10.08.2015 Views

Secondo assalto alla Rocca di Cesena un fascista un fascista come la civetta

Secondo assalto alla Rocca di Cesena un fascista, un ... - Memoteca

Secondo assalto alla Rocca di Cesena un fascista, un ... - Memoteca

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Arrivammo <strong>al<strong>la</strong></strong> <strong>Rocca</strong> che era circa l’<strong>un</strong>a e incominciammo con <strong>la</strong> prima <strong>di</strong>fficoltà, cioè superare ilmuro del<strong>la</strong> <strong>Rocca</strong>. Dovevamo cercare <strong>di</strong> scavalcare <strong>la</strong> mura ed entrare dentro... Dopo vari tentativi,mi ero legato <strong>un</strong>a corda attorno <strong>al<strong>la</strong></strong> vita, ero scalzo e mi dovevo arrampicare nel muroappoggiandomi ai mattoni o alle fessure del muro. Arrivai in cima e feci il segnale convenuto con<strong>un</strong>o strappo <strong>al<strong>la</strong></strong> corda; e venne su Ricci [Fabio]. Ma non avevamo calco<strong>la</strong>to il peso, Ricci erapiccolo e magro ma era <strong>di</strong>ventato enorme anche perché non avevo appoggi e ad <strong>un</strong> certo p<strong>un</strong>totemevo anche <strong>di</strong> cadere giù. Mano a mano che Ricci saliva il peso <strong>di</strong>minuiva e così iniziammo io elui l’ispezione degli spalti delle mura. C’erano delle cime <strong>di</strong> pioppi che con <strong>la</strong> brezza si muovevanoe davano l’impressione che ci fossero delle guar<strong>di</strong>e, quin<strong>di</strong> anche quello fu <strong>un</strong> momento <strong>di</strong> tensione.Poi andò bene. Uno <strong>al<strong>la</strong></strong> volta riuscimmo a tirar su gli altri quattro... Il problema era, <strong>un</strong>a volta incima, <strong>di</strong> dover scendere. Perché eravamo nel<strong>la</strong> zona del<strong>la</strong> <strong>Rocca</strong> dove non c’erano gra<strong>di</strong>ni o altro;sic<strong>come</strong> avevamo portato dei grossissimi chio<strong>di</strong> <strong>di</strong> ferro, li infi<strong>la</strong>mmo fra i mattoni, legammo <strong>la</strong>corda, io scesi per primo e arrivammo dentro <strong>al<strong>la</strong></strong> <strong>Rocca</strong> <strong>un</strong>o <strong>al<strong>la</strong></strong> volta. Lì il problema era <strong>di</strong> faruscire <strong>la</strong> guar<strong>di</strong>a e lì ci fu <strong>un</strong> errore, anziché tirare il filo del<strong>la</strong> campana che si suonava da fuori,prendemmo nel filo del<strong>la</strong> campana che si suonava da dentro quando c’era il cambio del<strong>la</strong> guar<strong>di</strong>a oil rancio dei prigionieri. Si accese <strong>la</strong> luce e sentimmo che <strong>di</strong>cevano “Perché suona <strong>la</strong> campanadentro?” Allora decidemmo <strong>di</strong> buttare giù <strong>la</strong> porta con <strong>un</strong>a sp<strong>al<strong>la</strong></strong>ta pensando che fosse chiusa.Invece era aperta, così cademmo addosso ai due carabinieri, ci fu <strong>un</strong>a gran confusione, ma li<strong>di</strong>sarmammo e chiamammo il custode. (Scevo<strong>la</strong> Franciosi - dattiloscritto 1984)Quanto tempo impiegammo per trovare il p<strong>un</strong>to più facile da sca<strong>la</strong>re? E’ <strong>di</strong>fficile <strong>di</strong>rlo. Nel<strong>la</strong>caserma Orde<strong>la</strong>ffi vi era acquartierato il Battag.ne Dalmata, composto <strong>di</strong>... U<strong>di</strong>vamo i loro canti,erano a circa 150 metri in linea d’aria, e pensare che avevamo intenzione <strong>di</strong> farglie<strong>la</strong> in barba e sottoi loro occhi trovammo i p<strong>un</strong>ti più facili. Il Commissario Politico [Scevo<strong>la</strong> Franciosi] si ass<strong>un</strong>se perprimo il <strong>di</strong>fficile compito del<strong>la</strong> sca<strong>la</strong>ta. Lo vedevamo sca<strong>la</strong>re nel<strong>la</strong> notte <strong>come</strong> <strong>un</strong>a macchiaoscil<strong>la</strong>nte sul muro (...) <strong>un</strong>a pietra cadde staccandosi dal muro, il compagno Scevo<strong>la</strong>, si attacca almuro con le <strong>un</strong>ghie, coi denti, <strong>la</strong> sua caduta equivaleva <strong>al<strong>la</strong></strong> morte e <strong>al<strong>la</strong></strong> non riuscita dell’impresa(...) Dovemmo frenare <strong>un</strong> urlo <strong>di</strong> gioia, il compagno era arrivato <strong>al<strong>la</strong></strong> fine del muro, stremato <strong>di</strong>forze (...) salii pure io a mezzo del<strong>la</strong> corda legata <strong>al<strong>la</strong></strong> cintura del compagno Commissario, <strong>un</strong> baciospontaneo ed <strong>un</strong> abbraccio fraterno ci colse. Poi salirono gli altri compagni (...) Conficcammo <strong>un</strong>chiodo in <strong>un</strong>a fessura del muro e scendemmo nel cortile del carcere avvolto nel buio, e il silenzioera rotto solo dal canto avvinazzato dei fascisti del Battaglione Dalmata. Bloccammo le porte, poisalito sulle spalle <strong>di</strong> <strong>un</strong> compagno tirai il filo del campanello che termina nel<strong>la</strong> parte esterna delportone col compito <strong>di</strong> immobilizzare il primo guar<strong>di</strong>ano che fosse uscito per vedere <strong>di</strong> che cosa sitrattava. Ma il caso volle che prendessi il filo del<strong>la</strong> campana che si suona solo dall’interno delcortile, dando così l’<strong>al<strong>la</strong></strong>rme <strong>di</strong> persone estranee nel cortile stesso. Il momento era critico. In <strong>un</strong>acameretta a pian terreno vi erano due carabinieri <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a, che al suono del<strong>la</strong> campana avevanoacceso <strong>la</strong> luce elettrica. Occorreva agire con rapi<strong>di</strong>tà, chiamai il compagno <strong>di</strong> S. Marino [PrimoPasolini ], <strong>un</strong>o dei due che liberammo <strong>la</strong> volta precedente e che voleva essere con noi percontribuire a sua volta per liberare altri compagni. Lo chiamai e gli <strong>di</strong>ssi che occorreva che con <strong>un</strong>asp<strong>al<strong>la</strong></strong>ta buttare giù <strong>la</strong> porta e immobilizzare subito i carabinieri. La porta ricevette <strong>un</strong> colpo cosìforte che fu <strong>di</strong>velta, seduti nei rispettivi lettini i carabinieri si <strong>al<strong>la</strong></strong>cciavano gli stivali. Liimmobilizzammo con le nostre pistole, e messi nell’impossibilità <strong>di</strong> nuocere, rompemmo per primoil telefono. (...) I carabinieri piangenti ci <strong>di</strong>ssero che avevano famiglia (...) gli salvammo <strong>la</strong> vita. (Da:Per <strong>la</strong> liberazione <strong>di</strong> tre compagni dal carcere <strong>di</strong> <strong>Cesena</strong> / <strong>di</strong> Fabio Ricci - IRSFC 10/B 1022)E così siamo scesi noi, con <strong>la</strong> corda, nel cortile. In quattro, com’eravamo, con le armi corte, pistolee bombe a mano, così... Allora ci siamo organizzati in questo modo. Uno ha suonato <strong>la</strong> campana<strong>come</strong> che <strong>la</strong> campana suonasse dal <strong>di</strong> fuori, <strong>un</strong>o [era] <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a alle finestre, che teneva dal cortilesotto tiro le finestre e io e Ricci [Fabio] ci siam messi (...) davanti <strong>al<strong>la</strong></strong> porta dei carabinieri. Questi

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!