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calcio / mario ciani<br />
Continua la mattanza a danno<br />
dei bianconeri che non riescono più<br />
a vincere nonostante la necessità<br />
di fare punti per la salvezza<br />
Siena,<br />
il finale che<br />
non t’aspettavi<br />
Chi ha pensato, almeno una volta, che il peggio fosse ormai<br />
alle spalle, non aveva ancora visto la Robur di Macerata. Il<br />
tutto nonostante le belle parole spese durante la settimana<br />
per risvegliare l’orgoglio di una squadra che dal rotondo successo<br />
sul Foggia al pareggio interno con la capolista sembrava aver avviato<br />
un percorso di… riconciliazione con l’ambiente, dopo le garanzie<br />
avute anche dall’arrivo della nuova azionista di maggioranza.<br />
Ma qui non è questione di stipendi pagati o non pagati, di prospettive<br />
che ci sono o non ci sono: i problemi veri sono i limiti strutturali<br />
di un gruppo che non è mai andato più in là di due vittorie<br />
consecutive, accontentandosi tutte le volte del minimo sindacale che<br />
la categoria, con la sua pochezza, garantiva a tutte le squadre. Evidentemente<br />
troppo poco, perché anche quelle con meno blasone e<br />
potenzialità (c’è bisogno di fare qualche nome?) contro i bianconeri<br />
sono andate sul velluto sospinte da una carica nervosa e da una<br />
rabbia agonistica che Carboni stesso non ha mai visto negli occhi dei<br />
suoi ragazzi. Noi siamo quelli ‘che ci manca la cattiveria sotto porta’<br />
(perché in difesa no?), si è sempre detto, come se la soluzione di tutti<br />
i problemi fosse la cattiveria fine a se stessa. Invece ci manca aggressività,<br />
grinta, determinazione, soprattutto concentrazione , oltre<br />
che ritmo e senso della posizione. Perché non si analizzano sconfitte<br />
come quella col Rimini dove, a fronte dei 16 punti conquistati dai<br />
bianconeri nelle precedenti otto gare, gli adriatici, che ne avevano<br />
fatti appena 4, ci sono passati letteralmente sopra? Eppure quei numeri<br />
qualcosa dovevano rappresentare: magari che la Robur era<br />
semplicemente superiore. Ma questa vera o presunta superiorità in<br />
campo non si è vista, come non si è vista con quel Tuttocuoio che è<br />
riuscito ad inserire il blitz del Rastrello in mezzo a 8 sconfitte e due<br />
soli punti all’attivo in 11 gare! Dice: la squadra non regge la pressione<br />
dell’ambiente… Ma quale pressione, se i tifosi prima di sbottare<br />
ci hanno pensato mille volte e solo presi dall’esasperazione si<br />
sono fatti sentire. La verità è che tutta questa gente (in 32 sono scesi<br />
finora in campo), non è mai diventata una squadra e meno che mai<br />
dopo il mercato di gennaio.<br />
Poi c’è la storia dell’atteggiamento che qualche avversario ha trovato<br />
perfino diverso da quello dell’andatra: come mai? Di cosa ha bisogno<br />
per esprimersi al meglio questa squadra e cosa gli può dare<br />
Carboni, sinceramente prostrato dopo l’ultima figuraccia di Macerata?<br />
Se è una questione di stimoli (si è sentita anche questa), non è<br />
sufficiente vestire la maglia di una squadra che vanta una storia<br />
lunga 112 anni e si è fatta onore per nove nella massima serie? O<br />
forse di stimoli ne trovano di più avversari come il Santarcangelo, la<br />
Lupa Roma o lo stesso Tuttocuoio? Perché se qualcuno scrive che la<br />
Robur a Rimini ha giocato senza cuore, non vuol dire semplicemente<br />
mancanza di impegno, vuol proprio dire… senza cuore. La sensazione<br />
che si ha di fronte a un tiro troppo molle, a un passaggio mancato<br />
o improbabile, in assenza di reattività ecc.<br />
E poi c’è il problema dei problemi: la convinzione che il più grosso<br />
sia quello dell’attacco che segna poco, mentre i numeri dimostrano<br />
che la questione vera è quella della difesa. Una difesa che<br />
resta sempre fra le migliori in assoluto, ma se i 27 gol al passivo vengono<br />
spalmati sulle 25 partite giocate fino ad oggi, è come se la<br />
Robur scendesse in campo sempre sullo 0 a 1. Va da sé che un attacco<br />
in grado di andare 50 volte in rete compenserebbe questo<br />
handicap, ma l’equilibrio non è decisamente il piatto forte di questa<br />
squadra.<br />
Passando invece alla curiosità, è interessante osservare come a parità<br />
(o quasi) di partite giocate - Atzori 13, Carboni 12 – entrambi<br />
hanno totalizzato 17 punti. O se vogliamo, con la prossima partita<br />
interna contro il Pontedera il tecnico aretino è in grado di superare<br />
il suo predecessore.<br />
Per chiudere: in casa contro il Foggia (a proposito: senza una immediata<br />
inversione di marcia addio finale di Coppa…), il presidente<br />
Ponte non ha resistito alla tentazione di presentare la nuova azionista<br />
di maggioranza Anna Durio. Peccato. A nostro avviso l’evento<br />
meritava un appuntamento specifico, scevro dalle polemiche che da<br />
mesi coinvolgono lo stesso Ponte e una parte della tifoseria. Ci conforta<br />
invece la constatazione che l’imprenditrice ligure, unica nella<br />
storia di questa società, il suo primo pensiero l’abbia rivolto alla necessità<br />
di mettere mano ai nuovi campi di gioco. Un segnale di novità<br />
che va apprezzato e sostenuto.<br />
« Anna Durio in tribuna al Franchi in mezzo al figlio Federico e al nuovo dg Amato »<br />
[marzo 2016]<br />
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