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orizzonten7

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Mensile di<br />

attualità e cultura<br />

Anno 1 N. 7<br />

Settembre 2014<br />

MIRIANA GIUSTOLISI<br />

espressività mediterranea<br />

castelli d’italia<br />

il castello di<br />

gioia del colle<br />

Seconda puntata sulla<br />

storia e le leggende di un<br />

castello di Federico II<br />

un occhio in cucina<br />

Baccalà con pelle<br />

croccante su crema di ceci.<br />

Una ricetta di Max Mariola, chef<br />

di Gambero Rosso Channel.<br />

lIBARNA<br />

Fasti e decadenza di una<br />

città romana in<br />

provincia di Alessandria.<br />

il falso film sulla<br />

autopsia dell’alieno<br />

Ultima puntata su un film<br />

costruito a tavolino, che ha<br />

shoccato tutto il mondo.<br />

I grandi della fotografia: FREDERICK SOMMER


2 • Orizzonte Magazine<br />

Orizzonte Magazine • 3


prossima apertura<br />

Informatica, Hardware e Software<br />

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IN PRIMO PIANO<br />

8 Miriana Giustolisi<br />

espressività mediterranea.<br />

10 Aspiranti modelle<br />

TFP e TFCD<br />

16 I Castelli d’Italia<br />

Il castello di Gioia del Colle.<br />

seconda parte<br />

cultura<br />

20 Libarna: antica città romana<br />

in provincia di Alessandria<br />

30 Il falso film sull’autopsia<br />

del’alieno - Ultima parte<br />

40 I grandi della fotografia:<br />

Frederick Sommer<br />

notizie e curiosità<br />

26 I tre briganti di Torre Navarino.<br />

38 Consumatori:<br />

l’unione fa la forza<br />

rubriche<br />

44 Fotografando<br />

46 Un occhio in cucina<br />

Baccalà con pelle croccante<br />

su crema di ceci.<br />

48 Lo sapevate che<br />

Il lampascione.<br />

51 Oroscopo del mese.<br />

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna<br />

parte della pubblicazione può essere<br />

riprodotta, rielaborata o diffusa senza<br />

espressa autorizzazione. della Direzione.<br />

Le opinioni espresse negli articoli<br />

impegnano solo gli autori e non coinvolgono<br />

né rappresentano il pensiero<br />

della Direzione.<br />

EDITORIALE<br />

Siamo ormai a settembre; inizia il percorso verso<br />

la stagione più fredda, l’estate è alle spalle, posto che<br />

di estate quest’anno si possa parlare, e questo tempo<br />

grigio cancella d’un colpo le vacanze, parlando già di<br />

attività, di progetti e di cose da fare. E in Orizzonte<br />

Magazine di progetti ne abbiamo tanti; ve li riveleremo<br />

di volta in volta ma fin d’ora possiamo anticipare che si<br />

tratterà di novità interessanti e coinvolgenti, che non<br />

mancheranno di stuzzicare la vostra attenzione.<br />

Intanto voglio iniziare questo numero con alcune<br />

citazioni di un grande fotografo del passato, Frederick<br />

Sommer, che nella sua carriera non ha avuto bisogno<br />

di maestri per perfezionare la sua professionalità e la<br />

sua passione per la scrittura di luce. Fu un autodidatta,<br />

e dalle sue citazioni si comprende come l’arte sia una<br />

combinazione di stimoli che partono dal cuore...<br />

“Il campo di azione di una fotografia dovrebbe essere<br />

quella scacchiera del cuore e della mente, su cui<br />

la poesia e l’arte hanno da sempre operato”…<br />

“L’arte non è arbitraria. Un bel dipinto non è lì per<br />

caso, non è arrivato per caso. Siamo sensibili alle tonalità.<br />

La più piccola modifica della tonalità interessa la<br />

struttura. Alcune cose devono essere piuttosto grandi,<br />

ma l’eleganza sta nella presentazione di cose nelle<br />

loro dimensioni minime”…<br />

”L’unico modo per capire qualcosa è quello di trovarsi<br />

di fronte a qualcosa che è difficile da capire”.<br />

In sostanza l’Arte, quella vera, non ha maestri né<br />

scuole, solo passione nel realizzare; ed è da questa<br />

passione che scaturiscono opere e creazioni che hanno<br />

il senso dell’Arte poiché provengono dal cuore e<br />

dalla mente.<br />

Naturalmente anche in questo numero, oltre alla<br />

consueta attenzione riservata a cultura e attualità, si<br />

parla di fotografia e, in particolare, del progetto “Nuovi<br />

Volti all’Orizzonte” che la nostra rivista ha voluto<br />

e realizzato. Il volto nuovo sorto all’orizzonte di settembre<br />

è quello di Miriana, una spendida ragazza dai<br />

lineamenti mediterranei e dallo sguardo intenso a cui<br />

abbiamo dedicato la copertina di questo numero.<br />

Buona lettura.<br />

Orizzonte Magazine<br />

Mensile di attualità e cultura<br />

Anno 1 n.7 - Settembre 2014<br />

Reg. trib. di Bari n° 19/2014<br />

Franco Ardito<br />

Direttore Responsabile<br />

Angelo Ferri<br />

Direttore Editoriale<br />

Redazione<br />

via Isonzo, 6 - 70010 Adelfia (BA)<br />

tel.: 080 4591214<br />

e-mail: orizzonte-magazine@libero.it<br />

www.orizzontemagazine.it<br />

La collaborazione avviene su invito.<br />

Articoli e materiali non si restituiscono.<br />

La Direzione si riserva di adattare<br />

testi, illustrazioni e fotografie alle<br />

esigenze della pubblicazione.<br />

Articoli e immagini vanno inviati per e-<br />

mail a: orizzonti-magazine@libero.it<br />

Gli articoli dovranno pervenire in<br />

formato doc o docx e le immagini in<br />

formato jpeg, con una risoluzione<br />

non inferiore a 300 ppi.<br />

6 • Orizzonte Magazine<br />

Orizzonte Magazine • 7


Le foto del servizio sono di Angelo Ferri Ph<br />

Miriana Giustolisi<br />

espressività mediterranea<br />

di Angelo Ferri<br />

U<br />

n intenso sguardo<br />

mediterraneo, che<br />

lascia trasparire un<br />

carattere fermo e<br />

deciso, è la prima caratteristica<br />

di questa giovanissima modella<br />

di origini siciliane, nata a Siracusa<br />

ma da un paio d’anni trasferitasi<br />

a Castellaneta, in Provincia di Taranto.<br />

Miriana Giustolisi, diciassette anni<br />

da compiere, 1,70 di altezza e<br />

un fisico ben proporzionato taglia<br />

40, fino a poco tempo fa non<br />

pensava minimamente di affrontare<br />

la fotocamera come fotomodella;<br />

da piccola il suo sogno nel<br />

cassetto era di fare l’astronauta,<br />

un sogno svanito col tempo, come<br />

sempre accade per le fantasie<br />

infantili quando con gli anni si<br />

comincia a valutare la realtà con<br />

maggiore attenzione. Dopo le<br />

scuole medie Miriana s’iscrive ad<br />

un Istituto Superiore ad indirizzo<br />

Ragioneria, che frequenta diligentemente<br />

fino all’attuale terzo anno;<br />

nel frattempo il suo fisico si<br />

va trasformando, e lo specchio le<br />

suggerisce che forse nel mondo<br />

della moda potrebbe ben figurare.<br />

L’idea comincia a farsi largo<br />

nella mente; la prospettiva le piace,<br />

viene a conoscenza del progetto<br />

“Volti Nuovi all’Orizzonte”<br />

e decide di candidarsi.<br />

La fotocamera le dà ragione: il<br />

suo sguardo penetrante, il modo<br />

di proporsi all’obiettivo con naturalezza<br />

ma anche con un pizzico<br />

di ritrosia, l’autenticità degli atteggiamenti<br />

riflessa dagli scatti sono<br />

tutti segni delle sue potenzialità,<br />

emerse fin dalle prime pose. Miriana<br />

è una nuova scoperta emersa<br />

dalla selezione nell’ambito del<br />

progetto “Nuovi Volti all’Orizzonte”,<br />

che la nostra rivista ha<br />

inteso per individuare personalità<br />

in grado d’intraprendere la difficile<br />

carriera nell’ambito della comunicazione<br />

e dell’immagine.<br />

8 • Orizzonte Magazine<br />

Orizzonte Magazine • 9


modella: Linda Camuso<br />

fotografo: Massimiliani Di Dio<br />

art director: Fabrizio Capra<br />

TFP E TFCD<br />

UNO STRUMENTO INTERESSANTE<br />

SE USATO CON MODERAZIONE<br />

di Fabrizio Capra<br />

“L<br />

avori in TF?”, “Fai servizi<br />

in TF?”, “Sei disponibile<br />

in TF?”, “Io<br />

lavoro solo in TF”…<br />

TF è diventata ormai una sigla di<br />

uso comune nel rapporto tra fotomodella<br />

e fotografo, ed è inserita,<br />

da entrambe le parti, in qualsiasi<br />

tipo di richiesta.<br />

Ma che cos’è il TF? In pratica si<br />

tratta di un rapporto di collaborazione<br />

a tutti gli effetti, in cui le<br />

due professionalità si compensano;<br />

pertanto non bisogna considerarlo<br />

un lavoro a titolo gratuito<br />

ma un vero e proprio scambio di<br />

professionalità.<br />

Il TF si suddivide in due tipologie:<br />

TFP e TFCD. Il TFP - Time For<br />

Print - è l’uso secondo il quale<br />

una modella posa per un fotografo<br />

e in cambio riceve le stampe,<br />

di alta qualità e formato massimo<br />

A4, di alcune fotografie dello shooting,<br />

solitamente in un numero<br />

variabile tra i cinque e i dieci scatti<br />

che il fotografo ritiene pubblicabili,<br />

affinché la ragazza le possa<br />

utilizzare per il proprio portfolio.<br />

Il TFCD - Time For CD – diffusosi<br />

con l’era della fotografia digitale,<br />

prevede che la modella, anziché<br />

le stampe, riceva un CD-ROM<br />

con l’insieme di tutti gli scatti.<br />

Questo sistema è particolarmente<br />

diffuso tra gli aspiranti fotografi<br />

e le aspiranti fotomodelle: se non<br />

si è conosciuti, o non si ha esperienza,<br />

chiedere un corrispettivo<br />

significa per la fotomodella non<br />

trovare lavoro e per un fotografo<br />

andare incontro a perdite nette<br />

difficilmente bilanciabili in tempi<br />

brevi.<br />

TFP e TFCD sono, però, formule<br />

utilizzate anche da fotografi e<br />

fotomodelle affermati; i motivi<br />

possono essere diversi e vanno<br />

dalla ricerca di nuovi volti alla realizzazione<br />

di progetti particolari<br />

che possono portare un<br />

vantaggio ad entrambi.<br />

In ogni caso, accordandosi<br />

per una delle due formule,<br />

né il fotografo né la fotomodella<br />

possono richiedere il<br />

pagamento di un compenso o<br />

di un rimborso.<br />

Diciamo altresì che, mentre con il<br />

TFP i termini della collaborazione<br />

sono abbastanza ben definiti, nel<br />

TFCD troppo spesso il fotografo<br />

tende a evitare di fornire in CD<br />

tutte le foto, scegliendo direttamente<br />

quelle che sono le migliori.<br />

Sostanzialmente il fotografo non<br />

ha tutti i torti: le “aspiranti fotomodelle”<br />

non appena ricevuto il<br />

CD pensano bene di sottoporre<br />

al mondo intero, in particolare attraverso<br />

i social network, centinaia<br />

di foto tutte uguali e non post prodotte,<br />

arrecando inconsapevolmente<br />

un danno sia all’immagine<br />

propria che a quella del fotografo.<br />

10 • Orizzonte Magazine<br />

Orizzonte Magazine • 11


modella: Katherine Perez<br />

fotografo: Roberto Veronesi<br />

art director: Fabrizio Capra<br />

modella: Miriana Giustolisi<br />

fotografo: Angelo Ferri Ph<br />

art director: Angelo Ferri<br />

Può invece accadere che sia il<br />

fotografo a non comportarsi<br />

correttamente, quando, nel consegnare<br />

solo alcune foto post<br />

prodotte, richiede il pagamento<br />

di un compenso per la consegna<br />

di tutte le foto o di un numero<br />

maggiore di foto post prodotte.<br />

Diciamo che un numero “giusto”<br />

che varia dalle quindici alle trenta<br />

foto post prodotte, può essere<br />

un compromesso valido ma, in<br />

ogni caso, sarebbe utile sempre<br />

che fotografo e fotomodella concordassero<br />

le foto da post produrre,<br />

in modo da andare incontro<br />

ai gusti di entrambi.<br />

In sostanza lo spirito giusto per<br />

instaurare un rapporto fotografico<br />

in TF consiste in un “do ut<br />

des” che comporti reciproca soddisfazione<br />

per ambedue le parti,<br />

e non deve essere inteso come<br />

un tentativo di sopraffazione da<br />

una parte, non importa quale, nei<br />

confronti dell’altra.<br />

Dopo questa lunga introduzione<br />

“comportamentale” è il caso di<br />

chiederci: si tratta di uno strumento<br />

utile o no?<br />

Diciamo che, se non se ne abusa,<br />

questo tipo di collaborazione,<br />

oggi sempre più il TFCD rispetto<br />

al TFP, può rivelarsi, sotto vari<br />

aspetti, uno strumento interessante,<br />

sia per la fotomodella sia<br />

per il fotografo.<br />

Per la fotomodella vi è la possibilità<br />

di aggiornare il proprio portfolio<br />

aggiungendo scatti di fotografi<br />

differenti e rendendolo completo,<br />

sia per situazioni sia per generi<br />

fotografici.<br />

Il fotografo, dal suo canto, ha<br />

la possibilità di sperimentare<br />

studi sulla luce, sulle<br />

pose, su nuovi generi o<br />

su nuove idee.<br />

Questo sistema può essere<br />

realizzato, altresì, per<br />

testare la modella, al fine<br />

di valutare, prima di avviare<br />

lavori pagati (progetti,<br />

workshop, modelsharing<br />

e altro) se si tratta della<br />

persona adatta.<br />

Il tutto però deve<br />

sempre essere basato<br />

sullo scambio di<br />

professionalità che<br />

deve essere dimostrato<br />

da entrambe<br />

le parti: non è concepibile,<br />

basandosi<br />

sul fatto che non<br />

c’è compenso, che<br />

il fotografo. la fotomodella<br />

o entrambi<br />

non si<br />

impegnino,<br />

perché alla<br />

fine si tratta di un lavoro come<br />

tutti gli altri, dove il TF è solo una<br />

modalità per regolare il rapporto<br />

tra le parti.<br />

L’avvento del digitale ha portato<br />

ad una proliferazione di fotografi<br />

e fotomodelle amatoriali, che ha<br />

largamente esteso il significato<br />

del TF senza sapere chi alla fine<br />

ne trae effettivamente vantaggio;<br />

sicuramente ad esserne svantaggiate<br />

sono le persone che di<br />

questo lavoro ne fanno una professione.<br />

Voglio sottolineare inoltre che un<br />

servizio in TF (salvo differenti accordi)<br />

non può essere considerato<br />

il book della modella.<br />

Per rimanere un valido strumento<br />

il TF deve essere, da entrambe<br />

le parti, utilizzato con moderazione<br />

senza abusarne e senza inflazionarlo.<br />

Troppo spesso si richiedono<br />

solo dei TF, senza nessun<br />

concept alle spalle, senza un’idea<br />

di base e solo con l’obiettivo di<br />

scattare foto.<br />

Il TF deve avere motivazioni solide<br />

e convincenti, altrimenti si<br />

tratta di un rapporto strettamente<br />

lavorativo, con pagamento<br />

di un corrispettivo a fronte di una<br />

prestazione.<br />

Parliamo, infine, brevemente<br />

dell’aspetto finale: le foto!<br />

Il fotografo è tenuto alla consegna<br />

delle foto o del cd realizzate in<br />

TF: per evitare ogni tipo di fraintendimento<br />

successivo è bene<br />

stabilire prima della realizzazione<br />

del servizio il numero di foto, il<br />

genere, lo stile.<br />

E’ pertanto sempre opportuna<br />

un’apposita liberatoria in cui siano<br />

indicate tutte le condizioni relative<br />

al servizio e che comprenda<br />

l’autorizzazione, con valenza per<br />

entrambe le parti, all’uso delle foto<br />

non a scopo commerciale (la<br />

liberatoria sarà tema di una prossima<br />

puntata della rubrica).<br />

Come consuetudine concludiamo<br />

l’articolo con l’intervento<br />

della fotomodella genovese<br />

Stefania Merello (http://<br />

smerello72.123homepage.it/).<br />

“Eccomi nuovamente coinvolta su<br />

un tema davvero molto sentito. Purtroppo<br />

ho rilevato davvero un abuso<br />

circa l’uso del TF, spesso utilizzato<br />

per sfruttare la modella gratis. Ci<br />

sono fotografi che pagano la sala<br />

di posa e gli accessori, mentre chi<br />

posa deve accontentarsi di ricevere<br />

in cambio alcuni scatti. Credo che in<br />

proposito vada fatta una premessa:<br />

per chi è agli inizi questo può essere<br />

un modo per imparare a posare e<br />

farsi un piccolo portfolio personale.<br />

Invece per la fotomodella di esperienza<br />

un TF deve avere requisiti diversi:<br />

intanto il fotografo deve aver<br />

realizzato scatti di un certo livello,<br />

poi deve proporre un progetto comune<br />

che possa portare vantaggi a<br />

entrambi. Insomma anch’io ne consiglio<br />

l’uso con moderazione, anche<br />

per un rispetto generale verso fotografi<br />

e modelle seri e professionisti.<br />

Con l’abuso di questo metodo si sta<br />

danneggiando proprio chi vive con<br />

12 • Orizzonte Magazine<br />

Orizzonte Magazine • 13


nuovi volti all’orizzonte<br />

questo lavoro duro e competitivo.<br />

Per cui farne uso si, ma con buon<br />

senso, perché davvero non diventi<br />

tutto un baratto discutibile...”<br />

Un’ultima battuta la riserviamo<br />

al fotografo Paolo Tallarigo, noto<br />

per la sua collaborazione con testate<br />

come Playman e Playboy oltre<br />

che diverse per riviste estere:<br />

“Sinceramente non ho mai amato<br />

tutte queste sigle, tuttavia trovo che<br />

il TF sia quella più adatta alle mie<br />

esigenze. Penso che sia un modo<br />

per scoprire nuovi volti e che risulti<br />

molto utile per le modelle, anche se<br />

oggi, purtroppo, molti improvvisano<br />

e, devo dire, con una qualità piuttosto<br />

scarsa, sia da parte dei fotografi<br />

sia da parte delle modelle”.<br />

«NUOVI volti all’orizzonte» è un progetto di<br />

ORIZZONTE MAGAZINE con l’obiettivo di cercare attraverso il<br />

web NUOVI VOLTI FEMMINILI da proporre come<br />

FOTOMODELLE - INDOSSATRICI - RAGAZZE IMMAGINE - HOSTESS<br />

per la realizzazione di<br />

SERVIZI FOTOGRAFICI - PUBBLICITÅ - CATALOGHI - VIDEO<br />

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model: Vanessa Ladisa<br />

fotografo: Angelo Ferri Ph<br />

art director: Fabrizio Capra<br />

14 • Orizzonte Magazine<br />

Le interessate possono aderire attraverso il sito web<br />

www.orizzontemagazine.it<br />

alla pagina: Nuovi Volti all’Orizzonte<br />

inviando una foto e contatto telefonico.<br />

SI GARANTISCE LA MASSIMA SERIETÅ<br />

Orizzonte Magazine • 15


I CASTELLI D’Italia<br />

il castello di<br />

gioia del colle<br />

SECONDA parte<br />

di Rossana D’Addabbo<br />

I<br />

l cortile interno del Castello,<br />

su cui si affacciano<br />

quasi tutti gli ambienti,<br />

secondo un’architettura<br />

d’ispirazione araba, si presenta a<br />

forma di trapezio irregolare, segno<br />

dell’adattamento di un edificio<br />

preesistente. Lo si nota, oltre<br />

che in pianta, dall’attuale splendida<br />

terrazza panoramica, con vista<br />

sulle due torri e sui giardini, laddove<br />

nel 1821-1822 la principessa<br />

Maria Emmanuella Caracciolo,<br />

madre di Carlo III De’ Mari, ultimo<br />

feudatario di Gioia, Acquaviva<br />

e Castellaneta, aveva edificato ad<br />

uso personale degli appartamenti,<br />

in parte crollati, in parte demoliti<br />

nel corso dei restauri.<br />

In questo settore Nord, resti di<br />

strutture murarie (lasciate a vista<br />

nel vano scale) sono il chiaro indizio<br />

di una ristrutturazione urgente<br />

del fortilizio prenormanno. Si<br />

tratta di blocchetti di pietra calcarea<br />

a forma di parallelepipedo<br />

o di cubo, e di un’opera mista, in<br />

blocchi informi di pietra calcarea<br />

e tufo sbozzati sommariamente e<br />

con inzeppature. Si ipotizza che la<br />

roccaforte fosse un luogo di rifugio<br />

per gli abitanti del vicino villaggio<br />

in occasione delle ricorrenti<br />

scorrerie saracene, e forse, sullo<br />

scorcio del IX secolo, un avamposto<br />

militare nella riconquista<br />

bizantina del territorio, per quasi<br />

trent’anni alla mercé dell’Emirato<br />

di Bari, con Taranto, saracena,<br />

assurta a porto principale del<br />

Sud Italia per lo smistamento di<br />

un fiorente commercio di schiavi<br />

(847-871). La sua ubicazione, al<br />

centro dell’antico asse viario tra<br />

queste due città, giustifica la fun-<br />

zione strategica e il progressivo<br />

ampliamento del primitivo nucleo<br />

bizantino.<br />

La leggenda del nome<br />

L’ubicazione al centro dell’antico<br />

asse viario tra le due città giustifica<br />

la funzione strategica ed<br />

il progressivo ampliamento del<br />

primitivo nucleo “bizantino”, da<br />

sempre luogo di passaggio e di<br />

sosta per viandanti, militari, mercanti<br />

e pellegrini, anche per la<br />

presenza di pozzi d’acqua sorgiva.<br />

Un’altra leggenda spiega il nome<br />

di Gioia, con cui il borgo venne<br />

ufficialmente designato per secoli<br />

nell’età moderna, finché con l’U-<br />

16 • Orizzonte Magazine<br />

Orizzonte Magazine • 17


nità d’Italia, per distinguerlo da<br />

altri comuni omonimi del Sud,<br />

fu aggiunto il complemento “del<br />

Colle”, dalla collina di Monte Sannace,<br />

sede dell’acropoli dell’importante<br />

città peucezia (forse la<br />

Thuriae menzionata dallo storico<br />

Livio), i cui reperti sono conservati<br />

ed esposti nelle sale museali<br />

del Castello.<br />

La storia narra di una dama, in<br />

viaggio da Bari a Taranto, che sostò<br />

in una locanda a metà strada.<br />

Sul far della sera, attratta dall’amenità<br />

del luogo, si aggirava nei<br />

prati rincorrendo lucciole e finì<br />

col perdere un prezioso gioiello<br />

che portava appuntato sul petto.<br />

All’indomani, ripreso il viaggio, si<br />

accorse con rammarico nella carrozza<br />

d’averlo smarrito e, essendole<br />

caro, ordinò al cocchiere di<br />

tornare indietro a recuperarlo; lo<br />

rinvenne lei stessa, rovistando affannosamente<br />

fra l’erba, e fu tale<br />

la sua gioia da ribattezzare col nome<br />

di “Gioia” il piccolo villaggio attorno<br />

alla locanda. Lo stemma del<br />

Comune, derivato da un bassorilievo<br />

in pietra scolpito dal primicerio<br />

Giovanni de Roccha nel 1480,<br />

riproduce appunto, tra l’altro, una<br />

coppa ricolma di gioielli.<br />

La suggestione popolare ha creato<br />

anche un collegamento tra<br />

l’enigmatico maniero e l’altrettanto<br />

misteriosa città di Monte Sannace,<br />

idealmente ritenuta l’antica<br />

Gioia, le cui rovine sono visibili<br />

da secoli e hanno restituito numerosi<br />

oggetti (vasi, monete) di<br />

una remota antichità, dispersi in<br />

collezioni private locali, nazionali<br />

minamento ipogeo è attestato<br />

sempre verso N.E. (quindi proprio<br />

in direzione di Monte Sannace),<br />

con uno sbocco nel giardino<br />

privato, un tempo appartenente<br />

al Castello.<br />

Un ulteriore cunicolo, in direzione<br />

di Gioia, è stato individuato<br />

sotto una botola della chiesetta<br />

trecentesca dell’Annunziata in località<br />

Monte Rotondo, nell’allora<br />

feudo di Monte Sannace. La chiesetta<br />

sorge su una collinetta adiacente<br />

al parco archeologico, dove<br />

ha luogo dopo la Pasqua una suggestiva<br />

cerimonia religiosa, con<br />

celebrazione eucaristica e triplice<br />

processione per la dedicazione<br />

dei bambini alla Madonna, che in<br />

passato costituiva un vero e proprio<br />

rito popolare per la prevenzione<br />

dell’ernia infantile.<br />

Un altro cunicolo ancora emerse<br />

alcuni anni fa durante lavori in<br />

corso nell’area di una discarica dismessa,<br />

nella stessa località. Molte<br />

e straniere, almeno dalla fine del<br />

XVI secolo e fino all’inizio degli<br />

scavi ufficiali nel ‘900.<br />

Secondo la tradizione popolare<br />

un percorso sotterraneo, utilizzato<br />

in segreto dal Re in occasioni<br />

di pericolo, unirebbe il Castello<br />

alla città peucezia di Monte Sannace.<br />

Ma si tratta davvero di suggestione?<br />

L’insistenza di questa<br />

voce suggerirebbe di no. In effetti<br />

cunicoli, sia pure di lunghezza<br />

limitata, sono stati trovati tra le<br />

case del centro storico, impiegati<br />

forse in passato come vie di fuga,<br />

a volte intasati da acque sorgive<br />

e quindi svuotati e sigillati, altre<br />

volte velocemente indagati ed occultati<br />

per consentire il prosieguo<br />

di lavori edilizi. Anche nel cortile<br />

del Castello una conduttura collega<br />

il pozzo, ubicato in posizione<br />

decentrata, con una cisterna<br />

sotterranea che si trova lungo il<br />

lato est, con evidente funzione di<br />

riserva d’acqua, ma un altro camsono<br />

poi le cavità naturali scavate<br />

dalle falde freatiche in un territorio<br />

con caratteristiche carsiche,<br />

punteggiato di lame e pozzi, che<br />

sono state sfruttate dall’uomo nel<br />

corso dei secoli.<br />

Foto di Angelo Ferri su concessione<br />

del Ministero dei Beni e delle Attività<br />

Culturali e del Turismo Soprintendenza<br />

per i Beni rcheologici della Puglia<br />

Sopra: Il monumentale forno, il<br />

cui calore, attraverso un’intercapedine,<br />

riscaldava l’appartamento<br />

sovrastante.<br />

La porta della cella in cui, secondo<br />

la leggenda, sarebe stata rinchiusa<br />

Bianca Lancia.<br />

Sotto: Una porta contrassegnata<br />

da un indecifrabile bassorilievo.<br />

18 • Orizzonte Magazine<br />

Orizzonte Magazine • 19


LIBARNA:<br />

antica città romana<br />

in provincia di Alessandria<br />

di Fabrizio Capra<br />

P<br />

ercorrendo la Statale n. 35 in direzione<br />

di Genova, dopo essersi lasciato alle<br />

spalle il comune di Serravalle Scrivia<br />

s’incontra la frazione di Libarna, non un<br />

semplice nucleo abitato ma un luogo intriso di storia.<br />

Libarna è una città romana sorta sulla riva sinistra<br />

del torrente Scrivia, sul tratto tra Genua e Dertona<br />

della via Postumia, la via consolare che univa i porti<br />

di Genova e Aquileia. Identificata dal Settecento<br />

con varie località del bobbiese e del tortonese, solo<br />

nel secolo XIX, in corrispondenza dell’affiorare alla<br />

luce dei suoi resti grazie all’opera dell’abate Bottazzi,<br />

veniva accertato il suo inquadramento storicotopografico.<br />

Libarna era un capoluogo autonomo di un vasto territorio<br />

che confinava a est con Velleia, antica città<br />

dell’Appennino piacentino, a sud con Genua (Genova),<br />

a ovest con Aquae Statiellae (Acqui Terme) e a<br />

nord con Derthona (Tortona).<br />

Situata in una zona particolarmente fertile, aveva<br />

un’economia agricola fondata sulla viticoltura, sulle<br />

colture arboricole per lo sfruttamento del legno,<br />

sull’allevamento del bestiame. Tra le altre attività vi<br />

troviamo la produzione della ceramica e l’industria<br />

laterizia; inoltre, grazie alla posizione geografica, costituiva<br />

un importante nodo commerciale.<br />

Pur mancando notizie certe sull’esistenza di edifici di<br />

culto nella città, dalle iscrizioni votive ritrovate si desume<br />

che i cittadini di Libarna fossero devoti a Giove,<br />

Diana ed Ercole. E’ attestato anche il culto imperiale.<br />

La piana dove sorgeva Libarna era sicuramente abitata<br />

fin dalla media età del Ferro (VI-V secolo a.C.)<br />

e già in epoca preromana era citata in fonti storiche.<br />

La Libarna preromana sorgeva in un’area strategica,<br />

tanto che gli stessi romani sfruttarono questa posizione<br />

per costruire la propria città. Il<br />

suo sviluppo derivò proprio dal fatto di essere stata<br />

costruita sulla Via Postumia, dove rappresentava un<br />

luogo di transito e di sosta per i viaggiatori, e quindi<br />

un fiorente centro di traffici commerciali.<br />

20 • Orizzonte Magazine<br />

Orizzonte Magazine • 21


I ritrovamenti più antichi si collocano<br />

tra la metà e la fine del I<br />

secolo a.C. mentre l’attuale area<br />

visibile si riferisce all’età imperiale<br />

(I-IV secolo d.C.). Quanto si può<br />

vedere rappresenta il momento di<br />

maggior splendore di Libarna: una<br />

città ricca, con una densità abitativa<br />

elevata e frequentata da coloro<br />

che percorrevano la Via Postumia.<br />

Di fatto a questa via furono strettamente<br />

legate le sorti della città. Alcuni<br />

reperti rinvenuti in quest’area<br />

ne testimoniano l’importanza economica<br />

e commerciale, che è andata<br />

calando a partire dal III secolo d.<br />

C. in funzione del declino della Via<br />

Postumia a seguito delle invasioni<br />

barbariche, ed al suo definitivo abbandono<br />

nel 452 d.C., quando gli<br />

abitanti emigrarono in aree vicine,<br />

in particolare quelle collinari, ritenute<br />

più sicure. Molti si aggregarono<br />

alle comunità già esistenti o ne<br />

fondarono delle nuove: Precipiano,<br />

Serravalle e Arquata.<br />

La scoperta di Libarna<br />

I primi reperti affiorarono, a partire<br />

dal 1820, nel corso dei lavori<br />

per la costruzione della Strada<br />

Regia che doveva collegare Genova<br />

con Torino e, successivamente,<br />

per quelli della ferrovia<br />

Torino Genova (1846-1854).<br />

Vennero riportati alla luce due<br />

quartieri, l’anfiteatro, il teatro e<br />

alcune strade urbane, che rappresentano<br />

l’attuale area archeologica<br />

e costituiscono una piccola<br />

porzione di una città molto più<br />

estesa. Le terme (ubicate tra il<br />

quartiere dell’anfiteatro e il teatro,<br />

occupavano la superficie di<br />

quattro isolati) e il foro (situato<br />

al di fuori dell’attuale perimetro<br />

dell’area archeologica, lungo il<br />

decumano massimo in direzione<br />

opposta all’anfiteatro) dopo gli<br />

scavi vennero reinterrati.<br />

Secondo Wikipedia, così appariva<br />

la città di Libarna a un viaggiatore<br />

di allora: “La città sorgeva<br />

su un terreno pianeggiante, ricco<br />

di acque, circondato da colline. Era<br />

attraversata in senso longitudinale<br />

dalla via Postumia, che ne costituiva<br />

il principale asse da Nord-Ovest<br />

a Sud-Est. Altro asse principale<br />

era il decumano che, orientato da<br />

Sud-Ovest a Nord-Est, conduceva<br />

all’anfiteatro. Le strade dividevano<br />

la città in tanti spazi di forma<br />

tendenzialmente quadrata, ma di<br />

dimensioni differenti. Esse erano<br />

lastricate, rettilinee con collettori<br />

di scarico convogliati verso l’odierno<br />

Rio della Pieve. La città riceveva<br />

acqua tramite un acquedotto, era<br />

ricca di sorgenti, pozzi e fontane.<br />

Nel punto d’incontro tra le due<br />

principali vie, sorgeva il foro, grande<br />

piazza lastricata su cui sorgevano<br />

portici e edifici, finora solo parzialmente<br />

esplorato. Le terme erano<br />

situate nell’estremo settore Nord-<br />

Est e verso il limite settentrionale<br />

sorgeva il teatro”.<br />

Questo è invece ciò che si vede<br />

oggi, secondo la Direzione Regionale<br />

per i Beni Culturali e Paesaggistici<br />

del Piemonte: “Sono visibili<br />

i resti di due isolati di abitazioni,<br />

posti ai lati del decumano massimo<br />

ed incorniciati dai decumani e<br />

cardini minori. Gli isolati si suddividono<br />

in abitazioni, la cui costruzione<br />

è databile intorno alla fine del<br />

I secolo a.C. con rimaneggiamenti<br />

nei secoli successivi. Una precisa<br />

lettura delle diverse fasi costruttive<br />

non è sempre possibile; si possono<br />

comunque osservare i differenti<br />

ambienti caratteristici delle domus<br />

romane, come atrio, cubicula, tablinum,<br />

triclinio, peristili; in alcune di<br />

esse sono presenti ambienti identificati<br />

come botteghe. Di notevole interesse<br />

è la pavimentazione musiva<br />

della domus che occupa l’angolo superiore<br />

dell’isolato posto a sinistra<br />

rispetto all’ingresso dell’anfiteatro. Il<br />

mosaico, di grandi dimensioni, rappresenta<br />

il mito di Licurgo; la scena<br />

figurativa centrale è posta tra due<br />

tappeti musivi a decorazione geometrica<br />

in bianco e nero.<br />

L’anfiteatro, costruito probabilmente<br />

nel I secolo d.C., è posto ai margini<br />

dell’abitato in posizione scenografica<br />

al termine del decumano massimo.<br />

L’elevato non è conservato,<br />

ma la monumentalità dell’edificio è<br />

ugualmente evidente dalle dimensioni<br />

dell’ellisse. Si notano le fondazioni<br />

dei corridoi d’ingresso che<br />

conducevano alle gradinate e sono<br />

22 • Orizzonte Magazine<br />

Orizzonte Magazine • 23


visibili l’ambulacro e la sala ipogea,<br />

gli ambienti sotterranei all’arena. In<br />

base a calcoli volumetrici ottenibili<br />

dalla misura delle fondazioni, è stato<br />

ipotizzato che potesse ospitare<br />

circa 7000 spettatori.<br />

Il teatro, anch’esso databile intorno<br />

al I secolo d.C., è maggiormente<br />

conservato, pur essendo privo del<br />

portico post scaenam, obliterato<br />

dalla sede dei binari ferroviari. Sono<br />

visibili le fondazioni degli ingressi,<br />

dei corridoi di accesso, della cavea<br />

e della scena, oltre a porzioni di elevato.<br />

Secondo le ipotesi ricostruttive<br />

il teatro poteva contenere circa<br />

3800 spettatori”.<br />

Andando via, prima di ritornare<br />

sulla strada, possiamo ancora ammirare<br />

sulla sinistra un tratto della<br />

vecchia Via Postumia, riportata<br />

alla luce e ben visibile.<br />

I reperti di scavo sono per la<br />

maggior parte conservati nel Museo<br />

di Antichità di Torino, dove<br />

figurano, tra le opere di maggior<br />

pregio, pavimenti musivi, marmi,<br />

bronzi e ambre figurate; altri reperti<br />

sono presso il Museo di Archeologia<br />

Ligure di Genova Pegli.<br />

Per completare la giornata dedicata<br />

a Libarna consigliamo di visitare<br />

la Sala Espositiva Archeologica<br />

presso il Palazzo Municipale di<br />

Serravalle Scrivia; sarà una visita di<br />

grande interesse per chi abbia visitato<br />

la zona archeologica e voglia<br />

arricchire la sua conoscenza della<br />

vita quotidiana nell’antica città<br />

romana: frammenti architettonici,<br />

vasellame da mensa, lucerne.<br />

La prima parte della sala contiene<br />

i circa sessanta pezzi della<br />

collezione raccolta dal canonico<br />

novese Giovanni Francesco Capurro<br />

e databili ai primi secoli<br />

dell’Impero: di particolare interesse,<br />

la grande epigrafe dello<br />

scrivano Catius Martialis, datata<br />

al II secolo d.C., la parte centrale<br />

di un pinax, due anfore integre<br />

e un’ansa contrassegnata da un<br />

bollo ancora non identificato.<br />

Nella seconda parte della sala<br />

sono esposti i reperti di proprietà<br />

Statale: vasellame da mensa in<br />

ceramica, lucerne fittili, una fontana<br />

decorata con motivi marini,<br />

due piccole erme e un interessante<br />

frammento di pavimentazione<br />

in opus sectile, realizzato<br />

nel II secolo d.C. con pregiati<br />

materiali marmorei.<br />

Una serie di pannelli informativi e<br />

tavole illustrate accompagnano il<br />

visitatore.<br />

Informazioni<br />

Area Archeologica di Libarna: Serravalle<br />

Scrivia, frazione Libarna,<br />

via Arquata 63<br />

Tutela e Competenza: Soprintendenza<br />

per i Beni Archeologici<br />

del Piemonte e del Museo Antichità<br />

Egizie, Piazza San Giovanni<br />

2, Torino, Tel. 0115214069, Fax<br />

0115213145<br />

Orari di Visita: Lunedì: Chiuso; Martedì,<br />

Mercoledì, Giovedì e Venerdì:<br />

9-12 (Visite Individuali e Gruppi con<br />

Prenotazione); Sabato e Domenica:<br />

10-16 (Visite Individuali. Per<br />

quanto riguarda la visita di Gruppi<br />

si potrà verificare caso per caso al<br />

momento dell’eventuale richiesta).<br />

Ingresso gratuito<br />

Per prenotazioni: Biblioteca Comunale<br />

di Serravalle Scrivia Piazza<br />

Carducci 4, Tel. 0143633627,<br />

0143634166, Fax. 0143686472<br />

Accessibilità:<br />

in Auto: (Autostrada A7 Milano<br />

- Serravalle, Uscita di Serravalle<br />

Scrivia) - da Milano km 87; da Torino<br />

km 105, da Genova km 50<br />

in Treno: (Stazione FS di Serravalle<br />

Scrivia, oppure di Arquata<br />

Scrivia e di Novi Ligure)<br />

in Autobus: Autolinee C.i.t. (Novi<br />

Ligure - Serravalle Scrivia - Arquata<br />

Scrivia)<br />

in Bus Navetta Outlet Serravalle<br />

(Novi Ligure FS - Outlet<br />

Serravalle - Libarna - Arquata<br />

Scrivia FS)<br />

Sala Espositiva Archeologica: Palazzo<br />

Municipale - Serravalle Scrivia<br />

- Via Berthoud 49, piano terra<br />

Visitabile in orario di apertura<br />

uffici comunali (Lunedì e Giovedì:<br />

9.30 - 12.30 / 15.30 - 18.00;<br />

Martedì, Mercoledì, Venerdì: 9.30<br />

- 12.30; Sabato: 9.30 - 12.00) o su<br />

prenotazione. Ingresso gratuito.<br />

Per informazioni rivolgersi alla<br />

Biblioteca Comunale (Orario di<br />

apertura al pubblico: Lunedì, Martedì<br />

e Venerdì: 8.30 - 12.30 / 15.00<br />

- 18.30; Mercoledì: 8.30 - 12.30;<br />

Giovedì: 15.00 - 18.30; Sabato:<br />

8.15 - 11.45)<br />

Per integrare quanto riportato<br />

in questo articolo consigliamo di<br />

scaricare la brochure prodotta dal<br />

comune di Serravalle Scrivia attraverso<br />

il link: http://www.comune.<br />

serravalle-scrivia.al.it/docs/Libarna/<br />

Brochure_Libarna.pdf<br />

Fonte principale: sito del Comune<br />

di Serravalle Scrivia<br />

Libarna fu una<br />

importante città<br />

romana del 1 secolo<br />

a.C. attraversata<br />

dalla via Postumia.<br />

Questa via<br />

Consolare ne<br />

decretò la fortuna e<br />

il declino.”<br />

24 • Orizzonte Magazine<br />

Orizzonte Magazine • 25


i tre briganti<br />

di TORRE NAVARINo<br />

di Donato Raspatelli<br />

tecentesca a 2 livelli alta 10 metri,<br />

che presenta quattro vani con un<br />

accesso ai sotterranei, e una scala<br />

che conduce al piano superiore.<br />

Qui ci sono altri due vani che si<br />

affacciano su altrettante terrazze,<br />

dalle quali è possibile ammirare<br />

tutto il paesaggio circostante e<br />

soprattutto le altre due strutture<br />

del complesso: il vecchio palmeto<br />

a tre archi e, poco distanti, le<br />

I<br />

n contrada Gadaleta, a<br />

metà strada tra Molfetta<br />

e Terlizzi nella ridente<br />

terra di Puglia, dimenticato<br />

in un uliveto secolare si erge<br />

maestoso il complesso di Navarino.<br />

Edificato in tempi diversi dalla<br />

famiglia Gadaleta, presenta tre<br />

strutture differenti. La prima, l’edificio<br />

principale, è una dimora setdue<br />

torri, anch’esse alte dieci metri,<br />

unite tra loro da una strana<br />

colombaia. Torre Navarino oggi<br />

è ben lontana dalla dimora di un<br />

tempo, ridotta com’è a un rudere,<br />

immerso nel silenzio degli ulivi;<br />

ma un tempo questo silenzio fu<br />

interrotto da una triplice condanna<br />

a morte.<br />

Nel 1749 tre viandanti, sorpresi<br />

da una notte di tempesta, bussarono<br />

alle porte di Navarino chiedendo<br />

ospitalità. L’abate Gadaleta<br />

rifocillò i tre (che in realtà erano<br />

briganti) i quali, per tutto ringraziamento,<br />

lo aggredirono e derubarono.<br />

Avendoli riconosciuti, l’abate li denunciò<br />

al re Carlo III di Borbone,<br />

segnalando l’accaduto, e il re per<br />

giustizia e monito, stabilì che i tre<br />

malviventi fossero impiccati sul<br />

posto. Una lapide infissa sul portale,<br />

in latino, ricorda l’episodio: IL<br />

4 LUGLIO 1749 RE CARLO III<br />

DI BORBONE FECE IN LOCO<br />

ALBERINI, IMPICCARE TRE LA-<br />

DRONI: M. ARCERI, A. CARIATI,<br />

C. PITURRO, A TRE ALBERI DI<br />

ULIVO.<br />

Da quel tragico giorno la gente<br />

del posto ha iniziato a raccontare<br />

di strani fenomeni che a volte<br />

si verificano a Navarino, e si dice<br />

che qualcuno abbia addirittura visto<br />

i tre briganti aggirarsi per la<br />

struttura in cerca di pace.<br />

Questo scenario suggestivo ha<br />

attirato la Paranormal Society Investigation<br />

che ha voluto indagare<br />

da vicino per cercare di verificare<br />

le leggende che caratterizzano<br />

questo luogo. Il team dei ghost<br />

hunters baresi ha perciò passato<br />

tutta la notte nel complesso<br />

di Navarino cercando traccia di<br />

attività paranormali, controllando<br />

eventuali anomalie di campi<br />

elettromagnetici, monitorando la<br />

zona con videocamere a infrarossi<br />

e sensori di movimento,<br />

L’indagine non ha fornito risultati,<br />

anche se per tutto il tempo i<br />

ricercatori sono stati pervasi da<br />

uno strano senso di oppressione<br />

e da una sensazione di costante<br />

disagio.<br />

26 • Orizzonte Magazine<br />

Orizzonte Magazine • 27


Ma come spesso accade nelle<br />

indagini paranormali, solo in un<br />

secondo momento, con l’analisi<br />

dei dati e delle registrazioni audio,<br />

l’attenzione dei membri della P.S.I.<br />

è stata colpita da tre anomalie<br />

audio. Il fatto è strano in quanto,<br />

pur non essendo presente nessun<br />

altro all’indagine, a parte gli<br />

investigatori, tre voci sono rimaste<br />

impresse sui registratori audio.<br />

E.V.P.; si tratta di fenomeni di voce<br />

elettronica che sembrerebbero<br />

dare un senso a quelle sensazioni<br />

di disagio provate dai componenti<br />

del team.<br />

La prima voce, molto leggera, che<br />

sembra provenire da un luogo<br />

lontano e inaccessibile, o forse<br />

solo remoto, perduto nelle pieghe<br />

del tempo, dice “io sono allo...” ma<br />

la fine della frase risulta incomprensibile.<br />

La seconda quasi in risposta,<br />

ma su una frequenza completamente<br />

differente dice “non<br />

dissi mai...“, ma la manifestazione<br />

audio più inquietante è la terza,<br />

che alla domanda “con chi ce<br />

l’hai?” risponde con una voce rauca<br />

e profonda proveniente dalle<br />

più remote e inquietanti oscurità<br />

“con tutti”.<br />

Quindi i dati confermano a Torre<br />

Navarino la possibilità di attività<br />

paranormale, anche se debolmente<br />

percettibile. Certamente la<br />

pena toccata ai tre briganti è stato<br />

un monito per tutti coloro che infrangono<br />

le leggi sacre dell’ospitalità,<br />

ma forse la condanna peggiore<br />

è stata quella di vagare senza<br />

riposo per le stanze di Navarino<br />

per l’eternità.<br />

Il nome Navarino,<br />

è di origine incerta;<br />

quella zona verso<br />

Terlizzi viene<br />

denominata Masseria<br />

di Annamaria, verso<br />

Bisceglie di Navario<br />

e a Molfetta di<br />

Navarino.<br />

28 • Orizzonte Magazine<br />

Orizzonte Magazine • 29


Michael Hesemann<br />

il falso film<br />

sull’autopsia dell’alieno<br />

ULTIMA PARTE<br />

di Philip Mantle<br />

V<br />

erifica dei fatti.<br />

Come facciamo a verificare<br />

se quello che<br />

dice Spyros Melaris<br />

è vero? Vi posso assicurare che<br />

non è un compito facile. Il materiale<br />

documentario mostratomi<br />

da Spyros è intrigante ma non una<br />

prova inequivocabile. Il mio collega<br />

Mark Center ha controllato negli<br />

Stati Uniti che il pilota privato<br />

Rodney Corn esiste davvero; ha<br />

parlato con lui al telefono ma non<br />

ricorda di essere stato assunto<br />

da Spyros. Questo potrebbe dipendere<br />

dal fatto che fu assunto<br />

da Geraldine e che si parla di un<br />

evento accaduto più di 12 anni fa.<br />

Alla conferenza UFO DATA di<br />

ottobre 2007 c’era il ricercatore<br />

tedesco Michael Hesemann, che<br />

fu anche uno degli oratori in quel<br />

fine settimana. Fra il l995 e il l997<br />

Michael aveva esaminato il filmato<br />

dell’autopsia aliena e ritiene che<br />

sia autentico.<br />

Tornato a casa in Germania dopo<br />

la conferenza, Michael mi mandò<br />

una mail che francamente mi<br />

sbalordì: ammetteva per la prima<br />

volta che nel l996 qualcuno gli<br />

aveva inviato una mail dicendogli<br />

che Spyros Melaris era un mistificatore.<br />

Hesemann non ne aveva<br />

mai parlato con nessuno. Gli chiesi<br />

cosa avesse fatto in proposito<br />

e lui mi rispose che aveva semplicemente<br />

telefonato a Ray Santilli<br />

chiedendogli se conoscesse<br />

quest’uomo. Santilli aveva risposto<br />

di no.<br />

Michael mi disse di aver lasciato<br />

le cose come stavano, frattanto<br />

Spyros mi informò, indipendentemente,<br />

che nel l996 aveva ricevuto<br />

una telefonata da qualcuno con<br />

un accento tedesco che gli aveva<br />

chiesto se lui fosse un mistificatore;<br />

lui naturalmente negò. Non<br />

seppe chi fosse il chiamante finché<br />

non incontrò Hesemann alla<br />

nostra conferenza. Insistetti con<br />

Michael su questo argomento e<br />

alla fine egli ammise di aver fatto<br />

la telefonata a Spyros nel l996.<br />

Come mai Michael Hesemann<br />

non aveva condiviso queste informazioni<br />

con nessun altro tranne<br />

me? In sua difesa Michael dichiarò<br />

che c’erano altre persone coinvolte<br />

e che non voleva diffondere<br />

voci false, ma questi altri nomi<br />

erano stati diffusi ed eliminati.<br />

Onestamente devo dire qui e<br />

ora che non riesco a capire perché<br />

Hesemann nascose queste<br />

informazioni e non ne parlò mai<br />

a nessuno. Lascio a voi il compito<br />

di farvi un’opinione.<br />

Un mio collega, che era un veterano<br />

TV e uno specialista di effetti<br />

speciali cinematografici, aveva<br />

guardato l’intervista a Spyros; a<br />

suo parere le tecniche e i materiali<br />

utilizzati da Melaris e dal suo<br />

team per realizzare la falsa creatura<br />

sono al 100% corretti. Per lui<br />

non vi è alcun dubbio che i manichini<br />

siano stati costruiti nel modo<br />

descritto. Avrebbe voluto fare<br />

ancora un paio di domande, ma<br />

si trattava solo di piccoli dettagli<br />

che non cambiavano quello che<br />

Melaris aveva sostenuto.<br />

L’altro principale personaggio<br />

coinvolto nella storia è, naturalmente,<br />

il produttore televisivo<br />

statunitense Bob Kiviat. Diversi<br />

anni fa io e il mio collega Tim<br />

Mathews ricevemmo una soffiata<br />

su John Humphreys, e cioè che<br />

aveva fatto parte della squadra e<br />

aveva realizzato i manichini. Bob<br />

aveva tentato per anni di ottenere<br />

da Humphreys un’intervista<br />

filmata e anche di fare un documentario<br />

televisivo, ma non era<br />

stato mai possibile. Finalmente<br />

Bob fece uno show televisivo per<br />

Channel 5, senza Humphreys, ma<br />

non fu mai trasmesso. Sia Humphreys<br />

che Melaris avevano parlato<br />

a lungo con Bob Kiviat circa il<br />

30 • Orizzonte Magazine<br />

Orizzonte Magazine • 31


Lo scultore John Humphreys<br />

loro coinvolgimento in tutta questa<br />

vicenda così colsi l’occasione,<br />

il 4 dicembre 2007, per porre a<br />

Bob alcune domande. Questa<br />

mini sessione di domande è qui<br />

riportata integralmente:<br />

D: Quante volte ha parlato con<br />

lo scultore inglese John Humphreys?<br />

R: Una volta prima che il film di<br />

“Ant & Dec” fosse distribuito, circa<br />

Bob Kiviat<br />

il 2003, e dopo un’altra volta.<br />

D: Humphreys le ha detto su<br />

che cosa basò il progetto per le<br />

sue creature aliene?<br />

R: Sì, sulle proprie ricerche, libri e così<br />

via. Non ebbe nessun altro aiuto.<br />

D: Humphreys aveva mai visto<br />

un film originale, fotogrammi o<br />

altro?<br />

R: No, mai. Disse che tutto derivava<br />

dalla sua creatività e dalla ricerca<br />

sui libri.<br />

D: Durante le sue conversazioni<br />

con Humphreys quest’ultimo ha<br />

mai fatto il nome di Spyros?<br />

R: Sì, disse che Spyros lo aveva assunto<br />

per conto di Santilli e che lo<br />

aveva incontrato due volte e forse<br />

una volta è intervenuto sul set. Tutto<br />

il denaro era stato procurato da<br />

Spyros e inoltre Spyros fu il came-<br />

raman.<br />

D: Humphreys ha fatto i<br />

nomi delle persone coinvolte?<br />

Se sì, quali sono<br />

questi nomi?<br />

R: Non fece altri nomi.<br />

D: Perché Humphreys<br />

voleva lavorare con lei in<br />

un documentario?<br />

R: Humphreys voleva farmi<br />

fare uno show su una rete<br />

televisiva basato sulle rivelazioni<br />

che aveva fatto sul<br />

filmato dell’autopsia, con<br />

Spyros, che lui credeva lavorasse<br />

per Santilli, in qualità<br />

di finanziatore e cameraman.<br />

D: Fu Humphreys a raccontare<br />

tutto e a smentire<br />

le storie raccontate da<br />

Ray Santilli?<br />

R: Sì, ma finché non avessi avuto un<br />

impegno da un network TV e garantito<br />

i soldi per la sua esclusiva si<br />

manteneva molto riservato.<br />

D: Ha parlato con l’agente di<br />

Humphreys?<br />

R: Sì, il suo manager fu il mio principale<br />

contatto per tutto il 2003 e il<br />

2004; fu lui a informarmi, senza però<br />

fornirmi i dettagli, che John stava<br />

per fare il film “Ant & Dec”. Disse<br />

anche che ci sarebbe stato un documentario<br />

parallelo “che sarebbe<br />

stato il mio peggior incubo”.<br />

D: Se può dirlo, che cosa le disse<br />

sul coinvolgimento di Humphreys<br />

e sui motivi per cui voleva<br />

vuotare il sacco?<br />

R: Invece di farmi rivelazioni su<br />

Humphreys, il suo manager mi fece<br />

implicitamente capire che John<br />

32 • Orizzonte Magazine<br />

Orizzonte Magazine • 33


aveva perso la pazienza e voleva<br />

essere pagato.<br />

D: Nel 2006 lei ha realizzato<br />

un documentario televisivo di<br />

Channel 5 in cui compaio io, può<br />

dirmi perché non è stato mai<br />

trasmesso?<br />

R: Channel 5 stava inondando<br />

dall’Inghilterra i miei uffici di produzione<br />

a Los Angeles di direttive<br />

su quale doveva essere lo stile dello<br />

spettacolo, e voleva anche spostare<br />

la data di uscita fino ad un termine<br />

quasi impossibile. Stavamo lavorando<br />

senza tregua già per placare<br />

la dirigenza in carica di Channel 5<br />

quando uno dei capi a Channel 5<br />

mise in elenco lo show in una guida<br />

TV. Questo avvenne quando Gary<br />

Shoefield contattò il Canale dichiarando<br />

falsamente che Ray Santilli<br />

era coinvolto nella proprietà del mio<br />

spettacolo originale alla Fox, da cui<br />

sarebbe stato tratto il nuovo show<br />

su Channel 5. Era una montatura<br />

assoluta, dato che la mia Compagnia<br />

era l’unica ad avere il copyright<br />

per gli Stati Uniti dello show e dello<br />

stesso filmato dell’autopsia aliena!<br />

Mentre eravamo coinvolti in questa<br />

falsa affermazione, abbiamo realizzato<br />

l’intervista con lei. Quando i dirigenti<br />

di Channel 5 hanno visto che<br />

lei aveva indicato Humphreys come<br />

colui che aveva costruito il manichino<br />

e come il personaggio chiave<br />

che stava dietro il filmato, vollero<br />

conferma e contattarono ILLEGAL-<br />

MENTE Humphreys attraverso un<br />

produttore consulente.<br />

Humphreys andò fuori di testa, dicendo<br />

loro che non voleva aver niente<br />

a che fare con lo show di Channel<br />

5 e che avrebbe contattato la<br />

Warner Bros. Alla fine Channel 5<br />

34 • Orizzonte Magazine<br />

Orizzonte Magazine • 35


Una delle travi che sarebbero<br />

state ritrovate sulla scena<br />

dell’impatto di Roswell.<br />

Nella foto sotto sono riportati<br />

gli strani caratteri che<br />

vi erano incisi, progettati da<br />

Spyros Melaris sulla base dei<br />

caratteri greci ed egizi.<br />

risolse l’accordo col mio distributore,<br />

che dal suo canto non insistette per<br />

la messa in onda del programma,<br />

e fu così che le cose si sono chiuse.<br />

Sto ancora valutando quali azioni<br />

posso intraprendere per recuperare<br />

le mie perdite e i danni!<br />

D: Lei ha parlato a lungo al telefono<br />

con Spyros Melaris. E’ convinto<br />

che stia dicendo la verità?<br />

R: Per la gran parte, non riesco a<br />

trovare niente di strano che possa<br />

definire incredibile la sua storia. Ma<br />

mi chiedo come posso essere stato<br />

così ingenuo circa la quantità di<br />

denaro che Santilli stava facendo in<br />

tutto il mondo. Questa cosa sembra<br />

strana, come se stesse facendo<br />

la parte dello stupido. Al contrario,<br />

mi sembrava un uomo molto brillante.<br />

E anche se Ray gli ha fornito<br />

abbastanza lavoro per mantenerlo<br />

tranquillo, ancora mi chiedo per<br />

quale motivo ha lasciato che tutti<br />

gli altri soldi finissero nelle tasche<br />

di Ray senza chiedere la sua parte.<br />

Questo non quadra assolutamente.<br />

D: Lei ha avuto a che fare con<br />

il film “Alien Autopsy” dal 1995,<br />

è stato intervistato e ha parlato<br />

con la maggior parte se non tutti<br />

quello che erano coinvolti, adesso<br />

qiali sono le sue conclusioni?<br />

R: Mi servirebbe più tempo per rispondere<br />

a questa domanda. Se<br />

Spryros intraprenderà o no azioni<br />

legali avranno molto a che fare con<br />

tutto questo, e sto cercando un altro<br />

interessante punto di vista che potrebbe<br />

influenzare le mie conclusioni.<br />

E‘ chiaro da questa breve intervista<br />

con Bob Kiviat che ci sono<br />

piccole differenze tra quello che<br />

dichiara John Humphreys circa il<br />

suo ruolo nella realizzazione del<br />

falso filmato e quello che dice<br />

Spyros Melaris. D’altronde Humphreys<br />

afferma chiaramente che<br />

fu Spyros Melaris a procurare il<br />

denaro e ad assunmerlo per conto<br />

di Santilli. Humphreys conferma<br />

poi senza alcun dubbio che<br />

non c’è mai stato alcun filmato<br />

originale. Era stata una realizzazione<br />

completamente e assolutamente<br />

falsa.<br />

Potrei continuare ma credo di essere<br />

arrivato al punto. Nel l996<br />

Spyros era stato definito come<br />

mistificatore dal ricercatore tedesco<br />

Michael Hesemann. Nel 2003<br />

il produttore televisivo americano<br />

Bob Kiviat parlò con lo scultore<br />

inglese John Humphreys che<br />

gli confermò che Spyros era l’uomo<br />

indicato come responsabile e<br />

che non c’era nessun film originale.<br />

Nel 2007 Spyros per la prima<br />

volta venne allo scoperto, raccontando<br />

come tutto si era svolto.<br />

Beh, forse non è tutto. Spyros<br />

conserva alcune informazioni per<br />

il suo libro, disponibile dall’inizio<br />

del 2008. Per quanto riguarda<br />

Ray Santilli, anche lui è piuttosto<br />

tranquillo per il momento, ma<br />

dubito che confesserà mai il suo<br />

ruolo nella vicenda dato che vi è<br />

coinvolto troppo in profondità.<br />

Il libro tanto atteso da Spyros<br />

“Alien Autopsy: The Mith Exposed”<br />

viene fornito con un DVD allegato.<br />

La sua pubblicazione è stata<br />

inizialmente prevista per il 2008,<br />

ma per una serie di motivi la sua<br />

uscita è stata ritardata e non se ne<br />

conosce ancora la data precisa.<br />

L’aspetto<br />

antropomorfico<br />

del presunto alieno<br />

non è plausibile.<br />

Quest’opinione è<br />

suffragata da un<br />

certo numero di<br />

prestigiosi esperti in<br />

medicina.”<br />

36 • Orizzonte Magazine<br />

Orizzonte Magazine • 37


consumatori:<br />

l’unione fa la forza<br />

di Francesco Pulpito<br />

L<br />

a globalizzazione dei<br />

mercati a volte ci fa<br />

sentire piccoli: fruiamo<br />

di servizi, acquistiamo<br />

prodotti, abbiamo quotidianamente<br />

rapporti con amministrazioni<br />

pubbliche e private; anche se<br />

non sempre tutto ci soddisfa appieno<br />

accettiamo le cose con rassegnazione,<br />

convinti che la nostra<br />

voce rimanga un flebile sussurro<br />

nell’assordante caos che ci circonda.<br />

Eppure abbiamo un grande<br />

potere: noi siamo i Consumatori,<br />

il mercato non esisterebbe senza<br />

di i nostri acquisti quotidiani, senza<br />

la nostra necessità di interagire<br />

con le amministrazioni, gli enti, le<br />

banche e le assicurazioni.<br />

Abbiamo quindi una forza contrattuale<br />

di dimensioni impressionanti,<br />

perché non metterla a frutto?<br />

E’ questa l’idea che sta alla base<br />

di Forza dei Consumatori, un’associazione<br />

che riunisce professionisti<br />

“che condividono la volontà di<br />

dedicare le proprie conoscenze ed<br />

esperienze al servizio del Cittadino,<br />

inteso come Consumatore e parte<br />

debole del rapporto contrattuale,<br />

oltre che parte lesa dalle condotte<br />

illecite delle grandi Società e degli<br />

Enti Locali, nei cui confronti viene<br />

assicurata e garantita la più corretta<br />

e idonea informazione e tutela”<br />

Ma Forza dei Consumatori è<br />

qualcosa di più: è un gruppo<br />

aperto su Facebook a cui tutti<br />

possono iscriversi liberamente e<br />

dove tutti, professionisti e non,<br />

possono svolgere il proprio ruolo<br />

attivo nella tutela dei diritti collettivi:<br />

la competenza di ciascuno<br />

come risorsa di tutti.<br />

Il gruppo attualmente conta oltre<br />

14.000 iscritti ed è in continua<br />

espansione; al suo interno tutti<br />

possono chiedere consigli, dare<br />

suggerimenti, segnalare abusi e<br />

irregolarità di ogni genere nella<br />

certezza di trovare ascolto, ma<br />

quello che rende unico il progetto<br />

è che ciascuno può mettere<br />

a disposizione le proprie competenze,<br />

indipendentemente da<br />

quali siano: tra oltre 14.000 iscritti<br />

ci sarà qualcuno che sappia<br />

consigliarci su come togliere una<br />

macchia di caffè dalla camicia, ma<br />

quel “qualcuno” potremmo essere<br />

noi stessi e da qui il concetto di<br />

Forza dei Consumatori:<br />

non più soggetti<br />

isolati, ma collettività<br />

che condivide<br />

interessi e<br />

competenze.<br />

Entrare<br />

nei dettagli<br />

sarebbe come voler forzare la<br />

mano e siccome crediamo che<br />

ognuno debba fare le sue scelte<br />

in perfetta autonomia l’unico suggerimento<br />

che possiamo dare è:<br />

venite a farci visita su Facebook;<br />

il gruppo è aperto e, se vorrete<br />

fare parte della nostra collettività<br />

virtuale (ma non troppo), sarete<br />

sicuramente i benvenuti e troverete<br />

non solo chi vi darà ascolto<br />

per aiutarvi a risolvere i vostri<br />

problemi, a partire dall’instancabile<br />

Presidente, avv. Leopoldo Di<br />

Nanna, ma anche chi avrà piacere<br />

di ascoltare i vostri preziosi consigli.<br />

Attraverso la pagina social è<br />

anche possibile accedere al sito<br />

ufficiale di Forza dei Consumatori<br />

dove approfondire i vantaggi che<br />

potrebbero derivare dall’essere<br />

convenzionati alla nostra associazione.<br />

38 • Orizzonte Magazine<br />

Orizzonte Magazine • 39


i grandi<br />

della fotografia<br />

mente alle possibilità offerte dalla<br />

fotografia esplorando da autodidatta<br />

la realtà circostante.<br />

Inizialmente viene attirato dai paesaggi,<br />

in particolare di quelli del<br />

deserto, dei quali impara a cogliere<br />

la moltitudine delle forme e delle<br />

luci come fossero un vocabolario<br />

essenziale. Si sofferma sui disegni<br />

geometrici, sull’alternarsi di luci e<br />

ombre, sulla mancanza di orizzonte,<br />

fissando con la sua macchina la<br />

realtà che lo circonda.<br />

Ben presto passa a fotografare<br />

nature morte, grottesche e inusuali,<br />

riprendendo animali in decomposizione<br />

e sottolineando il<br />

FREDERICK SOMMER<br />

di trattamenti sanitari. In seguito<br />

effettua diversi spostamenti: nel<br />

1931 a Tucson, dopo in Arizona e<br />

poi a Prescott nel 1935.<br />

Nel 1938 Frederick Sommer inizia<br />

ad esplorare il mondo artistico,<br />

approfondendo il tema della<br />

“scrittura di luce”; acquista quindi<br />

la sua prima macchina fotografica,<br />

una Century Universal Camera<br />

8X10 e si appassiona profondadi<br />

Angelo Ferri<br />

F<br />

rederick Sommer è<br />

considerato uno dei<br />

grandi maestri della fotografia<br />

del XX secolo.<br />

Nasce il 7 Settembre del 1905 ad<br />

Angri, un piccolo comune in provincia<br />

di Salerno, ma la gran parte<br />

della sua infanzia la trascorre in<br />

Brasile. Raggiunta la maggiore età<br />

si trasferisce a New York, dove<br />

nel 1927 conquista il suo primo<br />

obiettivo ottenendo il Master in<br />

Landscape Architecture presso<br />

la Cornell University. Durante il<br />

suo percorso di studi, conosce<br />

Frances Elisabeth Watson che nel<br />

1928 diviene sua moglie.<br />

Alcuni anni dopo viene colpito<br />

dalla tubercolosi; questo lo costringe<br />

ad abbandonare la sua<br />

professione e a trasferirsi in Svizzera<br />

per sottoporsi ad una serie<br />

40 • Orizzonte Magazine


itorno alla terra come meditazione<br />

sul ciclo di vita e di morte.<br />

Sommer fu un artista totale capace<br />

di spaziare in molte direzioni.<br />

La sua opera fotografica è affascinante<br />

per la vasta gamma di<br />

metodologie e tecniche utilizzate<br />

e create, in una continua ricerca<br />

verso l’arte e l’estetica, esplorando<br />

le possibilità dell’immagine<br />

attraverso le sue conoscenze<br />

del disegno.. “Il campo di azione<br />

di una fotografia - disse - dovrebbe<br />

essere quella scacchiera del cuore e<br />

della mente, su cui la poesia e l’arte<br />

hanno da sempre operato”<br />

Le sue nature morte, composte<br />

da teste di pollo, interiora di animali<br />

e membra mutilate, nobilitano<br />

il brutto attraverso l’interpretazione<br />

artistica, rendendolo<br />

commovente mediante un bianco<br />

e nero con una gamma di toni<br />

sottili, ottenuto con l’uso della gelatina<br />

d’argento e la tecnica della<br />

stampa a contatto.<br />

Il passato e l’armonia delle forme<br />

aprono lo sguardo ad un messaggio<br />

in grado di ricreare la realtà<br />

ulteriore, fondata sul convincimento<br />

che l’artista abbia il potere<br />

di trasformare la percezione<br />

della realtà; se l’essere umano<br />

non fosse capace di sognare,<br />

non sarebbe nemmeno in grado<br />

di percepire la realtà. Sommer<br />

la fissa attraverso le sue tecniche,<br />

fino a giungere all’astrazione,<br />

come per i paesaggi desertici<br />

dell’Arizona ridotti a schemi<br />

isolati: paesaggi piatti, privi di un<br />

punto focale, che suggeriscono<br />

un nuovo modo di percepire il<br />

mondo circostante.<br />

Delle opere di<br />

Sommer note,<br />

disegni, colla-colore<br />

su carta, fotografie<br />

e scritti, hanno fatto<br />

parte della sua vita<br />

creativa per tutta<br />

la totalità della sua<br />

carriera artistica.”<br />

42 • Orizzonte Magazine<br />

Orizzonte Magazine • 43


ANTONIO BLANCO<br />

Ogni mese la Redazione selezionerà una serie di immagini che saranno pubblicate su<br />

Orizzonte Magazine, sul sito web e sulla pagina Facebook della rivista.<br />

Le foto dovranno essere in formato jpeg e andranno inviate, senza watermark o scritte:<br />

alla casella e-mail: orizzonte-magazine@libero.it<br />

corredate di nome e cognome dell’autore e di una breve didascalia.<br />

GILIBERTO STEA<br />

FRANCESCO PASCAZIO<br />

Angelo Ferri<br />

44 • Orizzonte Magazine<br />

ANTONIO SERENO<br />

Orizzonte Magazine • 45


Baccalà con pelle<br />

croccante su crema di ceci<br />

di Ornella Mirelli<br />

N<br />

oto già ai Vichinghi,<br />

che lo utilizzavano<br />

nei loro lunghi viaggi<br />

in mare grazie alla<br />

sua conservabilità, il baccalà giunge<br />

in Italia al tempo delle Repubbliche<br />

Marinare. Fu il nobile Piero<br />

Querini, capitano di mare della<br />

Repubblica di San Marco, a portarlo<br />

con sé nel 1432, tornando in<br />

patria dopo aver fatto naufragio<br />

contro uno scoglio nell’arcipelago<br />

delle Lofoten, nella Norvegia del<br />

nord. A salvare lui e il suo equipaggio<br />

fu una tribù locale, e fu<br />

presso questi autoctoni che Piero<br />

Querini apprese la tecnica di conservazione<br />

dei merluzzi, che essi<br />

essiccavano al sole artico e poi<br />

salavano per poterli consumare<br />

anche in inverno.<br />

Tuttavia nessuno parve accorgersi<br />

di questo prodotto almeno fino<br />

al 1563, quando il Concilio di<br />

Trento ribadì e ampliò le pratiche<br />

penitenziarie, con particolare riferimento<br />

al “mangiare di magro”.<br />

L’osservanza di queste prescrizioni<br />

si scontrava con una disponibilità<br />

di pesce fresco che, per<br />

quantità e costi, era esclusivo appannaggio<br />

delle classi più abbienti.<br />

Il baccalà faceva allo scopo, e fu<br />

Bartolomeo Scappi, ‘chef’ secreto<br />

di papa Pio V, a sancire l’ingresso<br />

delle “Merluccie secche” nella cucina<br />

italiana: nella sua Opera riporta<br />

ricette di umidi aromatizzati in<br />

vario modo e di piatti fritti.<br />

La ricetta che presentiamo questo<br />

mese è stata creata da Max Mariola,<br />

celebre chef di Gambero Rosso<br />

Channel, che preferisce definirsi “un<br />

cuoco in divenire” e che ama reinterpretare<br />

i piatti della cucina regionale,<br />

sempre con semplicità di gusto<br />

e linearità di preparazione.<br />

Baccalà con pelle croccante su<br />

crema di ceci, olio al prezzemolo<br />

e pomodoro saltato.<br />

Ingredienti:<br />

ingredienti per 4 persone:<br />

800 gr di baccalà già ammollato<br />

500 gr di cecii<br />

1 mazzetto di prezzemolo<br />

olio extravergine q.b.<br />

12 pomodori datterini o piccadilly<br />

1 carota<br />

1 cipolla<br />

1 costa di sedano<br />

aglio<br />

Prendete la pelle del baccalà, separata<br />

dalla polpa il giorno precedente,<br />

pulitela bene dalla polpa<br />

residua e fatela essiccare in forno.<br />

Dopo aver tenuto a bagno i ceci<br />

per una notte, lessateli nella pentola<br />

a pressione con aglio, cipolla,<br />

sedano e carota, per circa 20 minuti,<br />

quindi frullateli riducendoli a<br />

crema. Potete anche cuocerli alla<br />

maniera tradizionale per almeno<br />

due ore, e comunque finché non<br />

saranno abbastanza teneri.<br />

Lessate il baccalà in acqua bollente<br />

per circa 10 minuti, e nel frat-<br />

tempo tagliate i pomodori in piccoli<br />

pezzi, condendoli con aglio,<br />

olio e sale.<br />

Friggete la pelle del baccalà in<br />

olio ben caldo e assemblate il<br />

piatto, mettendo prima la crema<br />

di ceci a specchio nel piatto, poi<br />

il baccalà, un filo d’olio aromatizzato<br />

al prezzemolo(*), la dadolata<br />

di pomodori e infine la pelle<br />

croccante.<br />

(*) Olio al prezzemolo: Tritare il<br />

prezzemolo e lasciarlo in infusione<br />

nell’olio per almeno 24 ore.<br />

Continua la collaborazione<br />

di Orizzonte Magazine con<br />

Ammodomio, uno fra i più<br />

seguiti blog di cucina del<br />

web, inizia a collaborare<br />

con Orizzonte Magazine.<br />

Ammodomio è all’indirizzo<br />

www.ammodomio.blogspot.it<br />

46 • Orizzonte Magazine<br />

Orizzonte Magazine • 47


Famiglia: Liliaceae<br />

Nome SCENTIFICO:<br />

MUSCARI COMOSUM<br />

I fiori della sua pianta<br />

sbocciano in primavera e<br />

sono persistenti<br />

fino all’estate.<br />

lo<br />

sapevate<br />

che<br />

IL LAMPASCIONE<br />

(MUSCARI COMOSUM)<br />

È il nome di una pianta erbacea<br />

1.<br />

perenne (Leopoldia comosa L. o<br />

Muscàri comosum Miller) appartenente<br />

alla famiglia delle Gigliacee<br />

(Liliaceae), sottofamiglia delle<br />

Lilioidee, genere Leopoldia, della quale si consumano<br />

i piccoli bulbi. Conosciuto con i termini dialettali<br />

di lampagione, lampasciuolo, cipollaccio, cipollaccio<br />

col fiocco, cipolla di serpe, giacinto delle vigne, muscaro<br />

selvatico, muschini selvatici. La specie presente<br />

oggi sul mercato proviene esclusivamente<br />

da coltivazione non sempre italiana, sia allo stato<br />

fresco che in conserve. Il lampascione in Italia è coltivato<br />

quasi esclusivamente nelle regioni meridionali,<br />

soprattutto in Puglia, dove primeggia la varietà<br />

“Monstruosa”. Cresce anche spontaneamente nei<br />

prati pianeggianti delle regioni meridionali. Oggi la<br />

raccolta spontanea avviene solo nelle regioni meridionali<br />

(Abruzzo meridionale, Molise, Campania,<br />

Puglia, Calabria e Basilicata).<br />

Caratteristiche: Pianta perenne alta<br />

sino a 80 cm, bulbo globoso o<br />

2.<br />

ovato-piriforme con tuniche esterne<br />

rosso vinose, somigliante ad una<br />

cipolla, scapo eretto, cilindrico, glabro;<br />

Foglie solo basali, lineari, eretto-patenti, tendenti<br />

ad afflosciarsi, semicilindriche, larghe 1-1,5 cm e lunghe<br />

½ o 1/5 dello scapo; La spiga fiorifera termina con una<br />

specie di candelabro di piccoli fiori sterili, color malva,<br />

dal lungo peduncolo, i sottostanti fiori fertili sono più<br />

grandi e su peduncoli lunghi circa come la corolla che<br />

è di colore porpora-marroncino. Il frutto è una capsula<br />

subtriangolare che si apre a maturità in tre valve contenenti<br />

pochi semi più o meno sferici.<br />

Se si trovano bulbi con il germoglio<br />

ancora interrato è meglio<br />

3.<br />

diffidare; un profano potrebbe<br />

scambiare questi bulbi con quelli<br />

del colchico: confusione fatale,<br />

essendo questo velenoso. Quando, invece, si preferisce<br />

cogliere i bulbi in primavera fino a mezza estate,<br />

occorre localizzarli seguendo quanto resta delle<br />

foglie e dei fusti fioriferi disseccati; in questo periodo<br />

il colchico è ancora ben visibile e ce lo faranno<br />

distinguere le foglie. Se però nella zona il colchico<br />

non alligna, si può operare con tutta tranquillità. Le<br />

foglie giovani del cipollaccio possono essere confuse<br />

con quelle del Muscàri botryoides (muscari azzurro),<br />

non velenoso, ma neppure commestibile, se non<br />

che quest’ultimo preferisce i prati e i luoghi aperti,<br />

è raro trovarlo nei boschi, ed emette le foglie dopo<br />

il fiore. Si conoscono alcune varietà a fiori bianchi e<br />

bulbo bianco (Bellevalia romana) o nerastro (Muscari<br />

atlanticum). Secondo alcuni corrisponde al bulbus<br />

romano, citato da Plinio, considerato afrodisiaco e<br />

presentato da Apicio in numerose ricette. Marziale<br />

nei suoi epigrammi parla di bulbi salaces consigliandoli<br />

a quanti avevano una moglie non più avvenente,<br />

ma non è dato sapere se si riferisse proprio ai lampascioni,<br />

lodati per le loro proprietà afrodisiache, dal<br />

gastronomo rinascimentale Baldassare Pisanello.<br />

Il lampascione, nella cucina tradizionale<br />

calabra, lucana e pugliese, si<br />

4.<br />

prepara dopo aver ripulito i singoli<br />

bulbi di ogni traccia di terra e di<br />

radici, e dopo averli tenuti in acqua<br />

per circa un’ora (per consentir loro di perdere il liquido<br />

- amaro - che trasuderanno dopo essere stati “sbucciati”).<br />

Incisi invece con una semplice croce, i lampascioni<br />

possono essere bolliti in acqua e aceto (una parte di<br />

acqua e una di aceto) con l’aggiunta di circa due pugni<br />

di sale grosso per 5 litri d’acqua. Una volta raffreddati<br />

potranno essere posti in olio di oliva senza altri aromi, o<br />

con l’aggiunta di aromi quali timo, origano e peperoncino.<br />

Si tratta di un prodotto che in tutte le preparazioni<br />

va cucinato con molta semplicità, poiché il già forte sentore<br />

di amaro è sufficiente a dargli il tipico carattere. I<br />

lampascioni hanno un profumo dolciastro e aromatico,<br />

e un sapore che coniuga una decisa nota amara con un<br />

retrogusto dolce molto rotondo e delicato.<br />

5.<br />

Lampascioni al forno<br />

Ingredienti:<br />

500gr di lampascioni<br />

sale, pepe 500gr di patate olio<br />

extra vergine di oliva<br />

Preparazione:<br />

Pulire i lampascioni e tenerli a bagno in acqua corrente<br />

per circa 6 ore affinché perdano un po’ del<br />

loro sapore amarognolo.Asciugateli e incideteli, alla<br />

base, con un taglio a croce. Pelate e tagliate a fette le<br />

patate. Disponete lampascioni e patate in una teglia<br />

oleata; condite il tutto con sale, pepe e abbondante<br />

olio. Infornate e lasciate cuocere per circa un’ora.<br />

48 • Orizzonte Magazine<br />

Orizzonte Magazine • 49


Carmen Di Muro<br />

Essere è Amore<br />

dal Pensiero alla Materia<br />

OROSCOPO<br />

SETTEMBRE 2014<br />

Un viaggio di sola andata attraverso la filosofia, la biologia molecolare e la fisica quantistica, che si integra<br />

con la spiritualità per raggiungere l’interiorità dell’uomo e riportarci alla grandezza dell’esistenza, ma in<br />

particolar modo alla grandezza di noi stessi che siamo artefici ed esperti artigiani della nostra personale<br />

esperienza nel qui e ora della nostra vita. “Tutto è Uno. Noi siamo Uno.” In noi c’è una scintilla divina che<br />

vibra e si mette in accordo con tutto il reale, trasformando ogni cosa si trovi sulla propria traiettoria d’azione.<br />

di Daniela Gagliano<br />

edizionigagliano@gmail.com<br />

Orizzonte Magazine • 51


ARIETE TORO GEMELLI BILANCIA SCORPIONE SAGITTARIO<br />

Settembre Mercurio opposto<br />

richiede attenzioni nella gestione<br />

di spese e conti da chiarire.<br />

Un piccolo neo in una situazione<br />

nel complesso solare: è<br />

probabile che tu abbia ricominciato<br />

qualcosa da zero o ti sei<br />

rimesso in gioco ultimamente e<br />

presto ne vedrai i risultati. Sei<br />

un’intraprendente, spesso senza<br />

pensare alle conseguenze, ma<br />

stavolta le stelle ti danno ragione<br />

soprattutto negli affari di cuore:<br />

batticuori ed emozioni coinvolgono<br />

single e accoppiate. Si arriva<br />

a cambiare ogni cosa, città<br />

inclusa, pur di seguire i propri<br />

sogni e desideri.<br />

Fai partire un nuovo progetto, si<br />

possono trovare risposte positive<br />

alle richieste degli scorsi<br />

mesi, l’importante sarà saper<br />

chiedere alle persone giuste. E<br />

proprio le relazioni sono sotto<br />

i riflettori con Mercurio e Venere<br />

che ti spingono all’amore,<br />

a lasciar andare le resistenze e<br />

ad abbattere i muri - spesso altissimi-<br />

alzati negli scorsi mesi.<br />

Un invito attorno al 20 del mese<br />

ti fa aprire la mente, un rapporto<br />

supererà un test di resistenza,<br />

chi è in bilico in coppia, decide<br />

per un taglio netto.<br />

Non siete rinomati risparmiatrici<br />

ma le uscite potrebbero<br />

non dipendere solo da voi, tra<br />

incombenze per la casa, una vecchia<br />

bega legale da risolvere. Non<br />

fate tutto da soli, è il momento<br />

giusto per rispolverare le vostre<br />

doti relazioni e di comunicazione.<br />

L’amore va in analisi, chi è ai<br />

ferri corti non torna indietro, chi<br />

è in coppia risente di piccole insofferenze<br />

o risentimenti. Pausa<br />

con una Vergine, in compagnia di<br />

un Sagittario, unita a un Ariete.<br />

Proseguite sotto un cielo stellato<br />

e man mano che passano i<br />

mesi vi sentirete sempre meglio.<br />

La liberazione vi è costata fatica<br />

e ancora, ogni tanto, sarà possibile<br />

ripensare al passato con incertezza<br />

e non essere del tutto<br />

sereni. Rispetto un anno fa il passo<br />

in avanti è stato comunque<br />

eclatante: vi sentite un’altra persona,<br />

più sicuri, capaci di dire no<br />

alle relazioni inutili e da quello<br />

che non fa per di voi. Il lavoro riparte<br />

con gratifiche e nuove collaborazioni:<br />

la determinazione ha<br />

pagato e ora cantare vittoria riguardo<br />

un vostro progetto.<br />

Settembre sarà un mese impegnativo<br />

in cui ogni questione vi<br />

costerà più di uno sforzo e qualche<br />

umore alterno. Giove dissonante<br />

richiede attenzione nelle<br />

questioni legali, burocratiche e<br />

porta spese, pensieri in più che<br />

vi faranno arrivare stanchi a fine<br />

giornata. Ma quando le stelle si<br />

ingarbugliano diventate abili maestri<br />

capaci di gestire e portare a<br />

compimento situazioni per molti<br />

impossibili. Saturno continua a<br />

proteggervi e a donarvi saggezza<br />

e capacità di giudizio, soprattutto<br />

se attorno sentite un clima poco<br />

amichevole.<br />

Dal 13 del mese Marte nel segno<br />

saprà darvi una carica che farà<br />

tremare i muri e partire alla<br />

volta di imprese e avventure che<br />

rivoluzioneranno la vostra vita.<br />

Il bisogno di libertà d’azione ed<br />

espressione personale saranno<br />

al primo posto, tanto che i sentimenti<br />

potrebbero passare in<br />

sordina. Chi è in coppia fa i conti<br />

con qualche malumore, chi è in<br />

crisi decide di andare oltre, le<br />

single da metà mese potrebbero<br />

avere quello che vogliono…<br />

basterà solo mettersi in gioco.<br />

CANCRO LEONE VERGINE CAPRICORNO ACQUARIO PESCI<br />

Tutto riparte e vi sentirete carichi<br />

come una pallina del flipper.<br />

è probabile che la vita affettiva<br />

torni in secondo piano, cosa<br />

non rara per te nonostante. Il<br />

tuo carattere emotivo e orientato<br />

agli altri. Sarà solo una fase<br />

di indifferenza passeggera, con<br />

l’arrivo dell’autunno tornerete<br />

caldissimi e pronti a lanciarvi<br />

nelle braccia di un nuovo amato.<br />

Intanto progetti evoluzioni, nulla<br />

ti scappa e la tua strada per la<br />

felicità, per ora, sarà soprattutto<br />

questione di testa e di pensiero<br />

strategico.<br />

È ricominciata la scalata al successo.<br />

Fino a dicembre però<br />

Saturno dissonante rende il cielo<br />

pieno di luci e ombre. Da un lato<br />

avrete campo libero, dall’altro il<br />

passato continua a chiedere tagli,<br />

confronti, prese di posizione.<br />

Non siete tipi che vi tirate indietro<br />

ma è richiesta molta pazienza<br />

per bilanciare le energie opposte<br />

e procedere positivi e con<br />

le migliori intenzioni. Da metà<br />

mese raddoppiano le opportunità<br />

a lavoro e si smuoveranno<br />

blocchi legati ad accordi e nuove<br />

collaborazioni.<br />

Il Sole e Venere nel segno vi<br />

renderanno tra i più incorreggibili<br />

dello Zodiaco questo mese.<br />

Un senso di rivincita, riscatto e<br />

voglia di prendere in mano la tua<br />

vita si fa sentire già da un po’.<br />

Occasioni, nuovi sbocchi e nuovi<br />

incontri si succedono in un cielo<br />

denso di sorprese e agitazioni<br />

planetarie. Impossibile stare<br />

fermi, avvertite che qualcosa di<br />

importante in voi è cambiata e<br />

presto lo sarà anche fuori: che<br />

sia una casa, una città o solo un<br />

nuovo modo di avere a che fare<br />

con gli altri, proseguite spediti<br />

con l’agenda piena.<br />

La parola chiave d’ora in poi sarà<br />

evoluzione: niente vi fermerà, gli<br />

ostacoli sono un lontano ricordo,<br />

approfittate di questa forza<br />

ritrovata per guidare la volontà<br />

verso obiettivi più alti. Al lavoro<br />

qualcosa si muove, si cambia per<br />

il meglio e con una ritrovata serenità.<br />

Nonostante la natura<br />

solitaria, quando siete di buon<br />

umore siete capace di dispensare<br />

energia attorno e crearvi<br />

un entourage di persone fidate,<br />

soci e collaboratori con cui vi<br />

sarà utile uno scambio di idee. La<br />

ritrovata grinta illuminerà anche<br />

la vita amorosa.<br />

La pazienza potrebbe non essere<br />

più il vostro forte ultimamente.<br />

La buona notizia è che da<br />

novembre inizierete a sentirvi<br />

molto più sollevati, la cattiva è<br />

che Giove e Saturno a settembre<br />

vi faranno saltare come una<br />

bomba ad orologeria. Il lavoro<br />

- o la ricerca di un nuovo ruolo<br />

professionale - si fa impegnativo<br />

e vi vede in costante tensione.<br />

È come se non vi bastassero 24<br />

ore per affrontare tutto ma in<br />

realtà nessuno vi corre davvero<br />

dietro se non una personale inquietudine<br />

che tra qualche mese<br />

si alleggerirà come per incanto.<br />

Settembre sarà un mese dove<br />

metterete appunto le migliori<br />

strategie. Da qui a fine dicembre<br />

le stelle consigliano di stringere<br />

i denti e arrivare a risultati concreti<br />

senza trascinare obiettivi e<br />

iniziative. Lavora ora per vivere di<br />

rendita poi anche e soprattutto<br />

a livello personale: hai bisogno di<br />

avere chiare le idee e le persone<br />

di cui puoi davvero fidarti. Nel<br />

campo professionale è possibile<br />

avanzare richieste o cambiare in<br />

meglio ma l’importante sarà farlo<br />

con raziocinio e senza seguire<br />

sogni impossibili dell’ultimo<br />

minuto.<br />

52 • Orizzonte Magazine<br />

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