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DOSSIER METES Residui negli alimenti: i rischi per la salute umana

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II• FARMACI ANTIMICROBICI<br />

cina, neomicina, kanamicina, gentamicina, etc.), farmaci battericidi che inibiscono<br />

<strong>la</strong> sintesi proteica legandosi alle subunità 30S e 50S del ribosoma (Goodman and<br />

Gilmann, 1997; Di Modugno et al., 2004).<br />

(d) inibitori del<strong>la</strong> duplicazione e trascrizione del DNA:<br />

agiscono tramite questo meccanismo diversi farmaci antibatterici (es. rifampicina, chinoloni),<br />

antifungini (es. 5-flucitosina) e antivirali (es. aciclovir). Tali antimicrobici agiscono<br />

interferendo con l’attività di diversi enzimi microbici (es. DNA girasi, DNA topoisomerasi)<br />

cruciali nei meccanismi di duplicazione e trascrizione dell’informazione<br />

genetica (Di Modugno et al., 2004).<br />

(e) Antimetaboliti:<br />

gli antimetaboliti comprendono una serie diversificata di composti, che hanno una<br />

struttura simile a metaboliti coinvolti in funzioni essenziali <strong>per</strong> i microrganismi, quali <strong>la</strong><br />

sintesi degli acidi nucleici (Goodman and Gilmann, 1997). A questa c<strong>la</strong>sse appartengono<br />

i sulfamidici e il trimetropin che inibiscono <strong>la</strong> crescita batterica, interferendo con <strong>la</strong><br />

sintesi dell’acido folico (Di Modugno et al., 2004).<br />

L’uso preferenziale dei sulfamidici in zootecnia rispetto agli altri antimicrobici è dovuto a<br />

diversi motivi:<br />

1) Ampio spettro d’azione:sono attivi,infatti,non solo nei confronti del batteri gram- positivi<br />

e gram-negativi, ma anche verso protozoi (coccidi, toxop<strong>la</strong>smi), contro i quali sono<br />

inefficaci gran parte degli antibiotici; <strong>per</strong>tanto sono molto utili nelle forme morbose polifattoriali<br />

che caratterizzano gli allevamenti intensivi.<br />

2) Attività batteriostatica: è questo un elemento da non trascurare soprattutto in infezioni<br />

molto gravi e di tipo setticemico da enterobatteri; in questi casi, infatti, <strong>la</strong> somministrazione<br />

di chemioterapici ad azione litica sui batteri induce una rapida liberazione di endotossine,<br />

con ulteriore aggravamento del quadro clinico e, non raramente, morte <strong>per</strong> shock<br />

endotossico (Bal<strong>la</strong>rini, 1980).<br />

3) Basso costo: fattore partico<strong>la</strong>rmente importante allorché <strong>la</strong> somministrazione del farmaco<br />

è indirizzata ad un numero cospicuo di animali (Merck, 1990; Beretta, 1992).<br />

4) Anche <strong>la</strong> stabilità nel tempo e alle alte tem<strong>per</strong>ature rendono i sulfamidici partico<strong>la</strong>rmente<br />

adatti al<strong>la</strong> terapia di massa; infatti queste sostanze rimangono attive anche se <strong>la</strong>sciate<br />

<strong>per</strong> lungo tempo misce<strong>la</strong>te nei mangimi (al contrario di molti antibiotici che sono re<strong>la</strong>tivamente<br />

instabili), oppure se sono sottoposte al<strong>la</strong> misce<strong>la</strong>zione e al<strong>la</strong> bollitura con gli<br />

avanzi di cibo utilizzati come mangime (Hoji, 1980).<br />

RESISTENZA AI FARMACI ANTIMICROBICI<br />

La resistenza ai farmaci antimicrobici rappresenta <strong>la</strong> capacità dei microrganismi di alcune<br />

specie di sopravvivere, o anche moltiplicarsi, in presenza di concentrazioni di farmaco di<br />

rego<strong>la</strong> sufficienti <strong>per</strong> inibire o uccidere microrganismi del<strong>la</strong> stessa specie.<br />

48<br />

II• FARMACI ANTIMICROBICI<br />

La farmacoresistenza può essere legata all’insorgenza di mutazioni e trasmessa verticalmente<br />

alle cellule figlie. Più comunemente, <strong>la</strong> resistenza viene acquisita mediante trasferimento<br />

orizzontale di fattori genetici di resistenza da una cellu<strong>la</strong> donatrice, spesso un<br />

microrganismo di una specie diversa. Quando una nuova mutazione responsabile del<strong>la</strong><br />

resistenza ad un antibiotico è avvenuta in un batterio, questa può diffondersi ad altri batteri<br />

in vari modi. Le resistenze che si diffondono con più facilità sono quelle codificate a<br />

livello extracromosomale, a livello di p<strong>la</strong>smidi (o fattori R) e trasposoni (detti anche “jumping<br />

genes”).<br />

I p<strong>la</strong>smidi o fattori R, sono piccole molecole di DNA (2-8 x 10 7 dalton), in grado di replicarsi<br />

autonomamente e che possiedono l’informazione genetica <strong>per</strong> <strong>la</strong> resistenza ad uno o<br />

più antibiotici di c<strong>la</strong>ssi diverse. La trasmissione dei fattori R è partico<strong>la</strong>rmente importante<br />

da un punto di vista epidemiologico, poiché causa il trasferimento contemporaneo del<strong>la</strong><br />

resistenza a parecchi antibiotici da un batterio ad un altro anche di specie diversa. Poiché<br />

i p<strong>la</strong>smidi si replicano in maniera indipendente, senza cioè necessità di integrarsi nel cromosoma<br />

batterico, le resistenze codificate a livello p<strong>la</strong>smidico sono quelle che si diffondono<br />

più rapidamente all’interno del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione batterica sia nell’ambito del<strong>la</strong> stessa<br />

specie che tra specie diverse (Di Modugno et al., 2004).<br />

Alcuni geni che codificano <strong>per</strong> proteine che conferiscono resistenza ai farmaci antibatterici<br />

sono collocati su trasposoni, elementi mobili e trasferibili in grado di saltare da un<br />

posto all’altro del genoma batterico o del DNA p<strong>la</strong>smidico.<br />

I meccanismi biochimici del<strong>la</strong> resistenza possono essere raggruppati in quattro<br />

c<strong>la</strong>ssi principali (Di Modugno et al., 2004):<br />

1) Inattivazione enzimatica dell’antibiotico: il più chiaro ed importante esempio è rappresentato<br />

dall’inattivazione degli antibiotici β-<strong>la</strong>ttamici da parte delle β-<strong>la</strong>ttamasi, idro<strong>la</strong>si<br />

batteriche che rompono il legame carboamidico del nucleo β-<strong>la</strong>ttamico di tali farmaci producendo<br />

derivati acidi privi di attività antibatterica.<br />

2) Modifica del bersaglio mediante mutazione o modifica enzimatica e/o sovraespressione<br />

del bersaglio inibito dall’antibiotico: <strong>la</strong> resistenza dovuta ad una modificazione del<br />

sito di legame dell’antibiotico gioca un ruolo molto importante, ad esempio, <strong>per</strong> i farmaci<br />

che agiscono a livello del ribosoma.<br />

3) Alterazioni del<strong>la</strong> <strong>per</strong>meabilità del<strong>la</strong> parete cellu<strong>la</strong>re, che può essere determinata dall’insorgenza<br />

di mutazioni nelle porine, canali presenti nel<strong>la</strong> membrana esterna dei batteri<br />

Gram-negativi, o <strong>per</strong> l’aumento di espressione di trasportatori e pompe di efflusso ATPdipendenti,<br />

in grado di estrudere <strong>la</strong> maggior parte degli antibiotici.<br />

4) Sviluppo di vie metaboliche alternative: ad esempio, il meccanismo di resistenza al<strong>la</strong><br />

vancomicina, un inibitore del<strong>la</strong> sintesi del<strong>la</strong> parete cellu<strong>la</strong>re, è legato ad un rimodel<strong>la</strong>mento<br />

metabolico dell’involucro cellu<strong>la</strong>re. I batteri resistenti sono in grado di sintetizzare il<br />

peptidoglicano con una struttura chimica modificata, non più riconoscibile dal farmaco.<br />

La resistenza al<strong>la</strong> vancomicina coinvolge l’azione di 5 geni (van R, S, H, A, X) codificati a<br />

livello del trasposone Tn1546 (Di Modugno et al., 2004).<br />

RESIDUI NEGLI ALIMENTI: I RISCHI PER LA SALUTE UMANA. 49

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