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Secondo assalto alla Rocca di Cesena un fascista un fascista come la civetta

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assicurammo circa <strong>la</strong> loro sorte purché avessero eseguito <strong>al<strong>la</strong></strong> lettera i nostri or<strong>di</strong>ni. Capirono chenon scherzavamo. Furono condotti all’interno del cortile, or<strong>di</strong>nammo loro <strong>di</strong> chiamare il custode.(Da <strong>un</strong> <strong>di</strong>ario anonimo – ISRFC ANPI <strong>Cesena</strong>)Sotto <strong>la</strong> minaccia delle armi i due carabinieri furono costretti a chiamare il <strong>di</strong>rettore delcarcere e questi, capito che ormai non c’era più nul<strong>la</strong> da fare, <strong>di</strong>ede loro le chiavi delle celledove erano rinchiusi i prigionieri. Il <strong>di</strong>rettore del carcere, fece poi intedere che anche lui, sottosotto, era d<strong>al<strong>la</strong></strong> loro parte e li avvertì che fra i prigionieri era nascosta <strong>un</strong>a spia.[Il capo delle carceri] ci <strong>di</strong>ede le chiavi, entrammo nelle celle e c’erano il segretario del Partitocom<strong>un</strong>ista Buda [Agostino (Renzo)] e il segretario del<strong>la</strong> sezione repubblicana <strong>di</strong> Ronta e MartoranoFellini [Ubaldo] e poi si aggregò <strong>un</strong>o, arrestato perché aveva ascoltato Ra<strong>di</strong>o Londra. Altri non neuscirono. (Scevo<strong>la</strong> Franciosi - dattiloscritto - 1984)[Il capo delle carceri] è venuto su, <strong>al<strong>la</strong></strong> fine s’è affacciato <strong>al<strong>la</strong></strong> finestra. D<strong>al<strong>la</strong></strong> finestra ha chiesto “Chiè?” <strong>di</strong>ce. “Ci sono i partigiani che vogliono i suoi compagni” han detto i carabinieri e lui s’è tiratoin<strong>di</strong>etro. Ma a questo p<strong>un</strong>to io [g]li ho detto “Guarda Nubi. Io sono San Marèn. Sono Pasolini. Sonoquello che m’hanno liberato e tu m’hai dato da mangiare da nascosto dal capo delle carceri. Cerca <strong>di</strong>capire questa gente qui, se no li fuci<strong>la</strong>no, fa in modo <strong>di</strong> darci le chiavi e liberarli”. E lui è venuto giùcon <strong>la</strong> chiave, ci ha aperto le carceri e ci ha detto che in mezzo a loro c’era (...) <strong>un</strong> <strong>fascista</strong>, <strong>un</strong><strong>fascista</strong> <strong>come</strong> <strong>la</strong> <strong>civetta</strong>. Dicevano ch’era <strong>un</strong> partigiano e invece era <strong>un</strong> <strong>fascista</strong> che l’avevano messoin mezzo ai partigiani nelle carceri. (Primo Pasolini - 1984)Quando ha sentito il capo delle carceri, che era Nubi, che c’erano i partigiani, allora lui, dopo... <strong>di</strong>fronte <strong>al<strong>la</strong></strong> finestra (...) s’è tirato giù per non essere <strong>di</strong> fronte [a]i proiettili, se c’erano... o qualchecosa... E <strong>di</strong> così si par<strong>la</strong>va e alora a quel p<strong>un</strong>to lì <strong>di</strong>co “Guerda Nubi, me a sò San Marèn quel ‘dSan Marèn. Che m’hai portato da mangiare qualche panino nel maschio, che i fascisti non t’avevanoautorizzato... a questo p<strong>un</strong>to sai chi sono. Ci son dei nostri compagni qui che fanno <strong>la</strong> fine che avreifatto io. Vienici a liberare. Dacci le chiavi”. E’ venuto giù (...) che c’ha dato le chiavi (...) duecompagni son andati nelle carceri a[d] aprire ai partigiani. [Nubi] c’ha detto in mezzo [aiprigionieri] c’è <strong>un</strong> bischero che è <strong>un</strong>a spia. Quello lì l’han tenuto da <strong>un</strong>a parte. Forse han dato viaqualche schiaffone, però lui è rimasto lì dentro e tutti gli altri <strong>di</strong>eci o <strong>un</strong><strong>di</strong>ci, non so quanti, sonvenuti fuori. Partigiani, politici, mezzo politici... non so, quelli che avevano rime<strong>di</strong>ato i fascisti dafuci<strong>la</strong>re quando avevano le ragioni <strong>di</strong> fare qualche cosa... (Primo Pasolini - 2001)Questi [il capo delle carceri] si affacciò <strong>al<strong>la</strong></strong> finestra e <strong>un</strong> carabiniere gli <strong>di</strong>sse “Nubi scenda pure chetanto non c’è più niente da fare”. Il custode scese assieme <strong>al<strong>la</strong></strong> famiglia. (...) carabinieri, custode efamiliari furono messi con le spalle al muro e guardati dai compagni (...) Un partigiano penetrònell’ufficio e strappò i fili del telefono, poi, accompagnati dal custode raggi<strong>un</strong>gemmo <strong>la</strong> cel<strong>la</strong> dovesi trovava Buda [Agostino (Renzo)] ed accedemmo <strong>la</strong> luce. Buda, che stava seduto sul<strong>la</strong> bran<strong>di</strong>na,fu abbagliato d<strong>al<strong>la</strong></strong> improvvisa luce e non ci riconobbe. Ritenne che fosse gi<strong>un</strong>ta <strong>la</strong> sua ultima ora.Infatti gli era stato com<strong>un</strong>icato <strong>di</strong> tenersi pronto per <strong>la</strong> fuci<strong>la</strong>zione che doveva essere eseguita ilmattino seguente. Quando ci riconobbe, ebbe <strong>un</strong>o scatto, mi si attaccò al collo. Gli feci presente <strong>la</strong>necessità <strong>di</strong> vestirsi in fretta (...) Non c’era tempo da perdere. Liberammo anche il compagnoRuggero Turrone den<strong>un</strong>ciato da <strong>un</strong> <strong>fascista</strong> per aver trasmesso, a mezzo ra<strong>di</strong>o, notizie agli Alleati.In realtà Turrone non aveva svolta tale f<strong>un</strong>zione, tuttavia era in attesa <strong>di</strong> essere giu<strong>di</strong>cato daltrib<strong>un</strong>ale militare tedesco. Liberammo anche il partigiano Fellini [Ubaldo] <strong>di</strong> Martorano, <strong>un</strong>repubblicano del raggruppamento Mazzini, ritenuto <strong>un</strong> capo partigiano e den<strong>un</strong>ciato al comandomilitare tedesco. (Da <strong>un</strong> <strong>di</strong>ario anonimo – ISRFC ANPI <strong>Cesena</strong>)

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