L'intervista completa a Maria Belli - Spi-Cgil Emilia-Romagna
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organizzavamo pullman per andare a Roma per convincere i parlamentari ad accelerare<br />
l’approvazione della legge. Mi ricordo che nel 1971, la mattina stessa in cui divenne legge<br />
dello Stato, fu decisiva la spedizione di 4 pullman con 200 donne forlivesi, la cui<br />
delegazione di cui facevo parte, forte di un tale appoggio, perorò talmente bene la causa<br />
da indurre i parlamentari a votarla”.<br />
D - Quanto la tua concretezza, la tua capacità di coinvolgere, ma anche di<br />
sperimentare sono state determinanti nelle conquiste successive del tuo impegno politico?<br />
R - “Tanto! Esclama e riprende “Appena insediata l’amministrazione comunale, fui<br />
incaricata dell’assessorato all’infanzia e subito approvammo un piano regolatore per gli<br />
asili nido. In 5 anni realizzammo 8 asili nido e 12 scuole dell’infanzia, un vero boom!<br />
Nel piano regolatore avevamo previsto dei parametri: dovevano essere edificati nei<br />
quartieri più densamente popolati; per costruire un asilo nido di tre sezioni (locali più<br />
giardino) occorreva un terreno di 3000 mq, il doppio per quelli di 6 sezioni. Realizzammo<br />
quasi tutti gli asili che ci sono tuttora. Il progetto fu supportato da idee innovative fra cui<br />
quella di convenzionarci subito con la facoltà di pedagogia dell’università di Bologna dove<br />
operavano gli esperti Canevaro, Fraboni e Faedi (di cui ottenemmo la consulenza). In<br />
seguito fu attivata una convenzione con il prof. Malaguzzi, responsabile di Reggio <strong>Emilia</strong>, il<br />
meglio del meglio!”<br />
D - Anche le amministrazioni comunali del sindaco Satanassi prima e di Zanniboni<br />
dopo hanno scommesso su di te. Come facevi ad avere tanta esperienza in questo<br />
settore ?<br />
R - “ Ascoltavo i problemi della gente, mi facevo carico dei loro bisogni, ci ragionavo<br />
sopra, mi documentavo e poi, insieme alle persone competenti, cercavo di trovare<br />
soluzioni. Per questo motivo prendemmo i contatti con i massimi esperti di pedagogia per<br />
l’impostazione pedagogica e culturale.<br />
Il maestro Santarini era l’operatore locale responsabile del progetto-asili. Io lo<br />
conoscevo, sapevo delle sue qualità e per questo chiesi al provveditore agli studi di<br />
distaccarlo a Forlì per seguire da vicino, quotidianamente, l’esperienza. Rimase sempre<br />
con noi come qualificato referente nel territorio, avendo l’università come punto di<br />
riferimento.<br />
L’esperienza dei nostri asili nido e delle scuole dell’infanzia fu stimolo e modello per<br />
tutta l’Italia, soprattutto del nord. Mi ricordo che invitai a Forlì Gianni Rodari, che<br />
conoscevo personalmente. Tenne un corso di formazione di 3 giorni nel salone comunale,<br />
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