br />

Un tratto distintivo della fabbrica romanica è l’uso abbondante di materiale di reimpiego, che<br />

non si limitò al riutilizzo di colonne, capitelli, basi e altri marmi, ma anche di una grande<br />

quantità di epigrafi latine ed urne cinerarie fenicio-puniche. Queste ultime sono ancora visibili<br />

ai lati della navata superstite, e sono gli oculi circolari disposti sia nella parte alta che in<br />

quella più in basso. Il reimpiego non era dettato solo da motivi economici, ma anche da quelli<br />

antiquari, in funzione della loro valenza rappresentativa.<br />

L’abside della basilica, infine, difficilmente visibile dall’esterno della recinzione, è<br />

semicircolare, e doveva essere decorato anch’esso con archetti pensili.<br />

Se avete scelto il percorso ridotto, dirigetevii verso la chiesa di San Lucifero e vai alla traccia 6.

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