Parrocchiale
F ebbraio 2000 - Parrocchia di Chiari
F ebbraio 2000 - Parrocchia di Chiari
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Mo.I.Ca. informa<br />
Il 12 gennaio 2000, accogliendo l’invito della nostra presidente<br />
nazionale, Tina Leonzi, un gruppetto di nostre amiche<br />
di Chiari e Castelcovati si è recato a Bedizzole, al Castello<br />
Gambara, per un incontro con altri gruppi bresciani e<br />
un brindisi al nuovo anno. Un’orchestrina ci ha piacevolmente<br />
fatto ascoltare motivi vecchi e nuovi.<br />
***<br />
Il 16 gennaio 2000 c’è stato l’incontro di programma sul<br />
tema La donna e l’Euro: cosa ne sarà dei nostri risparmi?<br />
Il relatore, Fabio Goffi, esperto bancario e assessore al bilancio<br />
del nostro Comune, ci ha spiegato pazientemente<br />
come si è arrivati a questa moneta unica, che accomuna<br />
oggi l’economia di quindici Paesi europei. Partendo dagli<br />
anni ’50 e dalla costituzione della Comunità Europea Carbone<br />
e Acciaio da parte di quattro Stati tra cui l’Italia, dopo<br />
numerosi passaggi siamo arrivati al dicembre ’91 con<br />
l’accordo di Maastricht e all’Euro, in modo che l’Europa<br />
possa competere con il dollaro e lo yen e contrastare le forti<br />
economie degli Stati Uniti e del Giappone (cosa che un<br />
singolo Stato non sarebbe in grado di fare). Per arrivare a<br />
questo risultato, l’Italia ha dovuto sopportare molti sacrifici,<br />
per ridurre l’inflazione e il disavanzo pubblico. Poiché<br />
l’Euro equivale a 1936,27 lire, l’importo complessivo dei nostri<br />
risparmi risulterà ridimensionato, anche se manterrà lo<br />
stesso valore. Dovremo rimettere in funzione il borsellino<br />
per il ritorno all’uso corrente delle monete metalliche.<br />
Il prossimo incontro avverrà il 13 febbraio.<br />
Ida Ambrosiani<br />
La foto documenta un momento del viaggio di un gruppo di Clarensi<br />
in Umbria, di cui hanno respirato la mistica atmosfera, e<br />
dove hanno pregato, in spirito di fraterna solidarietà, tutti i suoi<br />
grandi santi.<br />
Mondo femminile<br />
Suocera<br />
Si discuteva di questo argomento durante<br />
una gita in pullman e si sentivano pareri<br />
molto discordi. C’era chi parlava molto<br />
bene della propria suocera (“È premurosa, mi<br />
tiene il bambino, così posso lavorare. Ci aiuta…”).<br />
C’era anche chi ne diceva male (“È gelosa,<br />
sempre sgarbata, mi critica apertamente, cerca<br />
sempre di farmi bisticciare con suo figlio…”)<br />
Intanto andavo con la mente a racconti di altri<br />
tempi, quando sentivo Isabella parlare della sua<br />
vita coniugale. Era entrata giovanissima in una<br />
famiglia abbastanza agiata, anche se numerosa,<br />
sposando il primogenito. A dirigere il ménage familiare,<br />
però, era la suocera, vedova, che tutti<br />
chiamavano Maddalena la Rossa e che era conosciuta<br />
per il suo carattere di ferro. Lei mandava<br />
avanti l’azienda di famiglia, in cui l’attività principale<br />
era la produzione di formaggi. Per la nuora<br />
nella casa c’era parecchio lavoro: oltre alle solite<br />
faccende domestiche ed a cucinare per una dozzina<br />
di persone, Isabella doveva curare il pollaio,<br />
cogliere le verdure nell’orto, raccogliere le uova<br />
da vendere e, ogni mattina molto presto, ricevere<br />
e misurare il latte che i contadini della valle portavano<br />
al caseificio. Isabella non trovava tempo<br />
per se stessa. Le piaceva lavorare all’uncinetto,<br />
ma riusciva a fare qualche cosa soltanto di sera,<br />
dopo essersi ritirata nella sua camera.<br />
Restò presto incinta ed ebbe otto figli, a due anni<br />
di distanza l’uno dall’altro.<br />
La suocera amministrava il denaro, non ne dava<br />
mai alla nuora; inoltre la trattava sempre freddamente,<br />
con sufficienza, considerandola semplicemente<br />
come una lavorante, probabilmente perché<br />
Isabella, orfana dei genitori, proveniva da<br />
una famiglia povera, dove una buona zia l’aveva<br />
allevata. Maddalena le dava del “tu”, ma pretendeva<br />
il “lei”.<br />
Ogni giorno, dopopranzo, le ordinava di fare il<br />
caffè e poi se lo beveva tranquillamente senza offrirglielo.<br />
Era molto severa anche con i nipotini e<br />
tacciava la nuora di incapacità nella loro educazione.<br />
Isabella era molto devota e si confidava col<br />
proprio confessore, ricevendone l’esortazione a<br />
sopportare pazientemente il caratteraccio di<br />
Maddalena. Disse di essersi sentita una vera moglie<br />
e una vera madre soltanto dopo il funerale<br />
della suocera.<br />
Ida Ambrosiani<br />
L’Angelo - Febbraio a. D. 2000 29