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Il suono : generalità - Istituto Istruzione Superiore Maserati

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digitale terrestre ed ha una qualità superiore all'MPEG-1 ma richiede per contro una maggior<br />

quantità di risorse hardware.<br />

L'MPEG-4 è un'estensione dell'MPEG-1 in grado di gestire flussi audio/video eterogenei,<br />

contenuti 3D, flussi video a basso bitrate e diritti digitali.<br />

L'MPEG-21 è nato per sviluppare una piattaforma comune per le future applicazioni<br />

multimediali.<br />

Uno standard abbandonado è invece l'MPEG-3, inizialmente sviluppato per l'HDTV in seguito si<br />

è scoperto che l'MPEG-2 era sufficiente per tale applicazione.<br />

MP3 (è il layer 3 dell’MPEG-1) è il compressore più utilizzato in assoluto nella codifica<br />

musicale. E’ un algoritmo di compressione audio di tipo lossy in grado di ridurre drasticamente la<br />

quantità di dati richiesti per memorizzare un <strong>suono</strong>, rimanendo comunque una riproduzione fedele<br />

del file originale non compresso.<br />

Per l'MPEG-1 layer 3 i bitrate (MP3) disponibili sono: 32, 40, 48, 64, 80, 96, 112, 128, 160, 192,<br />

224, 256 e 320 kbit/s ( 103 bits per secondo ), e le frequenze campionate disponibili sono 32, 44.1<br />

e 48 Khz. La frequenza di campionamento a 44.1 kHz è quasi sempre utilizzata per i CD<br />

audio, mentre i 128 Kbit/s come una sorta di bitrate standard "abbastanza buono". L'MPEG-2<br />

e l'MPEG-2.5 (non-ufficiale) contemplano un numero maggiore di bitrate: 8, 16, 24, 32, 40, 48, 56,<br />

64, 80, 96, 112, 128, 144 e 160 kbit/s<br />

Gli algoritmi<br />

Gli algoritmi sviluppati dal gruppo MPEG sono tutti algoritmi a perdita di informazione<br />

(lossy).<br />

Elaborare il segnale nel dominio delle frequenze offre anche altri vantaggi. <strong>Il</strong> nostro orecchio non è<br />

uno strumento lineare, cioè non percepisce tutti i suoni e soprattutto non li percepisce tutti nello<br />

stesso modo. Da qui l'idea di eliminare tutte quelle componenti frequenziali che non possiamo<br />

udire. Questa è ovviamente una tecnica lossy: il <strong>suono</strong> compresso sarà diverso da quello<br />

originale ma i nostri sensi non riusciranno a percepirne la differenza. Si rende quindi<br />

necessario uno studio sul modello percettivo, cioè sulla percezione umana del <strong>suono</strong>. La banda di<br />

frequenze udibili va dai 16 Hz fino a 20 kHz. Nel modello MPEG-1 il primo taglio in frequenza<br />

viene effettuato eliminando le frequenze troppo basse o troppo alte. Affinché un <strong>suono</strong> sia<br />

percepibile deve essere sufficientemente forte, cioè deve esercitare un livello minimo di pressione<br />

sulla membrana del timpano dell'orecchio, tuttavia tale soglia non è costante ma, varia in funzione<br />

della frequenza.<br />

In figura è riportato un grafico qualitativo che mostra quale deve essere la pressione minima<br />

che un <strong>suono</strong> deve avere per poter essere percepito. Nelle ascisse (in scala logaritmica) ci sono le<br />

frequenze, mentre nelle ordinate ci sono i livelli di pressione sonora (in dB). Tutti i suoni che si<br />

trovano nella zona grigia possono essere eliminati.<br />

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