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MESESPORT marzo2016

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318<br />

marzo 2016<br />

Mimosa ‘Tricolore’<br />

per Siragusa, Palmieri e Bazzoni<br />

Il mensile senese di critica e attualità sportiva - Spedizione in A.P. 70% - Art. 2 comma 20/D - L. 662/96 - Filiale di Siena 2, 00 €


n. 318<br />

marzo 2016<br />

anno XXXIII<br />

Direttore<br />

Mario Ciani<br />

Direttore responsabile<br />

Paolo Corbini<br />

Stampato presso<br />

Tipografia Senese<br />

Strada della Tressa 9 – 53100 Siena<br />

Tel. 05.77.28.07.19<br />

Fax 05.77.27.11.26<br />

redazione.mesesport@gmail.com<br />

Autorizzazione del Tribunale di Siena<br />

n. 430 del 27.01.1983<br />

Hanno collaborato a questo numero:<br />

Duccio Balestracci<br />

Roberto Barzanti<br />

Mauro Bindi<br />

Andrea Bruschettini<br />

Mario Ciani<br />

Claudio Coli<br />

Vincenzo Coli<br />

Stefano Fini<br />

Emilio Giannelli<br />

Daniele Giannini<br />

Antonio Gigli<br />

Luca Luchini<br />

Augusto Mattioli<br />

Roberto Morrocchi<br />

Roberto Rosa<br />

Andrea Sbardellati<br />

Senio Sensi<br />

Rudi Simonelli<br />

Antonio Tasso<br />

Francesco Vannoni<br />

Fotografie:<br />

Paolo Lazzeroni<br />

Augusto Mattioli<br />

Andrea Bruschettini<br />

Collaborazione fotografica:<br />

Fabio Di Pietro<br />

Pietro Cinotti<br />

Nicola Natili<br />

Progetto grafico / impaginazione:<br />

Bernard Chazine<br />

E<br />

D<br />

I<br />

T<br />

O<br />

R<br />

I<br />

A<br />

La partita più difficile<br />

La voglia di arrivare in fondo prima possibile per vedere cosa ci<br />

siamo fatti (visto che le strade di Siena e Mens Sana non sono di<br />

certo lastricate d’oro) in questo momento supera di gran lunga<br />

qualsiasi altro interesse in ambito sportivo-cittadino.<br />

Sarà perché dal campo ormai è difficile aspettarci qualcosa di nuovo e<br />

soprattutto di più, specie per quanto riguarda i bianconeri, mentre la<br />

truppa di Ramagli fa bene a coltivare l’ambizione dei play off, più alla sua<br />

portata rispetto ai cugini.<br />

Intendiamoci, non è che la Robur non avrebbe da guadagnarci da un<br />

finale di stagione in crescendo, dopo quello che ha passato e in vista di<br />

quello che potrebbe succedere da qui a giugno, ma non è realistico pensare<br />

che nello spazio di due mesi possa stravolgere gli equilibri tecnici<br />

(ancorchè modesti) ormai consolidati nel campionato in corso.<br />

La verità è che la partita più importante di questa stagione Mens Sana<br />

e Siena devono ancora iniziarla e, sia pure con sfaccettature diverse, è<br />

una partita in cui non sono in gioco i due o i tre punti canonici, ma lo<br />

stesso futuro delle benamate.<br />

Da qui la ‘bizzarra’ idea di provare a unire queste due… ‘sofferenze’<br />

e, con l’aiuto di una terza realtà in progressiva crescita come l’Emma Villas,<br />

provare a costruire qualcosa di nuovo e di originale. La tempistica<br />

certo è sospetta, segno che qualcuno già ci stava lavorando da un po’,<br />

ma l’importante ora è verificarne la fattibilità. Senza veti incrociati o inconfessabili<br />

ambizioni personali.<br />

Un fatto comunque è già positivo, sia che il tentativo vada in porto<br />

sia che ciascuno si riappropri della legittima autonomia. Relativamente<br />

alla Mens Sana la risposta collettiva a questa seconda minaccia di fallimento<br />

è stata infatti più orgogliosa e convinta della prima, così come ha<br />

suscitato favorevoli consensi l’opportunità offerta alla Robur dall’arrivo<br />

dell’imprenditrice ligure.<br />

Due situazioni dalle quali sarà comunque difficile a questo punto tornare,<br />

tutto o in parte, indietro. Da qui un motivo in più per arrivare presto<br />

a vedere cosa ci siamo fatti...<br />

L<br />

E


Un filosofo, un guru o un impenitente<br />

serial winner? Chi è Fabian<br />

Cancellara?<br />

Nell’arrivo in Piazza, dopo aver<br />

gestito con intelligenza le ultime energie sullo<br />

strappo che porta il nome della Santa mistica<br />

(Caterina), lo svizzero detta la sua legge vincente<br />

superando quello Stybar primo giusto<br />

dodici mesi fa, e poi il nostro Brambilla. Subito<br />

dietro Peter Sagan, il campione del mondo.<br />

Così lo svizzero della Trek Segafredo, amato<br />

in tutto il mondo per il suo stile e le sue vittorie,<br />

scrive per la terza volta il nome nell’albo<br />

d’oro delle Strade Bianche, giunta alla decima<br />

edizione e pronta a fare il grande passo nel Pro<br />

Tour, ovvero il ristretto circuito delle corse<br />

d’elite dell’Unione Ciclistica Internazionale.<br />

Se Sagan alla vigilia sia era speso con parole<br />

d’elogio per la corsa senese, dopo l’arrivo è il<br />

saggio campione d’oltralpe a certificare con le<br />

sue parole profonde e calde il senso di una corsa<br />

che, se non ha l’età delle Monumento, ha l’amore<br />

di chi la domina: “Oggi è un giorno speciale per<br />

me, ho scritto il mio nome per la terza volta in questa<br />

corsa, e mi verrà dedicato anche uno dei tratti<br />

sterrati – così Cancellara in conferenza stampa –.<br />

Qui, a Siena e dove passa il percorso, si respira la<br />

storia, e ormai tutti se ne sono accorti (corridori,<br />

team, organizzatori) per cui non può che crescere.<br />

Vincere le Strade Bianche è un onore”.<br />

Nel suo ultimo anno da Pro (“Potrei correre<br />

ancora, ma vincere e fare il corridore non è tutto<br />

nella vita”), Cancellara vuole lasciare il segno in<br />

una storia già ricca di trionfi, e nella corsa che<br />

per la prima volta parte e arriva a Siena, con<br />

un clima ventoso e minacciose nuvole che ricordano<br />

le corse fiamminghe, la sua squadra insieme<br />

agli altri top team (Etixx, BMC, Astana,<br />

Tinkoff), gestisce al meglio i 176km del percorso<br />

e gli oltre 50km di sterrati.<br />

A corollario di questa competizione di<br />

big, c’è da registrare la corsa femminile, prima<br />

prova stagionale del World Tour UCI, con vittoria<br />

della campionessa mondiale Armistead; e<br />

la Gran Fondo, che alla seconda edizione, registra<br />

già oltre 2000 iscritti con partecipanti<br />

da tutto il mondo, compreso un concorrente<br />

venuto dal Costa Rica.<br />

Ecco, al di là della cronaca agonistica, le<br />

Strade Bianche appena descritte nella sua triplice<br />

forma (pro maschile, pro femminile, cicloturisti),<br />

sono una scommessa vinta per la<br />

promozione e l’incoming turistico, e un beneficio<br />

netto per le Terre di Siena. Ovvio, una<br />

competizione ciclistica qualche problema logistico<br />

e di traffico lo comporta, ma tutto facilmente<br />

gestibile e recepibile con un po’ di<br />

buon senso da parte della cittadinanza<br />

Senza dimenticare, come fa Cancellara, che<br />

tutto ha una sua origine: “Dal prossimo anno<br />

sarò in pensione, per cui forse guarderò le Strade<br />

Bianche in TV, ma vorrei tornare per fare L’Eroica,<br />

con la bici e i vestiti di una volta”.<br />

Andrea Bruschettini<br />

La nostra città invasa per due giorni dagli amanti della bici:<br />

dai cicloturisti ai pro maschile e femminile<br />

Cancellara uno, due e tre!<br />

E sboccia l’amore per Siena<br />

« In alto a sinistra la partenza delle<br />

pro femminili dalla Fortezza,<br />

a destra Cancellara (sulla sinistra)<br />

supera Stybar e Sagan (dietro)<br />

in cima a Santa Caterina; in mezzo<br />

la corsa su uno dei tratti sterrati; in basso a sinistra la vincitrice della prova femminile<br />

Armistead, campionessa mondiale in carica e qui sopra Cancellara sul podio »


calcio / mario ciani<br />

Continua la mattanza a danno<br />

dei bianconeri che non riescono più<br />

a vincere nonostante la necessità<br />

di fare punti per la salvezza<br />

Siena,<br />

il finale che<br />

non t’aspettavi<br />

Chi ha pensato, almeno una volta, che il peggio fosse ormai<br />

alle spalle, non aveva ancora visto la Robur di Macerata. Il<br />

tutto nonostante le belle parole spese durante la settimana<br />

per risvegliare l’orgoglio di una squadra che dal rotondo successo<br />

sul Foggia al pareggio interno con la capolista sembrava aver avviato<br />

un percorso di… riconciliazione con l’ambiente, dopo le garanzie<br />

avute anche dall’arrivo della nuova azionista di maggioranza.<br />

Ma qui non è questione di stipendi pagati o non pagati, di prospettive<br />

che ci sono o non ci sono: i problemi veri sono i limiti strutturali<br />

di un gruppo che non è mai andato più in là di due vittorie<br />

consecutive, accontentandosi tutte le volte del minimo sindacale che<br />

la categoria, con la sua pochezza, garantiva a tutte le squadre. Evidentemente<br />

troppo poco, perché anche quelle con meno blasone e<br />

potenzialità (c’è bisogno di fare qualche nome?) contro i bianconeri<br />

sono andate sul velluto sospinte da una carica nervosa e da una<br />

rabbia agonistica che Carboni stesso non ha mai visto negli occhi dei<br />

suoi ragazzi. Noi siamo quelli ‘che ci manca la cattiveria sotto porta’<br />

(perché in difesa no?), si è sempre detto, come se la soluzione di tutti<br />

i problemi fosse la cattiveria fine a se stessa. Invece ci manca aggressività,<br />

grinta, determinazione, soprattutto concentrazione , oltre<br />

che ritmo e senso della posizione. Perché non si analizzano sconfitte<br />

come quella col Rimini dove, a fronte dei 16 punti conquistati dai<br />

bianconeri nelle precedenti otto gare, gli adriatici, che ne avevano<br />

fatti appena 4, ci sono passati letteralmente sopra? Eppure quei numeri<br />

qualcosa dovevano rappresentare: magari che la Robur era<br />

semplicemente superiore. Ma questa vera o presunta superiorità in<br />

campo non si è vista, come non si è vista con quel Tuttocuoio che è<br />

riuscito ad inserire il blitz del Rastrello in mezzo a 8 sconfitte e due<br />

soli punti all’attivo in 11 gare! Dice: la squadra non regge la pressione<br />

dell’ambiente… Ma quale pressione, se i tifosi prima di sbottare<br />

ci hanno pensato mille volte e solo presi dall’esasperazione si<br />

sono fatti sentire. La verità è che tutta questa gente (in 32 sono scesi<br />

finora in campo), non è mai diventata una squadra e meno che mai<br />

dopo il mercato di gennaio.<br />

Poi c’è la storia dell’atteggiamento che qualche avversario ha trovato<br />

perfino diverso da quello dell’andatra: come mai? Di cosa ha bisogno<br />

per esprimersi al meglio questa squadra e cosa gli può dare<br />

Carboni, sinceramente prostrato dopo l’ultima figuraccia di Macerata?<br />

Se è una questione di stimoli (si è sentita anche questa), non è<br />

sufficiente vestire la maglia di una squadra che vanta una storia<br />

lunga 112 anni e si è fatta onore per nove nella massima serie? O<br />

forse di stimoli ne trovano di più avversari come il Santarcangelo, la<br />

Lupa Roma o lo stesso Tuttocuoio? Perché se qualcuno scrive che la<br />

Robur a Rimini ha giocato senza cuore, non vuol dire semplicemente<br />

mancanza di impegno, vuol proprio dire… senza cuore. La sensazione<br />

che si ha di fronte a un tiro troppo molle, a un passaggio mancato<br />

o improbabile, in assenza di reattività ecc.<br />

E poi c’è il problema dei problemi: la convinzione che il più grosso<br />

sia quello dell’attacco che segna poco, mentre i numeri dimostrano<br />

che la questione vera è quella della difesa. Una difesa che<br />

resta sempre fra le migliori in assoluto, ma se i 27 gol al passivo vengono<br />

spalmati sulle 25 partite giocate fino ad oggi, è come se la<br />

Robur scendesse in campo sempre sullo 0 a 1. Va da sé che un attacco<br />

in grado di andare 50 volte in rete compenserebbe questo<br />

handicap, ma l’equilibrio non è decisamente il piatto forte di questa<br />

squadra.<br />

Passando invece alla curiosità, è interessante osservare come a parità<br />

(o quasi) di partite giocate - Atzori 13, Carboni 12 – entrambi<br />

hanno totalizzato 17 punti. O se vogliamo, con la prossima partita<br />

interna contro il Pontedera il tecnico aretino è in grado di superare<br />

il suo predecessore.<br />

Per chiudere: in casa contro il Foggia (a proposito: senza una immediata<br />

inversione di marcia addio finale di Coppa…), il presidente<br />

Ponte non ha resistito alla tentazione di presentare la nuova azionista<br />

di maggioranza Anna Durio. Peccato. A nostro avviso l’evento<br />

meritava un appuntamento specifico, scevro dalle polemiche che da<br />

mesi coinvolgono lo stesso Ponte e una parte della tifoseria. Ci conforta<br />

invece la constatazione che l’imprenditrice ligure, unica nella<br />

storia di questa società, il suo primo pensiero l’abbia rivolto alla necessità<br />

di mettere mano ai nuovi campi di gioco. Un segnale di novità<br />

che va apprezzato e sostenuto.<br />

« Anna Durio in tribuna al Franchi in mezzo al figlio Federico e al nuovo dg Amato »<br />

[marzo 2016]<br />

4


a tutto campo<br />

senio sensi<br />

È l’ora della nuova proprietà<br />

BLATTER FUORI,<br />

MA PARTITA APERTA<br />

Si chiama Gianni Infantino, è italosvizzero,<br />

ha 45 anni e la faccia pulita. A<br />

sorpresa è stato eletto presidente della<br />

megafederazione mondiale del calcio<br />

(la Fifa), sconfiggendo il grande favorito<br />

della vigilia, uno sceicco dal nome<br />

impossibile, espressione del defenestrato<br />

Blatter, incappato in guai giudiziari<br />

per tanti soldini che sarebbero circolati<br />

per favorire sedi di campionati<br />

mondiali di calcio. Fuori Blatter, tutti<br />

pensavano a Platini, ma – crepi Sansone<br />

con tutti i Filistei, avrà detto Blatter<br />

– anche il Michél francese è stato condannato<br />

a sei anni di squalifica.<br />

Sarà la svolta del calcio mondiale?<br />

Pulizia e equità? Non è finita, perché<br />

partendo dall’ indimenticato e incomprensibile<br />

(non solo per il suo italiano)<br />

Boniek, in molti sperano che il ricorso<br />

al TAS (sigla sconosciuta) presentato<br />

da Platini sia accolto e che il francesino<br />

possa tornare a quello che era ritenuto<br />

il suo posto. Avvocati e carte, accuse e<br />

contromosse, ancora le palle non sono<br />

ferme e l’Italia, uno degli sponsor di Infantino,<br />

non può ancora cantar vittoria.<br />

Ma quanto piacciono queste poltrone!!!<br />

Chissà perché...<br />

L’ARBITRO PARLANTE<br />

Nicchi l’ha detto: dall’anno prossimo<br />

anche gli arbitri accetteranno il confronto<br />

con i media sulle loro prestazioni<br />

in campo. Dopo le decisioni del giudice<br />

su ogni incontro, si concederanno<br />

a taccuini e telecamere per dare ragione del<br />

loro operato.<br />

Conoscendo bene la categoria a me sembra<br />

quasi impossibile che questo avvenga, ma<br />

prima o poi una discesa dall’olimpo sembrava<br />

indispensabile.<br />

È nota la loro permalosità e la loro pluriannunciata<br />

quasi infallibilità in difesa dell’operato,<br />

anche di fronte a errori mastodontici: fino ad ottobre<br />

prossimo sarà così e poi, se non cambia<br />

il vento, cercheranno di dimostrare, a parole,<br />

che il rigore era sacrosanto, l’espulsione inevitabile.<br />

Già, ma quando i molti mezzi tecnici presenti<br />

sui campi daranno loro torto, come si difenderanno?<br />

Non sarà che alla prima figuretta...<br />

torneranno all’antico?<br />

Ma crederci non costa molto. A favore delle<br />

loro prestazioni recenti debbo dire che arbitraggi<br />

scandalosi come quelli subiti dal Siena<br />

in A, così come altre squadre minori, quest’anno<br />

non si sono visti. Equità, finalmente<br />

raggiunta nel giudizio senza dipendenza psicologica<br />

(o altro?) o paura delle varie moviole?<br />

CLASSIFICA BALLERINA<br />

A veniamo a casa nostra. Avete visto che le<br />

classifiche sono come i giudizi sul pil del nostro<br />

paese?: un giorno su e un giorno giù. Punteggi<br />

in meno ad alcune squadre per inadempienze<br />

e dopo poco il maltolto viene restituito, causa ricorsi<br />

più o meno credibili. In particolare Savona<br />

e Teramo vanno<br />

sull’altalena, determinando<br />

non so lo<br />

incertezza sul futuro<br />

prossimo – partite<br />

importanti per<br />

non retrocedere o<br />

accedere ai play off<br />

– ma anche il timore<br />

che i ricorsi approvati<br />

o meno<br />

possano essere influenzati<br />

da chis sàche!<br />

Ma come<br />

siamo maliziosi.<br />

ADDIO SOGNI DI GLORIA<br />

L’avevamo già detto dopo la vergognosa<br />

sconfitta con il Rimini: campionato finito; guardiamoci<br />

un po’ le spalle e utilizziamo le partite<br />

che mancano per pesare la qualità tecnica e<br />

morale del materiale umano a disposizione.<br />

Le umiliazioni subite dai bianconeri con Carrarese,<br />

Tuttocuoio, Rimini e Sant’ Arcangelo non avevano bisogno<br />

di veder allungare la lista con la penosa prestazione<br />

del primo tempo a Macerata.<br />

Il Siena non c’è più; sparita nel gioco (non abbiamo<br />

uno straccio di idee da centrocampo in su e in difesa facciamo<br />

semplicemente ridere); uomini che vagano sul<br />

campo senza sapere cosa fare; formazioni ogni settimana<br />

diverse; condizione tecnica di alcuni da serie inferiori;<br />

condizioni fisiche generali insoddisfacenti; ex atleti che<br />

debbono appendere le scarpe al chiodo perché le medaglie<br />

acquisite nel passato non contano di fronte a giovani<br />

veloci e determinati; reti prese con una facilità irrisoria. Ci<br />

fermiamo per carità di patria. E pensare che il Mister,<br />

poche settimane fa, si infuriò e basò tutta la sua intervista<br />

su qualche fischio ingeneroso piovuto dalle tribune: altro<br />

che fischi!!! La rivoluzione di Gennaio che all’inizio portò<br />

qualche prestazione brillante, si è dimostrata per quello<br />

che è stata: una svendita dei pezzi migliori per fare cassa<br />

: 11 uscite e 8 ingressi e di questi praticamente tutti prestiti.<br />

Squadra rifatta, con tutti i problemi che comportano<br />

certi stravolgimenti. Il patrimonio giocatori sta a zero e si<br />

deve ricominciare da capo.<br />

E per ricominciare da capo occorre dare seguito a quella<br />

chiarezza che la nuova proprietà ha promesso. Incominciamo:<br />

dei 1,9 milioni quanto ha messo Ponte e quanto ha<br />

messo Durio? Perchè si è lasciato Ponte a gestire la Robur<br />

fino a Giugno quando si sapeva bene quali gravi errori di<br />

gestione aveva fatto e quali errori tecnici gli uomini da lui voluti<br />

avevano compiuto? Oltre ai campi di allenamento promessi,<br />

perché non si pensa da subito, senza perdere altri<br />

4 mesi, a riorganizzare la società e a programmare il futuro<br />

delle giovanili? Visto che il campionato non ha più niente<br />

da offrirci, perché la Durio e il figlio non prendono da subito<br />

in mano il timone per una rifondazione completa dei<br />

quadri tecnici della Società? Le brutte figure fatte dalla<br />

squadra oltre ad umiliare chi segue il Siena avranno provocato<br />

almeno sconcerto nei nuovi proprietari. E costoro<br />

vogliono continuare a rendere ancor più difficile il rapporto<br />

tifosi/squadra e stampa/squadra/Società?<br />

Sì, anche con la stampa (intesa come giornalisti accreditati)<br />

il rapporto di Ponte è giunto alla fine; l’ultima perla:<br />

gli sky box pomposamente adibiti ai vip in tribuna coperta<br />

(praticamente mai usati) che sono serviti a costringere i<br />

colleghi a fare il loro lavoro all’esterno, appollaiati su banchetti<br />

bassi e stretti, quegli inutili box – dicevo - sono stati<br />

chiusi dalla prefettura!! Perchè? Semplice, non avevano le<br />

autorizzazioni necessarie e non potevano quindi essere utilizzati.<br />

Ecco ancora una prova che ci troviamo di fronte a dilettanti<br />

allo sbaraglio. E i nuovi padroni non credono che sia<br />

il momento di intervenire in prima persona??<br />

« La formazione che ha affrontato la capolista »<br />

[marzo 2016]<br />

5


calcio / luca luchini<br />

Fra la squadra che non riesce ad alzare la testa e la società in balia di cambiamenti ancora non ufficializzati<br />

La Robur in mezzo al guado<br />

Una squadra senza né capo, né coda, una società che naviga (almeno<br />

al momento) senza una dirigenza in grado di prendere decisioni<br />

e programmare il futuro, un allenatore che dopo un paio<br />

di settimane che si negava ai cronisti riappare per scusarsi e dichiararsi<br />

‘mortificato’ di quello che i suoi ragazzi hanno combinato sul campo.<br />

Questo lo scarno e triste riassunto della debacle di Macerata, degna<br />

conclusione di un periodo che ha visto i bianconeri sconfitti e quasi umiliati<br />

da formazioni di ben scarso valore quali Rimini e Santarcangelo.<br />

Abilissima nel risuscitare gli avversari di turno, con il pareggio con la<br />

Spal la Robur aveva forse illuso pubblico e critica mascherando i tanti<br />

difetti di una formazione che più raffazzonata di così non si poteva comporre.<br />

Nella gara con la capolista, infatti, i ferraresi avevano creato perlomeno<br />

tre-quattro nitide occasioni da rete, fortunatamente sciupate<br />

nella fase conclusiva, mentre la Robur non si era resa mai pericolosa.<br />

La realtà è che il gruppo affidato a Carboni, nonostante alcune affermazioni<br />

di Ponte, sembra sensibilmente peggiorato rispetto a quello<br />

che aveva iniziato la stagione e che assemblare dieci nuovi giocatori giovani<br />

e inesperti, alcuni non allenati e non abituati a sostenere lo stressante<br />

ritmo del campionato<br />

e sicuramente non<br />

prime scelte, e sperare di<br />

migliorare sarebbe stato<br />

un vero miracolo. E la nostra<br />

città non sembra più,<br />

da tempo e non soltanto in<br />

campo sportivo, luogo che<br />

le divinità decidono di privilegiare<br />

per eventi soprannaturali.<br />

Se la dirigenza ha quindi<br />

gravi colpe nell’aver superficialmente<br />

apposto i cartelli<br />

dei saldi, ‘si svuota lo<br />

spogliatoio per ringiovanire l’ambiente’ (ma in realtà solo per risparmiare),<br />

altrettante responsabilità ha mister Carboni nell’aver accettato<br />

supinamente tutto quello che il convento passava. E a nulla serve, adesso,<br />

chiedere scusa ai tifosi (Carboni) o dichiararsi ‘senza parole’ e riversare<br />

la colpa sui giocatori dicendo che ‘non hanno alibi’ (Ponte).<br />

A questo punto resterebbe il mistero della brillante vittoria di Coppa<br />

con il Foggia, ma forse la risposta è più semplice di quanto sembri. Gli<br />

impegni di Coppa Italia sono da sempre sottovalutati, il Foggia è arrivato<br />

a Siena con una formazione molto rimaneggiata ed è probabilmente rimasto<br />

sorpreso da una squadra che veniva da risultati disastrosi e che è<br />

riuscita in una sola partita (fra l’altro con quasi tutte le seconde linee) a<br />

concretizzare quello che in un campionato non era mai riuscita a fare.<br />

La riprova l’avremo nell’incontro di ritorno, quando i bianconeri dovranno<br />

dimostrare di avere almeno quell’amor proprio e quella cattiveria<br />

agonistica che permettano loro di raggiungere una finale che al momento<br />

sembra l’unico obiettivo accettabile della stagione.<br />

Adesso dovremmo passare alle note liete, visto che almeno per qualche<br />

mese non parleremo più di debiti e punti di penalizzazione come<br />

eravamo abituati a fare, ma purtroppo<br />

non tutto anche in questo<br />

campo pare filare liscio.<br />

La famiglia Durio-Trani dovrebbe<br />

essere la nuova proprietaria<br />

della Robur, ma per adesso<br />

si è limitata a semplici dichiarazioni,<br />

alcune delle quali hanno<br />

già sollevato robuste polemiche<br />

fra la tifoseria. Ponte, che non<br />

sappiamo se a giugno continuerà<br />

a far parte (ed eventualmente<br />

con quale ruolo) della società, vista la precarietà del suo ruolo, non sembra<br />

poter prendere decisioni che riguardano il futuro. Il direttore tecnico<br />

Giuseppe Materazzi, stando a dichiarazioni rilasciate da personaggi<br />

influenti senza che nessuno le abbia smentite, sarebbe stato ‘allontanato’,<br />

ma figura ancora nell’organico ufficiale a differenza del figlio Matteo<br />

che, pur privo di qualsiasi titolo che possa accreditarlo in tale ruolo,<br />

va a dare spiegazioni ai tifosi e rilascia interviste.<br />

Del consiglio di amministrazione, oltre al presidente,<br />

fa parte solo Pietro Mele, fino a pochi<br />

giorni fa uomo base della gestione Ponte e finanziatore<br />

non marginale, che pare essere stato<br />

definitivamente tagliato fuori dai giochi come i<br />

soci di minoranza, alcuni dei quali presentati recentemente<br />

in pompa magna. Nel frattempo il<br />

direttore generale Amato, sicuramente chiamato<br />

per altri compiti e a molti non gradito per i<br />

suoi trascorsi professionali a fianco di Mezzaroma<br />

(il cui solo nome a Siena evoca momenti di repulsione),<br />

dichiara apertamente che lei di calcio<br />

non ne capisce nulla. Ciliegina sulla torta, per aumentare<br />

il caos esistente, le dimissioni da addetto<br />

stampa di Gigi Rossetti per motivi che al momento non conosciamo.<br />

E allora viene naturale domandarsi chi stia progettando il futuro della<br />

Robur. Chi può prendere decisioni tecniche se le cose dovessero precipitare?<br />

Non sarebbe il caso di sfruttare queste ultime settimane di campionato,<br />

che se non si avrà un cambio di marcia si preannunciano come<br />

una lenta triste agonia, per gettare le basi di un onorevole futuro? La<br />

speranza è che il giovane Trani, che si è presentato evidenziando serie e<br />

legittime ambizioni di futuro primo attore, si stia già muovendo in silenzio,<br />

con l’augurio che si faccia affiancare da persone oneste e competenti<br />

che possano compensare la sua logica inesperienza.<br />

L’unica notizia buona è che finalmente sembra si stia davvero pensando<br />

a campi di allenamento e centro sportivo, augurandoci che questa<br />

realizzazione, che sicuramente stuzzicherà appetiti economici e politici,<br />

non si trasformi in un nuovo boccone avvelenato di cui non<br />

abbiamo davvero bisogno!<br />

« I bianconeri nel dignitoso confronto con la Spal »<br />

[marzo 2016]<br />

6


Quando ‘piccolo’<br />

diventa... scomodo .....................................................Francesco Vannoni<br />

questo<br />

è quanto passa<br />

il convento e<br />

sinceramente<br />

non sembra<br />

granché<br />

Se dovessimo scrivere ‘di pancia’, la prima tentazione sarebbe<br />

quella di accomunare la sconfitta interna della Robur contro il<br />

Santarcangelo alla stregua delle pagine più basse della Storia pallonara<br />

bianconera: Grifo Cannara e Tuttocuoio.<br />

Perché i ragazzi di Carboni dilapidano spesso tra le mura<br />

amiche qualche buon ‘acuto’ emesso in trasferta? E soprattutto,<br />

quale potrebbe essere la ragione per la quale, in un campionato<br />

dal livello tecnico tutt’altro che eccelso, il Siena non è ancora<br />

riuscito a dare continuità alle proprie prestazioni per agganciare<br />

stabilmente il ‘treno’ play-off?<br />

Questi sono gli interrogativi pericolosamente cresciuti intorno<br />

ad un gruppo ben lontano dal diventare squadra. Non soltanto<br />

per le molte voci che si rincorrono anche fuori dal campo<br />

in ambito societario, ma per una più allarmante mancanza di<br />

identità tecnica e caratteriale al cospetto, in particolare, delle<br />

cosiddette ‘piccole’ (o presunte tali). I valori messi in fila dalla<br />

graduatoria rappresentano alla lunga e al di là di tutte le elucubrazioni,<br />

la fotografia più nitida: della qualità del girone nel suo<br />

insieme, da una parte, e dell’organico sul quale l’allenatore deve<br />

lavorare, dall’altra. Per la serie questo è quanto passa il convento.<br />

E sinceramente non sembra granché.<br />

Perciò sarebbe opportuno che l’appassionato popolo della<br />

Robur rimodulasse le proprie aspettative, nella ‘sana rassegnazione’<br />

se ci passate il termine, di un dignitoso consolidamento in<br />

Lega Pro (dove, non dimentichiamolo, la giovane Robur Siena è<br />

pur sempre neopromossa) in attesa di nuovi progetti dalle più<br />

legittime ambizioni.<br />

Tuttavia risulta difficile trovare una spiegazione a quella<br />

che chiameremo ‘sindrome del Rastrello’ che ha condizionato il<br />

rendimento della squadra anche altrove.<br />

Se è vero, infatti, che gli uomini passati da Atzori a Carboni<br />

l’impressione<br />

è che<br />

il problema<br />

sia l’approccio<br />

mentale di<br />

un gruppo<br />

ancora ‘acerbo’<br />

tra calcio<br />

e basket<br />

c’è una curiosa<br />

analogia:<br />

le difficoltà<br />

palesate con<br />

le squadre di<br />

bassa classifica<br />

l’intenzione<br />

non è di<br />

mettere il dito<br />

nella piaga<br />

dei limiti<br />

evidenziati,<br />

ma più<br />

che altro<br />

ridimensionare<br />

potenzialità<br />

ed obiettivi<br />

(per quanto le diverse vicissitudini del mercato invernale abbiano<br />

profondamente inciso sulla ‘rosa) erano riusciti a vincere<br />

fuori casa con il Pisa e l’Ancona e a fermare sia sul proprio terreno<br />

che al Franchi la capolista Spal, a maggior ragione lasciano<br />

grande amarezza sconfitte come quella di Rimini contro una<br />

formazione rimasta quasi ‘orfana’ dei propri tifosi, precipitata in<br />

una crisi di gioco e di risultati alla quale neppure il ritorno in<br />

panchina di Acori aveva giovato. E quella, prima ancora, di Teramo<br />

(che spinse il trainer frusinate a rassegnare le dimissioni)<br />

opposti ad un avversario che aveva da tempo smarrito l’appuntamento<br />

con la vittoria e che proprio con il Siena poté festeggiare<br />

la conquista dei tre punti.<br />

L’impressione è che il problema sia l’approccio mentale di<br />

un gruppo ancora ‘acerbo’ (per età ed esperienza in primis), bloccato<br />

da fattori ambientali: ora la pressione nei confronti di un<br />

pubblico come quello senese, mai sopra le righe, caloroso e partecipe,<br />

raramente ostile (anche se l’imbarazzante prestazione con<br />

il Santarcangelo ha acceso la contestazione) che forse non è riuscito<br />

a trasferire la chimica giusta tra la tradizione della piazza<br />

e il senso di attaccamento dei propri ‘portacolori’; ora la fragile<br />

tenuta nervosa nelle partite ‘calde’ dall’atmosfera pesante.<br />

Né il discorso può essere molto diverso se spostiamo l’attenzione<br />

in casa Mens Sana. Pur con i necessari distinguo, ci<br />

sono anzitutto equilibri societari da definire, ma tra calcio e basket<br />

c’è una curiosa analogia: le difficoltà palesate con le squadre<br />

di bassa classifica.<br />

Prendete Barcellona Pozzo di Gotto, fanalino di coda dell’A2<br />

ovest: gli uomini di Ramagli persero in Sicilia alla quarta<br />

giornata, quando le due squadre avevano lo stesso ruolino di<br />

marcia (2 vittorie e una sconfitta a testa), ma a ripensarci adesso,<br />

con tutto il rispetto, mica erano i blaugrana eh!<br />

Rimanendo sull’isola, alla quinta giornata fu Trapani a rimandare<br />

i biancoverdi con le pive nel sacco e il senno di poi<br />

suggerisce che forse sarebbe potuta andare diversamente, come<br />

dimostrò la successiva impresa compiuta ad Agrigento.<br />

Due settimane più tardi la Mens Sana uscì sconfitta da Omegna<br />

dell’ex ‘vice’ Alessandro Magro (che ha recentemente violato<br />

anche il PalaEstra) all’epoca con soli due punti in cascina guadagnati<br />

su sei partite disputate.<br />

La battuta d’arresto di inizio dicembre nella Capitale, a parte<br />

il peso del ko con una ‘rivale storica’, va inquadrata nell’ ‘onda<br />

lunga’ dell’arrivo in panchina di Attilio Caja (subentrato da ottobre<br />

a Guido Saibene), ma fino ad assumere le proporzioni di un<br />

autentico naufragio ce ne passa… Del tutto inattesa invece quella<br />

di Biella alla quattordicesima, con i piemontesi che all’epoca<br />

occupavano addirittura il penultimo posto, mentre Ranuzzi e<br />

compagni la settimana precedente avevano sconfitto in casa il<br />

quotato Ferentino.<br />

Alla fine di questa poco accattivante carrellata, l’intenzione<br />

non è di mettere il dito nella piaga dei limiti evidenziati, ma più<br />

che altro ridimensionare potenzialità ed obiettivi nell’interesse<br />

esclusivo delle nostre benamate. Gli ‘strani sogni’, infatti, rischiano,<br />

sia sulla sponda bianconera che su quella biancoverde,<br />

di complicare ulteriormente il presente (non del tutto definito) e<br />

proiezione di un futuro ancora da costruire.<br />

L’uscita dal campo di Portanova e Mastronunzio<br />

al termine della partita col Tuttocuoio<br />

[marzo 2016]<br />

7


antonio gigli<br />

l’angolo del tifoso<br />

Una situazione cui ci si abitua male<br />

Tra alti e bassi la Robur si avvia<br />

verso la fine di questo tribolato campionato.<br />

Un atteggiamento il suo che<br />

sfibra anche il più ottimista dei tifosi.<br />

Dopo due sconfitte gravi e<br />

quasi vergognose (quelle<br />

col Rimini e il Sant’Arcangelo),<br />

soprattutto per il<br />

comportamento dal punto<br />

di vista agonistico, ecco la<br />

prestazione sfolgorante<br />

col Foggia in Coppa Italia<br />

e quella con la capolista<br />

Spal tra le mura amiche.<br />

Di seguito, però, arriva la<br />

disfatta assoluta, meritata,<br />

senza appello di Macerata,<br />

una di quelle partite<br />

che non vorresti mai vedere,<br />

da incubo notturno.<br />

Qualcuno dice che è<br />

inutile arrabbiarsi, meglio<br />

pensare al prossimo anno<br />

e concludere più o meno<br />

dignitosamente questo<br />

campionato nato male e<br />

finito peggio. No, non sia -<br />

mo d’accordo con questa<br />

tesi. Innanzitutto, anche<br />

se solo matematicamente,<br />

la zona play off è un<br />

traguardo ancora potenzialmente<br />

raggiungibile, e quindi non<br />

provarci nemmeno sarebbe da irresponsabili,<br />

se non da stupidi. Non c’è solo il<br />

risultato finale, poi, da salvare, ma soprattutto<br />

la stima della società e della<br />

squadra da parte dei tifosi, sempre più<br />

arrabbiati e disamorati di questi tempi.<br />

Eppure poteva andare meglio, molto<br />

meglio di così. La squadra allestita pareva<br />

abbastanza competitiva, tanto che<br />

dopo i primi risultati negativi il presidente<br />

cacciò Atzori per non essere riuscito<br />

a spremere il meglio dai giocatori<br />

a disposizione. Il mercato invernale ha<br />

sfoltito, per cause soprattutto economiche,<br />

la rosa, privandola di giocatori importanti,<br />

ma rimpiazzandoli con altri di<br />

buon valore. I problemi societari hanno<br />

portato altra acqua al serbatoio delle<br />

polemiche e delle attenuanti verso la<br />

squadra, ma poi la crisi è stata risolta,<br />

gli stipendi pagati e il futuro assicurato. Non è<br />

cambiato nulla, purtroppo, e allora un occhio<br />

va gettato anche verso la panchina. Da mister<br />

Carboni non ci aspettavamo di certo la luna,<br />

soprattutto tenuto conto che doveva assemblare a campionato<br />

in corso una squadra quasi rinnovata in toto, ma<br />

sicuramente volevamo maggiore coerenza nelle scelte<br />

tattiche e maggiore entusiasmo. Le scuse alle quali ci ha<br />

abituato ad ogni fine partita ci hanno, francamente, stufato.<br />

Il suo scarso decisionismo è così evidente che da fuori<br />

ci sembra di vedere una barca alla deriva senza timoniere,<br />

che prende la rotta giusta solo quando il vento è dalla<br />

sua, senza una meta precisa. La nuova conduzione societaria<br />

deve prendere delle decisioni fin da subito, lo<br />

esige la situazione, lo esige lo stesso futuro.<br />

Mancano ancora una decina di partite da qui alla fine<br />

e i tifosi non sono disposti ad accettare tutto, non vogliono<br />

vedere una squadra vivacchiare. Pensiamo al futuro?<br />

Ok, allora esigiamo una svolta. Le migliaia di tifosi che<br />

hanno concesso fiducia alla società sottoscrivendo (con<br />

numeri record per la Lega Pro) oltre 3000 abbonamenti,<br />

non vogliono abbandonare le speranze e sperano che<br />

questo finale di campionato getti le basi per il futuro. Non<br />

è chiedere troppo, ma solo il minimo sindacale. Siamo il<br />

Siena, siamo quelli che hanno visto la loro squadra del<br />

cuore giocare, solo pochi anni fa, con Milan, Inter e Juventus<br />

e oggi, seppur costretti, cercano di gioire di un pareggio<br />

con la Spal. Non è con il passato che si va avanti,<br />

quello che è stato è stato, ma chi dirigerà la società sappia<br />

che noi sogniamo in grande. Siamo fatti male? Pazienza,<br />

ma i sogni aiutano a vivere meglio.<br />

« Due momenti della partita con la Spal »<br />

[marzo 2016]<br />

8


Daniele Giannini<br />

scherma<br />

Ancora riflettori puntati sul settore under 14<br />

della sezione scherma del CUS Siena ESTRA grazie<br />

al bronzo conquistato a Treviso nei Campionati<br />

Italiani a squadre nella categoria Maschietti/Giovanissimi<br />

di fioretto maschile e al sesto posto in quella<br />

di fioretto femminile.<br />

I piccoli cussini Joseph Ceroni, Giovanni Settefonti<br />

e Matteo Nieto Kosta, salgono sul terzo gradino<br />

del podio dopo una prova che li ha visti mettere<br />

un’incredibile energia in ogni assalto. Dopo aver superato<br />

il girone di qualificazione, saltavano il turno<br />

del tabellone da “64” e nei “32” annichilivano Bergamo<br />

36/1 mentre nel tabellone da “16” incontravano<br />

la forte rappresentativa di Agliana, una delle pretendenti<br />

alla vittoria finale, superandola 36/29; nei<br />

quarti di finale sconfiggevano Gallarate 36/25 e, in<br />

semifinale, incontravano la Raggenti Firenze che avevano<br />

battuto la settimana prima al campionato Toscano.<br />

Il risultato finale era 34/36 per Firenze con<br />

ben sei stoccate contestate che hanno fatto la differenza.<br />

Nella finale per il bronzo, con una bella reazione<br />

dopo la delusione per la finale sfumata per pochissimo,<br />

i “moschettieri” senesi battevano 36/27<br />

Ancona e salivano così sul terzo gradino del podio.<br />

In campo femminile le “Bambine/Giovanissime”<br />

Lavinia Biagiotti, Caterina Scarselli, Valentina Bichi e<br />

Camilla Bonechi, dopo aver superato il girone di qualificazione,<br />

nel tabellone da “16” superavano Agliana<br />

36/28 ma nei quarti cedevano 21/36 a Frascati chiudendo<br />

la gara, come già detto, in 6ª posizione.<br />

A Foligno invece di scena la spada femminile<br />

under 14 dove la formazione cussina con Matilde<br />

Legnaioli, Camilla Lunghetti e Letizia Rapezzi, nella<br />

categoria Ragazze/Allieve, faceva solo una buona<br />

esperienza non andando oltre il primo turno della<br />

eliminazione diretta<br />

In ambito internazionale ancora una prova non<br />

esaltante per lo spadista Lorenzo Bruttini, volato in<br />

Canada, a Vancouver, per la tappa del circuito iridato<br />

dove ha trionfato l’azzurro Garozzo. Per l’atleta<br />

cussino in forza alle Fiamme Azzurre, il primo turno<br />

del tabellone preliminare di eliminazione diretta è<br />

risultato fatale contro l’ucraino Stankevych che lo<br />

ha superato per una sola stoccata, 12/11, allo scadere<br />

del tempo.<br />

In trasferta anche la fiorettista senese Alice Volpi,<br />

che ad Algeri si fermava nel Tabellone da “32” battuta<br />

dalla canadese Harvey, per una sola stoccata,<br />

15/14, in una giornata trionfale per le azzurre che<br />

vedevano nell’ordine Di Francisca, Batini ed Errigo,<br />

monopolizzare il podio condivido al terzo posto<br />

dalla russa Deriglazova, attuale leader della classifica<br />

di Coppa del Mondo. La Volpi insieme a Errigo, Batini<br />

e Cini sale invece sul secondo gradino del podio<br />

della prova a squadre che vede la Russia vincere la<br />

finale con il punteggio di 45/32.<br />

In campo internazionale giovanile è da considerare<br />

più che positiva la 21ª posizione ottenuta dallo<br />

Belle prove degli Under 14 senesi ai Campionati Italiani<br />

a squadre di fioretto e consueto dominio a livello Master<br />

Tre generazioni di cussini<br />

in pedana<br />

spadista del CUS Bernardo Ricci nella prova di<br />

Coppa del Mondo under 20 disputatasi a Udine che<br />

conferma il buon momento di forma dopo il 13°<br />

posto di Basilea. Dopo aver conquistato l’accesso al<br />

tabellone da “64”, Ricci superava il tedesco Walter,<br />

15/8 per poi essere battuto 15/13 dall’israeliano Galper<br />

risultando il 5° fra gli italiani in gara.<br />

In campo nazionale la città di Bolzano ha ospitato<br />

la seconda prova di qualificazione nazionale che<br />

ha visto lo spadista Bernardo Crecchi conquistare<br />

l’accesso diretto ai Campionati Italiani Assoluti, riservato<br />

ai primi 40 atleti della stagione per ogni specialità,<br />

che si disputeranno a Roma nella prima<br />

metà di giugno. Il cussino, in una prova che vedeva<br />

al via quasi 250 atleti, raggiungeva il tabellone da<br />

“32” insieme al compagno di sala Edoardo Vichi; qui<br />

entrambi venivano superati con lo stesso punteggio,<br />

15/9, rispettivamente da Ferraris dell’Esercito, che<br />

nel turno precedente aveva eliminato Lorenzo Bruttini,<br />

e dal piemontese Gaetani.<br />

Nel punteggio delle due prove nazionali Crecchi<br />

risultava 20°, rientrando nell’elite dei primi 24 atleti<br />

ammessi direttamente agli Assoluti mentre per centrare<br />

gli ultimi 16 posti disponibili occorrerà entrare<br />

negli “ottavi” della gara di Coppa Italia Nazionale.<br />

Sempre a Bolzano, Lorenzo Toracca è 48°, Lorenzo<br />

Bruttini 50° e Bernardo Ricci 105°; per loro<br />

solo l’accesso diretto alla fase nazionale della Coppa<br />

Italia insieme a Vichi mentre per Marco Tanfoni,<br />

uscito nelle fasi iniziali della prova, e Claudio Bravetti,<br />

ritiratosi febbricitante la strada passa per la<br />

Coppa Italia Regionale alla quale saranno ammessi<br />

anche tutti gli atleti esclusi dalle prove nazionali.<br />

Nel fioretto femminile giornata decisamente<br />

poco felice per Lisa Milanese che non superava le<br />

prime fasi della gara ma che in virtù della buona prestazione<br />

nella prima prova disputatasi a Erba (CO),<br />

riusciva a qualificarsi direttamente per la Coppa Italia<br />

Nazionale per andare a “caccia” di un posto per gli<br />

assoluti che può essere sicuramente alla sua portata.<br />

In gara nella spada femminile solo Eleonora Pieracciani,<br />

fermatasi nei primi turni del tabellone di<br />

diretta, che, per una sola posizione in classifica generale,<br />

dovrà passare per la fase regionale della<br />

Coppa Italia.<br />

Concludiamo con l’ennesimo successo nella categoria<br />

Master ad opera di Filippo Carlucci che si aggiudica<br />

la prova foggiana di sciabola Cat. 2 sul veneto<br />

Busi, bissando così il successo di Nocera Umbra.<br />

Nella gara di fioretto della stessa categoria il vostro<br />

cronista si fermava sul secondo gradino del podio<br />

alle spalle del bresciano Bosio mentre sul terzo saliva<br />

il cussino, leader della categoria, Fabio Miraldi.<br />

E proprio grazie alla continuità dei risultati saranno<br />

proprio i due fiorettisti cussini a far parte della<br />

squadra italiana ai prossimi Campionati Europei<br />

Master in programma a Medway, nei pressi di Londra,<br />

nel mese di maggio dove l’Italia, come sempre,<br />

cercherà di essere protagonista presentandosi con<br />

formazioni altamente competitive per puntare a<br />

confermare la sua presenza ai vertici mondiali anche<br />

in questa sempre più competitiva categoria.<br />

« Alice Volpi, simbolo di una scuola fra le prime in Italia »<br />

[marzo 2016]<br />

9


Andrea Sbardellati<br />

tennis<br />

Il tennista senese protagonista a Pesaro dell'incontro di<br />

Coppa Davis vinto dall'Italia sulla Svizzera<br />

per 5 a 0 e nel quale si è imposto nella prima<br />

e ultima partita<br />

Lorenzi,<br />

re di Coppa:<br />

"ora tutti agli<br />

Internazionali d'Italia"<br />

A una sola posizione dalla sua miglior classifica<br />

di sempre e pronto a dare nuovamente tutto per scalare<br />

il ranking internazionale. Questo l’obiettivo di<br />

Paolo Lorenzi che qualche settimana fa ha toccato<br />

quota 50 nella classifica internazionale Atp di tennis<br />

riavvicinandosi alla 49 che aveva occupato nella primavera<br />

del 2013. Un avvio di stagione al fulmicotone<br />

per il portabandiera del tennis senese che ha<br />

battuto giocatori di ottima caratura internazionale<br />

in questo avvio del 2016 aggiudicandosi il torneo di<br />

Canberra in Australia superando tre giocatori tra i<br />

primi cento al mondo come il russo Donskoy, l’iberico<br />

Granollers e il croato Dodig in finale. Lorenzi<br />

ha poi dato del filo da torcere in tre set tirati contro<br />

il bulgaro numero 28 al mondo Grigor Dimitrov<br />

agli Australian Open.<br />

Al torneo di Bucaramanga in Colombia si è invece<br />

arreso solo in finale contro l’austriaco Melzer,<br />

ma ha fatto vittime illustri in quella competizione,<br />

come il portoghese Elias e l’argentino Horacio Zeballos.<br />

A Quito, in Ecuador, Paolo ha ceduto in semifinale<br />

con il brasiliano mancino Bellucci, ma nei<br />

quarti ha fatto fuori il numero 20 al mondo, l’australiano<br />

Bernard Tomic e l’idolo di casa, il colombiano<br />

Alejandro Falla. A Buenos Aires solo il numero<br />

5 al mondo, lo spagnolo Rafa Nadal, ha interrotto<br />

il cammino a livello dei quarti di finale del senese<br />

che aveva superato l’altro iberico Andujar e l’argentino<br />

Schwartzman. A Rio de Janeiro ha battuto il<br />

compagno di Coppa Davis Marco Cecchinato per<br />

cedere all’argentino Delbonis.<br />

Un percorso gli è valso la convocazione per l’incontro<br />

di Coppa Davis contro la Svizzera svoltosi a<br />

Pesaro in cui Lorenzi non si è accontentato soltanto<br />

di vincere ma di stravincere, aprendo e chiudendo il<br />

confronto (terminato 5 a 0 per gli azzurri) grazie alle<br />

vittorie su Chiudinelli e Bellier.<br />

Inutile dunque chiedere quale momento sta vivendo<br />

il miglior tennista senese di ogni epoca?<br />

“Dal punto di vista fisico è stato il mio miglior inizio<br />

di stagione degli ultimi dieci anni. Attualmente mi<br />

sento bene. L’anno scorso ho avuto qualche fastidioso infortunio,<br />

però adesso comincio a stare meglio. Nei tornei<br />

in Sudamerica ho avuto con me il preparatore atletico<br />

per quattro settimane su cinque e questo lavoro ha sicuramente<br />

pagato. Abbiamo fatto un bel carico di lavoro fisico.<br />

Sono contento dei risultati ottenuti finora e del lavoro<br />

fatto con il mio allenatore Galoppini nell’inverno<br />

perché abbiamo cercato di migliorare in tutti gli aspetti del<br />

gioco per rendere meglio sul campo. Più vai avanti e la<br />

differenza tra il rendimento attuale e quello migliore raggiungibile<br />

è sempre minore”.<br />

A 34 anni molti possono sentirsi appagati, ma tu hai<br />

avuto sempre una grande forza mentale e fisica<br />

per mantenere sempre molto alta l’asticella.<br />

Quali sono gli aspetti maggiormente curati per<br />

migliorare ulteriormente?<br />

“Lavoriamo molto sul fatto di cercare di essere<br />

molto più aggressivi durante gli scambi perché il mio<br />

problema era quello di difendermi un po’ troppo e<br />

quindi abbiamo lavorato molto sul servizio per cercare<br />

di stazionare meno possibile dietro la linea di fondo<br />

campo, avvicinandomi molto di più ad essa ed essere<br />

propositivo per costruirmi il punto. Tutti i cambiamen-<br />

ti tecnici li improntiamo su questo aspetto cercando<br />

magari di scendere un po’ più a rete per andare a conquistare<br />

il punto più spesso possibile”.<br />

Dopo il fine settimana a Pesaro assieme agli altri azzurri<br />

Seppi, Bolelli e Cecchinato, a quali tornei<br />

individuali prenderai parte?<br />

“Dopo la Davis quest’anno salterò Indian Wells e<br />

Miami, mi riallenerò per un certo periodo per riprendere<br />

poi con il torneo Atp a Houston negli Stati Uniti, poi<br />

Montecarlo e Barcellona, tutti con campi in terra battuta,<br />

per poi preparare nel miglior modo possibile Roma<br />

e Parigi. L’anno scorso rientrai dopo l’infortunio<br />

poco prima di Roma, ma non ero al meglio della<br />

condizione. Quest’anno vorrei preparare Roma<br />

e riuscire a giocare nel miglior modo possibile.<br />

Mi aspetto di fare bene nei tornei di<br />

terra in Europa. Prima di prepararmi<br />

per i tornei nell’erba per arrivare poi<br />

a Wimbledon”.<br />

Che messaggio può dare<br />

Lorenzi al mon do tennistico<br />

senese?<br />

“Il messaggio<br />

che<br />

vorrei lanciare<br />

è quello di venirmi a… tifare a Roma. Mi piacerebbe<br />

molto poter fare qualcosa per Siena che è la mia città<br />

e che porto sempre nel cuore. Mi piacerebbe dare una<br />

mano ai ragazzi giovani che iniziano a giocare a tennis<br />

e far diventare il nostro sport come uno dei principali<br />

e seguiti della nostra città”.<br />

L’obiettivo della stagione, dunque, è di migliorare la<br />

posizione numero 49 raggiunta a inizio 2013 ?<br />

“Come dico sempre ogni anno, l’obiettivo è migliorare<br />

il best ranking e migliorare la mia stagione migliore”<br />

Che sensazione provi quando vieni chiamato a far<br />

parte del gruppo della Coppa Davis?<br />

“Per un giocatore il fatto di giocare per la propria<br />

nazione in Coppa Davis penso sia veramente il massimo.<br />

Per me è una cosa speciale. Ci sono arrivato relativamente<br />

tardi, ma ogni volta che vengo convocato<br />

per me è una sensazione meravigliosa e speciale. Per<br />

un atleta italiano il fatto di poter vestire la maglia azzurra<br />

è il massimo che può chiedere e il massimo a<br />

cui aspirare. Faccio parte della squadra che negli ultimi<br />

anni ha raggiunto una semifinale e un quarto di finale.<br />

Il clima è buono e speciale”.<br />

Nella classifica mondiale attualmente Lorenzi è il<br />

numero 54 ed è il terzo giocatore italiano dopo<br />

Fognini e Seppi…<br />

“… è’ una cosa che a me fa molto piacere, perché<br />

ho lavorato tanto per arrivare fino a questo punto contribuendo<br />

a raggiungere risultati importantissimi insieme<br />

ai miei compagni e al commissario tecnico Corrado<br />

Barazzutti”.<br />

[marzo 2016]<br />

10


Sul ponte sventola<br />

bandiera bianca e verde ................Duccio Balestracci<br />

travolta<br />

da debiti che<br />

ne mettono<br />

a rischio la<br />

sopravvivenza<br />

la Mens Sana<br />

si sta portando<br />

dietro la dote<br />

virtuosa<br />

del suo recente<br />

passato<br />

di squadrasimbolo<br />

del<br />

basket italiano<br />

In questi casi il rischio di cadere nella retorica è piuttosto<br />

elevato: una squadra cittadina che rischia di scomparire;<br />

una società sportiva in evidente emergenza; in agguato,<br />

l’ennesima amarezza per l’ennesima realtà che ha<br />

dato lustro a Siena e che ora rischia di spegnersi per sempre<br />

insieme ad altre realtà – anche più rilevanti di questa,<br />

sia pure in altri campi – spente di una città sempre più al<br />

buio (e non ci riferiamo ai lampioni delle strade).<br />

Il rischio di cadere nella retorica è quello che<br />

si corre vedendo la mobilitazione che si è<br />

registrata intorno al caso Mens Sana,<br />

penosamente affossata in serie B;<br />

valorosamente risalita in serie<br />

A2 e ora di nuovo travolta da<br />

debiti che ne mettono a rischio<br />

la sopravvivenza.<br />

Si sono attivati i tifosi,<br />

si sono attivate vecchie<br />

glorie che han -<br />

no vestito la maglia<br />

bianco-verde, si<br />

so no attivati tecnici<br />

che hanno guidato<br />

la squadra nei<br />

momenti di gloria.<br />

Non sapremmo<br />

dire se tutto questo<br />

servirà; se la generosa<br />

risposta all’appello dei<br />

sentimenti riuscirà a far<br />

fronte alla bisogna. Speriamo<br />

di sì, ma è lecito essere<br />

preoccupati, perché i problemi<br />

economici della società sono piuttosto<br />

seri. Non disastrosi come quelli che hanno<br />

cancellato la Mens Sana degli otto scudetti alcuni<br />

anni fa, ma seri sì.<br />

Ma in questo momento non ci interessa prevedere il<br />

grado di successo tangibile che avrà la mobilitazione: ci<br />

interessa riflettere sulla mobilitazione in quanto tale.<br />

È chiaro che la Mens Sana si sta portando dietro la<br />

dote virtuosa del suo recente passato di squadra-simbolo<br />

del basket italiano; la Saporta, gli otto titoli nazionali, le<br />

varie coppe Italia, le vicende di Eurolega e tutto il patrimonio<br />

di grandezza sportiva accumulato dal 2000 in poi<br />

hanno reclamato il loro diritto a non essere dimenticati.<br />

Si è, in qualche modo, verificato un fenomeno simile a<br />

quello cui abbiamo assistito dopo l’alienazione dei trofei<br />

sportivi della vecchia società, riacquisiti a furor di popolo<br />

(alla lettera) e ricollocati nella loro sede originale.<br />

Anche adesso, intorno alla memoria della storia mensanina<br />

si è alzato lo scudo dell’affetto di una collettività locale<br />

e di chi, dalla Mens Sana, ha ‘transitato’ in altre stagioni.<br />

la Mens Sana<br />

ha creato<br />

una memoria<br />

storica<br />

condivisa letta<br />

come<br />

patrimonio<br />

comune<br />

dell’intera<br />

collettività<br />

Tutto questo, a parere di chi scrive, non è né scontato, né<br />

trascurabile.<br />

Non sapremmo dire se, in altre realtà, sia successo, in<br />

altri momenti più o meno simili, la stessa cosa, ma forse non<br />

è mercanzia comune registrare, come in questo caso, che si<br />

porti all’incasso l’orgoglio di aver condiviso quei colori. A<br />

qualsiasi livello siano stati condivisi: se dalle gradinate dei<br />

tifosi o dal parquet di giocatori e tecnici. In definitiva, ci si<br />

conferma la sensazione, altre volte ricordata,<br />

che la Mens Sana abbia creato una memoria<br />

storica condivisa che viene<br />

letta, ormai, come un patrimonio<br />

comune dell’intera collettività<br />

e al quale ci si<br />

rifiuta di rinunciare.<br />

Questa città non<br />

vuol morire; non si<br />

rassegna a perdere<br />

i suoi colori<br />

sportivi perché<br />

vede in<br />

essi la sopravvivenza<br />

della<br />

sua stessa<br />

identità (concetto<br />

che personalmente<br />

non<br />

amo granché, ma<br />

che in questo caso<br />

rende l’idea). Sembra<br />

quasi (ma forse è solo<br />

un’impressione paradossale)<br />

che cerchiamo di aggrapparci<br />

al ricordo sportivo per<br />

aiutarci a sopportare amputazioni<br />

anche più drammatiche (se qualcuno<br />

pensa che alludo alla ormai, di fatto, avvenuta perdita<br />

di una grande banca ha capito giusto). È l’ultima bandiera,<br />

quella sportiva, alla quale affidiamo la resistenza<br />

contro il tentativo di azzittire una città. Forse questo orgoglio<br />

dovremmo (avremmo dovuto) portarlo all’incasso,<br />

con maggior vigore di quanto non abbiamo fatto, anche su<br />

altri piani. Ma non è questa la sede per riflessioni che investono<br />

campi non sportivi.<br />

Qui e ora dobbiamo constatare (e lo facciamo con orgoglio,<br />

e pazienza se anche con un pizzico di retorica) che<br />

il morbo (morale) infuria, il pane per fortuna ancora non ci<br />

manca. Ma sul ponte non sventola bandiera bianca. Sventola<br />

orgogliosamente una bandiera bianca e verde.<br />

[marzo 2016]<br />

11


Luca Luchini<br />

volley<br />

La squadra di Caponeri non riesce a sfruttare la prima delle due partite interne consecutive,<br />

rischiando di compromettere l'accesso ai play off<br />

Per l’Emma Villas è il momento della verità<br />

Non ce l’ha fatta l’Emma Villas<br />

a vincere la prima delle due<br />

partite interne consecutive contro<br />

Civita Castellana, passata al<br />

PalaEstra per 3 a 1. Due incontri<br />

ritenuti fondamentali per dare un<br />

senso a questa stagione che ha<br />

vissuto di notevoli, e talvolta<br />

anche inspiegabili, alti e bassi.<br />

Nonostante gli sforzi compiuti<br />

dalla società e le ottime potenzialità<br />

del gruppo la squadra<br />

di coach Caponeri non è riuscita<br />

a trovare quella continuità di<br />

gioco e di risultati che avrebbero<br />

potuto (ma la stagione entra nel<br />

vivo proprio in queste giornate<br />

finali della regular season) caratterizzare<br />

al meglio questo primo<br />

torneo in A2.<br />

Le due gare precedenti all’ultimo<br />

turno di campionato, terminate<br />

con una vittoria (in Puglia<br />

con la modesta Aurispa<br />

Alessano) e una sconfitta (in casa<br />

dei forti laziali del Sora), con risultati<br />

maturati entrambi al tie-break, hanno evidenziato<br />

i consueti pregi e difetti di una formazione<br />

che non ha trovato il giusto passo per navigare<br />

costantemente nelle alte sfere della classifica come<br />

forse avrebbe potuto.<br />

Scarsa concentrazione nelle fasi topiche della<br />

gara, ingenui errori in fase di battuta o di ricezione,<br />

mancanza di lucidità e cattiveria agonistica nei momenti<br />

in cui gli avversari sono in difficoltà e si potrebbe<br />

“uccidere” la partita sono state una negativa<br />

costante di una buona parte di questa stagione. Se<br />

tali comportamenti dovessero ripetersi anche nel secondo<br />

impegno casalingo con Tuscania si rischierebbe<br />

infatti di compromettere l’obiettivo minimo<br />

della semifinale dei play off che a nostro parere, se<br />

non raggiunta, deluderebbe le legittime aspettative<br />

di dirigenza e tifosi.<br />

Concedere i due set iniziali ad una modesta formazione<br />

come l’Aurispa Alessano, all’andata battuta<br />

tre a zero e che naviga costantemente in fondo<br />

alla classifica (anche se attualmente in discreta<br />

forma), rischiando addirittura di perdere la gara al<br />

tie-break, è comportamento inaccettabile per una<br />

squadra da tutti indicata come una delle sicure protagoniste<br />

del campionato e che in coppa ha ceduto,<br />

con l’onore delle le armi, soltanto in casa di Vibo<br />

Valentia. Se in terra pugliese aver recuperato uno<br />

svantaggio di due a zero, ribaltando una situazione<br />

che sembrava ormai compromessa, ha comunque<br />

evidenziato carattere, orgoglio e buona tenuta fisica,<br />

occorre chiedersi come possa accadere di regalare i<br />

set iniziali e con questi anche preziosi punti.<br />

Ben più impegnativo sicuramente era l’impegno<br />

con Sora che, dopo aver dimostrato tutta la sua forza<br />

nella finale di Coppa Italia, anche in campionato sembra<br />

aver trovato un invidiabile equilibrio come conferma<br />

la seconda posizione in classifica, anche se all’appuntamento<br />

con i senesi i laziali giungevano dopo<br />

due sconfitte. In questo caso<br />

la gara è stata combattuta<br />

punto su punto e soltanto<br />

nel quinto set, quello in cui<br />

si devono avere nervi saldi<br />

ed evitare di commettere<br />

troppi errori, l’Emma Villas<br />

ha ceduto ai validi avversari.<br />

Adesso, come dicevamo,<br />

i ragazzi di mister Caponeri<br />

hanno di fronte il<br />

secondo appuntamento interno<br />

consecutivo con<br />

Maury’s Italiana Assicurazioni<br />

Tuscania, vittoriosa all’andata e terza in classifica.<br />

Una partita difficilissima, dunque, nella quale il<br />

peso del pubblico amico, che fino ad oggi non ha<br />

mai tradito, potrebbe rappresentare la spinta fondamentale<br />

per un deciso balzo in avanti in classifica ed<br />

una sorta di trampolino di lancio per le ultime gare<br />

della regular season, fondamentali per affrontare i<br />

play off in posizione di vantaggio.<br />

È evidente che per conquistare la vittoria contro<br />

una formazione di notevole valore come la prossima<br />

occorre ripartire dagli errori commessi per migliorare<br />

le proprie prestazioni<br />

e raggiungere livelli<br />

tecnici ed<br />

agonistici di alto spessore.<br />

Siamo certi che<br />

Caponeri ed i suoi ragazzi<br />

lavoreranno al<br />

meglio e che il pubblico<br />

del Palasport<br />

saprà sostenerli come<br />

è necessario per avvicinarsi<br />

ad un grande<br />

finale di stagione.<br />

[marzo 2016]<br />

12


Figurine<br />

La difficile Terza Via<br />

Mi scuseranno i miei dieci lettori, ma insisto<br />

sul ciclismo, sul ciclismo eroico di una volta. La seconda<br />

figurina è per Fiorenzo Magni. Gran corridore,<br />

ma terzo incomodo tra Bartali e Coppi. In<br />

quell’Italia rigidamente bipartitica – l’unica forma<br />

di bipartitismo quasi perfetto conosciuta – Fiorenzo,<br />

che era nato a Vaiano, vicino Prato, il 7 dicembre<br />

1920, rappresentava una fastidiosa Terza Via. E,<br />

si sa, la Terza Via è spesso immaginaria e, tanto in<br />

politica quanto in altre competitive attività, rischia<br />

di scontentare tutti. L’episodio più clamoroso si registrò<br />

alla fine del Giro d’Italia del 1948, vinto dal<br />

Leone delle Fiandre, come veniva chiamato il campione<br />

toscano. Un eccelso scalatore non era il<br />

Fiorenzo e sul Pordoi sembra avesse avuto<br />

molti (troppi) sostanziosi aiuti, spinte e<br />

spinterelle. La cosa aveva destato scandalo e<br />

Coppi si era ritirato a Brescia. Apriti cielo!<br />

La maglia rosa diventò segno intollerabile di<br />

usurpazione. Magni ce la mise tutta per farsi<br />

perdonare: “Di spinte ne hanno ricevute tutti e<br />

io non più degli altri”. Come scusa non era proprio<br />

un’argomentazione brillante. Fatto è che al<br />

Vigorelli vinse la tappa, ma fu sommerso di fischi<br />

e non riuscì neppure a completare il giro d’onore.<br />

Quella fischiata resta una pagina unica negli<br />

annali del Giro e gettò un’ombra addosso a<br />

Magni che non sarebbe più scomparsa.<br />

Un’altra ombra, però, eclissava la gloria<br />

del Fiorenzo, ed era politica. John Foot,<br />

storico scrupoloso del ciclismo e dello<br />

sport, ha approfondito il caso, e<br />

anche lui ha dovuto arrendersi. Ne<br />

riferisco anche per saldare il<br />

conto con un ciclista che – io<br />

bartaliano – non sono riuscito<br />

mai ad ammirare.<br />

‘Durante la ricerca per<br />

il mio libro sul ciclismo,<br />

intitolato ‘Pedalare!’ (Rizzoli,<br />

Milano 2011) – ha scritto<br />

Foot – mi sono appassionato alla storia di<br />

Fiorenzo Magni, morto il 19 ottobre 2012. Magni,<br />

si sa, è stato il ‘terzo uomo’ che sfidava Coppi e<br />

Bartali. Ha vinto tanto, nonostante Fausto e Gino,<br />

e nonostante la guerra. Era l’uomo che nel Giro<br />

del 1956 corse una tappa con la clavicola rotta: un<br />

vero e proprio mito. Ma c’e sempre stata una macchia<br />

nella carriera di Fiorenzo. Dopo l’8 settembre<br />

del 1943 ha combattuto ‘dalla parte sbagliata’, cioè<br />

con la Guardia Nazionale Repubblicana, con i ‘repubblichini<br />

di Salò’.<br />

Nel gennaio del 1944 ci fu uno<br />

scontro armato fra partigiani e fascisti, vicino<br />

Vaiano. I fascisti circondarono un<br />

FIORENZO MAGNI<br />

FIORENZO MAGNI<br />

gruppo di partigiani: tre furono uccisi. Fu una battaglia<br />

importante, uno dei primi scontri in Toscana<br />

tra fascisti e antifascisti. Era cominciata quella<br />

che molti anni più tardi si avrebbe avuto il coraggio<br />

di chiamare ‘guerra civile’. Il fattaccio è noto<br />

come ‘la strage di Valibona’. Dopo la guerra, nel<br />

gennaio del 1947, a Firenze si svolse il processo. Tra<br />

gli accusati comparve appunto anche Magni, che<br />

non poteva correre il Giro ed era sospeso dalla Federazione<br />

ciclistica. Ufficialmente era latitante.<br />

Non si presentò. L’accusa chiese<br />

trent’anni di condanna.<br />

L’avvocato di<br />

Magni chiamò Bartali come<br />

testimone ma Ginettaccio non si presentò. Si presentò<br />

invece Alfredo Martini, ciclista ed ex-partigiano<br />

che dichiarò, generoso e laconico : “Il Magni<br />

che è corridore ciclista fino al 25 luglio 1943 mi è<br />

parso sempre un’ottima persona”.<br />

Nel febbraio ’47 Magni fu assolto. Finalmente<br />

dopo il buio del tunnel poté tornare a correre. Ma<br />

non a vivere in Toscana. Prese casa a Monza,via<br />

Passerini 9, e a Monza restò per tutto il resto della<br />

FIORENZO MAGNI<br />

vita. Dalle sue parti non era il caso che tornasse.<br />

Rischiava di essere aggredito. Insomma l’etichetta<br />

di ‘fascista’ gli rimase appiccicata addosso. Continuò<br />

a pedalare con due maglie: una rosa e una<br />

nera. Foot nel corso delle sua ricerca ha trovato a<br />

Perugia i documenti del processo di Valibona. E<br />

ne sono sortite notevoli sorprese. Ne risulta, a<br />

quanto dice, che Magni a Monza nel 1945, aveva<br />

aiutato la Resistenza. Erano documenti che in<br />

parte rovesciavano la versione del Magni nero e<br />

feroce che s’era diffusa. “Non ho mai scritto –<br />

ha precisato lo storico – che Magni non era<br />

presente alla battaglia di Valibona. Non ho mai<br />

scritto che questi documenti lo scagionavano<br />

dalle accuse durante e dopo la guerra. Ho<br />

detto solo che, se questi documenti sono autentici,<br />

buona parte della storia politica di<br />

Fiorenzo Magni dev’essere riscritta”.<br />

Insomma Magni si schierò da una<br />

parte e poi dall’altra. La verità fino in<br />

fondo non sarà mai conosciuta. Magni<br />

non ha mai voluto parlarne e andò al<br />

Nord come per ritirarsi in un altro<br />

mondo, per dimenticare<br />

e farsi dimenticare. Era una Terza Via<br />

anche quella. Ora che, molto anziano, se n’è andato,<br />

merita di esser ricordato con l’indulgenza che<br />

si deve a chi ha corso con disarmata energia e ha<br />

avuto parecchia sfortuna. La caduta durante la Parigi-Roubaix<br />

del ’51 sarà nella memoria di molti.<br />

L’immagine che ne ho serbato ritrae non un incidente,<br />

ma un uomo che non si arrende e vuole<br />

rialzarsi prima possibile.<br />

[Roberto Barzanti]<br />

« Dall’alto in basso: • Fiorenzo Magni, il ‘terzo uomo’<br />

diventato leone delle Fiandre • La caduta di Magni nella<br />

Parigi-Roubaix del '51 • La leggendaria cavalcata durante<br />

la cronoscalata al Giro d'Italia del 1956, quando con<br />

la clavicola rotta affrontò l'ascesa con il tubolare in bocca<br />

per spingere maggiormente sui pedali e attenuare il dolore »<br />

[marzo 2016]<br />

13


associazionismo<br />

Primavera ricca di appuntamenti per i ragazzi impegnati<br />

nei corsi di equitazione e di calcio<br />

Le Bollicine<br />

sempre più frizzanti...<br />

Sono oltre 40 i beneficiari del corso di equitazione organizzato<br />

dall’Associazione Bollicine residenti nei Comuni<br />

della zona senese.<br />

Da circa un anno, inoltre, è stato attivato anche un progetto,<br />

in collaborazione con l’Associazione Genitori ragazzi<br />

disabili di Certaldo, che coinvolge circa 15 persone residenti<br />

nei Comuni dell’Alta Val d’Elsa. Si tratta di un lavoro costante<br />

e qualificato che coinvolge personale tecnico specializzato<br />

e tantissimi volontari che collaborano nella<br />

realizzazione delle attività, in affiancamento agli operatori,<br />

garantendo il servizio di trasporto e l’accoglienza dei ragazzi<br />

che ogni giorno arrivano alla struttura.<br />

Sabato 23 Aprile prossimo sarà organizzata una Giornata<br />

di festa ed esibizioni equestri. L’evento si terrà presso il<br />

Centro Tosca delle Bollicine, in Loc. Agresto (San Rocco a<br />

Pilli) e coinvolgerà le persone diversamente abili impegnate,<br />

durante tutto l’anno, nelle attività di Riabilitazione Equestre.<br />

Il programma della manifestazione prevede l’esibizione<br />

a cavallo degli atleti ma non solo: sabato mattina, a partire<br />

dalle ore 10.00, i ragazzi si cimenteranno in prove di working<br />

trail e pole bending. Alle 13.00 atleti, volontari e familiari si<br />

ritroveranno tutti insieme per un allegro pranzo sul prato antistante<br />

il Centro Tosca, mentre il pomeriggio proseguirà con<br />

dimostrazioni di equitazione e Riabilitazione Equestre.<br />

La giornata si concluderà verso le 18.00 con le premiazioni<br />

alla presenza delle autorità, dei rappresentanti del mondo<br />

del volontariato e dell’associazionismo presenti sul territorio.<br />

La realizzazione della manifestazione vuole rappresentare<br />

un momento di incontro e di socializzazione per i ragazzi<br />

che frequentano Le Bollicine e per i loro genitori.<br />

L’evento permetterà ai ragazzi di condividere con tutti<br />

i partecipanti i risultati ottenuti durante le lezioni di<br />

rieducazione equestre e sport a cui partecipano, in<br />

convenzione con i Comuni della Società della Salute<br />

Senese, nel corso dell’anno.<br />

Alla manifestazione prenderà parte anche una rappresentanza<br />

del Corpo Forestale dello Stato a cavallo, a<br />

testimoniare la preziosa collaborazione instaurata con<br />

l’associazione senese. Grazie ad un protocollo di intesa<br />

stipulato con l’Ufficio Territoriale per la Biodiversità di<br />

Siena, molti giovani diversamente abili hanno potuto effettuare<br />

esperienze di rieducazione equestre nella bellissima riserva<br />

di Cornocchia. Il Corpo Forestale ha messo a disposizione le<br />

strutture, i cavalli e il personale che ha collaborato, con grande<br />

sensibilità, alla realizzazione del progetto.<br />

A fine maggio, grazie a questa preziosissima collaborazione,<br />

una massiccia delegazione di atleti, istruttori e volontari<br />

sarà ospite per cinque giorni della bellissima Masseria Il<br />

Galeone di Martina Franca, per vivere un’esperienza unica<br />

di equitazione con i cavalli murgesi.<br />

Per quanto riguarda il calcio, grazie alla collaborazione<br />

dell’AIAC e del Comitato Associazioni Sportive Senesi che<br />

hanno garantito supporto tecnico ed organizzativo alla realizzazione<br />

del progetto con la collaborazione della Polisportiva<br />

CRAS (che garantisce, gratuitamente, gli impianti per gli<br />

allenamenti e il personale tecnico per la pratica sportiva),<br />

l’Associazione ha potuto continuare lo svolgimento dell’apposito<br />

corso con il crescente entusiasmo di tutti i ragazzi.<br />

La valenza positiva del progetto è la partecipazione attiva<br />

di volontari che giocano con gli atleti delle Bollicine, creando<br />

un clima di condivisione e reale integrazione, riscoprendo<br />

l’autentico valore dello sport.<br />

Visto il clamoroso successo del primo Meeting Regionale<br />

Special Olympics “Un calcio per un sorriso”, svoltosi il<br />

19 Aprile 2015 presso la Polisportiva CRAS, l’Associazione<br />

ha deciso di riproporre la II edizione del Meeting che si svolgerà<br />

il 16 aprile prossimo sempre presso la Polisportiva<br />

CRAS di San Rocco a Pilli. Al torneo parteciperanno squadre<br />

provenienti da tutta la Toscana e dalla Liguria. Altri appuntamenti<br />

calcistici vedranno i nostri ragazzi impegnati in<br />

trasferta all’ Isola d’Elba in occasione della “Festa regionale<br />

del Pulcino 2016”, torneo di calcio Special Olympics, in programma<br />

per il 7 e 8 Maggio.<br />

Un particolare ringraziamento va al nostro mister Marco<br />

Barcelli, che ha saputo insegnare ai nostri ragazzi la tecnica<br />

unita alla passione per lo sport in generale, ma in particolare<br />

per il calcio.<br />

Entrambe le manifestazioni saranno patrocinate dai Comuni<br />

di Siena e di Sovicille, dal Coni, e realizzate con la collaborazione<br />

della Polisportiva CRAS e AIAC, e con il contributo<br />

della Banca Credito Cooperativo di Sovicille. Molte<br />

aziende private supporteranno inoltre l’organizzazione dell’evento:<br />

Simply, UnipolSai, Panificio Corsini, CentroFarc, e<br />

Azienda Agricola Losi Querciavalle. All’organizzazione contribuiranno<br />

anche l’Associazione Pubblica Assistenza della<br />

Montagnola Senese e l’Associazione Misericordia di Siena.<br />

« Alcune immagini delle iniziative svoltesi nel 2015 »<br />

[marzo 2016]<br />

14


sport per tutti<br />

Divisa su tre diversi itinerari si è corsa,<br />

con l’adesione di oltre duemila partecipanti,<br />

la seconda edizione dell’Ultramarathon<br />

“Dove io c’ero”<br />

“È un percorso meraviglioso che, partendo dalle torri<br />

di San Gimignano, vi farà conoscere la vera campagna senese,<br />

vi farà emozionare. E se saprete dimenticare il cronometro<br />

potrete entrare in piazza del Campo con la fatica<br />

dei km ma con la consapevolezza di aver vissuto una<br />

giornata emozionante che supera e amplia il concetto di<br />

correre e di cercare la posizione in classifica.<br />

Dalla partenza in piazza Duomo si attraversa il<br />

‘Cuore’ della Città delle Torri, si procede in direzione di<br />

Ulignano e poi si entra in una strada bianca che costeggia<br />

uliveti e vigneti di Vernaccia con una veduta d’insieme del<br />

suo profilo medievale.<br />

Vivrete l’emozione di percorrere<br />

la via Francigena nel tratto<br />

più spettacolare ed emozionante,<br />

con l’entrata attraverso le<br />

mura di cinta di Monteriggioni.<br />

Seguirà, uscendo dal borgo storico,<br />

una breve discesa e l’entrata<br />

nella Cassia, la strada romanica<br />

per eccellenza.<br />

Poco dopo la porta settentrionale<br />

di Siena, Porta Camollia,<br />

che con il suo motto ‘COR<br />

MAGIS TIBI SENA PAN-<br />

DIT’ (Siena ti apre un cuore più<br />

grande… della porta che stai attraversando) scolpito sulla<br />

facciata, vi farà entrare nel caratteristico centro storico. Fatevi<br />

trasportare dalle emozioni sino all’arrivo perché finalmente<br />

il percorso sarà scorrevole. Affascinati dalle bellezze<br />

storiche, attraverserete i giardini della Lizza per giungere<br />

alla Basilica di San Domenico e da qui raggiungere, dopo un<br />

tratto in salita, il maestoso Battistero (dove<br />

inizia l’ultimo chilometro), Piazza<br />

Duomo e il complesso del Santa Maria<br />

della Scala.”<br />

Hanno sfidato le pessime previsioni<br />

meteo e hanno avuto ragione.<br />

Sono stati i circa duemila podisti e<br />

camminatori che nell’ultima domenica di febbraio<br />

non si sono lasciati intimorire dalla leggera pioggia<br />

delle prime ore del mattino per partecipare alla seconda<br />

edizione del Terre di Siena Ultramarathon,<br />

decretando l’ennesimo successo<br />

della kermesse podistica<br />

organizzata dal Comitato<br />

Uisp di Siena con il<br />

Comune di Siena, il patrocinio<br />

della Provincia e dei<br />

Comuni di San Gimignano,<br />

Monteriggioni, Colle di Val<br />

d’Elsa e il sostegno di Banca<br />

Monte Paschi di Siena.<br />

È stata una grande festa<br />

di cultura sportiva e territoriale<br />

che ha avuto come scenario<br />

lo splendido paesaggio<br />

delle colline senesi e come<br />

protagonista il lungo serpentone dei 1.500 atleti impegnati<br />

sulle distanze di 50, 32 e 18 km, partiti rispettivamente<br />

da San Gimignano, Colle di Val d’Elsa e<br />

Monteriggioni. Altri 500 partecipanti sono stati coinvolti<br />

nelle passeggiate alla scoperta dei percorsi dell’acqua<br />

svoltesi sabato 27 febbraio grazie ai volontari<br />

dell’associazione<br />

La Dia na e nella<br />

non competitiva<br />

lungo le vie del<br />

centro storico che<br />

ha dato il via all’appuntamento<br />

podistico della domenica.<br />

Grande interesse hanno riscosso anche le visite<br />

alla Porta del Cielo del Duomo di Siena promosse<br />

in collaborazione con l’Opera Metropolitana. Ma<br />

grande è stata pure la soddisfazione degli organizzatori,<br />

dei volontari e di tutti gli sponsor impegnati<br />

per assicurare la migliore riuscita della manifestazione,<br />

malgrado la pioggia del fine settimana che ha<br />

reso difficoltose le operazioni di tracciatura dei percorsi<br />

e di allestimento dell’evento. Il merito è del<br />

comitato Uisp Siena, delle amministrazioni comunali<br />

dei Comuni coinvolti e dei tanti volontari che<br />

hanno lavorato di concerto per assicurare la migliore<br />

riuscita all’evento.<br />

A dir poco entusiasta Simone Pacciani, vicepresidente<br />

Uisp nazionale: “L’ultramaratona di Siena<br />

anche quest’anno è stata una straordinaria occasione di<br />

sport per tutti, dove potevano partecipare dai più competitivi<br />

con i tre percorsi ai non agonisti con la passeggiata.<br />

La grande partecipazione ci conferma che stiamo sulla…<br />

strada giusta e ci incoraggia a proseguire al meglio anche<br />

per i prossimi anni”.<br />

[marzo 2016]<br />

15


asket / augusto mattioli<br />

Orgogliosa e immediata reazione della Virtus dopo l’imprevista sconfitta di Agliana<br />

che rischiava di tagliarla fuori dai giochi anzitempo<br />

...ma non vuole sentir parlare di serie B<br />

“No, a… Follonica ancora non ci andremo. Ma se avessimo perduto<br />

con Carrara il campionato per noi non avrebbe avuto più stimoli. Dopo<br />

la sconfitta ad Agliana avevamo le spalle al muro. Invece abbiamo risposto<br />

presente. La posta in palio era importante. Una sconfitta ci avrebbe<br />

condannato a finire il campionato con sei giornate di anticipo. ”<br />

Con una certa ironia<br />

Francesco Bonelli, playmaker<br />

guardia della Virtus,<br />

ha commentato la sonante<br />

vittoria della<br />

squadra (85 a 60 il risultato<br />

finale) con Carrara,<br />

squadra che si era piazzata<br />

al primo posto nell’altro<br />

girone toscano<br />

della C Silver, nella partita<br />

della seconda fase del<br />

girone promozione . Di<br />

cui fanno parte, oltre alla<br />

Virtus, anche Pino Firenze,<br />

Certaldo, Prato, Castelfiorentino,<br />

Carrara,<br />

Lucca e Agliana.<br />

Già Agliana… Nella<br />

partita di esordio di questa<br />

seconda fase del campionato giocata in trasferta, la squadra rossoblù<br />

ha fatto flop giocando un incontro tutto da dimenticare. Quell’80<br />

a 61 non è certo un risultato che può far piacere. Certo una sconfitta<br />

ci poteva anche stare visto che Agliana era prima in classifica (in questa<br />

fase le squadre si sono portati dietro i punteggi degli scontri diretti)<br />

ma per il modo in cui si è concretizzata.<br />

Ma la reazione a questo, diciamo, inaspettato black out mentale più<br />

che fisico, c’è stata con Carrara per cui i senesi non andranno a Follonica<br />

ma possono continuare a sperare di<br />

essere in corsa per la conquista dei due<br />

posti che permetterebbero di partecipare<br />

alla fase successiva del torneo. E<br />

magari pensare anche alla promozione<br />

in serie B. Un traguardo ancora molto<br />

lontano e molto difficile, perché alcune<br />

delle avversarie sono ben attrezzate.<br />

Vedi Agliana appunto, ma anche Certaldo,<br />

Pino Firenze Castelfiorentino, Lucca<br />

e Carrara. Un torneo che meriterebbe<br />

una maggiore attenzione da parte di chi<br />

segue la pallacanestro a Siena. Sperare<br />

non guasta affatto. In ogni caso è già un<br />

risultato positivo avere conquistato la<br />

promozione nella C Gold. Segnale che il<br />

basket cosiddetto minore senese ha ancora<br />

qualcosa da dire, in un panorama<br />

cittadino preoccupato<br />

per quello che accade alla<br />

Mens Sana.<br />

Da parte della società<br />

non manca la soddisfazione<br />

per la promozione<br />

in C gold. Dice il<br />

direttore sportivo Egidio<br />

Bianchi. “ Noi abbiamo<br />

già fatto un grande campionato.<br />

Però non dobbiamo<br />

accontentarci ma<br />

continuare a giocare<br />

come sappiamo. Dopo la<br />

sconfitta di Agliana mi<br />

aspettavo quella reazione<br />

che con Carrara c’è<br />

stata nella maniera migliore,<br />

perché ci ha consentito<br />

di vincere di 25<br />

punti con la squadra<br />

prima classificata nell’altro<br />

girone. Continueremo<br />

ad allenarci e giocare<br />

con la stessa intensità<br />

perché vogliamo fare il<br />

meglio possibile in questo<br />

campionato”. E per la<br />

serie B? “ C’è tanto<br />

tempo prima di parlare<br />

di questo” Un miraggio?<br />

“Assolutamente sì”:<br />

Domenica prossima<br />

il quintetto di Braccagni<br />

sarà impegnato invece a<br />

Prato, squadra che ha perso<br />

le prime due partite di questa<br />

seconda fase. Una vittoria<br />

è possibile per quella<br />

Virtus vista contro Carrara,<br />

ma bisognerà giocare al<br />

massimo della concentrazione<br />

per riportare a Siena<br />

due punti davvero preziosi,<br />

per dire poco. E restare in<br />

corsa.<br />

« Tre immagini della partita<br />

con Carrara che ha ridato slancio<br />

alle ambizioni della Virtus »<br />

[marzo 2016]<br />

16


stefano fini / basket<br />

Problemi di cassa potrebbero negare ai giovani mensanini la possibilità di accedere alle finali nazionali<br />

Chi vuol tarpare le ali agli Under 18?<br />

Difficile parlare di basket a Siena in questo periodo, intendendo per basket<br />

quella disciplina sportiva che si gioca su un campo 15 mt per 28 con due canestri<br />

agli estremi del diametro di 45 cm. posti a 3,05 metri di altezza. Perchè difficile e<br />

perché questi numeri? Perchè i numeri diventano quelli dei bilanci che non tornano<br />

mai e quelli di una ambita poltrona 46x40 con schienale alto di una presidenza<br />

(Polisportiva) che da mesi è diventato il vero oggetto segreto del contendere.<br />

Difficile parlare di basket! Eppure occorre farlo perché questo è il soggetto, il<br />

punto al centro del cerchio e chi per dovere o interessi si avvicina al basket, quello<br />

senese nello specifico, lo deve fare con rispetto, con umiltà (se non ha le conoscenze<br />

specifiche) e con finalità e obbiettivi esclusivamente sportivi. L’ottimo lo si ottiene<br />

quando a queste componenti di base si aggiungono conoscenze e professionalità ed<br />

anche ‘amore’, perché se le cose si amano tutto diventa più facile.<br />

In questa pagina tratteremo di basket giovanile, come è nostra abitudine, e delle<br />

sue vicende sportive. Fare informazione è una priorità , ma strada facendo ci accorgeremo<br />

come tutto, anche quello che avviene sul campo, può essere condizionato<br />

nel presente e nel futuro da quello che bene o male accade fuori dal campo.<br />

Gli Under18 della Mens Sana hanno dato inizio alla fase interregionale, 8 gironi<br />

di 6, gare di andata e ritorno dal 25 febbraio al 12 maggio.<br />

Nel girone della Mens Sana troviamo oltre alla Use Empoli, la Virtus Pozzuoli,<br />

la ASB Vivi Napoli, la San Paolo Ostiense e la Polisportiva Corato Bari; bastano<br />

i nomi per capire che le prime difficoltà per la squadra mensanina non sono rappresentate<br />

tanto dai nomi quanto dai chilometri. Trasferte lontane e pertanto costose.<br />

Problemi che non dovrebbero esserci in una situazione di normalità, ma la<br />

normalità è stata stravolta dai numeri: le risorse finanziarie che mancano. E se<br />

tutto questo influisce nella testa dei giocatori della prima squadra (sono dei professionisti)<br />

possiamo immaginare che ciclone diventa nella testa<br />

di un ragazzo. Cose poco comprensibili per noi diventano<br />

equazioni impossibili per un diciottenne.<br />

Poi nella follia che dilaga difficile spiegare a un ragazzo,<br />

in modo logico, il motivo per cui un tuo compagno di<br />

squadra in perfetta salute lo vedi assistere all’allenamento<br />

a bordo campo e non giocare. Il ragazzo si domanda: “Ha<br />

sempre giocato in prima squadra e negli under ... perché<br />

adesso non gioca più con noi …. lo ha fatto fino ad ieri?<br />

Cosa è cambiato? Proprio oggi che l’impegno diventa<br />

più difficoltoso, passando all’interregionale, non<br />

gioca più con noi ?” Diventa ancora più complicato<br />

dare una risposta per la non partecipazione<br />

dello stesso non solo all’allenamento<br />

ma addirittura nelle gare ufficiali. Se gli allenamenti<br />

potrebbero costituire un<br />

super-affaticamento (andrebbe comunque<br />

organizzato un impegno ridotto o<br />

saltuario con gli under) l’assenza nella<br />

gara ufficiale di campionato non trova<br />

proprio giustificazione. Ma attenzione ….<br />

adesso a Bucarelli si aggiunge Masciarelli!<br />

Così una prima gara dell’interregionale giocata contro<br />

Empoli, vinta nelle precedenti due gare della prima fase di 40 e 50 punti la<br />

perdi nella piena confusione mentale di -4 (69-65). Un brutto modo di iniziare<br />

l’interregionale.<br />

Coach Catalani sapeva benissimo che l’approccio alla gara non sarebbe<br />

stato ottimale per i motivi detti sopra ma quello che lo ha sorpreso negativamente<br />

è stato il constatare come il gruppo non abbia trovato energie e sicurezze<br />

(nemmeno difensive subendo 14 canestri da 3) utili a ribaltare il risultato<br />

a suo favore. La squadra si è rifatta subito andando a vincere a<br />

Pozzuoli di +38 (76-38), subendo 10 punti nel primo periodo e 4 nel secondo.<br />

Questo non deve creare false illusioni, le difficoltà nella fase offensiva si<br />

sono manifestate anche in questa occasione. Pozzuoli era la quarta arrivata in Campania.<br />

Partita assai diversa sarà la prossima in casa contro Napoli, un Vivi Basket Napoli<br />

forte e primo nella sua regione. Squadra da affrontare a pieno organico, con<br />

Bucarelli e Masciarelli, altrimenti diventa difficile da superare. Quindi per non assistere<br />

a un Empoli-bis (nel comportamento e risultato) è giusto e logico avere l’organico<br />

al completo per ritrovare gli equilibri di squadra collaudati.<br />

I ragazzi non devono essere traditi dalla società. Questa squadra ha le potenzialità<br />

per raggiungere le finali nazionali che si disputeranno dal 12 al 18 giugno<br />

a Pordenone; per questo è stata costruita. Nulla è dovuto e nulla è scontato<br />

ma il non raggiungimento di un obbiettivo deve dipendere da fattori interni e<br />

sportivi e non esterni; solo in questo modo anche le sconfitte possono essere utili<br />

nel capire errori e mancanze in un processo di crescita oltre a diventare educative<br />

a livello sportivo. I verdetti li deve dare il campo e non le politiche gestionali<br />

più o meno sbagliate come i successivi rimedi.<br />

Apriamo un altro capitolo: le colpe del basket giovanile nell’attuale dissesto<br />

finanziario della Mens Sana basket.<br />

Diciamolo subito e chiaramente… responsabilità zero. Ed ogni logica o considerazione<br />

numerica di eccessivi costi non è reale. Anche il dato menzionato da<br />

Marruganti è sovrastimato mentre la perdita complessiva totale a fine stagione<br />

per il settore giovanile dovrebbe aggirarsi sui 50mila euro. Inoltre quando viene<br />

fatto un budget di un settore giovanile in un club dove una notevole parte di quelli<br />

che sono stati gli investimenti fanno parte della prima squadra (quindi della<br />

serie A) facendoti risparmiare nel budget contratti di questa (prima squadra), è<br />

anomalo non considerarlo. Come minimo, per correttezza, dovrebbe essere specificato.<br />

È il principio dei vasi comunicanti.<br />

In estate, per un rilancio del basket giovanile accettabile, in considerazione<br />

delle tradizioni e del valore del movimento biancoverde, venne deciso di affidarsi<br />

alle qualità professionali di Michele Catalani già viste a Siena e confermate<br />

a Roma. Fortunatamente si abbandonarono piste che portavano<br />

ad altri coach (Gianluca Lulli da Teramo), coach di qualità decisamente inferiori<br />

e dai costi non molto discosti da quelli dell’attuale tecnico.<br />

Il budget preventivo stagionale era intorno ai 130mila euro. Troppi? No<br />

… giusti! Logicamente in una situazione in cui le risorse economiche si presuppone<br />

esistano e l’accettazione del budget preventivo la dava a pensare. Poi<br />

la realtà ben diversa constatata da subito perché la sofferenza<br />

nel dover pagare la quotidianità (campo, benzina<br />

trasferte ecc.) nel settore giovanile non si è manifestata<br />

a febbraio ma già a novembre.<br />

Adesso sarebbe un grave errore considerare<br />

negativamente il raggiungimento di una finale nazionale<br />

Under18. Speriamo che questo non baleni<br />

nelle teste di chi deve fare i conti; 6 giorni a partire<br />

dal 12 giugno a Pordenone non possono costare più di<br />

10mila euro, (presumibilmente 6/7mila) …. non<br />

possono essere certamente queste le cifre che<br />

possono far fallire la Mens Sana.<br />

Chiudiamo col ricordare che il settore<br />

giovanile al momento è l’unico valore che<br />

avrà la Mens Sana a fine anno (dopo la<br />

chiusura dei contratti della prima squadra)<br />

e che attualmente il parco giocatori<br />

del settore giovanile supera almeno un<br />

paio di volte quello che è stato l’investimento<br />

sui giovani ad inizio stagione.<br />

« Lorenzo Bucarelli, uno dei punti di forza<br />

degli Under 18 qui schierato in prima squadra »<br />

[marzo 2016]<br />

17


asket / roberto rosa<br />

Le due squadre gialloverdi, a salvezza acquisita, si candidano ad un ruolo ‘scomodo’<br />

in vista del finale di stagione<br />

Il Costone può diventare la mina vagante<br />

Chiuso un capitolo, se ne apre subito un altro per la VisMederi Costone<br />

che dopo una prima fase tutt’altro che brillante, cerca un ampio riscatto in<br />

questa seconda fase, denominata di ‘Classificazione’. Classificazione sta per<br />

possibilità di accedere ai play-off con le ultime quattro del girone di ‘Qualificazione’,<br />

vale a dire quelle squadre giunte dal 5° all’8° posto nella regular<br />

season, dove verranno messi a disposizione dei pass per la serie C Gold.<br />

Una formula che oltre a far giocare<br />

(menomale), lascia aperta fino in fondo<br />

qualche possibilità. Va di per sé che le formazioni<br />

maggiormente avvantaggiate in<br />

questa seconda fase, sono quelle che<br />

sono riuscite a portare in dote maggior<br />

punti in classifica, guadagnati nei confronti<br />

diretti con le squadre dello stesso<br />

raggruppamento, le quali si incontreranno<br />

con gare di andata e ritorno solamente<br />

con quelle dell’altro girone.<br />

La VisMederi parte da metà classifica,<br />

con i 6 punti conquistati in occasione<br />

del doppio confronto con Carrara e<br />

dalla trasferta di Pontedera; la classifica<br />

nel suo insieme è la seguente: Fucecchio<br />

12, Libertas Lucca 10, Pontedera 8,<br />

VisMederi Costone Siena 6, Audace Pescia<br />

6, Galli Terranova 4, Arezzo 2,<br />

Audax Carrara 0. Avversarie contro le<br />

quali la formazione senese può dire la<br />

sua, a patto che vi sia all’interno del gruppo la consapevolezza di affrontare<br />

ogni impegno con grande determinazione. Resettare a volte può essere indice<br />

di un riordino anche mentale, pertanto i ragazzi di PF Binella dovranno<br />

accumulare tutte le energie possibili per disputare al meglio questa<br />

seconda parte di campionato. Purtroppo senza Luigi Bruttini, il che è<br />

fortemente penalizzante, ma con una schiera di giocatori, con più o meno<br />

esperienza, che vogliono dimostrare quanto sia importante fare una scommessa,<br />

oltre che per la Società, anche per se stessi.<br />

Il cammino della VisMederi in questo mese di marzo sarà il seguente:<br />

prima gara in trasferta a Pescia, poi impegno casalingo con il Galli domenica<br />

13, dopodiché, prima della sosta pasquale, altra trasferta a Fucecchio. Un<br />

inizio tutt’altro che facile, ma la squadra non può pensare di attendere tempi<br />

migliori: questo girone sarà all’insegna di un grande equilibrio, con 2/3 formazioni<br />

che forse sono di un gradino superiore (Fucecchio, Lucca e Pescia);<br />

quindi senza alcuna esitazione si dia inizio alla<br />

disputa, dove la squadra della Piaggia, non<br />

avendo nulla da perdere (non sono infatti previste<br />

retrocessioni), potrebbe anche rivelarsi<br />

una mina vagante; l’obiettivo di accedere ai<br />

play-off rimane alla portata dei senesi.<br />

Anche la squadra femminile dell’Mps Costone<br />

è da considerarsi una mina vagante, visto<br />

che in qualche maniera riesce a scombinare i<br />

piani delle avversarie, non di tutte beninteso,<br />

ma di alcune sì. Ne sa qualcosa la capolista Florence<br />

che proprio a Siena alcune settimane fa<br />

ha lasciato punti importanti, così come la Polisportiva<br />

Sieci, battuta di recente al PalaOrlandi<br />

dopo una gara emozionante, risolta nelle battute conclusive, grazie alla caparbietà<br />

delle ragazze di coach Castaldo, che quando vogliono sanno tirare<br />

fuori i denti e le unghie. Peccato che questa squadra non abbia al proprio interno<br />

un pivot di ruolo,<br />

altrimenti saremmo<br />

qui a raccontare un<br />

cammino completamen<br />

te diverso. Infatti<br />

molte sconfitte sono<br />

arrivate per una minima<br />

differenza, il che signi<br />

fica che con un potenziale<br />

tecnico diver -<br />

so, sarebbero arrivate<br />

sicuramente altre importanti<br />

affermazioni.<br />

Di positivo comunque,<br />

oltre a una salvezza già<br />

acquisita, rimane il<br />

fatto che anche in questa<br />

stagione la Società<br />

ha potuto confermare<br />

certi talenti provenienti dal proprio settore giovanile, mentre altri si stanno<br />

affacciando in prima squadra dove riescono a fare un’esperienza sicuramente<br />

importante per il futuro. Una politica che premia le scelte del presidente<br />

Nello Corbini e di tutto il Consiglio, scelte oculate, dettate da budget limitati e<br />

doverosamente da rispettare, così come accade nella società maschile presieduta<br />

da Patrizia Morbidi, con in prima linea dirigenti e collaboratori di entrambi<br />

i fronti che in fatto di volontariato sono un esempio per tutti.<br />

Anche la sezione Baskin è in fermento per un’attività che prosegue senza<br />

sosta, con gli allenamenti settimanali programmati nel pomeriggio del sabato.<br />

La squadra al gran completo, con tecnici e dirigenti, si recherà sabato<br />

12 marzo a Palazzo Civico, dove riceverà i saluti del sindaco Bruno Valentini,<br />

per poi recarsi in visita alla sede storica del Costone, il Ricreatorio Pio II,<br />

dove verrà organizzato un banchetto per gli atleti e le loro famiglie.<br />

Anche in questo caso, una storia semplice, ma importante, che dà un<br />

senso a tutta l’attività sportiva del Costone che in qualche maniera contribuisce<br />

fattivamente a creare sostegno nel tessuto sociale a molte famiglie<br />

del nostro territorio.<br />

« In Alto Lorenzo Manetti, a sinistra Claudia Barbucci e qui sotto il gruppo del Baskin »<br />

[marzo 2016]<br />

18


L’ultima raffica del regime ..........Vincenzo Coli<br />

l’assassino<br />

va cercato<br />

in famiglia<br />

dobbiamo<br />

sospettare<br />

una mente<br />

dietro al<br />

disastro bis<br />

alla voce<br />

basket,<br />

e non solo<br />

a quella, c’è<br />

troppa gente<br />

impegnata a<br />

remare contro<br />

Un mese fa su queste pagine il sottoscritto (scusate l’autocitazione,<br />

ma in un caso come questo è d’obbligo), concludeva<br />

un articolo grondante compiacimento per le buone<br />

prove della Mens Sana con il seguente interrogativo: “Ma a<br />

noi, chi ci ammazza?”. Era una domanda retorica che annetteva<br />

uno scontatissimo: “Nessuno!”. Infatti s’è visto.<br />

Trenta giorni dopo si potrebbe rispondere: “Grazie, ci riusciamo<br />

benissimo da soli”.<br />

Come nei casi di femminicidio, l’assassino va cercato<br />

in famiglia, non certo all’esterno, fuori dalle mura amiche.<br />

Per la seconda volta nel giro di due anni abbiamo provato<br />

– hanno provato, piano con le pinte: condividere il lutto<br />

va bene, ma qui esistono responsabilità precise – ad ammazzarci,<br />

annientarci, farci radiare, cancellarci per sempre<br />

dal basket italiano. In maniera più soft e artigianale rispetto<br />

al primo delitto, che sembrava perfetto, ma ci hanno<br />

riprovato. In questi casi si dice ‘reiterazione del reato’, è<br />

il motivo che impedisce ai presunti assassini di godere<br />

della libertà provvisoria. Non sono coinvolte le stesse persone<br />

(forse), non si possono ipotizzare le stesse imputazioni<br />

(forse), qui ci troviamo sul crinale tra cialtroneria e<br />

coglionaggine (forse, e sarebbe il male minore), e se proprio<br />

dobbiamo sospettare una mente dietro al disastro bis,<br />

magari un colpo di coda del triste passato, tipo Macchia<br />

Nera strikes again, la reincarnazione non sembra così diabolica.<br />

Ma il risultato rischia di essere lo stesso. Usiamo<br />

il verbo ‘rischiare’ al presente, non al passato e al condizionale,<br />

perché anche se la reazione dei tanti che amano<br />

sinceramente la Mens Sana è stata pronta e lodevolissima<br />

sulla falsariga delle esperienze varesina e trevisana di<br />

azionariato popolare – un dieci e lode a imprenditori volenterosi,<br />

tifosi, ex giocatori e tecnici , zero spaccato a politici<br />

e amministratori<br />

pubblici, ormai qui si<br />

spara sulla Croce Rossa –<br />

non siamo ancora sicuri<br />

che la somma raccolta dal<br />

basso giorno dopo giorno<br />

sia sufficiente a colmare il<br />

buco nero nel bilancio.<br />

Non si tratta di una grande<br />

cifra, ma del resto nel<br />

nostro territorio non ci<br />

sono grandi sponsor potenziali,<br />

e allora si dovrà<br />

guardare ben al di fuori<br />

della città murata e delle<br />

Masse, lasciando perdere<br />

il mito rovinoso dell’autosufficienza<br />

(la guida del<br />

Monte dei Paschi sembrava<br />

dovesse essere compito<br />

del Sistema Siena alias<br />

Groviglio Armonioso, s’è<br />

visto il risultato). Servirà? Purtroppo non c’è la coda di<br />

dottori davanti al reparto rianimazione in cui è ricoverata<br />

la pallacanestro italiana, povera e malata perché ignorata<br />

dalle televisioni e dalle cordate finanziarie che dovrebbero<br />

portare soldi e invece si mostrano interessate solo al<br />

calcio. Sì, lo sappiamo: gli altri, gli stranieri, sono cattivi<br />

e ingenerosi, ma conviene guardare anche in casa nostra.<br />

Ci siamo accorti da mo’ che alla voce basket, e non solo a<br />

quella, c’è troppa gente impegnata a remare contro. Meschini<br />

calcoli politici, gelosie, insofferenze varie di case<br />

madri che preferiscono soffocare nella culla un figlio<br />

quando questo rischia di poppare anche il latte dei fratelli.<br />

Troppa gente che già ai tempi del primo audace colpo<br />

dei soliti noti non poteva non sapere, non poteva ignorare<br />

bilanci clamorosamente truccati, ma trovava conveniente<br />

far finta di nulla. E poi, certe incredibili cortine fumogene,<br />

certe difese ridicole di ciò che è senza dubbio indifendibile.<br />

Su un quotidiano la notizia della richiesta di risarcimento<br />

di oltre 33 milioni di euro all’ex presidente<br />

della Mens Sana Basket e ai componenti del Cda e del<br />

collegio sindacale della società da parte dal curatore fallimentare<br />

della società, è stata commentata da un cronista<br />

con l’aggettivo ‘esagerato’. Seguito dalla chiosa: “in fin dei<br />

conti, ci ha fatto vincere tanto...”. I regimi totalitari trovano<br />

sempre qualche tardivo laudatore non si sa fino a che<br />

punto interessato, magari mosso solo dal ‘caro ideal’. Nel<br />

dopoguerra c’era a Roma un giornalista scrittore molto di<br />

destra che non perdeva occasione per rimpiangere il ventennio.<br />

Lo chiamavano ‘l’ultima raffica di Salò’.<br />

Lo striscione esibito in curva durante lo sciopero del tifo<br />

messo in atto nel primo tempo di Mens Sana-Agrigento<br />

[marzo 2016]<br />

19


polisportiva<br />

Intenso inizio di stagione per alcune sezioni biancoverdi impegnate<br />

a consolidare le posizioni acquisite l’anno scorso<br />

La Mens Sana 1871 sfida se stessa<br />

Notoriamente in casa biancoverde i podi sono all’ordine del giorno, ma ce n’è sempre<br />

uno che finisce per avere un significato diverso dall’altro. È il caso del terzo posto conquistato<br />

da Vittoria Rispoli nella prima prova del Torneo Allieve di Ginnastica Artistica svoltosi<br />

a Livorno, dove ha sfiorato di un soffio (leggi imprecisione alle parallele) il gradino più alto.<br />

Nel corso del mese di febbraio è stata intanto presentata la Squadra Agonisti 2016 di<br />

boxe che si appresta ad iniziare la nuova stagione. Impegnata da decenni nell’insegnamento,<br />

rappresenta la storia di una cultura pugilistica che si tramanda da generazioni, di giovani talenti<br />

prima cresciuti in Sant’Agata e in Viale Sclavo, poi diventati campioni. Un movimento<br />

che nonostante la limitata portata del proprio bacino di utenza ha saputo affermarsi negli ultimi<br />

venti anni ai massimi livelli del panorama pugilistico regionale e nazionale. Accanto agli<br />

agonisti che saranno impegnati nei campionati senior e giovanili, anche tanti bambini che si<br />

approcciano alla ‘noble art’ in un’ottica prettamente ludico-sportiva e in assenza di contatti<br />

fisici. David Borgogni, D.T. della sezione: “Già in febbraio siamo stati impegnati in tre diversi<br />

tornei, poi fino al termine di marzo sette dei nostri pugili parteciperanno al Torno Nepi<br />

che si svolge a Firenze ed è a tutti gli effetti un vero e proprio campionato toscano aperto a<br />

tutte le categorie. Poi saremo impegnati nei Campionati Giovanili italiani con le categorie<br />

Junior, School Boys e Youth e nel Torneo Esordienti. Per chiudere in bellezza questa prima<br />

fase della stagione, il 12 marzo si svolgerà al PalaEstra la riunione pugilistica con Davide Traversi<br />

che affronterà il suo 7° combattimento da professionista”.<br />

Intanto il 20 e 21 febbraio ha preso il via la stagione di Pattinaggio Artistico con i Campionati<br />

Provinciali UISP svoltisi a Colle di Val d’Elsa e la partecipazione di ben 21 atlete<br />

mensanine. Buone le prove di tutte le pattinatrici biancoverdi, che in vista delle prossime<br />

competizioni dovranno ancora migliore i propri esercizi. Parte subito bene Matilde Rosini,<br />

che ha ottenuto i punteggi più alti mostrando già un buon grado di forma che fa ben sperare<br />

in vista del prossimo raduno della Nazionale Senior a Novara. Tante comunque le atlete<br />

allenate da Antonella Franchi salite sul podio. Tra queste da segnalare la prova delle più piccole<br />

Agata Cerpi, Alice Iannone, Chiara Robustelli, nate nel 2008, che hanno affrontato al<br />

meglio la loro prima esperienza agonistica.<br />

Qualche giorno dopo è stata la volta del Pattinaggio Corsa cimentarsi con il primo Raduno<br />

Nazionale Regionale del 2016, con la partecipazione di oltre 50 atleti toscani delle categorie<br />

Ragazzi, Allievi, Junior e Senior. Il gruppo, sotto la guida delC.T. Massimiliano Presti,<br />

coadiuvato dagli allenatori della regione, ha lavorato due giorni sia ‘a secco’ che sui pattini,<br />

dando così seguito al progetto voluto e seguito dallo stesso C.T. in collaborazione con la Scuola<br />

Italiana Roller International di pattinaggio corsa presieduta da Maurizio Lollobrigida.<br />

Riparte dunque anche nel 2016 la supervisione dei ragazzi che si sono distinti nella stagione<br />

precedente qualificandosi ai Campionati Italiani, entrando così nel programma dei Raduni Nazionali<br />

e Regionali. Un porogetto importante che continua ad accrescere la conoscenza del<br />

patrimonio agonistico del pattinaggio corsa ed alimenta il database nazionale degli atleti.<br />

In ordine di tempo, fine febbraio con i Campionati Provinciali FIHP di Pattinaggio Artistico<br />

ospitati al PalaChigi di Viale Sclavo. Prima classificata la Mens Sana, che ha accolto al<br />

meglio le atlete più brave della provincia nel primo impegno federale della nuova stagione.<br />

Due giorni densi di successi e di soddisfazioni per le atlete mensanine sotto lo sguardo<br />

attento del D.T. Antonella Franchi. Negli esercizi obbligatori la squadra senese ha mostrato<br />

di essere la più forte della provincia, l’unica ad avere atlete sul podio in quasi tutte le categorie<br />

presenti all’evento. In particolare hanno conquistato la medaglia d’oro Michela Di Ilario,<br />

Flavia Bisconti, Livia Cerpi, Rebecca Mariotti e Matilde Rosini.<br />

Una grande iniezione di fiducia viene anche dagli esercizi liberi, dove nelle categorie federali<br />

effettive dalle quali si può accedere ai Campionati Italiani, tutte le atlete biancoverdi<br />

sono salite sul podio (Cristina Cannoni 1^ Allievi A; Flavia Bisconti 1^ Allievi B; Sofia Pianigiani<br />

1^ Cadetti; Livia Cerpi 2^ Cadetti. Un plauso particolare alle prove di Bisconti e Pianigiani<br />

che ottengono i punteggi più alti di tutta la manifestazione presentando entrambe<br />

un’esibizione pressochè perfetta. Bene anche Sofia Bianchi che si aggiudica la medaglia d’oro<br />

nella combinata della ctg Esordienti A.<br />

« In alto il gruppo del pattinaggio artistico, in mezzo Vittoria Rispoli (la prima a destra),<br />

in basso una recente riunione di boxe alla Mens Sana »<br />

[marzo 2016]<br />

20


Andrea Bruschettini<br />

atletica leggera<br />

Mentre nuovi giovani si affacciano alla ribalta<br />

dell’atletica senese con la conquista di ben<br />

quattro titoli regionali, le due big Bazzoni e Siragusa<br />

non sono più sole<br />

Elisa Palmieri,<br />

terzo petalo azzurro<br />

Uno, due, tre. La perfezione aveva un numero all’epoca<br />

di Pitagora, e lo ha ancora per l’atletica leggera<br />

senese che con le sue tre muse, Chiara Bazzoni, Irene Siragusa,<br />

Elisa Palmieri, raggiunge vette mai toccate prima.<br />

Mancava infatti ancora la consacrazione definitiva<br />

per la lanciatrice Elisa Palmieri, e questa è arrivata a<br />

Lucca in occasione dei Campionati italiani invernali<br />

dove ha vinto il titolo assoluto di lancio del martello.<br />

La nostra atletica, lo sport senese, così hanno contemporaneamente<br />

in attività tre atlete che si sono fregiate<br />

nella loro carriera del massimo alloro nazionale.<br />

Mai era successo prima, perché mai fino agli ultimi anni<br />

c’era stato un atleta (a prescindere dal genere) che fosse<br />

arrivato a conquistare un titolo italiano assoluto.<br />

La martellista dell’Esercito, allenata dal tecnico grossetano<br />

Francesco Angius, ha coronato quindi un sogno<br />

inseguito da anni, lei sempre sul podio ma da damigella<br />

d’onore, seconda o terza, a seconda delle occasioni.<br />

Questa volta, a quasi 33 anni,<br />

ha risolto la pratica con<br />

65,75m -ottima misura in<br />

inverno per lei che con<br />

67,33 vanta la quarta prestazione<br />

italiana alla time- certificando<br />

una giornata da annali,<br />

e tante speranze per i<br />

mesi a venire, dove ambisce a<br />

raggiungere i 68m richiesti<br />

per essere convocata in nazionale<br />

ai Campionati Europei<br />

di Amsterdam in luglio.<br />

Regalarsi un lucido<br />

sogno con questi presupposti,<br />

perché no?<br />

Festeggiata da tanti<br />

amici e compagni di allenamento,<br />

Elisa ha regalato una<br />

soddisfazione anche alla<br />

Montepaschi Uisp Atletica Siena dove è sbocciata fino<br />

al suo passaggio al professionismo (termine quasi iperbolico<br />

considerando il vero professionismo che aleggia<br />

in altri sport).<br />

Senza più una punta di diamante come Yohanes<br />

Chiappinelli (che recentemente ha terminato l’arruolamento<br />

nei Carabinieri) con la quale incidere nelle<br />

massime manifestazioni nazionali, la società senese raccoglie<br />

nell’inverno soddisfazioni e medaglie in ambito<br />

regionale.<br />

Nuovi giovani si affacciano alla ribalta, e soprattutto<br />

il settore promozionale (ragazzi e cadetti) fornisce<br />

come sempre un florido bacino da cui attingere in ottica<br />

sia presente che futura.<br />

Federica Renzi nei 60hs allieve; Rebecca Grifoni<br />

negli 800m assoluti e promesse; Duccio Pecciarelli nei<br />

3000m allievi; Niccolò Ghinassi nei 400 e 800 allievi;<br />

Ian Moretti nell’alto promesse, sono soltanto quelli che<br />

sono saliti sul gradino<br />

più alto del podio regionale,<br />

ma in taluni<br />

casi anche in grado di<br />

accedere ai campionati<br />

nazionali di categoria,<br />

come i due under<br />

18 Renzi e Ghinasssi<br />

(ottavo nei 1000).<br />

Non va poi dimenticato uno svariato numero di<br />

altri piazzamenti sul podio, tra indoor e campestri; né<br />

il bronzo regionale della staffetta del cross composta da<br />

Ghinassi, Pecciarelli, Massimiliano Bracciali, Jacopo<br />

Gragnoli (con i primi tre anche d’argento nei societari<br />

allievi e partecipanti ai Campionati italiani di Gubbio);<br />

nonché i giovani velocisti Tommaso Bruni, Simone<br />

Delprato, Francesco Raciti, i saltatori Adriano<br />

Finetti e Alberto Menicori che sono cresciuti nelle loro<br />

prestazioni nell’arco degli ultimi due mesi.<br />

Unica nota dolente (ma con spiragli positivi verso<br />

la stagione estiva), dopo un primo positivo approccio in<br />

7”01 sui 60m a inizio gennaio a Firenze, il club senese<br />

ha dovuto ancora rimandare ai box lo sprinter Claudio<br />

Facchielli, ormai da un anno tormentato da piccoli o<br />

grandi infortuni. Il ventenne di Montefollonico appare<br />

veramente come un talento ancora tutto da esplorare.<br />

Non rimane che aspettarlo con fiducia.<br />

La primavera incombe carica di speranze, tra cui<br />

quella fortemente sentita che quanto prima possano essere<br />

terminati i lavori al Campo Scuola ‘Renzo Corsi’,<br />

così da renderlo pienamente fruibile e agibile per tutti<br />

questi giovani.<br />

« In alto Elisa Palmieri,<br />

a sinistra Ian Moretti, Niccolò Ghinassi con Duccio Pecciarelli »<br />

B R E A K I N G N E W S - U LT I M ’ O R A<br />

Meno di quindici giorni<br />

per scrivere una nuova<br />

pagina della storia dello<br />

sport e dell'atletica senese,<br />

che oltre al titolo italiano<br />

assoluto di Elisa<br />

Palmieri, registra il successo in tandem di Chiara Bazzoni<br />

e Irene Siragusa. Prima domenica di marzo, conclusiva<br />

giornata degli Italiani assoluti indoor ad Ancona,<br />

ultima gara, la quattrocentista di Bettolle e la<br />

sprinter di Colle vincono la staffetta 4x1 giro (200m) assieme<br />

alle compagne dell'Esercito Draisci e Lukudo.<br />

Dopo una medaglia ciascuna nella prova individuale<br />

- Chiara, campionessa uscente, coglie l'argento<br />

nei 400; Irene il bronzo nei 60m, dopo il personale in<br />

semifinale, 7"39 - le due senesi firmano una giornata<br />

indimenticabile.<br />

Palmieri, Bazzoni, Siragusa tre titoli italiani assoluti<br />

contemporaneamente.<br />

[marzo 2016]<br />

21


asket<br />

La salvezza sul campo da sola non basta<br />

Darryl 'Truck' Bryant<br />

[marzo 2016]<br />

23


asket / mauro bindi<br />

Alle radici di una crisi frutto dell’autolesionismo della proprietà e per la cui soluzione<br />

si stanno adoperando in molti<br />

La Mens Sana padrona del proprio destino<br />

Ironia della sorte, l’ultima parte dell’articolo del numero<br />

di febbraio di Mesesport lo avevamo dedicato ad una<br />

situazione societaria che stentava a prendere l’andatura che<br />

tutti avremmo voluto. Ignoravamo però il salto nel vuoto<br />

che da lì a pochi giorni, per non dire ore, avremmo dovuto<br />

metabolizzare.<br />

Che la situazione fosse complicata era facile prevederlo,<br />

che si fosse sull’orlo del baratro, no!<br />

Non nascondiamo la sensazione avuta nell’immediatezza<br />

del comunicato che annunciava le dimissioni di buona<br />

parte del consiglio di amministrazione della neo società mensanina,<br />

abbiamo pensato a qualche mancato pagamento che<br />

la Federazione ritiene essenziale per il proseguimento di<br />

qualsiasi attività, ma quando abbiamo capito che la possibile messa in liquidazione<br />

della società era un atto volontario della proprietà siamo onestamente trasecolati.<br />

In fondo non c’è mai limite all’autolesionismo e quello che sta vivendo il basket<br />

senese, sponda Mens Sana, è al limite dell’assurdo.<br />

Ci sono società ‘border line’ che vivono in eterno situazioni estreme di difficoltà<br />

economiche e fanno salti mortali per garantirsi, specie in serie A, un posto ‘al<br />

sole’. A Siena invece scrutando le difficoltà si è deciso di arrendersi prima che l’ondata<br />

arrivi e questo realismo, se da una parte può sembrare necessario, dall’altra evidenzia<br />

una scarsa capacità nel gestire difficoltà spesso comuni a tanti altri.<br />

Ci sarebbe da farsi tante domande: come sia possibile ad esempio progettare<br />

una stagione avendo poche certezze economiche e confidando solo nella speranza<br />

che prima o poi sarebbe arrivato un salvatore, leggi sponsor, e che soprattutto avesse<br />

portato in dote qualcosa di talmente grande da coprire una fetta molto consistente<br />

(quasi la metà) dell’intero costo della stagione (1, 4 m. di euro), in una situazione<br />

generale del basket italiano dove di sponsor così munifici, specie in A2, ce ne<br />

sono pochissimi, per non dire forse nessuno.<br />

Certo poi ci sono delle situazioni che involontariamente possono aver contribuito<br />

a condizionare la percezione delle aspettative, come l’entrata in scena di un<br />

personaggio allora sconosciuto come Gerasimenko, oggi proprietario di Cantù, che<br />

con la sua fugace apparizione nel luglio dello scorso anno ha forse irrobustito l’illusione<br />

che il blasone di Siena fosse sufficiente per cullare ambizioni che poi la dura<br />

realtà ci ha dimostrato essere vane.<br />

Ci sono stati momenti in cui sembrava prossimo l’arrivo di questo sponsor, si è<br />

rinunciato a varie opzioni come ReteIvo, L’Erbolario, SaveEnergy, aziende con cui<br />

non si è arrivati a nulla, perché ritenute sempre non sufficientemente cospicue e al<br />

di là delle evidenti frizioni all’interno del cda (vedi le dimissioni di Tafani). Nella sostanza<br />

si è continuato a procedere in una direzione che non aveva altra strada che<br />

questo salto nel buio che stiamo vivendo.<br />

Dispiace veramente molto constatare tutto questo, perché le parole di fiducia ed<br />

elogio che spesso hanno accompagnato i nostri commenti, sono reali perché i fondamenti<br />

tecnici e le idee che hanno alimentato il progetto di rinascita della Mens<br />

Sana Basket sono giusti, peccato che sia mancato quel senso di realismo che avrebbe<br />

dovuto legittimare forse qualche passo indietro o una volontà diversa di riuscire<br />

a gestire le difficoltà.<br />

Non può sfuggire il fatto che se si fosse accettato una delle soluzioni citate, quanto<br />

meno oggi non staremo a parlare di buchi di quasi 600 mila Euro a fine stagione<br />

e questo avrebbe reso la situazione meno tragica.<br />

La mobilitazione di questi giorni dimostra quanto sIa grande l’affetto e la partecipazione<br />

intorno alla Mens Sana, ma cifre alla mano siamo lontani da una soluzione<br />

che risolva la situazione attuale e che soprattutto ponga le basi per un progetto<br />

futuro fatto di quella solidità, poca o tanta che sia, necessaria per affrontare dignitosamente<br />

un campionato come l’A2.<br />

Di persone che si stanno spendendo per risolvere la questione ce ne sono tante<br />

e ce ne sono alcune assolutamente all’altezza della situazione, ma dobbiamo dire<br />

che l’estrema frammentazione delle iniziative, per quanto non in contrasto tra loro,<br />

non aiuta ad avere una percezione di insieme delle volontà che in questo momento<br />

sono necessarie.<br />

La sensazione è che tra comitati di tifosi, costituendi consorzi, trust, ci sia una<br />

mobilitazione dove tutti vogliono dare un contributo, ma anche poi pesare nelle<br />

scelte. E se questo non può e non deve essere un problema nel momento in cui la<br />

priorità è il salvataggio della società, lascia aperto il dubbio di come sia possibile<br />

gestire i passi subito successivi, che tutti ci auguriamo reali.<br />

L’impressione infatti è che in qualche maniera si riuscirà a salvare la stagione e in<br />

tal senso arrivano già oggi messaggi rassicuranti, ma il problema è la percezione di<br />

cosa lo sforzo di tante persone può determinare. Se deve servire solo a procrastinare<br />

nel tempo la fine della società, onestamente in pochi sono disposti ad un sacrificio fine<br />

a se stesso. L’esigenza è mettere in movimento un progetto credibile dentro il quale si<br />

possano concentrare gli sforzi dei tifosi e le opportunità di chi deve investire.<br />

La percezione in questo momento è che tra le varie entità che si sono attivate<br />

ci sia molta circospezione, che l’uno aspetti l’altro per vedere e capire le sue mosse<br />

e questo sinceramente non aiuta ad avere un’idea organizzata e unitaria di ciò che<br />

c’è da fare.<br />

Intanto per prendere tempo si dovrebbe spostare ancora in avanti l’assemblea<br />

dei soci che deciderà sulle future sorti della società e questo, ci permettiamo di dire,<br />

è il minimo considerato che il futuro della Mens Sana dipende solo da decisioni proprie,<br />

visto che la sua sopravvivenza è stato messa in discussione al proprio interno<br />

e che da fuori sollecitazioni in tal senso ci risultano non ci siano state.<br />

Di positivo in questo momento si intravede anche la possibilità di fare sistema,<br />

cioè coinvolgere realtà diverse e mai dialoganti come la stessa Robur in progetti comuni<br />

(vedi la realizzazione del campo d’allenamento per il Siena Calcio nelle proprietà<br />

antistanti il palasport della polisportiva Mens Sana). L’obiettivo è facilitare il<br />

coinvolgimento di soggetti diversi in questo salvataggio, che deve contribuire a non<br />

impoverire ulteriormente una città che ancora dimostra di non essere capace di<br />

saper reagire alle difficoltà in cui si trova.<br />

Quello che non ci piace di questo momento è la diffidenza e il clima di tutti contro<br />

tutti che ad esempio abbiamo percepito al palasport durante la bella vittoria<br />

contro Agrigento, con una spaccatura evidente tra iniziative del tifoso organizzato<br />

e resto degli appassionati.<br />

Al di là dei gesti e delle incomprensioni rimane il fatto che solo l’unità di intenti<br />

può salvare questa situazione e per fare questo è necessario mettere davanti a<br />

tutto una cosa, la passione e l’amore per il basket e la Mens Sana.<br />

La convinzione è che a determinate condizioni un progetto intorno alla squadra<br />

bianco verde può essere stimolante a patto che parallelamente al progetto strettamente<br />

tecnico ce ne sia un altro di valorizzazione di chi sceglie di investirci sopra.<br />

Per questo motivo diciamo che una parte essenziale di qualsiasi progetto, specie<br />

quello del Consorzio di aziende, deve partire da un investimento reale in termini<br />

di piano marketing a supporto, che massimizzi gli sforzi che eventualmente potrebbero<br />

concentrarsi su quella che speriamo possa essere la Mens Sana del futuro.<br />

Senza questo, sfidiamo chiunque a dimostrarci come una azienda possa trovare<br />

attraente un investimento percepibile al momento quasi a fondo perduto.<br />

Certo scontiamo un territorio che non ha le potenzialità imprenditoriali riscontrabili<br />

in realtà di riferimento come Varese e in questo momento soprattutto<br />

Trento, ma non possiamo fare l’errore nemmeno di sentirci una zona sottosviluppata,<br />

perché sarebbe ingiusto ed anche sbagliato verso un territorio che offre comunque<br />

tante opportunità.<br />

Pensiamo a certe bandiere che in alcuni casi la fantasia dei tifosi trasportano<br />

sulle tribune ed il pensiero va ad esempio al Gallo Nero su centro rosso che spesso<br />

[marzo 2016]<br />

24


abbiamo visto agitare come emblema della nostra comunità, oltre a richiamare un’eccellenza del nostro territorio e non capiamo<br />

perché, creando ad esempio delle opportunità in termini di visibilità, non sia possibile cercare di coinvolgere questa,<br />

come altre realtà, in un progetto che sul parquet dimostra sempre una competitività di primissimo livello.<br />

Già perché parliamo ‘anche’ di una squadra che nelle difficoltà sopra citate ha già raggiunto una comoda salvezza e che<br />

guarda con giusta ambizione a partecipare ai prossimi playoff.<br />

Insomma quella squadra da ‘centro classifica’, che inopinatamente, per noi, dovrebbe essere la dimensione futura, se<br />

esistente, della Mens Sana.<br />

Ovviamente di questa considerazione non contestiamo l’idea, anzi sarebbe fondamentale avere qualche annata di respiro<br />

necessaria per fortificare società ed ambizioni, ma quello che non ci trova d’accordo è l’idea che esista una qualsiasi<br />

formula che garantisca questa sicurezza di porsi a metà della tacca senza particolari sussulti, ma nemmeno grandi sofferenze.<br />

La realtà dei campionati ci dice che ci sono squadre ricche ed ambiziose che progettano sogni di vittoria o promozioni<br />

e che si ritrovano a lottare per non retrocedere, oppure squadre che partono con progetti minimi e si ritrovano al contrario<br />

in alta classifica perché hanno indovinato tutte le scommesse. Insomma soprattutto c’è l’imponderabilità delle stagioni<br />

che rendono eccitante ogni campionato, in ogni sport.<br />

È la parabola stessa di questa Mens Sana che sfidiamo chiunque a dimostrarci essere qualcosa di diverso da un progetto<br />

che aveva come obiettivo una salvezza tranquilla e possibilmente l’accesso ai playoff.<br />

Eppure la realtà dei fatti ci dice che pur ricercando questo obiettivo siamo finiti fuori dai binari, quindi senza tracciare<br />

percorsi impossibili da prevedere in anticipo, cerchiamo di vivere le stagioni per quelle che sono. Se un futuro ci sarà,<br />

andrà bene anche soffrire per salvarsi, in fondo lo abbiamo fatto per tanti anni prima di diventare una potenza del basket<br />

e non c’è nulla di male pensare di tornare a lottare per obiettivi diversi rispetto ad uno scudetto o ad una promozione.<br />

Parliamo di voglia di misurarsi con le proprie possibilità, quelle che ad esempio quest’anno ci stanno regalando ottime<br />

sensazioni da un gruppo inesistente appena sette mesi fa e che oggi invece con il lavoro, la fatica e il sostegno del suo<br />

pubblico, si è guadagnato la considerazioni di tutti.<br />

Merito di Ramagli e c. che sono riusciti a trovare quella quadratura e schermatura necessarie per rispondere sul campo<br />

a tutte le difficoltà esterne ed anche tipiche di una qualsiasi stagione.<br />

Volgendo lo sguardo proprio all’aspetto agonistico dobbiamo dire che la squadra è stata capace di assorbire in questo<br />

momento l’evenienza peggiore che le poteva capitare, cioè l’assenza di un uomo centrale nei propri equilibri come Roberts.<br />

Soprattutto la vittoria contro Agrigento ha dimostrato come la squadra abbia gestito questa difficoltà, causa essenziale<br />

della sconfitta interna con Omegna e parzialmente anche di quella ancora più brutta di Tortona, trovando anche nella ristrettezza<br />

del suo organico protagonisti diversi.<br />

Ci riferiamo ad esempio a Bucarelli, che nonostante l’età ed una crescita offensiva<br />

ancora modesta, si sta però imponendo per la consistenza difensiva che riesce<br />

a portare in dote alla squadra, in un contesto che ha bisogno di uomini che sappiano<br />

dare il ritmo nella propria metà campo per trovare i migliori equilibri anche<br />

in attacco.<br />

Che poi Diliegro e Bryant recitino la parte dei protagonisti è una logica normale<br />

per le caratteristiche della squadra senese, ma è evidente che senza il cambio<br />

di passo difensivo coinciso con l’entrata ad inizio secondo quarto di Bucarelli e<br />

Cucci al posto proprio di Bryant e Diliegro, probabilmente quella partita avrebbe<br />

preso una piega diversa.<br />

Al di là del singolo episodio, rimane però la percezione che questa squadra è<br />

tanto ‘americano dipendente’, per quanto non può fare a meno della spinta ‘proletaria’<br />

del nucleo italiano, che con tutti i suoi limiti di esperienza, di tecnica e ora,<br />

dopo la partenza di Cacace, anche numerici, rappresenta in tante situazioni una<br />

iniezione di determinazione essenziale, che ci fa dire con piacere, che due anime potenzialmente slegate come potevano essere<br />

e in alcuni momenti del campionato sono state, il nucleo italiano e quello straniero, oggi si sono integrate e costituiscono<br />

il fulcro intorno al quale tutti riescono ad apportare un contributo alla causa comune.<br />

È in questo contesto che riusciamo a gestire un Bryant in perenne bilico tra la giocata sensazionale e l’errore madornale,<br />

un Diliegro sempre più positivo, ma spesso ancora in apnea nelle fasi finali delle gare ed un Roberts inopinatamente<br />

fermo per infortunio.<br />

Vorremmo dire tanta roba, perché la Mens Sana si gode una classifica importante, con un’identità sempre più forte, che<br />

era l’obiettivo dichiarato di inizio stagione di Ramagli ed ora l’obiettivo dei playoff ha un valore ancora maggiore perché può<br />

portare un mattoncino importante anche alla causa societaria attraverso qualche incasso aggiuntivo che in questo momento<br />

fa decisamente comodo.<br />

Il cammino è ancora lungo, ma la Mens Sana è padrona del proprio destino incrociando sul proprio campo quello delle<br />

potenziali concorrenti come Roma, Biella e Casalpusterlengo e partendo dai vantaggi acquisiti finora in tanti scontri diretti,<br />

centrare l’obiettivo dei playoff è veramente dietro l’angolo.<br />

Scrollandosi di dosso il pesante fardello della situazione concomitante, possiamo dire già oggi di aver vissuto una stagione<br />

sopra le righe, ed anche questo deve far riflettere chi può decidere del futuro del basket senese. Perché il potenziale<br />

di cui si può fregiare Siena ha solo bisogno di essere sostenuto con equilibrio, senza voli pindarici, perché ci sono le capacità<br />

per gestire qualsiasi situazione tecnica ed anche emotiva. Soprattutto perché passione e capacità a Siena, a dispetto di<br />

tutto, si coniugano ancora perfettamente.<br />

« Ranuzzi e Diliegro rispettivamente contro Omegna e Agrigento »<br />

AUTOFFICINA<br />

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Baccinetti<br />

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senza rete<br />

iroberto morrocch<br />

Soldi e idee,<br />

ecco quello che manca al nostro basket<br />

Pausa per la Coppa Italia di Green<br />

Division. Intanto la Mens Sana batte<br />

Agrigento e si avvicina a quella salvezza<br />

che – visti anche i soldi spesi per allestire<br />

la squadra – era un obbiettivo<br />

obbligato.<br />

Ramagli il suo l’ha fatto e i suoi giocatori<br />

stanno ottenendo sul parquet<br />

buoni risultati, in un girone, ammettiamolo,<br />

che rispetto all’altro sembra un<br />

tantinello più debole.<br />

Sul fronte societario si stanno muovendo<br />

Comitati e Consorzi e spero,<br />

davvero, che insieme alla Polisportiva<br />

riescano a capire quanto largo sia il deficit,<br />

trovando poi le giuste contrarie –<br />

leggi quattrini – per andare avanti.<br />

Il basket sta vivendo da un decennio<br />

una crisi di identità che fa male.<br />

Mancano le risorse finanziarie –<br />

leggi sponsor seri – ma mi pare che<br />

anche le idee si accendano – quando si<br />

accendono – con una pericolosa intermittenza.<br />

Basta scimmiottare il calcio. Ha dell’incredibile<br />

che vadano sul parquet<br />

squadre imbottite fino all’inverosimile di<br />

stranieri e passaportati che non fotografano<br />

certo la realtà della nostra pallacanestro.<br />

Ecco, intanto, perchè tifo per quelle<br />

squadre che mettono sul parquet qualche<br />

giovane in più e che si affidano, per<br />

esempio Reggio Emilia, e in parte Venezia<br />

e Cremona, a nostri prodotti di<br />

belle speranze. Anche Avellino che ha<br />

fatto finalmente crescere un centrone<br />

come Cervi merita un po’ di attenzione.<br />

Ma resta ugualmente un panorama che<br />

non riflette assolutamente un movimento<br />

peraltro asfittico. La serie A è insomma<br />

un campionato professionistico<br />

dove le regole sono saltate.<br />

Lo dicano, Lega e Fip, che quello è<br />

un mondo a parte e ce ne facciamo tutti<br />

una ragione.<br />

Ha poco senso anche una vecchia<br />

A2, divisa in due gironi, dalla quale al<br />

termine di una stagione che sarà lunghissima<br />

conosceremo il nome dell’unica<br />

promossa in A.<br />

Credo che sarebbe meglio sposare il<br />

concetto davvero professionistico della<br />

NBA, dove non ci sono retrocessioni e nel quale<br />

le franchigie sono ammesse – quando sono ammesse<br />

– per forza societaria e per censo.<br />

La Green Divisione un merito almeno ce<br />

l’ha ed è quello di far giocare gli Italiani. Certo<br />

per ora non vedo spuntare tanti campioni, ma<br />

ci sono un paio di giocatori a Treviso e un paio<br />

a Bologna destinati a salire. Anche a Siena,<br />

nella Mens Sana, si sono viste a momenti le<br />

qualità di alcuni giovani destinati a fare prima<br />

o poi la voce grossa, almeno nella seconda divisione,<br />

anche se un giocatore come Udom,<br />

se si convincesse lui per primo delle sue potenzialità,<br />

potrebbe, da ala forte, reggere l’urto<br />

dei pari ruolo italiani e stranieri che giostrano<br />

nella serie superiore.<br />

L’Armani ha vinto la Coppa Italia dopo venti anni e con<br />

lo squadrone che ha dovrebbe, alla lunga, non avere il minimo<br />

problema a vincere anche un altro scudetto. Repesa<br />

ha tutto, play, centri, guardie ed ali. Anzi, secondo me, ce li<br />

ha anche troppi. Voglio proprio vedere come farà, quando<br />

Gentile sarà a tiro, a metterlo accanto a Kalnietis.<br />

Problemi suoi, ma l’Armani è diventata in difesa e in<br />

attacco molto forte.<br />

Nel nostro girone domina, un po’ a sorpresa, Scafati.<br />

Ferentino è forse più completa, ma anche più vecchia e<br />

incostante, e allora vada per Scafati, anche se ai play-off<br />

tutto potrà succedere.<br />

Al vertice dell’altro girone domina invece l’incertezza.<br />

Treviso che pare la più solida è ancora tanto giovane e allora<br />

Brescia, Mantova e la stessa Bologna possono sperare<br />

nel colpaccio.<br />

Intanto godiamoci – si fa<br />

per dire – questa Coppa Italia<br />

marzolina, dalla quale, se non<br />

altro, potremmo ricavare qualche<br />

indicazione in più in vista<br />

della volata finale. Prima quella<br />

per accedere alle prime otto<br />

piazze e poi quella faticosissima<br />

per arrivare alle finali che<br />

contano.<br />

Comunque vadano le cose<br />

non sarà un successo. Chiambretti<br />

non mi convince.<br />

Il basket per riportare tifosi<br />

nei palasport, per avere società<br />

forti e avvicinare sponsor<br />

credibili e danarosi dovrebbe<br />

cambiare radicalmente e darsi<br />

una mossa. Guardare al proprio<br />

interno e rivedere, con decisione,<br />

regole e assetti.<br />

La Lega, invece, bela come<br />

un agnellino il venerdì di Pasqua<br />

e la Federazione in mano<br />

a Petrucci mira solo a Torino e<br />

alla qualificazione alle Olimpiadi<br />

della zanzara in Brasile.<br />

E speriamo che Dio ce la<br />

mandi buona....<br />

« Mattia Udom, una delle più belle realtà<br />

della squadra biancoverde »<br />

[marzo 2016]<br />

26


Ma il piano B che fine ha fatto? ........Rudi Simonelli<br />

all’improvviso<br />

ci crollava<br />

tutto addosso<br />

la Mens Sana<br />

Basket 1871<br />

è ufficialmente<br />

muta<br />

viene resa nota<br />

l’ufficialità di<br />

due elementi<br />

che vogliono<br />

entrare<br />

in azione<br />

per salvare<br />

la Mens Sana<br />

Quando all’uscita del numero di Febbraio la pagina<br />

che introduce lo spazio dedicato al basket biancoverde<br />

vide Mesesport annunciare “si dimette l’intero CDA<br />

della Mens Sana”, raggelante fu la reazione anche a chilometri<br />

di distanza.<br />

La scossa fu forte. Stavamo gustando con piacere le sei<br />

vittorie consecutive, di cui tre in trasferta, con i biancoverdi<br />

al terzo posto (in coabitazione) della A2; all’improvviso<br />

ci crollava tutto addosso. Una situazione ancora una<br />

volta sorprendente, purtroppo in negativo. Il presidente<br />

Piero Ricci, dimesso anche lui, lo sostituisce ‘ad interim’<br />

Antonio Saccone.<br />

Riviviamo questi giorni ‘caldi’ in una sorta di diario,<br />

prima di addentrarsi in una riflessione.<br />

LUNEDI 8 FEBBRAIO: Giuseppe Nigro riprende un pezzo<br />

della Gazzetta.it del 2014 e lo intitola “per non dimenticare:<br />

Siena messa in liquidazione”. Si paventa la possibilità<br />

che per finire la stagione si debbano cedere dei<br />

giocatori importanti, il primo fra tutti il pivot rimbalzista<br />

Diliegro. Poi in pochi giorni tifosi, manager, uomini<br />

di sport si muovono. Vengono formate delle ‘cordate’ di<br />

salvataggio che arrivano da ‘versanti’ diversi.<br />

Nel frattempo la Mens Sana Basket 1871 è ufficialmente<br />

muta. Dal 17 febbraio, quando posta su<br />

Twitter “Mens Sana cade contro Fulgor Paffoni Omegna<br />

basket” non ci sono più dichiarazioni ufficiali, fino<br />

al 24 ed è un brutto segnale, perche il social Twitter<br />

ospitava sino ad ora commenti praticamente a cadenza<br />

giornaliera da parte della società.<br />

MARTEDI 23 FEBBRAIO il sito serieA2italia.it si chiede<br />

“che fine ha fatto la Mens Sana” e ribadisce il concetto<br />

di possibili cessioni, confermate da due partite ‘tipo’<br />

smobilitazione, il 4° quarto in casa con la Paffoni e il<br />

ventello subito in trasferta a Tortona; ma il giorno stesso,<br />

la Gazzetta dello Sport,<br />

edizione cartacea, alla pagina<br />

del basket, riporta di un incontro<br />

con i vertici chiesto dai<br />

tesserati, incontro importante<br />

perché sembra sia stata data<br />

loro (ai tesserati) garanzia che<br />

la stagione sarà portata regolarmente<br />

a termine con questo<br />

roster.<br />

MERCOLEDÌ 24 FEBBRAIO infatti<br />

viene resa nota l’ufficialità<br />

di due elementi che vogliono<br />

entrare in azione per salvare<br />

la Mens Sana: l’Associazione<br />

Sportiva ‘Io tifo Mens Sana’ e<br />

la Società Consortile guidata<br />

da Piero Franceschini.<br />

scarso interesse<br />

per il basket<br />

a livello<br />

nazionale<br />

e sostanziale<br />

disinteresse di<br />

istituzioni e<br />

imprenditoria<br />

locale<br />

Due considerazioni base sono obbligatorie. Difficile<br />

non avere tempo per riflettere profondamente sulle ragioni<br />

addotte nel comunicato stampa iniziale; la prima è ‘lo<br />

scarso interesse per il basket a livello nazionale’, la seconda<br />

il ‘sostanziale disinteresse delle istituzioni e dell’imprenditoria<br />

locale’.<br />

Sempre citando l’edizione di Mesesport di febbraio,<br />

prendo a prestito il concetto ribadito dal presidente Morrocchi:<br />

“Senza una Nazionale che fa da traino il carro si impantana”.<br />

Aldo Giordani negli anni ‘70 della Ignis/Mobilgirgi,<br />

Sinudyne Billy e della nostra Sapori/Antonini, aveva<br />

lanciato il nostro sport perché sulla rampa c’era una nazionale<br />

fortissima, quando si andava ‘male’ si finiva quarti,<br />

Mondiale ‘78 Manila, o quinti, Olimpiadi Montreal 76. Non<br />

va la Nazionale e la gente si dimentica, il basket ritorna<br />

sport di nicchia.<br />

Seconda ragione: faccio più fatica a capire da osservatore<br />

esterno. “disinteresse delle istituzioni ed imprenditoria<br />

locale”. Perché?<br />

Bisogna aggiungere onestamente un’altra cosa. Lo<br />

splendido lavoro di Marruganti e Ricci, che in conferenza<br />

stampa a fine giugno 2015 raccontarono di come già all’alba<br />

della vittoria nelle<br />

Final Four di serie B si<br />

misero a lavorare per rientrare<br />

nei tempi della regolarità<br />

e iscrivere la Mens<br />

Sana basket 1871 alla<br />

serie A2, doveva prevedere<br />

un piano B, quello ipotizzabile<br />

in caso di mancato<br />

arrivo di Sponsor<br />

importanti. Un piano B<br />

che potesse rendere le<br />

cose meno drammatiche.<br />

Esisteva? Esiste?<br />

« Uno degli striscioni apparsi sui<br />

gradoni del PalaEstra e il simpatico<br />

‘buffetto’ di Ramagli a Mecacci<br />

dopo il successo su Agrigento »<br />

[marzo 2016]<br />

27


asket / claudio coli<br />

Quanto sta accadendo in seno al basket biancoverde, sembra abbia smosso finalmente le coscienze di tutti<br />

Futuro Mens Sana, eppur (qualcosa) si muove<br />

C’è voluta la seconda gravissima crisi societaria in 2 anni per<br />

smuovere finalmente le coscienze verso la ristrutturazione di una società<br />

che finalmente possa stare saldamente nelle mani della città e<br />

dei suoi tifosi. Uno slogan all’apparenza forzato e banale, ma che in<br />

realtà fotografa al meglio l’impellente necessità attuale della Mens<br />

Sana. È infatti ambizioso, futuribile, possibile e forse anche in definitiva<br />

semplice il progetto lanciato dal pool di ex glorie senesi e imprenditori<br />

locali per salvare il basket a Siena: creare un consorzio di<br />

soggetti interessati (affiancato al trust di privati per la raccolta fondi),<br />

che permetta di rifondare il capitale sociale per garantire la stagione<br />

in corso e una ripartenza triennale. E possa infine mettere in minoranza<br />

la Polisportiva, che in base all’assetto storico detiene al momento<br />

il 94%. Questo per avere una gestione indipendente, che concentri<br />

le sue forze solo sul basket, ed eviti letali interferenze e<br />

confusione gestionale.<br />

Fra dire il fare c’è di mezzo il mare, ma intanto la Polisportiva ha<br />

fatto aperture importanti alla diminuzione della sua partecipazione, e<br />

la base dell’associazione<br />

consortile<br />

cresce (come an -<br />

che il numero delle<br />

donazioni spontanee<br />

dei tifosi). Il<br />

modello dichiarato<br />

è quello di Varese<br />

e soprattutto Trento.<br />

Storie diverse,<br />

pressoché inesistente di Siena, ed ha potuto riunire nel consorzio un<br />

‘salotto buono’ composto dal meglio dell’imprenditoria locale. Ma parliamo,<br />

nel caso di Trento, di una piazza che storicamente col basket non<br />

ha avuto la confidenza e il richiamo della Mens Sana. Come loro hanno<br />

dato stabilità e trasparenza a un progetto duraturo nel tempo, attirando<br />

colossi come Deutsche Bank e Dolomiti Energia, non potremmo<br />

riuscire noi a valorizzare e rilanciare un prodotto d’eccellenza capace<br />

negli ultimi 12 anni di vincere 8 scudetti, 5 coppe Italia, una Saporta<br />

e 4 Final Four di Euroleague? Per non parlare dell’inestimabile patrimonio<br />

rappresentato dal tifo e dalla passione per i colori biancoverdi.<br />

Non si sa mai quindi che presto investitori credibili e solidi, come<br />

ad esempio Rete Ivo o la famiglia Bisogno di Emma Villas, che già<br />

hanno lanciato messaggi d’interesse, si facciano convincere dalla<br />

bontà del progetto e intervengano con decisione. Ma c’è un aspetto di<br />

tutta la vicenda che risalta positivamente in particolar modo: dopo<br />

anni di distruzione sociale, sportiva ed economica subita passivamente,<br />

finalmente la città, e una parte del suo popolo (quello mensanino<br />

nella fattispecie) fa intravedere un moto d’orgoglio e di rivalsa,<br />

non solo verbale ma fattivo e reale, mostrando una unione d’intenti<br />

che non fa differenze di categorie politiche, sociali, ruoli o conti in<br />

banca. Con un impegno deciso e in controtendenza, seguendo una via<br />

maestra innovativa per la città, che si spera sia d’esempio anche per<br />

tante altre realtà. Non sappiamo se il tentativo andrà in porto, ma intanto<br />

abbiamo riscoperto la capacità di lottare per riprenderci le cose<br />

a cui teniamo di più. Sarebbe già una grande vittoria.<br />

« Tifosi e squadra, un binomio inscindibile in questa situazione »<br />

certo, ma perché non provarci?<br />

Vero che il bacino industriale e<br />

commerciale di queste due realtà<br />

è incomparabile con quello<br />

[marzo 2016]<br />

28


tiri LIBeri<br />

Antonio tasso<br />

Tutto ‘déjà vu’, purché da ‘commedia’<br />

non si trasformi in... ‘tragedia’<br />

Difficile davvero, in una situazione<br />

come questa, trovare qualcosa che non<br />

risulti – alla fin fine – un ‘déjà vu’ o meglio<br />

– per correttezza linguistica – un<br />

‘déjà écrit’ ma le vicende che stiamo<br />

passando ti riportano – sia pur di malavoglia<br />

– indietro nel tempo srotolandoci<br />

davanti agli occhi un replay vecchio di<br />

due anni giusti giusti ed un copione che,<br />

gira e rigira, non cambia poi di molto<br />

nella trama, nei ruoli, negli interpreti.<br />

I meglio informati, quelli che “io la so<br />

dritta, perché a me pel<br />

culo ‘un mi ci pigliano”,<br />

sono addirittura in grado<br />

di snocciolarti nomi e cognomi<br />

di ...’produttori’ e<br />

‘registi’ di tutta la rappresentazione.<br />

Che sarebbe – a<br />

loro dire – ‘commedia’<br />

venata di risvolti politici,<br />

ma pur sempre commedia:<br />

‘Baruffe’ non ‘chiozzotte’<br />

come quelle goldoniane<br />

ma (fate voi, a<br />

scelta) ‘chiusìne’ o ‘ piddine’<br />

o ‘picchine’, tanto<br />

simili ad una farsa se<br />

non ci fossero in ballo euro a milionate<br />

capaci di trasformare (se non si trovano<br />

alla svelta!) il tutto in TRAGEDIA…<br />

E noi, a dire il vero, di tragedie<br />

siamo stanchi.<br />

Abituati per dieci secoli a convivere<br />

col lazzo di Cecco, il Bello di Duccio,<br />

il Sublime di Simone, le Santità di Caterina,<br />

Bernardo e Bernardino, la gloria<br />

di Montaperti e l’onore dell’esilio a<br />

Montalcino, i Pascoli floridi di Maremma<br />

e la Cassaforte piena del Babbone,<br />

abbiamo visto in dieci anni sfaldarsi<br />

quasi tutte le nostre certezze, sparire in<br />

dieci anni quel ‘sacco ‘ di peculiarità<br />

che ci rendevano unici.<br />

Le certezze, le bellezze, le peculiarità<br />

sono sparite, dissolte nell’insipienza<br />

di molti, l’indifferenza complice di tanti,<br />

l’astuzia malevola di pochi…<br />

C’era rimasto il... SACCO, il prof.Pierluigi<br />

(quello che era venuto a spiegarci –<br />

a noi che già lo eravamo per meriti immortali<br />

– come si poteva diventare capitale<br />

della cultura con progetti astrusamente altisonanti<br />

spazzati via a suon di cose semplici e<br />

concrete da Matera)…<br />

Dopo un po’ – non rimpianto – è sparito<br />

anche lui.<br />

La Brigata Spendereccia ci ha messo davvero<br />

col culo per terra!<br />

E quando si è giù, ma parecchio parecchio,<br />

dopo essere stati in alto e i meglio per secoli e<br />

secoli ci si aggrapperebbe anche ai fili d’erba<br />

pur di tornare a vedere un po’ di luce: le Azioni<br />

del Monte che fanno un più 0,5… il Mercato nel<br />

Campo con 100 banchi e centomila visitatori... I<br />

tremila delle Strade Bianche… il Roburrone di<br />

nuovo fra i Pro... la Mensana-chenelcuorcista- di<br />

nuovo coll’americani, sia pure in A2...<br />

L’inverno al caldo sotto le volte del palasclavo<br />

di nuovo a confrontarsi col… BASKET<br />

e non con l’orripilante ‘pallaalbalzello’ di quell’inferno<br />

che abbiamo sopportato in serie B.<br />

L’inverno a tifare, gioire, patire per una<br />

squadra che un Signor Coach venuto dai Fossi<br />

livornesi sta, mattoncino dopo mattoncino, innalzando<br />

a livello di MURO nel quale sono andate<br />

e andranno a sbattere fior di ‘corazzate<br />

partite per vincere tutto’.<br />

L’inverno a tifare, gioire, patire e sognare<br />

per una squadra fatta di Gente con la G maiuscola<br />

e con le palle al punto giusto – cioè fra<br />

le gambe – che (si diceva all’Angolo dell’Unto<br />

) ...’con un ritocchino a febbraio…’ chissà la libidine<br />

che ci avrebbe dato!<br />

Eh, ce l’hanno dato – a febbraio – il ritocchino!!!...<br />

Mazzata fra capo e collo…<br />

Bis non richiesto e non atteso (stanti i controlli<br />

ed i tanti controllori messi in giro, alla luce delle pregresse<br />

esperienze bianco verdi) di quel copione comico, farsesco<br />

e di sicuro TRAGICO recitato e vissuto due anni fa.<br />

Appena appena rialzàti… giù!<br />

E lì a chiederti e a chiedersi: ci si farà a finire la stagione?<br />

Si chiude subito? Si vende tutti i giocatori?<br />

Passo troppo lungo per una gamba troppo corta?<br />

Promesse non mantenute da certi Gatti e certe Volpi<br />

che si sono aggirati forse troppo a lungo in quella specie<br />

di …’Campo dei Miracoli’ che – da due lustri in qua – era<br />

diventata la Mensana?<br />

Pinocchietti troppo ingenui o ‘abbocconi’ interessati??<br />

Déja vu… e sarebbe la meno ma, purtroppo,<br />

déja vecu (già vissuto, ndr) e questo<br />

è diabolico.<br />

Ora – come sempre e com’è logico e<br />

ammirevole che sia – in tanti si danno e si<br />

daranno da fare: chi col bercio (speriamo<br />

i meno!) chi con le mani al portafoglio<br />

(speriamo i più!) gonfio o sgonfio che sia e<br />

la situazione (speriamo bene!) si alleggerirà<br />

consentendo almeno il galleggiamento<br />

alla braca con Ramagli al timone...<br />

Ma – come diceva il Marchese Del<br />

Grillo – permetterete che si sia un po’... Incazzati?<br />

In tutto questo baillamme, in tutte queste<br />

carenze economiche, societarie, ispettive,<br />

amministrative, la prima cosa che è saltata agli occhi di tutti<br />

quelli venuti al palasport con Omegna so’ state le poltrone<br />

di squadra e dirigenti.<br />

Dopo trent’anni di dura panca, legno e metallo schienali<br />

da incubo, sedute da chiappe forti e muscolose, poltrone<br />

aerodinamicamente concepite, materiali soft, posizionabilità<br />

multiforme, molleggiature ammortizzanti,<br />

ingombro enorme, visibilità nulla per i disgraziati delle<br />

prime due file dietro lo staff.<br />

Va bene per la squadra, gli atleti devono esser messi<br />

in condizione ottimale per assicurarsene le prestazioni al<br />

top, ma me lo dite a che pro gli Ufficiali di Gara al Tavolo,<br />

il segnapunti, lo speaker, Gigi Cagnazzo e Io, Antoniotasso<br />

da trent’anni attento agli arbitri, dovremmo stravaccarci<br />

come passeggeri di top class di un Jet supersonico,<br />

pian piano sprofondando allopiati nella comodità di sponsorizzatissime<br />

poltrone?<br />

Ho resistito una volta con Agrigento ma, la prossima<br />

con Roma, rivoglio la mia sedia dura e cruda!<br />

Si patisce tutti insieme!<br />

« Le nuove poltroncine (?) sullo sfondo di coach Ramagli »<br />

[marzo 2016]<br />

29

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