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MESESPORT marzo2016

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abbiamo visto agitare come emblema della nostra comunità, oltre a richiamare un’eccellenza del nostro territorio e non capiamo<br />

perché, creando ad esempio delle opportunità in termini di visibilità, non sia possibile cercare di coinvolgere questa,<br />

come altre realtà, in un progetto che sul parquet dimostra sempre una competitività di primissimo livello.<br />

Già perché parliamo ‘anche’ di una squadra che nelle difficoltà sopra citate ha già raggiunto una comoda salvezza e che<br />

guarda con giusta ambizione a partecipare ai prossimi playoff.<br />

Insomma quella squadra da ‘centro classifica’, che inopinatamente, per noi, dovrebbe essere la dimensione futura, se<br />

esistente, della Mens Sana.<br />

Ovviamente di questa considerazione non contestiamo l’idea, anzi sarebbe fondamentale avere qualche annata di respiro<br />

necessaria per fortificare società ed ambizioni, ma quello che non ci trova d’accordo è l’idea che esista una qualsiasi<br />

formula che garantisca questa sicurezza di porsi a metà della tacca senza particolari sussulti, ma nemmeno grandi sofferenze.<br />

La realtà dei campionati ci dice che ci sono squadre ricche ed ambiziose che progettano sogni di vittoria o promozioni<br />

e che si ritrovano a lottare per non retrocedere, oppure squadre che partono con progetti minimi e si ritrovano al contrario<br />

in alta classifica perché hanno indovinato tutte le scommesse. Insomma soprattutto c’è l’imponderabilità delle stagioni<br />

che rendono eccitante ogni campionato, in ogni sport.<br />

È la parabola stessa di questa Mens Sana che sfidiamo chiunque a dimostrarci essere qualcosa di diverso da un progetto<br />

che aveva come obiettivo una salvezza tranquilla e possibilmente l’accesso ai playoff.<br />

Eppure la realtà dei fatti ci dice che pur ricercando questo obiettivo siamo finiti fuori dai binari, quindi senza tracciare<br />

percorsi impossibili da prevedere in anticipo, cerchiamo di vivere le stagioni per quelle che sono. Se un futuro ci sarà,<br />

andrà bene anche soffrire per salvarsi, in fondo lo abbiamo fatto per tanti anni prima di diventare una potenza del basket<br />

e non c’è nulla di male pensare di tornare a lottare per obiettivi diversi rispetto ad uno scudetto o ad una promozione.<br />

Parliamo di voglia di misurarsi con le proprie possibilità, quelle che ad esempio quest’anno ci stanno regalando ottime<br />

sensazioni da un gruppo inesistente appena sette mesi fa e che oggi invece con il lavoro, la fatica e il sostegno del suo<br />

pubblico, si è guadagnato la considerazioni di tutti.<br />

Merito di Ramagli e c. che sono riusciti a trovare quella quadratura e schermatura necessarie per rispondere sul campo<br />

a tutte le difficoltà esterne ed anche tipiche di una qualsiasi stagione.<br />

Volgendo lo sguardo proprio all’aspetto agonistico dobbiamo dire che la squadra è stata capace di assorbire in questo<br />

momento l’evenienza peggiore che le poteva capitare, cioè l’assenza di un uomo centrale nei propri equilibri come Roberts.<br />

Soprattutto la vittoria contro Agrigento ha dimostrato come la squadra abbia gestito questa difficoltà, causa essenziale<br />

della sconfitta interna con Omegna e parzialmente anche di quella ancora più brutta di Tortona, trovando anche nella ristrettezza<br />

del suo organico protagonisti diversi.<br />

Ci riferiamo ad esempio a Bucarelli, che nonostante l’età ed una crescita offensiva<br />

ancora modesta, si sta però imponendo per la consistenza difensiva che riesce<br />

a portare in dote alla squadra, in un contesto che ha bisogno di uomini che sappiano<br />

dare il ritmo nella propria metà campo per trovare i migliori equilibri anche<br />

in attacco.<br />

Che poi Diliegro e Bryant recitino la parte dei protagonisti è una logica normale<br />

per le caratteristiche della squadra senese, ma è evidente che senza il cambio<br />

di passo difensivo coinciso con l’entrata ad inizio secondo quarto di Bucarelli e<br />

Cucci al posto proprio di Bryant e Diliegro, probabilmente quella partita avrebbe<br />

preso una piega diversa.<br />

Al di là del singolo episodio, rimane però la percezione che questa squadra è<br />

tanto ‘americano dipendente’, per quanto non può fare a meno della spinta ‘proletaria’<br />

del nucleo italiano, che con tutti i suoi limiti di esperienza, di tecnica e ora,<br />

dopo la partenza di Cacace, anche numerici, rappresenta in tante situazioni una<br />

iniezione di determinazione essenziale, che ci fa dire con piacere, che due anime potenzialmente slegate come potevano essere<br />

e in alcuni momenti del campionato sono state, il nucleo italiano e quello straniero, oggi si sono integrate e costituiscono<br />

il fulcro intorno al quale tutti riescono ad apportare un contributo alla causa comune.<br />

È in questo contesto che riusciamo a gestire un Bryant in perenne bilico tra la giocata sensazionale e l’errore madornale,<br />

un Diliegro sempre più positivo, ma spesso ancora in apnea nelle fasi finali delle gare ed un Roberts inopinatamente<br />

fermo per infortunio.<br />

Vorremmo dire tanta roba, perché la Mens Sana si gode una classifica importante, con un’identità sempre più forte, che<br />

era l’obiettivo dichiarato di inizio stagione di Ramagli ed ora l’obiettivo dei playoff ha un valore ancora maggiore perché può<br />

portare un mattoncino importante anche alla causa societaria attraverso qualche incasso aggiuntivo che in questo momento<br />

fa decisamente comodo.<br />

Il cammino è ancora lungo, ma la Mens Sana è padrona del proprio destino incrociando sul proprio campo quello delle<br />

potenziali concorrenti come Roma, Biella e Casalpusterlengo e partendo dai vantaggi acquisiti finora in tanti scontri diretti,<br />

centrare l’obiettivo dei playoff è veramente dietro l’angolo.<br />

Scrollandosi di dosso il pesante fardello della situazione concomitante, possiamo dire già oggi di aver vissuto una stagione<br />

sopra le righe, ed anche questo deve far riflettere chi può decidere del futuro del basket senese. Perché il potenziale<br />

di cui si può fregiare Siena ha solo bisogno di essere sostenuto con equilibrio, senza voli pindarici, perché ci sono le capacità<br />

per gestire qualsiasi situazione tecnica ed anche emotiva. Soprattutto perché passione e capacità a Siena, a dispetto di<br />

tutto, si coniugano ancora perfettamente.<br />

« Ranuzzi e Diliegro rispettivamente contro Omegna e Agrigento »<br />

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