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DOSSIER METES Residui negli alimenti: i rischi per la salute umana

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I • PESTICIDI<br />

Neuro- e immunotossicità: a causa di una certa simi<strong>la</strong>rità tra il sistema nervoso degli insetti<br />

e quello dei mammiferi, gli insetticidi organofosforici impiegati <strong>per</strong> attaccare il sistema<br />

nervoso degli insetti, possono presentare effetti neurotossici acuti e cronici sull’uomo.<br />

Numerosi composti, appartenenti a differenti c<strong>la</strong>ssi di pesticidi, sono in grado, inoltre, di<br />

determinare alterazioni del sistema immunitario. Diversi studi condotti su modelli animali<br />

corre<strong>la</strong>no strettamente con i dati ottenuti sulle popo<strong>la</strong>zioni umane esposte agli antiparassitari.Tali<br />

ricerche evidenziano, infatti, che l’esposizione prolungata a basse dosi di diversi<br />

pesticidi determina <strong>negli</strong> individui esposti alterazioni strutturali e funzionali del sistema<br />

immunitario, nonché riduzione del<strong>la</strong> resistenza alle infezioni virali, batteriche e parassitarie.Ad<br />

esempio, l’insetticida ma<strong>la</strong>thion, considerato un composto a bassa tossicità, induce<br />

effetti immunotossici come evidenziato da diversi studi condotti su modelli animali<br />

(Mansour, 2004).<br />

CLASSIFICAZIONE E NORMATIVA<br />

Al fine di effettuare una c<strong>la</strong>ssificazione da un punto di vista tossicologico dei pesticidi, è<br />

necessario accennare ai parametri s<strong>per</strong>imentali utilizzati <strong>per</strong> accertarne l’effettiva tossicità.<br />

L’effetto nocivo dell’assunzione involontaria di una certa quantità di fitofarmaco si manifesta,<br />

in genere, a breve distanza di tempo, generando così casi di avvelenamento o di tossicità<br />

acuta. Oltre <strong>la</strong> tossicità acuta, vanno considerati anche altri effetti sia di esposizione<br />

a breve termine (ad esempio,neurotossicità o mutagenicità) che di esposizione a lungo termine<br />

(come <strong>la</strong> cancerogenicità).<br />

La valutazione tossicologica di un pesticida è basata sul<strong>la</strong> determinazione s<strong>per</strong>imentale<br />

del<strong>la</strong> sua DL 50 (Dose Letale 50 o LD 50, Lethal Dose 50) che indica <strong>la</strong> quantità di prodotto<br />

capace di determinare <strong>la</strong> morte del 50% delle cavie di <strong>la</strong>boratorio in una unica somministrazione<br />

e viene espressa in parti <strong>per</strong> milione (ppm) o milligrammi <strong>per</strong> chilo (mg/Kg)<br />

di peso corporeo.<br />

Tenendo conto dei criteri di tossicità, sono state fatte varie c<strong>la</strong>ssificazioni dei pesticidi, sia<br />

a livello nazionale che internazionale.<br />

Per quanto riguarda l’Italia, <strong>per</strong> <strong>la</strong> produzione e commercializzazione dei pesticidi, <strong>la</strong> fonte<br />

normativa fondamentale è ancora oggi rappresentata dal DPR n. 1255 del 3/8/1968, nel<br />

quale sono contenute le norme <strong>per</strong> <strong>la</strong> concessione del<strong>la</strong> registrazione dei prodotti utilizzati<br />

nel<strong>la</strong> produzione agrico<strong>la</strong>. In base a tale decreto, i pesticidi sono stati distinti in quattro<br />

c<strong>la</strong>ssi tossicologiche su parere di una Commissione Consultiva costituita presso il<br />

Ministero del<strong>la</strong> Sanità. Dal 1992, a seguito del DPR n°223 del 24/5/1988 che ha recepito <strong>la</strong><br />

Direttiva CEE 78/631, <strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssificazione tossicologica è cambiata adeguandosi a quell’adottata<br />

in tutti i paesi dell’UE.<br />

Questo provvedimento ribadisce che i pesticidi sono c<strong>la</strong>ssificati in base all’effettiva tossicità<br />

acuta del preparato,ma piuttosto che c<strong>la</strong>ssi,individua delle “frasi di <strong>rischi</strong>o”che descrivono<br />

<strong>la</strong> <strong>per</strong>icolosità del preparato <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>salute</strong> <strong>umana</strong>, come illustrato in tabel<strong>la</strong> 2.<br />

24<br />

TABELLA 2 CLASSIFICAZIONE DEI PESTICIDI SECONDO LA TOSSICITÀ ACUTA<br />

I • PESTICIDI<br />

DL 50 Vecchia c<strong>la</strong>ssificazione Nuova c<strong>la</strong>ssificazione Simboli<br />

5 prima c<strong>la</strong>sse molto tossico T+<br />

5-50 prima c<strong>la</strong>sse tossico T<br />

50-500 seconda c<strong>la</strong>sse nocivo Xn<br />

500 terza c<strong>la</strong>sse irritante Xi<br />

quarta c<strong>la</strong>sse non c<strong>la</strong>ssificato<br />

Un’altra c<strong>la</strong>ssificazione proposta da Maroni e coll. nel 1977, distingue, invece, i pesticidi in<br />

sei categorie sul<strong>la</strong> base dell’agente contro cui sono diretti. In questa c<strong>la</strong>ssificazione vengono<br />

distinti, quindi, insetticidi, acaricidi, rodenticidi e molluschicidi che agiscono rispettivamentre<br />

contro insetti, acari, topi e molluschi; fungicidi che sono attivi contro le crittogame<br />

parassite; erbicidi che servono a distruggere le erbe infestanti.<br />

I RESIDUI DI PESTICIDI NEGLI ALIMENTI<br />

Per residuo di un pesticida s’intende una o più sostanze, inclusi i metaboliti e i prodotti<br />

derivanti dal<strong>la</strong> degradazione o dal<strong>la</strong> reazione, che viene rilevato nei vegetali o nei prodotti<br />

trasformati, nei prodotti animali destinati al consumo umano o nell’ambiente e che deriva<br />

dall’impiego di un prodotto fitosanitario.<br />

Per quanto concerne <strong>la</strong> rego<strong>la</strong>mentazione del<strong>la</strong> presenza di residui di antiparassitari nell’alimentazione<br />

animale e dell’uomo, esiste in Italia una ricca e rigorosa normativa che,<br />

essenzialmente, si riferisce all’attuazione di direttive comunitarie sul piano nazionale. Il<br />

Ministero del<strong>la</strong> Salute fissa, con proprio decreto, i limiti massimi di residuo (LMR) delle<br />

sostanze attive contenute nei prodotti destinati all’alimentazione.<br />

Attualmente, detti limiti massimi di residuo sono stabiliti dal D.M. 27 agosto 2004 (pubblicato<br />

sul S.O.n.179 al<strong>la</strong> G.U.n.292 del 14.12.2004) che contiene recenti disposizioni comunitarie<br />

e rie<strong>la</strong>bora ed unifica tutti i provvedimenti nazionali precedentemente in vigore in<br />

materia.<br />

Tale Decreto Ministeriale è stato aggiornato da tre successivi provvedimenti: D.M. 17<br />

novembre 2004 (pubblicato nel<strong>la</strong> G.U. n. 30 del 7 febbraio 2005), D.M. 4 marzo 2005 (GU<br />

n. 121 del 26-5-2005) e D.M. 13 maggio 2005 (GU n. 184 del 9-8-2005).<br />

A questi provvedimenti legis<strong>la</strong>tivi a livello nazionale va aggiunto il nuovo rego<strong>la</strong>mento CE<br />

pubblicato il 16 marzo 2005 che è entrato in piena attuazione dal 5 ottobre 2006. In questa<br />

data le normative nazionali sui residui di sostanze tossiche sono decadute e gli Stati<br />

membri non hanno potuto più fissare LMR a livello locale, ma hanno dovuto rispettare i<br />

limiti massimi imposti dal<strong>la</strong> normativa comunitaria.<br />

RESIDUI NEGLI ALIMENTI: I RISCHI PER LA SALUTE UMANA. 25

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