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scarica il Notiziario S.I.M. - Società Italiana di Malacologia

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-Come vede la situazione attuale della S.I.M.?<br />

Devo<br />

confessare che mi lascia un po' perplesso: sino a qualche anno fa <strong>il</strong> Bollettino seguiva e osservava attentamente le norme<br />

statutarie, che prevedevano:<br />

1) I lavori <strong>di</strong> soci italiani devono essere scritti in italiano, con ampio riassunto in inglese<br />

2) I lavori <strong>di</strong> soci stranieri possono<br />

essere pubblicati nella lingua straniera, però con obbligo <strong>di</strong> accompagnarli con traduzione<br />

dettagliata in italiano.<br />

D'accordo che la lingua scientifica ufficiale è ormai l'inglese, ma qualche lavoro <strong>di</strong> soci italiani, pubblicato solo in inglese,<br />

resta incomprensib<strong>il</strong>e per chi<br />

non conosca la lingua. Io temo che vi sia, da parte <strong>di</strong> molti soci, un progressivo rifiuto a ricevere<br />

una rivista che oltre ad ospitare articoli per loro troppo scientifici, li pubblichi in inglese senza la minima traduzione in italiano.<br />

Temo anche che possa succedere quanto avvenne con i Lavori della S.M.I.: defezione <strong>di</strong> molti soci, allora per eccessiva<br />

<strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> comprendere una trattazione troppo scientifica, oggi per le stesse ragioni appesantite dal linguaggio straniero. Per<br />

quanto mi risulta inoltre, occorre tenere presente che gran parte dei soci ama lavori atti a far classificare i propri reperti, o stu<strong>di</strong><br />

sulle malacofaune regionali, o notizie varie, ma esposte in maniera <strong>di</strong>scorsiva; ciò che insomma corrisponde ad un proprio<br />

interesse. Gli articoli eccessivamente scientifici lasciamoli agli Istituti Universitari o almeno facciamo presente che siano<br />

presentati in forma <strong>di</strong> fac<strong>il</strong>e lettura.<br />

-Che impressioni ha avuto dopo le ultime note vicende nel seno della S.I.M.? Lei che ha sempre ben b<strong>il</strong>anciato i<br />

rapporti<br />

tra accademici e semplici amatori e vi è riuscito benissimo da che presupposti è partito?<br />

Proprio da quel presupposto al quale Lei accenna: un rapporto concreto e amichevole fra gli accademici e i d<strong>il</strong>ettanti. Questi<br />

non chiedono altro che essere istruiti in quello che per loro è all'inizio solamente un hobby intelligente, ma che, se guidati con<br />

pazienza, possono contribuire ad arricchire notevolmente le conoscenze della scienza malacologica.<br />

E' questo fra l'altro uno degli scopi dello statuto della S.I.M., purtroppo ignorato da alcuni accademici. Sono numerosi i nostri<br />

soci che, ben guidati, sono <strong>di</strong>venuti col tempo dei veri esperti che hanno contribuito con le loro ricerche<br />

e lavori al progresso<br />

della malacologia.<br />

-Nella sua “attività malacologica” cosa ha pred<strong>il</strong>etto maggiormente: la ricerca bibliografica, i lavori <strong>di</strong> malacologia, lo<br />

stu<strong>di</strong>o<br />

dei molluschi, <strong>il</strong> collezionismo o i rapporti <strong>di</strong> relazione?<br />

Sono tutte attività che concorrono insieme a formare un malacologo. Personalmente pred<strong>il</strong>igo l'attenta ricerca bibliografica che<br />

consente <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzare ogni stu<strong>di</strong>o.<br />

-Nei suoi numerosi lavori sempre ben suffragati da una base solida <strong>di</strong> bibliografia non ha mai istituito una specie<br />

nuova.<br />

Perché? Non dovrebbe esserle pesato la frase rimasta famosa tratta dal titolo <strong>di</strong> uno dei suoi lavori “la frenesia<br />

della nuova specie”. Ne ebbe forse timore?<br />

Forse <strong>di</strong>re timore è un po' eccessivo, ma sono rimasto sempre esitante nel proporre una nuova specie, esitazione che certamente<br />

non ebbero <strong>il</strong>lustri malacologi, fra cui <strong>il</strong> famoso Bourguignat che, fra <strong>il</strong> 1852 e <strong>il</strong> 1887, pubblicò oltre una sessantina <strong>di</strong> lavori,<br />

in gran parte de<strong>di</strong>cati a molluschi terrestri, battezzando decine e decine <strong>di</strong> nuove specie, risultate poi semplici varietà<br />

morfometriche <strong>di</strong> poche specie.<br />

Il nostro socio Cecalupo stu<strong>di</strong>a da sei anni <strong>il</strong> genere Cerithium, riscontrando in bibliografia cose incre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>i. Si pensi che per <strong>il</strong><br />

solo Cerithium vulgatum ha trovato<br />

oltre 200 sinonimi.<br />

E' questa che considero una "frenesia" dettata da trascurato approfon<strong>di</strong>mento o da malcelata ambizione.<br />

-Ognuno <strong>di</strong> noi ad un certo momento della vita ha avuto un impulso per iniziare ad interessarsi<br />

<strong>di</strong> conchiglie. Il suo<br />

quale<br />

è stato?<br />

E' accaduto nel 1946, quando mi fidanzai con Elisabetta, mia attuale consorte con cui sono felicemente sposato dal 1948.<br />

Elisabetta era (e lo è tuttora) un'esperta subacquea in apnea e amava tenere in una bacheca le conchiglie che trovava fra gli<br />

scogli o nella sabbia. Le <strong>di</strong>ssi che doveva inserire un cartellino con <strong>il</strong> nome <strong>di</strong> ogni specie, come avviene nei musei. Avuto <strong>il</strong><br />

suo consenso trovammo al museo <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano <strong>il</strong> caro Dr. Moltoni che ci guidò fra le vetrine, in<strong>di</strong>candoci <strong>il</strong> nome per ogni<br />

conchiglia che gli porgevamo. Solo tre o quattro specie non erano presenti tra quelle esposte, ma riuscimmo a determinarle con<br />

l'acquisto dei pochi libri allora <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i.<br />

-Ora ha ancora molto entusiasmo: si de<strong>di</strong>ca<br />

ancora al suo "hobby"? Come vive e quali sono i rapporti con i vari soci?<br />

Cosa<br />

le è rimasto da questa esperienza, <strong>di</strong>rei, <strong>di</strong> vita?<br />

Teoricamente mi de<strong>di</strong>co ancora al mio "hobby": <strong>di</strong>co teoricamente perché <strong>il</strong> mio desiderio è quello. Praticamente, sia per l'età,<br />

sia per altri impegni <strong>di</strong> lavoro, trovo raramente tempo per<br />

de<strong>di</strong>carmi a stu<strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>ti. Sono frequenti i rapporti con vari<br />

soci, personalmente a M<strong>il</strong>ano, per corrispondenza o per telefono altrove. L'esperienza, come <strong>di</strong>ce, <strong>di</strong> vita è senz'altro positiva<br />

sia perché questo "hobby" è veramente intelligente e costruttivo, sia per i tanti amici che ho incontrato.<br />

-Cosa vuol <strong>di</strong>re far parte <strong>di</strong> un’Associazione e più specificatamente della S.I.M.?<br />

Se,<br />

come dovrebbe sempre essere, l'Associazione ha lo scopo <strong>di</strong> riunire persone interessate ad uno scopo, cioè nel nostro caso<br />

lo stu<strong>di</strong>o dei molluschi, è cosa ottima. Se però fra i vari soci si creano <strong>di</strong>ssensi per<br />

questioni personali, l'associazione è<br />

destinata a soccombere.<br />

-Come vede <strong>il</strong> futuro della<br />

nostra Associazione e quali suggerimenti si sente <strong>di</strong> dare per migliorare sempre più?<br />

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