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MESESPORT marzo2016

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Figurine<br />

La difficile Terza Via<br />

Mi scuseranno i miei dieci lettori, ma insisto<br />

sul ciclismo, sul ciclismo eroico di una volta. La seconda<br />

figurina è per Fiorenzo Magni. Gran corridore,<br />

ma terzo incomodo tra Bartali e Coppi. In<br />

quell’Italia rigidamente bipartitica – l’unica forma<br />

di bipartitismo quasi perfetto conosciuta – Fiorenzo,<br />

che era nato a Vaiano, vicino Prato, il 7 dicembre<br />

1920, rappresentava una fastidiosa Terza Via. E,<br />

si sa, la Terza Via è spesso immaginaria e, tanto in<br />

politica quanto in altre competitive attività, rischia<br />

di scontentare tutti. L’episodio più clamoroso si registrò<br />

alla fine del Giro d’Italia del 1948, vinto dal<br />

Leone delle Fiandre, come veniva chiamato il campione<br />

toscano. Un eccelso scalatore non era il<br />

Fiorenzo e sul Pordoi sembra avesse avuto<br />

molti (troppi) sostanziosi aiuti, spinte e<br />

spinterelle. La cosa aveva destato scandalo e<br />

Coppi si era ritirato a Brescia. Apriti cielo!<br />

La maglia rosa diventò segno intollerabile di<br />

usurpazione. Magni ce la mise tutta per farsi<br />

perdonare: “Di spinte ne hanno ricevute tutti e<br />

io non più degli altri”. Come scusa non era proprio<br />

un’argomentazione brillante. Fatto è che al<br />

Vigorelli vinse la tappa, ma fu sommerso di fischi<br />

e non riuscì neppure a completare il giro d’onore.<br />

Quella fischiata resta una pagina unica negli<br />

annali del Giro e gettò un’ombra addosso a<br />

Magni che non sarebbe più scomparsa.<br />

Un’altra ombra, però, eclissava la gloria<br />

del Fiorenzo, ed era politica. John Foot,<br />

storico scrupoloso del ciclismo e dello<br />

sport, ha approfondito il caso, e<br />

anche lui ha dovuto arrendersi. Ne<br />

riferisco anche per saldare il<br />

conto con un ciclista che – io<br />

bartaliano – non sono riuscito<br />

mai ad ammirare.<br />

‘Durante la ricerca per<br />

il mio libro sul ciclismo,<br />

intitolato ‘Pedalare!’ (Rizzoli,<br />

Milano 2011) – ha scritto<br />

Foot – mi sono appassionato alla storia di<br />

Fiorenzo Magni, morto il 19 ottobre 2012. Magni,<br />

si sa, è stato il ‘terzo uomo’ che sfidava Coppi e<br />

Bartali. Ha vinto tanto, nonostante Fausto e Gino,<br />

e nonostante la guerra. Era l’uomo che nel Giro<br />

del 1956 corse una tappa con la clavicola rotta: un<br />

vero e proprio mito. Ma c’e sempre stata una macchia<br />

nella carriera di Fiorenzo. Dopo l’8 settembre<br />

del 1943 ha combattuto ‘dalla parte sbagliata’, cioè<br />

con la Guardia Nazionale Repubblicana, con i ‘repubblichini<br />

di Salò’.<br />

Nel gennaio del 1944 ci fu uno<br />

scontro armato fra partigiani e fascisti, vicino<br />

Vaiano. I fascisti circondarono un<br />

FIORENZO MAGNI<br />

FIORENZO MAGNI<br />

gruppo di partigiani: tre furono uccisi. Fu una battaglia<br />

importante, uno dei primi scontri in Toscana<br />

tra fascisti e antifascisti. Era cominciata quella<br />

che molti anni più tardi si avrebbe avuto il coraggio<br />

di chiamare ‘guerra civile’. Il fattaccio è noto<br />

come ‘la strage di Valibona’. Dopo la guerra, nel<br />

gennaio del 1947, a Firenze si svolse il processo. Tra<br />

gli accusati comparve appunto anche Magni, che<br />

non poteva correre il Giro ed era sospeso dalla Federazione<br />

ciclistica. Ufficialmente era latitante.<br />

Non si presentò. L’accusa chiese<br />

trent’anni di condanna.<br />

L’avvocato di<br />

Magni chiamò Bartali come<br />

testimone ma Ginettaccio non si presentò. Si presentò<br />

invece Alfredo Martini, ciclista ed ex-partigiano<br />

che dichiarò, generoso e laconico : “Il Magni<br />

che è corridore ciclista fino al 25 luglio 1943 mi è<br />

parso sempre un’ottima persona”.<br />

Nel febbraio ’47 Magni fu assolto. Finalmente<br />

dopo il buio del tunnel poté tornare a correre. Ma<br />

non a vivere in Toscana. Prese casa a Monza,via<br />

Passerini 9, e a Monza restò per tutto il resto della<br />

FIORENZO MAGNI<br />

vita. Dalle sue parti non era il caso che tornasse.<br />

Rischiava di essere aggredito. Insomma l’etichetta<br />

di ‘fascista’ gli rimase appiccicata addosso. Continuò<br />

a pedalare con due maglie: una rosa e una<br />

nera. Foot nel corso delle sua ricerca ha trovato a<br />

Perugia i documenti del processo di Valibona. E<br />

ne sono sortite notevoli sorprese. Ne risulta, a<br />

quanto dice, che Magni a Monza nel 1945, aveva<br />

aiutato la Resistenza. Erano documenti che in<br />

parte rovesciavano la versione del Magni nero e<br />

feroce che s’era diffusa. “Non ho mai scritto –<br />

ha precisato lo storico – che Magni non era<br />

presente alla battaglia di Valibona. Non ho mai<br />

scritto che questi documenti lo scagionavano<br />

dalle accuse durante e dopo la guerra. Ho<br />

detto solo che, se questi documenti sono autentici,<br />

buona parte della storia politica di<br />

Fiorenzo Magni dev’essere riscritta”.<br />

Insomma Magni si schierò da una<br />

parte e poi dall’altra. La verità fino in<br />

fondo non sarà mai conosciuta. Magni<br />

non ha mai voluto parlarne e andò al<br />

Nord come per ritirarsi in un altro<br />

mondo, per dimenticare<br />

e farsi dimenticare. Era una Terza Via<br />

anche quella. Ora che, molto anziano, se n’è andato,<br />

merita di esser ricordato con l’indulgenza che<br />

si deve a chi ha corso con disarmata energia e ha<br />

avuto parecchia sfortuna. La caduta durante la Parigi-Roubaix<br />

del ’51 sarà nella memoria di molti.<br />

L’immagine che ne ho serbato ritrae non un incidente,<br />

ma un uomo che non si arrende e vuole<br />

rialzarsi prima possibile.<br />

[Roberto Barzanti]<br />

« Dall’alto in basso: • Fiorenzo Magni, il ‘terzo uomo’<br />

diventato leone delle Fiandre • La caduta di Magni nella<br />

Parigi-Roubaix del '51 • La leggendaria cavalcata durante<br />

la cronoscalata al Giro d'Italia del 1956, quando con<br />

la clavicola rotta affrontò l'ascesa con il tubolare in bocca<br />

per spingere maggiormente sui pedali e attenuare il dolore »<br />

[marzo 2016]<br />

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