Il Guado dell'Antico Mulino - Novembre 2011 - Sanpietroingu .net

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Il DI r e t t o r e CI SC r I v e Eccoci ancora insieme, gentili lettrici e lettori, con questo nuovo numero del nostro periodico. Come lo scorso anno, abbiamo scelto di uscire a novembre anticipando i tempi e dandovi la possibilità di leggere e di assaporare il Guado con la mente sgombra dalle prossime incombenze natalizie. Ho qui volutamente usato il termine “assaporare” in quanto con questo numero teniamo a battesimo una nuova rubrica dedicata ai sapori della nostra terra grazie al frizzante contributo di Andrea Poli. Con grande piacere abbiamo aperto le porte e accolto Andrea il quale si è sentito a proprio agio fin da subito alla pari di un veterano. Sono felicissimo che un giovane come lui abbia colto il messaggio che avevo lanciato nei numeri precedenti auspicando un coinvolgimento diretto da parte dei giovani allo sviluppo del Guado. Con Andrea abbiamo convenuto di presentare di volta in volta una o più ricette evidenziando non soltanto il lato squisitamente culinario, ma anche l’approfondimento storico. A testimoniare che nel gruppo di redazione del Guado non mancano idee nuove, ecco ai blocchi di partenza un’altra rubrica. Da questo numero puntiamo una lente di ingrandimento anche su “I magnifici anni Sessanta” attraverso una serie di episodi a carattere letterario. Saranno rispolverati alcuni grandi accadimenti storici (la conquista della Luna, il primo trapianto di cuore, la morte di Kennedy, 4 la Primavera di Praga) e di costume con l’epopea della televisione monocanale in bianco e nero dove l’attenzione era calamitata da trasmissioni come Lascia o raddoppia, Il musichiere o più semplicemente dagli incredibili personaggi del Carosello come Calimero, Carmencita, il Bandolero stanco... Il tutto vissuto da un giovane guascone ruspante, uno di noi, un tal Tote. Un altro valido motivo che ci ha spinto a far entrare anzitempo il Guado nelle vostre case è legato alla promozione dello spettacolo che la Pro Loco ha programmato sabato 26 e domenica 27 novembre al Teatro dell’Oratorio San Giovanni Bosco con la messa in scena di “Storie e leggende guadensi contae al filò” a cura del Gruppo Teatro Sperimentale Guadense. Invito tutta la cittadinanza a sostenere questo progetto promosso e finanziato per il terzo anno dalla Regione Veneto incentrato sulla rivisitazione di leggende e storie del territorio legate con un cordone ombelicale al senso del mistero trasfigurato dalla superstizione popolare. Non prima di rinnovarVi l’invito a leggere, divulgare e sostenere il nostro Guado, colgo l’occasione per porgere a tutti con debito anticipo i sinceri auguri di Buon Natale e di un prospero Nuovo Anno. Tommasino Giaretta (tommasino.giaretta@libero.it)
aC C o n t o no n BIBlICo Dopo essere stati cacciati dal Paradiso terrestre l’Uomo e la Donna vagarono a lungo in cerca di una terra che li ospitasse. Negli occhi e nella mente avevano sempre impressa l’immagine dell’Eden, dove non avrebbero mai più potuto tornare. Cammina, cammina, attraversarono le terre aride dell’Africa, i deserti e i monti dell’Asia, senza mai incontrare un posto ove sentirsi a casa propria. Erano ormai stanchi e sfiduciati nel loro peregrinare, quando videro in lontananza una terra diversa dalle precedenti. Si misero ad esplorarla: attraversarono fitte foreste e vaste praterie, superarono fiumi e catene montuose, ma non riuscirono a trovare nulla che assomigliasse, anche lontanamente, al loro amato Eden. Ormai erano esausti e stavano per ritornare sui loro passi, quando passarono per caso attraverso una piccola pianura compresa tra due fiumi e circondata da una corona di monti, le cui cime erano imbiancate di neve. Qu e l l o C h e n e l l a BIBBIa n o n è S C r I t t o... e C h e n e S S u n o v I h a m a I D e t t o p r I m a. PIERSILVIO BROTTO Il sole splendeva nel cielo e lentamente scioglieva la neve, che formava prima dei rigagnoli e poi dei ruscelli che attraversavano e abbeveravano tutta la parte pianeggiante. L’erba vi cresceva rigogliosa, verde e ricoperta di fresca rugiada. L’Uomo guardò la Donna e nel suo volto, dopo tanto tempo, scorse un sorriso di soddisfazione. Entrambi stavano pensando che quella era la terra che cercavano, quando si accorsero che qualcun altro era arrivato lì prima di loro. Si trattava, a dire il vero, solo di un animale, che avevano già visto nell’Eden e che, come loro, aveva dovuto andarsene, anche se per altre ragioni. L’Uomo se ne ricordò perché, con disprezzo, lo aveva chiamato “Vacca”, sottolineando che era una femmina. Lei ora se ne stava lì, a brucare. Ogni tanto alzava la testa, guardava le montagne, poi riprendeva a riempirsi lo “Pausa”, di Aurelio Pettenuzzo. Con la gentile autorizzazione della VDMFK, Associazione dei pittori che dipingono con la bocca o con il piede. Sito: www.vdmfk.com 5
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