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Parrocchiale

F ebbraio 2000 - Parrocchia di Chiari

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Caritas<br />

Guardando la realtà con occhi<br />

limpidi e con il desiderio di<br />

scoprire anche le cose che<br />

non fanno rumore, si nota che molte<br />

persone, anche nella nostra città di<br />

Chiari, fanno volontariato.<br />

Basta guardare quanti gruppi esistono<br />

e quante persone, a livello individuale,<br />

si rendono disponibili per aiutare<br />

qualcuno. Di fronte ad un fenomeno<br />

così vivo è giusto e doveroso, però,<br />

porsi l’interrogativo: che cosa spinge<br />

tante persone ad impegnarsi nel volontariato?<br />

Quali sono le motivazioni che spingono<br />

a questa scelta?<br />

Di per sé la “motivazione” non è sinonimo<br />

di positività. Ci possono essere<br />

motivazioni serie, ma anche motivazioni<br />

futili, o addirittura inaccettabili.<br />

Parlando del volontariato si è propensi<br />

a ipotizzare solo motivazioni positive,<br />

ma non è sempre così ed è per questo<br />

che serve verificare costantemente<br />

ciò che spinge la persona ad essere<br />

“volontario”. Le motivazioni che spingono<br />

ad iniziare l’esperienza del volontariato<br />

sono le più disparate e sono<br />

normalmente legate alla storia personale<br />

di ognuno. Ad esempio, l’inizio<br />

può essere legato all’incontro con un<br />

amico che già fa volontariato; ad<br />

un’emergenza dolorosa di tipo familiare;<br />

ad un invito letto sul giornale; ad<br />

un fatto che colpisce in modo singolare;<br />

ad un gesto compiuto verso qualcuno<br />

che fa scoprire una vastità di bisogni<br />

impensati e latenti; ad un messaggio<br />

recepito in chiesa, che fa rivedere<br />

la propria vita cristiana e la coerenza<br />

con la fede; all’inizio del pensionamento<br />

unito con la percezione di un<br />

vuoto.<br />

Se queste motivazioni non vengono in<br />

seguito approfondite e verificate, si rischia<br />

di stancarsi o di rimanere delusi,<br />

perché non si sono realizzate le aspettative<br />

desiderate, oppure non si sono<br />

raccolte quelle gratificazioni che si volevano.<br />

Il volontariato può essere attuato<br />

sia a livello individuale sia a livello<br />

di gruppo o di associazione. Ma<br />

quest’ultima modalità è da preferire,<br />

perché facilita la formazione dei volontari,<br />

la continuità del servizio e una<br />

più sicura efficacia dell’azione.<br />

Da queste note si coglie la necessità di<br />

un momento di verifica e di confronto<br />

sull’essere e fare volontariato. È per<br />

questo che la Caritas <strong>Parrocchiale</strong> ha<br />

promosso un corso di formazione sul<br />

volontariato, iniziato nel mese di gennaio,<br />

che porta nel programma due incontri<br />

in febbraio che qui segnalo:<br />

Lunedì 7 febbraio 2000<br />

“Le relazioni di aiuto come capacità<br />

di ascolto e comunicazione”<br />

Relatore dott.ssa Gabriella Marini,<br />

psicologa<br />

Lunedì 14 febbraio 2000<br />

“Ambiti di intervento del volontariato<br />

a Chiari”<br />

Relatori i rappresentanti dei gruppi<br />

di volontariato<br />

Il corso si svolge al Campetto alle ore<br />

20.30.<br />

La Caritas non è un’associazione di<br />

volontariato, ma un organismo pastorale<br />

voluto dai Vescovi al fine di promuovere<br />

la testimonianza della carità<br />

della e nella comunità ecclesiale. La<br />

Caritas ha tra i suoi obblighi statutari<br />

proprio quello di “promuovere il volontariato<br />

e di favorire la formazione<br />

degli operatori pastorali della carità e<br />

del personale di ispirazione cristiana<br />

sia professionale che volontario, impegnato<br />

nei servizi sociali, sia pubblici<br />

che privati e nelle attività di promozione<br />

umana” (art. 3 Statuto della Caritas).<br />

Per la Caritas il volontariato è il canale<br />

forse più efficace per raggiungere alcuni<br />

obiettivi che sono essenziali al<br />

suo lavoro:<br />

❑ il passaggio dal concetto della carità<br />

come elemosina a quello della carità<br />

come condivisione<br />

❑ la circolazione, nella comunità, dei<br />

valori della promozione umana, della<br />

giustizia sociale, della pace<br />

❑ l’attenzione privilegiata agli ultimi<br />

❑ il coinvolgimento dell’intera comunità<br />

❑ il rapporto di servizio, di collaborazione<br />

e di stimolo alla giustizia nei<br />

confronti delle istituzioni pubbliche<br />

E il volontariato è portatore privilegiato<br />

di questi valori e di questi obiettivi.<br />

Questo corso vuole essere perciò<br />

un’occasione per capire bene dove ci<br />

muoviamo quando parliamo di volontariato,<br />

un momento di verifica delle<br />

motivazioni che ci spingono a fare volontariato<br />

e un trampolino di lancio di<br />

tutti affinché riusciamo ad essere nella<br />

nostra comunità soggetti attivi che promuovono<br />

solidarietà e condivisione.<br />

don Gaetano<br />

L’Angelo - Febbraio a. D. 2000 13

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