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MESESPORT marzo2016

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L’ultima raffica del regime ..........Vincenzo Coli<br />

l’assassino<br />

va cercato<br />

in famiglia<br />

dobbiamo<br />

sospettare<br />

una mente<br />

dietro al<br />

disastro bis<br />

alla voce<br />

basket,<br />

e non solo<br />

a quella, c’è<br />

troppa gente<br />

impegnata a<br />

remare contro<br />

Un mese fa su queste pagine il sottoscritto (scusate l’autocitazione,<br />

ma in un caso come questo è d’obbligo), concludeva<br />

un articolo grondante compiacimento per le buone<br />

prove della Mens Sana con il seguente interrogativo: “Ma a<br />

noi, chi ci ammazza?”. Era una domanda retorica che annetteva<br />

uno scontatissimo: “Nessuno!”. Infatti s’è visto.<br />

Trenta giorni dopo si potrebbe rispondere: “Grazie, ci riusciamo<br />

benissimo da soli”.<br />

Come nei casi di femminicidio, l’assassino va cercato<br />

in famiglia, non certo all’esterno, fuori dalle mura amiche.<br />

Per la seconda volta nel giro di due anni abbiamo provato<br />

– hanno provato, piano con le pinte: condividere il lutto<br />

va bene, ma qui esistono responsabilità precise – ad ammazzarci,<br />

annientarci, farci radiare, cancellarci per sempre<br />

dal basket italiano. In maniera più soft e artigianale rispetto<br />

al primo delitto, che sembrava perfetto, ma ci hanno<br />

riprovato. In questi casi si dice ‘reiterazione del reato’, è<br />

il motivo che impedisce ai presunti assassini di godere<br />

della libertà provvisoria. Non sono coinvolte le stesse persone<br />

(forse), non si possono ipotizzare le stesse imputazioni<br />

(forse), qui ci troviamo sul crinale tra cialtroneria e<br />

coglionaggine (forse, e sarebbe il male minore), e se proprio<br />

dobbiamo sospettare una mente dietro al disastro bis,<br />

magari un colpo di coda del triste passato, tipo Macchia<br />

Nera strikes again, la reincarnazione non sembra così diabolica.<br />

Ma il risultato rischia di essere lo stesso. Usiamo<br />

il verbo ‘rischiare’ al presente, non al passato e al condizionale,<br />

perché anche se la reazione dei tanti che amano<br />

sinceramente la Mens Sana è stata pronta e lodevolissima<br />

sulla falsariga delle esperienze varesina e trevisana di<br />

azionariato popolare – un dieci e lode a imprenditori volenterosi,<br />

tifosi, ex giocatori e tecnici , zero spaccato a politici<br />

e amministratori<br />

pubblici, ormai qui si<br />

spara sulla Croce Rossa –<br />

non siamo ancora sicuri<br />

che la somma raccolta dal<br />

basso giorno dopo giorno<br />

sia sufficiente a colmare il<br />

buco nero nel bilancio.<br />

Non si tratta di una grande<br />

cifra, ma del resto nel<br />

nostro territorio non ci<br />

sono grandi sponsor potenziali,<br />

e allora si dovrà<br />

guardare ben al di fuori<br />

della città murata e delle<br />

Masse, lasciando perdere<br />

il mito rovinoso dell’autosufficienza<br />

(la guida del<br />

Monte dei Paschi sembrava<br />

dovesse essere compito<br />

del Sistema Siena alias<br />

Groviglio Armonioso, s’è<br />

visto il risultato). Servirà? Purtroppo non c’è la coda di<br />

dottori davanti al reparto rianimazione in cui è ricoverata<br />

la pallacanestro italiana, povera e malata perché ignorata<br />

dalle televisioni e dalle cordate finanziarie che dovrebbero<br />

portare soldi e invece si mostrano interessate solo al<br />

calcio. Sì, lo sappiamo: gli altri, gli stranieri, sono cattivi<br />

e ingenerosi, ma conviene guardare anche in casa nostra.<br />

Ci siamo accorti da mo’ che alla voce basket, e non solo a<br />

quella, c’è troppa gente impegnata a remare contro. Meschini<br />

calcoli politici, gelosie, insofferenze varie di case<br />

madri che preferiscono soffocare nella culla un figlio<br />

quando questo rischia di poppare anche il latte dei fratelli.<br />

Troppa gente che già ai tempi del primo audace colpo<br />

dei soliti noti non poteva non sapere, non poteva ignorare<br />

bilanci clamorosamente truccati, ma trovava conveniente<br />

far finta di nulla. E poi, certe incredibili cortine fumogene,<br />

certe difese ridicole di ciò che è senza dubbio indifendibile.<br />

Su un quotidiano la notizia della richiesta di risarcimento<br />

di oltre 33 milioni di euro all’ex presidente<br />

della Mens Sana Basket e ai componenti del Cda e del<br />

collegio sindacale della società da parte dal curatore fallimentare<br />

della società, è stata commentata da un cronista<br />

con l’aggettivo ‘esagerato’. Seguito dalla chiosa: “in fin dei<br />

conti, ci ha fatto vincere tanto...”. I regimi totalitari trovano<br />

sempre qualche tardivo laudatore non si sa fino a che<br />

punto interessato, magari mosso solo dal ‘caro ideal’. Nel<br />

dopoguerra c’era a Roma un giornalista scrittore molto di<br />

destra che non perdeva occasione per rimpiangere il ventennio.<br />

Lo chiamavano ‘l’ultima raffica di Salò’.<br />

Lo striscione esibito in curva durante lo sciopero del tifo<br />

messo in atto nel primo tempo di Mens Sana-Agrigento<br />

[marzo 2016]<br />

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