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Il Guado dell'Antico Mulino - Novembre 2011 - Sanpietroingu .net

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mondovisione la strabiliante notizia, Tote Baeote<br />

era rimasto di cacamolla, senza parole, in<br />

riserva di scommesse.<br />

Le sue funeste previsioni erano crollate di colpo<br />

come un castello di sabbia spianato sulla spiaggia<br />

dalla benna di una ruspa. Dopo nove ore di<br />

sala chirurgica affollata da un’équipe formata<br />

da una trentina di medici, il cuore della giovane<br />

defunta Denise trapiantato nel petto di Washkansky<br />

batteva regolarmente, proprio come<br />

il tic-tac dell’orologio che Tote Baeote aveva ricevuto<br />

in regalo il giorno della cresima.<br />

La sensazionale notizia, uscita dall’ostaria di<br />

Bepi Caneva, aveva fatto in meno di un minuto<br />

il giro del paese. Ma quale brillante uomo del<br />

momento! Ma quale stella internazionale del<br />

bisturi celebrata in tutto il mondo e ricevuta<br />

perfino in Vaticano da Papa Paolo VI! Barnard<br />

era diventato non un divo, ma un Dio in carne e<br />

ossa, dopo aver dimostrato a tutti di essere capace<br />

di quell’intervento miracoloso.<br />

Ironia della sorte, proprio lui che aveva interrato<br />

una pietra miliare nel campo della chirurgia,<br />

dopo un progressivo peggioramento dell’artrite<br />

reumatoide alle mani che gli rendeva impossibile<br />

operare, sarebbe morto il 2 settembre 2001<br />

per un banale, sia pure acuto, attacco asmatico<br />

mentre stava in vacanza a Pafo nell’isola di<br />

Cipro. Comunque sia, quella sera, Tote Baeote,<br />

provato dalla cocente delusione e messo a tacere<br />

da Momi Sapiensa, aveva abbassato la testa<br />

tornandosene a casa a capo chino, come un can<br />

bastonà, con le mani in tasca, la coa in mezzo le<br />

gambe, senza neanche dire amen, rinunciando<br />

pure di andare a morose.<br />

Passata l’onda dell’entusiasmo dei primi giorni,<br />

l’attenzione si era concentrata sulla possibile e<br />

24<br />

preventivata crisi di rigetto. Dopo una settimana<br />

in cui le condizioni di Washkansky venivano<br />

date per buone, il 9 dicembre i globuli bianchi<br />

nel sangue erano diminuiti lasciando spazio<br />

alla diagnosi di polmonite doppia provocata<br />

dai farmaci immunosoppressivi che il paziente<br />

stava assumendo.<br />

Le quotazioni di Tote Baeote erano improvvisamente<br />

tornate a salire in modo preponderante<br />

e inaspettato tra il 16 e il 20 dicembre quando le<br />

condizioni di Washkansky si erano fatte gravissime<br />

con la polmonite non più curabile.<br />

La notte del 21 dicembre 1967 il nuovo cuore di<br />

Washkansky aveva cessato di battere, diciotto<br />

giorni dopo il trapianto.<br />

Tote Baeote era tornato in paese con la mascagna<br />

alta come la cresta di un gallo e facendo la<br />

rua alta. Incredibilmente, la notizia gli era giunta<br />

come il più gradito regalo di Natale, come<br />

avesse vinto in anticipo il primo premio della<br />

lotteria di Capodanno a Canzonissima.<br />

Era come se fosse uscito da un breve letargo.<br />

Ne aveva per tutti, in particolare per il sapientòn<br />

di Momi Sapiensa il quale a sua volta si era<br />

eclissato senza più mettere fuori il naso di casa<br />

per un mese, non certo perché era pieno inverno.<br />

Soltanto allora, contento e borioso, Tote Baeote<br />

aveva aperto il suo cuore riprendendo a fare il<br />

giro delle morose e andando a dire a tutti con<br />

tono trionfale: “Gavevo dito mi che queo là… el<br />

finiva stenco come on bacalà!”.<br />

* Tratto da “<strong>Il</strong> mondo di Tote” di Tommasino<br />

Giaretta - Editrice Ve<strong>net</strong>a <strong>2011</strong>

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