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Il Guado dell'Antico Mulino - Novembre 2011 - Sanpietroingu .net

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Figura 2. Tratto della via Appia Figura 3. Lastricato (accanto alla chiesa di S. Lorenzo a Vicenza)<br />

in quanto trova un più facile sfogo scendendo<br />

verso il fiume stesso.E qui scopriamo un altro<br />

fatto interessante: le risorgive si stanno allontanando<br />

sempre di più dal fiume, infatti quelle<br />

più prossime al Brenta, attive solo pochi anni<br />

fa, sono scomparse. In pratica la “frattura” nella<br />

fascia provocata dal Brenta si sta allargando.<br />

Perché? Sembra che la causa siano le escavazioni<br />

di ghiaia nel letto del fiume che con l’andare<br />

degli anni ne hanno abbassato il livello, facendo<br />

sì che sempre più acqua venga riversata dal terreno<br />

circostante nel letto del fiume stesso, impedendo<br />

quindi la risalita verso la superficie.<br />

Se consideriamo anche che sia la città di Vicenza<br />

che molti paesi circostanti prelevano acqua<br />

dal sottosuolo possiamo anche pensare che la<br />

fascia delle risorgive si sia ridotta come estensione<br />

rispetto a quella esistente in età romana.<br />

Nonostante questo credo che la mappa che ho<br />

disegnato sia comunque abbastanza affidabile.<br />

Tra l’altro già ai tempi dei romani venivano fatti<br />

prelievi d’acqua nella zona delle risorgive, in-<br />

20<br />

fatti l’acquedotto romano di Vicenza prelevava<br />

l’acqua da un laghetto alimentato dalle risorgive<br />

e posto in zona Motta di Costabissara.<br />

Attualmente il laghetto esiste ancora ed è adibito<br />

alla pesca sportiva. Ritornando alla via Postumia,<br />

com’era costruito il tratto che ci interessa?<br />

Come dicevo più sopra era innalzato su di un<br />

terrapieno e fino ai primi decenni del ‘900 pare<br />

ne esistesse ancora qualche tratto nella zona<br />

compresa tra San Pietro in Gu e Camazzole. <strong>Il</strong><br />

terrapieno era largo alla base circa 20 metri ed<br />

era elevato di circa 2 metri (fonte:<br />

Carta Archeologica del Ve<strong>net</strong>o). La strada che<br />

correva alla sua sommità doveva essere quindi<br />

abbastanza larga e costituita in ciottolato.<br />

Scordiamoci l’immagine classica di strada romana<br />

lastricata con placche (basoli) di pietra<br />

lavica (selce vulcanica) o simili come spesso vediamo<br />

in foto che solitamente si riferiscono alla<br />

via Appia (che ha tratti molto ben conservati in<br />

prossimità della capitale) o altra via romana<br />

realizzata comunque in zone molto distanti da

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