05.02.2013 Views

N° 3 maggio-giugno - Comites Ginevra - Comites Genève

N° 3 maggio-giugno - Comites Ginevra - Comites Genève

N° 3 maggio-giugno - Comites Ginevra - Comites Genève

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

14<br />

pagina della bibbia<br />

UNA MONETA<br />

MESSA A NUDO<br />

Se ne sta, Gesù, appena fuori del<br />

Tempio, a Gerusalemme. Proprio il<br />

giorno prima, secondo l’evangelista<br />

Marco, era entrato a Gerusalemme<br />

tra le acclamazioni della folla, era<br />

andato diritto al tempio e ne aveva<br />

scacciato i mercanti e i cambiavalute.<br />

Ora, dei capi politici e religiosi,<br />

gli Erodiani e i farisei, vogliono fargli<br />

una domanda che lo metta nei<br />

guai.<br />

Cominciano con l’adularlo: “Maestro,<br />

sappiamo che sei sincero e non<br />

t’importa di nessuno: infatti non<br />

guardi in faccia agli esseri umani,<br />

ma insegni secondo verità la via di<br />

Dio” (Marco 12,14). Poi, attraverso<br />

la breccia che sperano così di aver<br />

creato, spingono la domanda: “È<br />

permesso pagare l’imposta a Cesare?<br />

Dobbiamo pagarla o no?”. Cesare<br />

designa ogni imperatore romano,<br />

a quell’epoca Tiberio. L’imposta è il<br />

census, che i Romani avevano imposto<br />

nella Giudea - la regione di<br />

Gerusalemme - nell’anno 6, quando<br />

l’avevano integrata nell’impero<br />

dopo aver deposto il re Archelao,<br />

figlio di Erode. Allora un certo Giuda<br />

era insorto, dichiarando che un<br />

ebreo non doveva riconoscere nessun<br />

altro sovrano che il Dio d’Israele;<br />

pagare l’imposta ai Romani significava<br />

tradire Dio. Molti nel popolo,<br />

più di vent’anni dopo, pensavano<br />

ancora come lui. Se Gesù avesse dichiarato<br />

che si doveva pagare l’imposta,<br />

sarebbe apparso ai loro occhi<br />

come un traditore della causa di Dio.<br />

Ma se avesse affermato il contrario,<br />

si sarebbe potuto denunziarlo ai Romani<br />

come sovversivo.<br />

Gesù lo sa. Chiede che gli portino la<br />

moneta più usata per pagare il tributo:<br />

il denarius, la più piccola moneta<br />

d’argento, che chiunque poteva<br />

avere in tasca perché era il salario<br />

giornaliero di un bracciante. Come<br />

tutte le monete, era un concentrato<br />

di propaganda ideologica attraverso<br />

la combinazione d’immagini e<br />

parole. Su di una faccia recava il profilo<br />

della testa dell’imperatore Tiberio,<br />

circondato dalla scritta “Tiberio<br />

Cesare, figlio del divino Augusto,<br />

Augusto”, la quale attribuiva uno<br />

statuto quasi divino all’imperatore;<br />

sull’altra, una donna seduta che<br />

rappresentava la pace assicurata dai<br />

Romani e la scritta “sommo sacer-<br />

Presenza Italiana Maggio-Giugno 2009<br />

di Enrico<br />

Norelli<br />

dote”, a significare che Tiberio era<br />

la più alta autorità religiosa dell’impero.<br />

Maneggiare una simile moneta significava<br />

accogliere e diffondere l’ideologia<br />

di cui essa era portatrice,<br />

un’ideologia inaccettabile per un<br />

ebreo il quale non avrebbe definito<br />

“divino” alcun essere umano e non<br />

avrebbe mai riconosciuto l’imperatore<br />

come mediatore supremo nei<br />

rapporti con la divinità.<br />

Gesù non s’inoltra in una discussione,<br />

né cita le Scritture. Dà scacco<br />

alla propaganda imperiale con le<br />

sue stesse armi. Niente è più efficace<br />

delle immagini per diffondere e<br />

far accettare un’ideologia, come sapevano<br />

perfettamente i Romani che<br />

riempivano le città conquistate d’immagini<br />

simboliche del loro potere, e<br />

come dovremmo sapere anche noi<br />

in un’epoca in cui è facile condizionare<br />

nazioni intere attraverso la televisione.<br />

Ebbene, Gesù ritorce l’arma di propaganda<br />

contro coloro che l’hanno<br />

creata: rovescia la lettura dell’immagine,<br />

per farle dire il contrario di ciò<br />

che i suoi autori intendevano.<br />

In modo per lui caratteristico, coinvolge<br />

l’interlocutore, gli fa dichiarare<br />

ciò che poi disintegrerà le sue<br />

certezze. Domanda: “Di chi è questa<br />

immagine e l’iscrizione?”. Gli rispondono,<br />

naturalmente: “Di Cesare”.<br />

Dell’imperatore, che mostra così visibilmente<br />

il suo potere su ciò che<br />

nel mondo ha più potere: il denaro.<br />

Ebbene, Gesù riconosce questo potere<br />

e al tempo stesso ne svela l’inconsistenza,<br />

con lo stesso mezzo che<br />

doveva servire ad esaltarlo: l’immagine<br />

sulla moneta. Lo fa nella maniera<br />

più incredibilmente semplice:<br />

contrapponendogli il potere di Dio.<br />

L’operazione di propaganda politica<br />

dei Romani è liquidata in un attimo.<br />

Essa si fondava su quel che le due<br />

facce della moneta simboleggiano<br />

così bene: l’unione di potere terreno<br />

e di potere divino nella persona<br />

dell’imperatore. Gesù, con un taglio<br />

netto, separa le due cose: “Quel che<br />

è di Cesare, rendetelo a Cesare, e<br />

quel che è di Dio, a Dio” (12,17).<br />

Qualcuno avrebbe forse potuto negare<br />

che quel che è di Dio vada restituito<br />

a Dio, vada riconosciuto come<br />

suo e di nessun altro?<br />

A ragion veduta, Gesù non specifica<br />

che cosa sia di Cesare e che cosa sia<br />

di Dio. Lascia ai suoi interlocutori la<br />

responsabilità di farlo, e poiché si<br />

tratta di Dio, è difficile sottrarvisi.<br />

Ma per un ebreo la risposta alla seconda<br />

domanda non poteva essere<br />

dubbia; lo affermava anche il Salmo:<br />

“Del Signore è la terra e tutto ciò<br />

che contiene” (Salmo 23,1). E se tutto<br />

quel che è nel mondo appartiene<br />

a Dio, non resta molto spazio per<br />

la pretesa dell’imperatore. Vuole<br />

affermare il suo potere su quel pezzettino<br />

di metallo? Lasciateglielo!<br />

E preoccupatevi piuttosto di quel<br />

che appartiene a Dio, non solo di<br />

tutta la creazione, ma della proposta<br />

d’amore che Dio vi fa, qui e ora,<br />

attraverso Gesù, ponendovi dinanzi<br />

a una scelta decisiva una volta per<br />

tutte: accogliere o no il suo messaggio,<br />

cambiare vita, valori, sentimenti<br />

e idee. Questo è quel che appartiene<br />

in proprio a Dio, e a nessun altro.<br />

Su questo taglio netto che Gesù istituisce<br />

tra quel che appartiene ai poteri<br />

di questo mondo e quel che appartiene<br />

a Dio dovremmo riflettere.<br />

Anche sotto i nostri occhi, i potenti di<br />

questo mondo hanno interesse a nascondere<br />

questa separazione, proclamandosi,<br />

come faceva l’imperatore<br />

su quella moneta, i supremi rappresentanti<br />

di Dio nel mondo. E facendo<br />

passare le loro decisioni per volontà<br />

di Dio. La loro moneta, cioè il loro sistema<br />

di valori, le loro opere, le loro<br />

istituzioni, come moneta di Dio. La<br />

loro faccia, come la faccia di Dio.<br />

Di chi pretende di governare in<br />

nome di Dio bisogna sempre diffidare.<br />

Di chi fa leggi affermando che<br />

sono conformi alla legge di Dio, di<br />

chi impone regole morali e sociali<br />

sostenendo che sono quelle che Dio<br />

vuole. No, direbbe Gesù: voi siete<br />

solo dalla parte di Cesare, e a Cesare<br />

possiamo ributtare in faccia la sua<br />

ridicola moneta e la sua propaganda.<br />

Dalla parte di Dio c’è la rinunzia<br />

al potere, l’accettazione della vita<br />

come continua chiamata ad assumersi,<br />

in ogni circostanza, la responsabilità<br />

nei confronti dell’altro che ci<br />

è dato d’incontrare.<br />

Quel che è di Dio non sono cose<br />

che stanno in cielo, ma persone e<br />

situazioni che vengono a noi nella<br />

vita quotidiana, con la loro muta<br />

e imperiosa richiesta di restituire a<br />

Dio quel che a lui appartiene e che,<br />

se dobbiamo restituirglielo, evidentemente<br />

ci ha dato: un amore senza<br />

condizioni e senza riserve: senza<br />

guardare in faccia a nessuno, proprio<br />

come faceva Gesù.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!