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<strong>Taste</strong> &<strong>More</strong><br />
magazine<br />
www.tasteandmore.com<br />
Inverno 2012/13 N° 1
<strong>Taste</strong> &<strong>More</strong><br />
magazine<br />
Gennaio 2013 | Issue N°1<br />
La Redazione<br />
Meris Carpi http://vanigliaecannella-bellissima2010.blogspot.it/<br />
Lara Bianchini http://www.labarchettadicartadizucchero.com/<br />
Roberta Cornali http://roberta-lavaligiasulletto.blogspot.it/<br />
Progetto grafico magazine<br />
Vittorio Conti<br />
Impaginazione<br />
Vittorio Conti<br />
Web Master<br />
Mario Donatelli<br />
Grafico Sito<br />
Susanna Mancini http://www.suzestudio.com
Sommario<br />
06 00 Chef - Missione salute e benessere<br />
10 E’ inverno, parliamo di...zucche<br />
28 Luca e Sabrina consigliano<br />
32 Menù vegetariano<br />
44 La cena di San Valentino<br />
64 Luca e Sabrina consigliano<br />
68 Dalla concia del maiale alle nostre tavole<br />
82 Luca e Sabrina consigliano<br />
88 Bimbi a tavola<br />
94 Le ricettine utili di “Chef Ucci”<br />
96 Brrr...che freddo! Coccoliamoci con tisane,<br />
tè e cioccolate<br />
104 I cuori teneri delle ragazze<br />
110 Golose tentazioni<br />
118 L’angolo delle zuppe
Feste e ghiottonerie ci hanno appena lasciato e ci troviamo<br />
avvolti nel freddo dell’inverno. Un camino acceso o una<br />
stufa scaldano il cuore e non solo l’ambiente. Tornare a<br />
casa dopo una fredda giornata e rinfrancarsi con una calda<br />
e fumante cioccolata ma anche tisane e tè, è di certo una<br />
delle gratificazioni più belle che ci possiamo regalare.<br />
In questo numero troverete alcune proposte per fare una<br />
buona cioccolata in tazza e profumate tisane. Sull’onda<br />
dell’inverno ci scalderemo anche con le zuppe; protagonisti<br />
di questo numero di <strong>Taste</strong>&<strong>More</strong> saranno i legumi e la<br />
zucca. Accenderemo poi il forno per il gateau di patate<br />
e ci riscalderemo nelle giornate più fredde con piatti di<br />
polenta fumante. Tante proposte anche su come cucinare la<br />
carne di maiale e “bere di gusto” con Luca & Sabrina. Ma<br />
non è finita qui! Per chi non ama la carne proponiamo un<br />
menù totalmente vegetariano e, a partire da questo numero,<br />
troverete una rubrica dedicata all’alimentazione dei bimbi e<br />
poi rideremo con i fumetti della Ucci….<br />
Ho lasciato per ultima una “chicca”, il menù completo che<br />
vi proponiamo per la festa degli innamorati.<br />
Tutto questo lo troverete sfogliando le pagine di<br />
<strong>Taste</strong>&<strong>More</strong>.<br />
La Redazione
a tavola<br />
Con leggerezza<br />
“La cucina è armonia, libertà,<br />
interpretazione. L’attenzione<br />
alla salute, ai prodotti<br />
del territorio ed al suo rispetto,<br />
l’espressione della<br />
tecnica e della professionalità<br />
si fondono donando piacevoli<br />
sensazioni….”<br />
…..un Romagnolo D.O.C.<br />
Roberto Cerbara nasce a Rimini il 02/05/1975. Negli<br />
anni novanta frequenta l’Istituto Alberghiero a Marabello<br />
di Rimini e inizia subito stage e formazione in vari<br />
ristoranti ed Hotels della riviera. Una volta conseguito il<br />
diploma per “Tecnico delle attività alberghiere”, approfondisce<br />
la sua conoscenza a fianco di vari ed affermati<br />
Chef di cucina, riuscendo realmente a comprendere l’importanza<br />
del sacrificio. Con il trascorrere degli anni maturano<br />
capacità ed esperienze professionali, diviene Chef<br />
di cucina, “gira” un po’ in Italia e all’estero e il 20 febbraio<br />
2012 eccolo prendersi la responsabilità della cucina di<br />
una importantissima struttura “Il Grand Hotel Terme della<br />
Fratta”. Roberto è fermamente convinto che nel lavoro<br />
e nella vita, una sola persona non costruisca nulla, ed è<br />
per questo che si avvale di collaboratori validi e pronti a<br />
condividere un percorso che porti ad una soddisfazione<br />
totale. Ed è con grande piacere che lo chef ha accettato<br />
di avere una rubrica sulla nostra rivista. Ci parlerà delle<br />
nuove tecniche per il benessere in cucina e di altro…..<br />
non sveliamo nulla per il momento.
La cottura lenta in olio<br />
00 Chef<br />
missione salute e benessere<br />
Questa tecnica si può applicare sia alle carni che ai pesci. Il beneficio che se<br />
ne trae da questo tipo di cottura è sicuramente il mantenimento delle proprietà<br />
nutrizionali della materia prima che dovrà essere scelta con accurata attenzione.<br />
Si sceglie poi un olio adatto, solitamente un olio extravergine di oliva delicato<br />
che si andrà poi ad aromatizzare con erbe, bacche e pepe, scelti in base all’alimento<br />
che si vuole cuocere. Per aromatizzare l’olio da utilizzare per un filetto di<br />
branzino ad esempio, è consigliabile usare erbe come la maggiorana, melissa ed<br />
erba cedrina, un poco di zenzero, un pezzetto di pepe lungo del Bengala e bucce<br />
di limone. Per le carni: salvia, timo, alloro, bacche di ginepro e pepe di Cubeba.<br />
Mettere l’olio al mcroonde alla massima potenza (1800 watt) per un minuto per<br />
farlo “maturare”. L’aspetto salutistico sta nel fatto che l’olio non si surriscalda<br />
e non frigge ma si riscalda e raccoglie gli aromi e gli oli essenziali delle erbe.<br />
Il bello è che ognuno può dare spazio alla propria fantasia e aromatizzare l’olio<br />
come meglio crede ed utilizzarlo poi anche come condimento a crudo. Dopo<br />
questo passaggio si filtra l’olio e si fa riposare in una pentola di acciaio o alluminio<br />
(se non si è dotati di attrezzature particolari), si immerge l’alimento che<br />
dovrà essere completamente coperto. A questo punto occorre monitorare, con<br />
due sonde, la temperatura dell’olio che dovrà essere tra i 50°C e 60°C e dell’alimento,<br />
che sia esso carne rossa o pesce, la quale dovrà essere tra i 48°C e 62°C.<br />
Una volta raggiunto il grado di cottura che si vuole ottenere, l’alimento andrà<br />
estratto e semplicemente tamponato con carta assorbente da cucina. Se si serve<br />
subito si accompagnerà con condimenti leggerissimi per esaltare la materia prima<br />
con tutti i suoi principi nutritivi che saranno rimasti intatti, oppure si potrà<br />
rigenerare in un secondo momento scottandolo in padella, alla griglia o al forno.<br />
A questo punto mettiamo in pratica la tecnica di cottura
Tombarello, verza, cavolo rosso candito, broccoli, crema di cardi e acqua di mare<br />
Ingredienti per 4 persone<br />
1 Tombarello da 800 gr circa<br />
200 gr di verza<br />
200 gr di cavolo rosso<br />
200 gr di broccoli<br />
500 gr di cardi<br />
100 gr di zucchero<br />
2 lt di olio extravergine delicato<br />
Aceto bianco q.b.<br />
Per aromatizzare<br />
10 gr di melissa<br />
10 gr di maggiorana<br />
10 gr di erba aglina<br />
10 gr di scorza di limone<br />
1/3 di una bacca di Pepe lungo del Bengala oppure 3 bacche di pepe bianco<br />
Per l’effetto “acqua di mare”: mettere a bagno in 200 ml di acqua fredda 3-4<br />
pezzetti di cavolo rosso.<br />
Mettere tutte le erbe e gli aromi in un recipiente di vetro o plastica, ricoprire<br />
il tutto con olio EVO e porre al forno microonde alla massima potenza per 1<br />
minuto circa. Filtrare e lasciare riposare.<br />
Pulire e lavare le verdure, tagliare a striscioline la verza e il cavolo rosso<br />
e saltarle in padella con olio, zucchero, sale, pepe e poche gocce di aceto<br />
bianco. Mondare i broccoli, sbollentarli per 2 minuti e raffreddarli in acqua<br />
e ghiaccio.Cuocere i cardi a pezzetti in acqua, olio, qualche goccia di limone<br />
e poco zucchero.
Frullare il tutto con il mixer ad immersione.<br />
Pulire il tombarello ricavandone 4 filetti. Togliere la pelle.<br />
A questo punto porre l’olio di cottura in una pentola di acciaio o alluminio.<br />
Porla sul fuoco e mantenere una temperatura costante di 65°C con l’aiuto<br />
della sonda. Immergervi i 4 filetti di pesce e controllare con un’altra sonda<br />
la temperatura al cuore che dovrà arrivare, in questo caso, a 55°C-58°C al<br />
massimo per fare in modo che i filetti non si asciughino troppo. Scolare i<br />
filetti e tamponarli con la carta assorbente, condirli a piacimento ed impiattarli<br />
ponendoli sopra alla crema di cardi ed aggiungervi la verza ed il cavolo<br />
rosso canditi, i broccoli e qualche goccia di “acqua di mare”.<br />
Buon appetito e….alla prossima “missione”!
È Inverno<br />
parliamo di...zucche<br />
Ve la ricordate la carrozza di Cenerentola? E la lanterna di halloween?<br />
Molteplici sono le leggende e i racconti che ruotano attorno a questo<br />
frutto originario dell’America centrale, vuoi le dimensioni vuoi il colore<br />
la rendono subito simpatica… Ma parliamo un po’ di storia. È<br />
arrivata sulle nostre tavole attorno al XV secolo dal nuovo mondo e,<br />
visto che le americanate a quanto sembra piacevano anche allora, giusto<br />
il tempo di capire cos’era, quant’era buona , quante le sue versatili<br />
applicazioni et voilà eccola ben radicata nelle nostre tradizioni culinarie<br />
e culturali. Non per niente la mia vecchia nonna mi raccontava che<br />
al primo filò (che guarda caso era il 31 ottobre) i giovanotti del paese<br />
andavano di stalla in stalla a far due “ciaccole” per trovarsi la “morosa”<br />
andando nei campi bui con una candela infilata in una rapa o in una<br />
zucca, per farsi luce… vi dice niente?Oltretutto è un frutto dalla rapida<br />
crescita, dal forte attecchimento e quasi immune ai parassiti, potremmo<br />
dire biologica per vocazione. Se ne conoscono moltissime specie,<br />
circa novecento, perché è di facile ibridazione e fino agli anni ‘50 era<br />
presente su tutte le tavole italiane, merito anche della sua facile conservazione.<br />
Basta tenerla in un luogo buio e protetto dal gelo e rimane<br />
integra per mesi: questo uno dei motivi che la vede protagonista della<br />
tavola da fine settembre fino alla primavera successiva.L’avvento del<br />
consumismo e il cambio delle abitudini e dello stile di vita l’avevano<br />
fatta scomparire, fortuna vuole che stia ritornando in auge velocemente<br />
per riportare sulle nostre tavole colori e profumi che si erano quasi andati<br />
dimenticando.Sul fronte salute è importante dire che la zucca è un<br />
frutto composto per lo più di acqua, con un bassissimo apporto calorico<br />
18 kcal per 100 g e ad altissimo potere saziante, ottimale in qualsiasi<br />
dieta. Ricca di vitamina A e betacarotene combatte l’inquinamento cellulare,<br />
l’invecchiamento precoce e la degenerazione dei tessuti. L’alto<br />
contenuto in potassio, inoltre, aiuta la regolazione dell’equilibrio idrico<br />
cellulare, la diuresi e il benessere in generale delle vie urinarie. Inoltre,<br />
fonti attendibili assicurano che i semi siano un potente afrodisiaco…<br />
Per ultimo potremmo dire che se ne sta diffondendo l’uso anche decorativo-<br />
ornamentale;i frutti in questione non sono adatti al consumo<br />
alimentare perché vengono raccolti e fatti essiccare prima della maturazione,<br />
lucidati e a volte verniciati fanno una bellissima figura sia<br />
sulle tavole che dalle vetrine.
Lasagne con zucca e burrata<br />
piccole pie Rosti di zucca<br />
Sformato di
zucca e porri Farrotto di zucca speck<br />
Flan caramellato Caserecce di zucca
Lasagne con zucca e burrata<br />
a cura di Assunta
Ingredienti per 4 persone:<br />
6 fogli di lasagne<br />
300 g di polpa di zucca<br />
300 g di burrata<br />
1/2 cipolla bianca<br />
1/2 bicchiere di vino bianco<br />
3 cucchiai di olio extra vergine d’oliva<br />
60 g di Grana grattugiato<br />
30 g di farina<br />
30 g di burro<br />
300 g di latte<br />
noce moscata<br />
sale e pepe<br />
Procedimento:<br />
Affettate sottilmente la cipolla e fatela appassire in un tegame con l’olio, aggiungete<br />
la zucca tagliata a tocchetti e lasciate insaporire per alcuni minuti.<br />
Versate il vino e lasciate sfumare, unite il sale, il pepe e un poco d’acqua,<br />
lasciate cuocere a fuoco dolce fino a che la zucca risulterà ben tenera.<br />
Preparate la besciamella; fate sciogliere il burro in un tegame, unite la farina e<br />
mescolate. Togliete dal fuoco, unite il latte a filo mescolando ripetutamente<br />
per evitare la formazione di grumi. Unite il sale e la noce moscata, riportate<br />
il tegame sul fuoco e, sempre mescolando, portate a cottura a fiamma dolce.<br />
Cuocete i fogli di lasagne in abbondante acqua salata e scolateli piuttosto al dente. Imburrate<br />
una pirofila rettangolare, versate qualche cucchiaiata di besciamella e sistemate<br />
un primo strato di lasagne. Cospargete con un poco di composto di zucca, qualche<br />
fettina di burrata, una spolverata di grana grattugiato e 2 cucchiai di besciamella.<br />
Continuate in questo modo fino ad esaurimento degli ingredienti.<br />
Cuocete in forno caldo a 200° per circa 30 minuti. Gli ultimi 5 minuti accendete il<br />
grill e lasciate gratinare la superficie.
Sformato di zucca e porri<br />
a cura di Tiziana
Ingredienti<br />
Preparazione<br />
350 gr di zucca<br />
150 gr di porri<br />
200 gr di ricotta<br />
3 uova<br />
50 gr di Parmigiano Reggiano<br />
sale, pepe<br />
brodo vegetale 250 ml<br />
olio extravergine d’oliva<br />
Pulite la zucca e tagliatela a piccoli cubetti, lavate i porri eliminate le foglie esterne<br />
e tagliateli a rondelle, in una larga padella fate scaldare qualche cucchiaio di olio<br />
extravergine d’oliva e mettete a cuocere le verdure. Soffriggete qualche minuto<br />
mescolando, allungate con il brodo vegetale caldo e terminate la cottura. Frullate<br />
tutto a crema e lasciate raffreddare, unite le uova la ricotta e il Parmigiano Reggiano,<br />
regolate di sale e pepe. Imburrate uno stampo da pumcake di 25 cm e riempirlo con<br />
il composto, cuocete per circa 35 minuti a 180°, lasciate intiepidire e sfornate.<br />
Per decorare, tagliate a striscioline sottili la zucca e i porri, conditeli con poco<br />
olio e disponete su una teglia ricoperta con carta forno, cercando di stenderli il più<br />
possibile, cuocere qualche minuto.
Farrotto alla zucca e speck<br />
a cura di Simona
Ingredienti :<br />
1 litro e mezzo circa di brodo vegetale<br />
280 gr farro perlato<br />
Un bel pezzo di zucca di circa 400 gr ancora al lordo degli scarti (buccia, semi e<br />
filamenti)<br />
150 gr di speck a dadini o a fiammifero<br />
Olio extravergine d’oliva q.b<br />
Sale q.b<br />
Un pezzettino piccolo di cipolla bianca<br />
Un pizzico di timo, fresco o secco<br />
Mezzo bicchiere di vino bianco secco<br />
Qualche cucchiaio di parmigiano grattugiato<br />
Preparazione:<br />
Preparare il brodo vegetale.<br />
Risciacquare il farro sotto l’acqua corrente per qualche minuto e farlo scolare ben<br />
bene; In una casseruola possibilmente in ghisa o adatta alle lente cotture, mettere un<br />
filo d’olio extravergine insieme alla cipolla tritata finissimamente e farla imbiondire<br />
appena. Unire i dadini di speck e rosolare a fiamma vivace per qualche minuto.<br />
Aggiungere il farro e farlo tostare per qualche minuto, continuando a mescolare<br />
con un cucchiaio di legno; unire successivamente la polpa della zucca fatta a dadini<br />
piccoli e abbastanza regolari.<br />
Mescolare per alcuni minuti e sfumare col vino bianco, facendo evaporare l’alcool.<br />
Iniziare ad aggiungere il brodo un mestolo alla volta, come per un normale<br />
risotto, e cuocere per circa una quindicina di minuti; a cottura ultimata aggiungere<br />
qualche fogliolina di timo fresco, mantecare con un paio di cucchiai di parmigiano<br />
grattugiato, regolare di sale e pepe se necessario, impiattare caldissimo e servire,<br />
accompagnato da un bel bicchiere di vino rosso!
Piccole pie di zucca, tal
eggio e funghi<br />
a cura di Lara<br />
Delle piccole pies di stagione che assomigliano molto alle<br />
pies di carne tanto amate nel regno unito, ma con un ripieno<br />
tutto nostrano.<br />
Ingredienti per 5 pie<br />
2 rotoli di sfoglia pronta<br />
100 gr di zucca<br />
1 scalogno<br />
2 spicchi d’aglio<br />
1 cucchiaiata di burro<br />
100 gr taleggio tagliato a cubetti<br />
300 gr. funghi circa a seconda del tipo di fungo<br />
1 acciuga sott’olio<br />
Sale e pepe q.b.<br />
Olio evo<br />
1 uovo sbattuto<br />
Preparazione<br />
Versate un filo d’olio in padella e unite uno spicchio d’aglio<br />
intero, quando cominciate a sentirne il profumo toglietelo e<br />
aggiungete la cipolla facendola soffriggere fino a che diventa<br />
trasparente, a questo punte unite l’acciuga e fatela sciogliere,<br />
unite la zucca a piccoli pezzi e fate stufare aggiungendo se<br />
necessario un po’ d’acqua. Regolate di sale e pepe e spegnete.<br />
Sciogliete il burro in un altro tegame e aggiungete l’altro<br />
spicchio d’aglio, quando inizia a sprigionare l’aroma uniteci<br />
i funghi mondati e tagliati, fateli cuocere a fuoco medio per<br />
circa 5/8 minuti. Togliete l’aglio e fate raffreddare.<br />
Schiacciate la zucca con i rebbi di una forchetta riducendola<br />
in purea, mescolatela ai funghi e mettete da parte.<br />
Tagliate nel primo rotolo di sfoglia 5 cerchi con un tagliabiscotti<br />
della misura adatta, usateli per rivestire gli stampini<br />
da tartelletta, bucherellate la pasta. Distribuite il ripieno di<br />
zucca e funghi e poi il taleggio. Intagliate nel secondo disco<br />
di pasta altri 5 cerchi e incideteli con taglietti decorativi che<br />
serviranno anche a far sfiatare il vapore in cottura. Ricoprite<br />
le tortine sigillano i bordi.<br />
Pennellate la superficie delle tortine con l’uovo sbattuto e<br />
mettetele in forno preriscaldato a 200° per circa 20 minuti.
Rosti di zucca e patate, con palline allo chevre e<br />
semi di zucca<br />
I Rosti sono delle frittelle salate molto diffuse in alto Adige e che ho scoperto durante<br />
una meravigliosa vacanza estiva tra pascoli e vallate, la versione tadizionale li<br />
vorrebbe di sole patate e finché non li ho cotti devo dire anche che trovavo impossibile<br />
che le patate e la zucca crudi, per quanto a julienne, riuscissero a cuocere in pochi<br />
minuti di padella… Mi sono dovuta ricredere. Cuociono e sono anche deliziosi.<br />
Ingredienti<br />
Per 4 persone<br />
300 g patate sbucciate e ridotte a julienne<br />
300 g zucca sbucciata e ridotta a julienne<br />
2 uova piccole<br />
200 g di formaggio di capra fresco, tipo caprino<br />
2 cucchiai di semi di zucca<br />
1 rametto di rosmarino<br />
Sale<br />
Pepe<br />
Olio di semi di zucca<br />
Preparazione<br />
Mettete le patate e la zucca in una ciotola e sgusciateci le uova, mescolate con<br />
cura, aggiungete sale e pepe e lasciate riposare.<br />
Lavorate il caprino a crema in un’altra ciotola.<br />
Preparate un trito con i semi di zucca e il rosmarino e mettetelo in una ciotolina<br />
Scaldate in una padella un filo d’olio e metteteci sopra tre cucchiaiate di impasto<br />
di patate, schiacciatelo e dategli una forma arrotondata, lasciate cuocere circa<br />
due/tre minuti e poi, con l’aiuto di una spatola piatta giratelo e fatelo cuocere anche<br />
dall’altro lato. Rovesciatelo su un piatto.<br />
Formate con il formaggio di capra delle palline o delle quenelle, fatene rotolare<br />
una nel trito e l’altra lasciatela al naturale.<br />
Mettete in ogni piatto un rosti e poi adagiateci sopra due palline di chevre, decorate<br />
con due tocchi di olio di semi di zucca.
Flan caramellato di zucca<br />
a cura di Lara<br />
Questo dolc<br />
scoperto ch<br />
e kili, di co<br />
ovunque…<br />
Ingredient<br />
300 g di zu<br />
150 ml di p<br />
3 cucchiai d<br />
3 uova L<br />
60 g di zucc<br />
Preparazio<br />
Preriscaldat<br />
caramellare<br />
però a non<br />
quello in cu<br />
pronto vers<br />
In una cioto<br />
ne, versate<br />
con acqua b<br />
circa 50 mi<br />
Sfornate e<br />
temperatura<br />
do lo stamp
e nasce dalla zuccamania imperversante nel periodo, c’è da dire che da quando ho<br />
e pelare la zucca con il pelapatate è un modo velocissimo di averla pronta, ne pelo kili<br />
nseguenza poi mica la potrò buttare via? NOOOOO! E via di zucca, dolce e salata,<br />
i<br />
cca cotta al vapore<br />
anna<br />
i sciroppo di agave (o sciroppo di zucchero di canna o golden syrup)<br />
hero semolato<br />
ne<br />
e il forno a 160°.Mettete lo zucchero in una padella, copritelo d’acqua a filo e fatelo<br />
a fuoco dolce, fino a che avrà assunto un bel colore di oro bruno. Fate molta attenzione<br />
bruciarlo perché altrimenti avrà un sapore amarissimo e il momento tra cui e pronto e<br />
i è bruciato passa in un secondo... quindi coccolatelo il vostro caramello. Una volta<br />
atelo sul fondo di uno stampo da budino e fate velare bene il fondo e parte delle pareti.<br />
la riunite tutti gli altri ingredienti e riducete tutto in crema con il frullatore a immersionello<br />
stampo che andrete a posizionare in una pentola più grande. Riempite la pentola<br />
ollente fino a raggiungere la metà circa dello stampo da budino e mettete nel forno per<br />
nuti.<br />
quando riuscirete a maneggiare il tutto estraete lo stampo dalla pentola e portatelo a<br />
ambiente, mettetelo poi in frigo per qualche ora. Sformate prima di servire immergeno<br />
per qualche secondo in acqua calda.
Caserecce con zucca, pioppini e salciccia profumate a<br />
rosmarino<br />
a cura di Simona
l Ingredienti per 4 persone:<br />
300 gr pasta formato caserecce<br />
Un pezzo di zucca di circa 400 gr (al lordo degli scarti)<br />
200 gr funghi pioppini<br />
300 gr salsiccia a nastro<br />
1 pezzettino di cipolla bianca<br />
Olio extravergine d’oliva q.b<br />
Sale e pepe q.b<br />
Mezzo bicchiere vino bianco secco<br />
1,5 dl brodo vegetale<br />
Qualche cucchiaio parmigiano reggiano grattugiato<br />
Un rametto di rosmarino<br />
Preparazione:<br />
Tagliare la zucca a tocchetti piccoli e regolari, dopo aver eliminato filamenti,<br />
semi e buccia.<br />
In una capace padella antiaderente mettere un filo d’olio, unire<br />
la cipolla tritata finissimamente e farla imbiondire appena a fuoco<br />
vivace; aggiungere la salsiccia sbriciolata e far rosolare un po’.<br />
Sfumare col vino bianco e far evaporare l’alcool sempre a fiamma vivace;<br />
aggiungerci i dadini di zucca e continuare a rosolare per 5-7 minuti,<br />
mescolando per non fare attaccare il tutto. Unire i pioppini puliti<br />
e scottati precedentemente per qualche minuto in acqua bollente.<br />
Aggiungere il brodo e continuare la cottura, regolando di sale e pepe a piacere e<br />
continuare a cuocere per una ventina di minuti, facendo restringere il brodo…la<br />
zucca deve cuocere ma comunque non sfaldarsi; deve rimanere piuttosto soda.<br />
Nel frattempo portare ad ebollizione una pentola con acqua e sale per cuocere<br />
la pasta.<br />
Una volta giunto a cottura, profumare il condimento con il rosmarino tritato<br />
finissimamente al coltello; unire la pasta scolata e cotta, amalgamare con un<br />
ulteriore filo d’olio extravergine, aggiungere il parmigiano grattugiato, mescolare<br />
ed impiattare.
Luca & Sabr
ina consigliano
Flan c<br />
A questo dessert abbiamo deci<br />
prodotto con sole uve Tocai, u<br />
il suo fine perlage ricorda lo C<br />
Caserecce con zucca, pio<br />
Consigliamo l’abbinamento co<br />
giallo paglierino tendente al ve<br />
dal sapore asciutto e armonico<br />
sia con la zucca, andando a mi<br />
e va al tempo stesso a “sgrassa<br />
questo piatto.<br />
Farott<br />
Abbiniamo un GEWURZTRAMINER<br />
Alto Adige. Ha un profumo de<br />
e sprigiona note fruttate e fiora<br />
bene con il connubio zucca-sp<br />
Piccole pie d<br />
Consigliamo l’abbinamento con un<br />
Adige, caratterizzato spiccatamente<br />
immediato e che ben accompagna q
aramellato di zucca<br />
so di di abbinare uno spumante Gattabianca<br />
n vino gentile ed elegante al palato, che con<br />
hampagne.<br />
ppini e salsicciaprofumate al rosmarino<br />
n un Soave superiore, un vino dal colore<br />
rdognolo, dal profumo intenso e delicato,<br />
. La sua caratteristica mineralità si lega bene<br />
tigarne la dolcezza, sia con i funghi pioppini<br />
re” la salsiccia, esaltando nel complesso<br />
o alla zucca e speck<br />
, un vino bianco molto aromatico prodotto in<br />
licato, ma al tempo stesso il gusto è intenso<br />
te, con sentori amabilmente speziati. Si lega<br />
eck.<br />
i zucca, taleggio e funghi<br />
Lagrein Kretzer, un vino rosato dell’Alto<br />
da note fruttate, un vino che arriva<br />
uesti tortini.
Insalata di finocchio<br />
con mele, funghi e noci<br />
ravioli di zucca<br />
con salsa di sedano rapa
Stufato di Seitan<br />
e cavolo rosso<br />
Strudel integrale<br />
di mele e pere
Insalata di finocchi con mele, funghi e noci<br />
a cura di Francesca
Preparazione<br />
Antipasto<br />
Ingredienti per 4 persone<br />
2 finocchi<br />
1 mela<br />
6 champignon<br />
6 noci<br />
½ vasetto di yogurt bianco<br />
2 cucchiai di olio<br />
2 cucchiaini di senape<br />
Sale q.b.<br />
Lavate e mondate i finocchi, togliendo le foglie esterne dure. Affettateli<br />
sottilmente e metteteli in un’insalatiera. Lavate accuratamente le<br />
mele, tagliatele a fettine sottilissime e aggiungetele ai finocchi. Pulite<br />
con un panno umido gli champignon, affettate anch’essi e uniteli agli<br />
altri ingredienti. Preparate intanto il dressing: mescolate lo yogurt<br />
con la senape, l’olio e il sale. Versate la salsa sull’insalata, mescolate,<br />
aggiungete i gherigli di noce spezzettati e servite.
Ravioli di zucca con salsa di sedano rapa<br />
a cura di Francesca
Preparazione<br />
Primo<br />
220 Gr di farina integrale<br />
Acqua q.b.<br />
Sale q.b.<br />
250 Gr di zucca cotta<br />
Cannella q.b.<br />
Zenzero q.b.<br />
Sale q.b.<br />
1 sedano rapa<br />
Latte di avena q.b.<br />
Sale<br />
Preparate la pasta: impastate sulla spianatoia la farina con un pizzico di sale<br />
e tanta acqua quanto basta per ottenere un composto elastico e che non si<br />
appiccica. Lavoratelo per circa 15’, quindi fatelo riposare per mezz’ora in<br />
frigorifero. Preparate intanto il ripieno: schiacciate con una forchetta la polpa<br />
di zucca , quindi mettetela in una ciotola, unite un pizzico di sale, la cannella<br />
e lo zenzero in polvere. Mescolate e tenete da parte. Riprendete la pasta e, con<br />
l’aiuto della macchina tirasfoglia, tiratela in una sfoglia sottilissima. Ricavate<br />
un rettangolo e dividetelo in due. Disponete un po’ di ripieno a mucchietti ben<br />
distanziati l’uno dall’altro su uno dei due rettangoli si sfoglia; sovrapponete<br />
l’altro rettangolo e, con l’aiuto di una rotellina o di uno stampino, ricavate i<br />
ravioli, facendo attenzione che siano ben chiusi e sigillati. Disponete i ravioli<br />
su un vassoio infarinato. Preparate intanto la salsa: pulite e private della<br />
buccia il sedano rapa, quindi tagliatelo a pezzi e mettetelo a cuocere in una<br />
padella con tanta acqua sufficiente a coprire i pezzi. Fate cuocere fino a che il<br />
sedano rapa sarà molto tenero (eventualmente aggiungete altra acqua ), quindi<br />
frullatelo col mixer fino ad ottenere una crema densa che allungherete con un<br />
po’ di latte di avena. Fate bollire in abbondante acqua leggermente salata i<br />
ravioli, per circa 8, 10’. Mettete sul fuoco la crema di sedano rapa, aggiustate<br />
di sale e fatela scaldare. Scolate i ravioli, metteli nei piatti, condite con la salsa<br />
e cospargete, volendo con semi di nigella. Volendo, potete disporre un po’ di<br />
crema sul fondo dei piatti, disporvi sopra i ravioli e condirli con la restante<br />
crema.
Stufato di seitan e cavolo rosso<br />
a cura di Francesca
Preparazione<br />
Secondo<br />
Ingredienti per 4 persone<br />
800 gr di cavolo rosso<br />
300 gr di seitan<br />
Mezza mela rossa<br />
1 cucchiaio di mirtilli rossi esiccati<br />
Zenzero in polvere q.b<br />
1 rametto di rosmarino<br />
Olio evo q.b.<br />
1 cucchiaio di aceto (meglio se di mele)<br />
Tagliate il seitan a pezzetti e metteteli da parte. Lavate il cavolo,<br />
privatelo delle foglie esterne più dure, quindi affettatelo sottilmente.<br />
Mettete a rosolare, in una padella antiaderente e con un filo di olio lo<br />
zenzero grattugiato e il rosmarino tritato, aggiungete il cavolo, salate e<br />
fate cuocere a fuoco basso e con coperchio, circa 60’ aggiungendo, se<br />
occorre, dell’acqua o del brodo vegetale. Verso metà cottura aggiungete<br />
la mela, i mirtilli, l’aceto e il seitan. Terminate la cottura, regolate di sale<br />
se necessario, quindi servite in tavola caldo.
Strudel integrale di mele e pere<br />
a cura di Francesca
Preparazione<br />
Dolce<br />
Ingredienti per 4 persone<br />
125 g di farina integrale ( o metà farina integrale e metà 00 )<br />
75 g di acqua tiepida<br />
10 g di olio extravergine<br />
Un pizzico di sale<br />
Per il ripieno:<br />
1 mela<br />
1 pera<br />
½ limone, succo e zeste<br />
1 cucchiaio di zucchero di canna<br />
50 g di uvetta<br />
1 cucchiaino di cannella macinata<br />
Setacciate la farina, aggiungete il sale, unite l’acqua tiepida e l’olio. Lavorate per<br />
20 minuti fino a ottenere un impasto liscio. Formate una palla, e lasciate riposare<br />
mezz’ora sotto una ciotola tiepida. Mettere in ammollo l’uvetta con acqua tiepida.<br />
Tagliate le mele e le pere a cubetti, metteteli in una ciotola, cospargeteli con succo<br />
di limone, zucchero e aggiungete anche le zeste. Lasciate riposare. Scolate l’uvetta<br />
e unitela alla frutta.<br />
Riprendete l’impasto, quindi stendetelo col mattarello su un canovaccio infarinato.<br />
Quando riuscirete ad ottenere una sfoglia abbastanza sottile, rendetela ancora più<br />
sottile aiutandovi con le mani, infilandole tra la pasta e il canovaccio e allargandolo<br />
delicatamente. Dovrete ottenere una sfoglia rettangolare sottilissima.<br />
Distribuire la frutta sui 2/3 della pasta, lasciando libero il terzo in alto e tenendovi<br />
5 cm distanti dal bordo. Ripiegate i bordi di pasta a destra e a sinistra sulle mele.<br />
Arrotolate lo strudel partendo dal basso, aiutandovi con il canovaccio. Trasferite lo<br />
strudel su una teglia coperta di carta forno.<br />
Praticate sulla superficie dello strudel dei tagli perpendicolari alla lunghezza, che<br />
taglino tutti gli strati di pasta, per evitare che il vapore laceri il dolce durante la<br />
cottura. Cuocere a 180º per 40 minuti circa, finché la superficie risulta dorata. Fate<br />
raffreddare, quindi spolverizzate con zucchero a velo.
Il menù di San Valentino
San Valentino, la festa degli innamorati<br />
Sappiamo che febbraio è stato celebrato come il mese dell’amore fin<br />
dai tempi antichi e la festa di San Valentino, così come la conosciamo<br />
oggi, contiene vestigia sia cristiane che dei riti pagani praticati in Grecia<br />
e nell’antica Roma.<br />
Ma chi era San Valentino e come si iniziò ad associare il suo nome a<br />
questo antico rito?<br />
La prime informazioni riguardo al santo, si trovano in alcuni documenti<br />
ufficiali della Chiesa del V e VI secolo, che ne descrivono il martirio e<br />
la decapitazione e che segnano la data della sua sepoltura il giorno 14<br />
febbraio del 273.<br />
San Valentino da Terni o da Interanma, l’antico nome della città, si convertì al cristianesimo per opera<br />
di San Feliciano di Foligno, il quale lo consacrò vescovo di Terni nel 197, quando il futuro santo<br />
aveva solo 21 anni.<br />
Nell’anno 270, Valentino si trovava a Roma su invito del filosofo Cratone, per predicare il Vangelo<br />
e convertire i pagani, quando l’imperatore Claudio II il Gotico, emanò un editto che proibiva il<br />
matrimonio per le coppie giovani, dato che riteneva che gli uomini celibi fossero soldati migliori di quelli<br />
sposati. Ritenendo ingiusta tale proibizione, Valentino continuò, in segreto, ad unire in matrimonio i<br />
giovani innamorati. Scoperto, fu arrestato e condannato a morte, a meno che non avesse cessato di<br />
celebrare i riti religiosi e non avesse abiurato la propria fede cristiana. Per tutta risposta, Valentino<br />
cercò di convertire al Cristianesimo l’imperatore stesso. In qualche modo la cosa deve aver fatto colpo<br />
su Claudio II, dato che lo graziò, sospendendo la condanna a morte ed affidandolo ad una nobile<br />
famiglia romana: una sorta di arresti domiciliari, insomma. Anche qui il nostro Valentino, che mica per<br />
niente è santo, trova il modo di compiere un gesto di somma bontà, ridando miracolosamente la vista alla<br />
figlia cieca del suo carceriere, tale Asterius.<br />
Evidentemente, anche nella sua condizione di sorvegliato speciale, Valentino trovò il modo di predicare il<br />
Vangelo e proseguire nella sua opera di cristianizzazione, cosa che gli procurò un secondo arresto, questa<br />
volta sotto Aureliano, succeduto a Claudio II il Gotico. La popolarità di Valentino stava crescendo,<br />
così, temendo una rivolta in sua difesa, i soldati lo portarono fuori Roma, lungo la via Flaminia, dove<br />
lo flagellarono. Questo arresto fu fatale al santo vescovo, che venne decapitato nel 273 per mano del<br />
soldato romano Furius Placidus. Il corpo fu sepolto sempre lungo la via Flaminia e in seguito trafugato
da tre discepoli di Cratone convertiti al cristianesimo proprio da Valentino. I tre, Apollonio, Efebo<br />
e Procuro, portarono le spoglie del santo a Terni, la sua città, dove sono conservate ancora oggi, nella<br />
basilica a lui dedicata. Proprio in seguito a questo gesto, ai tre giovani toccò il martirio.<br />
La festa di San Valentino fu istituita un paio di secoli dopo la sua morte, nel 496, per opera di papa<br />
Gelasio, che volle così cristianizzare il rito pagano dei Lupercalia, che ancora sopravviveva a Roma<br />
nonostante il diffondersi del Cristianesimo.<br />
I Lupercalia, dedicati al dio Pane, Fauno e Luperco, cioè protettore delle greggi dagli attacchi dei lupi,<br />
venivano celebrati nei giorni dal 13 al 15 di febbraio ed avevano lo scopo di propiziare la fertilità, sia<br />
del suolo, affinchè donasse un buon raccolto, che delle donne, perchè potessero avere figli.<br />
Secondo una leggenda narrata da Ovidio, al tempo del re Romolo vi fu un prolungato periodo di<br />
sterilità tra le donne. Uomini e donne si recarono quindi nel bosco ai piedi dell’Esquilino consacrato a<br />
Giunone e qui si prostrarono in preghiera. Attraverso lo stormire delle fronde, la dea parlò, ma quello<br />
che disse dovette sgomentare non poco le povere romane. Senza scendere nei dettagli, vi dico solo<br />
che la dea faceva riferimento ad un sacro caprone... Fortunatamente, per le donne non per il povero<br />
caprone, un augure etrusco, sacerdote che aveva il compito di interpretare la volontà degli dei, tradusse<br />
l’oracolo nel giusto senso, sempre per le donne e non per la povera bestia: sacrificò il caprone, tagliò la<br />
sua pelle a strisce e con quelle colpì la schiena delle donne. Nell’arco di dieci mesi, tutte partorirono.<br />
Figli maschi, possiamo pensare.<br />
Il rito dei Lupercalia aveva inizio nella caverna dove si supponeva che la lupa avesse allattato Romolo<br />
e Remo: qui i Luperci, i sacerdoti preposti alla celebrazione del rito, sacrificavano una o forse più<br />
capre e un cane, in rappresentanza dei lupi dai quali si cercava protezione da parte del dio Pane. Dalle<br />
pelli delle capre poi, in ricordo di quel primo rito di fertilità, si ricavavano delle strisce, per formarne<br />
delle fruste con le quali i Luperci percuotevano sia il suolo che le donne che incontravano. In origine<br />
le donne offrivano il ventre ai colpi delle sacre fruste, in seguito, comprensibilmente aggiungo io, si<br />
limitarono a tendere le mani.<br />
I Lupercalia, come si può dedurre dalla data della loro sostituzione con la festa cristiana di San<br />
Valentino, furono tra le ultime celebrazioni pagane ad essere soppresse, anche se si ritiene che a<br />
quel tempo il significato religioso si fosse perso ed avessero mantenuto solo un carattere puramente<br />
folcloristico.<br />
Quindi San Valentino è diventato il protettore degli innamorati, solo perchè la data della sua sepoltura<br />
casualmente coincide con le idi di febbraio ed i riti di fertilità dell’antica Roma? Direi proprio di no.<br />
Attorno alla sua figura, sono nati miti e leggende che lo collocano a pieno diritto nella posizione che<br />
occupa oggi.
Una di queste narra che un giorno il vescovo, mentre passeggiava, vide una coppia di giovani che stavano<br />
litigando. Allora andò loro incontro porgendo una rosa, fiore che pare egli amasse più di ogni altro, e li<br />
invitò a tenerla nelle loro mani unite: l’atteggiamento sereno e il volto sorridente del buon vecchio e quella<br />
rosa sollevata nel gesto di donarla, calmarono i due giovani, che smisero subito di discutere. In seguito si<br />
sposarono e la loro unione fu così felice, che molte altre coppie di innamorati seguirono il loro esempio,<br />
al punto da indurre il Santo a dedicare un giorno dell’anno ad una benedizione nuziale generale.<br />
Un’altra versione della stessa storia, pare di origine anglosassone,<br />
dice che il santo sia riuscito ad ispirare amore ai due giovani facendo<br />
volare intorno a loro numerose coppie di piccioni che si scambiavano<br />
dolci effusioni; da questo episodio si crede possa derivare anche la<br />
diffusione dell’espressione “piccioncini”.<br />
Poi c’è l’episodio forse più romantico di tutti:<br />
Sabino, un giovane centurione romano, un giorno vide a Terni una<br />
ragazza di grande bellezza e ne rimase ammaliato, al punto da chiederla<br />
in moglie. Sfortunatamente per lui, la bella Serapia apparteneva ad<br />
una famiglia cristiana ed i suoi genitori si opposero al matrimonio, dato che Sabino era pagano.<br />
Serapia, che ricambiava i sentimenti del giovane centurione, gli consigliò di fare visita al vescovo<br />
Valentino, già in odore di santità, come suol dirsi, affinchè ascoltasse dalla sua stessa voce il messaggio<br />
di Gesu’ Cristo, si convertisse e ricevesse il sacramento del battesimo. Cosa che Sabino, spinto<br />
dall’amore, fece. Purtroppo, nel frattempo, Serapia si ammalò di tisi, male praticamente incurabile<br />
all’epoca. San Valentino allora accorse al capezzale della ragazza ormai moribonda e alle suppliche di<br />
Sabino affinché non venisse separato dalla sua amata, il Santo battezzò il giovane e li unì in matrimonio.<br />
Subito dopo la benedizione i due caddero in un sonno beatificante ed eterno...<br />
E no, non un gran lieto fine, sono d’accordo con voi.<br />
Comunque sia, il mito di San Valentino e il suo ruolo di santo patrono dell’amore e degli innamorati,<br />
si diffusero rapidamente, soprattutto in Francia e in Inghilterra, dove, nel Medio Evo, era opinione<br />
comune che il 14 di febbraio fosse anche il giorno in cui iniziava la stagione di accoppiamento degli<br />
ucceli, cosa che contribuì ad associare a quel giorno ad alla commemorazione del santo, l’idea di una<br />
festa dedicata al romanticisimo.<br />
L’abitudine di scambiarsi messaggi romantici tra innamorati era già diffusa nel Medio Evo, anche se<br />
bisogna aspettare il 1400 per trovarne testimonianza scritta: quello che potremmo definire come il più<br />
antico biglietto di San Valentino, è un poemetto che Carlo, duca d’Orleans, inviò a sua moglie
nel 1415, mentre si trovava rinchiuso nella Torre di Londra, dopo la sua cattura avvenuta durante la<br />
battaglia di Agincourt.<br />
Qualche anno più tardi, pare che Enrico V assumesse un poeta, John Lydgate, perchè componesse un<br />
romantico messaggio di San Valentino per Caterina di Valois.<br />
Da allora lo scambio di biglietti scritti a mano e piccoli doni quali segno di affetto, divennero comuni tra<br />
gli innamorati di tutti i ceti sociali. Verso la fine del 1800 cominciarono a comparire i primi biglietti<br />
stampati, che rendevano più facile esprimere le proprie emozioni in un’epoca in cui l’espressione diretta<br />
dei propri sentimenti veniva scoraggiata.<br />
Nel 1840, in America, Esther Howland cominciò a confenzionare bigliettini di San Valentino<br />
decorati con nastri e merletti ed abbelliti da immagini a carattere romantico, dando il via alla prima<br />
diffusione di massa di questo prodotto e guadagnandosi il soprannome di “Mother of the Valentine”.<br />
Oggi si calcola che almeno 150.000.000 di biglietti vengano scambiati nel Mondo, cosa che<br />
colloca la festa di San Valentino al secondo posto, subito dopo il Natale, nella classifica delle feste col<br />
maggior numero di biglietti scambiati...già, c’e’ anche questa classifica, lo sapevate?<br />
E sapete, invece, chi si firmò per primo “il tuo Valentino” al termine di un messaggio affettuoso? No?<br />
Non importa, ve lo dico io: fu proprio lo stesso San Valentino, il quale, poco prima di essere decapitato,<br />
scrisse un biglietto per la figlia di Asterius, quella fanciulla romana alla quale aveva ridato la vista ed<br />
alla quale lo legava, comprensibilmente, un tenero sentimento di affetto.<br />
Concludo rivolgendo un pensiero a tutti coloro che, in questo 14 febbraio 2013, non hanno un<br />
Valentino o una Valentina con cui scambiare parole e gesti d’amore e che spesso, a torto, si sentono<br />
esclusi dai festeggiamenti. L’amore romantico è solo uno dei tanti modi di amare, solo una delle tante<br />
forme nelle quali l’amore si manifesta, solo uno dei tanti volti dell’amore. Approfittate dell’occasione<br />
per dire ti voglio bene a qualcuno a cui, magari, non lo dite da tempo: un genitore, un figlio, un fratello,<br />
una sorella, un amico o un’amica. Amate voi stessi. Amate il prossimo. Amate quello che fate. Amate<br />
la Vita. Amate la vostra Vita.<br />
Buon San Valentino a tutti, proprio tutti, voi!<br />
Roberta
Pesce spada affumicato con<br />
tartare di mela...<br />
Tagliatelle di crepes
Bocconcini di faraona Tortini al cioccolato
Pesce spada affumicato con tartare di mela verde e<br />
capperi ed emulsione di yogurt, mela verde e timo<br />
Ingredienti per due persone<br />
4 fette di pesce spada affumicato<br />
1 mela verde<br />
2 cucchiai di capperi sotto sale<br />
½ vasetto di yogurt bianco<br />
olio extravergine di oliva q.b.<br />
sale q.b.<br />
pepe nero di Tellicherry q.b.<br />
timo q.b.<br />
pepe rosa per guarnire<br />
Procedimento<br />
a cura di Elisa<br />
Lavare la mela. Tagliare un cm di polpa vicina alla buccia,<br />
su ogni lato, e tagliarla a cubetti. Unirla ai capperi previamente<br />
dissalati sotto l’acqua e asciugati. Condire la tartare<br />
con un filo d’olio evo, pochissimo sale e pepe nero.<br />
Con il resto della polpa di mela, preparare l’emulsione:<br />
con un minipimer, frullare la mela, con lo yogurt e un<br />
filo d’olio evo. Aggiustare di sale e unire un po’ di timo.<br />
Sul piatto disporre la tartare aiutandosi con un coppapasta. Sopra<br />
la tartare adagiare due fette di pesce spada affumicato. Di<br />
fianco un paio di cucchiai di emulsione e pepe rosa per guarnire.
Tagliatelle di crepes con ragù bianco di branzino<br />
Ingredienti per due persone<br />
1 uovo<br />
1 bicchiere di latte<br />
100 g di farina di grano tenero tipo 0<br />
sale q.b.<br />
1 branzino di medie dimensioni<br />
1 pezzo di carota<br />
1 pezzo di cipolla<br />
1 pezzo di sedano<br />
4 filetti di acciughe sotto olio<br />
1 cucchiaio di capperi sotto sale<br />
1 spicchio di aglio<br />
½ bicchiere di Arneis<br />
prezzemolo q.b.<br />
pepe nero q.b.<br />
Procedimento<br />
a cura di Elisa<br />
Rompere l’uovo in una ciotola, aggiungere la farina e mescolare<br />
energicamente con una frusta. Incorporare il latte continuando a mescolare,<br />
finché si ottiene un composto che vela il dorso di un cucchiaio; salare.<br />
Per fare le crepes versare, in una padella calda e leggermente unta, poco<br />
composto (deve appena coprire il fondo). Cuocere da entrambe le parti.<br />
Lasciare raffreddare le crespelle, arrotolarle e tagliarle come fossero tagliatelle.<br />
Eviscerare e sfilettare il branzino (o se preferite, chiedetelo al pescivendolo, ma<br />
chiedete di mettervi da parte le lische e la testa). Preparare il fumetto di pesce:<br />
in una pentola mettere le lische, la testa, un pezzo di carota, un pezzo di cipolla<br />
e un pezzo di sedano, coprire con acqua e portare ad ebollizione; far bollire<br />
per un’ora abbondante e quando il brodo sarà pronto filtrarlo con un colino.<br />
In una padella rosolare lo spicchio d’aglio tagliato a rondelle con un filo d’olio.<br />
Aggiungere le acciughe e i capperi tritati e successivamente unire il filetto di<br />
branzino, tagliato a dadini. Cuocere per pochi minuti e sfumare col vino bianco.<br />
Far evaporare l’alcol e bagnare con il fumetto di pesce. Completare con prezzemolo<br />
tritato e pepe nero.<br />
Al momento di servire, scaldare velocemente le tagliatelle in una padella e condirle<br />
con il sugo di branzino.
Bocconcini di faraona alle nocciole<br />
e liquore alla genzianella con indivia<br />
belga al miele<br />
Ingredienti per due persone<br />
½ faraona disossata<br />
100 g di nocciole tostate in guscio<br />
1 bicchierino di liquore alla genzianella<br />
1 cespo di indivia belga<br />
olio extravergine di oliva q.b.<br />
sale q.b.<br />
miele d’acacia q.b.<br />
Procedimento<br />
a cura di Elisa<br />
Disossare la faraona (o farselo fare dal macellaio)<br />
e tagliarla a bocconcini. In una casseruola bassa,<br />
scaldare un filo d’olio e rosolare i bocconcini<br />
di faraona. Salare e sfumare con la genzianella,<br />
lasciare evaporare l’alcol e aggiungere le nocciole,<br />
precedentemente sgusciate e pestate grossolanamente.<br />
Trasferire i bocconcini in una pirofila, spennellarli con un<br />
goccio di miele e farli dorare in forno a 180°, funzione grill.<br />
Lavare l’indivia e cuocere le foglie intere su una piastra<br />
ben calda e salare. Servire i bocconcini di faraona con<br />
l’indivia piastrata e insaporita con un goccio di miele.
...e per finire la serata in dolcezza...<br />
Tortini dal cuore morbido al cioccolato, caffè<br />
e cardamomo<br />
Ingredienti per 8 tortini<br />
2 uova<br />
100 g di zucchero semolato<br />
50 g di burro<br />
100 g di cioccolato fondente<br />
1 tazzina di caffè espresso<br />
2 bacche di cardamomo<br />
50 g di farina<br />
Procedimento<br />
a cura di Elisa<br />
Montare a lungo le uova con lo zucchero. Nel frattempo sciogliere a bagno maria<br />
il cioccolato fondente e il burro. Unirvi il caffè e i semi di cardamomo pestati. Far<br />
raffreddare e unire questo composto alle uova. Mescolare bene ed incorporare la farina.<br />
Imburrare gli stampini monoporzione e versarvi il composto.<br />
Conservare i tortini in frigo e cuocere, solo prima di servire, in forno preriscaldato<br />
a 180° per 9-10 minuti.
Ingredienti:<br />
Torta alla vaniglia ( per una tortiera da<br />
20cm di diametro)<br />
5 uova<br />
250gr zucchero<br />
300gr farina<br />
2 bustine di lievito<br />
90 gr latte<br />
180 gr olio di semi<br />
1 bacca di vaniglia Bourbon<br />
a cura di Deborah
Torta alla vaniglia con ganache al cioccolato<br />
e arancia.<br />
Procedimento:<br />
Ricoprire il fondo della tortiera con carta forno.<br />
Tagliare delle strisce di carta forno alte 12 cm e lunghe a sufficienza<br />
per coprire l’intera circonferenza della tortiera.<br />
Ungere il bordo della tortiera ed “ incollare “ le strisce di carta<br />
forno in modo da ottenere una tortiera più alta.<br />
Montare le uova con lo zucchero , aggiungere a filo il latte e<br />
l’olio e i semi della bacca di vaniglia.<br />
Con un cucchiaio, aggiungere la farina ed il lievito poco alla<br />
volta e mescolare dal basso verso l’alto fino ad incorporare<br />
perfettamente le polveri.<br />
Versare il composto nella teglia e infornare a 170° per circa 1<br />
ora e 20 , facendo sempre la prova stecchino prima di sfornare<br />
il dolce.<br />
Lasciare raffreddare completamente prima di procedere al taglio<br />
e alla farcitura.<br />
Bagna:<br />
500ml acqua<br />
Succo di due arance<br />
200gr zucchero<br />
Portare a bollore l’acqua, lo zucchero e il succo d’arancia e<br />
lasciare bollire per una decina di minuti.
Farcitura:<br />
Marmellata di arance<br />
Ganache al cioccolato fondente montata<br />
Per la ganache al cioccolato fondente portate ad ebollizione 300gr di panna fresca,<br />
nel frattempo spezzettate 300gr di cioccolato fondente, e una volta raggiunta<br />
l’ebollizione della panna, versatela sopra al cioccolato. Mescolate bene fino a<br />
fare sciogliere completamente il cioccolato e lasciate raffreddare a temperatura<br />
ambiente.<br />
Una volta ben fredda, montate la ganache per 5 minuti con la planetaria o con<br />
delle fruste.<br />
Stuccatura:<br />
Ganache al cioccolato fondente.<br />
Come per la ganache montata, seguite lo stesso procedimento e gli stessi ingredienti.<br />
Una volta raffreddata completamente non montatela ma usatela così com’è per<br />
stuccare tutta la torta.<br />
A questo punto possiamo montare la torta.<br />
Tagliamo la base alla vaniglia in tre dischi .<br />
Bagniamo con l’aiuto di un pennello usando la bagna all’arancia preparata in<br />
precedenza.<br />
Stendiamo uno strato sottile di marmellata all’arancia.<br />
Con l’aiuto di una sac a poche distribuiamo uno strato di ganache al cioccolato<br />
montata.<br />
Copriamo con il secondo disco di torta alla vaniglia ed effettuiamo la stessa operazione<br />
con la bagna, la marmellata di arance e la ganche montata. Chiudiamo<br />
con l’ultimo disco di torta e bagniamo l’ultimo strato con la bagna all’arancia.<br />
A questo punto , copriamo interamente la torta con la ganache al cioccolato<br />
fondente con l’aiuto di una spatola cercando di avere i bordi e la superficie della<br />
torta completamente liscia.<br />
Copriamo la torta con della pasta di zucchero rossa e facciamola aderire perfettamente.<br />
Decoriamo con una rosa di zucchero e qualche decoro a forma di cuore attorno<br />
al bordo inferiore.
Luca & Sabr
ina consigliano
Pesce spada<br />
Consigliamo di accompagnare questo piatt<br />
che regala al palato un bouquet di sensa<br />
vanno dal fruttato della mela e degli a<br />
tutto posato su di un gradevole fondo m<br />
piene, sapide e morbide e ben si fon<br />
Taglistelle<br />
Questo piatto ben si sposa con un VERD<br />
giallo paglierino, odore delicato e<br />
retrogusto lievemente e piacevolmente<br />
sovrastare questo piatto delicato, ma<br />
sapor<br />
Bocconcini d<br />
Piatto complesso nella sua struttu<br />
abbinamento con un SALICE SALENTIN<br />
colore rosso rubino intenso che regala<br />
note speziate con sentore di legno di<br />
pronunciata, ma non è irruente. Nel comp<br />
morbido e con un b<br />
Tortini al c<br />
Consigliamo di accompagnare questo dess<br />
aromatizzato che si ottiene aggiung<br />
dell’alcol, nel quale sono state fatte m<br />
la radice di rabarbaro, di genziana, il se<br />
China calisaia. Successivamente avvien<br />
anno. Grazie alla sua persistenza<br />
l’abbinamento con il ciocc
affumicato<br />
o con un LIGHEA, un bianco siciliano<br />
zioni con le sue note complesse che<br />
grumi, al floreale della ginestra, il<br />
inerale. Le sensazioni al palato sono<br />
dono con il nostro pesce spada.<br />
di crepes<br />
ICCHIO DEI COLLI DI JESI, colore<br />
sapore armonico e asciutto con<br />
amarognolo. Un vino che non va a<br />
che riesce invece ad esaltarne i<br />
i.<br />
i faraona<br />
ra che va a trovare un perfetto<br />
O, possibilmente una Riserva. Vino dal<br />
sentori di frutti rossi caramellati e<br />
bosso, the e ambra. L’alcolicità è<br />
lesso ci troviamo davanti ad un vino<br />
uon equilibrio.<br />
ioccolato<br />
ert con un BAROLO CHINATO, vino<br />
endo al Barolo dello zucchero e<br />
acerare differenti spezie, tra cui<br />
me di cardamomo e la corteccia di<br />
e l’affinamento in botte per circa un<br />
aromatica di sentori speziati,<br />
olato è quasi d’obbligo.
Lonza di maiale<br />
ai pistacchi<br />
Costolette glassate
Sugo di salsiccia<br />
e pleuroti<br />
Polpettine di maiale<br />
allo speck...
Pancia di maiale a cottura lenta<br />
a cura di Elena B.
Dalla concia del maiale alle nostre tavole<br />
La sua carne è tenera e succosa ed è la più apprezzata dai golosi.<br />
Si gusta sia in saporiti sughi che in portate rustiche e succulente.<br />
Il maiale, una volta animale selvatico, iniziò a farsi catturare<br />
dall’uomo circa 5000 anni fa diventando una comoda<br />
provvista di carne essendo molto semplice e pratico il modo di<br />
alimentarlo. Del maiale non si butta via niente. Dalla pelle si<br />
ricavano guanti, scarpe, ecc... Con le setole si fanno spazzole<br />
e pennelli, con le ossa si produce una colla speciale. Il maiale<br />
rappresentava un riferimento vitale per la sopravvivenza<br />
e l’economia della famiglia contadina. Molto curata era<br />
l’alimentazione del maiale: raccolta e utilizzo di tanti prodotti<br />
ortofrutticoli, patate, mele, barbabietole, resti di mensa, avanzi<br />
di cucina, sottoprodotti, come la crusca e la farina di mais.<br />
Il maiale rappresentava un riferimento vitale per la<br />
sopravvivenza e l’economia della famiglia contadina.<br />
Accudirlo rappresentava un impegno totale per tutti i giorni<br />
dell’anno, ovviamente anche quelli festivi, senza che l’<br />
“azdora” potesse allontanarsi mai da casa se non per poche ore.<br />
Con il maiale si preparavano i prosciutti, la pancetta<br />
che, tenuti per quaranta giorni sotto sale, venivano<br />
successivamente appesi in cantina a una trave; si macinava<br />
la carne precedentemente selezionata e la si insaccava nelle<br />
budella preventivamente lavate per preparare le salsicce, i<br />
salami, i cotechini, le coppe, i lombetti che venivano appesi<br />
in cucina a stagionare e successivamente posti sotto cenere.<br />
Si confezionava il musotto facendo bollire in un<br />
pentolone tutte le ossa dalle quali si staccavano i<br />
residui di carne che, bolliti, macinati, conditi, venivano<br />
insaccati per essere, poi, affettati e consumati.<br />
Meris
Pancetta di maiale con cotenna (fresca) 1 kg<br />
Five-spices*1 cucchiaio<br />
Sale marino q.b.<br />
Pepe nero q.b.<br />
aglio 3 spicchi<br />
Olio d’oliva q.b.<br />
Fondo bruno** di vitello q.b.<br />
Pancia di maiale a cottura lenta<br />
*le five-spices sono un mix di spezie in polvere utilizzato nella cucina cinese e asiatica. Si prepara<br />
con cannella, chiodi di garofano, anice stellato, zenzero e semi di finocchio. E’ adatto alla preparazione<br />
di carni grasse come quella di maiale e quella di anatra.<br />
**fondo bruno. Rosolare 800 grammi di ossa e ritagli di vitello con olio, carote, sedano e cipolle<br />
prima in tegame, poi per 30 minuti in forno a 200 gradi. Si continua in una pentola sfumando con<br />
un bicchiere di vino bianco. Unire due cucchiai di concentrato di pomodoro, un mazzetto odoroso<br />
(rosmarino, salvia, alloro), due litri d’acqua fredda e cuocere per 3 ore. Regolare di sale. Filtrare e<br />
usare per la salsa.<br />
Condire la pancetta di maiale frizionandola con sale, pepe e le cinque spezie. Avvolgere completamente<br />
nella pellicola e lasciare riposare in frigo per due ore.<br />
Preriscaldare il forno a 100 gradi. In una teglia coperta da carta forno posizionare la pancetta con<br />
il lato della cotenna verso il basso. Aggiungere l’aglio e ricoprire la pancetta con l’olio d’oliva.<br />
Coprire con un altro foglio di carta da cucina, e chiudere bene tutta la teglia con un foglio di alluminio.<br />
Cuocere per almeno per 10 ore, o più, verificando la cottura con uno stecco, che deve passare attraverso<br />
la carne senza fare resistenza. Sfornare e lasciar raffreddare nell’olio di cottura.<br />
Sgocciolare, posizionare su carta forno, avvolgere nella pellicola e posizionare in frigo con un<br />
peso di circa 4 chili di peso per una notte.<br />
Al momento di servire tagliare la carne ottenendo 6 porzioni.<br />
Preriscaldare il forno a 230 gradi.<br />
Tagliare lo strato della cotenna. Scaldare poco olio in un tegame antiaderente e rosolare la cotenna<br />
e finire in forno 8 minuti.<br />
Nel frattempo scaldare la carne in un altro tegame unendo qualche cucchiaio di fondo bruno.<br />
Servire il bocconcino di carne, con la cotenna croccante con qualche cristallo di sale.<br />
Come contorno tortino di patate, verdure grigliate, cous cous d’orzo e insalatina di pomodorini.<br />
Elena Bruno
Arrosto di lonza di maial
e ai pistacchi<br />
a cura di Lara<br />
Questa ricetta è nata da una scommessa che ho<br />
fatto con me stessa e contro quello s…..o del<br />
mio forno… eh sì, parlando del forno, ultimamente<br />
ha deciso che se io gli dico 200° lui si<br />
ferma a 150°, ma ti sembra? Che anche il forno,<br />
non bastassero figli e marito, si metta a non<br />
ascoltarti più… bè è grave. I miei nervi stavano<br />
per subire un tracollo, e così, in preda allo<br />
sconforto e con mio marito che mi diceva che<br />
sono una pazza, sono andata a comperarmi un<br />
termometro da forno… eeeeeee? Avevo ragione,<br />
il forno è impazzito e io sono sana di mente.<br />
Evviva!!!! Invece la scommessa con me stessa è<br />
più complessa, risale alla scoperta della mia evidente<br />
negazione con gli arrosti, dovuta essenzialmente<br />
al ventennio passato a mangiare gli<br />
arrosti preconfezionati quando non precotti che<br />
mia madre tanto adorava. Da lì, io mi sono sempre<br />
rifiutata, quindi stracotti, pezzi interi, polli,<br />
brasati, umidi, ma arrosti ripieni e arrotolati mai.<br />
Ma potevo, da foodblogger, continuare così? È<br />
evidente che no! Così ho pensato a un ripieno<br />
sfizioso da fare con uno dei miei tagli di maiale<br />
preferiti, ed eccovi il risultato. I commensali<br />
l’hanno gradito, ma soprattutto devo dire che lascia<br />
uno sfizioso fondo cottura, che ammorbidito<br />
con un goccio di brodo ha fatto la differenza.
Queste costolette sono una validissima alternativa al BBQ estivo, ne conservano la convivialità<br />
e l’aspetto lucido e glassato, però hanno un sapore molto più delicato che si sposa in maniera<br />
deliziosa con il gratin di patate. Un suggerimento per renderle più orientali è aggiungere un<br />
pizzico di zenzero in polvere alla marinatura e accompagnarle con un purè di piselli con dentro<br />
dello zenzero fresco grattugiato.
Per 6/7 porzioni di Costolette<br />
Prendete le costolette unite, circa 12/14<br />
Olio circa 30 ml<br />
Salsa worcester, 3 generose spruzzate<br />
Salsa di soia 20 ml<br />
Sakè 30 ml<br />
Sale affumicato grosso per dare un tocco di fumo<br />
pepe q.b.<br />
2 cucchiai di senape piccante<br />
Costolette glassate all’orientale con<br />
gratin dauphinoise<br />
a cura di Lara<br />
Incidete le costolette fino quasi alla fine ma non<br />
del tutto. Riunite in una ciotola tutti gli ingredienti<br />
e mescolate creando una marinata che andrete<br />
a massaggiare amorevolmente su tutta la carne.<br />
Coprite con dell’alluminio e mettete in frigo per<br />
almeno mezz’ora.<br />
Preriscaldate il forno a 190°. Scolate le costolette<br />
dalla marinata e mettetele in forno in una bella teglia<br />
per circa mezz’ora, giratele e lasciatele in forno<br />
altri 15 minuti circa. Se si dovessero asciugare<br />
troppo (non dovrebbe succedere perché di solito<br />
rilasciano il loro grasso) aggiungete qualche cucchiaiata<br />
di marinata.<br />
Togliete dal forno e mettete a riposare su un piatto,<br />
unite i succhi di cottura alla marinata rimasta e fate<br />
bollire a fiamma viva per qualche minuto per ridurla.<br />
Spennellate il fondo di cottura così ottenuto<br />
sulle costolette.<br />
Per 6/7 porzioni di Gratin Dauphinoise<br />
Chiamato così perché nasce nella regione del<br />
delfinato di Francia si combatte ancora per sapere<br />
se la versione migliore sia quella al latte o alla<br />
panna, per non scontentare nessuno noi abbiamo<br />
messo un po’ di tutte e due.<br />
Circa 1 kg. Di patate piccole e farinose<br />
Noce moscata macinata fresca<br />
1 spicchio d’aglio<br />
40 g. di burro fuso<br />
100 g di formaggio grattugiato fondente (fontina,<br />
emmenthal)<br />
2 uova<br />
300 ml di panna da cucina<br />
100 ml latte<br />
Burro a fiocchetti<br />
Sale e pepe q.b.<br />
Lavate le patate, sbucciatele e tagliatele a fette<br />
molto sottili con una mandolina (attenzione alle<br />
dita!). Condirle con sale, pepe e noce moscata.<br />
Tagliate a metà lo spicchio d’aglio e strofinate le<br />
pereti della teglia, ungete la teglia anche con il<br />
burro sciolto.<br />
Procedete a disporre le patate mettendole quasi<br />
verticalmente e spolverando tra le varie file il<br />
formaggio grattugiato, circa 70 g.<br />
Mescolate il formaggio restante con le uova, il<br />
latte e la panna e versate il composto sulle patate.<br />
Distribuite sul composto il burro a fiocchetti<br />
e infornate a metà altezza a 200° per circa 1 ora.
Sugo alla salsiccia e pleuroti<br />
profumato al timo<br />
a cura di Simona<br />
Ingredienti<br />
300 gr salsiccia a nastro non piccante<br />
33 cl circa di salsa di pomodori ciliegini<br />
Un quarto di cipolla bianca<br />
Un bel rametto di timo fresco o un cucchiaino di timo<br />
secco in foglioline<br />
Sale e pepe<br />
Mezzo bicchiere di vino bianco secco<br />
Una decina di funghi pleuroti o geloni<br />
Olio d’oliva extravergine q.b<br />
Una noce di burro<br />
Preparazione<br />
In una capace casseruola (io ho utilizzato quella in ghisa)<br />
mettere la noce di burro con un filo d’olio extravergine<br />
d’oliva e far rosolare la cipolla tritata finissimamente.<br />
Aggiungere la salsiccia spellata e sbriciolata finemente e<br />
far rosolare un pochino a fuoco vivace; sfumare col vino<br />
bianco e lasciar evaporare l’alcool sempre a fiamma viva.<br />
Aggiungere i funghi ben puliti e fatti a pezzettoni<br />
irregolari, continuare la rosolatura per circa 5-7 minuti<br />
e aggiungere la passata di ciliegino. Regolare di sale<br />
e pepe e cuocere a fuoco lento, col coperchio, per una<br />
bella oretta, facendo man mano restringere il sugo.<br />
Aggiungere le foglioline di timo quando<br />
mancano pochi minuti a fine cottura in questo<br />
modo il sugo manterrà il profumo meraviglioso<br />
dell’erba aromatica, senza disperderlo.<br />
Ideale per condire gnocchi o delle pappardelle…largo<br />
alla fantasia!
Polpettine di maiale allo speck<br />
profumate alla noce moscata e maggiorana<br />
Preparazione:<br />
Ingredienti:<br />
500 gr carne trita di maiale<br />
100 gr speck affettato<br />
3 fette di pane in cassetta<br />
Un goccio di latte<br />
Noce moscata q.b<br />
Maggiorana 1 cucchiaio tritata<br />
Sale e pepe q.b<br />
Olio d’oliva extravergine<br />
1 uovo<br />
2 cucchiai di parmigiano grattugiato<br />
Farina bianca<br />
a cura di Simona<br />
Ammollare le fette di pane nel latte e poi strizzarle ben bene con<br />
le mani: metterle in una ciotola insieme all’uovo leggermente sbattuto<br />
col parmigiano e alla carne di maiale. Aggiungere anche lo<br />
speck tritato al mixer, la maggiorana, una abbondante grattugiata<br />
di noce moscata, regolare di sale e pepe e con le mani impastare<br />
in modo da ottenere un composto amalgamato alla perfezione.<br />
Con questo fare tante piccole polpettine della grandezza di una pallina<br />
da ping pong, appiattendole leggermente nel centro. Rotolarle nella<br />
farina bianca e cuocerle in padella con abbondante olio extravergine<br />
bollente; scolarle su carta da cucina, servirle caldissime accompagnate<br />
da pomodorini ciliegia e a piacere con dadini di formaggio stagionato.
Luca & Sabr
ina consigliano
Arrosto<br />
Un arrosto arricchito da un ripieno<br />
si sposa bene con un MERLOT, un vin<br />
in purezza sa regalare piacere con<br />
erbaceo, aromatico<br />
Costolett<br />
Piatto ricco e complesso nei sapor<br />
all’insegna della seduzione, consigliamo<br />
MONFERRATO, un vino dal colore r<br />
speziate che ricordano il pepe nero<br />
bosco e in particolare di prugna. Asc<br />
aromatica che ben si sposa c<br />
Sugo di<br />
Per un primo piatto con un sugo da<br />
diversi abbinamenti, a seconda dell<br />
BARBERA, vino robusto e strutturato<br />
del ragù in questione, oppure una BONAR<br />
ottima scelta qualora si voglia all<br />
piatto. Quest’ultima è un vino rosso<br />
con profumi spiccati di frutta rossa, ci<br />
è un vino schietto, solido, color r<br />
mirtilli e ciliegia. Morbido e<br />
Polpettine di m<br />
La nostra proposta cade su di un PINO<br />
rosso rubino ad alto contenuto tannic<br />
richiama alla mente i frutti di b<br />
persi
di lonza<br />
che va a conferirgli personalità e che<br />
o spesso usato per i tagli, ma che anche<br />
il suo sapore fruttato, leggermente<br />
e con bassa acidità.<br />
e glassate<br />
i. L’abbinamento che proponiamo è<br />
dunque un RUCHE’ DI CASTAGNOLE<br />
osso rubino intenso, con note floreali e<br />
e l’incenso, con sentori di frutti di<br />
iutto, morbido, con lunga persistenza<br />
on queste costolette glassate.<br />
salciccia<br />
l sapore così deciso proponiamo due<br />
e intenzioni del padrone di casa. Un<br />
, deciso quanto lo sono gli ingredienti<br />
DA VIVACE DELL’OLTREPO’ PAVESE,<br />
eggerire e rendere effervescente il<br />
frizzante con un perlage persistente e<br />
liegia, mora, melagrana. Il BARBERA<br />
osso intenso, con note di lamponi,<br />
con una buona struttura acida.<br />
aiale allo speck<br />
T NERO dell’Alto Adige, vino di colore<br />
o, con profumo pieno ed intenso che<br />
osco. Il sapore è piacevolmente<br />
stente.
E’ molto importante che i bambini acquisiscano sin<br />
da piccoli le regole per una corretta alimentazione, in<br />
questo modo infatti si gettano le basi per uno stile di<br />
vita sano ed equilibrato<br />
Perché un bambino cresca bene però, non solo è importante<br />
che segua le indicazioni della piramide nutrizionale,<br />
ma è anche fondamentale che impari a porsi in<br />
maniera positiva nei confronti del cibo perché assaggi<br />
e mangi tutto con gusto, senza rifiuti e anche senza esagerare.<br />
Per comporre dei menù equilibrati per i bambini e per<br />
tutta la famiglia basterà seguire ogni giorno queste 5<br />
regole semplici e fondamentali:<br />
• 5 porzioni di frutta e verdura di stagione che apportano<br />
vitamine e sali minerali<br />
• 4 porzioni di cereali, che forniscono energia<br />
• 2 porzioni di carne, bianca o rossa (due volte alla<br />
settimana), uovo (1 volta alla settimana) o pesce<br />
per l’apporto di proteine nobili da alternare con i<br />
legumi<br />
• 2 porzioni di latticini o derivati del latte per l’apporto<br />
di calcio<br />
• una piccola quantità di zuccheri e grassi, per bilanciare<br />
le calorie.<br />
Mi sembra giusto citare quello che mi ripete sempre la<br />
mia pediatra: “se un bambino mangia poco, noi mamme<br />
non dobbiamo andare nel panico e soprattutto farci<br />
assalire dall’ansia, perché un bambino che cresce bene,<br />
gioca, è vispo e dorme senza problemi è un bimbo ben<br />
nutrito”.<br />
B
imbi a tavola
Chips di mela croccanti a
cura di Laura<br />
Fare mangiare la frutta ai bambini è sempre difficoltoso, le chips<br />
di mela croccanti sono un’alternativa golosa alla solita merenda.<br />
Si possono consumare in tanti modi, da sgranocchiare tal quali,<br />
come se fossero delle “patatine” di mela o spezzettate, aggiunte<br />
ad esempio in un bicchiere di yogurt con i cereali, oppure aggiunte<br />
in un dolcino per dare quel tocco in più.<br />
Ingredienti<br />
• 2 mele (tipo pink lady)<br />
• 1 bicchiere raso di zucchero<br />
• 1 bicchiere di acqua<br />
• 1 stecca di cannella<br />
• 2 chiodi di garofano<br />
• 1 bacca di cardamomo<br />
• Succo di ½ limone<br />
•<br />
Procedimento<br />
1. Versare lo zucchero in una casseruola, scioglierlo con l’acqua,<br />
aggiungere il succo di limone filtrato, la cannella, i chiodi<br />
di garofano, la bacca di cardamomo e portare ad ebollizione.<br />
2. Lavare bene le mele con il bicarbonato e affettarle sottilmente,<br />
preferibilmente con una mandolina.<br />
3. Mettere subito le fette di mela nello sciroppo e cuocere per un<br />
paio di minuti.<br />
4. Spegnere la fiamma e lasciare riposare le mele nello sciroppo<br />
per 12 ore. Dovranno diventare trasparenti.<br />
5. Passato questo tempo accendere il forno a 150°C e rivestire<br />
due teglia con la carta da forno.<br />
6. Prendere delicatamente le fettine di mela, tamponarle con carta<br />
da cucina per eliminare lo sciroppo in eccesso e disporle<br />
nella teglia.<br />
7. Infornare e lasciare asciugare per un paio di ore, girando a<br />
metà cottura.
Mini sformatini di zucca e ricotta<br />
a cura di Laura
Gli sformatini sono l’ideale per camuffare le verdure verso le quali storcono il nasino un po’ tutti<br />
i bimbi. Con la zucca e la ricotta hanno un sapore molto delicato e costituiscono un piatto unico,<br />
goloso e nutriente. Se poi vogliamo renderli ancora più accattivanti e irresistibili agli occhi dei<br />
bambini basterà utilizzare degli stampini monoporzione dalla forma particolare come ad esempio<br />
un cuoricino.<br />
“Saranno apprezzati da tutta la famiglia e possono essere offerti ai bimbi dall’anno di età in poi se<br />
si utilizza l’uovo intero, dagli 8-9 mesi se, per legare, si utilizzerà solo il tuorlo”.<br />
Ingredienti per 6 mini sformati<br />
• Zucca 600g (pesata al netto degli scarti)<br />
• Patate 400g (circa 3)<br />
• Ricotta 80g<br />
• Parmigiano grattugiato 50g<br />
• Noce moscata<br />
• 1 uovo<br />
• Sale q.b.<br />
• Olio EVO<br />
• Burro per lo stampo<br />
• Pangrattato per lo stampo<br />
Procedimento<br />
1. Lavare la zucca, decorticarla e tagliarla in grossi pezzi.<br />
2. Pelare e lavare le patate, tagliarle a metà.<br />
3. Mettere le patate e la zucca sul cestello vapore e cuocere nella pentola a pressione (*) con 1<br />
bicchiere di acqua ed un cucchiaino di sale, calcolando 8 minuti dall’inizio del fischio.<br />
4. Schiacciare la zucca nello schiacciapatate, avendo l’accortezza di fare uscire prima l’acqua di<br />
vegetazione. Schiacciare le patate.<br />
5. Versare tutto in una ciotola capiente, unire poi la ricotta, il parmigiano, l’uovo, la noce moscata<br />
e una presa di sale. Si dovrà ottenere un composto sodo.<br />
6. Imburrare 6 stampini come quelli dei muffin, spolverarli con il pane grattugiato, versare il<br />
composto di zucca nelle cavità, livellare la superficie, passare il pane grattugiato e terminare<br />
con un filo di olio EVO.<br />
7. Infornare a 180° (forno già caldo) e cuocere per 25-30 minuti o fino a quando la superficie<br />
degli sforma tini non sarà dorata.<br />
8. Lasciare raffreddare per un paio di minuti, sformare e servire.<br />
(*)Se non si vuole usare la pentola a pressione, è possibile cuocere la zucca in forno per circa<br />
40 minuti o a vapore per 20 minuti. Le patate invece andranno bollite con tutta la buccia.Fare<br />
mangiare la frutta ai bambini è sempre difficoltoso, le chips di mela croccanti sono un’alternativa<br />
golosa alla solita merenda. Si possono consumare in tanti modi, da sgranocchiare tal quali, come<br />
se fossero delle “patatine” di mela o spezzettate, aggiunte ad esempio in un bicchiere di yogurt<br />
con i cereali, oppure aggiunte in un dolcino per dare quel tocco in più.
Tisana ai fiori di sanbuca, lavanda e stevia<br />
a cura di Roberta
Diciamoci la verità: non sempre quello che fa bene è anche buono.<br />
Soprattutto se si tratta di erbe offcinali. L’erisimo, ad esempio, è una<br />
mano santa per la gola. Viene chiamato anche “l’erba dei cantanti” per<br />
i suoi comprovati effetti benefici a carico delle prime vie respiratorie.<br />
Avete mai bevuto una tisana di erisimo? Sa di fieno stantio. Grazie<br />
ma, preferisco tenermi quel leggero pizzicorino alla laringe. Sapete,<br />
invece, cosa è davvero buono e in più fa anche bene a gola e bronchi?<br />
Questa tisana di fiori di sambuco e lavanda! Con l’aggiunta di una<br />
foglia di stevia, è anche naturalmente dolce, con un leggero retrogusto<br />
di liquirizia che non guasta davvero. Le mie piantine di stevia si sono<br />
comportate benissimo per tutta l’estate, nonostante il clima olandese<br />
non sia sicuramente il più vicino a quello delle zone di origine di questa<br />
graziosa e utilissima pianta, ed ora ho una piccola scorta di quello<br />
che viene comunemente chiamato “ zucchero verde”. Ha un potere<br />
dolcificante 200 volte superiore a quello dello zucchero e, udite udite,<br />
nessuna caloria! Io sto cominciando a sperimentarla anche nei dolci,<br />
sia da forno che al cucchiaio e con risultati del tutto soddisfacenti. Se<br />
non trovate la stevia in foglie poco male: un cucchiaino di miele la<br />
sostituirà degnamente, aggiungendo alla vostra bevanda calda anche<br />
le note proprietà di questo prezioso alimento. In ogni caso la dolcezza<br />
dei fiori di sambuco, rende quasi superfluo l’uso di altri dolcificanti. Io<br />
lascio nella tazza qualche capolino di lavanda: adoro il loro intenso e<br />
profumato sapore. Occhio a non esagerare però, altrimenti vi sembrerà<br />
di aver ciucciato il profuma biancheria di vostra nonna!<br />
Per avere due tazze di questa deliziosa tisana, non dovrete fare altro che<br />
mettere in infusione, per 10 minuti e in acqua bollente, un cucchiaio di<br />
fiori essiccati di sambuco, un cucchiaino di fiori di lavanda e due foglie di<br />
stevia. Mi raccomando, quando acquistate i fiori, assicuratevi che siano<br />
ad uso alimentare, meglio se provenienti da coltivazioni biologiche.
Tè bancha<br />
ai frutti tropicali<br />
a cura di Roberta
Niente di meglio di una bella tazza di tè<br />
fumante, per riscaldarsi rientrando a casa<br />
in una gelida sera d’inverno. Anche meglio<br />
se il suo profumo ci ricorda il sole caldo dei<br />
tropici, sia che ai tropici ci siamo stati davvero<br />
o che li abbiamo sempre solo sognati. Anziché<br />
acquistare miscele già aromatizzate, quasi<br />
sempre con astuzie chimiche, io preferisco<br />
prepararmele in casa. Come base di partenza,<br />
uso sempre il tè bancha, un tè verde giapponese<br />
molto comune. A mio parere sarebbe un<br />
delitto aromatizzare un tè pregiato o che abbia<br />
già di suo un aroma forte e spiccato. Inoltre<br />
il tè bancha ha un’altra caratteristica che me<br />
lo rende particolarmente gradito: ha un basso<br />
contenuto di teina e per questo lo possono<br />
bere anche i bambini, gli anziani e chi, come<br />
me, poco tollera cafeina e teina. Per contro,<br />
questo tè non possiede tutte le benfiche qualità<br />
di un tè verde più pregiato. Questo perché si<br />
ricava dalle foglie più vecchie della “camelia<br />
japonica” e non dai suoi germogli. Anche<br />
il gusto è più delicato, quindi non sovrasta<br />
quello degli altri ingredienti aggiunti per<br />
aromatizzarlo. In questo caso un mix di frutti<br />
tropicali disidratati, di quelli che si trovano<br />
già pronti per essere aggiunti al muesli, ad<br />
esempio: cocco in scaglie, ananas, mango,<br />
papaia e banana. In più, qualche pezzetto di<br />
bacca di vaniglia, quello che rimane dopo<br />
averne utilizzato i semi, così non si spreca<br />
nulla.
Ingredienti:<br />
50 g di tè bancha<br />
40 g di frutti tropicali disidratati<br />
½ stecca di vaniglia, privata dei semi<br />
Tritare grossolanamente il mix di frutti<br />
tropicali, meglio con un coltello affilato,<br />
perché nel mixer tendono ad aggrumarsi dato<br />
che sono piuttosto appiccicosi. Tagliare anche<br />
la mezza steccadi vaniglia in pezzetti piccoli.<br />
In una ciotola mischiare il te con i pezzetti di<br />
frutta e la vaniglia. Riporre in un contenitore<br />
a chiusura ermetica, meglio un barattolo di<br />
vetro con tappo a vite, e lasciare riposare per<br />
10 o 15 giorni prima di utilizzarlo: in questo<br />
modo la frutta e la vaniglia cederanno i loro<br />
aromi al tè.<br />
Prepararlo poi, portando ad ebollizione l’acqua,<br />
versandoci un cucchiaio di tè aromatizzato<br />
e lasciandolo in infusione, coperto, per 7/8<br />
minuti.<br />
Ottimo se accompagnato da biscotti al cocco<br />
o al lime....o è il tè che accompagna i biscotti?
Ciocomenta<br />
a cura di Roberta
Questa, più che una ricetta, è una sfida! Alle vostre coronarie e anche alla vostra<br />
bilancia. Una di quelle cose delle quali si dice: “ Pochi secondi in bocca, e su cosce<br />
e glutei per il resto della vita” Non provate nemmeno a chiedervi quante calorie ci<br />
siano in una tazza, quanti grammi di grassi e zuccheri. Lasciate perdere. Mettete a<br />
tacere sensi di colpa e consigli salutistici. Dimenticatevi parole come colosterolo e<br />
glicemia. Segnatevela e tenetela da parte, per godervela solo in quelle occasioni in<br />
cui c’e’ davvero bisogno di una coccola. Alla fine di una di quelle giornate in cui è<br />
andato storto tutto quello che poteva andare storto. Infilatevi il pigiama più caldo,<br />
le pantofole più comode. Una tazza in una mano, un buon libro nell’altra. Chiudete<br />
fuori il mondo e rilassatevi. Solo mi raccomando: prima controllate sull’agenda se<br />
domani dovete andare a farvi gli esami del sangue!<br />
Ingredienti e dosi per 2 tazze<br />
80 ml di latte intero<br />
80 ml di panna liquida<br />
100 g di cioccolato fondente al 65%<br />
6/8 foglie di menta fresca<br />
facoltativi:<br />
panna montata e foglie di menta per guarnire<br />
In un pentolino a fondo spesso, mescolate il latte con la panna. Scaldate fino a<br />
quando cominciano ad apparire le prime bollicine lungo il bordo. Aggiungete le<br />
foglie di menta spezzetate grossolanamente, coprite e lasciate in infusione per 20<br />
minuti. Nel frattempo grattugiate il cioccolato fondente, oppure sbriciolatelo col<br />
coltello in pezzi piccoli, e mettetelo in una ciotola.<br />
Eliminate le foglie di menta dal mix di latte e panna, riportatelo al fuoco e<br />
scaldatelo di nuovo fino alla comparsa delle prime bollicine. Versatelo lentamente<br />
sul cioccolato, e contemporaneamente mescolate con un cucchiaio o una<br />
piccola frusta, finchè il cioccolato sarà completamente sciolto ed amalgamato al<br />
resto. Rimettetelo nel pentolino e scaldate, a fiamma bassissima e mescolando<br />
continuamente, fino al grado desiderato. Distribuite il cioccomenta in due tazze e,<br />
volendo decorate con un fiocco di panna leggermente montata e non zuccherata<br />
e due foglioline di menta fresca. Io la panna l’ho profumata con due gocce di<br />
essenza di menta.<br />
Allo stesso modo potete preparare cioccolate calde aromatizzate alla scorza<br />
d’arancia, al cardamomo, alla cannella, alla vaniglia....sono tutte buonissime!
I cuori teneri delle ragazze<br />
a cura di Eleonora
Le amiche<br />
Sono loro che fanno evadere la nostra mente, sono loro che ci ascoltano, ma s<br />
macchinette, ininterrottamente, di tutto e di tutti: sport assolutamente necessario<br />
delirio, diventa molto più dolce ed interessante, davanti ad una bella tazza di tè e<br />
morbido di pera, con un pizzico di irriverente cannella, racchiuso in un abbracci<br />
Procedimento:<br />
ingredienti: (dosi per 15 pasticcini)<br />
per la pasta frolla<br />
75g di farina<br />
25g di burro a temperatura ambiente<br />
20g di zucchero semolato<br />
1 pizzico di sale<br />
1 goccia di estratto di vaniglia<br />
1 tuorlo d’uovo e metà del suo albume<br />
pirottini per pasticcini in carta da forno<br />
legumi secchi da utilizzare come pesi<br />
per la composta di pera<br />
1 pera<br />
40g di zucchero semolato<br />
1 pizzico di cannella<br />
per la crema di cacao<br />
250g di mascarpone<br />
2 tuorli d’uovo<br />
2 cucchiai di zucchero semolato<br />
2 cucchiai di cacao amaro in polvere<br />
Per ottenere la composta sbucciate la pera, privatela del torsolo e tagliatela a pic<br />
cuocete a fuoco basso in un pentolino coperto, fino a quando la pera non divente<br />
disponendo su un piano di lavoro la farina, lo zucchero e il sale; formate un crate<br />
senza scaldare troppo il composto con il calore delle mani, formate un panetto e<br />
tra due fogli di carta da forno e, con l’aiuto di un mattarello, create una sfoglia s<br />
i pirottini, poi ponete sulla pasta modellata un secondo pirottino e riempite di leg<br />
in forno a 180° per 18 minuti e lasciate raffreddare. Ora potete eliminare i legum<br />
quando il composto diventa chiaro e cremoso aggiungete il mascarpone; lavorate<br />
senza grumi.
oprattutto che ci fanno il dono impagabile di sentirci chiacchierare come delle<br />
per riposare le nostre stanche membra di donne dei tempi moderni. Tutto questo<br />
ad un’ampia quantità di pasticcini; meglio ancora se i dolcetti riservano un cuore<br />
o di frolla.I cuori teneri delle ragazze<br />
coli dadini. Aggiungete lo zucchero e la cannella, fate riposare per 30 minuti e<br />
rà tenera. Frullate la composta ottenendo una purea. Ora preparate la pasta frolla<br />
re dove versate il burro, l’uovo e l’essenza di vaniglia. Impastate velocemente,<br />
fatelo riposare in frigorifero per una trentina di minuti. Disponete la pasta frolla<br />
ottile, di circa 3mm di spessore. Ricavate da essa dei cerchi, con i quali foderate<br />
umi secchi, di modo che la base dei nostri cuori non si gonfi troppo. Cuocete<br />
i e i pirottini.Per preparare la crema di cacao, montate i tuorli con lo zucchero e<br />
ancora un po’ e versate il cacao, poi montate fino ad ottenere una crema soda e
Cioccolata Calda Fondente all’Earl<br />
a cura di
Grey<br />
Giada<br />
Dosi per una tazza:<br />
125 ml di latte fresco<br />
1 cucchiaino di tè Earl Grey in foglie<br />
1 cucchiaino di zucchero di canna grezzo<br />
1 cucchiaino di cacao amaro in polvere<br />
40 g di cioccolato fondente al 70%<br />
1 cucchiaino di amido di mais<br />
Preparazione:<br />
Portate quasi a bollore il latte e mettetevi<br />
in infusione il tè per circa 2 minuti. Trascorso<br />
il tempo di infusione unite al latte<br />
lo zucchero, il cacao precedentemente<br />
setacciato e la cioccolata fondente a pezzi.<br />
Mescolate tutto bene con una frusta<br />
e lasciate sciogliere. Unite poi l’amido<br />
precedentemente stemperato in due cucchiaini<br />
di latte. Lasciate addensare sul<br />
fuoco e servite.
a cura di Angela
Frolline di farina di ceci con<br />
chantilly di robiola e salsa<br />
al caramello salato e noci.<br />
I legumi sono nostri grandissimi alleati, poveri di<br />
grassi e ricchi di proteine, un contenuto molto alto di<br />
fibre e sappiamo tutti quanto siano importanti al nostro<br />
organismo, e poi fonte di tanta energia. Non dovrebbero<br />
mai mancare sulla nostra tavola anche perché si prestano<br />
davvero a tantissime preparazioni, basta solo un po’ di<br />
fantasia ed ecco che ci scappa anche un originale mignon<br />
ispirato ai buonissimi ceci.<br />
La farina di ceci combinata alla farina di riso per una frolla<br />
profumata e friabilissima un ripieno leggerissimo come sa<br />
essere una chantilly di robiola e a dare armonia a tutto una<br />
salsa al caramello salato e noci. E ora mani in pasta!<br />
Per la pasta frolla:<br />
225 gr di farina di riso<br />
150 gr di farina di ceci<br />
125 gr di burro fuso<br />
65 gr di zucchero<br />
50 ml di acqua ( o quanto basta per compattare la pasta)<br />
Mettere tutti gli ingredienti in planetaria e amalgamare,<br />
finire di compattare la pasta con le mani aiutandosi con<br />
un po’ d’acqua se occorre. Ottenuto il panetto di frolla,<br />
rivestire con pellicola alimentare e lasciar riposare in frigo<br />
mezz’ora almeno.<br />
Stendere col mattarello la pasta frolla, coppare dei<br />
dischetti o usare come nel mio caso una forma a fiore e<br />
rivestire degli stampini da tartellette, bucherellare il fondo<br />
e cuocere in forno per 15 minuti circa a 180°.
Per il ripieno prepariamo una chantilly di robiola:<br />
200 gr di panna montata<br />
200 gr di robiola<br />
1 foglio di gelatina<br />
Prendiamo una piccola quantità di panna e la riscaldiamo<br />
in un pentolino a fuoco basso, fuori dal fuoco uniamo il<br />
foglio di gelatina già ammollato per 10 minuti in acqua<br />
fredda e mescolino facendolo sciogliere benissimo. Uniamo<br />
alla robiola che abbiamo reso cremosa con una frustra<br />
e per finire uniamo molto delicatamente la panna montata.<br />
Per il caramello al burro salato:<br />
125 gr di zucchero semolato<br />
40 ml di acqua<br />
75 gr di panna<br />
60 gr di burro a temperatura ambiente<br />
2 pizzichi di fior di sale
Versiamo lo zucchero e l’acqua in un pentolino dal fondo<br />
spesso e mettiamo su fuoco medio alto, lasciamo che caramellizzi<br />
senza mai mescolare, fino ad avere un bel color<br />
nocciola chiaro, fuori dai fornelli versiamo lentamente la<br />
panna che nel frattempo abbiamo fatto bollire, attenzione<br />
che fa molta schiuma da subito, mescolare molto bene,<br />
rimettere sul fuoco per un altro minuto o più se la volete<br />
più densa.<br />
Spegnete il fuoco e aggiungete il burro a piccoli pezzetti<br />
per volta e infine i due pizzichi di fior di sale. Amalgamare<br />
con un mix ad immersione e lasciar raffreddare a temperatura<br />
ambiente.<br />
Adesso componiamo il dolce:<br />
Sulla base delle frolline versiamo della salsa di caramello<br />
e qualche noce spezzettata, copriamo con uno spuntone di<br />
chantilly alla robiola, io ho usato la sac a poche ma non è<br />
indispensabile e rifiniamo con un gheriglio di noce un po’<br />
di salsa al caramello.
Polentine di ricotta e agrumi:<br />
La farina di mais e il suo meraviglioso color oro, quasi un raggio<br />
di sole a scaldare queste fredde giornate d’inverno. E allora<br />
un bel piatto di polenta fumante diventa una coccola che ci<br />
accompagna nella stagione più fredda dell’anno.<br />
E se la polenta si fa dolce? Queste dorate tortine di farina di<br />
mais sono davvero un regalo goloso a cui non si può resistere!<br />
Polentine di ricotta e agrumi:<br />
250 gr di ricotta<br />
130 gr di farina di mais tipo fioretto<br />
30 gr di farina 00 setacciata<br />
120 gr di zucchero<br />
2 uova<br />
Il succo di 2 arance<br />
1 cucchiaino di lievito per dolci<br />
30 gr di uvetta<br />
50 gr di burro morbido<br />
Per decorare:<br />
scorzette d’arancia<br />
zucchero fondente o glassa.<br />
Procedimento:<br />
a cura di Angela<br />
Mettere l’uvetta in ammollo con il succo delle arance.<br />
Preriscaldare il forno a 180° statico<br />
Montare con delle fruste lo zucchero e il burro morbido,<br />
aggiungere la ricotta e un uovo alla volta.<br />
Mescolare il lievito alla farina 00 e aggiungere quest’ultima al<br />
composto alternandola alla farina di mais e al succo d’arancia<br />
con l’uvetta, amalgamare bene tutti gli ingredienti e versare<br />
negli stampini già precedentemente imburrati e infarinati, non è<br />
necessario se usiamo stampi in silicone.<br />
Cuocere in forno per 25 minuti circa.<br />
Una volta cotti li lasciamo raffreddare su di una gratella e li<br />
decoriamo con dello zucchero fondente e scorzette d’arancia<br />
candite.
Strauben dell’Alto Adige con marmellata<br />
di frutti di bosco<br />
a cura di Angela<br />
A Carnevale ogni fritto vale!<br />
E se durante l’anno qualche piccolo senso di colpa ci limita<br />
nelle nostre preparazioni di frittura , a Carnevale è più che lecito<br />
impugnare il nostro bel padellone per fritti e via di cenci, frittelle,<br />
zeppole, ciambelle…di tutte le regioni e di tutte le fattezze.<br />
Non lo si può negare , i fritti dolci di Carnevale sono una vera<br />
bontà, croccanti, fumanti, cosparsi di zucchero, semplici, ripieni<br />
di creme, accompagnati da panna, marmellate…insomma non vi<br />
è venuta voglia? E allora si frigge!<br />
200 gr di farina<br />
250ml di latte caldo<br />
2 uova (separare i tuorli dagli albumi)<br />
1 bicchiere di grappa (circa 2cl)<br />
1 pizzico di sale<br />
30 gr di burro fuso<br />
Procedimento:<br />
Setacciare la farina, unirvi il sale e il latte caldo, stemperare<br />
bene con una frusta. Unire quindi i due tuorli, il sale, la grappa<br />
e il burro fuso. Adesso bisogna lasciar riposare il composto per<br />
almeno un paio di ore perché prenda la giusta consistenza per la<br />
frittura. Dopo il riposo unire delicatamente per non smontarli i<br />
due albumi montati a neve e iniziare a friggere in olio ben caldo<br />
facendo cadere un paio di mestoli del composto dal tipico imbuto<br />
con manico lungo per straumben. Lasciar cuocere un paio di<br />
minuti, poi girare la frittella e finire la cottura per un altro minuto.<br />
Spolverare di zucchero a velo e servire con marmellata di frutti di<br />
bosco o in alternativa, panna o cioccolato.
L’angolo delle...
Zuppe!!<br />
Phto by Tiziana
Ingredienti per 2 persone<br />
130 gr di farro decorticato<br />
20 castagne<br />
1 rametto di rosmarino<br />
4-5 foglie di salvia<br />
1 cipolla piccola<br />
1 carota<br />
1 spicchio d’aglio<br />
10-12 pomodori ciliegini<br />
5 cucchiai di passata di pomodoro<br />
30 gr di pancetta affumicata<br />
brodo vegetale<br />
olio evo<br />
Zuppa di farr
o e castagne a cura di Tiziana<br />
Preparazione<br />
Pelate a vivo le castagne e tenete da parte. Risciacquate il farro<br />
in acqua fredda.<br />
In una casseruola mettete a scaldare poco olio extravergine<br />
d’oliva, fate soffriggere la pancetta con lo spicchio d’aglio,<br />
la carota e la cipolla tagliate a piccoli cubetti e le erbe tritate<br />
finemente. Eliminate l’aglio, unite le castagne e il farro, fate<br />
insaporire e allungate con del brodo vegetale. Fate cuocere<br />
circa 30 minuti, regolate di sale e peperoncino. Servite con un<br />
filo d’olio
Zuppa di ceci chiodini e castagne<br />
a cura di Teresa
Quando arriva l’inverno è impossibile fare a meno di una coccola calda che non<br />
trascuri il palato. I legumi rispondono perfettamente alla necessità di calore e<br />
di gusto e, in questa zuppa, si uniscono ad altri ingredienti che caratterizzano<br />
l’autunno appieno: i chiodini e le castagne. Il risultato è un piatto che riempie il<br />
palato di sapori e lo avvolge con la cremosità dei ceci che si sfaldano leggermente<br />
in cottura.<br />
Ingredienti per 4 persone:<br />
500 gr di ceci secchi<br />
400 gr di funghi chiodini<br />
10-12 castagne<br />
uno spicchio d’aglio<br />
una foglia di alloro<br />
un rametto di prezzemolo<br />
olio evo<br />
sale e pepe<br />
mezzo cucchiaino di bicarbonato<br />
Procedimento:<br />
A sera: mettere a bagno i ceci secchi in abbondante acqua con mezzo cucchiaino<br />
di bicarbonato e lasciate riposare tutta la notte.<br />
Al mattino: pulite i funghi chiodini eliminando tutta la terra e scartando la parte<br />
più coriacea del gambo. Lavate i ceci eliminando anche le pellicine per un risultato<br />
più cremoso e fateli cuocere in abbondante acqua portandoli a metà cottura.<br />
Nel frattempo sbollentate le castagne lasciandole per qualche minuto in acqua<br />
bollente e spellatele. In un’altra pentola ampia e alta fate soffriggere uno spicchio<br />
d’aglio, unite i ceci e lasciate rosolare. Aggiungete la foglia d’alloro, il prezzemolo,<br />
sale e pepe e coprite d’acqua. Quando l’acqua sarà calda unite i chiodini<br />
e le castagne, portate la fiamma a minimo e fate cuocere dolcemente finché i ceci<br />
saranno completamente cotti e si sarà formata una invitante cremina. Servite la<br />
zuppa ben calda.
Zuppa d’orzo con cavolo nero al lardo
e crostini di fontina<br />
Ingredienti<br />
50 gr di lardo di colonnata 150 gr di cavolo nero<br />
1 carota 50 gr di orzo perlato<br />
1 porro 50 gr di fagioli all’occhio<br />
2 piccoli scalogni 10 pomodori vesuvio<br />
olio evo pepe, peperoncino<br />
sale 2 fette di pane di Altamura<br />
2 fette di fontina<br />
Preparazione<br />
a cura di Tiziana<br />
Mettete in ammollo i fagioli in acqua per 8 ore.<br />
In una casseruola scaldate poco olio extravergine d’oliva, fateli<br />
rosolare il lardo tagliato a striscioline sottili, unite il porro tagliato a<br />
rondelle gli scalogni e la carota tagliati a dadini, dopo qualche minuto<br />
unite i pomodori tagliati a piccoli pezzi e infine il cavolo nero tagliato<br />
a listarelle. Allungate con 500 ml d’acqua, unite i fagioli e l’orzo,<br />
salate regolate col peperoncino e cuocete per 30 minuti. Grigliate le<br />
fette di pane, mettete sopra qualche fetta di fontina e fatela fondere.<br />
Mettete il pane sul fondo del piatto e versatevi sopra la zuppa calda.<br />
Condite con un filo d’olio extravergine d’oliva e servite.
Photo by Vitttorio Conti
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