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DOSSIER METES Residui negli alimenti: i rischi per la salute umana

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I • PESTICIDI<br />

I radicali liberi, che sono anche prodotti naturalmente, sono coinvolti in diversi tipi di<br />

lesioni patologiche, compresa <strong>la</strong> morte cellu<strong>la</strong>re. Le cellule dell’organismo possiedono<br />

diversi meccanismi di protezione contro <strong>la</strong> tossicità indotta dai radicali liberi dell’ossigeno.<br />

Quando il paraquat e il diquat sono presenti in elevata concentrazione, i meccanismi<br />

di difesa non riescono a proteggere le cellule dal<strong>la</strong> massiccia produzione di questi radicali<br />

che possono, così, determinare morte cellu<strong>la</strong>re e danni tissutali.<br />

Una volta assorbiti a livello sistemico, paraquat e diquat si distribuiscono rapidamente nell’organismo.<br />

Il paraquat si accumu<strong>la</strong> in organi come polmoni e reni. Nel polmone l’accumulo<br />

procede lentamente mediante un processo attivo che induce edema, alveoliti e fibrosi<br />

progressiva delle membrane basali degli alveoli. La morte sopravviene <strong>per</strong> insufficienza<br />

respiratoria.<br />

Al contrario, il diquat non si accumu<strong>la</strong> a livello polmonare, ma elevati livelli di questo erbicida<br />

provocano disfunzioni a livello gastrointestinale ed effetti tossici nel fegato e nei reni.<br />

I reni sono anche <strong>la</strong> principale via di escrezione <strong>per</strong> entrambi i composti. Comunque, elevate<br />

concentrazioni a livello renale sia di paraquat che di diquat provocano danni renali<br />

che rallentano l’eliminazione di queste sostanze dall’organismo.<br />

IL PROBLEMA DEI RESIDUI<br />

Come già detto precedentemente, il rapido incremento demografico a livello mondiale ha<br />

evidenziato <strong>la</strong> necessità di aumentare <strong>la</strong> produzione mondiale di cibo. Una delle strategie<br />

che viene attualmente seguita è basata sul controllo dei parassiti, in quanto più del 30%<br />

del<strong>la</strong> produzione annuale di cibo viene <strong>per</strong>duta a causa dell’infestazione parassitaria<br />

(Kannan et al., 1997).<br />

Nei paesi tropicali <strong>la</strong> <strong>per</strong>dita di raccolto è ancora più severa, a causa dell’alta tem<strong>per</strong>atura<br />

e dell’umidità che favoriscono una rapida moltiplicazione dei parassiti. Pertanto, ai tropici<br />

risulta necessario l’impiego di un’ampia varietà di pesticidi sulle colture agricole al fine di<br />

combattere parassiti e ma<strong>la</strong>ttie, nonostante vari studi abbiano dimostrato che un’applicazione<br />

prolungata di organoclorurati sui suoli tropicali ne favorisca <strong>la</strong> degradazione e l’infertilità<br />

(Mitra & Raghu, 1998).<br />

Sebbene, da tempo, sia disponibile sul mercato una vasta gamma di sostanze antiparassitarie,soltanto<br />

poche tra queste soddisfano pienamente le esigenze di avere basso costo,grande<br />

efficacia e sicurezza. La situazione economica degli agricoltori dei paesi tropicali in via<br />

di sviluppo li costringe a scegliere il pesticida più economico e più efficace, <strong>la</strong>sciando in<br />

secondo piano il problema del<strong>la</strong> sicurezza.<br />

Gli insetticidi organoclorurati come il DDT, l’esaclorocicloesano (HCH), l’aldrin e il dieldrin,<br />

sono tra i pesticidi più comunemente utilizzati nei paesi dell’Asia, dell’Africa,<br />

dell’America Latina e in alcuni paesi europei che hanno mantenuto <strong>per</strong> decenni condizioni<br />

economiche piuttosto arretrate, come ad esempio i paesi dell’ex im<strong>per</strong>o sovietico o<br />

del<strong>la</strong> ex Jugos<strong>la</strong>via.<br />

32<br />

Non va dimenticato, inoltre, che molti insetticidi il cui uso era stato bandito o fortemente<br />

ristretto a causa del<strong>la</strong> loro dimostrata <strong>per</strong>sistenza nell’ambiente e nell’organismo umano<br />

(come appunto il DDT), sono stati nuovamente ammessi da organismi internazionali come<br />

OMS/WHO e <strong>la</strong> FAO,seppure in quantità strettamente rego<strong>la</strong>mentate.Ricordiamo,ad esempio,<br />

il Messico che ha utilizzato 3000 tonnel<strong>la</strong>te annue di DDT nel <strong>per</strong>iodo comprese tra<br />

il 1990 e il 1998 (Pardio et al., 1998).<br />

Uno dei problemi più importanti dell’uso indiscriminato di antiparassitari (organoclorurati<br />

in partico<strong>la</strong>re), è rappresentato dal<strong>la</strong> <strong>per</strong>sistenza di residui nell’ambiente e quindi nelle<br />

matrici alimentari. Per tale ragione, notevoli concentrazioni di composti organoclorurati<br />

sono state rilevate in campioni di <strong>la</strong>tte umano e di tessuto adiposo prelevati in vari paesi<br />

del terzo mondo. Questi risultati indicano <strong>la</strong> presenza di una rilevante esposizione <strong>umana</strong><br />

a queste sostanze. D’altra parte, mentre nei paesi industrializzati esistono dei sistemi di<br />

sorveglianza e monitoraggio dei pesticidi <strong>negli</strong> <strong>alimenti</strong>, lo stesso non si verifica nei paesi<br />

in via di sviluppo.Va sottolineato, comunque, che nonostante i controlli previsti, anche nei<br />

paesi industrializzati si sono registrati casi di intossicazione dovuti a consumo di <strong>alimenti</strong><br />

contaminati.<br />

CONTAMINAZIONE ALIMENTARE DA PESTICIDI<br />

I • PESTICIDI<br />

La contaminazione di prodotti alimentari con pesticidi è di partico<strong>la</strong>re interesse a causa<br />

dell’alta tossicità di questi composti.<br />

Tra gli antiparassitari, i pesticidi organoclorurati a causa del<strong>la</strong> loro <strong>per</strong>sistenza nell’ambiente,<br />

del<strong>la</strong> suscettibilità al<strong>la</strong> bioaccumu<strong>la</strong>zione e <strong>per</strong> l’elevata tossicità sono stati vietati<br />

nei paesi industrializzati da anni; non va comunque dimenticato che, il DDT e altri organoclorurati<br />

vengono ancora utilizzati in diversi paesi in via di sviluppo, con il risultato che<br />

<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione <strong>umana</strong> è ancora esposta a queste sostanze soprattutto attraverso il <strong>la</strong>tte e i<br />

suoi derivati (Peshin, et al. 2002).<br />

Alcuni monitoraggi condotti in India hanno evidenziato che il DDT e l’HCN rappresentano<br />

i residui di antiparassitari trovati più frequentemente nei cibi e in alcuni casi l’assunzione<br />

alimentare di questi residui risulta essere 100 volte su<strong>per</strong>iore rispetto ai paesi industrializzati<br />

(Peshin, et al. 2002).<br />

Studi condotti in Tai<strong>la</strong>ndia e Ma<strong>la</strong>isia hanno evidenziato una contaminazione del<strong>la</strong> carne<br />

con insetticidi organoclorurati come DDT, aldrina e dieldrina, mentre valutazioni effettuate<br />

su diversi campioni di prodotti alimentari in Australia e in Nuova Ze<strong>la</strong>nda hanno rive<strong>la</strong>to<br />

<strong>la</strong> presenza di pesticidi come clordano e altri organoclorurati. La preoccupazione maggiore<br />

riguarda i neonati e i bambini, in quanto più esposti al <strong>rischi</strong>o contaminazioni, <strong>per</strong>ché<br />

consumatori di <strong>la</strong>tte materno o commerciale. Inoltre non va dimenticato che <strong>la</strong> malnutrizione<br />

aumenta il <strong>rischi</strong>o di tossicità. Infatti, studi condotti in India, hanno rilevato che<br />

l’apporto giornaliero di DDT nei bambini indiani risulta essere fino a 100 volte su<strong>per</strong>iore<br />

rispetto all’ADI proposta da FAO/WHO (Peshin, et al. 2002).<br />

RESIDUI NEGLI ALIMENTI: I RISCHI PER LA SALUTE UMANA. 33

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