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antonio gigli<br />
l’angolo del tifoso<br />
Una situazione cui ci si abitua male<br />
Tra alti e bassi la Robur si avvia<br />
verso la fine di questo tribolato campionato.<br />
Un atteggiamento il suo che<br />
sfibra anche il più ottimista dei tifosi.<br />
Dopo due sconfitte gravi e<br />
quasi vergognose (quelle<br />
col Rimini e il Sant’Arcangelo),<br />
soprattutto per il<br />
comportamento dal punto<br />
di vista agonistico, ecco la<br />
prestazione sfolgorante<br />
col Foggia in Coppa Italia<br />
e quella con la capolista<br />
Spal tra le mura amiche.<br />
Di seguito, però, arriva la<br />
disfatta assoluta, meritata,<br />
senza appello di Macerata,<br />
una di quelle partite<br />
che non vorresti mai vedere,<br />
da incubo notturno.<br />
Qualcuno dice che è<br />
inutile arrabbiarsi, meglio<br />
pensare al prossimo anno<br />
e concludere più o meno<br />
dignitosamente questo<br />
campionato nato male e<br />
finito peggio. No, non sia -<br />
mo d’accordo con questa<br />
tesi. Innanzitutto, anche<br />
se solo matematicamente,<br />
la zona play off è un<br />
traguardo ancora potenzialmente<br />
raggiungibile, e quindi non<br />
provarci nemmeno sarebbe da irresponsabili,<br />
se non da stupidi. Non c’è solo il<br />
risultato finale, poi, da salvare, ma soprattutto<br />
la stima della società e della<br />
squadra da parte dei tifosi, sempre più<br />
arrabbiati e disamorati di questi tempi.<br />
Eppure poteva andare meglio, molto<br />
meglio di così. La squadra allestita pareva<br />
abbastanza competitiva, tanto che<br />
dopo i primi risultati negativi il presidente<br />
cacciò Atzori per non essere riuscito<br />
a spremere il meglio dai giocatori<br />
a disposizione. Il mercato invernale ha<br />
sfoltito, per cause soprattutto economiche,<br />
la rosa, privandola di giocatori importanti,<br />
ma rimpiazzandoli con altri di<br />
buon valore. I problemi societari hanno<br />
portato altra acqua al serbatoio delle<br />
polemiche e delle attenuanti verso la<br />
squadra, ma poi la crisi è stata risolta,<br />
gli stipendi pagati e il futuro assicurato. Non è<br />
cambiato nulla, purtroppo, e allora un occhio<br />
va gettato anche verso la panchina. Da mister<br />
Carboni non ci aspettavamo di certo la luna,<br />
soprattutto tenuto conto che doveva assemblare a campionato<br />
in corso una squadra quasi rinnovata in toto, ma<br />
sicuramente volevamo maggiore coerenza nelle scelte<br />
tattiche e maggiore entusiasmo. Le scuse alle quali ci ha<br />
abituato ad ogni fine partita ci hanno, francamente, stufato.<br />
Il suo scarso decisionismo è così evidente che da fuori<br />
ci sembra di vedere una barca alla deriva senza timoniere,<br />
che prende la rotta giusta solo quando il vento è dalla<br />
sua, senza una meta precisa. La nuova conduzione societaria<br />
deve prendere delle decisioni fin da subito, lo<br />
esige la situazione, lo esige lo stesso futuro.<br />
Mancano ancora una decina di partite da qui alla fine<br />
e i tifosi non sono disposti ad accettare tutto, non vogliono<br />
vedere una squadra vivacchiare. Pensiamo al futuro?<br />
Ok, allora esigiamo una svolta. Le migliaia di tifosi che<br />
hanno concesso fiducia alla società sottoscrivendo (con<br />
numeri record per la Lega Pro) oltre 3000 abbonamenti,<br />
non vogliono abbandonare le speranze e sperano che<br />
questo finale di campionato getti le basi per il futuro. Non<br />
è chiedere troppo, ma solo il minimo sindacale. Siamo il<br />
Siena, siamo quelli che hanno visto la loro squadra del<br />
cuore giocare, solo pochi anni fa, con Milan, Inter e Juventus<br />
e oggi, seppur costretti, cercano di gioire di un pareggio<br />
con la Spal. Non è con il passato che si va avanti,<br />
quello che è stato è stato, ma chi dirigerà la società sappia<br />
che noi sogniamo in grande. Siamo fatti male? Pazienza,<br />
ma i sogni aiutano a vivere meglio.<br />
« Due momenti della partita con la Spal »<br />
[marzo 2016]<br />
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