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315<br />
dicembre 2015<br />
dal 1983<br />
Mens Sana, Virtus e Siena<br />
tre squadre con un unico obiettivo in testa: i play off !!<br />
Il mensile senese di critica e attualità sportiva - Spedizione in A.P. 70% - Art. 2 comma 20/D - L. 662/96 - Filiale di Siena 2, 00 €
n. 315<br />
dicembre 2015<br />
anno XXXII<br />
Direttore<br />
Mario Ciani<br />
Direttore responsabile<br />
Paolo Corbini<br />
Edito e stampato presso<br />
Arti Grafiche Ticci<br />
Loc. Pian dei Mori 278 - Sovicille (Si)<br />
Tel. 05.77.34.92.22<br />
Fax 05.77.34.93.66<br />
redazione.mesesport@gmail.com<br />
Autorizzazione del Tribunale di Siena<br />
n. 430 del 27.01.1983<br />
Hanno collaborato a questo numero:<br />
Duccio Balestracci<br />
Barbara Bari<br />
Mauro Bindi<br />
Andrea Bruschettini<br />
Mario Ciani<br />
Claudio Coli<br />
Vincenzo Coli<br />
Stefano Fini<br />
Emilio Giannelli<br />
Daniele Giannini<br />
Antonio Gigli<br />
Mario Lisi<br />
Luca Luchini<br />
Augusto Mattioli<br />
Roberto Morrocchi<br />
Roberto Rosa<br />
Senio Sensi<br />
Rudi Simonelli<br />
Antonio Tasso<br />
Francesco Vannoni<br />
Fotografie:<br />
Paolo Lazzeroni<br />
Augusto Mattioli<br />
Andrea Bruschettini<br />
Collaborazione fotografica:<br />
Fabio Di Pietro<br />
Pietro Cinotti<br />
Nicola Natili<br />
Progetto grafico / impaginazione:<br />
Bernard Chazine<br />
E<br />
D<br />
I<br />
T<br />
O<br />
R<br />
I<br />
A<br />
L<br />
E<br />
Un 2015 coerente con gli obiettivi<br />
Amodo suo è stato un anno speciale anche questo. Non al<br />
punto da meritarsi qualcosa di ‘speciale’ come abbiamo abituato<br />
i nostri affezionati lettori negli ultimi tre lustri, ma sicuramente<br />
positivo. Non fosse altro che per le sette promozioni<br />
con le quali lo sport di casa nostra si è affacciato alla stagione in<br />
corso, a dimostrazione che almeno la sindrome del ‘sempre peggio’ una<br />
brusca frenata l’ha subita (ma non ditelo alle ragazze del Siena Calcio…).<br />
Comunque i risultati si giudicano sulla base degli obiettivi e se ad esempio<br />
quelli del Siena non erano di confermarsi per l’ennesima volta in serie A<br />
ma di tornare più realisticamente tra i professionisti… non c’è da fargliene<br />
una colpa. Lo stesso per la Mens Sana, costretta suo malgrado a fare un<br />
bagno di umiltà in provincia<br />
giocando in palazzetti abbastanza<br />
improbabili pur<br />
con tutto il carico di trofei<br />
che si porta dietro (a proposito:<br />
visto che nonostante il<br />
solito e diffuso pessimismo<br />
sono tornati a casa?).<br />
Insomma, anche se si<br />
tratta di due promozioni<br />
che non fanno impazzire<br />
dalla gioia, le due squadre<br />
leader dello sport senese<br />
hanno fatto il massimo di<br />
quello che era stato loro richiesto,<br />
e questo depone<br />
sicuramente a favore dei<br />
relativi vertici societari,<br />
degli staff tecnici e, perché<br />
no, anche della grande<br />
massa dei tifosi che non si è lasciata sopraffare dal pur legittimo sconforto.<br />
Un atteggiamento a dire il vero che non è passato inosservato a<br />
quei media che negli anni hanno seguito le imprese di biancoverdi e bianconeri,<br />
riconoscendo a queste masse un amore quasi viscerale nei confronti<br />
di due autentiche ‘istituzioni’ cittadine, assurte insieme e con molta<br />
dignità ai vertici nazionali e continentali.<br />
Così come insieme, recentemente, hanno voluto mandare un segnale di<br />
risveglio dal campo andando a vincere la Robur a Pisa e la Mens Sana ad<br />
Agrigento, terreni abbastanza scivolosi per tutti… Risultati che costituiscono<br />
la miglior risposta a quanti si aspettavano un sussulto d’orgoglio da entrambe.<br />
Che da solo però non basta ad alimentare i sogni di gloria delle due<br />
tifoserie, ma che di certo aumenta l’autostima di due ambienti ancora in…<br />
analisi dopo tutto quello che hanno dovuto subire nel recente passato.<br />
Un anno positivo, dunque, e di transizione, come qualcuno lo aveva definito<br />
in partenza. Di transizione, ma verso dove? Questo per la verità ci<br />
sfugge, perché mancano ancora troppe tessere per ricostruire il puzzle andato<br />
distrutto per i noti accadimenti. E poi ogni cosa a suo tempo: negli ultimi<br />
due anni c’è stata in gioco la sopravvivenza stessa di Siena e Mens Sana,<br />
non una pur sciagurata retrocessione, e tanto basta per accontentarci.<br />
A ritrovarci su queste pagine nel 2016!
mario ciani / calcio<br />
Il 2 a 1 di Pisa illude tutti: presidente, mister e tifosi ma la dura realtà del campo<br />
riporta i bianconeri coi piedi per terra<br />
Robur: chi ha paura di vincere?<br />
Avoler essere pragmatici a tutti i costi, dal nostro ultimo appuntamento<br />
su queste pagine è successo di tutto ma non tutto è stato negativo.<br />
Sette punti negli ultimi quattro turni non sono tanti, ma neppure<br />
pochi per una squadra chiamata ‘solamente’ a salvarsi. Il problema è che<br />
Ponte, il presidente, ritiene questa squadra meritevole di ben altra considerazione<br />
e allora i conti non tornano più. Non tornano i suoi ma neppure quelli<br />
dei tifosi che sono sì realistici (con quello che hanno passato…), ma non al<br />
punto da vedere tutto questo ottimismo del numero uno bianconero o da<br />
condividere le analisi tecniche e tattiche di Atzori.<br />
Dunque tutti scontenti.<br />
Va da sè che il casus belli è l’ultima sconfitta in quel di Teramo dove, giuste<br />
le premesse della vigilia, la squadra di Atzori è andata incontro ad una<br />
sconfitta quasi annunciata… Leggi: “teramani fortemente decisi a riscattare<br />
le ultime due sconfitte consecutive”; “squadra imbattuta in casa”; “problemi<br />
di natura societaria di ndd...”. Insomma tutto che congiura contro la vera<br />
o presunta rabbia dei bianconeri fermati sette giorni prima al Rastrello da un<br />
Arezzo più furbo che bello nel turno precedente. Come se una volta tanto<br />
non dovessero essere gli avversari a preoccuparsi di una squadra che non sta<br />
mantenendo le ambizioni (nascoste?) della vigilia, che è passata a Pisa e pareggiato<br />
a Ferrara e che sa farsi dunque rispettare… ma che poi sul campo si<br />
lascia andare in una colpevole mancanza di reattività di fronte alla rabbia,<br />
quella sì autentica, di un avversario che ha deciso di tentarle tutte (anche<br />
con la complicità dell’arbitro) pur di vincere. Una reazione che, Pontedera a<br />
parte, la Robur invece non riesce mai a sprigionare, accontentandosi spesso<br />
di un… minimo sindacale che non è nelle sue corde: per prestigio (sennò<br />
nove anni nella massima serie a che sono serviti?) e soprattutto per manifestata<br />
voglia di riscatto.<br />
Anche in Abruzzo, come in altre piazze e pure in casa, la Robur non ha demeritato,<br />
si è limitata semplicemente a fare il compitino. E questo non può bastare<br />
più. Almeno sul piano dell’atteggiamento. Poi ci sono i problemi più specifici,<br />
come quelli di un attacco che continua a sbagliare a livello di produzione<br />
industriale e una difesa che pur essendo fra le migliori del girone, mediamente,<br />
prende almeno un gol ogni 180 minuti.<br />
Qui allora bisogna capirsi: non sarà che il problema vero non è tanto l’attacco<br />
quanto la difesa? La difesa in quanto tale, come reparto, non riferita<br />
strettamente ai singoli, anche se di recente (e a Teramo in particolare) hanno<br />
avuto le loro brave responsabilità. Oppure non sarà che è tutto l’equilibrio<br />
della squadra che va spesso in tilt e fuori giri, sennò non si spiegano altrimenti<br />
le difficoltà che i bianconeri incontrano nel contenere le ripartenze<br />
degli avversari, il più delle volte causate peraltro da nostri errori di misura.<br />
Per non parlare del brutto andazzo di ritrovarci spesso in inferiorità numerica.<br />
E dei due l’una: o Atzori al primo giallo li sostituisce, oppure si inventa qualcosa<br />
per far capire loro che certi falli oltre che inopportuni sono anche stupidi.<br />
Per noi comunque è anche un problema di personalità, con riflessi evidenti<br />
sulla stessa brillantezza della squadra, posto che nel suo organico non<br />
spiccano elementi in grado di prendere la squadra per mano quando c’è bisogno.<br />
La Vista sembra averne le caratteristiche, ma nonostante i 36 anni il<br />
suo vissuto evidentemente non è (ancora) tale da farne un uomo-squadra<br />
nel senso autentico del termine.<br />
Andando a ritroso non era andato meglio con l’Arezzo, si diceva, una partita<br />
condizionata da troppe cose, la più importante delle quali l’espulsione di<br />
Celiento che, sia pure incosciamente, ha suggerito ad Atzori quella prudenza<br />
tattica che Ponte non ha gradito. Se poi sono gli avversari (come diceva il<br />
buon Toneatto) che ti impediscono di uscire dalla propria area e non la volontà<br />
di farlo…, questo è un altro discorso. Sta di fatto però che la Robur<br />
vista con gli aretini, e prima ancora nei 20 minuti di Pisa dopo il momentaneo<br />
1-1, è apparsa troppo timida e fragile per reggere l’urto di un avversario<br />
spinto da una forte determinazione. “E comunque – come confessa lo<br />
stesso mister – quando certi errori si ripetono con una pericolosa frequenza<br />
vuol dire che dobbiamo ancora crescere”. Infatti.<br />
Ben altro discorso sull’impegno precedente, quello col Pisa, definito da<br />
tutti l’autentica prova di maturità della squadra senese. Ma le frasi fatte non<br />
si addicono ai bianconeri, che dopo aver dato prova di grande cinismo con<br />
Mastronunzio prima e Bastoni dopo, addirittura sontuosi sul piano dell’esecuzione,<br />
non abbiano dato seguito alle promesse.<br />
Senza infamia e senza lode invece con la Lupa Roma dove l’undici a scacchi<br />
ha sbagliato sicuramente troppo in attacco e concesso fin troppo in difesa. Una<br />
sintesi forse un po’ stringata, ma abbastanza aderente all’andamento e all’esito<br />
di una partita in cui bastava solamente vincere.<br />
Ora nel prossimo turno tocca a L’Aquila… volare sul Rastrello per prorogare<br />
il momento no della squadra di Atzori. E per una volta tanto non vorremmo<br />
sentir parlare di partita difficile e complicata se questo deve solo condizionare<br />
psicologicamente il rendimento dei nostri. Lasciamo per una volta che<br />
siano gli avversari a temere la grinta, la determinazione e il prestigio (sì anche<br />
il prestigio) della Robur, quella che una volta veniva definita una nobile decaduta<br />
senza essere mai stata nobile. Ora no, chi può negarglielo questo titolo?<br />
« Immagini dall'Arena Garibaldi »<br />
[dicembre 2015]<br />
3
a tutto campo<br />
senio sensi<br />
Un campionato già finito prima di cominciare?<br />
Le mancette di Platini<br />
Muoia Sansone con tutti i Filistei:<br />
questo avrà detto Blatter quando è stato<br />
costretto a dimettersi per “qualche tangentina”<br />
che sembra abbia incassato allo<br />
scopo di favorire questo o quel Paese<br />
per l'assegnazione dei mondiali di calcio.<br />
E lui? Ha fatto in modo che venisse ricordato<br />
all'ineffabile Platini che tra il 1998<br />
e il 2002 ha ricevuto qualcosina come<br />
due milioni per “consulenze” alla Fifa. Il<br />
Comitato Etico della Federazione ha<br />
chiesto la radiazione di tutti e due; idea<br />
solo molto parzialmente accolta (per ora)<br />
con la sospensione di 90 giorni; ricorsi<br />
contro ricorsi ma intanto la Presidenza di<br />
Platini alla Fifa è congelata. La possibilità<br />
che scatti per ambedue il “cartellino<br />
rosso” è sempre più probabile. Insomma<br />
ai vertici del gioco più bello del mondo<br />
(rovinato da corruzione e troppi interessi)<br />
si può dire che si giochi... a palla avvelenata.<br />
Regalando un bell'esempio a chi<br />
crede, o spera, che prima o poi si torni a<br />
convivere con un minimo di pulizia.<br />
Fair play finanziario...<br />
...é stata una invenzione per moderare<br />
le spese folli in giro per l'Europa<br />
nonostante la crisi e qualcosa d'altro<br />
ancor più grave. Lo sceicco del calcio,<br />
Mansour, stanco di spendere per il<br />
Manchester City senza ritorni particolari<br />
quanto a vittorie, l'ha sparata grossa:<br />
vuole Messi e Guardiola – la coppia<br />
che ha vinto tutto con il Barcellona<br />
– ed è disposto a sborsare qualche soldino:<br />
55 milioni l'anno alla “Pulce”; 200<br />
al Barcellona e un contratto a Mister<br />
Guardiola per due o tre anni che innalza<br />
la bella somma per questo investimento<br />
a circa mezzo miliardo (di Euro<br />
non di vecchie lire...). Se nel calcio c'è<br />
chi può spendere, senza vergognarsi,<br />
cifre di questo genere (al solo Messi<br />
andrebbe più o meno un milione a settimana)<br />
vuol dire che si è perso non<br />
solo il senso della misura ma anche il<br />
minimo rapporto con la realtà. Da cosa<br />
nasca questa follia è difficile capirlo:<br />
come minimo da una visione del<br />
mondo e della vita influenzata da pericolose<br />
malattie.<br />
Ed è già campagna acquisti<br />
Anche in Italia non ci facciamo mancare<br />
niente. Il mercato (parola giusta...) dei calciatori<br />
dura un anno intero. Prima che finisca il campionato<br />
già sono in atto movimenti con sogni,<br />
bluff, suggerimenti dei media e dibattiti a non finire<br />
sul trasferimento di questo o quel campioncino.<br />
L'estate passa così; inizia il campionato<br />
e si pensa subito ai rinforzi invernali: di<br />
nuovo bagarre che distoglie i calciatori dal loro<br />
lavoro. Passato anche gennaio...si ricomincia a<br />
pensare al mercato estivo. Non c'è pace. Nella<br />
serie A, in particolare fibrillazione, tutti pronti<br />
alla riapertura di gennaio: caso particolare l'ineffabile<br />
procuratore di Pogba ha già detto che per<br />
ora il suo assistito rimane alla Juve ma non si<br />
facciano illusioni perché a giugno se ne va.<br />
Immaginiamo con quanto piacere la Società<br />
abbia appreso la notizia, avendo firmato<br />
un contratto da pochi mesi! E quanto sarà impegnato<br />
il calciatore – che tra l'altro sta giocando<br />
molto sottotono – per il restante campionato<br />
visto che sta per svestire il bianconero<br />
Cercasi buonsenso, serietà e rispetto della<br />
parola data. Chissà se per queste cose esiste<br />
un “mercato” che, in questo caso, meriterebbe<br />
di essere aperto tutto l'anno.<br />
Bianconeri in discesa<br />
Sembrava che dopo Lupa Roma e soprattutto<br />
Pisa fosse iniziata la ri salita e invece ecco<br />
un punto in due partite con Arezzo (scandaloso)<br />
e Teramo (un po' loro hanno rubato, ma abbiamo tante<br />
colpe). Speranze frenate e generale arrabbiatura. La<br />
Robur si conferma squadra senza personalità che si lascia<br />
abbattere e preoccupare da ogni momento negativo.<br />
Eppure sono più gli uomini di esperienza che i giovani.<br />
Già... forse ce ne sono troppi di maturi! Si manca di<br />
velocità, di fantasia, di piglio e di continuità. Squadra assemblata<br />
con poca logica, con doppioni in alcuni reparti<br />
e scarse individualità in attacco. Da seconda difesa del<br />
girone, stiamo sbandando anche lì e questo continuo<br />
cambio di modulo rende difficile l'intesa. Mister criticato<br />
anche dal Presidente, reggono solo i meravigliosi tifosi<br />
(non tutti) anche se si invocano, un po' dovunque, alcune<br />
modifiche tra cui, le principali: un po' di riposo a Montipò<br />
(se non ci sono vincoli...contrattuali); più panchina per Bonazzoli<br />
sempre più avulso dalla manovra e forse anche<br />
svogliato; più spazio ai giovani, in particolare per favorire<br />
la velocità specie sulle fasce dove le poche volte che gli<br />
esterni bassi arrivano sul fondo... i cross decenti latitano.<br />
Campionato mediocre da centro classifica: ormai è<br />
una certezza, con un po' di attenzione in più alla zona<br />
bassa! Chi l'avrebbe mai detto...<br />
Intanto nuovi soci ci hanno creduto, e questo è bello.<br />
Forse non è il momento giusto, ma un azionariato popolare<br />
è più che necessario. Non vogliamo di nuovo trovarci<br />
a giugno 2016 non avendo soldi per iscriverci; a qualunque<br />
campionato sia. Questa è la triste realtà!<br />
« Dov'è finita la bella squadra di Pisa? »<br />
[dicembre 2015]<br />
4
luca luchini / calcio<br />
Risultati, socio forte, ristrutturazione<br />
del Rastrello, centro sportivo, sponsor...,<br />
sono ancora troppi i problemi sul tappeto<br />
In mezzo al guado<br />
Minacciose nubi si addensano sul cielo bianconero e, mentre la<br />
società non riesce a sciogliere nodi ormai ampiamente datati,<br />
anche le prestazioni, e soprattutto i risultati sul campo risultano<br />
deludenti e preoccupanti.<br />
La vittoria di Pisa sembrava poter rappresentare una tappa miliare di<br />
questo primo campionato della Robur fra i professionisti, un autentico<br />
punto di svolta in grado di rilanciare ambizioni solo pochi giorni prima<br />
impensabili. Invece nelle successive due gare la squadra di Atzori non soltanto<br />
ha raggranellato un misero punto, ma ha evidenziato di nuovo limiti<br />
tecnici e caratteriali che mal si addicono ai sogni dichiarati di Ponte.<br />
La prima distonia da correggere è proprio quella fra tecnico e<br />
presidente. Mentre l’allenatore continua a parlare di una formazione<br />
nata per assestarsi nella categoria, con obiettivo<br />
massimo quello di raggiungere un terzo posto che potrebbe<br />
garantirci l’accesso ai playoff, il patron dichiara senza<br />
mezzi termini che i bianconeri sono più forti di tutti e<br />
possono (o magari debbono) vincere il campionato.<br />
Nelle disamine fatte dopo le ultime gare i pareri<br />
fra i due sono stati molto distanti e noi, per onor di<br />
verità, pensiamo che in questo caso la ragione stia<br />
dalla parte del presidente che, ad esempio, si è lamentato<br />
apertamente della modesta prestazione offerta<br />
contro il fanalino di coda Lupa Roma o dell’aver rinunciato<br />
a giocare con l’Arezzo rimediando soltanto un<br />
anonimo pareggio.<br />
Sicuramente le circostanze fino ad oggi non hanno aiutato la<br />
Robur, ma attaccarsi sempre alla sfortuna o agli avversi arbitraggi e<br />
alle ingiuste espulsioni non è sufficiente e forse anche dannoso. La squadra<br />
è nervosa, le ammonizioni fioccano ogni volta per i motivi più svariati<br />
e talvolta assurdi, si sbagliano reti clamorose e si commettono ingenuità<br />
difensive, fortunatamente non sempre pagate, incredibili.<br />
L’impegno non basta e se guardiamo la classifica, pur nella convinzione<br />
che visto il livello tecnico generale molto basso lottare per i playoff sia<br />
un vero e proprio dovere, sarebbe prudente anche guardare quello che<br />
succede alle nostre spalle.<br />
Anche sul piano societario le cose non si evolvono come tutti avremmo<br />
auspicato. La presentazione di nuovi numerosi soci senesi ha dimostrato<br />
la voglia di dare una mano al calcio bianconero da parte di tanti<br />
autorevoli concittadini che non possiamo non elogiare, ma ai fini del capitale<br />
sociale non ha portato alcun giovamento. Il famoso ‘socio forte’<br />
di minoranza, da tanto tempo inseguito da Ponte, non si è ancora materializzato,<br />
così come uno sponsor di peso.<br />
Al di là del gradevole restyling dello stadio, l’innovazione dei ‘palchetti’<br />
e il gradito riacquisto del pullman, la situazione langue. Nell’ultimo<br />
incontro con la società Ponte e l’ingegner Mele ci hanno spiegato<br />
che l’idea relativa alla ristrutturazione dell’area Rastrello è ancora al centro<br />
del piano di rilancio societario, ma ci sembra di essere ancora ai tempi<br />
di Mezzaroma. Il progetto non viene presentato perché costa un sacco<br />
di soldi e si attende chi possa assumersene il peso economico, l’amministrazione<br />
comunale si dichiara interessata, ma tutto sembra limitarsi a<br />
semplici parole di incoraggiamento. Il tanto corteggiato Hellmich, che<br />
Ponte vorrebbe giustamente coinvolgere nella società, pare attratto soltanto<br />
dalla possibilità di costruire, quasi terrorizzato e frenato dalla burocrazia<br />
italiana. Ma ammesso che tutte queste tessere andassero al loro<br />
posto, quando potranno esserci i primi ritorni economici? Fra cinquesei<br />
anni? Un po’ troppo, forse, per far dormire sonni tranquilli a chi da<br />
sempre soffre per i colori bianconeri.<br />
Lo stesso discorso vale per il centro sportivo. Il terreno di San Miniato, che<br />
il Comune sembrava poter concedere alla Robur, come affermato da Mele<br />
non è probabilmente sufficiente per creare una struttura valida e moderna.<br />
Però il tempo passa e prima squadra e attività giovanili, con il lavoro da<br />
fare sui vivai di fondamentale importanza se vogliamo davvero<br />
ottenere risultati in questo difficile mondo, hanno le<br />
loro esigenze.<br />
Le prospettive, dunque, non sono così rosee<br />
come avremmo desiderato a questo punto<br />
della stagione. Saranno le recenti ferite<br />
che ancora sanguinano, e come in altri<br />
casi similari a Siena nessuno ha pagato<br />
per quanto è accaduto ed a rimetterci<br />
sono stati soltanto i creditori e gli incolpevoli<br />
tifosi, ma sarebbe da incoscienti<br />
non considerare i potenziali pericoli.<br />
Consapevoli, fra l’altro, di rischiare di<br />
rientrare in quell’elenco di ‘gufi’ che ogni<br />
tanto torna di attualità, ricordandoci momenti<br />
che per i più sembravano esaltanti e<br />
che invece stavano scavando un baratro in cui<br />
poi tutti siamo purtroppo precipitati.<br />
« La Vista contro l'Arezzo e Atzori, con una eloquente smorfia sul viso, all'uscita »<br />
[dicembre 2015]<br />
5
antonio gigli<br />
l’angolo del tifoso<br />
Il tempo degli alibi è finito<br />
Carne o pesce? Pare proprio che il<br />
dilemma sulla materia della quale sia<br />
fatta la Robur non si sciolga. Dopo le<br />
due vittorie consecutive contro Lupa<br />
Roma e Pisa, i più pensavano che la<br />
tanto auspicata scossa fosse cosa<br />
fatta. E invece no, dopo la mini striscia<br />
positiva, ecco arrivare lo squallido pareggio<br />
interno contro il non fenomenale<br />
Arezzo e la sconfitta in quel di Teramo.<br />
Nel mezzo ci sono le dichiarazioni<br />
del presidente critiche verso l’atteggiamento<br />
della squadra e anche quelle<br />
dell’allenatore che ritiene la Robur in<br />
corsa per i play off ma non per il primo<br />
posto, cosa questa, dice Atzori, che<br />
mai gli è stata chiesta. Partendo da<br />
queste ultimi parole e volendo essere<br />
puntigliosi, vorremmo ricordare al mister<br />
bianconero che al momento nemmeno<br />
l’obiettivo play off pare raggiunto,<br />
visti i ben sette punti di distacco<br />
dalla zona suddetta…<br />
La tifoseria, dopo la sconfitta di Teramo,<br />
è in ebollizione. A un terzo del<br />
cammino è doveroso da parte di tutti<br />
fare un esame della situazione per rimediare<br />
o prevenire eventuali situazioni<br />
negative. Cosa significa in soldoni,<br />
questo fatto? Decisioni drastiche? Ancora<br />
non lo sappiamo, ma di certo qualcosa<br />
deve accadere perché non c’è di<br />
peggio che tirare a vivacchiare.<br />
La cosa che ci fa arrabbiare ancora di più, è<br />
che in giro non vediamo squadroni capaci di<br />
ammazzare il campionato. Abbiamo battuto a<br />
casa loro il Pisa e pareggiato con la Spal, le due<br />
favorite del campionato, e non ci sono parse<br />
squadre di fenomeni tali da spadroneggiare. Il<br />
girone B di Lega Pro, quest’anno, pare un campionato<br />
senza leader, l’equilibrio la fa da padrone,<br />
tanto che molte partite sono decise da<br />
singoli episodi. Per questo, quindi, una rosa<br />
come quella della Robur dovrebbe ambire a<br />
qualcosa di più, perché non sempre certe occasioni<br />
si ripresentano.<br />
Magari servirebbe<br />
qualche ritocchino in<br />
fase di calciomer -<br />
cato invernale, ma<br />
pensiamo che già<br />
così, soprattutto do -<br />
po l’innesto di Mastronunzio,<br />
la squadra<br />
possa ambire a<br />
qualcosa di importante.<br />
Abbiamo giocatori<br />
di categoria<br />
che altre società ci<br />
invidiano e allora<br />
cosa manca a questa<br />
squadra? Forse<br />
c’è qualche equivoco<br />
tattico da risolvere<br />
o quantomeno da<br />
sciogliere. Per<br />
esempio abbiamo una torre come Bonazzoli<br />
e non giochiamo sulle fasce<br />
come si deve per servirlo. O ancora: forse<br />
non supportiamo troppo il reparto avanzato,<br />
visto che dal centrocampo partono<br />
poche azioni manovrate a dovere.<br />
Il tempo per chiarire c’è ancora. Non<br />
resta che affrettare le scelte e decidere<br />
quale strada si vuol percorrere, l’importante<br />
è fare qualcosa. La semplice sopravvivenza<br />
serve a poco se non a<br />
smontare l’entusiasmo venutosi a creare<br />
dallo scorso anno. È ovvio che tati tifosi<br />
rimpiangono ancora il bel tempo<br />
perduto delle sfide con Juve o Inter, ma<br />
al tempo stesso sanno bene che possiamo<br />
fare qualcosa di più. La squadra<br />
non ha più alibi, nemmeno quello della<br />
paura casalinga, come ha accennato<br />
tempo fa il mister bianconero. Quale<br />
paura? Forse quella del troppo tifo? Al Franchi la Robur è<br />
sempre stata applaudita, anche quando lo meritava poco,<br />
e la curva l’ha sempre incitata per novanta e passa minuti.<br />
Dove starebbe, quindi, la paura? Meno chiacchiere<br />
e più fatti, dal mister al presidente. Non roviniamo un clima<br />
sano con parole al vento che in situazioni simili non fanno<br />
che alimentare polemiche delle quali, molto sinceramente,<br />
faremmo anche a meno. Facciamo vedere, piuttosto, di<br />
che pasta siamo fatti. Al più presto, possibilmente.<br />
« Metamorfosi di una squadra: tifosi al seguito sul campo del Pisa<br />
e un contrasto nel modesto derby con l'Arezzo »<br />
[dicembre 2015]<br />
6
Spezzatino indigesto.........................................................Mario Lisi<br />
se<br />
si è debolucci<br />
di stomaco<br />
possono andare<br />
bene anche<br />
pollo o<br />
tacchino<br />
non si vede<br />
all’orizzonte<br />
chi si prenda<br />
la briga<br />
di mettere<br />
almeno<br />
qualche limite<br />
all’irritante<br />
andazzo<br />
I vocabolari della lingua italiana sono concordi nel definire<br />
così la parola SPEZZATINO: “piatto semplice, casalingo,<br />
di carne tagliata a piccoli pezzi, di solito infarinata<br />
e fatta rosolare nel tegame con olio o burro, poi<br />
bagnata con vino e infine fatta cuocere a fuoco lento con<br />
aggiunta di pomodoro, sale, pepe e odori vari”.<br />
L’esperienza di mamme, nonne e mogli ci dice poi che<br />
lo si può cucinare, oltre che al sugo, anche in bianco e che<br />
si può scegliere tra carne di vitello, manzo, maiale, cinghiale…<br />
ma se si è debolucci di stomaco possono andare<br />
bene anche pollo o tacchino. Quanto al contorno “la morte<br />
sua” sono le patate, i piselli, i fagioli, gli spinaci e, se proprio<br />
si vuole strafare, una bella polenta.<br />
Ma, se è vero che del dizionario di italiano entrano a<br />
far parte sempre più nuovi termini (anche stranieri com’è<br />
il caso delle parole inglesi di cui si nutre l’informatica),<br />
ormai è d’obbligo aggiornare anche il significato di certe<br />
parole come, appunto, SPEZZATINO.<br />
Un’aggiunta a ciò che questo vocabolo sta a indicare<br />
potrebbe essere la seguente: “Cervellotico modo ideato<br />
dalla Federcalcio in concorso con le varie Leghe professionistiche<br />
italiane per arzigogolare il più possibile la calendarizzazione<br />
delle giornate di campionato, diabolicamente<br />
spalmate come crema dal sabato al lunedì, quando<br />
non addirittura dal venerdì, e a orari variabili tra le 12,00<br />
e le 20,45”.<br />
Ormai di questa storia se ne parla tra tifosi, nelle trasmissioni<br />
televisive e tra addetti ai lavori ma, se da un lato<br />
pare che la cosa non piaccia proprio a nessuno e rischi in<br />
qualche modo di falsare i tornei (non solo per la non contemporaneità<br />
degli incontri ma soprattutto per il rischio di<br />
infortuni nelle gare in notturna con le rigide temperature<br />
invernali), non si vede all’orizzonte chi si prenda la briga<br />
di mettere almeno qualche limite all’irritante andazzo.<br />
Purtroppo questo caos generale, in particolare, ha disastrato<br />
principalmente la Lega Pro dove, tra l’altro, c’erano<br />
già molte partite da recuperare per la nota vicenda di<br />
Savona e Teramo. Eppure il campionato in cui gareggia la<br />
beneamata Robur non è oggetto di trasmissioni in diretta<br />
da parte delle pay TV e le partite sono mandate in onda<br />
gratuitamente in streaming dalla Lega stessa con ricavi<br />
pubblicitari probabilmente miseri.<br />
Evidentemente, allora, la schizofrenica architettura del<br />
calendario anche nella cosiddetta Serie C risponde a ben<br />
altra esigenza e quale se non quella di garantire sempre e<br />
comunque un adeguato pubblico televisivo alle gettonate<br />
partite delle categorie superiori? Il tutto, però, in barba ai<br />
tanti sportivi genuini a cui piacerebbe, sebbene in<br />
terza serie, frequentare con un minimo di rispettosa<br />
regolarità lo stadio.<br />
Invece per loro tutto si complica perché giorno e<br />
ora in cui giocherà la squadra del cuore si conoscono<br />
generalmente solo un paio di settimane prima, a volte<br />
il calcio di ‘C’<br />
finisce per<br />
dover cedere<br />
il passo anche<br />
a sagre,<br />
feste paesane<br />
oppure<br />
ai mercatini<br />
prenatalizi…<br />
troppo tardi per riorganizzare impegni di lavoro, mangiate<br />
conviviali magari programmate da tempo, appuntamenti<br />
di ogni tipo e incursioni all’Ikea per fare una volta tanto<br />
contenta la compagna.<br />
Come se non bastasse adesso, mostrando una fantasia<br />
inesauribile, hanno tirato fuori anche la storia degli ‘eventi<br />
concomitanti’ così che il calcio di ‘C’, magari per le pur comprensibili<br />
necessità di ordine pubblico ai tempi dell’ISIS, finisce<br />
per dover cedere il passo anche a sagre, feste paesane<br />
oppure – è il caso di Siena – ai mercatini prenatalizi…<br />
Insomma, nessuno si meravigli più quando un amico,<br />
prima di prendere un impegno con noi, ci pensa su due volte<br />
o disdice quello già fissato accampando chissà quali e quante<br />
scuse. La colpa può essere dello SPEZZATINO ma se ci<br />
resta indigesto… allora dovevamo rimanere tra i dilettanti!?<br />
Va a finire che bisogna ingollarlo per forza, l’indigesto<br />
SPEZZATINO federale, anche se per digerirlo la medicina<br />
santa sarebbe uscire dallo stadio sempre con tre punti<br />
in più nella classifica dei bianconeri. Ma per quello ci vogliono<br />
prestazioni del Siena come a Pisa, non certo come<br />
quella in casa con l’Arezzo!<br />
[dicembre 2015]<br />
7
calcio / claudio coli<br />
Tornato al gol dopo oltre tre anni, Mastronunzio riscopre a Pisa il gusto di segnare<br />
e il desiderio di riscattarsi<br />
Avversari senza antidoto per la ‘Vipera’<br />
Dal beffardo calvario a un insperato lieto fine. È la storia della ‘vipera’<br />
Salvatore Mastronunzio, tornato alla vita calcistica dopo<br />
ben tre anni di buio esilio, indossando proprio quella maglia della<br />
Robur che gli costò la pesante squalifica che gli avrebbe stroncato per<br />
sempre la carriera. Ma non la voglia di tornare a gustare l’emozione del<br />
gol, come dimostrato dalla lunga corsa e dal pianto esploso dopo il bel<br />
gol nel derby col Pisa, vinto a domicilio per 2-1 dai ragazzi di Atzori.<br />
Cacciato con disonore dal mondo del pallone in seguito all’inchiesta<br />
del calcioscommesse dell’estate 2012, che travolse, tra gli altri, il Siena<br />
2010-2011 vincitore della B sotto la guida di Antonio Conte, la ‘vipera’<br />
fu squalificata per ben quattro anni (in seguito ridotti a tre dal Tnas)<br />
con l’accusa di aver chiesto l’attuazione di una combine a favore dell’Ascoli<br />
in cambio della partecipazione ad un’altra in aiuto dell’Albinoleffe,<br />
e per questo messo fuori rosa da Conte. Una teoria ripetutamente<br />
respinta dall’attaccante, che ha sempre affermato che mai avrebbe<br />
fatto un torto alla sua amata Ancona (rivale acerrima dell’Ascoli) e che<br />
la sua estromissione dalla rosa fu attribuibile ad un infortunio occorsogli<br />
prima delle ultime tre giornate di campionato, come certificato da<br />
un comunicato ufficiale della società ancora reperibile in rete.<br />
Uscito di scena fra l’incomprensione di molti e nel silenzio generale,<br />
mentre ben più noti personaggi del mondo del calcio la passavano franca<br />
fra scandali e scandaletti vari, Mastronunzio si è ritrovato solo e dimenticato,<br />
senza però perdere mai la speranza di riprendersi ciò che gli<br />
veniva forse ingiustamente tolto. E proprio quando le infernali porte<br />
della squalifica gli si sono dischiuse, ecco il Siena all’uscio pronto a riabbracciarlo,<br />
per ripartire insieme da dove tutto era finito.<br />
Ma cosa ha fatto finora Mastronunzio? Duri allenamenti a testa bassa,<br />
nessuna polemica e l’attesa paziente di una nuova chiamata. Nessuno<br />
voleva più la vecchia vipera che un tempo sapeva avvelenare le difese di<br />
mezza Italia fra serie B e C, addirittura molti pensavano che alle soglie<br />
dei 37 anni si fosse ritirato. Fallito il provino con il Trapani, ecco la chiamata<br />
di Ponte, per una rinascita sportiva che corre parallela a quella<br />
della società bianconera, alla ricerca della gloria perduta dopo l’incubo<br />
del fallimento.<br />
Che coppia insomma la Robur e Mastronunzio, due animali feriti che si<br />
nutrono di una comune rabbia e voglia di riscatto. Ne vedremo delle belle:<br />
d’altronde, una volta toccato il fondo puoi soltanto provare a risalire.<br />
Mastronunzio nel cuore della munita difesa pisana e la rabbiosa reazione al gol<br />
[dicembre 2015]<br />
8
Quella sera della Marsigliese<br />
negli stadi e nei palasport .......................Duccio Balestracci<br />
nel palasport<br />
attraversato da<br />
un’aria di gelo<br />
impalpabile,<br />
con tutti<br />
in piedi,<br />
si alzarono<br />
le note della<br />
Marsigliese<br />
sentirci<br />
tutti vicini<br />
a quella Parigi<br />
violentata<br />
dalla bestialità<br />
di ripugnanti<br />
fanatici<br />
Ci alzammo tutti. In grande silenzio; un silenzio che non<br />
si era mai osservato in questo modo nemmeno quando,<br />
prima delle partite ordinarie, ci si alza per ascoltare, doverosamente<br />
in piedi, l’inno nazionale italiano. Quello,<br />
c’è anche chi se la sente di sfidare cacofonie e<br />
stonature, e prova a cantarlo. Altri, per non offendere<br />
le parole, la musica, Mameli e l’Italia, si alzano<br />
in piedi e, rispettosamente, tacciono.<br />
Ma quella volta non cantava nessuno. Nel palasport<br />
attraversato da un’aria di gelo impalpabile,<br />
con tutti in piedi, si alzarono le note della Marsigliese.<br />
Avveniva lo stesso in tutti gli altri palasport; era avvenuto<br />
lo stesso nei campi di calcio. Quella musica, a volte,<br />
dalle tifoserie, senza volontà di vilipendere, adattata ad<br />
un canto da curva (“lotteremo fino alla morte”, e, secondo<br />
qual è la tifoseria di turno schierata di fronte, seguito o<br />
meno da un blandamente trucido “tua”); quella musica,<br />
adesso, si alzava in tutta la sua solennità e nessuno aveva<br />
il coraggio di fiatare. Si poteva solo ascoltare, con gli occhi<br />
bassi e lo stomaco chiuso.<br />
Cos’era quell’irruzione così violenta di una musica così<br />
bella se non la consapevolezza che qualcosa di orrendamente<br />
grave, di irrimediabile era accaduto? Non era il minuto<br />
di silenzio che si osserva per un lutto o una catastrofe<br />
naturale o un incidente. Era un inno nazionale, il canto di<br />
un popolo: un modo, il solo che lì era possibile manifestare,<br />
per sentirci tutti vicini a quella Parigi violentata dalla<br />
bestialità di ripugnanti fanatici. Quella Parigi, quella Francia,<br />
colpite a morte da delinquenti che dicono – offendendo<br />
chi crede in un qualsiasi dio –<br />
di agire in nome di dio.<br />
C’era rabbia, in quel silenzio<br />
mentre la Marsigliese si levava; e<br />
c’era orgoglio. No, non quelli che<br />
sfociano nell’odio religioso e nell’intolleranza.<br />
C’erano quelli di chi<br />
non accetta di chinare la testa davanti<br />
all’assurdo, ma che non si fa<br />
appannare la ragione dall’adrenalina<br />
che gira a mille; che non dà<br />
risposte di pancia facendo così il<br />
gioco dei fanatici irrazionali ricambiandoli<br />
con altrettanta irrazionalità.<br />
C’era rabbia per quel<br />
che era successo da poche ore, e<br />
orgoglio di appartenere a una cultura<br />
(condivisa dalla stragrande maggioranza delle persone<br />
razionali, quale che sia la loro fede religiosa: cristiani,<br />
musulmani, ebrei, induisti, buddisti e quel che altro si<br />
vuole) che non si fa terrorizzare dal terrorismo anche se<br />
ancora non ha capito bene come combatterlo.<br />
La Marsigliese con quella motivazione suonata negli<br />
stadi, nei campi di basket, nelle sedi fisiologicamente de-<br />
“Parigi<br />
affamata,<br />
Parigi<br />
distrutta,<br />
Parigi<br />
violentata.<br />
Ma Parigi<br />
LIBERA!”<br />
stinate all’incontro, anche animato e perfino ruvido, ma incontro<br />
e confronto, non scontro; la Marsigliese ci diceva, in<br />
quel momento, che nulla sarebbe stato più uguale a prima.<br />
Sapevamo che Parigi era stata colpita, ma non domata.<br />
Mentre la Marsigliese risuonava, veniva in mente l’orgoglioso,<br />
rabbioso, commovente discorso di Charles De<br />
Gaulle all’indomani della liberazione di Parigi dall’occupazione<br />
tedesca: “Parigi affamata, Parigi distrutta, Parigi<br />
violentata. Ma Parigi LIBERA!”. Ancora una volta, veniva<br />
da pensare, l’avevano violentata - e noi lo eravamo<br />
stati con lei – ma eravamo liberi; avremmo continuato ad<br />
esserlo; lo saremmo sempre stati. Quel canto rivoluzionario<br />
segnava le nostre coscienze; ancora una volta – l’ennesima<br />
– simboleggiava l’irriducibilità degli uomini liberi<br />
e il loro rifiuto a farsi intimorire. C’è una sequenza in<br />
‘Casablanca’, nella quale la cantante del Rick’s Café Américain<br />
intona la Marsigliese e gli altri con lei, e tutti insieme<br />
sovrastano il lugubre canto nazista intonato dagli<br />
ufficiali tedeschi presenti nel locale. Ebbene: fu come se,<br />
in quel momento, in quei palasport, in quegli stadi, ciascuno<br />
di noi si fosse unito al coro degli uomini liberi del<br />
film capolavoro di Michael Curtiz, orgogliosamente consapevoli<br />
che da sempre e per sempre la Marsigliese avrebbe<br />
prevalso su “Die Fahne hoch”, comunque declinato,<br />
questo, in qualsiasi altro slogan o grido di guerra da chi<br />
pratica la violenza sanguinaria.<br />
Ma quelle note, quella sera, eravamo consapevoli che<br />
segnavano un momento della Storia. Perché in quel momento<br />
ci fu chiaro che eravamo in guerra. Una strana guerra<br />
mai vista prima,<br />
ma una guerra. Una<br />
guerra che si apriva<br />
con un canto di libertà.<br />
Una guerra per la<br />
libertà. Ancora una.<br />
L’ennesima.<br />
Biancoverdi in raccoglimento<br />
prima della gara con Tortona<br />
[dicembre 2015]<br />
9
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polisportiva<br />
Continuano a farsi onore Duccio Marsili,<br />
Giorgia Bormida e Giulia Bonechi,<br />
i tre roller biancoverdi convocati per Taiwan<br />
La Mens Sana<br />
si merita il podio<br />
anche ai Mondiali<br />
La Polisportiva Mens Sana 1871 si conferma ai vertici del pattinaggio corsa,<br />
grazie ad una prestazione maiuscola dei suoi tre roller impegnati alla FIRS<br />
World Championships Roller Speed Skating 2015 Cat. Juniores - Seniores<br />
M/F di Kaohsiung (Taiwan).<br />
Duccio Marsili, Giorgia Bormida e Giulia Bonechi non hanno infatti sfigurato<br />
con i colori della Nazionale, comportandosi anzi da veri campioni.<br />
Due medaglie all’attivo per Duccio Marsili. La prima arrivata nelle prove<br />
su pista dove ha conquistato l’argento nella<br />
3.000m Roller Speed Skating 2015 Cat. Juniores<br />
insieme a Daniel Niero e Marco De Flaviis, campioni<br />
d’Europa di specialità in carica. Un’ottima<br />
prestazione, nella quale hanno controllato la gara<br />
dall’inizio alla fine, conquistando meritatamente<br />
il secondo posto. L’altra è invece arrivata su strada:<br />
il bronzo nell’americana 5.000m Relays Junior<br />
Men su strada alle spalle di Venezuela e Francia.<br />
Alla sua prima esperienza iridata Duccio ha<br />
disputato un ottimo mondiale, prima come gregario<br />
e poi centrando due medaglie nelle prove a<br />
squadra, oltre al quinto posto nella 20000 a eliminazione<br />
su strada.<br />
Positivo anche il bilancio di Giorgia Bormida<br />
e Giulia Bonechi che hanno ottenuto piazzamenti<br />
importanti. Giorgia ha centrato un settimo<br />
posto nella 100m velocità su strada e due decimi nella gara sprint, sia su pista<br />
che su strada. Per Giulia invece un quinto posto nella 100m velocità ed un<br />
sesto e settimo piazzamento nella sprint sia su pista che su strada; ottimo risultato<br />
per entrambe anche nell’americana a squadre su pista (quinte classificate).<br />
Dunque una grande soddisfazione che riempie di gioia il Direttore Tecnico<br />
Laura Perinti, la squadra roller e tutta la Società di Viale Sclavo, dove i tre<br />
ragazzi sono cresciuti sulla Pista Puggelli e dove ogni giorno tanti bambini<br />
vengono avviati a questa disciplina.<br />
“Non nascondo l’emozione nel complimentarmi con Duccio, Giorgia e Giulia<br />
per gli importanti risultati raggiunti ai campionati del mondo appena conclusi<br />
in Cina – ha commentato il presidente Piero Ricci –. Le medaglie di Duccio e<br />
gli ottimi piazzamenti delle nostre due roller sono la dimostrazione della qualità<br />
della nostra scuola di Pattinaggio su corsa che da anni, grazie a passione e competenza,<br />
riesce a formare atleti di caratura internazionale. Non è un caso che i nostri<br />
tre azzurrini siano cresciuti tutti in Viale Sclavo, dove quotidianamente altri<br />
giovanissimi atleti imparano la disciplina sotto la guida di uno staff tecnico di indiscusso<br />
valore, che riesce a trasmettere non solo le linee guida della disciplina ma<br />
anche i valori che essa incarna”.<br />
Un’esperienza che i ragazzi porteranno con sé a lungo e che sottolinea<br />
ancora una volta la bontà del lavoro svolto dalla sezione pattinaggio corsa della<br />
Polisportiva Mens Sana 1871 che sotto la guida tecnica del DT Laura Perinti<br />
ha saputo formare atleti di talento come quelli che ci hanno rappresentato in<br />
questi giorni in Cina.<br />
« Marsili dopo la premiazione e con le due compagne di squadra senesi »<br />
[dicembre 2015]<br />
11
Andrea Bruschettini<br />
atletica leggera<br />
Soddisfazioni a pioggia per Bazzoni, Chiappinelli e Siragusa in questo 2015 che va in archivio<br />
mentre già si corrono le prime campestri invernali<br />
Tris di... primi, il piatto è servito!<br />
Si accosta il sipario, ma non si chiude mai, sull’atletica<br />
leggera. Nei giorni di fine anno in cui potremmo<br />
fare l’opportuno bilancio della stagione, di<br />
fatto già si è in movimento, di corsa, sui prati, galleggiando<br />
spesso nel fango delle prime campestri<br />
dei mesi invernali.<br />
È Yohanes Chiappinelli a guidare il gruppo nei<br />
cross con un positivo esordio (terzo posto) in Francia,<br />
mentre va in scena a metà dicembre l’Europeo<br />
dove lui assieme ai compagni di nazionale fu campione<br />
continentale a squadre nel 2014.<br />
Ma è proprio il suo lampo estivo, nel cielo<br />
azzurro scandinavo di Eskilstuna, a illuminare<br />
l’annata dell’atletica leggera senese.<br />
Con la vittoria nei 3000 siepi<br />
agli Eurojuniores in Svezia il giovane<br />
senese ha segnato una<br />
nuova pagina della nostra atletica, impreziosendola<br />
di un metallo mai visto a<br />
questi livelli.<br />
Pochi giorni prima, come ad anticipare<br />
il suo slancio vittorioso, era<br />
giunta la medaglia di Irene Siragusa, argento<br />
con le altre ragazze della 4x100,<br />
in un altro clima nordico, a Tallinn,<br />
Estonia.<br />
La colligiana dell’Esercito (ma<br />
fino a pochi mesi fa di Atletica<br />
2005) ha proseguito la corsa, testimone<br />
in pugno, fino a Pechino<br />
per i Campionati mondiali,<br />
dove ha sfiorato il record italiano<br />
sempre nella staffetta<br />
veloce; al suo fianco si è inserita<br />
anche Chiara Bazzoni.<br />
La compagna di<br />
club di Bettolle, prima<br />
senese a una Olimpiade<br />
(Londra 2012), ha portato a<br />
compimento un’altra annata superlativa che in inverno<br />
l’aveva vista campionessa italiana assoluta indoor<br />
dei 400m, poi terza nella rassegna assoluta estiva,<br />
ed infine ultima frazionista nel quartetto del<br />
miglio in gara nella capitale cinese, dove ha colto il<br />
nono posto con il quarto tempo italiano di sempre.<br />
Intrecciando risultati e ricordi di dodici mesi<br />
vissuti vorticosamente, non passano in secondo<br />
piano il successo dell’emiliana di Atletica 2005 Stefania<br />
Strumillo, campionessa italiana assoluta di lancio<br />
del disco; l’argento estivo e il bronzo invernale<br />
nel martello di Elisa Palmieri agli italiani assoluti,<br />
condito da un probante 67,03m; il bronzo nei 2000<br />
[dicembre 2015]<br />
12<br />
siepi agli italiani allievi di Niccolò Ghinassi, risultato<br />
che gli ha permesso la convocazione in nazionale<br />
per il Festival Olimpico della Gioventù Europea;<br />
il sorprendente argento della Montepaschi Uisp<br />
Atletica Siena (Chiappinelli, Ghinassi, Marco Proietti<br />
Vagaggini, Lorenzo Martinelli) in febbraio nella<br />
prova di staffetta ai Campionati nazionali di cross;<br />
fino alla Finale Gruppo B Tirreno conquistata sia<br />
dalla formazione maschile della Montepaschi Uisp<br />
Siena sia dalla compagine femminile<br />
di Atletica 2005.<br />
Nel mezzo a tante altre<br />
competizioni, a tanti validi<br />
risultati di livello regionale<br />
anche dei<br />
settori giovan<br />
i l i ,<br />
data la dimensione<br />
internazionale<br />
acquisita negli ultimi anni dalla nostra<br />
atletica grazie ai tre alfieri citati in<br />
precedenza (Bazzoni, Chiappinelli, Siragusa<br />
in rigoroso ordine alfabetico), non può essere<br />
distolto lo sguardo da una certa cronaca<br />
quotidiana.<br />
L’argomento doping infatti bussa incessantemente<br />
alle porte, e, in particolare, con le<br />
pesanti accuse mosse dalla WADA (Agenzia Antidoping<br />
Mondiale) alla federazione russa; le richieste di<br />
squalifica di una moltitudine di atleti, e la sospensione<br />
da qualsiasi attività internazionale sancita<br />
‘sine die’ dalla IAAF (Federazione Internazionale<br />
d’Atletica) verso l’ex armata rossa, forse un<br />
giorno andranno rivisti certi risultati che ci riguardano<br />
da vicino.<br />
Era il 2010, Barcellona, Campionato Europeo:<br />
Chiara Bazzoni, Marta Milani, Maria Enrica Spacca,<br />
Libania Grenot correndo a suon di record italiano<br />
(3’25”71) terminavano quarte, precedute da<br />
Gran Bretagna, Germania e la vittoriosa Russia.<br />
Correva l’anno 2011, Parigi, Campionati europei<br />
indoor: Giulia Arcioni, Maria Enrica Spacca,<br />
Chiara Bazzoni, Marta Milani, terminano quarte -<br />
ancora primato italiano, 3’33”70 – precedute da<br />
Francia, Gran Bretagna e ancora le indomite russe.<br />
Nel ‘dream team’ della nazionale russa, qualche<br />
nome già noto a suo tempo all’antidoping: Anastasiya<br />
Kapachinskaya, squalificata per due anni a metà<br />
anni duemila; Kseniya Ryzhova, altrettanto bannata<br />
per doping nel 2014.<br />
Antonina Krivoshapka, Kseniya Ustalova, Tatyana<br />
Firova, Kseniya Zadorina, Yelena Migunova, Olesya<br />
Krasnomovets sono gli altri nomi che si sono alternati<br />
sul più alto gradino del podio tra Barcellona<br />
2010 e Parigi 2011.<br />
Nomi più o meno immacolati, questi<br />
ultimi, ma cosa si può pensare, alla<br />
luce delle ultime evidenze,<br />
di quei quarti posti conquistati<br />
con fatica ed onestà<br />
dalle azzurre e dalla nostra Chiara?<br />
Possiamo provare a salvarci da<br />
questa torbida vicenda che fa girare<br />
la testa, cercando conforto nella<br />
probità del nostro sistema antidoping….<br />
se non fosse<br />
che recentemente due<br />
sentenze di primo<br />
grado della giustizia ordinaria<br />
in applicazione<br />
della legge italiana contro il<br />
doping (376/2000), hanno assolto<br />
il ciclista Davide Rebellin,<br />
squalificato a Pechino 2008 dopo<br />
il suo argento e il maratoneta Alberico<br />
Di Cecco, squalificato dopo una<br />
maratona nel 2008. Entrambi avevano<br />
scontato da tempo la propria condanna<br />
della giustizia sportiva, con più anni di sospensione<br />
dalla propria attività, nonché la revoca<br />
di risultati (come appunto la medaglia<br />
olimpica di Rebellin).<br />
Il guazzabuglio tra i due ordinamenti; le differenti<br />
interpretazioni normative delle due magistrature<br />
(sportiva e ordinaria), e la giurisprudenza<br />
che deriva dalle recenti sentenze, pone un elemento<br />
di instabilità e poca certezza nell’universo doping<br />
e di tutti i furbetti che ne fanno pratica, non certo<br />
foriero di positivi sviluppi.<br />
Ma è Natale, e i regali l’atletica leggera senese se<br />
n’è fortunatamente fatti tanti durante l’intero anno.<br />
« Da sinistra, Bazzoni, Chiappinelli e Siragusa »
Contrade e sport:<br />
indovina chi viene a cena?..................Francesco Vannoni<br />
la Mens Sana,<br />
nel suo recente<br />
passato, è stata<br />
definita come<br />
la ‘diciottesima<br />
Contrada’<br />
c’è la mancata<br />
presenza<br />
di alcuni<br />
rappresentanti<br />
bianconeri che<br />
biancoverdi,<br />
all’interno<br />
dei nostri rioni<br />
Per un vezzo giornalistico o forse per una naturale inclinazione<br />
verso la ‘senesità’ più autentica e genuina, capita<br />
di leggere metafore o accostamenti, più o meno appropriati,<br />
tra il mondo del Palio e quello dello Sport.<br />
È questa la ragione per la quale, volendosi riferire ad<br />
un obiettivo stagionale ormai vicinissimo, si dice delle nostre<br />
Benamate, che sono… ‘all’ultimo Casato’. Oppure, riguardo<br />
ad un singolo impegno sulla carta difficile prima di<br />
un finale ritenuto meno insidioso, si chiama in causa ‘il<br />
terzo San Martino’.<br />
Senza dimenticare che, in modo un po’ troppo audace,<br />
vista la necessaria e imprescindibile linea di confine tra i<br />
due mondi, la Mens Sana, nel suo recente passato, è stata<br />
addirittura definita come la ‘diciottesima Contrada’.<br />
A parte varie disquisizioni tra dialettica giornalistica<br />
e opportune demarcazioni entro i rispettivi spazi di competenza<br />
da non invadere reciprocamente, il legame tra la<br />
composita realtà delle Contrade e le massime espressioni<br />
sportive cittadine non è soltanto una certezza nei fatti, ma<br />
rappresenta anche la risorsa complementare del senso di<br />
appartenenza.<br />
Unico e differente per ognuno dei nostri rioni nel percorso<br />
di un’intera esistenza; collettivo e popolare, invece,<br />
nella partecipazione comune all’evento sportivo.<br />
Ciò appare, ormai, come un adeguamento ai tempi.<br />
Perché se è vero che bisogna ricorrere a mille distinguo<br />
quando si parla della necessità delle Contrade di adeguarsi<br />
alla modernità in senso lato, tutte le Consorelle<br />
sanno di dover rispondere anche alle nuove abitudini e<br />
agli standard di vita delle giovani generazioni, cercando di<br />
inserirsi nei segmenti di una quotidianità che spesso sfugge<br />
alla routine.<br />
Anche in considerazione di questo, relativamente alla<br />
stagione in corso, balza agli occhi la mancata presenza di<br />
alcuni rappresentanti, sia di sponda bianconera che biancoverde,<br />
all’interno dei nostri rioni.<br />
Magari in una di quelle ‘Serate Sport’, molto più frequenti<br />
fino a pochi anni orsono, che affollavano le varie<br />
una sfida<br />
dai precisi<br />
canoni logistici<br />
e organizzativi<br />
moltissimi<br />
senesi<br />
frequentano<br />
indistintamente<br />
il Rastrello<br />
e il PalaEstra<br />
Società facendo emergere un profilo ben più rilevante di<br />
quello prettamente culinario: ovvero l’interconnessione di<br />
un tessuto vitale imprescindibile intorno al quale, va detto,<br />
quest’anno non ci sono state ancora occasioni d’incontro.<br />
Tale costatazione, oltre a rappresentare l’auspicio che<br />
presto possano riprendere momenti conviviali sull’asse<br />
Sport-Contrade, non può comunque trascurare alcuni<br />
aspetti inerenti la nuova dimensione agonistica che la<br />
Mens Sana e la Robur hanno saputo conquistare.<br />
La Lega Pro per la squadra di Atzori e la Serie A2 per<br />
gli uomini di Ramagli, rappresentano non soltanto un salto<br />
di categoria a livello tecnico, ma più specificatamente una<br />
sfida dai precisi canoni logistici ed organizzativi.<br />
Il passaggio da un contesto prettamente dilettantistico (almeno<br />
per quanto concerne il Siena) a quello professionistico<br />
comporta l’osservanza di alcune norme oltreché la rimodulazione<br />
di impegni, tempi di lavoro e opportunità di svago.<br />
In base a queste disposizioni, tra l’altro, la presenza<br />
di tesserati o dirigenti ‘in pubblico’ sarebbe prevista limitatamente<br />
alle iniziative promosse dai club di tifosi organizzati<br />
e ufficialmente riconosciuti.<br />
Va da sé che quanto stabilito in linea di principio,<br />
debba misurarsi con la singola situazione e questo fa ragionevolmente<br />
pensare che non saranno cavilli federali a<br />
bloccare certe iniziative di socialità e aggregazione.<br />
Più verosimile la scuola di pensiero secondo cui il ripetersi<br />
regolare delle ‘allegre tavolate’ in Contrada con i<br />
beniamini del pallone o della ‘palla a spicchi’, avrebbe<br />
accusato una flessione fisiologica, direttamente proporzionale<br />
alla ‘vetrina’ di riferimento.<br />
Avvicinarsi alla partita contro l’Inter a San Siro negli<br />
anni della Serie A, aveva decisamente un altro appeal,<br />
anche nella cornice contradaiola, che non attendere uno<br />
dei ‘derby ritrovati’ nella vecchia C2. Lo stesso dicasi per<br />
la Mens Sana, nei modi e nei termini che la Storia, in particolare<br />
nell’ultimo decennio, ci aveva abituato a vivere.<br />
Chi volesse sondare ulteriormente le varie divagazioni<br />
sul tema, potrebbe andare, rione per rione, a ricercare,<br />
per mera curiosità personale, quali siano le varie inclinazioni<br />
in materia di sport preferito. Se in una Contrada,<br />
dunque, ci siano più calciofili o ‘baskettari’. Ma il confronto<br />
non sarebbe del tutto indicativo tenendo conto del<br />
fatto che moltissimi senesi frequentano indistintamente il<br />
Rastrello e il PalaEstra. A dispetto di inquietanti contemporaneità<br />
che, negli orari del cervellotico ‘spezzatino’ televisivo,<br />
tutti gli appassionati devono sopportare.<br />
Dal quadro che ne deriva, il rapporto tra lo sport senese<br />
di più alto livello e l’universo contradaiolo, appare<br />
comunque saldo e radicato. A trasformarsi profondamente<br />
sono state le dinamiche interne alle parti e per cause di<br />
forza maggiore o comunque non del tutto governabili, per<br />
i fattori esterni che le hanno generate.<br />
« In Contrada, nella stagione scorsa, a tavola con lo sport senese »<br />
[dicembre 2015]<br />
13
Daniele Giannini<br />
scherma<br />
Mentre Lorenzo Bruttini si misura nella prova<br />
di Coppa del Mondo, prosegue il cammino<br />
dei più giovani nelle varie categorie<br />
La ‘carovana’ del Cus<br />
sempre in viaggio<br />
Con la stagione ormai avviata a pieno ritmo, la scherma cussina targata<br />
ESTRA si muove settimanalmente con i propri atleti, piccoli o<br />
grandi, su tutti i fronti: da quello internazionale a quello regionale accumulando<br />
risultati e progressi importanti per il proseguo della stagione<br />
che si concluderà, a seconda delle categorie, fra maggio e giugno<br />
del prossimo anno.<br />
Iniziamo dallo spadista Lorenzo Bruttini, reduce dal 52° posto ottenuto<br />
nella prova di Coppa del Mondo assoluta svoltasi a Tallinn, in<br />
Estonia. Nella prima giornata di gare il cussino, tesserato per le Fiamme<br />
Azzurre superava il girone iniziale con 4 vittorie su 6 assalti alle 5<br />
stoccate. Successivamente affrontava con successo il tabellone di eliminazione<br />
diretta per la qualificazione al tabellone principale da 64 atleti<br />
battendo prima il russo Kalinin, 15/11, e poi il polacco Mikolajczak,<br />
10/6, al tempo. Nella giornata successiva veniva superato dall’ucraino<br />
Herey, 8/15, nel match d’esordio del tabellone principale.<br />
Solo due punti conquistati per il ranking internazionale che vede lo<br />
schermitore senese 82° nella classifica mondiale di specialità nell’attesa<br />
di scendere in pedana a Doha, in Qatar, per la prossima tappa del circuito<br />
iridato.<br />
Nel circuito europeo under 23 spadisti cussini in pedana a Colmar,<br />
Francia, con Bernardo Crecchi che si classifica 29° mentre Edoardo<br />
Vichi si ferma al 37° posto; seguono più in basso in classifica Lorenzo<br />
Toracca e Bernardo Ricci. In Germania, a Heidenheim, bella prova per<br />
la spadista Gaia Curto, 10ª, fermatasi alle soglie della finale nel circuito<br />
continentale under 17.<br />
Un bel risultato arriva anche da Foggia, dove si è disputata la prima<br />
prova nazionale under 17 di fioretto, con Manuel Ceroni (classe 2001)<br />
che al primo anno della categoria, su oltre 200 partecipanti, conquista il<br />
tabellone da trentadue e centra la qualificazione alla prima prova del campionato<br />
italiano under 20; positiva anche la prova di Lorenzo Schiavone,<br />
sempre alla prima esperienza in categoria, che ha superato i gironi di<br />
qualificazione cedendo alla prima diretta e chiudendo a metà classifica.<br />
Gara analoga in campo femminile per Matilde Rossi e Costanza<br />
Frambati che, dopo aver superato il turno iniziale a gironi, hanno perso<br />
nel primo incontro di eliminazione diretta.<br />
Importante podio nella prova nazionale under 17 di spada conquistato<br />
da Gaia Curto, che si conferma ai vertici della categoria, arrendendosi<br />
in semifinale, 9/15, solo alla vercellese Isola poi vincitrice della<br />
gara. La cussina, dopo un girone iniziale senza sconfitte, approdava alla<br />
zona medaglie dopo aver superato tutte le avversarie incontrate sul suo<br />
cammino partendo dal tabellone da ‘128’, battendo nei quarti la ravennate<br />
Segatto 15/11. Con questo risultato l’atleta del CUS si qualifica direttamente<br />
per i Campionati Italiani di categoria oltre a guadagnare<br />
l’accesso alla prima prova nazionale under 20, impresa riuscita anche<br />
alla giovanissima Giulia Riviello (classe 2001) classificatasi 72ª su oltre<br />
300 partecipanti. Eliminata invece nelle prime fasi Chiara Agostini, così<br />
come nella prova maschile Emanuele Matachione.<br />
Nella successiva prova ‘Giovani’, under 20, i cussini non colgono risultati<br />
di rilievo pur considerando positive le partecipazioni di alcuni di<br />
loro, in particolare quelle degli under 17 che si trovavano comunque ad<br />
affrontare atleti ben più formati specie dal punto di vista fisico. Bene il<br />
62° posto di Manuel Ceroni nel fioretto che, dopo aver superato i gironi,<br />
vince anche il primo incontro di eliminazione diretta. Nella spada<br />
maschile miglior risultato per Bernardo Ricci, 36°, mentre Lorenzo<br />
Toracca e Claudio Bravetti si fermano nei turni precedenti come nella<br />
prova femminile dove solo la Curto accede al tabellone da ‘64’ mentre<br />
Vivian Petrini e Giulia Riviello restano più indietro in classifica.<br />
Andando a parlare dei più piccoli, un bellissimo argento viene dalla<br />
prima prova nazionale del Trofeo Kinder+sport di spada under 14, disputatasi<br />
a Ravenna, grazie alla bella prova di Valentina Bichi nella categoria<br />
‘Bambine’.<br />
Il cammino della giovane cussina è iniziato con tutte vittorie nel<br />
girone di qualificazione ed è andato avanti spedito fino alla finale a ‘8’;<br />
nei quarti ha battuto la torinese La Monaca, 10/2, ed in semifinale si è<br />
sbarazzata della rappresentante di Vercelli Orso,10/8, infine nell’ultimo<br />
assalto ha ceduto 7/10 alla torinese Di Masi conquistando il secondo<br />
gradino del podio.<br />
Sempre a Ravenna molto bene anche Giovanni Settefonti ,11°, e Joseph<br />
Ceroni, 12°, nella categoria ‘Giovanissimi’. I due piccoli cussini,<br />
imbattuti nei gironi, collezionano vittorie dal tabellone da ‘128’ fino a<br />
[dicembre 2015]<br />
14
AUTOFFICINA E PUNTO VENDITA<br />
Baccinetti Mauro & C.<br />
s.n.c.<br />
quello dei ‘16’, per l’accesso alla finale a otto, dove Settefonti cede a Volpi di<br />
Bresso, 5/10, mentre Ceroni perde 7/10 con il romano Raimondi.<br />
Nelle prove femminili le altre giovanissime cussine in gara Arianna Mori,<br />
Matilde Legnaioli, Camilla Lunghetti e Letizia Rapezzi, pur riconoscendo l’impegno<br />
profuso, non vanno oltre le prime eliminatorie, rimanendo lontane dalla<br />
vetta della classifica.<br />
Sempre a livello under 14 i giovanissimi schermitori del CUS-ESTRA sono<br />
scesi in pedana a Pisa, nella prima prova del ‘Trofeo del Granducato’, raccogliendo<br />
dei buoni piazzamenti in gare estremamente valide e molto partecipate.<br />
Nella categoria ‘Bambine/Giovanissime’ buona finale per Lavinia Biagiotti<br />
che cede solo alla campionessa italiana in carica, Conti di Frascati, e si classifica<br />
7ª; seguono in classifica, Camilla Bonechi, Caterina Scarselli, Valentina Bichi, Caterina<br />
Ricci e Lucrezia Riviello.<br />
Nei ‘Maschietti/Giovanissimi’ finale per Joseph Ceroni, 7° classificato, seguito<br />
a ruota da Giovanni Settefonti, 9°, fuori dalla finale per un soffio.<br />
Nelle ‘Ragazze/Allieve’ in gara Emma Petrini e Lavinia Paolini, mentre tra i<br />
maschi Francesco Oliboni, Antonio Lo Bello, Sebastian Cerretini e Andrea Mussari,<br />
tutti fermatisi nei turni precedenti le finali a ‘8’ delle rispettive categorie.<br />
Chiudiamo con l’ennesimo successo nella categoria Master di Fabio Miraldi<br />
che, ad Ariccia, vince la 2ª prova del circuito nazionale di fioretto su chi scrive;<br />
secondo posto invece nella sciabola per Filippo Carlucci battuto in finale dal<br />
veneto Busi e seguito sul podio dal Igor Skorynin, atleta bielorusso tesserato per<br />
il CUS da alcune stagioni.<br />
Nel successivo Trofeo delle Regioni Master, la Toscana, con i tre cussini Miraldi,<br />
Carlucci e il redattore di queste note (insieme all’aretino Vannucci), si aggiudicava<br />
la vittoria battendo in finale la Lombardia mentre Carlucci, nella formazione<br />
toscana di sciabola, conquistava il bronzo dopo aver ceduto in semifinale<br />
alla rappresentativa del Lazio poi vincitrice della prova.<br />
« Gaia Curto (a sinistra) e Valentina Bichi (sopra): il futuro della scherma senese passa anche da loro »<br />
Via Pescaia 64/66<br />
53100 SIENA<br />
Tel. 05.77.42.162<br />
Fax 05.77.22.42.73<br />
baccinetti@alice.it<br />
[dicembre 2015]<br />
15
sport per tutti<br />
I migliori ciclisti Uisp del territorio premiati nel corso di una simpatica cerimonia<br />
svoltasi a Valiano di Montepulciano<br />
Per una cultura del movimento<br />
sempre più radicata<br />
A fine ottobre si sono svolte nella storica cornice<br />
del centro sociale di Valiano di Montepulciano,<br />
le premiazioni della lega ciclismo Uisp di Siena.<br />
L’appuntamento, in una delle propaggini più estreme<br />
della nostra provincia, è stata l’occasione per<br />
consegnare i riconoscimenti ai migliori atleti dell’anno,<br />
alle società che si sono distinte per l’impegno<br />
e, soprattutto, per fare il punto sulla stagione appena<br />
conclusa.<br />
Il calendario 2014 2015 è stato denso di appuntamenti<br />
e ha dato la possibilità ai tanti appassionati<br />
ciclisti di cimentarsi nelle varie discipline: cicloturistiche,<br />
escursionistiche e amatoriali su strada e mtb<br />
e persino vintage con la perla dell’Eroica, giunta alla<br />
19^ edizione, e divenuta ormai un evento internazionale<br />
unico nel suo genere che viene “esportato”<br />
oltre i confini del nostro continente.<br />
Tornando alla stagione della Uisp senese e analizzando<br />
il numero dei partecipanti alle varie manifestazioni,<br />
si nota una crescita organizzativa delle<br />
gare riservate alla mountain bike e la conferma dell’attività<br />
escursionistica. L’interesse per il cicloturismo<br />
è in forte crescita mentre le tradizionali corse<br />
amatoriali che un tempo caratterizzavano le feste<br />
dei paesi di provincia e del capoluogo, hanno perso<br />
il loro appeal. Una “mutazione genetica” del popolo<br />
del pedale che preferisce andare lentamente e gustare<br />
la bellezza dei paesaggi e le stradine a basso<br />
traffico che ancora sono numerose nel nostro territorio.<br />
Molto partecipate sono state le granfondo cicloturistiche<br />
con una crescita dell’interesse anche<br />
per le grandi distanze, le cosiddette randonnee, vero<br />
e proprio emblema dell’andare lento.<br />
Diversi senesi hanno partecipato quest’anno all’evento<br />
principale organizzato in Europa per gli<br />
amanti del genere: la Parigi-Brest-Parigi, una lunghissima<br />
cavalcata nel cuore della Francia caratterizzata<br />
dalla grandissima partecipazione della popolazione<br />
locale che accompagna i ciclisti anche<br />
durante la notte dando loro supporto in caso di necessità.<br />
Se, da una parte, la perdita delle tradizionali<br />
corse ciclistiche fa venire la nostalgia per i tempi che<br />
furono, dall’altra, la voglia di stare insieme pedalando<br />
con calma attraverso le meravigliose scenografie<br />
della nostra terra, denota una cultura del movimento<br />
aperta a tutti che mette al primo posto la socializzazione<br />
e il benessere lasciando in secondo piano<br />
il puro agonismo.<br />
Alla premiazione sono intervenute molte delle<br />
società affiliate alla Uisp senese, alla presenza dei dirigenti<br />
provinciali e con il consigliere nazionale<br />
Maggi che ha illustrato le novità per la prossima stagione<br />
con particolare riferimento all’utilizzo dei defibrillatori<br />
e ai corsi di formazione per i dirigenti<br />
del ciclismo. Un ringraziamento particolare è stato<br />
rivolto ai giudici per il lavoro che portano avanti e<br />
alle società per l’impegno messo nell’organizzare le<br />
singole prove, sempre di alto livello, oltre che per<br />
aver portato i propri atleti ai tanti appuntamenti calendarizzati<br />
.<br />
Queste le società premiate nel 2015:<br />
Cicloturismo: G.C. Arbia, Amatori Chiusi,<br />
G.C.Asciano;<br />
Strada: G.C. Tondi Sport,<br />
Bullettabike,G.C. Poggio al Vento;<br />
MTB: Ciclistica Valdarbia, Donkey Bike, Mtb Val<br />
di Merse;<br />
Escursionismo: Tuscany Go,G.C. La Sorba,<br />
G.C. Cerro Bike.<br />
Per il campionato individuale di MTB, con minimo<br />
quattro prove, sono risultati vincitori:<br />
A1: Leoncini Marco , Team Scott Sam Bike;<br />
A4: Brandini Alessio, Donkey Bike;<br />
Donne: Lippi Cristiana, Ciclistica Valdarbia.<br />
Al termine, il consueto rinfresco ha dato modo<br />
a tutti di confrontarsi sulle varie esperienze e darsi<br />
appuntamento a metà dicembre quando si terrà l’assemblea<br />
della Lega provinciale di ciclismo UISP per<br />
elaborare il calendario della nuova stagione e rispondere<br />
alle numerose richieste che provengono<br />
dalle società del territorio che chiedono di poter<br />
organizzare eventi ciclistici.<br />
(a.m.)<br />
« Tre dei tanti premiati: Arnaldo, Cristiana e Marco »<br />
[dicembre 2015]<br />
17
asket / augusto mattioli<br />
Francesco Bonelli parla della sua esperienza<br />
in maglia rossoblù e fa il punto della situazione<br />
dopo l'ultimo exploit di Lucca<br />
Virtus,<br />
un salto di qualità<br />
che vale i play off<br />
Cominciamo dalla classifica<br />
del girone A della C silver Toscana:<br />
Pino Dragons BK Firenze18,<br />
Castelfiorentino16 , Virtus Siena<br />
16, CMB Lucca 14, Valdisieve 14,<br />
Olimpia Legnaia 12, Lib. Basket<br />
Livorno 10, ecc. ecc. Come si può<br />
vedere la Virtus è pienamente in<br />
corsa per i primi quattro posti<br />
che le consentirebbero di partecipare<br />
alla fase successiva del campionato<br />
incontrando le prime<br />
quattro dell’altro girone toscano.<br />
Il che intanto, nel torneo del prossimo<br />
anno permetterebbe di partecipare<br />
al campionato gold. E<br />
quest’anno di puntare anche alla<br />
promozione in B2 nel caso che in<br />
questa seconda fase arrivasse nei<br />
primi due posti.<br />
La Virtus merita ampiamente<br />
il suo posto in classifica. Nella partita<br />
giocata a Lucca contro la Cmb<br />
ha dimostrato di avere un passo<br />
superiore all’avversaria, peraltro<br />
assai quotata. Nel bell’impianto<br />
(dove molti ricordano con ammirazione e gratitudine il lavoro svolto da<br />
Lorenzo Marruganti e Matteo Mecacci interrotto dalla crisi della precedente<br />
società), i giocatori senesi hanno giocato con continuità, senza<br />
avere pericolosi momenti di pausa. Ma del resto già nelle partite precedenti<br />
la crescita della squadra rossoblù era apparsa evidente rispetto<br />
all’inizio del campionato. Larga vittoria in casa con Pontedera e Carrara,<br />
ultima in classifica ( evitando il rischio di accontentarsi e perdere<br />
concentrazione), vittoria esterna contro la quotata Valdisieve. Per cui<br />
se gli equilibri raggiunti saranno mantenuti, se non incrementati, il traguardo<br />
a cui puntano Braccagni e i suoi potrebbe essere raggiunto.<br />
Tra i protagonisti del momento positivo del gruppo virtussino<br />
Francesco Bonelli, 27 anni, arrivato in via Vivaldi dopo l’esperienza<br />
mensanina che lo ha visto spesso panchinaro, ma dove - precisa - “ho<br />
iniziato da bambino a giocare a pallacanestro facendo tutta la trafila<br />
delle giovanili e vincendo tre scudetti”. Successivamente il passaggio<br />
al Costone, poi il ritorno da panchinaro quasi fisso alla Mens Sana (“un<br />
sogno, sono stato onorato per esserci stato”) per il campionato del riscatto<br />
nel quale ha trovato il tempo di prendersi una laurea magistra-<br />
le in Finance “stringendo i denti”, aggiunge. E quest’anno alla Virtus.<br />
Bonelli non fa classifiche su dove è stato meglio. “Tre esperienze diverse,<br />
mi sono trovato bene con tutte tre”. Un giocatore che si potrebbe<br />
definire di ordine. E in effetti come si vede quando è in campo, uno<br />
che cuce il gioco, che pensa sempre alla cosa migliore da fare per la<br />
squadra “Sono un perfezionista e non mi accontento mai perché si potrebbe<br />
fare sempre di più”, tiene a precisare. Un playmaker che si potrebbe<br />
definire di vecchio stile, puntuale (alla Ossola, per chi lo ricorda),<br />
che spesso preferisce il passaggio a un compagno meglio piazzato.<br />
“Ho sempre guardato al modo di far girare la squadra, di leggere il<br />
gioco e di mettere in ritmo i compagni.” Un giocatore che in certi momenti<br />
si prende le sue responsabilità anche nell’andare a concludere<br />
scegliendo il momento giusto. Come si è visto anche a Lucca, quando<br />
ha piazzato due utilissimi tiri da tre, o nel derby di inizio campionato<br />
contro il Costone. Ma lui in maniera un po’ troppo autocritica dice “di<br />
non avere tanti punti nelle mani”. In ogni caso alla Virtus il suo impegno<br />
non manca. “Sono stato onorato e stupito che alla Virtus mi abbiano<br />
chiamato. Un’esperienza iniziata nel migliore dei modi. I ragazzi<br />
li conoscevo già. Con Braccagni ci avevo giocato insieme al Costone.<br />
Mi sono subito calato bene nell’ambiente. I risultati stanno andando<br />
abbastanza bene”. Bonelli all’inizio di stagione ha avuto qualche problema<br />
fisico che lo ha un po’ limitato. “Dalla fine dello scorso anno mi<br />
trascino una fastidiosa pubalgia che mi si ripresenta a intervalli irregolari.<br />
Devo essere bravo io e lo staff virtussino a gestirla. Ma se penso<br />
a come ero messo un paio di mesi fa sto decisamente meglio”.<br />
« In alto Franci Zeneli, in basso Francesco Bonelli »<br />
[dicembre 2015]<br />
18
Il difficile momento delle due squadre gialloverdi non toglie nulla ai meriti storici acquisiti<br />
a livello sociale e non solo<br />
L’altra faccia del Costone<br />
roberto rosa / basket<br />
“Dai ragazzi, non mollate!”<br />
Questa esortazione proviene per bocca della presidente Patrizia<br />
Morbidi che nell’ultimo periodo ha avuto modo di incontrare i giocatori,<br />
uno a uno, al fine di incoraggiare il gruppo, nel suo insieme, in un<br />
momento tutt’altro che facile. Otto sconfitte su nove gare disputate al<br />
Costone era un pezzo che non accadeva, forse dal campionato 79/80,<br />
sponsor ‘A-Z Lamiere’, anno in cui fu allestita all’ultimo momento una<br />
squadra tutta fatta in casa, perlopiù da giovani del vivaio della Piaggia,<br />
che dovettero affrontare un campionato tutto in salita,<br />
costellato di amare sconfitte. Situazioni che<br />
possono anche capitare, per chi fa sport a livello<br />
dilettantistico, e a chi sposa scelte<br />
concrete e coraggiose, come quella del<br />
Costone che da alcuni anni ha deciso si<br />
adottare una politica rivolta essenzialmente<br />
ai propri giovani, che se vogliamo,<br />
ha un senso compiuto.<br />
La riforma dei campionati ha poi<br />
fatto il resto, andando a plasmare un girone<br />
composto da squadre che dovrebbero essere<br />
sicuramente inserite in una serie superiore,<br />
e mettendo in difficoltà altre che invece<br />
annaspano in un mare fatto di canestri subiti e pochi realizzati.<br />
E qui stiamo parlando proprio della VisMederi, sponsor coraggioso<br />
che ha intrapreso la strada assieme all’antico Sodalizio senese,<br />
un po’ per scommessa, un po’ perché ha creduto nella bontà<br />
dell’azione della grande famiglia costoniana. I risultati? Sì quelli contano,<br />
eccome, ma conta anche e soprattutto l’attività che una società<br />
porta avanti nel suo insieme.<br />
E qui il Costone può andare fiero del proprio curriculum, composto<br />
quest’anno da ben cinque squadre partecipanti a campionati del<br />
Settore Giovanile, a un Settore Minibasket sempre più in crescita, ma<br />
soprattutto a una squadra, quella del Baskin, che forse fra tutte rappresenta<br />
il vero volto del Costone, fatto da opere e azioni – come dicevamo<br />
– rivolte al sociale. Stare assieme a questi ragazzi rappresenta<br />
un’esperienza unica ed emozionante; chiedetelo a Giuseppe<br />
Dragone, il tecnico che sta seguendo la squadra, chiedetelo a Vincenzo<br />
Frati, dirigente del Costone, che il sabato è lì, a fianco di questi ragazzi,<br />
per correre, giocare con loro, ma soprattutto per ridere con loro.<br />
Chiedetelo a Marco Ricci e Paolo Ridolfi che stanno impegnandosi,<br />
anche agonisticamente, a fianco dei loro straordinari figli. Sport e felicità,<br />
che bello!<br />
Il progetto Baskin, sorto in seno al Ricreatorio Pio II, è condiviso<br />
anche dall’Apdf, la costola femminile del Costone, che a sua volta risulta<br />
essere una componente fondamentale per tutte le attività, compresa<br />
quella gestionale del PalaOrlandi. Da un punto di vista dei risultati<br />
sportivi, non si può certamente dire che le cose anche qui stiano<br />
andando benissimo; rispetto ai maschietti, le ‘citte’ hanno vinto sì una<br />
partita in più, ma il percorso è stato difficile e insidioso, con un avvio<br />
assai problematico, dove a un certo punto qualcosa si è mosso (leggi<br />
recupero delle infortunate e inserimento di Iolanda Torre, giocatrice<br />
di comprovata esperienza), oltre a dover segnalare il buon lavoro che<br />
il nuovo coach Marco Castaldo e i suoi assistenti Maria Carli e Andrea<br />
Agresti stanno svolgendo in palestra.<br />
Ebbene, la prima tornata nei<br />
vari tornei sta per concludersi,<br />
il bilancio sportivo<br />
non sarà dei migliori,<br />
ma quello morale<br />
non ha inclinazioni<br />
di sorta. I dirigenti,<br />
i tecnici, le atlete e<br />
gli atleti, tutte le famiglie<br />
del Costone questo lo<br />
sanno benissimo e per consolidare<br />
questo legame tutti quanti si<br />
ritroveranno domenica 13 dicembre, giorno di S.Lucia, a sedere in una<br />
grande tavola imbandita in occasione della Cena degli Auguri che verrà<br />
allestita al PalaOrlandi, dove una volta tanto, invece dei palloni che<br />
rimbalzano, si sentirà solo le voci festose di tante persone che danno<br />
la spinta giusta a questa fantastica esperienza costoniana, voluta 110<br />
anni orsono da mons. Nazareno Orlandi. Auguri a tutti!<br />
[dicembre 2015]<br />
19
asket / stefano fini<br />
Resta saldamente sulle spalle della squadra di Catalani<br />
il risveglio del settore che ha fatto grande la Mens Sana<br />
Riparte<br />
dall’Under18 la corsa<br />
ai titoli giovanili<br />
Under18 in casa Mens Sana: facciamo il punto del campionato giovanile<br />
di Eccellenza e per eccellenza dato che, a detta degli esperti, è quello che risulta<br />
essere il più seguito nel contesto giovanile. Quasi il 70% degli interessi<br />
mediatici sembrano infatti essere calamitati su questa categoria. Il motivo<br />
sta probabilmente nel fatto che negli Under 18 d’Ecc. troviamo il meglio di<br />
quello che il movimento nazionale sta producendo prima del salto nei vari<br />
campionati senior.<br />
Anche la giovane Mens Sana basket 1871 nel nuovo progetto di vera ripartenza<br />
sembra aver concentrato la maggior parte di risorse ed energie proprio<br />
in questa categoria. Quindi cosa stanno facendo gli Under 18 mensanini<br />
? Come procedono i lavori di crescita individuali e di gruppo? Un “cantiere<br />
aperto” con tante forze nuove da assemblare e plasmare in un qualcosa tutto<br />
da ricostruire dopo il terremoto fallimentare.<br />
Sul pratico e spicciolo, sui numeri, il verdetto del campo dice: dieci partite<br />
giocate (, nove vinte e una persa;<br />
tre partite nelle quali la squadra ha<br />
superato i 100 punti, contro Pontedera<br />
Prato e San Miniato, sfiorati i<br />
cento, 99 punti, contro Legnaia e in<br />
tutte le gare tutti gli elementi del roster<br />
sono andati a punti. I numeri<br />
della difesa ci evidenziano che nelle<br />
ultime cinque partite hanno subito<br />
mediamente 47 punti. Giudizio sintetico:<br />
“non male … anzi bene!”<br />
I se e i ma stanno tutti nel contesto<br />
dal quale questi numeri vengono fuori; siamo nella prima fase regionale,<br />
le realtà con le quali i giovani di coach Catalani si stanno confrontando non<br />
sono certo di alto livello. Già più interessante potrebbe essere la seconda fase<br />
regionale, che partirà dopo il 21 dicembre ultima partita della prima fase,<br />
nella quale si confronteranno le tre migliori dei due gironi in cui è stato diviso<br />
il movimento di categoria toscano. Poi le migliori di questa seconda fase regionale<br />
accederanno all’interregionale. La strada da fare è ancora lunga e<br />
sempre più difficile.<br />
Nella seconda fase oltre alla forte Pistoia, già presente nell’attuale girone<br />
della Mens Sana, i biancoverdi incontreranno altre realtà interessanti come<br />
il Don Bosco Livorno, Empoli e probabilmente Piombino. Nel gruppo di Piombino<br />
(collaborazione con Val di Cornia) troviamo l’ex mensanino Pedroni,<br />
mentre gli ex Alessandro Banchi (figlio di Luca) e Bartalucci li troviamo a Livorno<br />
insieme ai gemelli Creati e a Iba Thiam, il ragazzo senegalese, già visti<br />
in prima squadra in serie B.<br />
Ma per non smentire la nostra natura senese ci domandiamo: ma cosa ha<br />
in più questa Pistoia che noi non abbiamo ancora? (Ricordiamo che Pistoia ha<br />
battuto i giovani di Catalani nella partita d’andata al PalaEstra per 57-64, attualmente<br />
l’unica sconfitta).<br />
Pistoia ha già un vissuto. Viene da uno scudetto conquistato nella passata<br />
stagione, squadra con grande fisicità. Giocatori fisicamente già fatti che quotidianamente<br />
si allenano con la prima squadra. Quindi squadra con tanta qualità<br />
e con esperienze importanti. Gruppo rodato che lavora in un contesto, in una<br />
struttura, di qualità che oggi in Italia è difficile trovare. Una delle squadre più<br />
grosse (in tutti i sensi) che ci sono in giro. La Mens Sana nel suo primo testconfronto<br />
con i campioni d’Italia, disputato il 19 ottobre, ha giocato realmente<br />
male, soprattutto quando ha dovuto affrontare la loro difesa a zona 3-2; non<br />
ha fatto nulla nell’occasione per essere competitiva, non sfruttando le sue qualità<br />
e caratteristiche completamente diverse da quelle dei pistoiesi. Coach Catalani<br />
ha sempre sostenuto che i biancoverdi se la potrebbero giocare; ricordiamo<br />
il suo: “ …non ci manca molto per essere competitivi contro di loro...”<br />
pochi giorni dopo la sconfitta. Probabilmente ha ragione ma occorre dare tempo<br />
a questa nuova realtà, assemblata adesso, che al momento ha avuto poco modo<br />
di allenarsi insieme con continuità a causa degli arrivi avvenuti in tempi lunghi<br />
ed anche per gli impegni di alcuni con la prima squadra.<br />
Gli Under18 della Mens Sana non hanno comunque i centimetri di Pistoia,<br />
non hanno un centro tipico, hanno altre e diverse qualità che con il lavoro<br />
e le reciproche conoscenze e intese possono emergere già nell’immediato futuro.<br />
Ricordiamo che la partita di ritorno con Pistoia verrà giocata il 7 di dicembre.<br />
Tutta da vedere! Tutto da verificare … se e quali saranno gli eventuali<br />
miglioramenti.<br />
Rispetto alla gara di andata la Mens Sana avrà in meno il fattore campo ma<br />
avrà in più 6 partite disputate di campionato, 2 mesi di lavoro di gruppo, fondamentali<br />
per chi non ha un vissuto, avrà anche il montenegrino Cepic che potrà<br />
dare un po’ di centimetri . Con Pistoia all’andata giocò la sua prima partita (poco<br />
e male) a poche ore dal suo arrivo; giocò solo alcuni minuti. Rispetto alla prima<br />
partita la Mens Sana avrà Erkmaa, il ragazzo estone le cui difficoltà di ambientamento<br />
stanno gradatamente diminuendo. Non sarà importante vincere, sarà<br />
importante convincere anche nell’eventuale sconfitta. Mostrare sul campo i miglioramenti<br />
di questi due mesi di lavoro e di crescita.<br />
Attualmente la squadra è in una fase particolare che definiremo “di acquisizioni”.<br />
Acquisizioni sia tecniche, di gioco, che di conoscenze ambientali.<br />
Purtroppo i giocatori esteri fanno tanta fatica a entrare nei nostri ritmi, anche<br />
di intensità e frequenza degli allenamenti. Faticano anche sul campo, il loro<br />
modo abituale di giocare era molto diverso dal nostro. Stanno prendendo conoscenza<br />
di un basket diverso, giocato con più intensità, dinamicità e fisicità.<br />
Il ragazzo estone che può avere impatto, come lo ha avuto nelle ultime<br />
partite, fatica a giocare ai nostri ritmi , a ritmi alti. Discorso simile per il montenegrino.<br />
Quando gli viene chiesto di giocare con intensità dopo 5/10 minuti<br />
fatica, è visibilmente a corto di fiato, di energie fisiche e mentali. Il giocatore<br />
più rappresentativo al momento è Masciarelli (in assenza di Bucarrelli impegnato<br />
costantemente con la prima squadra); buoni i suoi miglioramenti.<br />
Punto di riferimento importante nella fase offensiva dove ha dato, ultimamente,<br />
sempre risposte positive sul campo.<br />
Da poche settimane è entrato a pieno regime Cepic nelle partite ufficiali.<br />
Cepic dovrà dare una mano a Masciarelli in fase offensiva, ha una buona mano,<br />
è un quattro che fa aprire il campo che sa giocare anche spalle a canestro<br />
tutto rapportato però a quella che attualmente è la sua velocità (non molta).<br />
Un giocatore comunque completo, di prospettiva, da seguire con interesse.<br />
In una considerazione conclusiva ci ripetiamo sintetizzandola con una<br />
parola: “acquisizioni”. Fase di apprendimento per un organico nuovo, assemblato<br />
quasi nella sua totalità e proveniente da realtà, cestistiche e non<br />
solo, variegate.<br />
E in tema di “acquisizioni” un grazie a tutti coloro che si sono adoperati<br />
al recupero dei trofei non dimenticando quelli conquistati dalle giovanili. Perché<br />
i nostri attuali giovani possano capire meglio qual è stato il nostro vissuto<br />
storico anche nel contesto del movimento giovanile …. grazie!<br />
« Leonardo Ceccarelli nel derby con i pari età della Virtus<br />
e la panchina della Mens Sana con Catalani in primo piano »<br />
[dicembre 2015]<br />
20
Barbara Bari<br />
associazionismo<br />
Alla scoperta dell'associazione cinofila che si prende cura oltre che dei cani<br />
anche dei proprietari<br />
Sulle orme di Romolo<br />
L’Associazione Sportiva Dilettantistica ‘Sulle<br />
Orme di Romolo’ è un’associazione cinofila che ha<br />
come scopo principale quello di approfondire la relazione<br />
Uomo-Cane, dando importanza al suo<br />
‘punto di vista’ o meglio… ‘punto di naso’.<br />
Proponiamo pertanto attività a sei zampe adatte<br />
a tutti perché tutti possano intraprendere un cammino<br />
verso il nuovo, abbandonando stereotipi in cui<br />
spesso viene chiuso il cane per scoprire con la condivisione<br />
di attività con chi abbiamo a che fare.<br />
I nostri obiettivi sono semplici e implicano un<br />
piccolo cambiamento per migliorare la comunicazione.<br />
Grazie all’osservazione scopriremo i loro<br />
pensieri, potremo dare forza alle loro azioni, interagire<br />
al momento giusto ed evitare di intervenire<br />
quando non serve. Di conseguenza potremmo migliorare<br />
la percezione dell’altro per entrare in una<br />
relazione vera, condivisa, con un individuo che ama<br />
il gruppo ma ha un suo equilibrio e chiede rispetto<br />
per la sua semplice diversità.<br />
Dopo anni di esperienza siamo sicuri<br />
quindi di poter offrire spunti concreti<br />
per indirizzare sulla strada migliore.<br />
Strada che i nostri cani amano tanto,<br />
nella quale incontrano, scoprono, giocano,<br />
cercano il contatto con la<br />
terra/acqua e ci ringraziano per aver<br />
condiviso questi momenti di libertà,<br />
semplicità e armonia.<br />
Le nostre attività<br />
■ Passeggiate di gruppo con educatori<br />
In media una volta al mese proponiamo<br />
passeggiate nelle campagne circostanti.<br />
Passeggiare con altri cani e<br />
altre persone è molto utile per aumentare<br />
la socialità dei cani, che altrimenti,<br />
rimanendo troppo chiusi nel<br />
gruppo famiglia possono divenire diffidenti e sospettosi.<br />
Passeggiare correre giocare con altri cani è<br />
anche un momento di piacevolezza che mette di<br />
buon umore per lungo tempo.<br />
■ Mobility Dog<br />
La mobility è un’attività atta a migliorare la comunicazione<br />
uomo-cane, si svolge al guinzaglio su<br />
ostacoli fissi e mobili, il binomio aumenta così l’affiatamento<br />
e la reciproca comprensione.<br />
■ Gruppi di socializzazione<br />
Sono gruppi costituiti da cani giovani o comunque<br />
bisognosi di scoprire o riscoprire gli altri<br />
cani di dare il giusto peso alla presenza dei suoi simili<br />
nel modo circostante. Per il cane è anche un’attività<br />
piacevole, divertente, di scarico.<br />
■ Attività di ricerca olfattiva<br />
Le attività che coinvolgono l’olfatto sono attività<br />
molto coinvolgenti per il cane; il proprietario deve<br />
sostenerlo ma si deve affidare alle competenze del<br />
cane perché in questo campo nessuno può batterlo.<br />
■ Puppy class<br />
Gruppi di cuccioli per socializzare, giocare, imparare.<br />
In questi momenti vengono inclusi cuccioli<br />
alle prime armi, nella classe insegniamo ai cuccioli<br />
come comportarsi nel mondo degli uomini e agli<br />
uomini come pensano e come vivono i cuccioli i<br />
primi mesi nel nostro mondo. Tutto questo per<br />
mezzo di attività divertenti e condivise.<br />
■ Consulenze per l’ educazone<br />
Le consulenze sono momenti individuali nei<br />
quali i proprietari possono proporre i problemi e le<br />
incomprensioni con i loro cani, gli aiuteremo a<br />
sbrogliare le matasse per migliorare la convivenza.<br />
■ Consulenze per la rieducazione<br />
La rieducazione si rivolge invece a cani adulti<br />
che abbiano subito traumi o comunque hanno fissato<br />
nel tempo comportamenti anomali.<br />
■ Consulenze pre-adozione gratuite<br />
Prima di prendere un cane consigliamo a tutti di<br />
parlare con un esperto del settore che vi indirizzerà<br />
sulla razza più idonea al vostro stile di vita.<br />
■ Attività con i bambini<br />
Sono attività rivolte a tutti i bambini che desiderano<br />
conoscere meglio i cani e trascorrere con<br />
loro momenti di gioco e di condivisione.<br />
[dicembre 2015]<br />
21
asket<br />
Siena, bella e ...possibile<br />
Alex Ranuzzi<br />
[dicembre 2015]<br />
23
Se c’era un aspetto sul<br />
quale avremmo scommesso,<br />
era la percezione che quest’anno<br />
avremmo viaggiato<br />
sull’ottovolante.<br />
Quella di un cammino contraddistinto da continui<br />
saliscendi era e rimane una premessa fondamentale<br />
che dovrebbe aiutare tutti a decriptare<br />
una stagione complessa come quella che<br />
attende la Mens Sana 1871 nel suo ritorno in A2.<br />
Invece in molti, scuramente la stragrande<br />
quantità degli appassionati biancoverdi, si sono<br />
fatti trovare impreparati di fronte alle prime reali<br />
difficoltà della squadra e al di là della sua reazione,<br />
che analizzeremo successivamente, l’istintività<br />
ha preso lo spazio di quella razionalità che spesso<br />
serve per giudicare con misuratezza i confini di<br />
una situazione.<br />
E quali sono questi confini?<br />
Sicuramente il fatto di immergersi<br />
sempre più in un<br />
contesto dove la percezione di<br />
sé stessi e degli altri non viaggia<br />
sui medesimi binari e per<br />
un gruppo nuovissimo come<br />
quello della Mens Sana ciò<br />
provoca evidenti squilibri.<br />
Dopo il primo mese di<br />
campionato la squadra senese<br />
ha avuto quella che potremmo<br />
definire una crisi di rigetto. Infatti<br />
dopo aver concentrato<br />
tutto il lavoro e la propria attenzione sull’esigenza<br />
di conoscersi, il progressivo immergersi nella stagione<br />
ha spostato logicamente l’interesse verso le<br />
insidie degli avversari e le difficoltà del campionato.<br />
E qui si sono incrinate quelle deboli certezze che<br />
per una squadra con un vissuto di pochi mesi non<br />
possono essere certamente tali.<br />
Possiamo aggiungere che in tutto ciò non c’è<br />
niente di anomalo, anzi è tutto assolutamente<br />
nella norma: le difficoltà dei singoli, della squadra,<br />
i dubbi dei tifosi, bisogna solo rimanere concentrati<br />
sul fatto che è deleterio inseguire ogni forma<br />
di esaltazione o di sconforto. Nessuno infatti ha la<br />
palla di vetro in grado di dirci cosa ci aspetta nel<br />
futuro ed ogni conclusione, ad oggi, è solo una forzatura<br />
che rischia di creare false aspettative o<br />
paure con le quali è difficile convivere.<br />
Meglio avere la percezione dei limiti attuali e/o<br />
assoluti di questo gruppo, perché sapendoci lavorare non solo si può cercare di<br />
mascherarli, ma soprattutto si riesce a diventare più forti, specie di testa.<br />
L’aspetto importante di questo momento è che la squadra di coach Rabasket<br />
/ mauro bindi<br />
L'incredibile ed esaltante successo su Agropoli conferma che<br />
in questo campionato tutto è nella norma, nel bene e nel male<br />
La Mens Sana<br />
sull'ottovolante<br />
magli ha saputo tirare su la testa nel momento più difficile, quando sembrava<br />
che l’ondata potesse finire per sommergerla.<br />
In effetti, arrivata ad Agrigento con un ruolino di marcia caratterizzato da<br />
una sola vittoria nelle ultime 5 partite, dopo due sconfitte consecutive, la<br />
prima “sanguinosa” in casa ed un primo tempo da ribrezzo, la squadra ha reagito<br />
in maniera tanto inattesa, quanto efficace.<br />
Affidandosi alla elementarità del caso, cioè creando in difesa quelle difficoltà<br />
agli avversari dove erano realmente attaccabili, cioè nella costruzione<br />
del gioco in quanto senza play titolare.<br />
La ritrovata coesione difensiva ha poi ricreato quella fiducia in attacco<br />
che ha generato una vittoria scaccia crisi e soprattutto segnato un punto importante<br />
nella scala delle esperienze positive di questo gruppo.<br />
Idem, o quasi, nel successivo scontro casalingo con la capolista Agropoli,<br />
alla quale è stato regalato ancora una volta un quarto, salvo poi tornare ad<br />
alzare la saracinesca in difesa, ponendo le basi per una vittoria franca e dalle<br />
dimensioni non trascurabili.<br />
In questo sali e scendi, tanto frastornante quanto adrenalinico, specie se<br />
poi le partire virano in maniera così esaltante come nelle ultime due gare di<br />
novembre, non possiamo scordarci come la squadra senese all’impatto del<br />
campionato ha dato una connotazione fortemente difensiva alle proprie prestazioni,<br />
palesando poi nel corso delle giornate problemi evidenti di tenuta<br />
nella propria metà campo.<br />
Spesso è capitato di vedere i nostri piccoli non riuscire a tenere l’uno<br />
contro uno,i nostri lunghi essere poco reattivi negli aiuti, oltre a soffrire maledettamente<br />
l’agilità dei pari ruolo. Ciò, in un contesto dove viene prediletta<br />
più la mobilità che la stazza dei giocatori (i pivot di stretta osservanza latitano<br />
ad ogni livello e latitudine, figurarsi nella A2 italiana), è un grosso<br />
problema, perché questa è la variabile tattica che i nostri lunghi devono affrontare<br />
ogni domenica.<br />
Come si risolve questa situazione? Aumentando l’aggressività in ogni<br />
parte del campo, cercando di anticipare le linee di passaggio proprio per togliere<br />
ritmo agli avversari .<br />
Quello che ha saputo fare la Mens Sana nei momenti di maggiore difficoltà,<br />
sopra descritti, del suo ancora breve cammino, trovando quel dinamismo,<br />
quella abnegazione e soprattutto quella forza mentale necessari per ribaltare<br />
l’inerzia di gare che dopo un quarto sembravano già segnate.<br />
Logico, la Mens Sana non può pensare di regalare ad ogni partita il quarto<br />
iniziale agli avversari, ma essersi trovati spalle al muro per almeno due occasioni<br />
e aver saputo reagire alla grande, è una dimostrazione di solidità che<br />
può fare molto comodo, soprattutto se non la si da per scontata.<br />
Diciamo che ha un giusto mix di gioventù e atleticità per imporre livelli<br />
di tensione agonistica come quelli visti nelle partite di Agrigento e contro<br />
Agropoli, deve soprattutto convincersi che le proprie fortune nascono dal<br />
giusto atteggiamento e che bisogna limitare al massimo i cali di tensione o<br />
approcci morbidi e sbagliati.<br />
Non è trascurabile il fatto che le reazioni a cui facciamo riferimento si<br />
siano verificate in una fase del campionato molto delicata per la Mens Sana,<br />
perché la classifica ha avuto una pericolosa accelerazione in coda proprio in<br />
concomitanza della flessione della squadra senese, culminata nella sconfitta<br />
casalinga contro Tortona e dopo un ciclo tutt’altro che esaltante di prestazioni,<br />
dove la sola vittoria interna contro Reggio Calabria era parsa poca cosa<br />
rispetto alle molte incertezze palesate fuori casa.<br />
Ora il bilancio è in perfetta parità, 5 vinte e 5 perse, un equilibrio che fa vol-<br />
[dicembre 2015]<br />
24
mauro bindi / basket<br />
gere in positivo ogni considerazione attuale, perché per le premesse che hanno<br />
aperto le ultime due sfide potevano tranquillamente proiettarci in una posizione<br />
di classifica molto più pericolante e con certezze tendenti al minimo.<br />
Invece oggi siamo a parlare di un gruppo che nella continua scoperta di<br />
sé stessa ha dimostrato cuore, capacità di reazione ed anche margini di miglioramento<br />
ampissimi.<br />
Prendiamo il Bryant versione doctor Jeckill e Mr Hide visto finora. Se riesce<br />
a limitare quei momenti di assoluta abulia e di folle irresponsabilità che<br />
lo portano a compiere forzature insensate o a perdere palloni inverosimili, è<br />
capace di prestazioni chirurgiche di una pulizia esemplare.<br />
Forse non sarà il play che ha il pregio di dare equilibrio al gioco della<br />
squadra, ma in tal senso Ramagli sembra aver trovato un modus operandi<br />
per correggere in corso d’opera il suo apporto, relegandolo con sempre maggiore<br />
tempestività in panchina a ripensare ai propri errori, per poi ritrovarselo<br />
lucido, freddo e decisivo nella parte rimanente della partita.<br />
Per fare ciò il coach livornese ha trovato le giuste risposte nei suoi “equilibratori”<br />
deputati: Borsato, uomo di raccordo utilissimo che partendo dalla<br />
panchina è in grado spesso di riportare ordine nella squadra e lo stesso Roberts<br />
che, “sommessamente”, sta scalando molte posizioni nelle gerarchie<br />
della squadra in termini di leadership.<br />
Parliamo in quest’ultimo caso di un giocatore che deve scrollarsi di dosso<br />
le scorie di una stagione molto deludente come quella vissuta in Francia e<br />
che giornata dopo giornata sta riprendendo coscienza del ruolo che può recitare<br />
all’interno della squadra e più in generale in questo campionato.<br />
La crescita di Roberts è evidente, sempre più incisivo in attacco, dove è<br />
migliorata moltissimo la sua costanza di rendimento, abbinata a medie di tiro<br />
molto buone e architrave difensivo essenziale per la squadra, a conferma di<br />
un’indole molto sopra la media.<br />
Registriamo poi con grande soddisfazione la prestazione di Ranuzzi contro<br />
Agropoli dopo un periodo oggettivamente difficile, che lo ha visto protagonista<br />
di un basket spesso confusionario, approssimativo.<br />
Sicuramente la faccia peggiore del suo basket, fatto di grande energia, ma<br />
anche di tanta determinazione, che cozza invece con l’approssimazione di<br />
certe prestazioni di questa parte del campionato.<br />
Certo non è mai mancata la voglia di prendersi le responsabilità, ma è<br />
mancata la lucidità, quella che invece serve a Ramagli in un ruolo, quello dell’ala<br />
piccola, dove le alternative Bucarelli e Cacace necessitano di tempi di<br />
maturazione sicuramente più lunghi.<br />
Qualche confortante segnale arriva da Marini, un po’ ai margini finora,<br />
ma che nelle ultime gare non solo ha visto il campo con più regolarità, ma ha<br />
saputo anche dare un contributo reale alla causa bianco verde.<br />
Anche perché sotto canestro è evidente che la gestione dei lunghi senesi<br />
risente della necessità di far rifiatare un Diliegro sicuramente migliorato per<br />
tenuta fisica, ma che ancora necessita di opportuni dosaggi in termini di sforzi<br />
richiesti.<br />
Non possiamo negare che il contributo del centro italo-americano nelle<br />
ultime due partite è stato fondamentale. Due doppie-doppie in punti e rimbalzi<br />
che fotografano alla perfezione la sua crescita soprattutto offensiva.<br />
In difesa rimangono le perplessità legate ad una evidente difficoltà nel<br />
contenere il dinamismo dei lunghi a lui contrapposti, ma i suoi numeri e soprattutto<br />
il recupero della migliore integrità fisica ci inducono a credere che<br />
da Diliegro è lecito attendersi un ulteriore crescita, fatta anche di tanto temperamento<br />
che a questi livelli non guasta mai.<br />
È ovvio che ci aspettiamo molto da Udom, in una fase molto particolare<br />
della sua carriera.<br />
In effetti stiamo parlando di un giocatore che ha qualità sopra la media in<br />
termini fisici e che tecnicamente ora si trova a misurarsi con attenzioni particolari<br />
degli avversari che cercano di limitarne lo strabordante atletismo.<br />
Infatti nelle ultime giornate Udom viene sistematicamente battezzato<br />
dalle difese avversarie, che gli concedono spazi enormi sul perimetro.<br />
Purtroppo la sua tecnica di tiro è troppo approssimativa per sfruttare que-<br />
ste opportunità. È comprensibile che un giocatore<br />
sfidato dimostri il coraggio di prendersi<br />
una responsabilità, ma quando l’evidenza<br />
delle percentuali ti dice che stai<br />
tirando con il 15% da 3 su quasi 3 tentativi a<br />
partita è ovvio che mentalmente creare qualche<br />
contraccolpo.<br />
Invece Udom deve solo selezionare meglio<br />
i propri tiri, prendersi quegli spazi dove<br />
il suo fisico fa la differenza, ad esempio provando<br />
a staccare le sue penetrazioni meno<br />
da lontano e provando ad arrivare più vicino<br />
al canestro dove per qualsiasi avversario<br />
è problematico contenerlo, ma soprattutto<br />
non deve entrare in crisi se i coach avversari lo mettono al centro delle loro<br />
attenzioni. Anche perché questo è dimostrazione diretta del valore che ormai<br />
tutti gli riconoscono.<br />
Quello che si è meritato di ricevere anche Valerio Cucci, forse meno brillante<br />
che agli esordi di campionato, ma sempre decisivo nelle sue discese in campo,<br />
per il cambio di intensità che riesce sempre a trasmettere al suo ingresso.<br />
Certo c’è da limare qualche eccesso di foga, ma è sicuramente lui il nostro<br />
miglior difensore tra i lunghi e se c’è da limitare qualcuno sotto canestro, a dispetto<br />
dei centimetri e dei muscoli, Ramagli sa<br />
che affidandosi a Cucci qualcosa di buono otterrà<br />
sempre.<br />
Ci piace individuare proprio nella sua voglia<br />
di fare, l’emblema di una piazza come<br />
Siena, che come Cucci ha i suoi limiti, ma non si<br />
ferma a quelli e lotta come ha fatto per difendere<br />
i suoi trofei passati, autotassandosi e riportando<br />
dove è giusto che stiano i successi di<br />
anni che non possono essere coperti della sola<br />
vergogna di pochi.<br />
Grazie al Comitato “la Mens Sana è una<br />
fede”, grazie ai tanti tifosi che si sono adoperati<br />
per permettere tutto ciò, grazie alla Polisportiva<br />
che ha recuperato in extremis la forza<br />
di partecipare ad un’iniziativa che non è solamente<br />
un amarcord, ma soprattutto un modo<br />
per non rinnegare un passato di cui non dobbiamo<br />
sentirci responsabili.<br />
Chiudiamo con un augurio, mutuando uno dei tanti eloquenti cartelli che i<br />
ragazzi della curva espongono al palazzo: “i tifosi hanno pagato per riprendersi<br />
il passato, ora è giusto che qualcuno paghi per il suo”.<br />
Sappiamo, per cose sicuramente anche più rilevanti di questa, quanto sarebbe<br />
importante arrivare in fondo a simili vicende, ma il dubbio, la paura che<br />
ciò non avvenga è forte quanto la speranza. Non rimane quindi che continuare<br />
a vigilare e credere in una giustizia che in qualche occasione sia veramente tale.<br />
« Nelle<br />
due pagine<br />
scene da<br />
un pomeriggio<br />
incredibile... »<br />
[dicembre 2015]<br />
25
senza rete<br />
iroberto morrocch<br />
Le bandiere poi si faranno un altr’anno<br />
La Mens Sana perde malamente in<br />
casa con Tortona e va a vincere alla<br />
grande, dopo una partenza ad handicap,<br />
in Sicilia, con Agrigento. Per quanto<br />
mi riguarda, niente di nuovo sotto il<br />
sole. L’ho scritto e lo riscrivo, il lavoro di<br />
Ramagli è tutt’altro che facile. Un roster<br />
nuovo di zecca e due americani da<br />
‘condizionare’ ai giovani e al modo di<br />
stare sul parquet in Italia, non sono<br />
cose tanto semplici. Io vedo, comunque,<br />
dei progressi e non mi fascio la<br />
testa, anche perchè questa squadra<br />
deve conquistare con una certa tranquillità<br />
la salvezza... qualsiasi cosa<br />
venga in più – se verrà – sarà per me<br />
una lieta sorpresa.<br />
Due parole su Bryant. Non è un<br />
playmaker, nato e sputato, e si vede. È<br />
la classica guardia statunitense che si<br />
adatta a fare il regista. C’è chi mi ha<br />
soffiato negli orecchi che non sa giocare.<br />
Niente di più falso. Il basket lo conosce<br />
e ha buoni fondamentali e... idee.<br />
Lo ripeto al ruolo di regista ci si adatta,<br />
a volte con buoni risultati, qualche altra<br />
volta facendo un po’ di confusione e<br />
perdendo qualche palla<br />
avvelenata. Ecco perchè<br />
avevo scritto che un playmaker<br />
italico, giovane, ma,<br />
perchè no?, anche stagionato<br />
lo avrei visto bene in<br />
questo team. Ramagli<br />
avrebbe potuto sbizzarrirsi<br />
mettendo, per uno scampolo<br />
di partita e in certi<br />
momenti “tattici” Bryant<br />
guardia accanto a chi sa<br />
cucire lo schema.<br />
Udom cresce... deve<br />
crescere, per dio! Ha tutto<br />
per diventare un giocatore<br />
importante. Deve credere<br />
nel lavoro e in quello che<br />
fa. Ha talento e se non arriva<br />
in alto sarà un vero<br />
peccato.<br />
Cucci e gli altri parvenù<br />
mensanini portano mattoncini<br />
di un certo peso. Roberts<br />
ha classe vera e non<br />
deve dimostrare niente a<br />
nessuno. Mi accontenterei di una continuità<br />
senza se e ma. Borsato e Ranuzzi stanno facendo<br />
bene, ma possono fare anche di più.<br />
Fiducia, insomma. Per quanto riguarda la<br />
ricerca dello sponsor... questo è un problema<br />
della società.<br />
Di Marruganti, e<br />
direi della Polisportiva...<br />
e forse della<br />
città. Il tempo passa,<br />
ma anche uno sponsor<br />
meno grandioso<br />
di quanto ci si era illusi<br />
di avere farebbe<br />
al caso nostro. Le<br />
bandiere si faranno,<br />
poi, un altro anno.<br />
E veniamo al basket<br />
di vertice. Sardara,<br />
il presidente di<br />
Sassari, ha fatto fuori<br />
al primissimo stormir<br />
di fronde Meo Sacchetti.<br />
L’allenatore<br />
che ha costruito il miracolo<br />
Sassari. Che<br />
ha vinto Coppe Italia<br />
e una Supercoppa e il primo scudetto per la Sardegna.<br />
La verità è che ad una prima donna – e Sardara lo è – un<br />
omone grande e grosso e con figlio in panchina e sul parquet,<br />
di ombra ne faceva già troppa. Credo che non vedesse<br />
l’ora di toglierselo di torno.<br />
A me pare una cosa assurda, così come mi lascia perplesso<br />
la soluzione Calvani. Un buon allenatore, per carità.<br />
Lo conosco dai suoi trascorsi a Montecatini... e di basket ne<br />
mastica. Ma saprà tenere le redini di una squadra rinnovata<br />
e tatticamente strana? A lui faccio i miei migliori auguri.<br />
A Sardara no, perchè un Sacchetti non si tratta così!<br />
Milano latita in Europa, e lascia diversi punti interrogativi,<br />
qua e là, anche in Italia. Certo nel Palio degli asini<br />
chi ha qualche purosangue, alla fine dovrebbe prevalere.<br />
Credo che alla fine lo scudetto se lo giocheranno Milano<br />
e Sassari. Venezia senza Ress è... zoppa e Reggio Emilia<br />
“invecchia”.<br />
Nel mercatino delle occasioni dicembrine qualche<br />
squadra potrà mutare la propria fisionomia. Ma anche Milano<br />
aggiungerà almeno un’ala tiratrice al roster. Si tratta<br />
di capire se pesterà i piedi a Gentile e se Gentile si abituerà<br />
sempre un pochino di più a giocare anche per gli<br />
altri. Se sarà così, in attesa di vederlo in NBA, Milano metterà<br />
le mani sullo scudetto. Altrimenti ne vedremo delle<br />
belle e potrebbe scapparci qualsiasi sorpresa.<br />
Sulla sostituzione di Pianigiani a favore di Messina c’è<br />
poco da dire. Petrucci credeva ciecamente di poter arrivare<br />
‘almeno’ in finale.... e allora tutto si spiega.<br />
« Roberts e Bryant, coppia Usa biancoverde »<br />
[dicembre 2015]<br />
26
udi simonelli / basket<br />
Soddisfazione fra la tifoseria per l’operazione promossa dal Comitato ‘La Mens Sana è una fede’<br />
che ha riportato a casa trofei e coppe<br />
Un gesto di rara passione e affetto<br />
Gigi Cagnazzo è una bandiera della Mens Sana e sicuramente<br />
una figura importante nello staff che segue la squadra<br />
nel campionato di A2. Proprio da lui è arrivata una delle analisi<br />
più interessanti di questa prima parte della stagione:<br />
“Questi ragazzi probabilmente sentono il peso della maglia che<br />
indossano, ma sarà importante soprattutto lavorare per evitare<br />
di pensare al passato, e Ramagli mi sembra la persona più<br />
adatta a guidare questa ricostruzione”. Ed è stata proprio la<br />
sconfitta casalinga col Derthona che potrebbe rappresentare<br />
uno spartiacque.<br />
Nel giorno in cui coach Cavina di Tortona ammetteva che “viene il<br />
torcicollo a guardare gli scudetti appesi al tetto del Palaestra e l’emozione<br />
di qualche mio giocatore era palpabile sin dal mattino”, si è finalmente<br />
rotto un cordone ombelicale che alla lunga poteva essere<br />
dannoso. Sebbene la nuova via sia iniziata l’anno scorso dalla serie B,<br />
la Mens Sana 1871 aveva praticamente proseguito inarrestabile nello<br />
stile, il modo di essere che l’aveva preceduta, anche se ovviamente con<br />
i valori tecnici rapportati i contesti in cui operava. In testa al campionato<br />
dalla prima all’ultima giornata, mai sconfitta in casa nei playoffs,<br />
una sola sconfitta casalinga nella stagione regolare. Un dominio, insomma.<br />
Ora è arrivato il momento di voltare pagina, Derthona ha segnato<br />
la fine anche dell’imbattibilità casalinga di questa stagione e<br />
aperto definitivamente il nuovo corso, non necessariamente fatto di<br />
vittorie consecutive o record. Scrivo durante una settimana intensissima<br />
per la società biancoverde.<br />
Prima abbiamo avuto quella che potrebbe<br />
essere stata un’altra data<br />
chiave, la vittoria ad Agrigento, poi<br />
abbiamo avuto l’asta on line dei Trofei<br />
Mens Sana Basket, poi arriva la<br />
capolista Agropoli. Ma andiamo per<br />
ordine: la vittoria in Sicilia ha detto<br />
fondamentalmente due cose importanti:<br />
di fronte a un primo quarto inguardabile,<br />
molte altre squadre<br />
avrebbero per così dire ‘mollato gli<br />
ormeggi’; non ne andava bene una in<br />
attacco, il ritmo di gioco era confuso e in difesa si incassavano contropiedi<br />
e transizioni a più non posso. Qui ci è piaciuta la squadra di<br />
Ramagli perché al contrario ha mostrato TENUTA MENTALE, si è piano<br />
piano riavvicinata e infine ha palesato il secondo punto chiave: tiriamo<br />
fuori i talenti di Darryl Bryant, soprattutto leadership e passaggi<br />
di alto livello. Di questo ci sarà bisogno nel 2016, un anno che si prevede<br />
sarà di transizione ma non inutile, anzi importante per costruire<br />
le reali fondamenta che servono per l’obiettivo che spaventa tutti,<br />
anche gli avversari, cioè il ritorno della Mens Sana in serie A.<br />
Alla vigilia dell’ ‘asta on line’ sono riuscito a contattare Tommaso<br />
Vanni, ‘principe’ delle ‘Feriae Matricolarum’ al momento della prima asta,<br />
quelli di cui Mesesport parlava nel precedente articolo. Significative le<br />
sue dichiarazioni: “Spero che il nostro piccolo/grande sforzo possa essere<br />
di esempio”. Così è accaduto. Questa volta a muoversi è stato il ‘Comitato<br />
La Mens Sana è una Fede’ e ancora una volta il tutto è<br />
stato coordinato con la regia di Piero Ricci, presidente<br />
della storica Polisportiva. Un buon segno, un segno di<br />
compattezza, di affetto immutato, di conferme. Soprattutto<br />
una dichiarazione del Vanni mi ha fatto capire<br />
lo spirito con cui si sta muovendo la città: “Dopo aver<br />
vinto i trofei dello scudetto 2004 e 2007 alla precedente<br />
asta non siamo neanche passati a ritirarli per tenerli<br />
‘simbolicamente’ con noi, neanche una notte. Abbiamo<br />
subito informato la Mens Sana che sarebbe potuta passare a ritirarli. E<br />
tenga presente – aggiunse – che io non sono tifoso di basket, il nostro era<br />
solo quello che ritenevamo<br />
un atto dovuto nei confronti<br />
della storia della nostra<br />
Città”. Nulla da aggiungere<br />
a queste parole, se non che<br />
prendere atto della gelosia<br />
di chi osserva da fuori e<br />
non ha il coraggio di dichiararsi<br />
che è sempre presente<br />
su internet con dichiarazioni<br />
stupide e di cattivo<br />
gusto. Ovviamente la Mens<br />
Sana guarda avanti e non se ne cura. Come dicono gli spagnoli: “il tempo<br />
parlerà”.<br />
[dicembre 2015]<br />
27
Quando in Europa c’era la Mens Sana<br />
a salvare la faccia dell’Italia... ........................Vincenzo Coli<br />
l’hanno fatto<br />
semplici tifosi<br />
riuniti<br />
nel comitato<br />
“La<br />
Mens Sana<br />
è una fede”,<br />
appassionati e<br />
generosi<br />
non si poteva<br />
fare a meno<br />
di notare<br />
che l’ultima<br />
italiana<br />
ad essersi<br />
fatta onore<br />
all’estero<br />
era stata Siena<br />
Coppe, targhe, trofei, gagliardetti: simulacri di un recente<br />
gloriosissimo passato, finiti sotto sequestro insieme<br />
a tutti i beni mobili e immobili della società sciaguratamente<br />
fallita, sono tornati a casa, viale Achille Sclavo, al<br />
termine di un’asta il cui risultato destava qualche apprensione.<br />
Ciò che non poterono o non vollero fare le<br />
istituzioni, l’hanno fatto i privati, semplici<br />
tifosi riuniti nel comitato<br />
“La Mens Sana<br />
è una fede”, appassionati<br />
e generosi. A loro<br />
va un sentito grazie da<br />
parte di quanti hanno nel<br />
cuore questo sport e questa<br />
società. Dieci ragazzi<br />
sudano in campo per assicurare<br />
ai colori biancoverdi un<br />
futuro agonistico. Nel contempo,<br />
su gesti simbolici come una<br />
vendita all’incanto spazzolata<br />
ben bene si ricostruisce il futuro<br />
etico, che non è meno importante,<br />
perché motiva e riempie d’orgoglio<br />
chi ogni domenica si dà appuntamento<br />
al palazzetto.<br />
Un giornale importante fa i conti<br />
in tasca agli sport di squadra e scopre che nelle competizioni<br />
europee le squadre italiane di volley primeggiano,<br />
mentre quelle di basket non ne azzeccano una: Sassari e<br />
Milano, in due, hanno vinto una gara soltanto in tutto il<br />
girone di andata della regular season di Euroleague. La<br />
società isolana paga il calo di qualità seguìto al rinnovamento<br />
del roster, e coach Sacchetti, che alla Dinamo l’anno<br />
scorso regalò il magnifico triplete, viene incredibilmente<br />
licenziato. Il fighissimo team meneghino continua<br />
a suscitare pena a livello continentale, e i suoi tifosi non<br />
ne possono più, e forse anche Armani, che è peggio. Quel<br />
giornale importante non poteva fare a meno di notare che<br />
l’ultima italiana ad essersi fatta onore all’estero, dalle famose<br />
quattro final four fino all’ultima stagione disgraziata<br />
eppur competitiva sotto le volte gelide del Palamandela,<br />
era stata Siena. Ora vorremmo raccomandare una cosa<br />
alle squadre ganze e forti della serie A – a Milano no, è<br />
fiato sprecato, ma alle altre: una di voi vinca il campionato,<br />
vada a giocarsela in Europa e per piacere arrivi in<br />
fondo, almeno tra le prime quattro. Perché guardate che è<br />
antipatico e stucchevole dover impersonare tutte le volte<br />
il convitato di pietra, quello che non c’è eppure se ne parla<br />
tanto, essere presi a paragone permanente, costretti a spiacevoli<br />
confronti, citati come cartina di tornasole di un declino<br />
tristissimo. È una cosa che dispiace, ma davvero, essere<br />
testimonial del bel tempo andato. Anche Pietro<br />
Mennea, che pure era un tipo orgoglioso, s’imbarazzava<br />
i cicli finiscono<br />
e ne devono<br />
iniziare<br />
altri<br />
fosse<br />
disponibile<br />
a investire<br />
Youporn<br />
sai che goduria<br />
quando gli ricordavano i suoi record che resistevano da<br />
una vita. Sì, eravamo grandi, grandissimi, abbiamo esultato<br />
per dieci anni e nessuno ci potrà togliere questa gioia;<br />
ora ne paghiamo lo scotto eppure siamo certi che torneremo<br />
lassù dove stavamo. Ma nel frattempo, voi, datevi una<br />
mossa. Mettetela insieme una bella formazione che vince<br />
il campionato e si fa rispettare fuori d’Italia. I cicli finiscono<br />
e ne devono iniziare altri, sta nella logica delle cose.<br />
Sennò, quando torneremo in A1 più belli e più forti che<br />
pria, che soddisfazione ci sarà a riprendere a botte i soliti<br />
sparring partner fiacchi di inizio millennio?<br />
Entro la deadline del 30 novembre la società NPC di<br />
Rieti avrebbe dovuto decidere se accettare o meno la proposta<br />
di sponsorizzazione avanzata dal sito internet<br />
Pornhub, che la stampa sportiva, con apprezzabile<br />
eufemismo, ha<br />
definito ‘erotico’.<br />
Ignoriamo<br />
l’esito, ma nei<br />
giorni scorsi il<br />
presidente Giusep<br />
pe Cattani si era<br />
mostrato possibilista<br />
e scherzoso al sito<br />
Amarantoceleste.it:<br />
“Certo che lo facciamo,<br />
sarebbe una delle poche<br />
volte in cui non sarei il<br />
solo a prenderlo in quel<br />
posto”. Ci auguriamo che in<br />
extremis il matrimonio ven -<br />
ga consumato. Non temessimo<br />
di scivolare sui doppi<br />
sensi, diremmo che il settore<br />
del porno on line è tra i pochi a<br />
tirare, se è vero che già l’agenzia di appuntamenti tra internauti<br />
coniugati Ashley Madison aveva avviato l’anno<br />
scorso una trattativa con la Virtus Roma bloccatasi sul più<br />
bello dopo lunghi preliminari. Ci avrebbe fatto piacere<br />
fosse subentrata la Mens Sana, costretta ad andare in bianco<br />
dall’inizio del campionato. Invece niente. Ora, se queste<br />
benemerite aziende hanno deciso di darsi una certa visibilità,<br />
si aprono prospettive nuove. Fosse disponibile a<br />
investire Youporn, il marchio più noto su scala mondiale,<br />
sai che goduria. Se non altro, addio ansia da prestazione,<br />
caso unico in cui non c’è da temere per il futuro: più la<br />
squadra assume un atteggiamento passivo e mostra il logo<br />
in esibizioni oscene e reiterate, più felice è lo sponsor.<br />
« Gli speciali editi da Mesesport in occasione delle Final Four<br />
del 2004 a Tel Aviv e del 2008 a Madrid »<br />
[dicembre 2015]<br />
28
tiri LIBeri<br />
Antonio tasso<br />
A proposito di 'ribaltone'<br />
In sessanta e più anni di questo<br />
mondo, me ne sono capitati tanti!...<br />
Quante volte equilibri consolidati dati<br />
per immutabili sono andati alle ballodole<br />
così, all’improvviso, mandando a carte<br />
quarantotto progetti, programmi, alleanze<br />
su cui, fino al giorno prima, si fondavano<br />
le certezze, grandi o piccole che fossero,<br />
del viver quotidiano: ribaltoni in politica, in<br />
famiglia, nel lavoro, ribaltoni negli svaghi,<br />
dagli amori al palio allo sport.<br />
Sì, soprattutto nello sport.<br />
Risultati acquisiti, classifiche consolidate,<br />
favoriti ormai al traguardo….<br />
Tutto – d’un tratto – all’aria, per quella<br />
insondabile ironia di una sorte che si diverte<br />
spesso a mettersi di traverso ai nostri<br />
sogni azzerandocene le certezze: ed<br />
è il ‘Ribaltone’!<br />
Squadre sicure vincenti che incominciano<br />
a perdere, atleti e macchine che<br />
s’imballano, vittorie scontate che diventano<br />
inaspettatamente pareggi e poi vanno<br />
a finire nel baratro di sconfitte disarmanti.<br />
Quanti se n’è visti…<br />
Ma un ‘Ribaltone’ del genere di quello<br />
della partita con Agropoli, in quarant’anni<br />
e passa di Mensana, sinceramente fatico<br />
a ricordarlo.<br />
Passare dal desolante 12 (e dico dodici)<br />
a 26 del primo quarto al 50 (e lo scrivo<br />
volentieri in lettere : ‘cinquanta’) a 35<br />
di metà partita è un qualcosa degno di restare<br />
nella storia (minore, certo, minore…)<br />
della Mensana che ‘nelcuorcistà’.<br />
Anche perché al palasclavo non c’era<br />
un fuffolo qualsiasi fra i tanti che ormai da<br />
due campionati stiamo scoprendo esistere:<br />
no, no, a giocare contro i bianco verdi<br />
c’era la prima in classifica di questo ‘infinito’<br />
(da Omegna a Trapani, tanto per gradire!)<br />
girone di A2 ed a riprova della sua<br />
forza e delle sue certezze la squadra di<br />
Agropoli s’era portata dietro duecento e<br />
passa tifosi d’ogni tipo e specie: dalle signore<br />
ingioiellate e sdegnose dietro la<br />
panchina in compagnia di evidentissimi<br />
personaggi ‘che contano’ agli accalorati,<br />
rumorosi e sbandieranti appassionati ,<br />
giovani e meno giovani, della curva.<br />
E i Cilentani s’erano fatti sentire, prima<br />
e durante tutto il primo quarto: quasi irridenti<br />
dall’alto del loro primato in classifica<br />
e dei 14 punti di vantaggio, sicuri ormai<br />
del fatto loro, quasi certi che la loro sarebbe<br />
stata una gita a lieto fine.<br />
Poi, ‘il Ribaltone’!<br />
38 a 9 è veramente<br />
tanto, io non me ne ricordo<br />
di uguali, e poi in<br />
un solo quarto!<br />
E da lì ha preso il via<br />
un’altra vittoria di questa<br />
strana, insondabile, incatalogabile<br />
Mensana<br />
2015-2016 targata Ramagli/Marruganti.<br />
Una<br />
vittoria che, zitti zitti<br />
piano piano, ci sta rimettendo<br />
in perfetta – o<br />
quasi – linea di galleggiamento.<br />
Senza far tanto baccano,<br />
lavorando duro, tutti insieme, con l’affetto<br />
del pubblico, sì proprio quello che dopo sette minuti<br />
aveva coperto d’ignominia il povero ‘Truck’<br />
Bryant, la su’ mamma, la su’ nonna e la parentela<br />
tutta fino alla generazione venuta dall’Africa e<br />
dopo venti minuti era pronto a chiederne l’elevazione<br />
agli altari della palla al cesto: “che giocatore,<br />
ragazzi!!!!”<br />
E dando ancor più ragione alla calma predicata<br />
da quel gran conoscitore di parquets e di uomini<br />
che si chiama Alessandro Ramagli e che,<br />
forse, Lui sì, di … ‘ribaltoni’ se ne intende e proprio<br />
per questo non fa voli pindarici, non pronostica<br />
finali rosei e traguardi dorati ma, da bravo<br />
uomo di mare (anche se dei… ‘Fossi’ !) si limita –<br />
per il momento – a curare il …galleggiamento.<br />
Poi, quando saranno altre le condizioni vedremo<br />
quanto mare si farà.<br />
Certo (lo dice anche il Marruganti un giorno sì<br />
e quell’altro pure…) si galleggerebbe parecchio<br />
ma parecchio meglio se, sulla maglia, proprio<br />
bello grande sul petto, ci fosse stampato un<br />
bel…. ‘salvagente’, di sughero o di plastica o di<br />
diamante non ha importanza, basterebbe fosse<br />
in grado di… non far affogare i pesanti bilanci<br />
bianco verdi.<br />
E invece, ad oggi, la maglia , ‘sul petto’, resta<br />
bianca.<br />
Meno male che, ‘dentro il petto’, i Nostri<br />
hanno un cuore così.<br />
…..e arrivano i ‘ribaltoni’!<br />
Non parlo dei trofei bianco verdi tornati a casa<br />
grazie alla passione, alla dedizione, all’affetto ed<br />
al sacrificio dei tifosi mensanini , quelli del Comitato<br />
in particolare: altri ne scrivono in questo numero<br />
e a me basta ripetere ancora una volta quello<br />
che scrissi l’anno scorso in una lettera aperta a<br />
Babbo Monte: hai dato – e tanto – ma hai anche ricevuto<br />
in pubblicità, risonanza mediatica, notorietà<br />
europea fino al punto da identificare tutta la pallacanestro<br />
italiana colla Banca , ovunque si vada da Madrid a<br />
Mosca da Atene a Berlino a Barcellona…. Che sforzo enorme<br />
avrebbero rappresentato diecimila euro per l’acquisto in blocco<br />
(che poi questa è la cifra finale) dei trofei evitando quella<br />
parcellizzazione e quelle perdite che solo lo sforzo immane dei<br />
tifosi sono riusciti in parte a scongiurare?<br />
Si sarebbe potuto pensare ad un bel ‘museo’, una testimonianza<br />
straordinaria di un decennio (e passa) irripetibile,<br />
allestita nella Banca o altrove, che sarebbe andata ad aggiungersi<br />
alle bellezze incomparabili della banca più antica<br />
al mondo, altra gloria altro lustro…<br />
Fu silenzio, forse disattenzione, non penso malavoglia…<br />
ma Babbo Monte è ormai solo un cugino di terzo grado e<br />
certe cose difficilmente le sente e non se ne fece di niente.<br />
Ci hanno pensato quelli del Comitato e – è bene ricordarlo<br />
– i Goliardi Senesi che, primi fra tutti, si aggiudicarono<br />
uno dei più prestigiosi Trofei.<br />
E forse è stato meglio così: i Trofei tornano a casa e quale<br />
migliore sede del Palasport?<br />
Voglio invece fare una battuta, ma una sola eh, sui black<br />
out tecnici delle due ultime partite.<br />
Ad Agrigento, primo tempo, la Mensana è sotto di brutto,<br />
non si vede via d’uscita dal tunnel di errori e palle perse: salta<br />
l’impianto elettrico, passa una ventina di minuti e, alla ripresa<br />
del gioco in campo c’è un’altra squadra, una Mensana che<br />
lotta, corre, tira e fa canestro e, alla fine vince e bene.<br />
A Siena, contro Agropoli, primo quarto inguardabile, baratro<br />
profondo… black out al tavolo: saltano i contatti dei 24<br />
secondi, l’apparecchio si blocca, si ferma il gioco, conciliabolo<br />
arbitri, ufficiali di campo, allenatori, dirigenti…<br />
Non sono i venti minuti di Agrigento ma lo stop ed il guasto<br />
ci sono e, sostituito l’apparecchio, la Mensanona del secondo<br />
quarto è quella del… ‘ribaltone’!<br />
Conclusione: se ad ogni guasto viene fuori una bella Mensana,<br />
domenica si va a Roma sicuri, il Palazzetto di Via Tiziano<br />
– dicono – è da anni malandato e senza manutenzione,<br />
vuoi te che non si rompa almeno un canestro???<br />
ps: In ogni caso, i canestri, alleniamoci a imbucarli!... Ci si<br />
vede in tivvù.<br />
[dicembre 2015]<br />
29