Outdoor Life web-magazine - 01
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OUTDOOR<br />
LIFE WEB-MAGAZINE<br />
NATURA.AMBIENTE.ESCURSIONISMO.MOUNTAINBIKE
MI AFFASCINA<br />
il gesto sportivo,<br />
la tecnica dei materiali,<br />
la ricerca del limite...<br />
...ma ancor di più,<br />
mi affascina l’ambiente<br />
in cui questi si esprimono,<br />
LA POTENZA DELLA NATURA
EDITORIALE<br />
Noi di <strong>Outdoor</strong> <strong>Life</strong> <strong>web</strong>-<strong>magazine</strong><br />
siamo presuntuosi. Molto. Perché ci<br />
siamo imposti di percorrere sentieri<br />
poco battuti e recuperare lo spirito<br />
ancestrale dell'escursionismo.<br />
Per noi piedi e ruote sono solo<br />
strumenti per esplorare, scoprire,<br />
stupirci e gioire. Strumenti per riavvicinarci<br />
silenziosi e sostenibili alla natura<br />
e all'ambiente.<br />
Pertanto se cerchi imprese alpinistiche,<br />
gare, report di gare di MTB,<br />
downhill o ancora peggio test di<br />
qualsiasi materiale tecnico o bicicletta,<br />
sei capitato sul <strong>magazine</strong><br />
sbagliato.<br />
Perché qui si radunano e si incontrano<br />
solo persone normali e presuntuose<br />
che amano l’escursionismo vecchio<br />
stile.<br />
Ecco perché in questo primo numero<br />
abbiamo deciso di invecchiare tutte le<br />
foto.
SOMMARIO<br />
08<br />
10<br />
12<br />
22<br />
34<br />
38<br />
40<br />
52<br />
64<br />
SIAMO TUTTI ESPERTI DI METEO<br />
L’escursionista e le previsioni meteo: rapporto d’amore e odio!<br />
IL GPS: UN NUOVO STRUMENTO SOCIAL!<br />
I siti di tracce GPS, social network per le attività outdoor<br />
CERCO CERVI IN VALSOLDA<br />
Sulle orme del cervo seguendo i bramiti d’amore<br />
SAN PIETRO E LE CASOTE<br />
Vicino nello spazio, lontano nel tempo<br />
LA SEGNALETICA LUNGO I SENTIERI<br />
L’importanza di una segnaletica universalmente riconosciuta<br />
A CHI SPETTA LA PRECEDENZA SUI SENTIERI?<br />
Piedi, zampe o ruote: chi per primo?<br />
BIANCO NATALE<br />
Ecco come smaltire i bagordi della tavola e la sonnolenza post-prandiale<br />
L’EFFETTO DOPANTE DEL CINGHIALE<br />
Un’esperienza da raccontare agli amici quando il simposio si spegne<br />
IMPREVISTI IN MTB<br />
La vignetta di Paolo Deandrea
Redazione<br />
SIAMO TUTTI ESPERTI DI METEO<br />
L’escursionista e le previsioni meteo: rapporto d’amore e odio!<br />
"Chissà che tempo farà il weekend<br />
prossimo..." Di solito cominciamo a<br />
chiedercelo il lunedì saltando da un<br />
sito di previsioni meteo all'altro.<br />
Ognuno ha il suo preferito, vuoi per<br />
la grafica, la semplicità d'utilizzo,<br />
vuoi perché sembra essere sempre il<br />
più positivo, quello che dà più speranza,<br />
quello secondo il quale al<br />
massimo c'è una nuvoletta con una<br />
goccia.<br />
Spesso, quando il lunedì vediamo<br />
che per il weekend è previsto sole,<br />
siamo più disposti a credere che<br />
sarà effettivamente così, mentre<br />
quando è prevista pioggia pensiamo<br />
che la scienza della previsione<br />
meteo non sia una scienza esatta<br />
ma basata sulla statistica pertanto<br />
suscettibile d'errore.<br />
C'è anche chi diventa, all'interno di<br />
un gruppo, l'esperto meteo, forse<br />
perché ha azzeccato due previsioni<br />
in passato o forse perché ha l'osso<br />
sacro che, rotto in gioventù, invia segnali<br />
dolorosi al cambio della pressione<br />
atmosferica.<br />
Alla fine succede che, dopo aver<br />
guardato centinaia di siti di previsioni<br />
per tutta la settimana, la domenica<br />
mattina ti svegli, guardi fuori e se<br />
piove magari parti lo stesso oppure,<br />
se c'è un sole scintillante, torni a<br />
letto.<br />
Si chiama umore.<br />
Disposizione dell'animo.
Lorenzo Bassi<br />
IL GPS: UN NUOVO STRUMENTO SOCIAL!<br />
I siti di tracce GPS, social network per le attività outdoor<br />
Da piccolo uscivo dal cancello e<br />
andavo in stradina a giocare con i<br />
miei amici; costruivamo la capanna<br />
nel bosco là dove ora ci sono 3 villette<br />
uguali. Andavamo a rubare le pannocchie<br />
nel campo di margòn (mais)<br />
del Bepi (pace all'anima sua) là dove<br />
ora ci sono 3 villette uguali. In stradina<br />
facevamo le prime gare con le<br />
bici: mi ricordo che avevano appena<br />
posato i tubi della fognatura e l'asfalto<br />
rimase con una lunga cicatrice di<br />
terra per mesi. Ecco, proprio lungo<br />
quella cicatrice, noi raccoglievamo la<br />
terra a mani nude a formare delle cunette,<br />
rincorsa e via... uno, due, tre<br />
salti finché la Graziella non si dissaldava<br />
là dove c'era il cardine per piegarla.<br />
Quante sberle da mio padre<br />
(per la bici), quante da mia madre<br />
(per i pantaloni rotti sulle ginocchia e<br />
non per le ginocchia rotte...), quante<br />
inutili ore mio zio passava a saldare.<br />
Allora, per noi che crescevamo guardando<br />
Sandokan e Orzowei, una capanna<br />
era molto "social" così come<br />
lo era, forse ancor di più, scappare<br />
dal Bepi che ci inseguiva col bastone.<br />
“Social” era vivere, da mattina a<br />
sera, con i nostri soci di giochi.<br />
Oggi il significato di social, filtrato da<br />
anni di incredibili soluzioni tecnologiche,<br />
è cambiato: non si socializza più<br />
in stradina ma sulla rete dove i social<br />
network sono padroni. Lo scambio di<br />
informazioni, idee e, perché no,<br />
insulti, divenuto sensibilmente più<br />
veloce ed immediato non avviene<br />
più in stradina ma... ma... chissà!<br />
Un sistema così costruito ci spinge<br />
inevitabilemente ad estremi assurdi<br />
come chattare con il collega che sta<br />
seduto di fronte a te, con tua moglie<br />
che si trova al piano di sotto, con il<br />
gatto che hai in braccio (se vi è capitata<br />
quest'ultima cosa siete ad uno<br />
stadio terminale).<br />
In questo narcotizzante sistema<br />
esiste un canale social che paradossalmente<br />
inverte la tendenza: quello<br />
dello scambio delle tracce GPS di<br />
percorsi per escursioni trekking e<br />
mountainbike. Infatti, scambiarsi<br />
tracce GPS e condividere informazioni<br />
ed esperienze escursionistiche,<br />
implica quasi certamente alzare il<br />
culo dalla sedia, spegnere il computer<br />
e ritornare all'aria aperta per assaporare<br />
il suono, il profumo e la purezza<br />
della natura.
testi e fotografie<br />
il Monko<br />
CERCO CERVI<br />
IN VALSOLDA<br />
Sulle orme del cervo<br />
seguendo i bramiti d’amore
Io cammino. Dicono che faccia molto<br />
bene al corpo e alla mente ma non lo<br />
faccio per questo, so già essere così. Io<br />
cammino lentamente e se è necessario,<br />
mi fermo: guardo, annuso, sfioro, ascolto<br />
e assaggio. Lo faccio perché mi<br />
piace. Vedo un sentiero e lo percorro<br />
fino alla fine curioso. Cerco e mi sorprendo.<br />
A volte mi spingo lontano al<br />
punto tale che mi maledico e voglio solo<br />
una cosa: tornare. I piedi pulsano nello<br />
scarpone e non vedo l'ora di massaggiarmeli,<br />
semimorti e maleodoranti.<br />
Sono orgoglioso dei miei scarponi<br />
fetenti che consumano l'aria dell'abitacolo<br />
dell'auto o della carrozza verso<br />
casa.<br />
Perché? Perché io cammino. È la<br />
natura di essere umano che lo impone,<br />
altrimenti sarei nato albero. Consumo i<br />
piedi. Anche quella volta in cui la mia<br />
Lorelei mi mandò a fare in culo, ci andai<br />
a piedi. Camminai fino ad arrivare lontano<br />
da lei a tal punto che volevo una sola<br />
cosa: tornare. Peccato solo che una<br />
volta tornato, lei non ci fosse veramente<br />
più. Da allora sono single, ciò nonostante,<br />
io ancora cammino.<br />
Perché? Perché mi piace sentire il<br />
silenzio del bosco sibilarmi nelle orecchie<br />
e lo scricchiolare delle foglie<br />
secche del faggio. Amo fermarmi e<br />
tendere l'orecchio quando percepisco<br />
un rumore estraneo e sporgermi: l'ho<br />
visto, oggi l'ho visto il selvatico cervo<br />
che sparisce correndo. Con il suo<br />
immenso palco corre via maschio a<br />
riempire la notte di bramiti d'amore.<br />
Ah Lorelei... se almeno una volta fossi<br />
venuta con me!
Partenza: Dasio (CO)<br />
Arrivo: Dasio (CO)<br />
Distanza totale: 12,2km<br />
Altitudine massima: 1626 m<br />
Altitudine minima: 611m<br />
Totale salita: 1640 m<br />
Totale discesa: 1640 m<br />
Difficoltà: EE<br />
DASIO<br />
ALPE SERTE
2000<br />
1500<br />
1000<br />
ALPE FIORINA<br />
ALPE PESSINA<br />
Visualizza il percorso<br />
sul tuo smartphone<br />
0 2 4 6 8 10 12km
Vicino nello spazio<br />
lontano nel tempo<br />
SAN PIETRO E<br />
LE CASOTE<br />
testi e fotografie<br />
Mara Frediani
Così vicino nello spazio, così lontano<br />
nel tempo. A questo pensiamo<br />
mentre risaliamo la mulattiera che da<br />
Civate porta a San Pietro al monte.<br />
Appena là sotto scorre veloce e<br />
puzzolente il traffico che si infila nel<br />
tunnel del Monte Barro verso Lecco<br />
e la Valtellina, mentre qui, appena<br />
dentro il bosco, l’aria lentamente si<br />
pulisce e si percepisce la Storia.<br />
Il selciato della mulattiera incute<br />
rispetto al solo pensiero di quante<br />
persone nel corso dei secoli siano<br />
passate di qui faticando un poco per<br />
giungere alla Basilica di San Pietro<br />
al monte e all’Oratorio di San<br />
Benedetto.<br />
La stupenda abbazia benedettina,<br />
adagiata su un terrazzo di tappeto<br />
erboso, domina il Lago di Annone e<br />
da qui la vista spazia dalle Grigne, al<br />
Resegone, al Monte Barro fin giù<br />
verso la pianura lontana. Probabilmente<br />
da quattordici secoli, se è
vero che fu voluta da Desiderio,<br />
ultimo re dei Longobardi e intitolata<br />
all’Apostolo Pietro come era usanza<br />
del tempo.<br />
Ne avevo sentito spesso parlare ma,<br />
dopo essermela finalmente trovata<br />
davanti, devo dire mai con il necessario<br />
entusiasmo. Perché il complesso<br />
architettonico, pur non essendo<br />
imponente, emana fascino tale per<br />
cui viene ritenuto uno degli edifici<br />
romanici più importanti della<br />
Lombardia.<br />
La mia soddisfazione di aver colmato<br />
una lacuna così profonda fa da<br />
contraltare al dispiacere di aver<br />
atteso così tanto per farlo.<br />
Ancora una volta, mi sento colpevole<br />
di aver trascurato l’esplorazione del<br />
mio giardino.
LE CASOTE<br />
Le "casote" erano edifici rurali che<br />
fungevano da ricoveri notturni durante<br />
la stagione della fienagione e che<br />
permettevano ai contadini di riposare<br />
in un luogo comodo e asciutto<br />
evitando così di scendere a valle<br />
tutte le sere. Erano inoltre utilizzati<br />
anche come ripostiglio per gli<br />
attrezzi agricoli. Sono tipiche dei<br />
gruppi montani che ruotano attorno<br />
al Monte Cornizzolo dove se ne<br />
contano circa centoventi. Erano<br />
realizzate in pietra a secco utilizzando<br />
massi erratici trovati in loco<br />
oppure blocchi di calcare squadrati<br />
allo scopo; il tutto era coperto da una<br />
volta autoportante assemblata con<br />
maestria e ricoperta con zolle d'erba<br />
e terra per evitare infiltrazioni<br />
d'acqua.
Partenza: Civate (LC)<br />
Arrivo: Civate (LC)<br />
Distanza totale: 5,5 km<br />
Altitudine massima: 759 m<br />
Altitudine minima: 250 m<br />
Totale salita: 608 m<br />
Totale discesa: 608 m<br />
Difficoltà: E<br />
1000<br />
750<br />
500<br />
SAN PIETRO AL MONTE<br />
0 1 2 3 4<br />
5km
LOC. TRE CASOTTE<br />
Visualizza il percorso<br />
sul tuo smartphone<br />
CIVATE
Redazione<br />
LA SEGNALETICA LUNGO I SENTIERI<br />
L’importanza di una segnaletica universalmente riconosciuta<br />
Su <strong>Outdoor</strong> <strong>Life</strong> <strong>web</strong>-<strong>magazine</strong><br />
parleremo spesso di segnaletica<br />
sulla rete escursionistica. Infatti,<br />
premesso che preparare l’uscita a<br />
tavolino e portare con sè la cartina<br />
dei sentieri rimangono accortezze<br />
imprescindibili, una segnaletica<br />
verticale e orizzontale ben fatta può<br />
aiutare l’escursionista nei momenti di<br />
smarrimento.<br />
Nella maggior parte dei casi però,<br />
lungo i sentieri o non c’è assolutamente<br />
nulla, oppure si trova di tutto:<br />
frecce segnaletiche di ogni tipo,<br />
segni di vernice su sassi e piante dai<br />
colori più esotici, bolli di agronomi e<br />
forestali che indicano le piante da<br />
tagliare... Districarsi in una situazione<br />
simile non è sempre facile,<br />
soprattutto per gli escursionisti meno<br />
esperti.<br />
Il problema della sovrabbondanza<br />
scriteriata di segnaletica che genera<br />
confusione invece che certezza non<br />
è di facile risoluzione: spesso la<br />
marcatura dei sentieri è opera volontaria<br />
di persone che utilizzano vernice<br />
che in quel momento hanno a<br />
dispozione. Oppure gli enti locali<br />
tracciano volontariamente percorsi<br />
tematici con colori appositi perché<br />
ritenuti più riconoscibili. Si toccano<br />
poi degli estremi ridicoli nelle zone di<br />
confine Stato-Stato dove due frecce<br />
segnaletiche di colori differenti, una<br />
di uno Stato, una dell’altro, poste sul<br />
medesimo palo, indicano le stesse<br />
mete ma con tempi di percorrenza<br />
diversi...<br />
Evidente è quindi la necessità di<br />
uniformare la segnaletica lungo la<br />
rete escursionistica non solo a livello<br />
nazionale ma anche a livello europeo<br />
(mondiale?) così come si è fatto<br />
con il codice della strada.<br />
In Italia da qualche anno si sta imponendo<br />
la segnaletica messa a punto<br />
dal Club Alpino Italiano che, con le<br />
sue sedi dislocate su tutto il territorio<br />
nazionale, riesce a sorpassare le<br />
barriere locali e imporre l’utilizzo di<br />
una segnaletica univoca.<br />
Tutto ciò è stato legittimato recentemente<br />
dall’intesa CAI - FEDERPAR-<br />
CHI che prevede l’utilizzo della<br />
segnaletica CAI nei Parchi italiani.<br />
Un primo passo importante verso un<br />
regolamento universale al quale ci<br />
auguriamo si adegueranno tutti gli<br />
enti territoriali e associazioni che si<br />
occupano di sentieri.<br />
Perché l’escursionista, con il bianco<br />
e rosso del CAI, possa sentirsi<br />
sempre più sicuro!
Redazione<br />
A CHI SPETTA LA PRECEDENZA SUI SENTIERI?<br />
Piedi, zampe o ruote: chi per primo?<br />
Spesso, lungo il sentiero, capita di<br />
incontrare altri escursionisti: a piedi,<br />
in bici o anche a cavallo. Chi ha la<br />
precedenza?<br />
Siccome non vi è nessun "codice<br />
sentieristico" pari al "codice della<br />
strada" a definire norme comportamentali<br />
universali, sta sempre al<br />
senso civico dei singoli escursionisti,<br />
di solito più sviluppato di quello degli<br />
automobilisti, trovare un accordo<br />
rapido e il più delle volte tacito.<br />
Noi di <strong>Outdoor</strong> <strong>Life</strong> <strong>web</strong>-<strong>magazine</strong><br />
assumiamo una norma comportamentale<br />
molto semplice.<br />
La precedenza assoluta spetta<br />
all'escursionista a piedi perché i piedi<br />
sono stati il primo mezzo di locomozione.<br />
Pertanto bikers ed escursionisti<br />
a cavallo, di fronte ad un escursionista<br />
a piedi, dovranno fermarsi e<br />
lasciarlo passare.<br />
La seconda precedenza spetta<br />
all'escursionista a cavallo perché,<br />
dopo i piedi, il quadrupede erbivoro<br />
equino è stato il primo mezzo di locomozione<br />
esterno al corpo umano.<br />
Pertanto il biker, incontrato l'escursionista<br />
a cavallo, dovrà farsi da<br />
parte e cedere strada (sentiero...);<br />
questo anche per evitare di spaventare<br />
con manovre improvvise e<br />
azzardate l'animale che se è protagonista<br />
del detto "matto come un<br />
cavallo" qualcosa di vero sotto ci<br />
sarà.<br />
Per ultimo passa il biker: perché la<br />
bici è un mezzo di locomozione<br />
giovanissimo rispetto agli altri due e<br />
lo è ancora di più come mezzo per la<br />
frequentazione di sentieri. Ricordiamo<br />
qui infatti che, se i piedi hanno<br />
milioni di anni e il cavallo accompagna<br />
l'uomo da qualche migliaio, la<br />
bici frequenta i sentieri da solo 30<br />
anni...<br />
Questo articolo, evidentemente un<br />
po’ ironico, va però inserito in un<br />
discorso molto più ampio e serio<br />
legato al mondo della rete escursionistica<br />
in generale che, soprattuto in<br />
Italia, risente di un vuoto legislativo e<br />
normativo piuttosto ampio. Tutto ciò<br />
a discapito della gestione dei sentieri<br />
che si basa su iniziative locali, il più<br />
delle volte su spinta volontaristica,<br />
non sempre adeguate.
BIANCO NATALE<br />
Ecco come smaltire i bagordi<br />
della tavola e la sonnolenza post-prandiale
testi e fotografie<br />
Lorenzo Bassi
Dunque, si comincia con gli<br />
antipasti: decresce veloce il panettone<br />
gastronomico, strati burrosi ripieni<br />
di salmone, acciughe e altro che<br />
non si distingue. Girano inoltre sulla<br />
tavola anche vassoi di affettati, dal<br />
salame al prosciutto crudo, dalla<br />
coppa fino al culatello. E poi salse,<br />
salsine e salsette.<br />
Si passa poi al primo, ravioli di carne<br />
immersi nel brodo di cappone, con<br />
una spruzzata di parmigiano. Doppia<br />
razione.<br />
Secondo di carne, roast beef, come<br />
da tradizione in casa mia; contorno<br />
di insalata (che nessuno tocca<br />
perché troppo sana). Doppia razione.<br />
Si passa poi direttamente al dolce,<br />
noci in pasta di mandorle avvolte
in un velo di zucchero caramellato;<br />
non resisto e me ne ingollo 8 forse 9<br />
(anche perché con in giro mio nipote,<br />
adolescente in rapida crescita fisica<br />
e lenta cerebrale, il vassoio si svuota<br />
alla velocità della luce). E una fettina<br />
di strudel di mele della mamma non<br />
lo vuoi mangiare?<br />
Chiudo con il caffè.<br />
Sono circa le quattordici e trenta. Ho<br />
due possibilità: agonizzare tutto il<br />
pomeriggio sul divano cullato dal<br />
calore del caminetto fino a sera,<br />
quando il mal di testa si impossesserà<br />
di me, oppure prendere la bici e<br />
andare a smaltire i bagordi della<br />
tavola e la sonnolenza postprandiale<br />
pedalando e arrancando<br />
nella neve.<br />
Voi cosa avreste fatto?
Partenza: Brinzio (VA)<br />
Arrivo: Brinzio (VA)<br />
Distanza totale: 20 km<br />
Altitudine massima: 658 m<br />
Altitudine minima: 277 m<br />
Totale salita: 688 m<br />
Totale discesa: 688 m<br />
RANCIO VALCUVIA<br />
MASCIAGO<br />
BRINZIO<br />
CUNARDO<br />
BEDERO VALCUVIA
800<br />
600<br />
400<br />
VALGANNA<br />
Visualizza il percorso<br />
sul tuo smartphone<br />
0 5 10 15 20km
testi e fotografie<br />
Lorenzo Bassi<br />
L’EFFETTO DOPANTE<br />
DEL CINGHIALE<br />
Un’esperienza da raccontare<br />
agli amici quando il simposio<br />
tende a spegnersi
“Ma chi me l’ha fatto fare!?? Me ne<br />
stavo lì bello spaparanzato sotto<br />
l’ombrellone a guardarmi un po’ di<br />
bikini e relativo contenuto… sotto<br />
l’ombrellone, ad ascoltarmi l'ultimo dei<br />
The Mess Hall… e invece… 'sta salita<br />
non finisce più… e poi in 'sta vegetazione<br />
così folta e bassa non circola un<br />
filo d’aria… ma quando finisce 'sta<br />
salita?”<br />
Così pensava il Biker K verso le 7 di<br />
sera dopo aver percorso circa 40km<br />
nell’entroterra maremmano. Era partito<br />
in piena afa alle 2 del pomeriggio<br />
da Punta Ala, direzione Scarlino, scollinamento<br />
e salita per Tirli. Da qui<br />
salita fino alle antenne e poi giù in picchiata<br />
su Castiglione della Pescaia. E<br />
poi il rientro: dalle Rocchette<br />
un’ultima salitella e poi giù di nuovo su<br />
Punta Ala. Ecco, il Biker K era proprio<br />
su quest’ultima salitella che si stava<br />
maledicendo. "Ho finito anche l’acqua<br />
porcocazzo… no, adesso scendo e<br />
spingo, non ce la faccio più… ma chi<br />
me l’ha fatto fare? Adesso dopo quel<br />
tornante, scendo e spingo… 'sta<br />
tagliafuoco maledetta, “cessa” la chiamano<br />
qui… dopo quel tornante cesso<br />
io…”<br />
Così delirava il Biker K dopo quasi 5<br />
ore di pedale sterrato e natiche piatte.<br />
Fu proprio nel momento in cui svoltò il<br />
tornante, esattamente nel momento in<br />
cui allentò la presa su manubrio e<br />
pedali per scendere dalla bici, fu proprio<br />
in quei due secondi lì che si<br />
bloccò con un piede per terra e una<br />
gamba per aria nell’atto di smontare<br />
dalla sella. Improvviso comparve un<br />
rumore di foglie secche sempre più
intenso ed incisivo finchè esplose in un<br />
ferale, cavernicolo e mostruoso rutto<br />
senza fine. Il mostro iniziò a correre<br />
verso il Biker K accelerando con il solo<br />
ed unico obiettivo di centrare, abbattere<br />
e demolire.<br />
Il Biker K terrorizzato montò in sella<br />
alla velocità della luce urlando a più<br />
non posso:<br />
“NOOOOOOOO, TI PREGO NOOOO-<br />
OOOO!!!!!! BUONOOOO, STAI BUO-<br />
OOOOOOOOOOOONOOOOOOO!!!”<br />
Pedalò fortissimo dando fondo ad<br />
energie sconosciute aggrappandosi e<br />
stritolando il manubrio; davanti a sé<br />
scorreva il powerpoint della sua vita,<br />
dietro di sé correva invece il re della<br />
macchia mediterranea, il più grosso, il<br />
più sadico e forse anche il più incazzato.<br />
Il Biker K si mangiò quell’ultima salita<br />
come fosse una discesa.<br />
Il Biker K, quel pomeriggio, scoprì<br />
l’effetto dopante del cinghiale.
Partenza: Punta Ala (GR)<br />
Arrivo: Punta Ala (GR)<br />
Distanza totale: 55km<br />
Altitudine massima: 587 m<br />
Altitudine minima: 0 m<br />
Totale salita: 1575 m<br />
Totale discesa: 1541 m<br />
750<br />
500<br />
250<br />
PUNTA ALA<br />
0 10 20 30 40 50km
PIAN D’ALMA<br />
ROCCHETTE<br />
TIRLI<br />
CASTIGLIONE DELLA PESCAIA<br />
Visualizza il percorso<br />
sul tuo smartphone
Paolo Deandrea
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