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Mensile di<br />
attualità e cultura<br />
Anno 3 N. 10<br />
<strong>Ottobre</strong> <strong>2016</strong><br />
ASPIRANTI FOTOMODELLE<br />
CURVY... È BELLO<br />
UN PARCO INCANTATO:<br />
"LA MORTELLA"<br />
Viaggio nella natura incontaminata dell'isola<br />
d'Ischia, in visita ad uno dei più belli<br />
e rigogliosi giardini d'Europa<br />
OLIVE ALL'ASCOLANA<br />
AL CONTRARIO<br />
IL CASTAGNO<br />
DEI CENTO CAVALLI<br />
A MICHELE MIGLIONICO<br />
IL PREMIO BASILEO <strong>2016</strong><br />
Il prestigioso riconoscimento premia<br />
l'attaccamento del noto stilista lucano<br />
alla sua terra d'origine.<br />
DON CAMILLO GIUNGE IN RUSSIA
2 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 3
IN PRIMO PIANO<br />
6 Venaria Reale, un progetto<br />
che integra il Borgo e la Reggia.<br />
24 Un parco incantato:<br />
"La Mortella".<br />
CULTURA<br />
18 Don Camillo giunge in Russia.<br />
22 Nell'Italia degli anni '60<br />
il cinema del boom economico.<br />
NOTIZIE E CURIOSITÀ<br />
28 Il castagno dei cento cavalli.<br />
30 Phubbing: la sindrome<br />
da cellulare compulsivo.<br />
34 Mostre all’<strong>Orizzonte</strong>.<br />
FASHION & MODELS<br />
66 Aspiranti Fotomodelle:<br />
I generi alternativi:<br />
Curvy... è bello!<br />
66 A Michele Miglionico<br />
il Premio BasiLEO <strong>2016</strong>.<br />
RUBRICHE<br />
53 <strong>Orizzonte</strong> Food<br />
Olive all'ascolana al contrario.<br />
58 Le riflessioni di Fabrizio Capra<br />
Benessere al naturale.<br />
60 Lo sapevate che<br />
Il Tarassaco.<br />
77 Oroscopo del mese.<br />
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna<br />
parte della pubblicazione può essere<br />
riprodotta, rielaborata o diffusa senza<br />
espressa autorizzazione. della Direzione.<br />
Le opinioni espresse negli articoli<br />
impegnano solo gli autori e non coinvolgono<br />
né rappresentano il pensiero<br />
della Direzione.<br />
4 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
EDITORIALE<br />
Leggere o guardare?<br />
È assodato, gli italiani leggono sempre meno. In<br />
questa società frenetica leggere comporta tempo, e<br />
allora la nostra attenzione preferisce le immagini alle<br />
parole: sono più rapide da individuare, più immediate<br />
da comprendere; basta uno sguardo, non servono<br />
regole complicate, circonvoluzioni verballi, macchinosi<br />
costrutti sintattici.<br />
I quotidiani ormai si sfogliano solo per guardare le figure,<br />
al massimo soffermandosi di sfuggita sui titoli più grandi,<br />
quelli che saltano subito all'occhio. I libri sono ancora<br />
più impegnativi. Il risultato è che i giornali sono in profonda<br />
crisi e le librerie sono semivuote, mentre la gente va in<br />
giro per il web perduta nel proprio smartphone.<br />
Senza peraltro leggere neanche lì; basta infatti un "I<br />
like" ogni tanto per dar segno della propria esistenza in<br />
vita e lasciare eterna testimonianza nel mondo.<br />
Naturalmente, se la tendenza è di non leggere per<br />
quale motivo bisognerebbe saper scrivere? Non è importante,<br />
tanto non leggerà nessuno, e se proprio qualcuno<br />
dovesse prendersi questa briga, con molta probabilità<br />
non saprà scrivere neanche lui. La lingua italiana<br />
presa a calci nelle gengive è ormai una costante: nessuno<br />
ci fa più caso, spesso neanche gli stessi giornalisti che,<br />
forse perché scrivono per professione, riversano le loro<br />
frustrazioni su grammatica e sintassi. È infatti loro la<br />
responsabilità di aver diffuso urbi et orbi termini come il<br />
celodurismo di bossiana memoria o il bunga bunga berlusconiano,<br />
facendoli diventare beceri neologismi che pure<br />
hanno trovato posto nel dizionario italiano.<br />
C'è da meravigliarsi, quindi, se sui muri si leggono<br />
perle tipo "Mi ai spendo il cuore" o "Prova à d'amarmi"?<br />
Forse ha proprio ragione l'anonimo filosofo di strada<br />
che ha scritto: "Il futuro non è più quello di una volta".<br />
Franco Ardito<br />
ORIZZONTE MAGAZINE<br />
Mensile di attualità e cultura<br />
Anno 3 n. 10 - <strong>Ottobre</strong> <strong>2016</strong><br />
Reg. Trib. di Bari n° 19/2014<br />
Franco Ardito<br />
Direttore Responsabile<br />
Angelo Ferri<br />
Direttore Editoriale<br />
Redazione<br />
via G. Colucci, 2 - 70019 Triggiano (BA)<br />
tel.: 080 9697552<br />
e-mail: direzione@orizzontemagazine.it<br />
www.orizzontemagazine.it<br />
La collaborazione avviene su invito.<br />
Articoli e materiali non si restituiscono.<br />
La Direzione si riserva di adattare<br />
testi, illustrazioni e fotografie alle<br />
esigenze della pubblicazione.<br />
Articoli e immagini vanno inviati per<br />
e-mail a: articoli@orizzontemagazine.<br />
it Gli articoli dovranno pervenire in<br />
formato doc o docx e le immagini in<br />
formato jpeg, con una risoluzione<br />
non inferiore a 300 ppi.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 5
VENARIA REALE<br />
UN PROGETTO CHE INTEGRA<br />
IL BORGO E LA REGGIA<br />
di Fabrizio Capra<br />
Q<br />
uando da piazza Vittorio<br />
Veneto si imbocca<br />
via Andrea<br />
Mensa, inoltrandosi<br />
nell’anima antica di Venaria Reale,<br />
ci si immerge in un percorso<br />
permeato di storia; entrando<br />
poi in piazza dell’Annunziata,<br />
quando sullo sfondo inizia a materializzarsi<br />
concretamente la<br />
Reggia, lo sguardo corre attorno<br />
pieno di ammirazione. Ma solo<br />
una volta giunti in piazza della<br />
Repubblica (nome azzardato per<br />
una piazza nel cuore di un simbolo<br />
di Casa Savoia) la Reggia si<br />
rivela in tutta la sua magnificenza<br />
e imponenza.<br />
Da oltre trecento anni il Borgo<br />
Antico accoglie i visitatori, offrendosi<br />
a loro con le sue architetture,<br />
la prospettiva e la storia<br />
che rappresenta.<br />
Raccontare in un articolo la Reggia<br />
nel suo complesso è un’impresa<br />
ardua, soprattutto per il<br />
rischio di dimenticarne qualche<br />
passaggio o di sottovalutarne<br />
qualche aspetto: in questo servizio<br />
cercherò di stimolare l’attenzione<br />
del lettore verso una<br />
visita a questo gioiello storico<br />
della provincia di Torino e del<br />
Piemonte, lasciando ogni approfondimento<br />
alla navigazione sul<br />
sito ufficiale www.lavenaria.it e<br />
6 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
col consiglio di acquistare, una<br />
volta visitata la Reggia, la Guida<br />
realizzata da Giovanna Francesca<br />
Grasso (difficile sintetizzare<br />
quello che la curatrice della<br />
guida ha racchiuso in oltre 180<br />
pagine).<br />
Il contesto<br />
Fin dalla metà del Seicento la<br />
Reggia e il Borgo Antico sono<br />
stati concepiti, nel progetto di<br />
Amedeo di Castellamonte per<br />
integrarsi a vicenda. La pianta<br />
del Borgo Antico riproduce il<br />
“Collare dell’Annunziata”, la più<br />
alta onorificenza di Casa Savoia:<br />
la piazza circolare su cui si<br />
affacciano, una a destra e l’altra<br />
a sinistra, due chiese gemelle è<br />
creata in corrispondenza del<br />
“medaglione” del Collare; naturalmente<br />
la piazza è dedicata<br />
alla Santissima Annunziata.<br />
Disegnato come una Corte minore<br />
rivolta alla facciata del gran<br />
palazzo, il Borgo seicentesco<br />
apriva il lungo cerimoniale che<br />
conduceva i visitatori fin dentro<br />
la Corte d’Onore, per poi<br />
accompagnarli all’ingresso della<br />
Sala di Diana.<br />
Lungo il percorso del Centro<br />
Storico s’incontrano dieci pannelli<br />
che illustrano tappe storiche,<br />
personaggi, luoghi architet-<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 7
tonici e vicende di Venaria, caso<br />
unico di città ideata in simbiosi<br />
con la sua Reggia.<br />
La Venaria Reale<br />
Si tratta di un “progetto culturale<br />
permanente” in grado di proporre<br />
opportunità di conoscenza, emozioni<br />
ed esperienze molteplici.<br />
Si trova alle porte di Torino ed<br />
è composto dagli 80mila metri<br />
quadri di edificio monumentale<br />
della Reggia, 60 ettari di Giardini,<br />
e 3mila ettari recintati del Parco<br />
La Mandria.<br />
Ci si trova, quindi, al cospetto di<br />
un capolavoro dell’architettura e<br />
del paesaggio, dal 1997 Patrimonio<br />
dell’Umanità dell’Unesco e<br />
dal 2007 aperto al pubblico.<br />
Storia in breve<br />
E’ la metà del diciassettesimo secolo<br />
quando il duca Carlo Emanuele<br />
II di Savoia e la duchessa<br />
Maria Giovanna Battista di Savoia<br />
Nemours incaricano Amedeo di<br />
Castellamonte, architetto di corte,<br />
di disegnare un luogo destinato<br />
al piacere e alla caccia. Il progetto,<br />
di grandioso impatto scenografico,<br />
comprende il palazzo, il parco, i<br />
boschi di caccia e un intero borgo.<br />
Dal 1699 l’architetto Michelangelo<br />
Garove mette mano al complesso<br />
della Reggia, per dargli un carattere<br />
più grandioso, secondo le ambizioni<br />
di Vittorio Amedeo II.<br />
Nel frattempo il duca diventa re<br />
e nel 1716 affida il progetto di<br />
ampliamento a Filippo Juvarra,<br />
che con la sua Galleria Grande, la<br />
Cappella di Sant’Uberto, la Citroniera<br />
e la Scuderia,<br />
inserisce la Reggia<br />
tra i capolavori del<br />
barocco.<br />
Nel 1739 Carlo<br />
Emanuele III incarica<br />
Benedetto Alfieri<br />
di dare unità al<br />
complesso con un<br />
sistema di gallerie<br />
di comunicazione e<br />
ambienti di servizio,<br />
tra cui le scuderie e<br />
il maneggio coperto.<br />
La Reggia prosegue<br />
con la sua vita<br />
di corte durante il<br />
regno di Vittorio<br />
Amedeo III, che fa<br />
realizzare da Giuseppe<br />
Battista Piacenza<br />
e da Carlo<br />
Randoni il collegamento<br />
tra il Piano<br />
nobile e i piani alti,<br />
e di Carlo Emanuele<br />
IV, fino al declino<br />
dell’Antico Regime.<br />
Dopo l’arrivo di Napoleone,<br />
la conseguente<br />
fuga e il successivo<br />
ritorno del<br />
re, all’inizio dell’Ottocento<br />
la Reggia<br />
si trasforma in caserma,<br />
ospitando le<br />
divise delle guerre<br />
d’Indipendenza e<br />
quindi, durante la<br />
Prima e la Seconda<br />
guerra mondiale,<br />
quelle dell’esercito<br />
italiano.<br />
8 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
Tolto il presidio militare,<br />
la Reggia diventa<br />
preda dei vandali,<br />
che spogliano il<br />
palazzo di tutti i materiali<br />
riutilizzabili.<br />
Un periodo d’oblio<br />
riscattato dai generosi<br />
tentativi della<br />
comunità e della<br />
Soprintendenza dei<br />
Beni Architettonici<br />
di scongiurare l’irreparabile.<br />
Il restauro della Reggia<br />
e dei Giardini, il<br />
recupero del Borgo<br />
Antico e del Parco<br />
della Mandria vengono<br />
avviati nel 1999<br />
dal Ministero dei Beni<br />
e le Attività Culturali<br />
e dalla Regione<br />
Piemonte, con il sostegno<br />
dell’Unione<br />
Europea e del Ministero<br />
dell’Economia<br />
e la collaborazione<br />
della Provincia di<br />
Torino, del Comune<br />
di Venaria e del<br />
Comune di Torino. Il<br />
progetto riporta alla<br />
luce affreschi, decorazioni<br />
e testimonianze<br />
archeologiche<br />
attraverso metodologie<br />
di intervento<br />
all’avanguardia.<br />
L’inaugurazione, avvenuta<br />
il 12 ottobre<br />
2007, ha restituito<br />
al pubblico la Reggia<br />
e i suoi Giardini. L’architettura, la<br />
storia, il paesaggio, i moderni linguaggi<br />
artistici, i capolavori d’arte<br />
e uno spettacolare ed evocativo<br />
allestimento sugli stili di vita del<br />
Seicento e del Settecento offrono<br />
ai contemporanei lo splendore<br />
di una grande corte europea.<br />
Attraverso il percorso di visita, le<br />
mostre, gli spettacoli, i concerti,<br />
i convegni e i piaceri enogastronomici,<br />
la regalità e il piacere di<br />
vivere sono ritornati di casa alla<br />
Reggia di Venaria.<br />
La visita<br />
A questo punto diventa facile<br />
raccontare la visita alla Reggia e<br />
ai suoi Giardini, ma ne risulterebbe<br />
un articolo didascalico, incapace<br />
di trasmettere quello che<br />
veramente rappresenta questo<br />
importante monumento, caratterizzato<br />
da alcune fra le più alte<br />
espressioni del barocco.<br />
È il “Teatro della Storia e della Magnificenza”<br />
a fare da cornice a<br />
questo capolavoro: un percorso<br />
espositivo di quasi 2mila metri<br />
dedicato ai Savoia, suddiviso tra<br />
piano interrato e piano nobile, in<br />
due momenti capaci di far rivivere,<br />
appunto, la storia e la magnificenza<br />
di questo luogo, arricchito<br />
dal suggestivo allestimento sulla<br />
vita di corte “Ripopolare la Reggia”<br />
di Peter Greenaway.<br />
Il Piano Seminterrato, dedicato<br />
alla “Storia”, propone gli affascinanti<br />
locali che un tempo erano<br />
adibiti alle attività di servizio, in<br />
modo che si possano cogliere e<br />
fare riflessioni su fatti storici, te-<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 9
mi e vicissitudini della dinastia<br />
sabauda, dalle mitologiche origini<br />
dell’anno Mille fino alla prima<br />
metà dell’Ottocento, quando si<br />
estinse il ramo principale dei Savoia.<br />
Nelle ultime sale, prima di<br />
salire al Piano Nobile, troviamo<br />
il racconto delle trasformazioni<br />
della Reggia: il progetto del Castellamonte<br />
e un’affascinante “storia<br />
delle idee incompiute”, di come<br />
il palazzo avrebbe dovuto essere<br />
secondo i progetti, mai completati,<br />
di Garove, Juvarra e Alfieri.<br />
Al livello superiore, il Piano Nobile<br />
è dedicato alla “Magnificenza”,<br />
dove viene raccontata la seicentesca<br />
Reggia di Diana per proseguire<br />
poi con la grande Promenade à la<br />
cour, attraverso gli appartamenti<br />
del Duca e della Duchessa, quelli<br />
del Re e della Regina, la Galleria<br />
Grande, il Rondò alfieriano, la Cappella<br />
di Sant’Uberto, un grandioso<br />
“percorso cerimoniale” che caratterizzava<br />
il palazzo settecentesco.<br />
Il tutto viene riproposto senza<br />
soluzione di continuità, permettendo<br />
al visitatore di muoversi<br />
liberamente nei grandi spazi della<br />
Reggia e di ammirarne le fantastiche<br />
prospettive architettoniche.<br />
Dipinti, sculture, arazzi, mobili,<br />
lampadari, tappeti, bandiere,<br />
argenti, tabacchiere, orologi e<br />
strumenti musicali evocano l’arredo<br />
perduto e ricreano le antiche<br />
atmosfere di corte e il gusto<br />
del Seicento e del Settecento.<br />
Inoltre nelle sale dell’Appartamento<br />
della principessa Ludovica<br />
sono esposte ventisette prestigiose<br />
opere del XVI e XVII secolo,<br />
concesse in prestito dalla Galleria<br />
Sabauda del Polo Reale di<br />
Torino. Sono dipinti appartenuti<br />
ai re Savoia, opere di maestri come<br />
Schedoni, Guido Reni, Guercino,<br />
Rubens, van Dyck, Brueghel<br />
il Vecchio e Brueghel il Giovane<br />
che vanno a rievocare la “quadreria<br />
della Reggia”.<br />
Il percorso si chiude con la Scuderia<br />
Grande juvarriana, uno degli<br />
spazi architettonici più imponenti<br />
della Venaria e del barocco europeo:<br />
all’interno è esposto lo splendido<br />
Bucintoro, fatto realizzare a<br />
Venezia da Vittorio Amedeo II fra<br />
il 1729 e il 1731, oggi unico esemplare<br />
originale rimasto al mondo,<br />
presentato in un allestimento<br />
spettacolare che prevede filmati<br />
didattici, luci e musiche originali,<br />
con la celebre imbarcazione “armata”<br />
per intero con albero, remi<br />
e vele. Insieme si ammirano anche<br />
alcune fra le più sontuose carrozze<br />
di gala utilizzate dai Savoia nell'Ot-<br />
10 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
tocento, tra cui la Berlina dorata.<br />
Si tratta, nel complesso, di una<br />
mostra permanente imperdibile,<br />
sia per il valore eccezionale delle<br />
opere esposte con soluzioni scenografiche<br />
moderne e di effetto<br />
straordinario, sia per comprendere<br />
meglio la storia della Reggia,<br />
del suo territorio, della dinastia<br />
che l’ha governato, e di un’epoca<br />
che insieme rappresentano.<br />
Architetture mozzafiato recuperate,<br />
scorci e assialità prospettiche<br />
riproposte, ambienti, tappezzerie,<br />
contesti storici nuovamente citati,<br />
adesso come allora accompagnano<br />
il visitatore nelle magiche<br />
atmosfere della vita di corte, per<br />
uno straordinario viaggio nella cultura<br />
e nel loisir di ieri e di oggi.<br />
Galleria grande<br />
Collegava l’appartamento del re a<br />
quello dell’erede al trono. E’ uno<br />
dei capolavori dell’architettura<br />
settecentesca, firmato dall’architetto<br />
Filippo Juvarra: armonia e<br />
proporzioni, decori fatti di stucchi,<br />
cornici, lesene ne fanno uno degli<br />
ambienti più sorprendenti e spettacolari<br />
dell’intero complesso.<br />
Il pavimento è stato realizzato<br />
nel 1995: l’originale, durante l’occupazione<br />
francese, fu smontato<br />
e riutilizzato per la Galleria del<br />
Beaumont a Torino. Le finestrature<br />
e i “grandi occhi” consentono<br />
un gioco di luci e penombre<br />
tali da esaltare la varietà degli infiniti<br />
decori e delle due esedre,<br />
suggestionando inesorabilmente<br />
i visitatori. Il ricco apparato decorativo<br />
è dovuto a Pietro Filippo<br />
Somasso, Giuseppe Bolina,<br />
Antonio Papa e Giovambattista<br />
Sanbartolomeo.<br />
Alcuni dati: 15 metri l’altezza<br />
al centro volta, 80 metri la lunghezza,<br />
12 metri la larghezza, 44<br />
le ampie finestrature, 22 aperture<br />
ovali all’interno e rettangolari<br />
all’esterno (grandi “occhi”).<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 11
Sala di Diana<br />
Vi si accedeva dopo aver percorso<br />
il cortile d’accesso e quello<br />
d’onore. E’ rettangolare, ricca di<br />
stucchi e rappresentazioni allegoriche<br />
incentrate sulla caccia; la<br />
volta è affrescata da Jan Miel e vi<br />
sono enormi ritratti equestri e<br />
tele a tema venatorio.<br />
Nei Seicento la sala era utilizzata<br />
per banchetti e ricevimenti.<br />
Cappella di Sant’Uberto<br />
E’ un capolavoro juvarriano dedicato<br />
a Sant’Uberto, protettore<br />
dei cacciatori, voluto da Vittorio<br />
Amedeo II. Iniziato nel 1716 e<br />
completata nel 1729, si presenta<br />
con maestose volumetrie disposte<br />
intorno ad un impianto a<br />
croce greca smussata, con due<br />
grandi altari ai lati del transetto e<br />
quattro cappelle circolari all’interno<br />
e poligonali all’esterno, poste<br />
sulle diagonali. Un ambiente unico<br />
fatto di fastose decorazioni e<br />
sapienti contrasti di luce.<br />
L’altare maggiore è opera di Giovanni<br />
Baratta e si sviluppa in senso<br />
verticale, collocandosi tra le due<br />
colonne centrali della conca realizzata<br />
dall’abside. Baratta è autore<br />
anche delle quattro statue dei<br />
Dottori della Chiesa, poste nelle<br />
nicchie dei pilastri centrali: Sant’Agostino,<br />
Sant’Ambrogio, Sant’Atanasio<br />
e San Giovanni Crisostomo.<br />
Sugli altari laterali si trovano le<br />
quattro grandi pale, opera di affermati<br />
pittori di scuola romana.<br />
La Cappella fu collegata alla Reggia<br />
per mano di Benedetto Alfieri,<br />
che ideò anche lo scenografico<br />
scalone monumentale che sale<br />
alle tribune della Cappella.<br />
.<br />
Scuderie juvarriane<br />
Realizzate dal 1722 al 1727 da Juvarra,<br />
la Citroniera (antica serra creata<br />
per il ricovero degli agrumi) e<br />
la Scuderia Grande, con i loro 5mila<br />
metri quadri totali di superficie,<br />
oltre 140 metri di lunghezza per<br />
quasi 15 di larghezza e altrettanti<br />
di altezza ognuna, rappresentano<br />
il più vasto polo espositivo del<br />
complesso della Reggia di Venaria.<br />
Citroniera<br />
Usata per riporre d'inverno le<br />
piante d'agrumi ornamentali,<br />
emerge come quinta scenografica<br />
del Giardino a Fiori e il suo ingresso<br />
principale s'attesta su uno dei<br />
viali più lunghi: l'Allea Reale. Internamente<br />
appare come un'enorme<br />
serra, con le finestre aperte verso<br />
sud al fine di ottenere il massimo<br />
sole. Si tratta di un ambiente di<br />
grande ricchezza di luci e decorazioni:<br />
lo spazio interno, oltre<br />
che imponente per dimensioni, è<br />
stato concepito anche in termini<br />
di grande ricchezza chiaroscurale<br />
e plastica; le pareti laterali sono<br />
scavate da nicchie che, con la loro<br />
scansione, imprimono un forte<br />
dinamismo all'involucro, risultando<br />
caratterizzate a sud dalla grande<br />
luminosità delle aperture ad arco<br />
sormontate da oculi (per accogliere<br />
il massimo di luce e calore d'inverno)<br />
e a nord dalla replica dei<br />
serramenti in trompe l'oeil sul muro<br />
di separazione dalla scuderia.<br />
Scuderia grande<br />
Poteva contenere 160 cavalli; dei<br />
box lignei, oggi scomparsi, restano<br />
12 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
a 12 metri), i proiettori colorati<br />
e i condotti di vapore, costituisce<br />
una delle più scenografiche e suggestive<br />
fontane del mondo.<br />
i precisi disegni realizzati dai mastri<br />
minusieri. Le amplissime dimensioni<br />
di questo ambiente, maggiori di<br />
qualsiasi altra scuderia di residenza<br />
reale presente in Piemonte, rivelano<br />
non solo l'importanza del<br />
cavallo nella grande coreografia<br />
delle cacce reali, ma anche l'ambizione<br />
della committenza.<br />
Sale delle Arti<br />
Situate ai “piani alti” della reggia<br />
rappresentano lo spazio ideale<br />
per mostre temporanee organizzate<br />
nel corso dell'anno. Imperdibile<br />
la vista che si gode sui Giardini,<br />
verso il borgo o sulla Corte<br />
d’Onore.<br />
Corte d’Onore<br />
Accoglie il visitatore in tutta la<br />
sua magnificenza, offrendo uno<br />
sguardo d’insieme da cui si percepisce<br />
una delle peculiarità della<br />
Reggia: quella di essere un complesso<br />
straordinario anche per le<br />
differenti fasi storiche che evoca,<br />
visibilmente intersecate tra loro<br />
in quanto frutto di radicali cambiamenti<br />
architettonici attuati dai<br />
vari architetti che hanno operato<br />
a Venaria.<br />
Nella Corte d’Onore era collocata<br />
la Fontana del Cervo, un ricco<br />
apparato marmoreo raffigurante<br />
dodici cani e quattro cacciatori<br />
sorpresi nell’atto di inseguire il<br />
cervo bronzeo. Oggi la Fontana<br />
rivive come citazione storica<br />
dell’antico sito, di cui rimangono<br />
le fondamenta e parte delle decorazioni;<br />
è stata inserita in una<br />
nuova grandiosa ellisse di 120 metri,<br />
che recupera così il baricentro<br />
della Corte. Il Teatro d’Acqua, con<br />
i suoi 100 ugelli d’acqua (alti fino<br />
I Giardini<br />
Oggi rappresentano un connubio<br />
tra antico e moderno, tra insediamenti<br />
archeologici e opere<br />
contemporanee, dove la monumentale<br />
statua dell’Hercole Colosso<br />
(originariamente posizionata<br />
all’interno della Fontana dell’Ercole)<br />
ultima opera originale ancora<br />
esistente, convive con le opere di<br />
importanti artisti contemporanei.<br />
I giovani Giardini della Reggia di<br />
Venaria, inaugurati solo nel 2007,<br />
superata la prima fase di assestamento,<br />
stanno entrando in un<br />
momento importante della loro<br />
crescita ed evoluzione, durante<br />
la quale iniziano a delinearsi<br />
in maniera più evidente e definita<br />
gli elementi caratterizzanti<br />
e la "forza" del loro disegno,<br />
a testimonianza di una continua<br />
trasformazione naturale che nel<br />
panorama dei grandi giardini<br />
storici europei rappresenta un'esperienza<br />
unica. La loro visita<br />
può dunque costituire una piacevole<br />
sorpresa anche per chi li<br />
ha già visitati in passato, proprio<br />
perché sempre in evoluzione.<br />
I giardini, oltre che a piedi o con<br />
visite guidate, sono percorribili<br />
con il “trenino Freccia di Diana”,<br />
la “Gondola” o la “Carrozza a<br />
cavallo”.<br />
Proviamo anche per i Giardini a<br />
sintetizzare ciò che il visitatore<br />
può vedere.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 13
Parco Alto<br />
Creato nel Settecento comprende<br />
il rinato Gran Parterre, le grandi<br />
Allee (di Terrazza e Reale), i Boschetti,<br />
dove è possibile scorgere<br />
pavoni e pavoncelle, il Giardino<br />
delle Rose e il Fantacasino, attrazione<br />
del Boschetto dei Giochi<br />
pensata per le famiglie e un pubblico<br />
di ogni età, che ripropone<br />
in chiave moderna la funzione di<br />
luogo di loisir dei Giardini.<br />
L’attuale allestimento ricalca<br />
quelli originari e si basa, per il<br />
tracciato, su disegni e rilievi del<br />
Settecento e sulle linee nel terreno<br />
individuate mediante la lettura<br />
di fotografi e aeree.<br />
Parco Basso<br />
Include il grande bacino d'acqua<br />
della Peschiera (11 milioni di litri<br />
d'acqua per una visuale scenografica<br />
immensa), lo spazio del Giardino<br />
delle Sculture Fluide di Giuseppe<br />
Penone, le grotte seicentesche, i<br />
resti della Fontana dell'Ercole e del<br />
Tempio di Diana collegati dalla visione<br />
all'infinito del canale d’acqua,<br />
e gli orti e i frutteti del Potager<br />
Royal più grande d'Italia.<br />
Asse Centrale<br />
Lungo la linea retta che, in prosecuzione<br />
della via centrale di Venaria<br />
Reale (Via Mensa), attraversando<br />
la Sala di Diana e il Giardino a Fiori,<br />
corre in coincidenza con l’Allea<br />
Centrale, si trovano nuove realizzazioni<br />
e resti di strutture antiche,<br />
riportate alla luce mediante scavo<br />
archeologico: la Corte d’Onore con<br />
la Fontana del Cervo, il Giardino a<br />
Fiori, i ruderi della Fontana d’Ercole,<br />
l’Allea Centrale, con il canale d’acqua<br />
e il basamento del Tempio di Diana.<br />
Era questo il percorso originario<br />
sviluppato sull’asse centrale del<br />
progetto del Castellamonte che,<br />
nella seconda metà del Seicento,<br />
concepì Borgo, Reggia e Giardini<br />
come unico complesso.<br />
Le foto del servizio<br />
sono di Fabrizio Capra<br />
14 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 15
16 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 17
GRAZIE ALLA PASSIONE<br />
DELLA SUA TRADUTTRICE<br />
DON CAMILLO<br />
GIUNGE IN RUSSIA<br />
di Erica Caimi<br />
"O<br />
ra non è che io mi<br />
dia le arie del creatore,<br />
mica dico di<br />
averli creati io. Io<br />
ho dato ad essi una voce. Chi li ha<br />
creati è la Bassa. Io li ho incontrati,<br />
li ho presi sottobraccio e li ho fatti<br />
camminare su e giù per l’alfabeto”,<br />
con queste parole Giovannino<br />
Guareschi descriveva la nascita<br />
dei suoi personaggi nell'introduzione<br />
di “Don Camillo e il suo<br />
gregge”, senza rivendicarne la<br />
paternità, attribuendoli al ventre<br />
materno della quotidianità nella<br />
Bassa.<br />
Sicuramente Giovannino, men-<br />
tre popolava il suo immaginario<br />
mondo di Brescello, non poteva<br />
di certo prevedere che le avventure<br />
dell’energico Don Camillo<br />
e del suo amico rivale Giuseppe<br />
Bottazzi detto Peppone, sarebbero<br />
arrivate così lontano. Sì, perché<br />
“Piccolo Mondo: Don Camillo” è stato<br />
tradotto fin da subito in moltissime<br />
lingue, eccezion fatta per il<br />
russo e il cinese, a causa di evidenti<br />
motivi politici. L’attività del traduttore,<br />
spesso sottovalutata, rivela a<br />
posteriori la sua importanza: molti<br />
libri s’imbruttiscono o al contrario<br />
migliorano in traduzione e questo<br />
dimostra la grande rilevanza<br />
del ruolo, che si basa sull'instabile<br />
equilibro di “adattare”, rielaborare<br />
in funzione del nuovo contesto e<br />
nel contempo “proteggere” il più<br />
possibile l’originale. Talvolta accade<br />
che la traduzione sia l'amata<br />
figlia di una travolgente passione,<br />
voluta e partorita dal traduttore<br />
stesso in un mondo distante dalle<br />
logiche di mercato che pilotano le<br />
case editrici. E’ proprio così che il<br />
libro “Piccolo Mondo: Don Camillo”<br />
è comparso anche in Russia, grazie<br />
al fortuito incontro tra i personaggi<br />
della Bassa e la sua futura<br />
traduttrice, che con convinzione e<br />
caparbietà è riuscita a far parlare<br />
18 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
Statua di Don Camillo<br />
a Brescello.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 19
in russo Don Camillo, Peppone e<br />
tutti gli eroi del paesello.<br />
Nel lontano 1994 Ol'ga Gurevich,<br />
all'epoca studentessa universitaria<br />
d'italiano, decise di venire per<br />
qualche tempo in Italia, in viaggio<br />
studio, per perfezionare la lingua.<br />
Una sera si trovò ad assistere alla<br />
proiezione di un film: Don Camillo.<br />
Fin dalle prime battute venne<br />
rapita dalle avventure del prete di<br />
Brescello che pare aver sempre la<br />
meglio sul suo antagonista Peppone,<br />
sindaco di convinzione comunista.<br />
A lei, che era stata cittadina<br />
sovietica, sembrò una storia<br />
curiosa, a tratti imbarazzante, ma<br />
soprattutto le fece pensare che<br />
nell'Italia degli anni ‘90 esistevano<br />
ancora i comunisti, nonostante il<br />
crollo dell'ormai ex Unione Sovietica.<br />
Era più che mai persuasa<br />
ad approfondire la storia della<br />
politica italiana per capire cosa<br />
realmente significasse il comunismo<br />
per gli italiani. Dopo qualche<br />
giorno, a passeggio per Salò, notò<br />
su una bancarella il libro “Piccolo<br />
Mondo: Don Camillo” e dovette<br />
sembrarle un segno del destino.<br />
Lo comprò e lo lesse tutto d'un<br />
fiato, finendolo in una notte.<br />
Passarono gli anni e dopo la laurea<br />
Ol'ga iniziò a insegnare italiano<br />
nella sua stessa Università. Era già<br />
docente quando una casa editrice<br />
le propose di redigere un manuale<br />
di lettura per studenti russi d'italiano.<br />
Ol'ga pensò subito a Guareschi<br />
e si buttò a capofitto nell’impresa,<br />
tradusse alcuni paragrafi di Piccolo<br />
Mondo, corredandoli di commenti<br />
esplicativi, scrisse una breve prefazione<br />
e spedì la bozza. Dopo che<br />
ebbe consegnato il lavoro, la casa<br />
editrice recise improvvisamente<br />
il contratto, senza darle alcuna<br />
spiegazione. Tramite una collega<br />
venne poi a sapere che un tal<br />
recensore avrebbe «fortemente<br />
sconsigliato la pubblicazione di<br />
questo autore».<br />
A quel punto Ol'ga, sconvolta e<br />
delusa, non riusciva ad accettare<br />
che nella Russia del 1999 la pubblicazione<br />
di un'opera letteraria<br />
potesse ancora subire le pressioni<br />
della censura. Condusse degli<br />
studi sull'autore e sulle traduzioni<br />
in altri paesi e ne concluse che,<br />
forse, tale approccio si poteva<br />
in parte spiegare con la biografia<br />
stessa dell’autore, odiato dai<br />
comunisti, criticato dai democristiani<br />
e sottovalutato dai critici<br />
letterari. Tradurre un autore con<br />
20 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
queste caratteristiche significava<br />
rischiare di sollevare possibili polveroni<br />
ideologici e fronteggiare<br />
ipotetici attacchi da più fronti.<br />
Più approfondiva e più si convinceva<br />
che doveva fare in modo di<br />
svelare il “Piccolo Mondo” ai lettori<br />
russi, doveva trasmettere la<br />
testimonianza di un'Italia in dissolvenza<br />
e rendere giustizia all'autore,<br />
talentuoso affabulatore e brillante<br />
umorista. Indagando si era<br />
accorta che in Russia fino ad allora<br />
erano usciti soltanto pochi racconti<br />
tradotti da Elena Molockovskaja<br />
e pubblicati su una rivista letteraria<br />
nel 2002. Da allora più niente.<br />
Cosí Ol'ga, a più di cinquant'anni<br />
dalla prima uscita dell'originale<br />
in Italia, cominciò a prendere sul<br />
serio l’idea di tradurre per intero<br />
“Piccolo Mondo: Don Camillo”. Nel<br />
2004 riuscì a far uscire pochissimi<br />
racconti su un numero speciale<br />
della rivista «Inostrannaja literatura»,<br />
poi ancora nulla.<br />
In attesa della sua occasione, continuava<br />
a tradurre con passione,<br />
finché nel 2011 la casa editrice<br />
Rudomino, su iniziativa dell’Istituto<br />
Italiano di Cultura e soprattutto<br />
del suo direttore professor Adriano<br />
Dell’Asta, le propose di pubblicare<br />
la versione integrale di “Mondo<br />
piccolo: Don Camillo” e scrivere<br />
una piccola prefazione. Il libro uscì,<br />
ma la pubblicazione venne da lì a<br />
poco interrotta a causa delle difficoltà<br />
finanziare in cui si trovava la<br />
casa editrice.<br />
In seguito, Ol’ga<br />
ricevette un’inaspettata<br />
proposta<br />
da un’altra casa<br />
editrice, occupata<br />
per lo più nella<br />
diffusione di opere<br />
medico-scientifiche:<br />
si dicevano<br />
pronti a pubblicare<br />
e vendere Guareschi<br />
come “medicina<br />
per l’anima”.<br />
Finalmente la distanza<br />
tra volontà<br />
e progetto a lungo<br />
termine si accorcia<br />
nel 2015, quando<br />
la casa editrice<br />
Granat realizza<br />
e promuove una<br />
riedizione a episodi<br />
del romanzo,<br />
manifestando l’intenzione<br />
futura di<br />
allargare l’offerta bibliografica in<br />
russo, attraverso la pubblicazione<br />
di altre opere letterarie dell’autore<br />
.<br />
Guareschi non saprà mai di essere<br />
in debito con un’appassionata<br />
studentessa moscovita di ieri,<br />
Ol'ga Gurevich, la cui tenacia e<br />
passione ha permesso la pubblicazione<br />
di Don Camillo in russo.<br />
A sinistra:<br />
Disegno di Giovannino Guareschi.<br />
Sotto:<br />
"Don Camillo" edito in lingua russa.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 21
NELL'ITALIA DEGLI ANNI '60<br />
IL CINEMA DEL BOOM ECONO<br />
di Antonio Agosta<br />
E<br />
rano gli anni’50, il nostro<br />
Paese era uscito<br />
dal lungo periodo<br />
oscuro del secondo<br />
conflitto mondiale, le cui tragiche<br />
conseguenze avevano sollecitato<br />
in milioni di italiani la volontà di<br />
cambiare, di ricostruire le distruzioni<br />
della guerra, dando origine<br />
alla necessaria crescita economica<br />
e tornando alla normalità della vita<br />
di tutti i giorni.<br />
Il cinema era lo specchio della<br />
società di quel momento, con<br />
i suoi mutamenti e le sue contraddizioni.<br />
Andavano diminuendo<br />
i film del neorealismo, girati<br />
con attori non professionisti tra<br />
le campagne e le periferie delle<br />
città. L’Italia voleva dimenticare gli<br />
scenari inquietanti di un assurdo<br />
conflitto, le aspre situazioni che<br />
la guerra aveva portato con sé,<br />
i suoi crimini, fino ad allora così<br />
crudamente denunciati ma ripresi<br />
anche in seguito, come nel film<br />
“La Ciociara”, diretto nel ‘60 da<br />
Vittorio De Sica e interpretato<br />
da Sophia Loren, che per la sua<br />
interpretazione ricevette l’Oscar,<br />
oltre ad una serie di altri riconoscimenti,<br />
fra cui il David di Donatello,<br />
il Nastro d’Argento, il British<br />
Academy Film Award, il Prix d'interprétation<br />
féminine al Festival<br />
di Cannes e il New York Film Critics<br />
Circle Award.<br />
Gli italiani chiedevano nuove pellicole<br />
che, quasi fiabe moderne,<br />
22 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
MICO<br />
restituissero loro i sogni di serenità<br />
e d’amore accantonati da<br />
tempo. “Le ragazze di Piazza di<br />
Spagna”, “Pane amore e fantasia”<br />
e “Poveri ma belli” furono alcune<br />
delle commedie sentimentali legate<br />
al boom economico, oltre a<br />
“I soliti ignoti” di Mario Monicelli,<br />
in stile caper-movie, con un brillante<br />
Vittorio Gassman, l’angelica<br />
Claudia Cardinale e Totò, il re<br />
della risata.<br />
Il Paese voleva riorganizzare la<br />
propria economia, la propria produzione<br />
industriale, realizzare la<br />
propria rinascita emergendo fra<br />
gli altri stati europei; una sorta<br />
di superamento magistralmente<br />
illustrato nel 1962 da Dino Risi<br />
con “Il sorpasso”: il lungo viaggio<br />
in auto sull’Aurelia, a velocità sostenuta,<br />
di Bruno Cortona (Vittorio<br />
Gassman), quarantaduenne<br />
gagliardo con la passione per le<br />
auto, e di Roberto Mariani (Jean-<br />
Louis Trintignant), studente in<br />
legge dal carattere tranquillo e<br />
un po’ schivo, che finisce tragicamente<br />
quando l’auto precipita in<br />
un burrone.<br />
E’ l’Italia lanciata verso il successo,<br />
il mito del benessere che promette<br />
di condurre il paese verso<br />
la spensieratezza e che invece<br />
s’infrange tragicamente proprio<br />
contro questo eccesso di rilassatezza.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 23
VIAGGIO NELLA NATURA INCONTAMINATA<br />
DELL'ISOLA D'ISCHIA<br />
UN PARCO INCANTATO:<br />
"LA MORTELLA"<br />
di Teresa Russo<br />
Ospitato dalla meravigliosa<br />
baia di Forio,<br />
il parco botanico “la<br />
Mortella” è uno dei<br />
giardini europei più belli e rigogliosi,<br />
senza dubbio una visita<br />
da non perdere per chi ama la<br />
natura.<br />
Nato da un idea di Susana e William<br />
Walton, il giardino è stato<br />
aperto al pubblico nel 1991, ma<br />
i lavori sono iniziati nel 1956<br />
ad opera di Russel Page, famo-<br />
so architetto dell’epoca, amico<br />
della coppia.<br />
William Walton era un famoso<br />
musicista inglese che insieme alla<br />
moglie si trasferì ad Ischia per<br />
vivere la propria vita coniugale<br />
in un posto incantevole e dalla<br />
natura incontaminata. La moglie<br />
di Walton era una collezionista<br />
botanica e l’idea del giardino è<br />
attribuibile in particolar modo a<br />
lei, che cominciò a curarlo accostando<br />
alla flora tipica del posto<br />
innumerevoli piante provenienti<br />
da ogni angolo della terra.<br />
Il parco è strutturato in due parti<br />
principali: la valle (o giardino<br />
inferiore), e la collina (o giardino<br />
superiore), interamente curato<br />
da Lady Susana.<br />
Più dettagliatamente, nel giardino<br />
inferiore si possono ammirare<br />
ben quattro fontane, tutte<br />
disegnate da Page: la fontana a 4<br />
vasche, preceduta da un tunnel<br />
di palma bambù e decorata con<br />
24 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
piante palustri e magnolie orientali;<br />
la fontana ottagonale, costruita<br />
in occasione dell’ottantesimo<br />
compleanno di Walton; la fontana<br />
grande, circondata dal maestoso<br />
papiro gigante e dalle ninfee, e<br />
infine la fontana alta, protetta da<br />
diverse tipologie di palme.<br />
Una tappa fondamentale del<br />
giardino a valle è sicuramente<br />
la Serra della Victoria: una serra<br />
coperta che ospita appunto la<br />
Victoria Amazonica, una ninfea gi-<br />
gante (la più grande al mondo)<br />
che fiorisce solo di notte con<br />
foglie che arrivano fino a 6 metri<br />
di diametro e che possono<br />
sostenere il peso di una persona.<br />
La ninfea è ospitata da uno<br />
specchio d’acqua alimentato da<br />
una fontana a bocca, anch’essa<br />
disegnata da Russel Page.<br />
Da non perdere sono la voliera,<br />
la serra delle orchidee (per la<br />
quale bisogna pagare un piccolo<br />
cadeau) e il museo-sala dove<br />
sono conservati oggetti e documenti<br />
di Sir Walton e dove oggi<br />
si tengono i concerti organizzati<br />
dalla Fondazione “William Walton<br />
e la Mortella”, istituita nel 1983,<br />
la quale cura il giardino e il suo<br />
sviluppo oltre agli eventi che vi<br />
si tengono.<br />
Se si ritiene necessaria una piccola<br />
pausa prima di continuare la<br />
visita, ci si può fermare al bar, un<br />
posto caratteristico e perfettamente<br />
integrato nella natura del<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 25
parco,, con sedie in ferro battuto<br />
e tavoli decorati finemente dove<br />
poter gustare una vasta collezione<br />
di the o una bevanda fresca, rifocillandosi<br />
prima di continuare il tour.<br />
Nel giardino superiore è possibile<br />
ammirare piante tipiche della<br />
macchia mediterranea e flora<br />
originaria dell’Australia e del<br />
Sudafrica. Nella zona chiamata<br />
Ninfeo sono conservate le ceneri<br />
di Lady Susan, scomparsa nel<br />
2010, mentre in corrispondenza<br />
del Giardino delle Aloe c’è la<br />
Roccia di William, una pietra vulcanica<br />
nella quale sono custodite<br />
le ceneri del musicista.<br />
Il giardino superiore, inoltre, ospita<br />
il Tempio del Sole decorato da<br />
Simon Verity con bassorilievi erotico-mitologici<br />
e frasi musicali di<br />
William Walton.<br />
Esso è diviso in tre sale: la stanza<br />
della nascita, la stanza della vita<br />
adulta e la stanza della morte<br />
(con la Sibilla Cumana).<br />
Sullo stesso piano troviamo una<br />
Thai House costellata da bambù e<br />
aceri giapponesi e affacciata su un<br />
laghetto puntellato di fiori di loto.<br />
In ultimo, ma non per importanza,<br />
c’è il teatro greco, che sfrutta<br />
il pendio della collina affacciandosi<br />
sulla baia.<br />
Costeggiato da agavi e rose cinesi,<br />
circondato da grandi muri in pietra<br />
naturale che assicurano un’acustica<br />
perfetta, il teatro può ospitare<br />
fino a 400 spettatori sui sedili in<br />
pietra tappezzati da timi aromatici<br />
che diffondono il loro profumo<br />
speziato. È utilizzato soltanto in<br />
estate e prevalentemente di sera,<br />
nei mesi di giugno e luglio, per<br />
concerti di musica sinfonica.<br />
La maestosità del parco è meravigliosamente<br />
affiancata dal panorama<br />
della baia di Forio, che fa<br />
capolino tra la vegetazione. L’immensa<br />
distesa del mare blu cobalto<br />
dell’isola si mescola all’azzurro<br />
del cielo e accompagna il visitatore<br />
offrendogli uno spettacolo<br />
mozzafiato.<br />
INFORMAZIONI UTILI<br />
Il parco è aperto da Aprile fino a fine <strong>Ottobre</strong><br />
dalle 9:00 alle 19:00 e il biglietto di<br />
ingresso costa 12 euro. È possibile visitare<br />
il giardino entrando sia dalla parte inferiore<br />
che da quella superiore in collina (dove<br />
è presente un parcheggio gratuito); a valle<br />
è presente uno shop dove si possono acquistare<br />
piccoli souvenir.<br />
26 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 27
IL CASTAGNO<br />
DEI CENTO CAVALLI<br />
“U<br />
n prodigio della<br />
natura, una miracolosa<br />
sopravvivenza<br />
di un<br />
profondissimo tempo”. Dopo la rilevazione<br />
del 1780, il castagno situato<br />
nel territorio di Sant’Alfio,<br />
in provincia di Catania, e ubicato<br />
nel Parco dell’Etna è l’albero più<br />
antico e più grande d’Europa,<br />
con una età compresa tra i 3000<br />
e 4000 anni.<br />
Sia la sua altezza che la sua cirdi<br />
Antonio Agosta<br />
conferenza misurano circa 22<br />
metri. Nel 1982 l’albero è stato<br />
inserito nel patrimonio italiano<br />
dei monumenti verdi, per l’eccezionale<br />
valore storico e monumentale<br />
e per la leggenda legata<br />
al suo soprannome, raccontata e<br />
cantata da tanti viaggiatori che<br />
l’hanno considerato meta turistica<br />
sul territorio siciliano orientale.<br />
Nella narrazione tradizionale<br />
si rievoca la disavventura di<br />
una Regina che, con i suoi cento<br />
cavalieri, fu sorpresa da un forte<br />
temporale durante una battuta<br />
di caccia e trovò riparo sotto i<br />
grandi rami del castagno con tutto<br />
il numeroso seguito per l’intera<br />
notte. Le origini e il nome<br />
della Regina non si conoscono,<br />
perché non si riesce a collocare<br />
l’avvenimento storicamente: secondo<br />
alcuni studiosi, potrebbe<br />
trattarsi di Giovanna d’Aragona,<br />
secondo altri dell’imperatrice<br />
Isabella d’Inghilterra, terza mo-<br />
28 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
glie di Federico II. Riguardo alla<br />
leggenda si è fatto anche il nome<br />
di Giovanna I d’Angiò, del cui<br />
soggiorno in Sicilia, tuttavia, non<br />
si hanno testimonianze storiche.<br />
“La sua mole è tanto superiore a<br />
quella degli altri alberi, che mai si<br />
può esprimere la sensazione provata<br />
nel descriverlo”. Con queste parole<br />
si espresse il pittore Jean Houel<br />
che, rimasto colpito dal fascino<br />
del castagno dei Cento Cavalli, lo<br />
ritrasse in un quadro che lo rappresenta<br />
con una casetta sotto le<br />
sue fronde. Il quadro a tutt’oggi<br />
è conservato a San Pietroburgo,<br />
all’interno dell’Hermitage.<br />
Gli abitanti di Sant’Alfio, per sancire<br />
il profondo legame della cittadinanza<br />
col Castagno dei Cento<br />
Cavalli, lo raffigurarono nello<br />
stemma civico.<br />
A circa quattrocento metri dal<br />
Castagno, vicino la zona di Mascali,<br />
si trova il Castagno Nave, così<br />
chiamato perché ricorda lo scafo<br />
di una nave, conosciuto anche con<br />
il nome di Castagno S. Agata o<br />
Arrusbigghiasonnu, ovvero risveglia<br />
sonno per il cinguettio degli uccelli<br />
sulle fronde basse dell’albero. Il<br />
Castagno ha quasi duemila anni,<br />
è alto 23 metri ed ha un fusto di<br />
20 metri di circonferenza; è il secondo<br />
in Europa per dimensione<br />
e antichità.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 29
PHUBBING: LA SINDROME<br />
DA CELLULARE COMPULSIVO<br />
nel cuore della notte, controllano<br />
le notifiche giunte al proprio<br />
cellulare (che si tratti di mail,<br />
chiamate, messaggi, WhatsApp<br />
o Twitter). Perché ogni notifica<br />
è “vitale”: nei rapporti umani siamo<br />
sempre più distratti, manca<br />
il confronto, c’è poco dialogo e i<br />
social in molti casi ci allontanano.<br />
In termini tecnici questo fenomeno<br />
si chiama Phubbing, una nuova<br />
parola coniata circa un paio d’anni<br />
fa dal mix tra «phone» e «snubdi<br />
Patrizia Cannazza<br />
A<br />
vete mai fatto caso<br />
a quanto pochi siano<br />
quelli che riescono a<br />
scordarsi del proprio<br />
smartphone? Effettivamente sono<br />
una piccola goccia nel mare.<br />
La maggior parte di noi prova un<br />
richiamo irresistibile a controllare<br />
compulsivamente il cellulare<br />
ogni pochi secondi, indipendentemente<br />
dal lavoro o dalla conversazione<br />
in cui siamo coinvolti.<br />
Molti al mattino, o peggio ancora<br />
bing» (snobbare) per definire l’atteggiamento,<br />
assai poco cortese,<br />
di chi trascura una persona con<br />
cui è impegnato in una qualsiasi<br />
situazione sociale (da una cena<br />
romantica ad un caffè al bar) per<br />
controllare compulsivamente lo<br />
smartphone.<br />
Alcuni ricercatori sostengono<br />
che questa compulsione sia legata<br />
al fatto che ogni volta che<br />
riceviamo una notifica viene stimolato<br />
il circolo del piacere e<br />
30 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
della ricompensa, trasformandoci<br />
in veri e propri “dipendenti”<br />
dal cellulare, che attendono,<br />
come su carboni ardenti, qualsiasi<br />
forma di comunicazione<br />
proveniente dal mondo digitale.<br />
C’è invece chi pensa che questa<br />
compulsione sia legata all’idea<br />
narcisista di essere indispensabili<br />
alla società, e quindi di temere<br />
di perdere qualcosa di importante,<br />
che non può aspettare e<br />
a cui dobbiamo imperativamente<br />
rispondere.<br />
Quale che sia la motivazione, il<br />
problema è che questo comportamento<br />
è virale. Quante volte<br />
al giorno assistiamo alla stessa<br />
scena: c’è un gruppo di persone<br />
che chiacchiera, ad un tratto<br />
una di esse tira fuori il cellulare<br />
e inizia a controllarlo, nel giro di<br />
qualche minuto tutti gli altri fanno<br />
lo stesso. Spesso questa scena<br />
si verifica anche a casa, quando<br />
la famiglia è riunita intorno<br />
al tavolo da pranzo a scambiarsi<br />
opinioni e qualcuno guarda il cellulare<br />
o interagisce sui social.<br />
Vittime del phubbing, quindi,<br />
stiamo diventando tutti, pur senza<br />
rendercene conto. Questo<br />
spiega perché sono già attive un<br />
po’ ovunque, soprattutto nei paesi<br />
anglosassoni, campagne volte<br />
a fermare il phubbing. In Italia<br />
questo termine è ancora poco<br />
conosciuto e poco o nulla si fa,<br />
soprattutto sul piano educativo,<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 31
per fronteggiare il fenomeno e<br />
aiutare le generazioni digitali ad<br />
un uso corretto dei dispositivi<br />
di comunicazione. Prima di tutto<br />
però è necessario ricordare che<br />
in educazione, come sempre,<br />
quello che conta è l’esempio.<br />
Su come affrontare questa “piaga<br />
sociale” ci vengono suggeriti,<br />
dalla giornalista Heather Kelly,<br />
alcuni esempi pubblicati sul sito<br />
della CNN. Secondo H. Kelly<br />
possiamo disattivare le notifiche<br />
generali e utilizzare dei filtri che<br />
permettano di ricevere solo le<br />
notifiche urgenti dalla famiglia<br />
o dal lavoro. Se si possiede un<br />
iPhone è possibile anche utilizzare<br />
un’app chiamata Moment, che<br />
consente di misurare in tempo<br />
reale il tempo impiegato al cellulare,<br />
di impostare limiti e programmare<br />
allarmi se si superano<br />
certe soglie. Il solo vedere quanto<br />
tempo effettivamente si trascorre<br />
sullo smartphone può aiutare<br />
a ridurne l’utilizzo.<br />
Inoltre, possiamo stabilire delle<br />
regole per un buon utilizzo del<br />
cellulare in casa, creando momenti<br />
off-limits, per esempio a<br />
tavola, o stabilire zone della casa<br />
dove gli smartphone non sono<br />
ammessi, come la camera da<br />
letto, o almeno decidere di spegnere<br />
il cellulare un’ora prima di<br />
andare a letto. Questo potrebbe<br />
migliorare sia la qualità del nostro<br />
sonno che la relazione di coppia<br />
(mi sembra che a letto sia più intima<br />
una luce soffusa piuttosto che<br />
vedere il proprio compagno/a<br />
coinvolto in Candy Crush…). E<br />
nel caso si abbia il timore di non<br />
svegliarsi in tempo, in giro si trovano<br />
ancora le vecchie e amate<br />
sveglie da comodino di una volta.<br />
Se fino ad ora tutto questo è parso<br />
sconvolgente, una soluzione<br />
più drastica è quella che propone<br />
Levi Felix, il fondatore della Digital<br />
Detox, una società che organizza<br />
veri e propri ritiri dove le<br />
persone sono disposte a pagare<br />
per farsi sequestrare il cellulare e<br />
trascorrere del tempo nella natura,<br />
riconnettendosi con il mondo<br />
reale. Il principio di Levi Felix è<br />
molto semplice: sostituire il tempo<br />
speso a controllare il telefono<br />
con le esperienze del mondo<br />
reale. Secondo Felix, quello che<br />
in realtà cerchiamo nel cellulare è<br />
una fuga dalla noia, un senso di<br />
comunità, un’interazione con il<br />
mondo. Tutte cose che possiamo<br />
raggiungere in maniera “analogica”,<br />
con la sola differenza che il<br />
“digitale” è più veloce, più economico,<br />
richiede poco impegno e<br />
poca responsabilità.<br />
Infine, impariamo a sopravvivere<br />
alla noia, senza passare per il telefonino.<br />
Perché il nostro cervello a<br />
volte ha bisogno di pause. E poiché<br />
la noia stimola la creatività,<br />
chissà che da queste pause non<br />
sorga qualche brillante idea.<br />
32 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 33
MOSTRE ALL’ORIZZONTE<br />
a cura di Fabrizio Capra<br />
Questa rubrica non vuol essere una semplice elencazione di mostre in corso,<br />
ma una serie di consigli. Trattandosi di suggerimenti, non vogliamo appesantire<br />
le segnalazioni, pertanto per le informazioni sulle singole mostre (orari,<br />
biglietti, ecc.) vi rimandiamo ai link che riportiamo. La rubrica viene aggiornata<br />
ogni mese.<br />
MILANO<br />
Palazzo Reale<br />
(Piazza del Duomo 12)<br />
Pietro Paolo Rubens e la nascita<br />
del Barocco<br />
dal 27 ottobre <strong>2016</strong> al 27 febbraio<br />
2017<br />
La mostra ospita una straordinaria<br />
selezione di capolavori del<br />
maestro fiammingo precursore<br />
del Barocco Europeo. Attraverso<br />
suggestivi confronti con la statuaria<br />
classica e con le opere del<br />
Rinascimento Europeo con cui<br />
Rubens si confrontò, l'esposizione<br />
mira a sottolineare gli aspetti<br />
innovativi dell'arte di Rubens, il<br />
quale, partendo da una matrice<br />
classicheggiante, arrivò a ingigan-<br />
tire le figure, ad esasperarne i colori,<br />
a smaterializzarne le forme, a<br />
dilatare spazi e prospettive, acuire<br />
le luci, fino a giungere ad uno<br />
stile completamente nuovo che<br />
si diffuse grazie ai suoi numerosi<br />
viaggi. La mostra pone anche l'accento<br />
sul confronto con opere di<br />
artisti più giovani, come Gian Lorenzo<br />
Bernini, Pietro da Cortona<br />
e Luca Gordano, i quali, influenzati<br />
in maniera incisiva dall'arte<br />
di Rubens, divennero gli incontrastati<br />
protagonisti della grande<br />
stagione del Barocco europeo.<br />
Escher<br />
dal 29 luglio <strong>2016</strong> all’8 gennaio<br />
2017<br />
Partendo da suggestioni ancora<br />
di gusto Liberty, e senza tralasciare<br />
le importanti influenze dell’arte<br />
dell’amata Italia, Escher riuscì<br />
a elaborare un gusto figurativo<br />
assolutamente personale combinato<br />
con una sapienza grafica e<br />
tecnica di altissimo livello, che lo<br />
ha portato ad essere uno degli<br />
artisti più ammirati del Novecento.<br />
Forme impossibili, prospettive<br />
infinite, animali geometrizzati,<br />
spazi irreali affollano le composizioni<br />
di Escher, animate dal senso<br />
grafico non meno che dagli studi<br />
matematici e geometrici, creando<br />
opere geniali, poliedriche, divertenti<br />
e curiose.<br />
La mostra risulta essere un’ottima<br />
occasione per penetrare<br />
il mondo giocoso e complesso,<br />
34 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
simpatico e unico del grande artista,<br />
che con xilografie, litografie,<br />
disegni e acquarelli sonda al contempo<br />
spazi matematici e visioni<br />
artistiche.<br />
Hokusai, Hiroshige, Utamaro.<br />
Luoghi e volti del Giappone<br />
dal 22 settembre <strong>2016</strong> al 29<br />
gennaio 2017<br />
Allestita in occasione dei 150 anni<br />
dal primo Trattato d’Amicizia e di<br />
Commercio tra il Regno d’Italia e<br />
l’Impero del Giappone, è un’occasione<br />
speciale per indagare<br />
il rapporto artistico e culturale<br />
tra due mondi lontani. La cultura<br />
raffinata e soave del Giappone,<br />
con la sua millenaria storia, è<br />
raccontata in un’esposizione che<br />
presenta al grande pubblico la<br />
produzione dei tre artisti giapponesi<br />
più famosi e che meglio ne<br />
incarnarono nella loro produzione<br />
l’essenza di una nazione<br />
lontana e seducente. Un<br />
viaggio lontano nel tempo<br />
e nello spazio, che non<br />
mancherà di incantare,<br />
far riflettere e, al contempo,<br />
appagare lo<br />
spirito.<br />
Arnaldo Pomodoro.<br />
90 anni di scultura<br />
dal 21 novembre <strong>2016</strong><br />
al 27 gennaio 2017<br />
Dedicata a uno dei più<br />
grandi scultori italiani contemporanei,<br />
la<br />
mostra rappresenta<br />
una<br />
grande esposizione che festeggia<br />
i 90 anni dell'artista. Pomodoro<br />
ha oggi una notorietà internazionale<br />
grazie alle sculture di bronzo<br />
dallo stile particolare con cui ha<br />
adornato le piazze di molte città,<br />
italiane ed estere, in cui lo spazio<br />
urbano dialoga con la materia<br />
delle sfere dell'artista, spaccate<br />
e smontate, concave e convesse,<br />
rotte e al contempo integre,<br />
in un significato contrastante e<br />
provocatorio. Gli esordi informali<br />
degli anni Cinquanta si trasformano<br />
progressivamente nell'arte di<br />
Pomodoro in una ricerca in cui la<br />
forma è consequenziale alla materia,<br />
ricerca per cui l'incontro<br />
con Lucio Fontana sarà decisivo<br />
nella determinazione di uno stile<br />
personale.<br />
La mostra di Arnaldo Pomodoro,<br />
ospitata nella meravigliosa Sala<br />
delle Cariatidi, è un'occasione per<br />
conoscere un artista originale,<br />
che ha impresso la sua impronta<br />
in molti luoghi della città, da Piazza<br />
Meda al Cimitero Monumentale<br />
di Milano.<br />
Mudec (via Tortona 56)<br />
www.mudec.it<br />
Jean-Michel Basquiat<br />
dal 28 ottobre <strong>2016</strong> al 26 febbraio<br />
2017<br />
La mostra di Milano ripercorre<br />
la fulminea carriera dell'artista<br />
americano, che ha saputo dare<br />
una personalissima interpretazione<br />
del graffitismo, in grado di far<br />
convivere la cultura occidentale e<br />
con quella africana. Un percorso<br />
cronologico dai primi graffiti della<br />
metropolitana newyorkese fino<br />
alle ultime tormentate opere<br />
in una sintesi di spunti<br />
autobiografici, tradizioni<br />
africane, riferimenti alla<br />
Pop Art e all'Art Brut<br />
di Jean Dubuffet.<br />
Homo Sapiens<br />
dal 30 settembre<br />
<strong>2016</strong> al 26 febbraio<br />
2017<br />
Un vero e proprio<br />
viaggio nella storia<br />
dell’Homo Sapiens,<br />
Nella foto:<br />
Arnaldo Pomodoro,<br />
Sfera.<br />
Mostra a<br />
Palazzo Reale,<br />
Milano.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 35
Foto a destra:<br />
Giovanni Gastel, Ritratto.<br />
Mostra al Palazzo<br />
della Ragione Fotografia,<br />
Milano.<br />
attraverso diverse<br />
discipline e testimonianze<br />
paleoantropologiche,<br />
geografiche<br />
e scientifiche. Curata<br />
da un team internazionale<br />
di scienziati, la mostra<br />
Homo Sapiens ripercorre la storia<br />
della nostra specie dai primi ritrovamenti<br />
risalenti ad oltre 200.000<br />
anni fa fino ai giorni nostri, analizzandone<br />
l’evoluzione, le migrazioni,<br />
le conquiste strumentali, intellettive<br />
e sprituali, fino alla colonizzazione<br />
dell’intero pianeta.<br />
Museo Diocesano<br />
(corso di Porta Ticinese 95)<br />
www.museodiocesano.it<br />
Antonio da Fabriano. La Madonna<br />
della Misericordia<br />
fino al 20 novembre <strong>2016</strong><br />
Per tutta la durata del Giubileo<br />
straordinario della Misericordia,<br />
voluto da papa Francesco, il Museo<br />
Diocesano ospita la Madonna della<br />
Misericordia di Antonio da Fabriano.<br />
Il dipinto, un olio e tempera su<br />
tavola, realizzato da maestro marchigiano<br />
intorno al 1470, è stato recentemente<br />
oggetto di un accurato<br />
intervento condotto dallo Studio di<br />
restauro Carlotta Beccaria & C.<br />
Galleria Carla Sozzani<br />
(corso Como 10)<br />
David Seidner<br />
dal 4 settembre al 1 novembre<br />
<strong>2016</strong><br />
Per la prima volta in Italia una<br />
mostra inedita di David Seidner,<br />
uno dei massimi esponenti della<br />
fotografia di moda degli anni ‘80<br />
e ‘90. La mostra, in collaborazione<br />
con l’International Center of<br />
Photography di New York, prevede<br />
un corpus di cinquanta fotografie<br />
che ripercorrono la sua<br />
ricerca fotografica in oscillazione<br />
continua tra la moda, il ritratto e<br />
la storia dell’arte.<br />
Palazzo della Ragione Fotografia<br />
(piazza Mercanti, 1)<br />
http://www.palazzodellaragionefotografia.it/<br />
Giovanni Gastel. Quarant’anni<br />
di storia e di immagini<br />
dal 23 settembre al 13 novembre<br />
<strong>2016</strong><br />
La mostra sarà articolata in quattro<br />
sezioni dedicate ciascuna a un<br />
decennio di attività artistica del<br />
fotografo Giovanni Gastel, sviluppando<br />
da un lato la sua vita professionale<br />
e, dall’altro, il mood di<br />
quegli anni, al fine di comprendere<br />
e connotare maggiormente i<br />
singoli scatti seguendo l’evoluzione<br />
professionale dell’artista.<br />
James Nachtwey. 30 anni di fotogiornalismo<br />
dal 1° novembre <strong>2016</strong> al 30 aprile<br />
2017<br />
Considerato universalmente l’erede<br />
di Robert Capa per la sua<br />
capacità di cogliere momenti<br />
tragici a una distanza ravvicinata,<br />
e con una tecnica e precisione<br />
sconvolgente, Nachtwey è un testimone<br />
di eccezione. Pietas raccoglie<br />
oltre 200 immagini dai suoi<br />
celebri reportage in una produzione<br />
nuova e con un montaggio<br />
innovativo.<br />
Museo Archeologico<br />
(Cripta di San Maurizio – corso<br />
Magenta, 15)<br />
http://www.comune.milano.it/wps/<br />
portal/ist/it/vivicitta/luoghicultura/<br />
musei_spazi_espositivi/museo_archeologico<br />
Fra collezionismo e archeologia.<br />
La raccolta egizia del Mu-<br />
36 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
seo Archeologico di Milano e<br />
alcuni dei suoi protagonisti<br />
dal 23 settembre <strong>2016</strong> al 31<br />
maggio 2017<br />
La mostra intende valorizzare la<br />
collezione egizia milanese, insistendo<br />
sia sul legame con le campagne<br />
di scavo condotte in Egitto<br />
da Achille Vogliano negli anni<br />
Trenta sia sui caratteri della cultura<br />
egizia, offrendo un percorso<br />
di scoperta dell’Egitto lungo tutta<br />
la sua storia plurimillenaria, dalla<br />
preistoria al periodo copto.<br />
Galleria Gammanzoni<br />
(via A. Manzoni, 45)<br />
http://www.gammanzoni.com/<br />
Anima bianca. La neve da De<br />
Nittis a Morbelli<br />
dal 21 ottobre <strong>2016</strong> al 19 febbraio<br />
2017<br />
Una mostra affascinante sulla pittura<br />
italiana dell'Ottocento. Tema<br />
dell'esposizione è la neve, elemento<br />
che ha molto affascinato<br />
gli artisti dell'Ottocento, a partire<br />
dagli Impressionisti, interessati<br />
alle possibilità di sperimentazioni<br />
luministiche offerte della superficie<br />
bianca. Attraverso una ricca<br />
selezione di opere di collezione<br />
privata, la mostra indaga come e<br />
con quale ruolo la neve sia stata<br />
la protagonista dei dipinti di paesaggio<br />
dei maggiori interpreti della<br />
pittura italiana.<br />
PAVIA<br />
Scuderie del Castello Visconteo<br />
(viale XI Febbraio, 35)<br />
http://www.scuderiepavia.com<br />
Guttuso. La forza delle cose<br />
dal 16 settembre al 18 dicembre <strong>2016</strong><br />
Le nature morte di Renato Guttuso<br />
costituiscono, dalla fine degli<br />
anni Trenta, una componente essenziale<br />
della sua produzione e un<br />
punto di riferimento per gli artisti<br />
della sua generazione. L’artista indaga<br />
ossessivamente una serie di<br />
oggetti che si animano nelle tele<br />
e che diventano i protagonisti<br />
indiscussi delle opere grazie alla<br />
straordinaria forza espressiva e<br />
alla potenza cromatica.<br />
Foto sotto:<br />
Giuseppe De Nittis,<br />
Effetto neve.<br />
Mostra alla Galleria<br />
Gammanzoni, Milano.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 37
TORINO<br />
Museo Accorsi-Ometto<br />
(via Po, 55)<br />
www.fondazioneaccorsi-ometto.it/<br />
Carlo Pittara e i pittori di Rivara.<br />
Un momento magico<br />
dell’Ottocento pedemontano<br />
dal 22 settembre <strong>2016</strong> all’8<br />
gennaio 2017<br />
La mostra indaga quella che fu<br />
un’esperienza individuale e collettiva<br />
d’incontri estivi nel paese<br />
canavesano: di artisti piemontesi<br />
e liguri (altresì del fiorentino di<br />
nascita Antenore Soldi, del portoghese<br />
Alfredo D’Andrade e<br />
dello spagnolo Serafin De Avendaño),<br />
tutti ospiti nel castello del<br />
banchiere Ogliani, cognato di Pittara.<br />
Tra il settimo e l’ottavo decennio<br />
del secolo XIX, di fronte<br />
a una realtà agreste «vera», non<br />
più manierata, che variamente influenzerà<br />
la declinazione del realismo<br />
di molti pittori, si rivoluzionerà<br />
anche in senso moderno, il<br />
gusto del pubblico.<br />
VENARIA REALE (TO)<br />
Reggia di Venaria<br />
(Piazza della Repubblica, 4)<br />
www.lavenaria.it<br />
Meraviglie degli Zar. I Romanov<br />
e il Palazzo Imperiale di<br />
Peterhof<br />
fino al 29 gennaio 2017<br />
La mostra ripercorre lo splendore<br />
di uno dei complessi di palazzi<br />
e fontane più sontuosi d’Europa:<br />
grandi proiezioni, immagini e un<br />
centinaio di opere tra dipinti, abiti,<br />
porcellane, arazzi ed oggetti<br />
preziosi provenienti dalle sale auliche<br />
di Peterhof, rievocano una<br />
delle più importanti e prestigiose<br />
residenze dei Romanov, oggi meta<br />
principale del turismo culturale<br />
in Russia.<br />
ALBA (CN)<br />
Fondazione Ferrero<br />
(via Vivaro 49)<br />
https://www.fondazioneferrero.it/i-progetti/<br />
Futur Balla<br />
dal 29 ottobre <strong>2016</strong><br />
al 27 febbraio 2017<br />
Il progetto, dedicato<br />
a Giacomo Balla, prevede<br />
un'esposizione<br />
articolata in sezioni<br />
tematiche: il realismo<br />
sociale e la tecnica divisionista;<br />
le compenetrazioni<br />
iridescenti<br />
e gli studi sulla percezione<br />
della luce; l'ana-<br />
Foto a sinistra:<br />
Giacomo Balla,<br />
Velocità astratta auto<br />
passata.<br />
Mostra alla Fondazione<br />
Ferrero, Alba.<br />
38 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
lisi del movimento e<br />
il futurismo.<br />
Nelle opere che<br />
seguono il primo<br />
apprendistato torinese,<br />
lo sguardo<br />
penetra la realtà<br />
dolorosa e crudele<br />
delle classi ai bordi<br />
della società. Un<br />
ampio numero di<br />
opere documenterà<br />
questa fase, tra fine<br />
ottocento e primi<br />
novecento, durante<br />
la quale, in parallelo<br />
a temi tra sofferenza<br />
e alienazione, l'artista<br />
svilupperà un'altissima<br />
sensibilità<br />
tecnica, le cui origini<br />
affondano nel divisionismo<br />
piemontese.<br />
La pennellata<br />
ricca di filamenti luminosi,<br />
il forte contrasto<br />
tra chiari e<br />
scuri, la scelta di tagli<br />
prospettici audaci ed<br />
estremi rappresenterà<br />
per i futuri aderenti<br />
al Manifesto del Futurismo un<br />
modello unico e straordinario da<br />
seguire.<br />
Foto in alto:<br />
Andy Warhol, Four Marylin<br />
Mostra a Palazzo Ducale, Genova.<br />
GENOVA<br />
Palazzo Ducale<br />
(piazza Matteotti 9)<br />
www.palazzoducale.genova.it<br />
Helmut Newton<br />
dal 14 settembre <strong>2016</strong> al 22<br />
gennaio 2017<br />
Per la prima volta a Genova, oltre<br />
200 immagini di Helmut Newton,<br />
uno dei fotografi più importanti<br />
e celebrati del Novecento, esposizione<br />
frutto di un progetto nato<br />
nel 2011 per volontà di June<br />
Newton, vedova del grande fotografo.<br />
La rassegna raccoglie le<br />
immagini di White Women, Sleepless<br />
Nights e Big Nudes, i primi<br />
tre libri di Newton pubblicati<br />
alla fine degli anni ‘70, volumi oggi<br />
considerati leggendari e gli unici<br />
curati dallo stesso Newton. Nel<br />
selezionare le fotografie, Newton<br />
mette in sequenza, l’uno ac-<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 39
canto all’altro, gli scatti compiuti<br />
per committenza con quelli realizzati<br />
liberamente per se stesso,<br />
costruendo una narrazione in cui<br />
la ricerca dello stile e la scoperta<br />
del gesto elegante sottendono<br />
l’esistenza di una realtà ulteriore,<br />
di una vicenda che sta allo spettatore<br />
interpretare.<br />
Andy Wharol. Pop Society<br />
dal 21 ottobre <strong>2016</strong> al 26 febbraio<br />
2017<br />
A trent’anni dalla scomparsa del<br />
grande artista americano, Palazzo<br />
Ducale dedica una grande<br />
retrospettiva ad Andy Warhol,<br />
170 opere tra tele, prints, disegni,<br />
polaroid, sculture, oggetti, provenienti<br />
da collezioni private, musei<br />
e fondazioni pubbliche e private<br />
italiane e straniere.<br />
Il percorso tematico si sviluppa<br />
intorno a sei linee conduttrici: il<br />
disegno, le icone, le polaroid, i<br />
ritratti, Andy Warhol e l’Italia, e<br />
infine il cinema, e copre l’intero<br />
arco dell’attività dell’artista più famoso<br />
e popolare del secolo scorso.<br />
Completa la mostra un video<br />
in cui il curatore, Luca Beatrice,<br />
racconta al pubblico la vita e le<br />
opere di Andy Warhol.<br />
Archivio di Stato<br />
Complesso Monumentale<br />
Sant'Ignazio<br />
(via S.Chiara 28R)<br />
http://www.asgenova.beniculturali.<br />
it/index.php?it/22/modulo-eventi/51/genova-tesori-darchivio<br />
Genova. Tesori d’archivio<br />
fino al 30 novembre <strong>2016</strong><br />
L’Archivio di Stato di Genova apre<br />
al pubblico, per la prima volta in<br />
un’unica esposizione, i suoi tesori<br />
più preziosi, immagine e simbolo<br />
della storia millenaria di una città<br />
che ha fatto del commercio<br />
e dell’incontro con altri popoli e<br />
diverse civiltà il fulcro stesso della<br />
sua esistenza.<br />
La nascita del governo comunale,<br />
concomitante con la prima<br />
crociata, l’espansione commerciale<br />
in Oltremare e nelle terre<br />
dell’Impero bizantino, i rapporti<br />
con le potenze del Mediterraneo<br />
e del mar Nero, i viaggi lungo la<br />
Via della Seta e la riapertura della<br />
rotta Atlantica sono illustrati da<br />
documenti originali unici al mondo,<br />
scritti in lingua latina, araba,<br />
greca, armena e turca. Le vicende<br />
istituzionali della città, dal patto<br />
della Compagna alla riforma di<br />
Andrea Doria, fanno da sfondo<br />
ai primati che Genova ha stabilito<br />
in ogni campo, dalla navigazione<br />
all’evoluzione del documento notarile,<br />
dalle assicurazioni alla nascita<br />
del Banco di San Giorgio.<br />
Un viaggio affascinante ed unico<br />
nel passato di una città straordinaria,<br />
che si rispecchia nei due manoscritti<br />
più antichi degli Annali di<br />
Caffaro, per la prima volta esposti<br />
insieme, e nella Cronaca di Iacopo<br />
da Varagine, e che trova nuova<br />
gloria nell’impresa di Cristoforo<br />
Colombo ed autentica bellezza nei<br />
manoscritti delle famiglie nobili, nei<br />
bozzetti di affreschi e sculture, nelle<br />
carte geografiche che disegnano i<br />
Foto a sinistra:<br />
Gli Annali di Caffaro.<br />
Mostra all'Archivio di Stato, - Complesso<br />
Monumentale Sant'Ignazio,<br />
Genova<br />
40 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
La mostra è realizzata in collaborazione<br />
con Magnum Photos<br />
Paris, dedicata all’immensa opera<br />
fotografica di Elliott Erwitt, uno<br />
dei più importanti fotografi del<br />
nostro tempo, nato a Parigi nel<br />
1928, cresciuto in Italia e vissuto<br />
negli Stati Uniti. Le immagini sono<br />
state selezionate fra le più significative<br />
e iconiche della sua immensa<br />
produzione e coprono un<br />
arco temporale che va dal 1948<br />
al 2005.<br />
luoghi più belli della Liguria<br />
BARD (AO)<br />
Forte di Bard<br />
www.fortedibard.it<br />
Elliot Erwitt. Retrospective<br />
dall’11 giugno al 13 novembre<br />
<strong>2016</strong><br />
Marc Chagall. La vie<br />
dal 25 giugno al 13 novembre<br />
<strong>2016</strong><br />
La proposta culturale estiva del<br />
Forte culminerà con la mostra<br />
dedicata alla vocazione poetica<br />
del grande artista russo. Il percorso<br />
espositivo prende il nome<br />
e ruota intorno all’opera La vie,<br />
eccezionalmente concessa in pre-<br />
Foto a sinistra:<br />
Elliott Erwitt,<br />
USSR. Moscow. 1959.<br />
Nikita Kruschev and Richard Nixon.<br />
© Elliott Erwitt / Magnum Photos<br />
Mostra al Forte di Bard.<br />
Foto sotto:<br />
Ippolito Caffi, Egitto: carovana nel deserto.<br />
Mostra al Museo Correr, Venezia.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 41
universo riconciliato<br />
grazie alla vita, all’amore<br />
e all’arte.<br />
VENEZIA<br />
Foto sopra:<br />
Coco Chanel a Fauborg St Honoré, Parigi<br />
Mostra a Ca' Pesaro, Venezia.<br />
stito dalla Fondation Marguerite<br />
et Aimé Maeght di Saint-Paul-de-<br />
Vence, che ha partecipato all’organizzazione<br />
della mostra insieme<br />
al Museo Picasso di Münster e il<br />
Comitato Chagall di Parigi. Questo<br />
imponente olio su tela, realizzato<br />
nel 1964, riunisce in sé la<br />
maggior parte dei temi che caratterizzano<br />
la produzione artistica<br />
di Chagall. La mostra propone<br />
ai visitatori una scelta di dipinti,<br />
acquerelli, gouaches, litografie,<br />
ceramiche, tappezzerie, oltre a<br />
un approccio sensoriale legato<br />
al piacere delle forme, dei colori<br />
e della poesia, con l’obiettivo di<br />
avvicinare il pubblico alla visione<br />
artistica di Chagall, quella di un<br />
Museo Correr<br />
(San Marco 52)<br />
www.correr.visitmuve.it<br />
Ippolito Caffi 1809-<br />
1866. Tra Venezia e<br />
l’Oriente<br />
fino all’8 gennaio<br />
2017<br />
A 150 anni dalla morte<br />
del grande artista<br />
bellunese, la Fondazione<br />
Musei Civici<br />
di Venezia espone<br />
per la prima volta<br />
l’intero corpus di dipinti<br />
di Ippolito Caffi,<br />
il più innovativo e<br />
originale vedutista<br />
dell’Ottocento italiano.<br />
Al Museo Correr<br />
è possibile visitare la<br />
più completa raccolta<br />
del percorso artistico<br />
di un pittore del XIX<br />
secolo, che fu viaggiatore instancabile<br />
per inquietudine personale<br />
e desiderio di conoscenza.<br />
Ca' Pesaro - Galleria<br />
Internazionale di Arte<br />
Moderna<br />
(Santa Croce 2076)<br />
http://capesaro.visitmuve.it/it/mostre/mostre-in-corso/mostra-culture-chanel/<strong>2016</strong>/07/17887/culturechanel-la-donna-che-legge<br />
CULTURE CHANEL, La don-<br />
42 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
na che legge<br />
fino all'8 gennaio 2017<br />
Episodio di CULTURE CHANEL,<br />
evoca l’universo creativo di Gabrielle<br />
Chanel nell’ottica inedita<br />
del suo rapporto con il libro e la<br />
lettura. Dai classici greci ai poeti<br />
moderni, la fornitissima biblioteca<br />
di Gabrielle Chanel svela opere<br />
che hanno segnato la vita e modellato<br />
la personalità di quella che<br />
fu una grande lettrice. Nel suo<br />
appartamento al 31 di rue Cambon,<br />
di fronte agli scaffali di libri<br />
si trovano le iscrizioni dei pannelli<br />
di lacca di Coromandel, presenza<br />
rassicurante degli scritti che la accompagnano<br />
e le rivelano ciò che<br />
può significare la costruzione della<br />
propria opera.<br />
BASSANO DEL GRAPPA (VI)<br />
Museo Civico<br />
(piazza Garibaldi, 34)<br />
www.comune.bassano.vi.it<br />
Il magnifico guerriero<br />
fino al 19 gennaio 2017<br />
Di ritratti di Jacopo Bassano se<br />
ne conoscono pochi, tutti molto<br />
belli. “Il Magnifico Guerriero”, o più<br />
esattamente “Il ritratto di uomo in<br />
armi” rappresenta un affascinate<br />
nobiluomo dalla fulva, curatissima<br />
barba. Non un giovane ma<br />
un uomo maturo, certo aduso al<br />
comando ma soprattutto ad una<br />
vita raffinata lontano dai campi<br />
di battaglia. Indossa una preziosa<br />
corazza alla moda dell’epoca,<br />
che lo costringe, ma che non riesce<br />
ad ingabbiare la sua grazia e<br />
la sua flessibilità. Le lunghe dita,<br />
curate e perfette, non sembrano<br />
le più adatte a menar fendenti,<br />
così come il suo spadino di ferro<br />
e oro sembra più da parata che<br />
da battaglia.<br />
TREVISO<br />
Museo di Santa Caterina<br />
(piazzetta Mario Botter 1)<br />
http://www.lineadombra.it/ita/index.php<br />
Storie dell’Impressionismo. I grandi<br />
protagonisti da Monet a Renoir,<br />
da Van Gogh a Gauguin<br />
dal 29 ottobre <strong>2016</strong> al 17 aprile 2017<br />
Per dare l’idea dei vent’anni di<br />
attività di Linea d’ombra ecco una<br />
mostra storica che racchiude i<br />
motivi più distintivi della ricerca<br />
di Linea d’ombra quale strumento<br />
organizzativo.<br />
Nella foto sotto:<br />
Pierre-Auguste Renoir,<br />
Mademoiselle Irène Cahen d`Anvers<br />
(La piccola Irene), 1880<br />
Mostra al Museo di Santa Caterina, Treviso.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 43
Una vasta esposizione dedicata<br />
alle Storie dell’impressionismo,<br />
raccontata in 140 opere (soprattutto<br />
dipinti, ma talvolta anche<br />
fotografie e incisioni a colori su<br />
legno) e sei capitoli, con un forte<br />
intento di natura didattica. Per<br />
dire in ogni caso non solo di quel<br />
mezzo secolo che va dalla metà<br />
dell’Ottocento fino ai primissimi<br />
anni del Novecento, ma anche di<br />
quanto la pittura in Francia aveva<br />
prodotto, con l’avvento di Ingres<br />
a inizio Ottocento, nell’ambito di<br />
un classicismo che sfocerà, certamente<br />
con minore tensione creativa,<br />
nelle prove, per lo più accademiche,<br />
degli artisti del Salon.<br />
Ma anche, con Delacroix, entro i<br />
termini di un così definito romanticismo<br />
che interesserà molti tra<br />
i pittori delle nuove generazioni,<br />
fino a Van Gogh.<br />
Tiziano Rubens Rembrandt. L’immagine<br />
femminile tra Cinquecento<br />
e Seicento. Tre capolavori dalla<br />
Scottish National Gallery di Edimburgo<br />
Tre capolavori esposti per i<br />
vent’anni di attività di Linea d’Ombra<br />
appositamente selezionati.<br />
Da Guttuso a Vedova a Schifano<br />
Quello che si propone l’esposizione<br />
in oggetto, è di individuare<br />
un percorso − attraverso la selezione<br />
di una cinquantina di autori<br />
importanti − della pittura italiana<br />
dagli anni che seguono la chiusura<br />
della Seconda guerra mondiale<br />
per giungere alla conclusione del<br />
Novecento. Scegliendo artisti nati<br />
tra la fine del primo decennio<br />
del XX secolo e la fine degli anni<br />
trenta. Quanto a dire due generazioni<br />
di pittori, che vanno da<br />
Afro e Guttuso fino a Novelli e<br />
Schifano.<br />
Palazzo Giacomelli<br />
(piazza Garibaldi 13)<br />
De Pictura. Dodici pittori in Italia<br />
dal 29 ottobre <strong>2016</strong> al 17 aprile<br />
2017<br />
De Pictura riunisce dodici artisti,<br />
evidenziando la loro produzione<br />
Nella foto:<br />
Ruggero Savinio, Figura marina.<br />
Mostra a Palazzo Giacomelli, Treviso.<br />
44 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
dal 1995 fino ai giorni più recenti.<br />
Pier Luigi Lavagnino, Gianfranco<br />
Ferroni e proprio Piero Ruggeri<br />
e Alberto Gianquinto, che non<br />
ci sono più, saranno comunque<br />
presenti con opere dalla metà<br />
degli anni novanta fino ai primi<br />
anni Duemila. Ciascuno dei dodici<br />
artisti viene documentato da<br />
un nucleo di quattro opere, attentamente<br />
selezionate.<br />
TRENTO<br />
MUSE - Museo delle Scienze<br />
(corso del Lavoro e della Scienza 3)<br />
www.mart.trento.it<br />
Estinzioni. Storie di catastrofi<br />
e altre opportunità<br />
fino al 26 giugno 2017<br />
Il MUSE dà il via a un ambizioso<br />
progetto che mette in dialogo le<br />
ricerche e le riflessioni sulla sesta<br />
estinzione di massa - ovvero la<br />
crisi ecologica che stiamo vivendo<br />
- con le dinamiche che hanno<br />
caratterizzato le cinque grandi<br />
estinzioni paleontologiche avvenute<br />
negli ultimi 500 milioni di<br />
anni.<br />
Il progetto nasce da un importante<br />
lavoro di ricerca e selezione<br />
dei più significativi reperti originali<br />
di vertebrati estinti in tempi<br />
storici, preservati presso i musei<br />
italiani: dallo scheletro di un grande<br />
dinosauro sauropode (l’unico di<br />
questo tipo esposto in un museo<br />
italiano) che accoglierà il pubblico<br />
all’ingresso della mostra, al cele-<br />
bre cranio di Homo neanderthalensis<br />
“Guattari I”, il più completo<br />
preservato nel nostro paese. Il<br />
repertorio di reperti esposti -<br />
tutti originali - con le storie che<br />
si celano dietro ognuno di essi,<br />
permetterà di conoscere il destino<br />
delle specie più carismatiche<br />
ormai scomparse e di addentrarsi<br />
fra le pieghe di vicende meno note,<br />
ma altrettanto illuminanti.<br />
Foto sotto:<br />
Sebastião Salgado,<br />
Donne Zo'e nello Stato del Pará, Brasile.<br />
Mostra alla Chiesa di San Giacomo in<br />
San Domenico, Forlì<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 45
ROVERETO (TN)<br />
MART (Corso Bettini 43)<br />
www.mart.trento.it<br />
Umberto Boccioni (1882-1916).<br />
Genio e memoria<br />
dal 4 novembre <strong>2016</strong> al 19 febbraio<br />
2017<br />
Un progetto concepito dai curatori<br />
con un originale taglio critico<br />
che offre un percorso selettivo<br />
sulle fonti visive che hanno contribuito<br />
alla formazione e all’evoluzione<br />
dello stile dell’artista.<br />
Dopo Milano, l’attività di Umberto<br />
Boccioni viene esplorata a Rovereto<br />
attraverso accostamenti con le<br />
opere dei suoi coevi, molte delle<br />
quali appartenenti alle Collezioni<br />
del Mart, e con preziosi materiali<br />
d’archivio. La mostra su Boccioni<br />
dialoga con l’attività espositiva,<br />
sviluppata nel museo e negli spazi<br />
della Casa d’Arte Futurista Depero,<br />
e si riverbera nella ricerca internazionale<br />
dell’Archivio del ’900,<br />
presso cui ha sede il CISF, Centro<br />
Internazionale Studi sul Futurismo.<br />
FORLÌ<br />
Chiesa di San Giacomo in<br />
San Domenico<br />
(piazza Guido da Montefeltro 12)<br />
http://www.fondazionecariforli.it/it/<br />
mostre_musei_san_domenico1/<br />
Genesi – Sebastião Salgado<br />
dal 28 ottobre <strong>2016</strong> al 29 gennaio<br />
2017<br />
Potente nella sua essenziale purezza,<br />
il messaggio di "Genesi" è incredibilmente<br />
attuale, perché pone al<br />
centro il tema della preservazione<br />
del nostro pianeta, tema portante<br />
anche della Settimana del Buon Vivere,<br />
nel cui ambito ha preso il via<br />
il ciclo delle grandi mostre fotografiche<br />
forlivesi inaugurato lo scorso<br />
anno da Steve McCurry.<br />
"Genesi" di Sebastião Salgado è<br />
un progetto iniziato nel 2003 e<br />
durato 10 anni, un canto d’amore<br />
per la terra e un monito per<br />
gli uomini. Con 245 eccezionali<br />
immagini che compongono un itinerario<br />
fotografico in un bianco e<br />
nero di grande incanto, la mostra<br />
racconta la rara bellezza del patrimonio<br />
unico e prezioso, di cui<br />
disponiamo: il nostro pianeta.<br />
Le fotografie di Salgado sono<br />
state realizzate con lo scopo di<br />
immortalare un mondo in cui natura<br />
ed esseri viventi vivono ancora<br />
in equilibrio con l’ambiente.<br />
Ideata da Amazonas Images, promossa<br />
dalla Fondazione Cassa dei<br />
Risparmi di Forlì in collaborazione<br />
con il Comune di Forlì, la mostra<br />
è organizzata da Civita Mostre in<br />
collaborazione con Contrasto.<br />
Foto sopra:<br />
Antoine Jean-Baptiste Thomas,<br />
Benedizione del “Bambino” dell'Aracoeli,<br />
Mostra al Museo di Roma, Roma<br />
46 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
Ai Weiwei. Le opere esposte spazieranno<br />
così dal periodo newyorkese<br />
tra gli anni ottanta e novanta<br />
in cui scopre l’arte dei suoi<br />
“maestri” Andy Warhol e Marcel<br />
Duchamp alle grandi opere iconiche<br />
degli anni duemila, fatte di<br />
assemblaggi di materiali e oggetti<br />
come biciclette e sgabelli, fino alle<br />
opere politiche e controverse<br />
che hanno segnato gli ultimi tempi<br />
della sua produzione artistica,<br />
come i ritratti di dissidenti politici<br />
in LEGO o i recenti progetti sulle<br />
migrazioni nel Mediterraneo.<br />
PERUGIA<br />
FIRENZE<br />
Palazzo Strozzi<br />
(piazza degli Strozzi)<br />
www.palazzostrozzi.org<br />
Ai Weiwei. Libero<br />
dal 23 settembre <strong>2016</strong> al 22<br />
gennaio 2017<br />
Artista dissidente e personalità<br />
provocatoria, protagonista di<br />
mostre presso i maggiori musei<br />
del mondo, Ai Weiwei invaderà<br />
Palazzo Strozzi con opere storiche<br />
e nuove produzioni che<br />
coinvolgeranno tutto lo spazio: la<br />
facciata, il cortile, il piano nobile e<br />
la Strozzina. Per la prima volta Palazzo<br />
Strozzi sarà utilizzato come<br />
uno spazio espositivo unitario,<br />
creando un’esperienza totalmente<br />
inedita per i propri visitatori<br />
ed esaltando una delle peculiarità<br />
dell’arte di Ai Weiwei, il rapporto<br />
tra tradizione e modernità, in<br />
un luogo simbolo della storia di<br />
Firenze.<br />
La mostra proporrà un percorso<br />
tra installazioni monumentali,<br />
sculture e oggetti simbolo della<br />
sua carriera, video e serie fotografiche<br />
dal forte impatto politico<br />
e simbolico, permettendo una totale<br />
immersione nel mondo artistico<br />
e nella biografia personale di<br />
Palazzo Lippi Assandri<br />
(corso Vannucci, 39)<br />
www.fondazionecariperugiaarte.it/<br />
I Tesori della Fondazione Cassa<br />
di Risparmio di Perugia e il<br />
caravaggismo nelle collezioni<br />
di Perugia<br />
fino al 20 novembre <strong>2016</strong><br />
Si tratta di oltre 50 dipinti di grande<br />
rilievo, rappresentativi non solo<br />
delle esperienze artistiche che<br />
si affermano in Umbria nell’arco<br />
di quattro secoli, dal Trecento<br />
al Settecento, ma anche di altri<br />
aspetti della cultura figurativa italiana<br />
dal Rinascimento al Barocco.<br />
ROMA<br />
Museo di Roma<br />
(piazza Pantaleo 10 – piazza Navona<br />
2)<br />
http://www.museodiroma.it/<br />
Antoine Jean-Baptiste Thomas<br />
e il popolo di Roma (1817-1818)<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 47
fino al 4 dicembre <strong>2016</strong><br />
Come doveva apparire agli occhi<br />
di un francese la Roma di inizio<br />
Ottocento? Caotica e rumorosa,<br />
certo, ma anche piena di colori e<br />
di suoni, di odori perfino, e costellata<br />
di volti caratteristici e anonimi<br />
al tempo stesso, inconfondibili.<br />
Sono i mestieri del popolo ad<br />
animare le vie e le piazze, assieme<br />
ai rituali condivisi dalla gente come<br />
dai nobili e dal clero, e snocciolati<br />
come i grani di un rosario lungo<br />
tutto l’anno, giorno dopo giorno,<br />
a cadenzare il tempo e le stagioni.<br />
Questo caleidoscopio di scene<br />
quotidiane colpì a tal punto il pittore<br />
Antoine Jean-Baptiste Thomas<br />
da spingerlo a realizzare una<br />
serie di schizzi dal vero, durante il<br />
suo soggiorno romano tra il 1816<br />
e il 1818 in qualità di vincitore del<br />
Prix de Rome dell’Accademia di<br />
Francia. Solo dopo il suo rientro in<br />
Francia questi fogli vennero selezionati<br />
dall’autore e organizzati in<br />
12 sezioni corrispondenti ai mesi<br />
dell’anno, con un testo esplicativo<br />
di accompagno alle immagini. Fu<br />
poi François Le Villain a trarne le<br />
litografie che confluirono nel volume<br />
Un an à Rome et dans ses environs,<br />
edito da Firmin Didot prima<br />
nel 1823 e poi nel 1830.<br />
Complesso del Vittoriano<br />
(via di San Pietro in Carcere)<br />
www.ilvittoriano.com<br />
Antonio Ligabue<br />
dall'11 Novembre <strong>2016</strong> all'8 Gennaio<br />
2017<br />
Un excursus storico e critico attraverso<br />
circa 100 lavori del genio<br />
artistico dalla vita segnata da<br />
disgrazie, solitudine, sradicamenti,<br />
fame e miseria. Tra gli olii esposti<br />
Carrozza con cavalli e paesaggio<br />
svizzero (1956-1957), Tavolo con vaso<br />
di fiori (1956) e Gorilla con donna<br />
(1957-1958), accanto a sculture<br />
in bronzo come Leonessa (1952-<br />
1962) e Lupo siberiano (1936).<br />
In mostra anche una sezione<br />
dedicata alla produzione grafica<br />
con disegni e incisioni quali Mammuth<br />
(1952-1962), Sulki (1952-<br />
1962), Autoritratto con berretto da<br />
48 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
stimate realtà espositive internazionali.<br />
Per la prima volta saranno<br />
riuniti alcuni tra i più importanti<br />
artisti dell’arte contemporanea,<br />
come Yayoi Kusama, Tom Wesselmann,<br />
Andy Warhol, Robert<br />
Indiana, Gilbert & George, Francesco<br />
Vezzoli, Tracey Emin, Marc<br />
Quinn, Francesco Clemente, Joana<br />
Vasconcelos, con delle opere dai<br />
linguaggi fortemente esperienziali<br />
("All the Eternal Love I Have for the<br />
Pumpkins della Kusama tra le più<br />
instagrammate al mondo"), adatte a<br />
coinvolgere il pubblico attraverso<br />
molteplici sollecitazioni.<br />
fantino (1962) e una sezione sulla<br />
sua incredibile vicenda umana.<br />
Chiostro del Bramante<br />
(via Arco della Pace 5)<br />
http://chiostrodelbramante.it<br />
LOVE. L’arte contemporanea incontra<br />
l’amore<br />
fino al 19 febbraio 2017<br />
Una novità assoluta e imperdibile<br />
nel panorama delle proposte culturali<br />
capitoline degli ultimi anni<br />
che si candida a riportare la città<br />
di Roma agli stessi livelli delle più<br />
Galleria Nazionale d’Arte<br />
Moderna e Contemporanea<br />
(viale delle Belle Arti 131)<br />
http://lagallerianazionale.com/<br />
The Lasting. L’intervallo e la durata<br />
fino al 29 gennaio 2017<br />
L’esposizione, dedicata all’importanza<br />
che assume la dimensione<br />
temporale sia nella pratica che<br />
nella poetica artistica, presenta<br />
oltre 30 lavori di 15 artisti italiani<br />
e internazionali di diverse generazioni.<br />
I lavori, tutti di grande<br />
formato, dalla pittura alla scultura,<br />
dal video alla fotografia all’installazione,<br />
occupano un solo ampio<br />
spazio sfruttandone anche la verticalità,<br />
per costruire un unicum<br />
Nella foto:<br />
Antonio Ligabue, Autoritratto.<br />
Mostra al Complesso del Vittoriano, Roma<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 49
con l’ambiente circostante.<br />
Tradizionalmente pensati come<br />
contraddittori e opposti, i concetti<br />
di durata e intervallo, sono al<br />
centro dell’esposizione, in maniera<br />
sempre diversa, come due facce<br />
della stessa medaglia: due momenti<br />
simultanei e indissociabili di un unico<br />
processo di trasformazione.<br />
Museo Nazionale del<br />
Palazzo di Venezia<br />
(via del Plebiscito 118)<br />
Capolavori dell’antica porcellana<br />
cinese<br />
fino al 16 febbraio 2017<br />
È l’occasione per ammirare da vicino<br />
74 preziose ceramiche dell’antica<br />
tradizione cinese, di diversa<br />
datazione storica: dalla grande<br />
varietà delle ceramiche Song e<br />
Yuan, in cui la produzione della<br />
ceramica conobbe grande prosperità<br />
(960-1368), alle ceramiche<br />
Ming delle fornaci di Jingdezhen<br />
(1368-1644), che produssero in<br />
particolare per la corte imperiale,<br />
fino alle più recenti prodotte durante<br />
la dinastia Qing (1644-1911),<br />
momento in cui la produzione imperiale<br />
raggiunse il suo picco più<br />
alto e la piena maturità.<br />
CAPACCIO (SA)<br />
Parco Archeologico di Paestum<br />
- Museo<br />
(via Magna Grecia 919)<br />
http://www.museopaestum.beniculturali.it/<br />
Possessione - Trafugamenti e<br />
falsi d’antichità a Paestum<br />
www.mostramitonatura.it/<br />
fino al 31 dicembre <strong>2016</strong><br />
Gli scavi clandestini comportano<br />
la perdita non solo degli oggetti<br />
stessi ma anche del loro contesto<br />
stratigrafico, e quindi di tutta una<br />
serie di informazioni che sono<br />
fondamentali per la conoscenza<br />
del mondo antico – evidenzia il<br />
curatore della mostra e direttore<br />
del Parco, Gabriel Zuchtriegel<br />
- La questione del possesso incide<br />
sull’essenza dell’opera d’arte:<br />
possesso e possessione sono<br />
pertanto questioni di estetica,<br />
50 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
ANTEPRIME…<br />
ALL’ORIZZONTE<br />
MILANO<br />
Gallerie d'Italia<br />
Bellotto e Canaletto. Lo stupore<br />
della luce<br />
dal 25 novembre <strong>2016</strong> al 3 marzo<br />
2017<br />
ROMA<br />
Palazzo Braschi<br />
Artemisia Gentileschi<br />
dal 30 novembre <strong>2016</strong> all’8 maggio<br />
2017<br />
FORLÌ<br />
Musei San Domenico<br />
Art Déco. Gli anni ruggenti in<br />
Italia<br />
dal 10 febbraio al 18 giugno 2017<br />
VICENZA<br />
Palladio Museum<br />
Palladio. Il mistero del volto<br />
dal 3 dicembre <strong>2016</strong> al 4 giugno<br />
2017<br />
intesa come disciplina filosofica,<br />
oltre che di legislazione e tutela.<br />
Inseriti in collezioni private<br />
dove spesso sono affiancati a falsi<br />
di vario genere, gli oggetti antichi<br />
perdono la loro attinenza con la<br />
storia collettiva, per essere ridotti<br />
allo stato di una merce o di un<br />
semplice godimento estetico. Sono<br />
sempre gli stessi oggetti, ma il<br />
cambiamento del contesto in cui<br />
sono inseriti comporta un mutamento<br />
intrinseco del loro valore<br />
artistico e culturale.<br />
Nella foto:<br />
Tom Wesselmann, Lulù.<br />
Mostra al Chiostro del Bramante, Roma<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 51
Studio Vangi<br />
commercialisti in Modugno<br />
via S. Teresa, 14 - 70026 Modugno (BA)<br />
www.studiovangi.it<br />
52 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
OLIVE ALL'ASCOLANA<br />
AL CONTRARIO<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 53
OLIVE<br />
ALL'ASCOLANA<br />
AL CONTRARIO<br />
di Ornella Mirelli<br />
N<br />
el suo libro<br />
“Il riposo della<br />
polpetta”<br />
Massimo<br />
Montinari, medievalista<br />
e esperto di alimentazione<br />
di livello mondiale,<br />
scrive: “Un filosofo tedesco<br />
dell’Ottocento, Ludwig<br />
Feuerbach, scrisse una<br />
frase destinata a grande<br />
fortuna, che sentiamo spesso ripetere:<br />
”L’uomo è ciò che mangia”...<br />
Vuol dire che il cibo, a cui è legata<br />
l’identità dell’uomo, non è semplicemente<br />
un oggetto nutritivo, bensì<br />
una realtà ricca di valori, di simboli<br />
di significati, elaborati dagli uomini<br />
e dalle donne che quel cibo hanno<br />
prodotto e preparato. Una realtà -<br />
in una parola - culturale.”<br />
La massima espressione di questo<br />
concetto è rappresentata dall’oliva<br />
e, naturalmente, dall’olio che ne<br />
deriva. L’olivo ha segnato l’esistenza<br />
dell’uomo dalla Bibbia ai giorni<br />
nostri, sottolineandone i passi non<br />
solo in cucina ma attraverso il mito,<br />
la religione e la vita sociale: è un<br />
ramo d’ulivo che la colomba riporta<br />
a Noè dopo il diluvio, è in un<br />
enorme tronco d’ulivo che Ulisse<br />
aveva intagliato il suo letto nuziale,<br />
con l’olio d’oliva venivano unti i re<br />
biblici e lo stesso nome di Cristo<br />
54 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
significa “unto”.<br />
Fin dall’epoca imperiale a Roma le<br />
olive si servivano in tutte le cene,<br />
anche nelle più importanti; per<br />
averle a disposizione in ogni periodo<br />
dell’anno venivano conservate<br />
in salamoia fino al momento<br />
di consumarle. Oltre ad essere<br />
gustose, le olive rappresentavano<br />
un cibo nutriente: comparivano<br />
nella dieta dei legionari, che erano<br />
soliti portarle con sé anche<br />
nei lunghi viaggi, mentre le più<br />
pregiate venivano scolate, snocciolate<br />
e tritate insieme ad aromi<br />
vari, ottenendo ottime conserve<br />
che costituivano un saporito<br />
companatico.<br />
Nel medio evo i monaci Olivetani<br />
del Piceno sarebbero stati i<br />
primi ad operare la concia delle<br />
olive, conservando in salamoia le<br />
grosse olive della zona; intorno<br />
agli inizi dell’Ottocento pare poi<br />
Continua la collaborazione<br />
con <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> di<br />
Ammodomio, uno fra i più seguiti<br />
blog di cucina del web.<br />
Ammodomio è all’indirizzo<br />
www.ammodomio.blogspot.it<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 55
che i cuochi delle famiglie nobili<br />
ascolane abbiano inventato le<br />
olive farcite e poi fritte, chiamate<br />
appunto Olive all’ascolana, per<br />
consumare i tagli di carne avanzati<br />
che, non potendosi conservare<br />
a lungo, sarebbero andati a male.<br />
Scrive ancora Massimo Montinari:<br />
“Ludwig Feuerbach ci insegna che<br />
non esistono simboli senza materia,<br />
ma neppure materia senza simboli.<br />
Per questo, quando parliamo di cibo<br />
e cultura, non parliamo di due realtà<br />
diverse, separate o magari contrapposte,<br />
ma di una realtà unica: il<br />
cibo è cultura.”<br />
La ricetta di oggi riguarda le Olive<br />
all’ascolana ma al contrario, e<br />
cioè con l’oliva all’interno del macinato,<br />
gustose ma più semplici da<br />
preparare.<br />
Olive all'ascolana<br />
al contrario<br />
Ingredienti:<br />
250 gr di carne tritata mista (vitello,<br />
maiale, tacchino)<br />
100 gr circa di olive verdi denocciolate<br />
(circa 30)<br />
1 uovo<br />
25 gr di mollica di pane raffermo<br />
30 gr di mortadella tritata grossolanamente<br />
5 cucchiai di parmigiano (circa)<br />
una confezione di fette biscottate<br />
multicereali<br />
sale q.b.<br />
olio extra vergine (per friggere)<br />
Togliete le olive dal loro liquido<br />
di governo e lasciatele asciugare<br />
su carta da cucina. Tritate le fette<br />
biscottate con l’aiuto di un cutter<br />
elettrico, passate la granella ottenuta<br />
attraverso un colino a maglie<br />
strette e mettetela in una ciotola,<br />
tenendo da parte le briciole più<br />
grosse che vi serviranno per l’impasto.<br />
Passate al mixer anche la<br />
mortadella. Ammollate la mollica<br />
di pane in un po' d'acqua o latte,<br />
strizzatela benissimo e mescolatela<br />
alla carne, alla mortadella,<br />
all’uovo, al parmigiano ed ad un<br />
paio di cucchiai di fette tritate<br />
grossolanamente.<br />
Procedete ad impastare con le<br />
mani fino ad ottenere un composto<br />
liscio e sodo quanto basta. A<br />
questo punto formate delle polpette<br />
grandi quanto una noce.<br />
In ogni polpetta inserite un'oliva<br />
e compattate bene il tutto tra le<br />
mani. Date alle polpette la forma<br />
ovoidale delle olive e passatele<br />
56 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
nel pangrattato finissimo ricavato<br />
dalle fette multicereali. Friggete le<br />
polpette in olio caldo, dapprima<br />
ad una temperatura media, per<br />
dare modo all'impasto di cuocere<br />
in maniera omogenea, successivamente<br />
a temperatura più alta, per<br />
far prendere colore alle polpette.<br />
Sgocciolatele su carta per fritti e<br />
servite calde. Sono buonissime<br />
anche a temperatura ambiente.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 57
Le riflessioni di Fabrizio Capra<br />
BENESSERE AL NATURALE<br />
I VANTAGGI DI MANGIAR PICCANTE<br />
Stando a una ricerca condotta da esperti della Oxford<br />
University, della Harvard School of Public Health e della<br />
Chinese Academy of Medical Sciences sembrerebbe<br />
proprio che mangiare piccante aiuti a vivere più a lungo<br />
e in salute. L’uso del peperoncino ridurrebbe infatti<br />
il rischio di patologie cardiovascolari, tumorali e respiratorie<br />
grazie alla presenza della Capsaicina.<br />
Sarebbero più longeve quelle persone che consumano<br />
quotidianamente o al massimo ogni due<br />
giorni cibi piccanti e ciò perché la Capsaicina ha<br />
proprietà anti-tumorali, anti-obesità, anti-infiammatorie<br />
e anti-ossidanti. In sintesi:<br />
AZIONE ANTI-TUMORALE: la Capsaicina sembra<br />
facilitare la morte programmata delle cellule tumorali<br />
e inibire la vascolarizzazione della massa tumorale e la<br />
conseguente metastatizzazione.<br />
AZIONE ANTI-INFIAMMATORIA: la Capsaicina<br />
sembra efficace nell'artrite reumatoide, in patologie<br />
articolari, traumi, psoriasi e arteriosclerosi.<br />
AZIONE ANTI-DOLORIFICA: è noto da anni l’uso<br />
analgesico dovuto alla presenza di recettori specifici<br />
che, dopo una iniziale attivazione, tendono a inattivarsi,<br />
esplicando in questo modo le proprietà analgesiche.<br />
AZIONE ANTI-OBESITÀ: risulterebbe sia dall’attivazione<br />
di proteine responsabili della dissipazione<br />
di energia sotto forma di calore, sia dall'attivazione<br />
del sistema nervoso simpatico. L’attività induttrice nei<br />
confronti del metabolismo aumenterebbe la termogenesi<br />
e, quindi, il metabolismo basale.<br />
Controindicazioni: l’uso va evitato in caso di tosse cronica<br />
e di emorroidi, ma anche durante la gravidanza e<br />
il periodo di allattamento al seno.<br />
RIMEDI PER IL MAL DI TESTA<br />
In autunno il rischio di mal di testa cervicale è sempre<br />
in agguato, anche per i maggiori ritmi di lavoro, lo<br />
stress, l’assunzione di posture scorrette, con conseguenti<br />
sensazioni dolorose a carico della muscolatura<br />
del collo e delle spalle, le cattive abitudini alimentari.<br />
Per contrastare questo fenomeno è utile adottare<br />
una corretta postura e uno stile di vita sano, prevedendo<br />
attività all’aria aperta nelle pause lavorative,<br />
riducendo lo stress attraverso l’uso di rimedi naturali<br />
o la pratica dello Yoga ma anche ritagliandosi<br />
spazi, anche piccoli, per il relax.<br />
È necessario anche scegliere una corretta e sana<br />
alimentazione: frutta, verdura e liquidi saranno le<br />
colonne portanti dei pasti, che dovranno essere consumati<br />
a intervalli<br />
regolari. La colazione<br />
non andrà<br />
sottovalutata: ad<br />
essa è affidato il<br />
compito di avviare<br />
nel modo<br />
giusto la giornata<br />
dal punto di vista<br />
energetico.<br />
Determinante è<br />
poi il trattamento<br />
del mal di testa<br />
già dai primi sintomi, intervenendo prontamente<br />
per evitare l’intensificarsi del problema. Tra i rimedi<br />
naturali si consiglia l’infuso di salice (che esplica<br />
proprietà simili a quelle dell’aspirina), la camomilla o<br />
l’artiglio del diavolo.<br />
AFORISMA DEL MESE<br />
Nessun corpo vale più del tuo corpo. (Anonimo)<br />
via S. Maria della Stella, 45 - 70010 Adelfia tel: 0804593669 www.vicodeifiori.it<br />
58 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
Associazione Culturale “Bensalem”<br />
Castel del Monte<br />
Il Tempio della Rosa<br />
a cura di Attilio Castronuovo<br />
Castel del Monte è uno dei misteri più affascinanti che, dalle nebbie del passato, siano giunti fino a noi.<br />
Adagiato su un poggio che domina la pianura, enigmatico per tutto ciò che attiene ai suoi scopi e alla sua<br />
funzionalità, sembra sfidare il visitatore desideroso di comprenderne il segreto. Si potrebbero affastellare<br />
all’infinito ipotesi su ipotesi nella speranza di giungere a qualche certezza, ma il castello sembra sottrarsi a<br />
questa ricerca, mostrandosi sempre più sfuggente, evanescente, irraggiungibile.<br />
di Daniela Gagliano<br />
edizionigagliano@gmail.com<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 59
LO<br />
SAPEVATE<br />
CHE<br />
TARASSACO<br />
(Taraxacum officinale)<br />
FAMIGLIA ASTERACEE<br />
NOME SCIENTIFICO:<br />
taraxacum<br />
COMUNE IN TUTTA EUROPA<br />
E IN ITALIA<br />
di Angelo Ferri<br />
Il tarassaco, anche detto dente<br />
1.<br />
di leone o cicoria selvatica, è una<br />
pianta erbacea spontanea della<br />
famiglia delle Composite. Cresce<br />
in tutta Italia e può essere raccolta<br />
con una certa facilità nei terreni incolti o lungo i<br />
margini di sentieri di campagna.<br />
Conosciuto volgarmente con il curioso nome di ‘piscialetto’,<br />
il tarassaco (Taraxacum officinale – fam.<br />
Asteracee) deve la sua fama alle note proprietà depurative<br />
e diuretiche della radice. In botanica, il tarassaco<br />
è classificato come pianta erbacea perenne<br />
di dimensioni e altezza modeste, caratterizzato per<br />
lo più dalla grossa radice a fittone che si sviluppa a<br />
profondità ridotte e dalla tipica infiorescenza giallodorata.<br />
Il tarassaco è diffuso lungo tutto lo stivale e<br />
ben si adatta a qualsiasi tipo di latitudine: è facile, infatti,<br />
ritrovarlo sia in pianura che in montagna, anche<br />
oltre i 2000 metri, e predilige i bordi dei sentieri, i<br />
prati e i terreni incolti.<br />
60 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
Nel Medioevo, il tarassaco veniva<br />
2.<br />
utilizzato come efficace rimedio<br />
contro i disturbi di fegato e reni,<br />
forse per via del suo colore ‘giallo’<br />
intenso che ricorda quello della bile.<br />
In effetti, col passare dei secoli, la scienza ne provò<br />
l’efficacia e tra il 1500-1600 diversi furono i naturalisti<br />
e farmacisti che riconobbero al tarassaco proprietà<br />
diuretiche e addirittura curative per le ferite.<br />
Per motivi analoghi la medicina cinese ne fa da sempre<br />
ampio uso.<br />
Il taraxacum officinalis viene utilizzato in tutte le sue<br />
parti, benché la parte più preziosa, quella che contiene<br />
in forma più concentrata le proprietà depurative,<br />
sia la radice.<br />
Le foglie di questo ingrediente<br />
3.<br />
della cucina naturale possono essere<br />
consumate in insalata ma è<br />
opportuno utilizzare quelle più<br />
giovani perché più tenere e meno<br />
amare, mentre quelle più vecchie, che sono quelle<br />
vicine alla base della pianta, si possono usare cotte,<br />
come si faceva un tempo, per minestre, minestroni<br />
e zuppe. Invece i fiori di tarassaco in alcune zone<br />
d’Italia vengono messi sott’aceto e consumati come<br />
i capperi.<br />
La parte del tarassaco più ricca di virtù terapeutiche,<br />
come anticipato, sono le radici. Essendo una pianta<br />
perenne, le radici possono allungarsi in modo evidente<br />
nel terreno e divenire sensibilmente robuste.<br />
Si utilizzano sia fresche che essicate<br />
per decotti e tisane, le cui<br />
4.<br />
proprietà sono depurative favoriscono<br />
l’eliminazione delle tossine<br />
dall’organismo, combattono<br />
la stitichezza ed il colesterolo. Hanno poi proprietà<br />
digestive e colagoghe perché aiutano l’eliminazione<br />
della bile ma anche dei calcoli renali, infine stimolano<br />
l’attività del fegato.<br />
I fiori si aprono all’alba e si chiudono al tramonto<br />
tanto che il dente di leone è anche chiamato “orologio<br />
del pastore”. Pur essendo molto comune e diffuso<br />
su prati e giardini fioriti, ha delle proprietà al di là<br />
del comune con effetti buonissimi su tutto il sistema<br />
linfatico e non solo.<br />
Fra le ricette più famose della tradizione sicuramente<br />
quella piemontese che si prepara di solito per<br />
Pasqua e Pasquetta ovvero l’insalata a base di tarassaco,<br />
filetti di acciughe e uova sode. Per i fiori di<br />
tarassaco invece fra le preparazioni più classiche –<br />
insieme alla conservazione in salamoia o sotto aceto.<br />
Miele di Tarassaco<br />
5.<br />
Ingredienti g. 300 di fiori di tarassaco<br />
due litri di acqua kg. 1,5 di<br />
zucchero la scorza affettata sottile<br />
di due limoni non trattati. Procedimento<br />
Togliere il gambo dai fiori, e metteterli in<br />
un tagame dove saranno già a bollore i due litri di<br />
acqua. Cuocere per un’oretta e colarte bene il succo.<br />
Mettere l’acqua così ottenuta in una casseruola<br />
insieme allo zucchero ed alla scorza di limone. Fare<br />
bollire fino a quando il composto non avrà raggiunto<br />
la densità del miele.<br />
Tarassaco sott’olio o sotto aceto<br />
Come preparare il tarassaco sott’olio, sotto aceto o<br />
sotto sale? A seguito del trattamento sotto sale, i boccioli<br />
di tarassaco possono essere conservati sott’olio<br />
o sotto sale. La procedura è molto semplice:<br />
Raccogliete i boccioli chiusi<br />
Lavate i boccioli maneggiandoli con attenzione<br />
Lasciate asciugare i boccioli ponendoli prima in una<br />
scolapasta e poi distesi su uno straccio da cucina<br />
asciutto.<br />
Riempite il fondo di un baratto con del sale, ponete<br />
i boccioli di tarassaco in nel medesimo barattolo e<br />
copriteli di sale. Fate riposare per 4 o 5 giorni.<br />
Trascorsi i giorni, rimuovete i boccioli di tarassaco<br />
dal sale, sciacquateli grossolanamente sotto acqua<br />
corrente e lasciate asciugare.<br />
Ponete i boccioli in un barattolo dalla chiusura ermetica<br />
e copritelo completamente con aceto o olio.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 61
62 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 63
L’ABBONAMENTO SOSTENITORE A<br />
ORIZZONTE MAGAZINE<br />
PERMETTE DI RICEVERE A CASA<br />
LA VERSIONE CARTACEA DELLA RIVISTA<br />
E DI PUBBLICIZZARE LA PROPRIA ATTIVITÀ<br />
PER TUTTO UN ANNO<br />
AD UN COSTO IRRISORIO.<br />
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direzione@orizzontemagazine.it<br />
www.orizzontemagazine.it<br />
tel: 080 9698663<br />
64 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
FASHION, BEAUTY, SHOOTING, PROJECTS & MORE<br />
Aspiranti Fotomodelle<br />
I GENERI ALTERNATIVI:<br />
CURVY... È BELLO!<br />
Conferito il Premio BasiLEO <strong>2016</strong><br />
ALLO STILISTA<br />
MICHELE MIGLIONICO<br />
Model: Giorgia Marino<br />
Foto: Federica Covella<br />
MUA & Hairy Style:<br />
Francesca Smeraldi<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 65
ASPIRANTI FOTOM<br />
I GENERI ALTERNATIVI: CURVY... È B<br />
di Fabrizio Capra<br />
66 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
ODELLE<br />
ELLO!<br />
L<br />
a rubrica dedicata alle “aspiranti fotomodelle”<br />
ha ospitato per molti<br />
numeri le problematiche collegate<br />
con questa professione; dal numero<br />
scorso abbiamo invece cominciato ad<br />
analizzare alcuni generi fotografici. Dopo<br />
il genere “alternativo” trattato sul numero<br />
di settembre, questa volta trattiamo il<br />
genere “curvy”.<br />
Sul web circola un concetto: “Le modelle<br />
curvy sono la risposta intelligente alle classiche<br />
top model quasi anoressiche che sfilano<br />
da sempre in passerella. Per anni è passato<br />
il messaggio che per essere belle bisogna<br />
essere magre, anzi magrissime”.<br />
Partendo da questa affermazione intendiamo<br />
rassicurare quelle ragazze che, pur<br />
avendo molti dei requisiti necessari ad<br />
una fotomodella, si sentono a torto penalizzate<br />
per via di “qualche curva di troppo”:<br />
esiste una buona richiesta di “Modelle<br />
Curvy”, sia come indossatrici sia per servizi<br />
fotografici, purché si rispettino certi<br />
canoni che il mondo della moda richiede<br />
e, a volte, impone.<br />
Importante è avere ben presente questo<br />
concetto: “Se qualcosa ti appassiona, non<br />
fermarti e continua per la tua strada lottando<br />
per il tuo sogno”.<br />
Ed entriamo in argomento.<br />
Quando si parla di modelle curvy non<br />
ci si riferisce a modelle di serie B ma a<br />
Nella foto:<br />
Iskra Lawrence<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 67
quelle modelle che rappresentano le “taglie<br />
forti”, cioè le taglie che vanno dalla 44 alla 48<br />
(alcuni marchi sono alla ricerca anche di modelle<br />
taglia 50 - 52, in particolare all’estero).<br />
Le misure corrette per una curvy dovrebbero<br />
essere: 100/110 di seno, 75/85 di vita<br />
e 100/110 di fianchi. Se poi l’obiettivo è<br />
quello di calcare le passerelle come indossatrice<br />
vi è anche il requisito<br />
dell’altezza<br />
che deve essere di<br />
almeno 173-175 cm.<br />
Chiaramente sia per<br />
sfilare sia per posare<br />
è necessario essere<br />
ben proporzionate<br />
ed eleganti, avere<br />
un bel portamento,<br />
saper camminare in<br />
modo leggero e disinvolto,<br />
muoversi<br />
con grazia ed essere<br />
fotogeniche.<br />
Essenziale è anche<br />
la cura del proprio<br />
corpo: è necessario<br />
tenersi in forma e<br />
avere sempre una<br />
pelle curatissima, anche<br />
attraverso una<br />
buona attività fisica e<br />
una vita sana; è necessario sentirsi bene nel<br />
proprio corpo, senza esagerare con diete a<br />
volte errate e dannose. Il proprio corpo va<br />
sempre rispettato, evitando gli eccessi, che<br />
sono sempre dannosi.<br />
Oltre alla bellezza la modella curvy deve avere<br />
personalità, un carattere forte, pazienza e<br />
autodisciplina; in sostanza deve essere capa-<br />
Nella foto:<br />
Iskra Lawrence<br />
68 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
ce di scoprire e trasmettere i valori positivi<br />
che sono tipici di una ragazza bella, sorridente<br />
e femminile.<br />
Proviamo quindi a sintetizzare alcuni consigli<br />
che riteniamo utili per affrontare nel modo<br />
migliore, da curvy, il mondo delle modelle, e<br />
che vertono in particolare sulla gestione della<br />
propria immagine. Le occasioni non si materia-<br />
lizzano da sole: è importante creare l’opportunità<br />
perché si possano realizzare, pertanto<br />
è necessario saper comunicare, promuovere<br />
nel modo migliore la propria immagine e valorizzare<br />
il proprio corpo. Affinché il sogno<br />
diventi realtà bisogna gestire la propria immagine<br />
in modo serio e professionale, in particolare<br />
sui social network e su internet in genere;<br />
sempre più spesso è<br />
attraverso questi canali<br />
che si viene notate,<br />
per cui è bene<br />
pubblicare foto che<br />
rispecchino la vostra<br />
volontà di intraprendere<br />
un percorso da<br />
modella. Bisogna però<br />
tener sempre distinte<br />
l’attività di modella<br />
dalla vita privata:<br />
mischiare questi due<br />
momenti può creare<br />
diverse difficoltà.<br />
Importante è trasmettere<br />
con positività<br />
la vostra voglia<br />
di posare o sfilare:<br />
tenere d’occhio le<br />
riviste di moda, sulle<br />
quali è possibile<br />
trovare interessanti<br />
spunti per migliorare<br />
il proprio modo di<br />
proporsi.<br />
Se si ritiene di avere le<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 69
caratteristiche di “modella curvy” consigliamo<br />
di rivolgersi ad agenzie specializzate (in Italia<br />
sono pochissime) e ai casting indetti da alcuni<br />
brand alla ricerca di modelle per taglie forti.<br />
Anche per la modella curvy è utile avere un<br />
proprio book o un buon portfolio fotografico<br />
da inviare per posta o via mail all’agenzia,<br />
insieme ai propri dati e ad una presentazione.<br />
Ci si può recare anche di persona ma<br />
questo normalmente serve solo per lasciare<br />
il proprio materiale.<br />
Sulla scelta delle agenzie vale il discorso fatto<br />
più volte su queste pagine in merito alla<br />
serietà o meno di alcune di loro, importante<br />
è evitare le false agenzie che chiedono solo<br />
soldi in cambio di nulla.<br />
Non dimenticare la potenza del web, dov’è<br />
possibile trovare annunci relativi a casting<br />
o richieste di modelle curvy. Importante è<br />
non abbattersi: ci sono persone che si stanno<br />
battendo affinché le “modelle<br />
curvy” possano avere un proprio<br />
spazio anche in Italia, dove per<br />
promuovere o far sfilare abiti per<br />
taglie forti vengono spesso preferite<br />
modelle dalla taglia “normale”.<br />
La modella curvy Iskra Lawrence<br />
nelle sue interviste auspica che<br />
presto il mondo della moda possa<br />
aprirsi al cambiamento, accettando<br />
ancora di più le modelle curvy, che<br />
sono molto più vicine alle donne<br />
“normali”. Invece Elisa D’Ospina,<br />
top model e impegnata da tempo<br />
nella sensibilizzazione verso i<br />
problemi dei disturbi alimentari, in<br />
primis anoressia e bulimia, nel suo<br />
libro “Una vita tutta curve” (Giunti<br />
editore) offre interessanti e utili<br />
spunti su come una donna può e<br />
deve accettare il proprio corpo.<br />
Concludo con un aforisma: Afrodite<br />
aveva le tette piccole, le cosce grosse<br />
e i fianchi larghi, eppure era la dea<br />
della bellezza. (Anonimo).<br />
70 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 71
A MICHELE MIGLIO<br />
IL PREMIO BASILEO<br />
72 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
NICO<br />
<strong>2016</strong><br />
Nel corso di una solenne<br />
cerimonia che si è svolta<br />
mercoledì 28 settembre<br />
presso la Sala del Consiglio<br />
Provinciale di Potenza, il Leo<br />
Club Potenza ha conferito al<br />
fashion designer Michele Miglionico<br />
il Premio BasiLeo <strong>2016</strong>, alla<br />
presenza dei rappresentanti dei<br />
Lions Clubs Potenza, dell’Amministrazione<br />
Comunale e Provinciale<br />
di Potenza e del Consiglio<br />
Regionale della Basilicata.<br />
Il prestigioso riconoscimento,<br />
giunto ormai alla sua quarta<br />
edizione, viene assegnato a chi,<br />
avendo raggiunto nella cultura<br />
e nell’arte livelli di eccellenza in<br />
ambito nazionale e internazionale,<br />
ha mantenuto vivo l’attaccamento<br />
alla sua terra d’origine.<br />
Dopo l'architetto Antonio Maroscia,<br />
lo chef Federico Valicenti<br />
e lo scrittore Gaetano Cappelli,<br />
quest’anno il premio, consistente<br />
in una scultura lignea del maestro<br />
Giuseppe Ligrani, è stato attribuito<br />
allo stilista Michele Miglionico,<br />
che nel 1989 inaugurò il suo pri-<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 73
mo atelier a Potenza. Proprio dal capoluogo<br />
lucano il couturier iniziò il suo percorso di<br />
successo che in pochi anni lo ha portato a diventare<br />
famoso protagonista dell'Alta Moda<br />
a Roma e nel mondo.<br />
Ricevendo il premio dalle mani della Presidente<br />
del Leo Club Potenza, Ivana Grillo, lo<br />
stilista ha raccontato alla platea quanto la<br />
lucanità dei suoi esordi abbia ispirato le sue<br />
creazioni, aprendogli le porte del successo<br />
e della popolarità. “Questo riconoscimento –<br />
ha detto – rappresenta per me una doppia<br />
soddisfazione, perché mi viene consegnato<br />
nella città dove ho vissuto la mia fanciullezza<br />
e dove vivono i miei genitori. E’ una gioia per<br />
me ma anche per loro”. Per quanto concerne<br />
i progetti futuri Michele Miglionico ha raccontato<br />
di essere in procinto di concludere<br />
la nuova collezione, “che è il proseguimento<br />
della collezione dedicata alle Madonne Lucane<br />
ma più declinata verso il giorno”.<br />
74 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
Franco Ardito - Simona Ardito<br />
Castel del Monte: Il Grembo della Vergine<br />
Castel del Monte è un concentrato di applicazioni astronomiche, geografiche, matematiche e geometriche,<br />
un inspiegabile condensato di simboli, di segni, di formule. Si dà per scontato che lo abbia fatto costruire<br />
Federico II ma è quasi certo che l’Imperatore non vi soggiornò mai. E’ assolutamente inadatto ad essere<br />
abitato e non è ancora chiaro per quali motivi sia stato costruito né chi abbia inteso impegnare per la sua<br />
costruzione tanto denaro, energie e sapienza. E poi l’acqua: nella vasca monolitica che era nel cortile, nelle<br />
cisterne sulle torri, nel pozzo sotto il castello, quasi a proteggere il visitatore come in un grembo...<br />
E' possibile acquistare il libro Castel del Monte il grembo della vergine al link:<br />
http://www.orizzontemagazine.it/shopping/categoria-prodotto/libri-e-riviste-nuovo/<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 75
Invia il tuo curriculum a:<br />
collaboratore@orizzontemagazine.it<br />
76 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
OROSCOPO<br />
OTTOBRE <strong>2016</strong><br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 77
ARIETE TORO GEMELLI<br />
Partenza di mese densa di opportunità.<br />
L’umore potrebbe essere<br />
alto, la fiducia nel futuro potrebbe<br />
prendere il posto dello scoraggiamento<br />
e delle tensioni che ti hanno<br />
avvelenato l’esistenza.<br />
Insomma, ottime, buone, grandi<br />
opportunità che potrebbero riguardare<br />
uno o più settori della<br />
tua vita.<br />
In famiglia le cose potrebbero migliorare.<br />
Tu stesso ti sentirai molto<br />
meglio, e torneranno fiducia ed<br />
entusiasmo, oltre ad allegria e vita<br />
sociale…<br />
Ti aspetta un mese altalenante,<br />
che potrebbe riservarti buone<br />
occasioni, serenità e divertimenti,<br />
e a momenti anche qualche<br />
attimo di disagio e tensione.<br />
I transiti rivelano un clima oscillante,<br />
come il tuo umore: ci sarà<br />
l’accordo in famiglia, ma ci saranno<br />
anche discussioni. E lo<br />
stesso avverrà per altri settori.<br />
Insomma, ottobre si annuncia<br />
come un periodo da insalata mista…<br />
Usa il condimento giusto:<br />
tenacia con lucidità!<br />
Le tue doti mentali e la tua voglia<br />
di socializzare questo mese potrebbero<br />
essere esaltate dal passaggio<br />
di Mercurio che dal dieci<br />
ottobre dallo Scorpione tornerà<br />
indietro in Bilancia.<br />
Questo transito, insieme a quello<br />
di Marte (in opposizione per buona<br />
parte del mese) indica che torneranno<br />
alla ribalta questioni non<br />
del tutto affrontate e risolte.<br />
Potrebbe essere un po’ antipatico<br />
dover ridiscutere situazioni che<br />
credevi risolte, ma, se accadrà, fallo<br />
con impegno e senza rimandare<br />
nulla...<br />
CANCRO LEONE VERGINE<br />
Un po’ di nervosismo serpeggia<br />
lungo questo mese.<br />
Qualcuno oppure una situazione<br />
che ti farà irritare, che metterà<br />
a nudo la tua sensibilità. No, tu<br />
non sei permaloso come spesso<br />
si dice, sei solo portatore sano di<br />
una grande sensibilità.<br />
Purtroppo, non è da tutti riuscire<br />
a capirlo, quindi, dovrai rassegnarti<br />
e cercare di non prendertela<br />
troppo.<br />
Ci saranno anche belle situazioni:<br />
dunque non abbatterti e guarda<br />
al bicchiere mezzo pieno!<br />
Potresti assomigliare ad un vulcano,<br />
pronto ad erompere in iniziative,<br />
a coinvolgere chi ti circonda<br />
con progetti e situazioni.<br />
Atmosfera piacevole, venata di<br />
cambiamenti, novità e anche di<br />
qualche tensione, specie a inizio e<br />
a fine mese, quando potrebbero<br />
esserci piccoli battibecchi, dovuti<br />
ad equivoci, a incomprensioni che<br />
risolverai contando sul tuo entusiasmo<br />
e sulla tua forza d’animo.<br />
Dal dieci in poi, vita sociale in primo<br />
piano e tanta allegria!<br />
Un po’ di nervosismo potrebbe<br />
appesantire un mese che comunque<br />
non sarà da buttar via,<br />
anzi! Il problema, in cielo, sarà<br />
rappresentato dal passaggio disarmonico<br />
di Marte in Sagittario<br />
che, però, il ventisei ottobre<br />
passerà in armonico trigono in<br />
Capricorno.<br />
Come si tradurrà quaggiù in<br />
terra? Stanchezza, nervosismo,<br />
voglia di cambiare le cose, insoddisfazione…<br />
accanto a te, anche<br />
situazioni, persone, circostanze<br />
positive e piacevoli.<br />
Da fine mese tutto ok!<br />
78 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
BILANCIA SCORPIONE SAGITTARIO<br />
Serenità, soddisfazioni affettive,<br />
la certezza che il futuro non sarà<br />
un buco nero: ottobre ti porterà<br />
in dono per il tuo compleanno<br />
tante situazioni positive, ma soprattutto<br />
una bella botta di ottimismo<br />
e di entusiasmo (stati<br />
d’animo che di recente, a volte,<br />
scarseggiavano un po’, vero?).<br />
Vivrai la vita sociale che ti piace<br />
condurre, e potrai anche ricevere<br />
soddisfazioni di natura pratica<br />
e affettiva. Insomma, ti aspetta un<br />
bel mese!<br />
Il periodo più favorevole? Il principio<br />
e la fine del mese.<br />
Favorevoli per divertimento, socializzare,<br />
rapporti familiari e affettivi<br />
in genere, e tanto altro ancora.<br />
La parte centrale di ottobre non<br />
sarà sfavorevole a priori, ma dovrai<br />
prestare attenzione agli eccessi, di<br />
qualunque tipo.<br />
Con un pizzico di attenzione vedrai<br />
che l’intero periodo sarà scorrevole.<br />
Occhio agli imprevisti familiari,<br />
però!<br />
Emozioni positive, buon umore, la<br />
voglia di lasciarti alle spalle tensioni<br />
e periodi incerti.<br />
<strong>Ottobre</strong> si annuncia come un mese<br />
davvero favorevole, per qualsiasi<br />
tipo di questione.<br />
Accetta serenamente eventuali<br />
cambiamenti (in qualsiasi settore<br />
dovessero capitare) perché saranno<br />
fonte di soddisfazione.<br />
Il trend delle stelle è chiaro: si viaggia<br />
verso la realizzazione e il miglioramento.<br />
Novità positive ti aspettano<br />
al varco, insieme ad allegria,<br />
divertimento e un buon momento<br />
per le tue relazioni.<br />
CAPRICORNO ACQUARIO PESCI<br />
Un periodo lineare? Ma tu non<br />
sai che fartene, vero? Ironia a<br />
parte per sdrammatizzare, questo<br />
mese si annuncia ad alti e<br />
bassi. Ci saranno momenti positivi,<br />
alternati ad altri di tensione<br />
e nervosismo. I problemi potrebbero<br />
essere concentrati nella<br />
sfera pratica o familiare, quindi,<br />
nei limiti del possibile, cerca di<br />
prevenirli e non prendere (mai!)<br />
una previsione come assoluta.<br />
Conoscere le stelle significa conoscere<br />
i tempi giusti per agire,<br />
spremendo sempre il meglio.<br />
Occhio agli equivoci dal dieci in<br />
poi.<br />
Una grande grinta, accompagnata<br />
a fascino e un pizzico di irritabilità,<br />
inaugurano questo mese.<br />
Occhio agli equivoci e alle incomprensioni,<br />
specie durante i primi<br />
dieci giorni di ottobre. In seguito,<br />
comunque avrai modo di chiarire e<br />
di approfondire, e quindi anche di<br />
risolvere eventuali (mai sicuri) battibecchi.<br />
Tutto sommato ti aspetta un mese<br />
scorrevole e vivace, e l’unica cosa<br />
davvero irritante saranno le uscite<br />
domestiche... Pazienza!<br />
Mese altalenante, ma non negativo.<br />
Cosa non fa dire alle stelle che<br />
sarà un mese favorevole a tutto<br />
tondo?<br />
Un po’ di fiacca o di insoddisfazione<br />
o di aperta tensione che serpeggia<br />
per buona parte del mese,<br />
e che inizierà a risolversi (bene)<br />
soltanto da fine mese.<br />
Forse sei stanco, o speri in un<br />
cambiamento che tarda ad arrivare<br />
o sei molto irritato con una<br />
persona che non vuole proprio<br />
ascoltarti. Nulla, però che tu non<br />
risolverai.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 79
OUROBOROS<br />
Rassegna trimestrale di Studi Tradizionali<br />
E’ possibile leggerlo gratuitamente all’indirizzo:<br />
http://www.orizzontemagazine.it/orizzontegroup/ouroboros/