Monica Grandi - Parrocchia Santi Angeli Custodi - Formica

L’idea errata che ci facciamo di una determinata persona o di un intero
gruppo etnico non aiuta l’integrazione, ma ostacola la vera conoscenza
dell’altro.
Il pregiudizio, infatti, non si ferma davanti a fatti o a eventi, ma si
focalizza su specifici gruppi sociali tendendo a penalizzare chi diventa
l’oggetto del giudizio stesso.
Spesso è proprio a causa del pregiudizio che nascono degli scontri
sociali raggiungendo, a volte, anche le dimensioni tragiche che
conosciamo.
Mentre il pregiudizio nasce precedentemente le scienze sociali, lo
stereotipo al contrario, si sviluppa successivamente. Il primo studioso
che ha affrontato questo tema è un giornalista, Walter Lippmann che
nel 1922 pubblicò un volume molto interessante sui processi di
formazione dell’opinione pubblica. Egli sostiene che «Il rapporto
conoscitivo con la realtà esterna non è diretto, bensì mediato dalle
immagini mentali che di quella realtà ciascuno si forma, in ciò
fortemente condizionato appunto dalla stampa, che andava allora
assumendo i connotati moderni della comunicazione di massa. Tali
immagini mentali, che costituiscono una sorta di pseudo-ambiente con
il quale di fatto si interagisce, hanno la caratteristica di essere delle
semplificazioni spesso grossolane e quasi sempre molto rigide, per la
semplice ragione che la mente umana non è in grado di comprendere e
trattare l’infinita varietà di sfumature e l’estrema complessità con le
quali il mondo si presenta.» 19
Il termine stereotipo trae le sue origini dall’ambiente tipografico in
quanto indica la riproduzione di immagini a stampa per mezzo di
forme fisse (stereòs = rigido e tùpos = impronta) 20 oggi, nell'uso
moderno, indica una visione semplificata e largamente condivisa su un
luogo, un oggetto, un avvenimento o un gruppo riconoscibile di
persone accomunate da certe caratteristiche o qualità.
19 Ibid. p. 15
20 Ibid.
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