I percorsi evolutivi delle famiglie - Edizioni Scientifiche Magi

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mensione genitoriale oggi si presenta non necessariamente connessa alla funzione biologica, mentre nella famiglia nucleare la genitorialità biologica coincideva con quella socio-affettiva. Ciò comporta per coloro che operano con le famiglie di saper accogliere sia le istanze di genitori adottivi e affidatari sia le più delicate problematiche che attengono, per esempio, alle relazioni genitoriali acquisite nelle famiglie ricomposte o alle relazioni di coppia e genitoriali che si confrontano con le procreazioni assistite che – sempre più spesso – generano tensioni irrisolte tra i partner, pur rispondendo al loro reciproco desiderio di realizzare il bisogno di generatività. In termini di cornici teoriche di riferimento possiamo dire che gli operatori del campo familiare sono incoraggiati ad applicare metodologie d’intervento che, nell’adottare una prospettiva relazionale, non trascurano le integrazioni con la prospettiva teorica dell’Infant Research (Stern, 1985) e più in generale con la teoria dell’attaccamento nelle sue più recenti riformulazioni (Bowlby, 1988; Mikulincer, 2004). Infatti le dinamiche relazionali delle famiglie ci portano a considerare come fattori predittivi di rischio tutti quei processi di allentamento/esclusione dei legami intra ed extra familiari che i processi di discontinuità (eventi critici) portano con sé. Risulta allora centrale per gli operatori del campo familiare (quando vi siano interdipendenze sia affettive che funzionali e normative come per esempio tra i genitori di uno stesso figlio) la competenza ad attivare tutti quei processi di interconnessione relazionale e di sostegno tra i membri delle famiglie che costituisce un’indispensabile risorsa per il benessere di adulti e bambini. Dunque non ci sorprende che nei servizi rivolti alle famiglie abbia preso sempre più spazio la necessità di saper stimolare tutte le forme di ascolto e comunicazione efficace tra i soggetti portatori di problematiche o che esprimono più semplicemente la necessità di confrontarsi tra loro per orientarsi a fronte di scelte complesse. Sempre più i genitori interrogano gli esperti e trovano anche giovamento nei Servizi che li accolgono offrendo stimoli e sostegno a giocare con i loro figli (ovvero a saperli ascoltare), a porsi domande in incontri/confronti strutturati con altri genitori per cercare risposte condivisibili nei gruppi di auto aiuto. Ma anche i figli dei separati tro- 17
vano spazi di ascolto sia a livello istituzionale che familiare attraverso i gruppi di parola e gli incontri strutturati di gioco triadico (LTP Clinico). L’offerta operativa rivolta alle nuove forme familiari si arricchisce, dunque, di nuovi interventi non «terapeutici» in senso tecnico, ma orientati in senso trasformativo/clinico, più idonei ad affrontare la complessa e variegata normalità della vita quotidiana, implementando i contesti dialogici che, più opportunamente, si aprono a esplorare la qualità affettiva dei modelli di organizzazione e riorganizzazione del «familiare», attivando tutte le risorse utili a promuoverne il benessere e l’evoluzione. Nuove politiche sociali e nascita dei centri per la famiglia Le rapide e profonde trasformazioni fin qui descritte, che hanno visto nel nostro paese il proliferare di più modelli familiari, hanno fatto sì che si sia sviluppato un ampio dibattito intorno alle politiche familiari. Si è, infatti, preso atto della trasformazione, diremo meglio della rivoluzione culturale che ha investito la famiglia intesa in modo tradizionale. In contrapposizione alle precedenti politiche che affrontavano principalmente i bisogni dei singoli individui, si è riscoperta la famiglia, come entità portatrice di bisogni di rispetto e cultura dei legami affettivi. I bisogni delle famiglie, le nuove esigenze legate alle relazioni sempre più complesse, alla complessità nel formare famiglia, alla difficoltà di mettere al mondo e guidare i figli, all’instabilità del legame di coppia, alla difficoltà di conciliare i tempi del lavoro della famiglia e dei figli, alla permanenza dei figli (sempre più protratta nel tempo) nel nucleo familiare, all’accudimento della generazione anziana, non vengono più riconosciuti come problemi della singola persona, ma bisogni collettivi di cui la comunità si deve fare carico. Le politiche sociali rivolte alle famiglie, quindi, sono divenute un cavallo di battaglia degli organi politici – sia a livello nazionale che locale – portando alla riflessione, al confronto e alla costruzione di programmi di governo che si sono spesso concretizzati nel promuovere nuovi servizi per gli interventi a so- 18
Page 1 and 2: a cura di Ritagrazia Ardone, Marisa
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Page 15: vato una loro sperimentazione e val

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