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PreTesti - Telecom Italia

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20<br />

ACittà del Messico vivono gli angeli.<br />

È quello che penso quando<br />

guardo Ana Maria, che è venuta<br />

a prendermi all'aeroporto. Ana<br />

Maria è una scrittrice messicana, l'ho conosciuta<br />

a Gijon, durante la Semana Negra, ed è<br />

subito nata fra noi quella curiosa solidarietà<br />

fra scrittori errabondi. Lei ora mi fa salire<br />

su un taxi e mi racconta della sua città, che<br />

ama appassionatamente, dello stesso amore<br />

che ritrovo nelle parole che spendo per la<br />

mia città, così tanto bistrattata dall'immaginario<br />

collettivo, Milano.<br />

Non che Città del Messico sia da meno.<br />

A chiunque dicessi qual era la meta del<br />

mio viaggio vedevo gli occhi sbarrarsi: non<br />

prendere i taxi per strada, mi dicevano,<br />

non bere nulla col<br />

ghiaccio, vai in giro<br />

con una mascherina,<br />

non prendere<br />

la metropolitana,<br />

non mangiare nulla<br />

dalle bancarelle improvvisate<br />

per strada,<br />

muoviti circospetto,<br />

attento alle<br />

rapine. La cosa più<br />

inverosimile che mi<br />

è stata detta sembra<br />

persino divertente<br />

tanto è assurda: Città<br />

del Messico è così<br />

inquinata che gli uccelli<br />

di passo cadono<br />

a terra tramortiti!<br />

Racconto alla spicciolata<br />

queste cose a Ana Maria che sorride,<br />

anche se vedo un velo di amarezza nei suoi<br />

occhi. Ovviamente io non credo a nulla di<br />

sono un animale<br />

metropolitano, le città<br />

non mi spaventano, basta<br />

entrare in risonanza col<br />

battito del cuore urbano<br />

e il resto viene da solo<br />

tutto ciò. È semplicemente una questione<br />

di buon senso: chi di noi prenderebbe un<br />

taxi abusivo a Milano? Chi salirebbe su un<br />

mezzo pubblico con un fascio di cartamoneta<br />

che gli spunta dalla tasca della camicia?<br />

Chi si aggirerebbe di notte nei vicoli<br />

bui della città?<br />

Sono un animale metropolitano, le città non<br />

mi spaventano, basta entrare in risonanza<br />

col battito del cuore urbano e il resto viene<br />

da solo. In fondo viaggiare è anche questo:<br />

fare a pezzi i luoghi comuni che ci portiamo<br />

dentro, smantellare i pregiudizi. Dunque<br />

nei pochi giorni che ho vissuto a Città del<br />

Messico (perché sì, io vivo le città, non le<br />

visito e basta) ho cercato di fare tutto quello<br />

che mi era stato sconsigliato. Grazie anche<br />

ad Ana Maria, che,<br />

depositati i bagagli<br />

in albergo, mi porta<br />

subito verso lo Zocalo,<br />

l'enorme piazza<br />

prospiciente la<br />

Cattedrale cittadina.<br />

Enorme anch'essa.<br />

Tutto è enorme a Città<br />

del Messico. Tutto<br />

ha una dimensione<br />

quasi favolistica:<br />

Avenida des Insurgentes,<br />

per capirci,<br />

la strada che taglia<br />

da sottinsù la città, è<br />

lunga 42 chilometri.<br />

È come partire da<br />

Milano e arrivare a<br />

Como e restare sempre<br />

nella stessa città. Neppure sanno quanti<br />

abitanti faccia, Città del Messico. C'è chi<br />

dice venti milioni, chi trenta. Metà della<br />

pretesti|<br />

Febbraio 2012

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