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Figurine<br />
La difficile Terza Via<br />
Mi scuseranno i miei dieci lettori, ma insisto<br />
sul ciclismo, sul ciclismo eroico di una volta. La seconda<br />
figurina è per Fiorenzo Magni. Gran corridore,<br />
ma terzo incomodo tra Bartali e Coppi. In<br />
quell’Italia rigidamente bipartitica – l’unica forma<br />
di bipartitismo quasi perfetto conosciuta – Fiorenzo,<br />
che era nato a Vaiano, vicino Prato, il 7 dicembre<br />
1920, rappresentava una fastidiosa Terza Via. E,<br />
si sa, la Terza Via è spesso immaginaria e, tanto in<br />
politica quanto in altre competitive attività, rischia<br />
di scontentare tutti. L’episodio più clamoroso si registrò<br />
alla fine del Giro d’Italia del 1948, vinto dal<br />
Leone delle Fiandre, come veniva chiamato il campione<br />
toscano. Un eccelso scalatore non era il<br />
Fiorenzo e sul Pordoi sembra avesse avuto<br />
molti (troppi) sostanziosi aiuti, spinte e<br />
spinterelle. La cosa aveva destato scandalo e<br />
Coppi si era ritirato a Brescia. Apriti cielo!<br />
La maglia rosa diventò segno intollerabile di<br />
usurpazione. Magni ce la mise tutta per farsi<br />
perdonare: “Di spinte ne hanno ricevute tutti e<br />
io non più degli altri”. Come scusa non era proprio<br />
un’argomentazione brillante. Fatto è che al<br />
Vigorelli vinse la tappa, ma fu sommerso di fischi<br />
e non riuscì neppure a completare il giro d’onore.<br />
Quella fischiata resta una pagina unica negli<br />
annali del Giro e gettò un’ombra addosso a<br />
Magni che non sarebbe più scomparsa.<br />
Un’altra ombra, però, eclissava la gloria<br />
del Fiorenzo, ed era politica. John Foot,<br />
storico scrupoloso del ciclismo e dello<br />
sport, ha approfondito il caso, e<br />
anche lui ha dovuto arrendersi. Ne<br />
riferisco anche per saldare il<br />
conto con un ciclista che – io<br />
bartaliano – non sono riuscito<br />
mai ad ammirare.<br />
‘Durante la ricerca per<br />
il mio libro sul ciclismo,<br />
intitolato ‘Pedalare!’ (Rizzoli,<br />
Milano 2011) – ha scritto<br />
Foot – mi sono appassionato alla storia di<br />
Fiorenzo Magni, morto il 19 ottobre 2012. Magni,<br />
si sa, è stato il ‘terzo uomo’ che sfidava Coppi e<br />
Bartali. Ha vinto tanto, nonostante Fausto e Gino,<br />
e nonostante la guerra. Era l’uomo che nel Giro<br />
del 1956 corse una tappa con la clavicola rotta: un<br />
vero e proprio mito. Ma c’e sempre stata una macchia<br />
nella carriera di Fiorenzo. Dopo l’8 settembre<br />
del 1943 ha combattuto ‘dalla parte sbagliata’, cioè<br />
con la Guardia Nazionale Repubblicana, con i ‘repubblichini<br />
di Salò’.<br />
Nel gennaio del 1944 ci fu uno<br />
scontro armato fra partigiani e fascisti, vicino<br />
Vaiano. I fascisti circondarono un<br />
FIORENZO MAGNI<br />
FIORENZO MAGNI<br />
gruppo di partigiani: tre furono uccisi. Fu una battaglia<br />
importante, uno dei primi scontri in Toscana<br />
tra fascisti e antifascisti. Era cominciata quella<br />
che molti anni più tardi si avrebbe avuto il coraggio<br />
di chiamare ‘guerra civile’. Il fattaccio è noto<br />
come ‘la strage di Valibona’. Dopo la guerra, nel<br />
gennaio del 1947, a Firenze si svolse il processo. Tra<br />
gli accusati comparve appunto anche Magni, che<br />
non poteva correre il Giro ed era sospeso dalla Federazione<br />
ciclistica. Ufficialmente era latitante.<br />
Non si presentò. L’accusa chiese<br />
trent’anni di condanna.<br />
L’avvocato di<br />
Magni chiamò Bartali come<br />
testimone ma Ginettaccio non si presentò. Si presentò<br />
invece Alfredo Martini, ciclista ed ex-partigiano<br />
che dichiarò, generoso e laconico : “Il Magni<br />
che è corridore ciclista fino al 25 luglio 1943 mi è<br />
parso sempre un’ottima persona”.<br />
Nel febbraio ’47 Magni fu assolto. Finalmente<br />
dopo il buio del tunnel poté tornare a correre. Ma<br />
non a vivere in Toscana. Prese casa a Monza,via<br />
Passerini 9, e a Monza restò per tutto il resto della<br />
FIORENZO MAGNI<br />
vita. Dalle sue parti non era il caso che tornasse.<br />
Rischiava di essere aggredito. Insomma l’etichetta<br />
di ‘fascista’ gli rimase appiccicata addosso. Continuò<br />
a pedalare con due maglie: una rosa e una<br />
nera. Foot nel corso delle sua ricerca ha trovato a<br />
Perugia i documenti del processo di Valibona. E<br />
ne sono sortite notevoli sorprese. Ne risulta, a<br />
quanto dice, che Magni a Monza nel 1945, aveva<br />
aiutato la Resistenza. Erano documenti che in<br />
parte rovesciavano la versione del Magni nero e<br />
feroce che s’era diffusa. “Non ho mai scritto –<br />
ha precisato lo storico – che Magni non era<br />
presente alla battaglia di Valibona. Non ho mai<br />
scritto che questi documenti lo scagionavano<br />
dalle accuse durante e dopo la guerra. Ho<br />
detto solo che, se questi documenti sono autentici,<br />
buona parte della storia politica di<br />
Fiorenzo Magni dev’essere riscritta”.<br />
Insomma Magni si schierò da una<br />
parte e poi dall’altra. La verità fino in<br />
fondo non sarà mai conosciuta. Magni<br />
non ha mai voluto parlarne e andò al<br />
Nord come per ritirarsi in un altro<br />
mondo, per dimenticare<br />
e farsi dimenticare. Era una Terza Via<br />
anche quella. Ora che, molto anziano, se n’è andato,<br />
merita di esser ricordato con l’indulgenza che<br />
si deve a chi ha corso con disarmata energia e ha<br />
avuto parecchia sfortuna. La caduta durante la Parigi-Roubaix<br />
del ’51 sarà nella memoria di molti.<br />
L’immagine che ne ho serbato ritrae non un incidente,<br />
ma un uomo che non si arrende e vuole<br />
rialzarsi prima possibile.<br />
[Roberto Barzanti]<br />
« Dall’alto in basso: • Fiorenzo Magni, il ‘terzo uomo’<br />
diventato leone delle Fiandre • La caduta di Magni nella<br />
Parigi-Roubaix del '51 • La leggendaria cavalcata durante<br />
la cronoscalata al Giro d'Italia del 1956, quando con<br />
la clavicola rotta affrontò l'ascesa con il tubolare in bocca<br />
per spingere maggiormente sui pedali e attenuare il dolore »<br />
[marzo 2016]<br />
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