TRAKS MAGAZINE 036
Ecco il nuovo numero di TRAKS MAGAZINE: i Diskanto in copertina e all'interno interviste con Sergio Tentella, Amusin' Projects, OutWave, Tugo, Niamh, Daniele Fortunato, Fulvio Effe, Headlight. Leggilo subito!
Ecco il nuovo numero di TRAKS MAGAZINE: i Diskanto in copertina e all'interno interviste con Sergio Tentella, Amusin' Projects, OutWave, Tugo, Niamh, Daniele Fortunato, Fulvio Effe, Headlight. Leggilo subito!
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imbarcarci in un disco e in una
tournee sarebbe stata un’avventura
temeraria, quasi quanto quella
di chi, 100 anni fa, trasvolava la
manica su macchine volanti poco
più che Leonardesche. Per cui abbiamo
provato, fin dalla copertina
(disegnata dalla brava Francesca
Follini), a giocare e prenderci anche
un po’ in giro. Ci divertiamo
un sacco, e non molliamo il colpo…
Vorrei che parlaste anche degli
ospiti del disco, con attenzione
particolare al rapporto che vi
lega a Omar Pedrini.
Essere nati artisticamente negli
anni ’80 ci ha fatto – nel tempo
– incrociare sui palchi tanti musicisti,
con cui nel tempo siamo
rimasti amici e che a più riprese
ci hanno poi volentieri regalato
la loro arte, partecipando in veste
di ospiti a diversi nostri lavori
discografici (da Piero Pelù a Mac
dei Negrita, da Mauro Sabbione a
Giovanni Guerretti e Rodney Prada).
Omar ha più volte raccontato
pubblicamente che da ragazzino
veniva da Brescia in motorino a
Cremona per ascoltare i Diskanto
i quali – tra i pochi a quel tempo
- cantavano rock in italiano, trovando
coraggio per intraprendere
quella via autoctona al rock che
successivamente lo ha portato a
fondare i Timoria e a riempire stadi
e palazzetti durante gli anni ‘90.
È un artista straordinario, nel
contempo colto e popolare. Una
persona semplice, autentica e trasparente
come un vetro. Siamo
rimasti grandi amici e negli anni
abbiamo più volte condiviso palchi
e pezzi di cammino. Era già
stato ospite nel 2013 del nostro
disco Fluido. Questa volta ha cantato
con noi Ci credi ancora?, un
brano che invita a diffidare di tutti
i dogmi, le chiese ed i profeti
(laici e religiosi), e che contiene la
frase simbolo di questo disco (“Io
non credo nella mia salvezza. Credo
negli uomini e nella bellezza,
nel potere della tenerezza”). Per
noi significa che nessuno si salva
da solo e che potremo ritrovare
la luce in fondo al tunnel unicamente
ricostruendo il senso di comunità,
credendo nella bellezza,
nella ricchezza che la diversità tra
gli uomini ci offre e nel rispetto
dell’altro da noi. Temerari ospita
altri grandi amici artisti: Franchino
D’Aniello, flautista dei Modena
City Ramblers (nella canzone
Zep), Melissa Fontana, cantante
dei Duramadre (nel brano Il lanciatore
di coltelli) e Roberto Cipelli
(nella rielaborazione di Povero
tempo nostro).
Raccontate le motivazioni dell’omaggio
a Gianmaria Testa?
Temerari sulla macchine volanti
parla di molti temi, ma è sostanzialmente
un album dedicato alle
relazioni tra gli esseri umani, ai
tanti tic, alle storture, ma anche
ai caratteri e alle sfaccettature che
in questa fase storica ci sembra
che le connotino. Ci sono la fragilità
(ne Il lanciatore di coltelli),
la paura (in Vecchie abitudini),
l’indifferenza (in Odio gli indifferenti),
la razionalità (in Ci credi
ancora?), l’amore per la vita (in
30.000 giorni), la dignità (in Zep),
la precarietà (in Non avrai il mio
scalpo) e il narcisismo autoritario
(in Un giro di vite). Perché ci piace
interrogarci, scavare dentro di
noi e portare alla luce quanto di
buono e di cattivo ritroviamo. È
per questo che ci manca tanto un
profondo indagatore dell’animo
umano e uno strenuo difensore
dei più deboli, come Gianmaria
Testa, a cui abbiamo dunque
deciso di dedicare un omaggio,
provando con grande umiltà a
rileggere a modo nostro un suo
brano struggente e bellissimo,
uscito postumo nel 2019, grazie
alla moglie Paola Farinetti, che lo
ha ritrovato registrato tra i suoi
provini. “Povero tempo nostro”
chiude dunque il nostro CD con
toni anomalmente intensi e delicati,
intrisi di tutto l’amore che
abbiamo provato a iniettare in
quella canzone, ma soprattutto
grazie alla straordinaria partecipazione
di Roberto Cipelli, uno
dei migliori pianisti jazz italiani
(Paolo Fresu, Sheila Jordan, Tiziana
Ghiglioni, Ornella Vanoni
e molti altri), per anni collaboratore
di Testa, a cui abbiamo
chiesto di portare un po’ di Gianmaria
nel mood del brano. Speriamo
di esserci riusciti. Filippo
Bernardoni ha completato l’opera
abbinando i suoi disegni in un
video evocativo ed emozionante.
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