L'America sta uscendo dalla crisi - Corriere Del Sud
L'America sta uscendo dalla crisi - Corriere Del Sud
L'America sta uscendo dalla crisi - Corriere Del Sud
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
REGIONALE<br />
Via Lucifero 40 - CROTONE -<br />
Tel. 0962/905192 - Fax 1920413<br />
Giorgio Lambrinopulos<br />
PERIODICO INDIPENDENTE CULTURALE - ECONOMICO DI FORMAZIONE ED INFORMAZIONE<br />
DIREZIONE - REDAZIONE - AMMINISTRAZIONE - Via Lucifero 40 - Crotone 88900 - Tel.(0962) 905192 - Fax (0962) 1920413 Iscr.Reg.Naz. della Stampa n. 4548 del 12.02.1994 - ROC n. 2734<br />
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 45% art. 2 comma 20/b L. 662/96 - Poste Italiane Filiale di Catanzaro - Gruppo 3° - mensile pubblicità inferiore al 50% - tassa pagata - tax paid -<br />
Direttore Editoriale Pino D’Ettoris - Direttore Responsabile Tina D’Ettoris - Abbonamenti: euro 26,00 - Contributo Sostenitore euro: 50,00 - Estero euro: 100,00 c.c.p. 15800881 inte<strong>sta</strong>to a IL CORRIERE DEL SUD<br />
Sito Web: www.corrieredelsud.it - E-Mail: direttore@corrieredelsud.it - redazione@corrieredelsud.it - giornalisti@corrieredelsud.it<br />
ASSOCIATO ALL’USPI<br />
Anno XVIII N° 11/2009 - 1 agosto C 1,00<br />
UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA<br />
REGIONALE<br />
Via Lucifero 40 - CROTONE -<br />
Tel. 0962/905192 - Fax 1920413<br />
Obama: «I tempi duri non sono ancora finiti: il deficit è una preoccupazione, ma non<br />
dobbiamo stringere la cinghia proprio mentre cerchiamo di uscire <strong>dalla</strong> recessione»<br />
L’America <strong>sta</strong> <strong>uscendo</strong> <strong>dalla</strong> <strong>crisi</strong><br />
Intanto il Governo italiano valuta la possibilità di introdurre un sistema di fiscalità<br />
di vantaggio in favore delle imprese che investono nelle regioni meridionali<br />
Verso la fine del tunnel:<br />
gli Stati Uniti<br />
si avviano a uscire<br />
<strong>dalla</strong> recessione, della quale<br />
“forse cominciamo a vedere<br />
l’inizio della fine”. Il<br />
presidente americano Barack<br />
Obama difende le<br />
scelte effettuate <strong>dalla</strong> sua<br />
amministrazione per sostenere<br />
l’economia a stelle e<br />
strisce. Scelte che, insieme<br />
“al salvataggio delle banche,<br />
iniziato con il precedente<br />
governo”, hanno fatto<br />
sì che “la recessione non<br />
divenisse depressione” e<br />
che “venissero salvate centinaia<br />
di migliaia di posti di<br />
lavoro”. Certo è - aggiunge<br />
- che “i tempi duri non<br />
sono ancora finiti: il deficit<br />
è una preoccupazione ma<br />
non dobbiamo stringere la<br />
cinghia proprio mentre cerchiamo<br />
di uscire <strong>dalla</strong> recessione”.Un’affermazione,<br />
que<strong>sta</strong>, in difesa del<br />
massiccio piano di stimolo<br />
fiscale da 787 miliardi oggetto<br />
di persistenti critiche<br />
da parte dei repubblicani,<br />
che lo accusano di non essere<br />
<strong>sta</strong>to in grado di arginare,<br />
nono<strong>sta</strong>nte l’entità,<br />
l’emorragia occupazionale<br />
con la disoccupazione sali-<br />
ta al 9,5%. Dal North Carolina<br />
il presidente americano<br />
traccia un bilancio delle<br />
azioni prese sul fronte<br />
dell’economia nei suoi primi<br />
sei mesi alla Casa Bianca.<br />
Raccontando di essere<br />
rimasto sorpreso <strong>dalla</strong> copertina<br />
dell’ultimo numero<br />
di Newsweek, dal titolo<br />
‘La recessione e’ finità,<br />
Obama osserva come indubbiamente<br />
la situazione<br />
è migliorata ma “ci vorrà<br />
del tempo prima di agguantare<br />
una completa ripresa.<br />
Non ci fermeremo e non riposeremo<br />
fino a quando<br />
tutti quelli che cercano un<br />
lavoro non lo troveranno”.<br />
“Sappiamo che i tempi duri<br />
non sono finiti, ma sappiamo<br />
anche - spiega - che<br />
senza le azioni intraprese<br />
la nostra economia <strong>sta</strong>rebbe<br />
ancora peggio”. “Non<br />
siamo più in caduta libera.<br />
I giovani d’oggi sono vagabondi<br />
I<br />
giovani d’oggi non<br />
hanno voglia né di<br />
studiare né di lavorare<br />
lo rileva il Rapporto<br />
Giovani 2008, sono 270<br />
mila ragazzi tra i 15 e i<br />
19 anni il 9% del totale e<br />
1 milione e 900mila giovani<br />
tra i 25 e i 35 anni,<br />
il 25%. Non lo ritengono<br />
necessario, semplicemente.<br />
Ba<strong>sta</strong> loro vivere<br />
nel limbo tra studio e<br />
occupazione, senza impegnarsi<br />
seriamente con<br />
alcuna ipotesi di vita. E’<br />
un atteggiamento lassi<strong>sta</strong>,<br />
rinunciatario e inconcludente,<br />
privo di un orizzonte<br />
professionale ed<br />
esistenziale che sembra<br />
sempre più prendere piede<br />
fra le fila delle nuove<br />
leve. La ricerca è <strong>sta</strong>ta<br />
commissionata dal ministero<br />
della Gioventù e re-<br />
La Casa Bianca a Washington<br />
alizzata dal Dipartimento<br />
di Studi sociali, economici<br />
e demografici della<br />
Sapienza di Roma. Certamente<br />
non bisogna neanche<br />
troppo generalizzare,<br />
ma il fenomeno esiste, la<br />
tendenza denunciata c’è.<br />
Non è una tendenza che<br />
riguarda soltanto i giovani,<br />
ma è una posizione<br />
dilagante. È quel modo<br />
- scrive Socci - di concepire<br />
l’esistenza che Teilhard<br />
de Chardin definiva<br />
«il venire meno del gusto<br />
del vivere». Il fenomeno<br />
è <strong>sta</strong>to studiato anche in<br />
Spagna, dove è <strong>sta</strong>to ribattezzato<br />
con il nome<br />
“Generacion ni-ni”, “Ne<br />
studia, né lavora” e sono<br />
circa il 54% dei giovani<br />
spagnoli. Il giornale online,<br />
Il Sussidiario.net ha<br />
intervi<strong>sta</strong>to sull’argomen-<br />
to il professore Marcello<br />
d’Orta e Antonio Socci.<br />
Per il primo “né”, ossia<br />
la non voglia di studiare,<br />
di frequentare una scuola<br />
e diplomarsi, ha risposto<br />
il maestro D’Orta, in nessuna<br />
epoca è “piaciuto”<br />
andare a scuola. Una volta<br />
si diceva che «se non ti<br />
prendi il “pezzo di carta”<br />
da grande non potrai fare<br />
nemmeno lo spazzino».<br />
Ormai sono anni che si è<br />
capito che il lavoro non è<br />
consequenziale al fatto di<br />
essere andati a scuola. -<br />
Afferma D’Orta - Prevale<br />
l’istintività: non appena<br />
un giovane si accorge che<br />
molte persone, pur non<br />
essendo passate neanche<br />
per sbaglio da una scuola,<br />
hanno un’occupazione<br />
e un reddito più che buono,<br />
si tuffano a pesce nel<br />
mondo del lavoro, sempre<br />
che lo trovino. Anche se<br />
oggi il rifiuto istintivo nei<br />
confronti dell’istituzione<br />
scolastica è cambiato,<br />
«probabilmente oggi<br />
Pinocchio e Lucignolo<br />
non andrebbero più nel<br />
Paese dei Balocchi, ma<br />
resterebbero a scuola».<br />
Ovviamente si tratta di<br />
una provocazione, ma è<br />
molto indicativa rispetto<br />
a quanto accade nelle<br />
odierne aule scolastiche.<br />
La scuola oggi ha perso<br />
il proprio prestigio e, soprattutto<br />
l’autorità, forse<br />
per questo andarci non<br />
appare più così gravoso<br />
come un tempo. Ma nemmeno<br />
appare più utile.<br />
Una volta il maestro era<br />
un Maestro. Interrogava,<br />
Continua a pag 2<br />
Il mercato <strong>sta</strong> migliorando<br />
e il sistema finanziario non<br />
è più sull’orlo del collasso.<br />
Il tasso a cui stiamo perdendo<br />
posti di lavoro si è<br />
dimezzato rispetto a quando<br />
ho assunto l’incarico sei<br />
mesi fa. I prezzi delle case<br />
sono saliti per la prima volta<br />
in tre anni: quindi non<br />
c’é alcun dubbio che le<br />
cose vadano meglio. Forse<br />
cominciamo a vedere l’inizio<br />
della fine della recessione.<br />
Ma questo è di poco<br />
conforto per chi ha perso il<br />
proprio lavoro e non riesce<br />
a trovarne un altro”, mette<br />
in evidenza Obama. La <strong>crisi</strong><br />
economica - con<strong>sta</strong>ta la<br />
Fed nel Beige Book, il rap-<br />
porto sulla <strong>sta</strong>to di salute<br />
dell’economia <strong>sta</strong>tunitense<br />
- si è “attenuata” in molti<br />
distretti: la banca centrale<br />
prevede una moderata ripresa<br />
dell’industria fra seidodici<br />
mesi. L’economia<br />
americana nel primo trimestre<br />
dell’anno si è contratta<br />
del 5,5%, un calo inferiore<br />
alle attese degli analisti.<br />
Venerdì prossimo il Dipartimento<br />
del Commercio<br />
renderà nota la prima stima<br />
del pil del secondo trimestre<br />
che, secondo gli analisti,<br />
sarà l’ultimo con segno<br />
negativo. Le stime sono di<br />
una contrazione dell’1,5%.<br />
Obama, alle prese con un<br />
calo di popolarità (il sondaggio<br />
Gallup lo indica al<br />
54%) e in difficoltà con la<br />
riforma sanitaria (che non<br />
sarà votata prima dell’autunno),<br />
difende davanti<br />
alla platea i miliardi di dollari<br />
spesi per salvare le<br />
banche e l’industria automobilistica.<br />
Settori che,<br />
spiega, era necessario salvare.<br />
“So che può sembrare<br />
non corretto a molti americani<br />
che soldi dei contribuenti<br />
siano <strong>sta</strong>ti utilizzati<br />
per aiutare banche che si<br />
erano esposte a rischi eccessivi.<br />
Neanche a me è<br />
sembrato giusto: ma il salvataggio<br />
delle banche, anche<br />
se iniziato con la precedente<br />
amministrazione,<br />
era necessario perché<br />
sbloccando i mercati del<br />
credito abbiamo aiutato a<br />
far sì che la recessione non<br />
divenisse depressione”.<br />
“Abbiamo anche adottato<br />
azioni per aiutare l’industria<br />
automobilistica a<br />
Continua a pag 2<br />
Alain Finkielkraut<br />
L’umanità perduta<br />
Lindau<br />
pp. 148 €. 14,00<br />
Il XX secolo ha lasciato al nuovo<br />
millennio un’eredità tragica.<br />
La più radicale affermazione<br />
di autonomia - di liberazione -<br />
dell’uomo che la storia abbia<br />
conosciuto, l’umanesimo figlio<br />
della modernità, si è risolta nel<br />
suo esatto contrario, la riduzione<br />
in schiavitù e lo sterminio di milioni<br />
di esseri umani sotto il Terzo<br />
Reich così come in Unione<br />
Sovietica e in Cina, in Cambogia<br />
sotto il regime dei Khmer Rossi,<br />
in Ruanda e nel Darfur.
P<br />
2 olitica<br />
N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto<br />
Segue <strong>dalla</strong> prima della maggioranza al Dpef, pre- “Spero di poter puntare verso Segue <strong>dalla</strong> prima<br />
emergere da una <strong>crisi</strong> che lei<br />
stessa aveva creato: que<strong>sta</strong> era<br />
una buona ragione per lasciare<br />
andare general Motors e Chrysler,<br />
e so che molti la pensano<br />
così. Ma nel mezzo della recessione,<br />
il loro collasso sarebbe<br />
<strong>sta</strong>to una catastrofe per l’economia.<br />
Abbiamo salvato centinaia<br />
di migliaia di posti di lavoro e ci<br />
aspettiamo di riavere i nostri soldi<br />
indietro”. Il presidente Barack<br />
Obama ha detto oggi di non<br />
aspettarsi un voto del Congresso<br />
sulla riforma della sanità prima<br />
di settembre o ottobre. “Anche<br />
nel migliore dei casi il Congresso<br />
non voterà su que<strong>sta</strong> legge fino a<br />
settembre o alla metà di ottobre”,<br />
ha detto Obama parlando a Raleigh<br />
in North Carolina. Intanto in<br />
Italia : L’Aula della Camera ha<br />
approvato la risoluzione di maggioranza<br />
Cicchitto-Cota che impegna<br />
il governo a portare avanti<br />
“con determinazione” gli obiettivi<br />
e le linee di azione indicati nel<br />
Documento di programmazione<br />
economico-finanziaria relativo<br />
alla manovra di finanza pubblica<br />
per gli anni 2010-2013. Il Dpef<br />
passa per un soffio. La Camera<br />
ha approvato la risoluzione di<br />
maggioranza sul Dpef con 254<br />
voti a favore e 233 contrari. E la<br />
maggioranza porta a casa un risultato<br />
positivo anche grazie alle<br />
nutrite assenze tra le fila del Pd e<br />
dell’Idv dal momento che il centrosinistra<br />
dispone di 340 deputati<br />
mentre l’opposizione ne ha<br />
277. E il Pdci accusa le opposizioni<br />
che siedono in Parlamento<br />
di avere salvato il Governo alla<br />
Camera nell’approvazione del<br />
Dpef: “Siamo di fronte a una netta<br />
difficoltà di tenuta della maggioranza<br />
parlamentare ma, ancora<br />
una volta ci pensa la cosiddetta<br />
opposizione a risolvere i problemi<br />
di Berlusconi”. Tremonti:<br />
“L’Italia non è in declino”, il sistema<br />
economico italiano “tiene”<br />
e va anche meglio rispetto ad altri<br />
paesi europei. Questo indica<br />
che “la scelta di fiducia e prudenza”<br />
fatta dal governo ha portato<br />
buoni risultati. Il ministro<br />
dell’Economia, Giulio Tremonti,<br />
nel corso della replica in Senato<br />
sul Dpef torna a criticare i “teorici<br />
del declinismo” e sottolinea<br />
che l’Italia ha retto bene l’urto<br />
della <strong>crisi</strong>. “Ci è <strong>sta</strong>to detto - afferma<br />
Tremonti - che l’Italia è in<br />
declino, che non cresce” e altri<br />
paesi vanno meglio. “Ma - prosegue<br />
- la <strong>crisi</strong> ha evidenziato che<br />
quella crescita non era il prodotto<br />
strutturale, so<strong>sta</strong>nziale, non era<br />
l’effetto delle riforme, ma quella<br />
crescita era prodotta dal debito.<br />
Dall’Islanda alla Spagna dal Baltico<br />
ai Balcani l’area della <strong>crisi</strong> si<br />
manife<strong>sta</strong> con intensità superiore<br />
a quella che si manife<strong>sta</strong> in Italia.<br />
Ci sono grandi paesi con una caduta<br />
del Pil maggiore e altri un<br />
po’ diversa, ma la grandezza di<br />
riferimento indica la tenuta del<br />
nostro sistema”. Questo indica,<br />
sottolinea Tremonti, che “la scelta<br />
di fiducia fatta dal governo è<br />
<strong>sta</strong>ta una scelta giu<strong>sta</strong>, oggetto di<br />
consenso nelle tornate elettorali.<br />
Fiducia e prudenza - conclude - è<br />
una scelta che il governo intende<br />
continuare a fare”. La risoluzione<br />
approva Un Piano per il <strong>Sud</strong> e<br />
l’avvio di opere strategiche per<br />
“l’infrastrutturazione del Mezzogiorno<br />
d’Italia, al fine di promuovere<br />
lo sviluppo e la competitività<br />
internazionale”. La risoluzione<br />
sentata al Senato dai capigruppo<br />
di Pdl e Lega Maurizio Gasparri<br />
e Federico Bricolo, impegna il<br />
governo ad una politica per il<br />
Mezzogiorno con l’obiettivo di<br />
fermare una possibile deriva meridionali<strong>sta</strong><br />
nell’ ambito del centrodestra.<br />
Il documento, che ha<br />
l’appoggio del viceministro<br />
dell’Economia Giuseppe Vegas<br />
chiede al Governo di valutare “la<br />
possibilità di introdurre, tenendo<br />
conto delle compatibilità di finanza<br />
pubblica, un sistema di ‘fiscalità<br />
di vantaggio in favore delle<br />
imprese che investono nelle<br />
regioni meridionali” ed è invitato<br />
a “portare avanti l’azione di riordino<br />
e riqualificazione della spesa<br />
corrente considerando che<br />
ogni tipologia di spesa richiede<br />
strumenti di intervento differenziati<br />
e non riduzioni generalizzate,<br />
avendo come obiettivo quello<br />
di aumentare l’efficienza dell’uso<br />
di tali risorse in maniera tale da<br />
migliorare i servizi offerti e i risultati<br />
ottenuti”. Sul versante<br />
energetico la risoluzione impegna<br />
il governo a “procedere nella<br />
politica di affrancamento<br />
dell’Italia <strong>dalla</strong> dipendenza dal<br />
petrolio e dalle altre fonti energetiche<br />
di cui il Paese risulta privo,<br />
continuando a perseguire la politica<br />
di autosufficienza attraverso<br />
le risorse energetiche provenienti<br />
da fonti rinnovabili e con l’utilizzo<br />
dell’energia nucleare”. Per<br />
quanto riguarda il fisco, la risoluzione<br />
della maggioranza invita il<br />
governo a “non incrementare la<br />
pressione fiscale a carico delle<br />
famiglie e delle imprese, evitando<br />
di ridurre il livello dei servizi<br />
alla collettività attraverso un’ottimizzazione<br />
dell’impiego delle<br />
risorse, anche elaborando un sistema<br />
di imposizione fiscale basato<br />
sul quoziente familiare Entro<br />
fine settimana sarà tutto<br />
chiuso. Il Cdm varerà un piano<br />
per il Mezzogiorno e incrementerà<br />
fino a 60 milioni di euro i fondi<br />
per lo spettacolo, mentre il Cipe<br />
sbloccherà i fondi Fas per il <strong>Sud</strong><br />
Italia. Dopo un vertice di tre ore a<br />
Palazzo Grazioli con i ministri<br />
competenti e una serie di colloqui<br />
tenuti nel corso della giornata<br />
il presidente del Consiglio, Silvio<br />
Berlusconi, fa rientrare tutte<br />
le polemiche e spiega: “Vorrei<br />
spendere una parola per Tremonti,<br />
non è vero che è quel mostro<br />
che coglie tutte le richieste in<br />
modo negativo. Anche a lui piacerebbe<br />
dire di sì, ma ha un compito<br />
difficile”. Sbloccati i fondi<br />
Fus e Fas “I conti del governo<br />
sono molto facili da capire: ci<br />
sono meno entrate e più spese”,<br />
sintetizza Berlusconi ricordando,<br />
per esempio, che per la cassa integrazione<br />
il governo ha <strong>sta</strong>nziato<br />
34 miliardi per il 2009-2010. “Le<br />
entrate sono molto minori visto<br />
che la <strong>crisi</strong> ha stretto gli utili<br />
dell’aziende”, continua il premier<br />
osservando, però, che “ci sono ottimi<br />
segnali di ripresa”. Poi, torna<br />
a ribadire che “la profondità della<br />
<strong>crisi</strong> dipende dal fattore psicologico.<br />
La paura e il catastrofismo<br />
aggravano la <strong>crisi</strong> e la prolungano.<br />
Io continuo a dire: ‘Bisogna<br />
continuare a spendere’”. Nono<strong>sta</strong>nte<br />
i conti uno dei risultati raggiunti<br />
oggi dal premier è <strong>sta</strong>to<br />
proprio quello di riuscire a incrementare<br />
i fondi per lo spettacolo.<br />
Il governo deve, però, ancora “discutere”<br />
della cifra esatta. Tuttavia,<br />
Berlusconi fa sapere che la<br />
richie<strong>sta</strong> è di 60 milioni di euro:<br />
quel traguardo”. Data la <strong>crisi</strong>,<br />
però, il premier ha ritenuto opportuno<br />
“rivedere il programma”<br />
per festeggiare i 150 anni<br />
dall’Unità d’Italia, “migliorandolo”.<br />
“Ho immaginato un impegno<br />
più allargato per la televisione<br />
pubblica”, afferma Berlusconi secondo<br />
cui “è necessario far conoscere<br />
que<strong>sta</strong> storia a tutti gli italiani”<br />
anche “attraverso speciali<br />
in tv e altre iniziative”. Il piano di<br />
rilancio per il <strong>Sud</strong>, annunciato dal<br />
presidente del Consiglio Silvio<br />
Berlusconi e oggetto di un primo<br />
esame con alcuni ministri, è <strong>sta</strong>to<br />
analizzato in un incontro tra il<br />
premier e il ministro dell’ambiente<br />
Stefania Prestigiacomo. “Sto<br />
facendo incontri con vari ministri.<br />
C’è un work in progress per<br />
il piano <strong>Sud</strong> che presenteremo in<br />
cdm. Poi, parlando delle richieste<br />
di maggiori risorse dei vari ministeri,<br />
Berlusconi ha detto: “Tutte<br />
le richieste sono meritevoli, non<br />
tutte possibili, quando portate al<br />
tavolo del Consiglio dei ministri”.<br />
Quindi ha difeso l’operato<br />
del ministro dell’Economia, Giulio<br />
Tremonti, oggetto di critiche<br />
dei suoi colleghi di governo per<br />
una gestione accentratrice e avara<br />
del bilancio dello Stato: Tremonti<br />
“è simpaticissimo, non è un mostro,<br />
dire di no è difficile, non è<br />
lui ma la realtà dei conti che decide”.<br />
Al Cipe sono <strong>sta</strong>ti sbloccati 4<br />
miliardi per la Sicilia. Durante il<br />
vertice si è discusso delle linee<br />
guida che approderanno nel prossimo<br />
Cdm. Il ministro Angelino<br />
Alfano, durante l’incontro, avrebbe<br />
fatto notare che ci sono ancora<br />
8 mld di risorse da spendere per<br />
l’economia dell’isola, da qui la<br />
necessità di legare i finanziamenti<br />
che saranno <strong>sta</strong>nziati a obiettivi<br />
ben precisi. Tra le linee guida del<br />
piano sarebbe <strong>sta</strong>ta confermata<br />
l’idea di una cabina di regia per<br />
l’utilizzo dei fondi. “Non vorrei<br />
che fossi diventato come il conte<br />
Ugolino che mangiava i suoi figli.<br />
Siamo cresciuti insieme e abbiamo<br />
insieme aiutato a crescere<br />
tanti dirigenti in Sicilia, come<br />
Alfano, che ora si ribellano contro<br />
di me”. Sono questi alcuni<br />
dei passaggi di una lettera che<br />
Gianfranco Miccichè ha inviato<br />
al premier Silvio Berlusconi.<br />
“Considera que<strong>sta</strong> lettera” come<br />
l’annuncio di dimissioni, conclude<br />
la missiva scritta nei giorni<br />
scorsi dal sottosegretario alla<br />
presidenza del Consiglio. In ambienti<br />
vicini a Miccichè si osserva<br />
che quella lettera sarebbe superata<br />
dalle successive<br />
dichiarazioni di Berlusconi e dagli<br />
impegni presi dal presidente<br />
del Consiglio per il <strong>Sud</strong>. Spunta<br />
l’ipotesi commissario. Berlusconi<br />
avrebbe anche balenato l’idea<br />
di nominare un “commissario”<br />
in Sicilia per mettere fine ad una<br />
querelle sul partito che si trascina<br />
da tempo. Berlusconi ad alcuni<br />
parlamentari avrebbe spiegato<br />
di ritenere proprio la “questione<br />
siciliana” nel partito come la<br />
scintilla da cui è nata la discussione<br />
sulle politiche del Mezzogiorno.<br />
Berlusconi ha parlato<br />
del tema del Meridione con Tremonti<br />
in aereo. Il responsabile<br />
di via XX Settembre si è soffermato<br />
con il Cavaliere sui fondi<br />
Fas spiegando di non essere mai<br />
<strong>sta</strong>to un nemico del <strong>Sud</strong>. “Ho<br />
preso io la partita in mano”, ha<br />
assicurato Berlusconi.<br />
Giorgio Lambrinopulos<br />
dava le note, bocciava, ma insegnava<br />
anche qualcosa. Ora,<br />
alla faccia delle bocciature di<br />
Alcol e giovani<br />
quest’anno, è tutto percepito<br />
nell’inutilità. Anche le stesse<br />
bocciature rischiano di essere<br />
una pagliacciata perché nove<br />
volte su dieci il Tar dà ragione<br />
ai genitori che fanno ricorso. In<br />
questo clima causato, è doveroso<br />
dirlo, dal disastro del ’68, è<br />
veramente difficile riuscire ad<br />
insegnare qualcosa. (Marcello<br />
D’Orta, oggi Pinocchio e Lucignolo<br />
non chiedono teorie,<br />
ma l’esperienza delle cose,<br />
17.7.09 Il Sussidiario.net).<br />
Il maestro Marcello D’Orta è<br />
convinto che anche oggi i bambini,<br />
i giovani hanno voglia di<br />
imparare. Non è vero il cliché<br />
che dipinge i giovani come una<br />
massa di disperati che non ne<br />
vogliono sapere di niente. Il<br />
problema è che que<strong>sta</strong> aspettativa<br />
di conoscere viene continuamente<br />
tradita sotto due<br />
versanti: da un lato nell’assenza<br />
di un riferimento certo<br />
e dall’altro nella riduzione<br />
della conoscenza a nozionistica.<br />
Per Antonio Socci la colpa<br />
di que<strong>sta</strong> sfiducia nei giovani<br />
d’oggi bisogna trovarla nel 68,<br />
dove si azzerò alla radice la<br />
paternità e soprattutto furono<br />
delegittimati tutti quelli che<br />
proponevano di dare un senso<br />
alla vita e un motivo per vivere.<br />
Per Socci è tutta la genera-<br />
Direzione - Redazione - Amministrazione<br />
Via Lucifero 40 - 88900 Crotone<br />
Tel. (0962) 905192<br />
Fax (0962) 1920413<br />
Direttore Editoriale<br />
Pino D’Ettoris<br />
Direttore Responsabile<br />
Tina D’Ettoris<br />
Iscriz. registro naz. della Stampa n. 4548 del 12.02.1994<br />
- ROC n. 2734 -<br />
Servizi fotografici, fotocomposizione e impaginazione<br />
c/c po<strong>sta</strong>le 15800881<br />
Inte<strong>sta</strong>to a IL CORRIERE DEL SUD<br />
Associato U. S. P. I.<br />
UNIONE STAMPA<br />
PERIODICA ITALIANA<br />
zione degli anni ’70, divenuta<br />
oggi classe dirigente, fosse minata<br />
da un tarlo, da un veleno<br />
pericoloso che ha prodotto deva<strong>sta</strong>zioni:<br />
il veleno dell’ide-<br />
ologia. Un’intossicazione che<br />
ha in qualche modo continuato<br />
a mietere vittime anche fra le<br />
fila delle generazioni successive,<br />
come ha scritto benissimo<br />
in un libro molto bello Stefano<br />
Borselli, Addio a Lotta Continua.<br />
(Antonio Socci, Lo stupore,<br />
vero antidoto al “male di vivere”<br />
di tanti giovani, 17.7.09 Il Sussidiario.net).<br />
Non è colpa neanche<br />
dei giovani bamboccioni,<br />
come li apostrofò il ministro Padoa<br />
Schioppa. In ogni modo per<br />
Socci l’unica vera emergenza è<br />
l’enorme difficoltà che queste<br />
generazioni hanno ad incontrare<br />
persone che comunichino<br />
un senso per la vita e un gusto<br />
per la vita. È come se la cultura<br />
contemporanea e dominante<br />
fosse strutturata in qualche<br />
modo proprio per impedire che<br />
queste presenze siano incontrabili<br />
o per delegittimarle, renderle,<br />
se si vuole, invisibili. Tutti<br />
parlano d’emergenza educativa,<br />
proponendo magari teorie pedagogiche<br />
o piani pastorali, ma<br />
nessuno propone qualcosa che<br />
affascina; un primo passo per<br />
uscire dall’anestesia, per Socci è<br />
quello di partire dallo stupore,<br />
ossia dal domandarsi perché si<br />
è al mondo.<br />
Domenico Bonvegna<br />
Sito Internet:<br />
http://www.corrieredelsud.it<br />
E-Mail:<br />
redazione@corrieredelsud.it - direttore@corrieredelsud.it<br />
giornalisti@corrieredelsud.it
T Pagina N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto re<br />
Roberto De Napoli<br />
L’ingerenza del potere politico<br />
nell’informazione radiotelevisiva<br />
oggi è afflitta<br />
dal ben noto conflitto di interessi,<br />
dovuto al fatto che il Presidente<br />
del Consiglio è anche il proprietario<br />
delle televisioni del gruppo<br />
Mediaset, e contemporaneamente<br />
ha un’importante influenza sulla<br />
RAI, servizio pubblico. Il condizionamento<br />
dell’informazione<br />
radiotelevisiva da parte del potere<br />
politico non è nuovo. Con<br />
il Regio Decreto n. 2191 del 14<br />
ottobre 1924 il Governo fasci<strong>sta</strong><br />
riconosce alla società privata URI<br />
(Unione Radiofonica Italiana)<br />
l’esclusività del servizio pubblico<br />
delle radioaudizioni italiane, che<br />
essa dovrà trasmettere “esclusivamente”<br />
le notizie che saranno<br />
fornite dall’agenzia di <strong>sta</strong>mpa “La<br />
Stefani” e che, infine, la trasmissione<br />
di notizie provenienti da<br />
agenzie diverse “doveva essere<br />
autorizzata solo ed esclusivamente<br />
dal Governo”. Circa tre anni<br />
dopo il Governo acquisisce tutte<br />
le azioni dell’URI e crea l’ente<br />
pubblico EIAR (Ente Italiano<br />
per le Audizioni Radiofoniche).<br />
Il controllo dell’informazione<br />
radiofonica è ancora più diretto,<br />
attraverso un Ufficio Stampa del<br />
regime, operativo già dal 1925 e<br />
che il 22 maggio del 1937 diviene<br />
il Ministero della Cultura Popolare<br />
(MinCul Pop). Dal 1927 e<br />
fino al 1944 EIAR è l’organo di<br />
informazione unico ed esclusivo<br />
del Governo fasci<strong>sta</strong> e di Mussolini<br />
in persona. Non si hanno<br />
notizie di giornalisti dell’Ente radiofonico<br />
che hanno rivendicato<br />
in qualche modo la propria autonomia<br />
professionale. Perché ciò<br />
avvenga bisogna aspettare fino<br />
al 1945. Protagoni<strong>sta</strong> è Corrado<br />
Alvaro, il calabrese di San Luca<br />
d’Aspromonte, uno dei più grandi<br />
scrittori d’Europa del’900. Ma<br />
andiamo con ordine. Nel 1940<br />
Corrado Alvaro collaborava con il<br />
quotidiano “Il Popolo di Roma”,<br />
l’organo di <strong>sta</strong>mpa ufficiale del<br />
Partito Nazionale Fasci<strong>sta</strong> (PNF).<br />
Nel luglio del 1943, ne era divenuto<br />
direttore, pur non essendo<br />
iscritto al partito fasci<strong>sta</strong>. Egli,<br />
anzi, era antifasci<strong>sta</strong> e lo aveva<br />
manife<strong>sta</strong>to in diverse circo<strong>sta</strong>nze,<br />
pubblicamente. L’incarico di<br />
direttore non gli aveva fatto mutare<br />
atteggiamento; aveva continuato<br />
a manife<strong>sta</strong>re il diritto di libertà<br />
di <strong>sta</strong>mpa addirittura ospitando<br />
nel giornale di Mussolini anche<br />
gli articoli di giornalisti e scrittori<br />
dichiaratamente antifascisti, come<br />
Alberto Moravia. Non durò molto.<br />
Il 9 settembre del 1943, vale<br />
a dire dopo circa due mesi <strong>dalla</strong><br />
nomina di direttore al giornale<br />
del PNF, esattamente il giorno<br />
dopo l’annuncio dell’armistizio<br />
di Pietro Badoglio dai microfoni<br />
dell’EIAR, i nazifascisti invasero<br />
Roma. Fra i primi obiettivi ci<br />
fu il controllo dell’informazione<br />
compresa l’EIAR. Alvaro si trovò<br />
a vivere una nuova e più terribile<br />
censura. Per i suoi atteggiamenti<br />
e le pubblicazioni spacciatamene<br />
avverse al nazifascismo fu colpito<br />
da mandato di cattura. Quello<br />
ß<br />
Corrado Alvaro e la<br />
libertà di <strong>sta</strong>mpa<br />
Corrado Alvaro (1895-1956)<br />
stesso giorno dell’invasione tedesca,<br />
il 9 settembre, scrisse l’ultimo<br />
articolo, il titolo era “Supremo<br />
dovere”, poi abbandonò Roma e<br />
la famiglia. Si rifugiò in Chieti e<br />
lì visse per circa 10 mesi, sotto il<br />
falso nome di Guido Giorgi, impartendo<br />
lezioni private. Riprese<br />
la sua attività di scrittore e giornali<strong>sta</strong><br />
libero al rientro in Roma,<br />
dopo la liberazione del 5 giugno<br />
1944. Così come i nazifascisti<br />
avevano ferocemente censurato<br />
la <strong>sta</strong>mpa, gli americani l’avevano<br />
liberata. Loro primo atto fu,<br />
infatti, la consegna dell’EIAR<br />
del <strong>Sud</strong> e della ITALCABLE, la<br />
società delle comunicazioni telefoniche,<br />
al Comitato Nazionale<br />
di Liberazione (CNL), che subito<br />
operò per riportare i due enti alla<br />
normalità. Erano entrambi importantissimi<br />
per le comunicazioni<br />
e le informazioni. Per l’EIAR il<br />
CNL nominò un commissario,<br />
Luigi Rusca, liberale, antifasci<strong>sta</strong>,<br />
il quale, proprio per dare un<br />
segnale forte di rinnovamento<br />
dell’ente ne modificò dapprima<br />
il nome, da EIAR in RAI (Radio<br />
Audizioni Italia) e poi cercò una<br />
figura al di sopra di ogni sospetto,<br />
trasparente, non solo antifasci<strong>sta</strong><br />
ma anche non iscritto mai ad alcun<br />
partito, per porlo alla guida<br />
del Giornale Radio nazionale. Ciò<br />
avrebbe convinto gli italiani che<br />
il governo che si era insediato, il<br />
Primo Bonomi, voleva davvero<br />
cancellare il Ventennio e costruire<br />
un’Italia libera e democratica. La<br />
scelta di Rusca cadde su Alvaro.<br />
Chi meglio di lui? Antifasci<strong>sta</strong><br />
per avere firmato il manifesto<br />
contro il fascismo, quando era inviato<br />
del settimanale “Il Mondo”;<br />
perseguitato addirittura con un<br />
mandato di cattura nazifasci<strong>sta</strong>;<br />
non aveva mai avuto la tessera di<br />
alcun partito né mai fatto attività<br />
politica in alcuno di essi. Rusca<br />
gli garantì ogni autonomia di lavoro<br />
ed egli accettò l’incarico; era<br />
la fine di gennaio del 1945, circa<br />
sette mesi dopo il suo rientro da<br />
Chieti. Trascorsero solo trenta<br />
giorni ed Alvaro si rese conto<br />
che quelle garanzie non c’erano<br />
e che era <strong>sta</strong>to ingannato. Anche<br />
il nuovo Governo, quello che si<br />
appre<strong>sta</strong>va a in<strong>sta</strong>urare in Italia la<br />
democrazia, come quello fasci<strong>sta</strong>,<br />
pretendeva di essere l’unica fonte<br />
di informazione di cui Alvaro doveva<br />
tener conto. Così, continuamente<br />
pressato dalle veline del<br />
governo, manda tutti al diavolo e<br />
dà le di missioni. Scrive una lettera<br />
all’amico commissario Rusca<br />
e abbandona la direzione del giornale.<br />
Caro commissario, tu mi avevi<br />
invitato a dirigere un giornale<br />
radio indipendente, libero di informare<br />
il pubblico democraticamente,<br />
e che soltanto nei grandi<br />
problemi di interesse nazionale<br />
non agisse in contrasto col governo.<br />
Ho dovuto affrontare, nei<br />
pochi giorni del mio lavoro, inopportuni<br />
interventi che miravano<br />
a limitare o ad annullare proprio<br />
que<strong>sta</strong> libertà di informazione.<br />
In ultimo poi, tu e uno dei nostri<br />
principali collaboratori, vi siete<br />
impegnati acché io ricevessi,<br />
ogni sabato, dall’Ufficio Stampa<br />
della Presidenza del Consiglio,<br />
indirizzi e suggerimenti di massima.<br />
Il nostro collaboratore, che<br />
da tempo sostiene la necessità di<br />
una radio priva di sue fonti di informazione<br />
autonome e limitate a<br />
quelle ufficiose ed ufficiali, ha posto<br />
la scelta fra lui, che gode della<br />
fiducia della Presidenza del Consiglio,<br />
e me, che ho solo le mie<br />
convinzioni in fatto di radio in<br />
regime di democrazia, cioè libere.<br />
Su di esse non posso transigere e<br />
perciò rinuncio all’incarico affidatomi<br />
<strong>dalla</strong> tua fiducia.<br />
(NdR: La lettera è riporata<br />
il Guido Crainz:”Fra EIAR e<br />
RAI”, in Nicola Gallerano (a cura<br />
di):”L’altro dopoguerra; Roma e<br />
il <strong>Sud</strong>, 1943 – 1945”, Franco Angeli<br />
editore, Roma 1981, p. 514.<br />
Lo stesso Crainz, ha riproposto<br />
la lettera di Alvaro nel programma<br />
radiofonico da lui condotto<br />
con Ennio Balbo, dal titolo “Il<br />
regno del <strong>Sud</strong>” in “Guerra e vita<br />
quotidiana in Italia tra il 1943 e il<br />
1945”, quarta puntata, per la regia<br />
di Sergio Vecchio, in onda sul Terzo<br />
Programma l’8 dicembre 1984.<br />
Uno stralcio è riportato anche in<br />
Franco Monteleone:”Storia della<br />
radio e della Tv”, Marsilio, Venezia,<br />
1999, p.199, 225, nota 7).<br />
L’episodio, trascurato dagli storici<br />
della comunicazione e della<br />
radiotelevisione, è emblematico<br />
del rifiuto di ogni condizionamento<br />
dell’informazione. Alvaro,<br />
uomo libero, riteneva che<br />
l’informazione dovesse essere<br />
libera; ma nell’Italia tesa verso la<br />
democrazia, il rapporto informazione<br />
– potere politico, rispetto al<br />
Ventennio, sembrava, invece aver<br />
mutato solo la forma. La nomina<br />
di Alvaro era <strong>sta</strong>ta accettata con<br />
entusiasmo per la neutralità politica<br />
di lui tanto da garantire tutti<br />
i partiti: quelli al governo (DC,<br />
PCI, Pd’A, PSIUP, PLI, PdL) e<br />
quelli che ne erano rimasti fuori<br />
(PSI, PRI). Le sue dimissioni,<br />
dunque, fecero scalpore nell’opinione<br />
pubblica, e innescarono una<br />
violenta polemica fra i giornali,<br />
i partiti e nel governo, oltre che<br />
all’interno della stessa redazione<br />
RAI che egli era <strong>sta</strong>to chiamato a<br />
dirigere. Era la prima volta che il<br />
La sede della Rai in viale Mazzini a Roma<br />
problema dei rapporti RAI – Governo<br />
e, più in generale, informazione<br />
– potere politico era posto<br />
in regime democratico e in modo<br />
così inequivocabile nelle motivazioni<br />
e nella determinazione. Fra<br />
i giornali si formarono due fronti:<br />
l’uno in difesa dell’autonomia<br />
del giornali<strong>sta</strong>, della te<strong>sta</strong>ta e del<br />
diritto di que<strong>sta</strong> ad avere fonti<br />
proprie, distinte da quelle ufficiali<br />
ed ufficiose, come sosteneva Alvaro;<br />
l’altro, al contrario, a sostegno<br />
della tesi che l’informazione della<br />
RAI doveva essere al servizio del<br />
governo e della politica, visto che<br />
l’azienda era dello <strong>sta</strong>to. A sostenere<br />
que<strong>sta</strong> seconda tesi, contro<br />
ß<br />
3<br />
Alvaro, furono due giornali di sinistra,<br />
“L’”Avanti!” e “L’Unità”, e<br />
“Risorgimento Liberale”, organo<br />
del Partito Liberale. Solidali ad<br />
Alvaro furono, invece, “L’Italia<br />
Libera”, del Partito d’Azione, e il<br />
settimanale “Epoca”, diretta da un<br />
altro grande intellettuale calabrese:<br />
Leonida Repaci. Una posizione attendi<strong>sta</strong><br />
fu assunta dal quotidiano<br />
“Il Popolo”, della DC. Non si inserì<br />
nella polemica immediatamente:<br />
attese. Si dichiarò, poi, con il<br />
governo De Gasperi, schierandosi<br />
contro Alvaro. Ma anche all’interno<br />
della redazione RAI c’era chi<br />
godeva “della fiducia della Presidenza<br />
del Consiglio” e conte<strong>sta</strong>va<br />
Alvaro. Si trattava di Paolo Treves,<br />
antifasci<strong>sta</strong>, sostenuto dall’”Avanti!”,<br />
che aspirava a dirigere il Giornale<br />
Radio. Rusca, non appena<br />
ricevette le dimissioni di Alvaro,<br />
lo nominò subito direttore, ma i<br />
giornalisti della redazione organizzarono<br />
una durissima prote<strong>sta</strong><br />
e Treves dovette allontanarsi. Fu<br />
conte<strong>sta</strong>to lo stesso Rusca, accusato,<br />
non solo dai giornalisti, ma<br />
da tutti i sindacati, di manipolare<br />
l’informazione favorendo le veline<br />
del governo e facendo tacere quelle<br />
scomode. Il 20 aprile del 1945<br />
Rusca fu costretto alle dimissioni.<br />
Alvaro continuò a collaborare con<br />
la RAI, senza condizionamenti,<br />
ma anche senza incarichi di direzione.<br />
Nell’ottobre del 1955 scrisse<br />
l’editoriale con il quale inaugurò<br />
il Gazzettino della Calabria e<br />
l’anno dopo, l’11 giugno 1956 il<br />
male incurabile che lo affliggeva<br />
da tempo lo portò via. Rimase la<br />
sua testimonianza di giornali<strong>sta</strong><br />
libero, ma a tutt’oggi nulla è cambiato<br />
nel rapporto informazione<br />
radiotelevisiva – potere politico,<br />
anzi…<br />
Vendesi concessionaria auto<br />
sita in PadoVa,<br />
con officina e ricambi<br />
Per informazioni<br />
telefonare nelle ore d’ufficio<br />
ai seguenti numeri:<br />
049•8758500 oppure 348•3422678
P<br />
4 olitica<br />
N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto<br />
Non era mai accaduto: uno<br />
dei leader mondiali lascia<br />
precipitosamente il G8 e<br />
se ne torna a casa per sedare quella<br />
che sempre più assomiglia a<br />
un’autentica insurrezione. È successo<br />
al cinese Hu Jintao, preoccupato<br />
<strong>dalla</strong> situazione in quello che<br />
un tempo si chiamava Sinkiang<br />
e il cui stesso nome è oggi conte<strong>sta</strong>to.<br />
Il nome Sinkiang, “nuovo<br />
possedimento” o “nuova frontiera”,<br />
è infatti <strong>sta</strong>to dato alla va<strong>sta</strong><br />
regione – un milione e seicentomila<br />
chilometri quadrati, venti<br />
milioni di abitanti – <strong>dalla</strong> dinastia<br />
cinese Qing che l’ha conqui<strong>sta</strong>ta<br />
tra il 1755 e il 1757 con una guerra<br />
co<strong>sta</strong>ta un milione di morti. Ma<br />
gli abitanti della regione non sono<br />
cinesi. Sono turco-mongoli, e preferiscono<br />
parlare non di Sinkiang<br />
ma di Turke<strong>sta</strong>n Orientale. Fino<br />
al XV secolo, quando quasi tutta<br />
la regione passa all’islam, gli abitanti<br />
della sua parte occidentale<br />
erano musulmani, mentre quelli<br />
della parte orientale – solo loro,<br />
all’origine, chiamati “uiguri”, un<br />
nome più tardi esteso a tutte le<br />
popolazioni turcofone della zona<br />
– conservavano l’antica religione<br />
manichea, tollerando anche minoranze<br />
buddhiste e cattoliche. Le<br />
operazioni del XVIII secolo corrispondono<br />
a un vero e proprio<br />
“colonialismo via terra”, praticato<br />
dall’impero cinese come da quello<br />
russo. Qualche volta in Europa<br />
abbiamo difficoltà a comprendere<br />
queste imprese coloniali, perché<br />
la nostra immagine del colonialismo<br />
è legata al mare e alle navi.<br />
Ma in realtà i cinesi in quello che<br />
chiamano Sinkiang – così come i<br />
russi nell’Asia Centrale – si comportano<br />
a tutti gli effetti come una<br />
potenza coloniale. Possiamo così<br />
considerare le ribellioni del XIX<br />
secolo come rivolte anti-coloniali,<br />
fomentate dal network religioso<br />
delle confraternite sufi e in particolare<br />
della maggiore confraternita<br />
mondiale, particolarmente<br />
diffusa tra tutte le etnie turcofone,<br />
la Naqshbandiyya. Appartiene a<br />
que<strong>sta</strong> confraternita Yaqub Beg<br />
(1820-1877), un avventuriero proveniente<br />
dall’attuale Uzbeki<strong>sta</strong>n,<br />
ma di etnia tagika, che profittando<br />
di queste rivolte riesce a farsi<br />
proclamare “re della Kashgaria”<br />
prima di essere sconfitto e ucciso<br />
– ma secondo altri si sarebbe<br />
suicidato – dal generale cinese<br />
Zuo Zong-Tang (1812-1885). La<br />
caduta dell’impero cinese suscita<br />
nuove speranze d’indipendenza<br />
nel movimento anti-coloniali<strong>sta</strong>.<br />
Ma in realtà sia i repubblicani nazionalisti<br />
di Sun Yat-Sen (1866-<br />
1925) e Chang Kai-Shek (1887-<br />
1975) sia i comunisti di Mao<br />
Tze-Tung (1893-1976) vogliono<br />
un Paese “uno e indivisibile” e,<br />
benché stipulino occasionali alleanze<br />
tattiche con i separatisti,<br />
non hanno nessuna intenzione di<br />
concedere loro l’indipendenza.<br />
Nella confusione della guerra civile<br />
gli indipendentisti riescono<br />
comunque a proclamare una “Repubblica<br />
Islamica del Turke<strong>sta</strong>n<br />
Orientale” nel 1933, prontamente<br />
riconqui<strong>sta</strong>ta dalle truppe nazionaliste<br />
cinesi nel 1934. Disperando<br />
delle loro sole forze, gli uiguri<br />
finiscono per concludere un patto<br />
col diavolo con l’Unione Sovietica,<br />
e nel 1944 re<strong>sta</strong>urano un “Governo<br />
Islamico del Turke<strong>sta</strong>n” (la<br />
cosiddetta “seconda” Repubblica<br />
del Turke<strong>sta</strong>n, per distinguerla<br />
da quella del 1933-1934) che dipende<br />
dal supporto militare delle<br />
truppe sovietiche. Nel 1949,<br />
Islam e resistenza nel Sinkiang cinese<br />
quando la vittoria di Mao è certa,<br />
Stalin (1878-1953) convoca i cinque<br />
principali rappresentanti del<br />
Governo Islamico del Turke<strong>sta</strong>n e<br />
ordina la “riconciliazione” con la<br />
Cina. I cinque non sono convinti:<br />
s’imbarcano da Alma Ata, nell’attuale<br />
Kazakhi<strong>sta</strong>n, per andare a<br />
Pechino a negoziare con Mao.<br />
Non arriveranno mai. L’Unione<br />
Sovietica comunica che sono <strong>sta</strong>ti<br />
vittima di un disastro aereo, ma<br />
documenti emersi dagli archivi<br />
del KGB dopo il 1989 confermano<br />
che sono invece <strong>sta</strong>ti uccisi su<br />
ordine di Stalin. I loro colleghi<br />
capiscono l’antifona e accettano<br />
posizioni nel Partito Comuni<strong>sta</strong><br />
Cinese, le cui truppe occupano la<br />
regione, mentre il “Sinkiang” nel<br />
1955 diventa una “regione autonoma”<br />
della Repubblica Popolare<br />
Cinese. Non cessa, però, l’aspirazione<br />
all’indipendenza della maggioranza<br />
della popolazione, con<br />
periodiche e sanguinose rivolte. Il<br />
movimento indipendenti<strong>sta</strong> è peraltro<br />
diviso. La fazione maggiore<br />
ha una matrice religiosa islamica.<br />
Due fazioni più piccole, ma non<br />
irrilevanti, sono invece rispettivamente<br />
marxi<strong>sta</strong> (e sostenuta,<br />
finché esiste, dall’Unione Sovietica)<br />
e laica. Quest’ultima si rifà al<br />
panturchismo dei Giovani Turchi<br />
e al laicismo di Kemal Atatürk<br />
(1881-1938), e gode di discrete<br />
simpatie nell’e<strong>sta</strong>blishment militare<br />
turco. La strategia della Cina<br />
comuni<strong>sta</strong> è duplice, e ricorda<br />
quella attuata in Tibet. A una dura<br />
repressione, specie in ambito religioso<br />
– peraltro non senza cicli<br />
periodici di ammorbidimento e di<br />
La Nuova Europa si è svegliata<br />
un po’ sgomenta.<br />
Tinta di un verde sfavillante,<br />
per l’ottima performance dei<br />
gruppi ecologisti, con macchie di<br />
rosso porpora, per la sonora sconfitta<br />
dei socialisti, ma soprattutto<br />
con occhi pieni di incredulità, per<br />
la influente avanzata degli euroscettici.<br />
La Nuova Europa si è<br />
risvegliata come una bella “signora”<br />
dopo una notte di baldoria. Un<br />
risveglio di certo non dei migliori.<br />
La “vecchia signora Europa” ha<br />
perso un po’ del suo charme, ma<br />
è ancora bella arzilla. La colpa<br />
senza dubbio è che que<strong>sta</strong> “vecchia<br />
madame” ancora <strong>sta</strong> sulle<br />
sue, non riesce ad avvicinarsi alla<br />
massa che gli gira attorno. Distinta<br />
e di<strong>sta</strong>nte <strong>dalla</strong> gente, che non ha<br />
ancora imparato ad amarla, ma soprattutto<br />
a capirla. Le urne hanno<br />
Konrad Adenauer (1876-1967)<br />
concessioni – fa da contrappunto<br />
una politica demografica che mira<br />
a rendere gli uiguri musulmani<br />
minoritari nel loro stesso Paese.<br />
Da una parte, la politica della limitazione<br />
delle nascite e del figlio<br />
unico è impo<strong>sta</strong> alle donne di etnia<br />
uigura in modo particolarmente<br />
duro, a suon di aborti forzati anche<br />
al nono mese. Dall’altra, una<br />
gigantesca operazione di nuova<br />
colonizzazione insieme etnica ed<br />
economica importa da altre zone<br />
della Cina dieci milioni di cinesi.<br />
Gli uiguri, da stragrande maggioranza<br />
che erano mezzo secolo<br />
fa, sono così oggi una minoranza<br />
– circa il 40% - nella loro stessa<br />
terra di origine, spesso disprezzati<br />
dai cinesi immigrati che controllano<br />
la politica e l’economia. La<br />
questione delle feste tradizionali<br />
(meshrep), permesse nel 1994 ma<br />
nuovamente vietate nel 1997, porta<br />
a un’intensificazione della resistenza.<br />
Trenta attivisti uiguri sono<br />
condannati a morte e giustiziati,<br />
provocando i tumulti del 5 febbraio<br />
1997 nella città di Gulja, duramente<br />
repressi <strong>dalla</strong> polizia con<br />
un centinaio di morti. Il successivo<br />
25 febbraio accade qualcosa<br />
che segna l’inizio di una nuova,<br />
più cupa fase nella storia dell’indipendentismo:<br />
tre autobus di linea<br />
a Urumchi saltano in aria, con<br />
nove morti (tra cui tre bambini) e<br />
una settantina di feriti. Benché non<br />
manchi tra gli indipendentisti chi<br />
considera l’attentato una provocazione<br />
della polizia, è probabile che<br />
nella seconda metà degli anni 1990<br />
nelle fila della fazione islamica del<br />
movimento per l’indipendenza si<br />
sia effettivamente infiltrato il terrorismo<br />
ultra-fondamentali<strong>sta</strong> islamico.<br />
Uno dei gruppi più importanti,<br />
il Movimento Islamico del<br />
Turke<strong>sta</strong>n Orientale, è considerato<br />
un gruppo terroristico e legato ad<br />
Al Qaida dagli stessi Stati Uniti,<br />
che pure simpatizzano per la causa<br />
indipendenti<strong>sta</strong> e ne ospitano la<br />
principale leader, Rebiya Kadeer,<br />
che la diplomazia di Condoleeza<br />
Rice ha convinto Pechino nel 2005<br />
a rilasciare dal carcere, dove si<br />
trovava dal 2000, ed esiliare negli<br />
Stati Uniti. Soprattutto dopo l’11<br />
settembre 2001, il governo cinese<br />
dà periodicamente notizia di attentati<br />
terroristici sventati (con grande<br />
enfasi, durante le Olimpiadi di<br />
Pechino del 2008), di campi terroristici<br />
scoperti e di terroristi arre<strong>sta</strong>ti.<br />
Qualche volta si tratta certamente<br />
di veri terroristi, ma può<br />
anche capitare che “terrori<strong>sta</strong>” sia<br />
una comoda etichetta per giustificare<br />
la repressione di ogni forma<br />
Bonjour Europe!<br />
inflitto una sonora sberla alle forze<br />
socialiste, che hanno perso un po’<br />
dovunque, vedendo ridotti i propri<br />
seggi all’Europarlamento del 20%<br />
( solo 161 seggi). I conservatori del<br />
PPE hanno invece a loro volta fortemente<br />
consolidato la loro forza<br />
ri<strong>uscendo</strong> a conqui<strong>sta</strong>re 263 scranni.<br />
Il gruppo centri<strong>sta</strong> dell’ALDE<br />
ha so<strong>sta</strong>nzialmente mantenuto il<br />
suo quorum, conqui<strong>sta</strong>ndo ben 80<br />
seggi. Un ottimo risultato lo hanno<br />
raggiunto i gruppi ecologisti,<br />
ottenendo ben 52 scanni. La nota<br />
dolente purtroppo è derivata <strong>dalla</strong><br />
forte impennata degli euroscettici e<br />
di conseguenza di coloro che sono<br />
contrari non all’UE, ma a questo<br />
modo di porsi dell’UE. Partiti xenofobi<br />
ed ostili all’immigrazione<br />
hanno visto a dismisura incrementare<br />
i loro consensi. La crescita<br />
dell’euroscetticismo, soprattutto<br />
tra gli elettori dell’Europa orientale<br />
e centrale – strano ma vero –,<br />
ha mostrato e dimostrato che purtroppo<br />
non esiste ancora un’idea<br />
di Europa unita, ma più di ogni<br />
altra cosa un’idea di integrazione<br />
europea. Questo è dimostrato principalmente<br />
dal forte astensionismo<br />
che ha raggiunto il livello record<br />
del 57%. La verità è che i cittadini<br />
europei non sono ancora consapevoli<br />
in cosa è l’UE. Cosa <strong>sta</strong> a significare<br />
“Unione Europea”. Molti<br />
non sanno che le elezioni per il<br />
Parlamento europeo rappresentano<br />
un momento determinante per<br />
i cittadini europei che auspicano di<br />
giocare un ruolo chiave nel funzionamento<br />
dell’UE e che sono sotto-<br />
posti ad una triplice scelta: 1) una<br />
scelta civica, poiché i poteri crescenti<br />
del PE gli permetteranno di<br />
pesare direttamente sulle decisioni<br />
dell’UE; 2) una scelta partigiana,<br />
poiché permette di designare dei<br />
deputati che si esprimono sempre<br />
di più sulla base di criteri ideologici;<br />
3) una scelta di influenza nazionale.<br />
Molti non sono consci che<br />
il PE è un attore fondamentale nel<br />
processo decisionale dell’UE. Esso<br />
infatti ha il compito di orientare la<br />
legislazione europea che influenza<br />
la nostra vita quotidiana, principalmente<br />
in termini di protezione<br />
all’ambiente e di sicurezza al consumatore.<br />
Il PE è so<strong>sta</strong>nzialmente<br />
la voce di noi cittadini in Europa,<br />
visto che gli eletti orientano il contenuto<br />
delle politiche europee. Da<br />
ultimo non va dimenticato che la<br />
legislazione europea viene traspo<strong>sta</strong><br />
in quella degli Stati membri,<br />
il che implica un’influenza diretta<br />
sulla legislazione nazionale. I cives<br />
europei invece considerano il PE,<br />
e l’UE nel suo complesso, come<br />
un’entità astratta e lontana dai bisogni<br />
quotidiani di noi cittadini. La<br />
verità è anche che gli stessi politici<br />
non ci aiutano a capire cosa vuol<br />
dire Europa. Cosa significa essere<br />
cittadini europei. Chi nelle settimane<br />
di campagna elettorale ci ha<br />
coinvolti in un dibattito sull’UE<br />
e sul suo futuro. Chi ha sollevato<br />
la nostra attenzione su tematiche<br />
europee ed europeiste. Chi ha trattato<br />
temi cruciali che concernono<br />
l’intera Europa e quindi gli interessi<br />
di noi cives europei. Silenzio<br />
d’indipendentismo. L’uso tattico e<br />
retorico della parola “terrorismo”<br />
riemerge anche in questi giorni.<br />
Fuori della Turchia e del mondo<br />
islamico la causa dell’indipendenza<br />
uigura, che pure avrebbe solide<br />
ragioni storiche e culturali, ha ben<br />
pochi simpatizzanti. I legami – che<br />
non sono solo invenzioni del regime<br />
cinese – di una sua componente<br />
con Al Qaida non l’hanno certamente<br />
resa più popolare. Tuttavia,<br />
senza ignorare gli effettivi rischi<br />
d’infiltrazioni terroristiche internazionali,<br />
il rispetto dei diritti umani<br />
degli uiguri e della loro identità<br />
culturale e politica dovrebbe essere<br />
chiesto con vigore dall’Occidente<br />
al governo cinese. Che questo<br />
avvenga è tutt’altro che sicuro<br />
perché, in tempi di <strong>crisi</strong> finanziaria<br />
internazionale, ci sono molte ragioni<br />
economiche che sconsigliano<br />
d’irritare Pechino.<br />
Massimo Introvigne<br />
totale! Negli anni passati c’era più<br />
attenzione, ma soprattutto si sentiva<br />
ancora viva la voce dei padri<br />
fondatori dell’Europa unita. Di<br />
coloro che avevano fatto sì che il<br />
sogno europeo diventasse realtà,<br />
tra infinite perplessità. Oggi sono<br />
presenti indifferenza ed apatia.<br />
Oggi non primeggiano più i nomi<br />
di Spinelli, De Gasperi, Adenaur,<br />
Monet, Shuman, ma quelli di veline<br />
e saltimbanchi. Oggi purtroppo<br />
l’ignoranza del passato costituisce<br />
la premessa di un futuro ignoto.<br />
Oggi la “vecchia signora Europa”<br />
ha perso il suo fascino, e per continuare<br />
a sopravvivere deve nascondersi<br />
dietro figure insignificanti<br />
che dell’idea – e degli ideali – di<br />
Europa non sanno – e non hanno-<br />
alcunché. Potrà l’Europa del futuro<br />
tornare ad esercitare quel ruolo<br />
chiave che tutti noi “eurofili” auspichiamo?<br />
Potrà esserci un nuovo<br />
giorno per l’Europa? Potremo augurare<br />
all’Europa: “bonjour”?<br />
Mario A<strong>sta</strong>rita
N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto<br />
Politica<br />
Il Flop di Emanuele Filiberto<br />
Il principe Emanuele Filiberto<br />
di Savoia, dopo la lunga fase<br />
televisiva danzante, si è voluto<br />
presentare alle elezioni nelle<br />
liste dell’UDC. Abbiamo preferito<br />
attendere il compimento delle<br />
consultazioni, prima di commentare<br />
que<strong>sta</strong> sua decisione. E anche<br />
prima di ripetere come ancora una<br />
volta la televisione abbia dimostrato<br />
di costituire per molti un<br />
falso mito, una dimensione dorata<br />
che è ben lontana dal rappresentare<br />
la realtà nella quale troppo<br />
spesso si cerca di immedesimarsi.<br />
Forte degli applausi di un pubblico<br />
abituato ai tronisti delle trasmissioni<br />
per ragazze, Emanuele<br />
Filiberto ha sognato (e forse gli<br />
hanno fatto sognare) di poter rapidamente<br />
raggiungere le più rosee<br />
tappe che lo separano da un trono<br />
vero, partendo da un qualsiasi primato<br />
sugli schermi, e procedendo<br />
attraverso un incarico parlamentare.<br />
Quale sarebbe <strong>sta</strong>to il traguardo<br />
successivo? Forse il conseguimento<br />
di un ministero, forse la<br />
scalata in un partito o, nelle prospettive<br />
più dorate, la successione<br />
alla carica di primo ministro. Chi<br />
sa quali immagini devono essersi<br />
affollate nella mente del principe<br />
danzante, dopo il successo riportato<br />
a Ballando con le Stelle. Ha<br />
pensato ad una repubblica alla<br />
Napoleone III, con il presidente<br />
che accoglie il voto parlamentare<br />
e diventa monarca dopo aver superato<br />
le trionfali elezioni? Ma il<br />
popolo italiano ha scelto ancora<br />
una volta, e credo per il meglio,<br />
ri<strong>uscendo</strong> a separare lo spettacolo<br />
<strong>dalla</strong> politica. In questo campo,<br />
del resto, l’esperienza dimostra<br />
che i rappresentanti del mondo<br />
televisivo o musicale non abbiano<br />
mai riscosso molto successo e<br />
che le loro apparizioni in veste di<br />
persone pubbliche sono <strong>sta</strong>te talvolta<br />
brevi e deludenti. Emanuele<br />
Filiberto ha raccolto soltanto<br />
un flop disastroso, riassunto in<br />
Trecentomila: tanti sono i lavoratori<br />
interessati, secondo la<br />
relazione tecnica del governo,<br />
<strong>dalla</strong> regolarizzazione delle badanti e<br />
delle colf. E’ quanto emerge dal dossier<br />
del servizio studi della Camera.<br />
“Nella relazione tecnica - si legge<br />
nel dossier - del governo si ipotizza<br />
che la regolarizzazione possa interessare<br />
300mila lavoratori, metà<br />
impiegati nell’assistenza personale<br />
e metà nel lavoro domestico”. <strong>Del</strong><br />
totale, 170mila sono stranieri non<br />
comunitari, mentre il resto sono cittadini<br />
italiani o appartenenti a un<br />
Paese Ue. Fissata que<strong>sta</strong> soglia, il<br />
“contributo forfetario una tantum<br />
di 500 euro a persona - prosegue il<br />
dossier - dovrebbe generare un introito<br />
complessivo di 150 milioni nel<br />
2009”, di cui il 40% destinato a fare<br />
fronte a maggiori oneri per il servizio<br />
sanitario nazionale e amministrativi.<br />
In particolare i maggiori oneri per il<br />
Ssn sono calcolati in 67 milioni per<br />
il 2009 e 200 milioni all’anno dal<br />
2010 al 2012. Una stima calcolata,<br />
si sottolinea, sul numero di lavoratori<br />
stranieri non comunitari dal momento<br />
che i lavoratori italiani e comunitari<br />
usufruiscono già delle pre<strong>sta</strong>zioni<br />
del servizio sanitario nazionale.<br />
Sino a mezzo milione di posti di lavoro<br />
a rischio nel 2009 per effetto<br />
poche migliaia di<br />
voti dispersi su un<br />
territorio vastissimo.<br />
Si è trattato di<br />
una sconfitta così<br />
eclatante che non<br />
si riesce a capire<br />
come abbia fatto il<br />
principe a gettarsi<br />
in un’avventura<br />
che lo ha lasciato<br />
contare impietosamente,<br />
e che ha<br />
demolito l’ipotetica<br />
immagine di<br />
un uomo in grado<br />
di catalizzare<br />
intorno a sé una<br />
larga simpatia su<br />
cui avrebbe potuto<br />
contare nel futuro. Insomma,<br />
dopo essere entrato a far parte<br />
di un mondo che non compete a<br />
un pretendente al trono e che gli<br />
Italiani non considerano degno di<br />
considerazione politica, l’erede<br />
dei Savoia non si è saputo spendere<br />
strategicamente sulla lunga<br />
prospettiva, evocando la possibilità<br />
di attrarre numerosi consensi<br />
tra l’opinione pubblica. In<br />
tutta la vicenda mi dispiace ancora<br />
una volta per quel generoso<br />
gruppo di fedelissimi Monarchici<br />
che, nono<strong>sta</strong>nte le disavventure e<br />
i disastri di Vittorio Emanuele,<br />
sono <strong>sta</strong>ti di nuovo al fianco di<br />
colui che ritengono il depositario<br />
dei destini realisti, costi quel<br />
che costi e faccia quel che faccia.<br />
Anzi, in un paio di loro Circolari<br />
pubbliche, i fervidi seguaci<br />
dell’ex-ballerino hanno cercato<br />
di attutire le future batoste che<br />
intelligentemente pensavano<br />
sarebbero giunte con le consultazioni,<br />
e hanno perciò avvisato<br />
di possibili contenziosi sul modo<br />
di scrivere sulla scheda il nome<br />
stesso del principe o sulle eventuali<br />
conte<strong>sta</strong>zioni dei voti non<br />
chiari. Poco o niente di tutto ciò<br />
è accaduto. Le conte<strong>sta</strong>zioni pare<br />
Emanuele Filiberto<br />
A rischio mezzo milione di posti di lavoro<br />
della <strong>crisi</strong>. E’ la prospettiva contenuta<br />
nel Rapporto sul mercato del lavoro<br />
del Cnel, riferita all’ipotesi peggiore<br />
per i prossimi mesi, quando ‘’la disoccupazione<br />
continuera’ ad aumentare<br />
e il ricorso agli ammortizzatori<br />
sociali sara’ ancora significativo’’. In<br />
particolare, il rapporto messo a punto<br />
<strong>dalla</strong> commissione dell’informazione,<br />
indica la stima che nell’anno<br />
possa esserci una perdita di posti di<br />
lavoro tra le 350mila e le 540mila<br />
unita’ se misurati in forze di lavoro e<br />
tra le 620mila e le 820mila in termini<br />
di Ula (Unita’ lavorative annue).<br />
Quanto ai disoccupati, potrebbero<br />
aumentare in una forchetta che oscilla<br />
tra le 270mila e 460mila unita’.<br />
Il tasso di disoccupazione a fine<br />
anno potrebbe collocarsi, nella peggiore<br />
delle ipotesi, “poco al di sotto<br />
del 9%”. Nello specifico, le tabelle<br />
indicano un range tra il 7,9% come<br />
ipotesi ottimi<strong>sta</strong> e l’8,6% come ipotesi<br />
sfavorevole (8,3% lo scenario<br />
base). Peggio per le donne, per le<br />
quali il tasso di disoccupazione è<br />
atteso al 10% nel dato medio annuo,<br />
nello scenario base, rispetto<br />
all’8,5% del 2008, mentre per gli<br />
uomini passerebbe dal 5,5 al 7,1%.<br />
“Cruciali” nel determinare “caratteristiche<br />
e intensità della ripresa”,<br />
viene quindi sottolineato, saranno<br />
che siano <strong>sta</strong>te nella media nazionale,<br />
e la gente si è del tutto<br />
disinteressata alla sorte politica<br />
del principe. Noi invece abbiamo<br />
smesso già da molto tempo di applaudire<br />
a principi e pretendenti<br />
che non sanno fare il loro dovere.<br />
Il padre, il nonno o l’antenato<br />
di chiunque non costituiscono ai<br />
nostri occhi un titolo di merito<br />
sufficiente per guadagnarsi stima<br />
o affetto, e ci rifiutiamo di chiudere<br />
gli occhi sui difetti e sulle<br />
mancanze dei nostri leaders, sia<br />
monarchici che repubblicani.<br />
Insomma, ci rifiutiamo di applaudire<br />
e di fare da seguito a<br />
chiunque non scenda pienamente<br />
all’interno del ruolo che dice<br />
di voler interpretare e dimostra<br />
la consueta impreparazione su<br />
tanti argomenti della vita sociale.<br />
Colui che intende assumere<br />
una veste pubblica impari non<br />
solo a ballare e a ripetere facili<br />
battute. Impari invece a pensare,<br />
lavorare, proporre, a comportarsi<br />
secondo le richieste della società<br />
italiana, senza seguire una moda<br />
e metodi che non sono degni né<br />
di un politico né di un principe.<br />
Carmelo Currò<br />
gli ultimi mesi del 2009 ed i primi<br />
del 2010. Per questo motivo, “é importante<br />
che vi sia piena consapevolezza<br />
del fatto che nei prossimi mesi<br />
potrebbero rendersi necessari ulteriori<br />
interventi per estendere e rendere<br />
ancora più flessibili i sostegni<br />
al reddito, così come diventa determinante<br />
anche l’impulso che le stesse<br />
parti sociali e le autorità regionali<br />
potranno dare agli strumenti in loro<br />
possesso (enti bilaterali, fondi interprofessionali,<br />
risorse regionali e<br />
soprattutto comunitarie)”. Ad oggi,<br />
comunque, viene inoltre rilevato,<br />
“gli ammortizzatori sociali si <strong>sta</strong>nno<br />
dimostrando più efficaci del previsto<br />
nel fronteggiare la caduta dell’occupazione”<br />
e le risorse <strong>sta</strong>nziate dal<br />
governo, anche con il concorso delle<br />
regioni, destinate agli strumenti<br />
ordinari e straordinari, “coprono<br />
la maggior parte dei lavoratori”.<br />
“Siamo in una fase di forte difficoltà<br />
e di grande incertezza” ma, tuttavia,<br />
la <strong>crisi</strong> internazionale “sembra mostrare<br />
alcuni segnali di attenuazione.<br />
Vi sono, a livello mondiale, indicatori<br />
che appaiono rivelare una ripresa,<br />
sia pure lieve, dell’attività economica.<br />
E’ probabile, dunque, che il<br />
punto più basso della recessione sia<br />
<strong>sta</strong>to superato”. Il Cnel, aggiunge,<br />
“promuoverà tutte le azioni necessa-<br />
La Commissione europea si<br />
è riservata di dare una valutazione,<br />
non appena l’Italia<br />
darà le informazioni sulle misure<br />
e le modalità intraprese in materia<br />
di respingimenti dell’immigrazione<br />
irregolare, attuati a partire dal<br />
6 maggio scorso. Questo richiamo<br />
della Commissione ha avuto inizio<br />
quando l’Alto commissariato<br />
per i rifugiati delle Nazioni Unite<br />
ha suscitato delle perplessità sui<br />
respingimenti italiani, i quali metterebbero<br />
“sotto scacco” il diritto<br />
di asilo. Sempre, la Commissione,<br />
intanto, ha espresso questo monito<br />
all’Italia: vanno rispettate “non<br />
solo le norme Ue- ha spiegato il<br />
vicepresidente della Commissione,<br />
Barrot- ma anche quelle internazionali.<br />
Il principio del non<br />
respingimento è scritto nel diritto<br />
internazionale”. Peraltro, a nostro<br />
avviso, non si possono respingere<br />
persone in Paesi dove rischiano di<br />
essere torturate o maltrattate. Ma<br />
c’è di più. In primis, il polverone<br />
sulla condotta italiana per i respingimenti,<br />
lo aveva sollevato l’Unhcr<br />
appena saputo che dall’Italia<br />
erano <strong>sta</strong>ti respinti, recentemente,<br />
sulle coste libiche, anche, dei richiedenti<br />
asilo politico e per aver<br />
usato con i migranti le “maniere<br />
forti”. Poi, L’Avvenire, quotidiano<br />
dei vescovi, nella rubrica “Secondo<br />
noi” ha sostenuto” la necessità<br />
di fare chiarezza al più presto<br />
sulle modalità dei respingimenti<br />
italiani messi in atto dal 6 maggio<br />
scorso”. Anche il Papa ha ribadito<br />
che quello degli immigrati è<br />
un valore ormai, assurto a “non<br />
5<br />
Respingimenti, L’UE<br />
richiama l’Italia<br />
Un gommone di clandestini<br />
rie nelle sue competenze per assicurare<br />
al paese una strategia di uscita<br />
<strong>dalla</strong> <strong>crisi</strong> che sia virtuosa, efficace<br />
e che faccia riprendere una crescita<br />
basata sulla produttività, l’occupazione<br />
e la dinamica salariale”.<br />
“I risultati ottenuti dall’attuale sistema<br />
di ammortizzatori sociali,<br />
così come è <strong>sta</strong>to rafforzato per il<br />
biennio, non eliminano la necessità<br />
di una riforma del sistema - di cui<br />
si parla dal 1997 - ma ne possono<br />
consentire una discussione più equilibrata<br />
e più completa”. Lo afferma<br />
il Cnel nel rapporto presentato lo<br />
scorso 22 luglio, sottolineando che<br />
“porrà questo argomento al centro<br />
della riflessione dei prossimi mesi,<br />
unitamente a quella più complessiva<br />
sul futuro del sistema di welfare in<br />
Italia”. Sottolineando che, comunque,<br />
la platea dei beneficiari non è<br />
universale, per il Cnel “una riforma<br />
degli ammortizzatori sociali deve tenere<br />
conto di alcuni elementi determinanti”,<br />
a partire dalle “condizioni<br />
di accesso ai sostegni al reddito e le<br />
compatibilità di un livello di caratte-<br />
negoziabile” per la Chiesa, quasi<br />
quanto famiglia e vita. C’è, pure<br />
una battaglia, quella dei cattolici,<br />
che si <strong>sta</strong> combattendo a livello<br />
planetario verso i governi occidentali<br />
che contra<strong>sta</strong>no o, comunque,<br />
non favoriscono- anche legittimamente-<br />
condizioni umane per<br />
chi cerca di scappare <strong>dalla</strong> miseria<br />
o dalle guerre, vittime il più delle<br />
volte di sfruttamento (Cfr.”Il Sole<br />
24 Ore”. com, del 17 luglio 2009).<br />
Noi diciamo, a questo punto, che<br />
nel nostro Paese qualcosa si <strong>sta</strong><br />
muovendo per allentare e razionalizzare<br />
l’azione dei respingimenti<br />
di immigrati irregolari. C’è in primo<br />
luogo, in Italia, l’emersione<br />
del lavoro nero dei cittadini extracomunitari,<br />
grazie alle maggiori<br />
regolarizzazioni da parte dei datori<br />
di lavoro. Situazione dovuta<br />
soprattutto, ai controlli sempre<br />
più intensificati da parte degli organi<br />
di ispezione che hanno portato<br />
avanti negli<br />
ultimi anni, interventi<br />
più mirati<br />
ed efficienti, per<br />
far fronte ad una<br />
delle maggiori<br />
problematiche<br />
del nostro Paese.<br />
E dulcis in fundo,<br />
sempre per dare<br />
una visione critica<br />
ed obiettiva<br />
ai respingimenti<br />
italiani, volgiamo<br />
lo sguardo<br />
alla “svolta sui<br />
diritti umani del nuovo Governo<br />
Usa”(Cfr. “La Stampa.it” del 17<br />
luglio 2009). Infatti, l’Amministrazione<br />
Obama è pronta a riconoscere<br />
lo <strong>sta</strong>tus di rifugiate e il<br />
diritto di asilo alle cittadine straniere,<br />
vittime di violenze domestiche<br />
e abusi sessuali. Que<strong>sta</strong> è<br />
una svolta che consente di aiutare<br />
tante vittime. Così, negli Usa, il<br />
Dipartimento della Sicurezza nazionale,<br />
tra l’altro, competente in<br />
materia di immigrazione, sembra,<br />
oggi, ben disposto a far ottenere<br />
l’asilo a queste donne vittime di<br />
abusi sessuali e violenze.<br />
Salvatore Re<strong>sta</strong><br />
re universale con i costi in termini di<br />
sostenibilità finanziaria”; ma anche<br />
dal “rafforzamento delle azioni di<br />
formazione e di orientamento, ancora<br />
oggi troppo slegate dai bisogni reali<br />
del mercato del lavoro, se si vuole<br />
riorientare il sentiero di sviluppo<br />
dell’economia italiana sui cosiddetti<br />
green jobs o i white jobs (lavori legati<br />
ai servizi socio-sanitario-assistenziali<br />
alla persona o alle famiglie)”. Nel decreto<br />
anti-<strong>crisi</strong> che dovrà essere approvato<br />
dal Parlamento “ci sono delle<br />
cose che se diventassero legge bloccherebbero<br />
so<strong>sta</strong>nzialmente l’erogazione<br />
del credito alle imprese”. Lo<br />
ha detto Corrado Faissola, presidente<br />
dell’Abi a margine dell’inaugurazione<br />
della autostrada Bre-be-mi<br />
dopo che il presidente del Consiglio<br />
Silvio Berlusconi ha lodato nel suo<br />
intervento il sistema bancario italiano.<br />
Di cosa si tratta? “Leggetevi gli<br />
emendamenti e lo vedrete” ha detto<br />
Faissola facendo il segno della bocca<br />
cucita”.<br />
G. L.
A<br />
6 ttualità<br />
N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto<br />
Inchie<strong>sta</strong> sui rifiuti in Sicilia<br />
Le prospettive di un affare da cinque miliardi di euro<br />
Ultima Parte<br />
Carlo Ruta<br />
Il secondo tempo della partita<br />
siciliana significa ovviamente<br />
tante cose. Dalla prospettiva<br />
propriamente politica, è in gioco<br />
il potere. Sul terreno dei rifiuti,<br />
oltre che delle risorse idriche e<br />
delle energie, andranno facendosi<br />
infatti gli assetti regionali dei<br />
prossimi decenni. L’affare è destinato<br />
altresì a pesare sul contratto<br />
che va ridefinendosi fra Palermo e<br />
Roma, fra l’interesse autonomistico<br />
in versione Lombardo e quello<br />
di un potere centrale che intende<br />
mettere mano alla Costituzione<br />
come mai in passato. La presenza<br />
insistente del presidente regionale<br />
presso le sedi governative,<br />
danno peraltro conto di affinità<br />
so<strong>sta</strong>nziali, di una interlocuzione<br />
Raffaele Lombardo, presidente della Regione<br />
Siciliana<br />
LETTERA AL DIRETTORE<br />
Il ministro della salute<br />
cinese ha vietato l’uso<br />
dell’elettroshock per ragazzi<br />
la cui unica colpa era di<br />
navigare troppe ore in internet.<br />
[1] La pratica è ora sotto<br />
investigazione, ma le cliniche<br />
continuano a riceve pazienti<br />
e si moltiplicano anche in<br />
U.S.A. ed Europa; il Centro di<br />
Ricovero per Internet Dipendenti<br />
in Bradford, Pennsylvania,<br />
è senz’altro il più noto.<br />
[2] In Cina però ben il 14 per<br />
cento dei giovani rischia di<br />
essere etichettato “internet<br />
dipendente”. [3] La clinica di<br />
Daxing, un sobborgo di Beijing,<br />
è la più grande. Si trova<br />
all’interno di una base di addestramento<br />
militare e l’ospedale<br />
si distingue dagli edifici<br />
adiacenti per le grate metalliche,<br />
i lucchetti alle porte e le<br />
barre alle finestre. Molti pazienti<br />
sono forzati a venirci<br />
dai propri genitori e il trattamento,<br />
che co<strong>sta</strong> più di 1300<br />
dollari al mese, comprende<br />
consulenza, disciplina mili-<br />
produttiva. È comunque sul piano<br />
degli interessi materiali che si<br />
condensa maggiormente il senso<br />
dell’affare. La po<strong>sta</strong> in palio rimane<br />
senza precedenti: circa 5 miliardi<br />
di euro in un ventennio, fra<br />
fondi governativi e comunitari.<br />
In via ufficiale, ovviamente, ogni<br />
decisione è aperta. Ma nei fatti, è<br />
realmente così? È possibile che si<br />
prescinda del tutto dai solchi tracciati<br />
dalle gare del 2003? Sin dagli<br />
esordi, la storia ha presentato<br />
un profilo mosso. Come era prevedibile,<br />
è sceso in campo il top<br />
dell’industria italiana dell’energia.<br />
Senza difficoltà gli appalti<br />
degli inceneritori di Bellolampo,<br />
Campofranco e Augu<strong>sta</strong> sono andati<br />
infatti a tre gruppi d’imprese,<br />
rispettivamente Pea, Platani e Tifeo,<br />
guidati da società del gruppo<br />
Falck. Nel secondo si è inserita<br />
altresì, con una quota di riguardo,<br />
Enel Produzione. E la cosa darebbe<br />
poco da riflettere se non fosse<br />
per il piglio particolare con cui<br />
tale società veniva amministrata,<br />
allora, da Antonino<br />
Craparotta, destinato<br />
a finire in disgrazia<br />
per l’emergere di<br />
una storia di capitali<br />
extracontabili, alla<br />
volta di paesi arabi.<br />
Ancora senza alcun<br />
o<strong>sta</strong>colo, come<br />
da consuetudine, la<br />
quarta aggiudicazione,<br />
per l’impianto di<br />
Paternò, è andata a<br />
Sicil Power, un raggruppamento<br />
di diversa<br />
caratura, guidato<br />
da Waste Italia:<br />
quello che adesso,<br />
significativamen-<br />
te, con la rinuncia<br />
all’inceneritore etneo,<br />
sembra essere<br />
Farmainternet<br />
tare e ipnosi. La navigazione<br />
web è sostituita da giochi<br />
di guerra e da addestramento<br />
militare. [4] La rieducazione<br />
spesso prevede “la macchina a<br />
onde nanometriche”, un casco<br />
che emette onde elettromagnetiche,<br />
dentro cui viene infilata<br />
la te<strong>sta</strong> del paziente. [5] Nel<br />
2012 l’”internet dipendenza”<br />
sarà probabilmente inserita<br />
nel DSM-V, il manuale di riferimento<br />
della psichiatria<br />
e accettata a livello globale.<br />
Non è la prima volta che un<br />
comportamento viene ridefinito<br />
malattia, è già accaduto<br />
per il Disturbo da Deficit di<br />
Attenzione e Iperattività, il<br />
“gioco d’azzardo patologico”,<br />
già presente nel DSM-IV, o<br />
il “disordine dello shopping<br />
compulsivo”. Navigare in internet<br />
è una scelta, non una<br />
patologia. Non è una lesione,<br />
non è qualcosa che uno ha ma<br />
qualcosa che uno fa. Non può<br />
essere diagnosticato o misurato<br />
da nessuno strumento e<br />
qualunque valutazione è sog-<br />
finito fuori gioco. Sono comunque<br />
altre presenze, discrete e nondimeno<br />
importanti, a rivelare i toni<br />
della vicenda. Il posizionamento<br />
rapido della famiglia Pisante, presente<br />
nelle cronache giudiziarie<br />
sin dai tempi di “Mani pulite”, e<br />
del gruppo Gulino di Enna nelle<br />
quattro compagini aggiudicatarie,<br />
attraverso la Emit e l’Altecoen, è<br />
al riguardo paradigmatico. Come<br />
tale è <strong>sta</strong>to percepito del resto, sin<br />
dai primi tempi, da alcune procure,<br />
che hanno lanciato l’allarme<br />
inceneritori, e <strong>dalla</strong> stessa Corte<br />
dei Conti siciliana, intervenuta sul<br />
caso con perentorietà. A gare concluse,<br />
sono emersi, come è noto,<br />
degli inconvenienti, che hanno<br />
costretto l’imprenditore ennese,<br />
reduce con i Pisante della vicenda<br />
di MessinAmbiente, finita in<br />
scandalo, a farsi da parte, con la<br />
cessione di quote che gli hanno<br />
fruttato diversi milioni di euro.<br />
I termini della questione rimangono<br />
però intatti. Si è aperta una<br />
contrattazione. Interessi di varia<br />
portata sono diventati compatibili.<br />
È <strong>sta</strong>to tenuto debitamente<br />
conto delle tradizioni. Il gruppo<br />
pugliese infine, senza alcun pregiudizio,<br />
è rimasto in gioco. Tutto<br />
questo costituisce però solo un<br />
aspetto della storia. Si sono avuti<br />
infatti ingressi ancor più discreti,<br />
per certi versi invisibili, al confine<br />
comunque fra l’economia e la<br />
politica. È il caso della Pianimpianti:<br />
nota società di Milano amministrata<br />
dal calabrese Roberto<br />
Mercuri. Attiva in numerose aree<br />
della penisola e all’estero nell’impiantistica<br />
per l’ambiente, tale<br />
impresa ha potuto godere di un<br />
inserimento strategico nel sistema<br />
degli appalti calabresi: in quelli<br />
dei depuratori in particolare, che<br />
hanno mosso circa 800 milioni di<br />
euro. Ha manife<strong>sta</strong>to altresì dei<br />
getta all’interpretazione. Se si<br />
considera patologica la libera<br />
scelta di navigare in internet,<br />
allora perché non creare una<br />
malattia per chi <strong>sta</strong> troppe ore<br />
al telefono? O una per chi legge<br />
troppi libri? O una per chi<br />
guida troppe ore in automobile?<br />
Davis Fiore<br />
[1] http://www.telegraph.<br />
co.uk/news/worldnews/asia/china/5835417/China-bans-electricshock-therapy-for-internet-addicts.html<br />
[2] http://www.guardian.co.uk/<br />
technology/2008/mar/23/news.<br />
internet<br />
[3] http://www.washingt<br />
o n p o s t . c o m / w p - d y n / c o n -<br />
t e n t / a r t i c l e / 2 0 0 7 / 0 2 / 2 1 /<br />
AR2007022102094.html<br />
[4] http://news.xinhuanet.<br />
com/english/2009-07/16/content_11715855.htm<br />
[5] BBC Focus, Num. 204,<br />
luglio 2009, pag. 68; http://io9.<br />
com/388744/a-chinese-cure-forinternet-addiction <br />
punti di contatto<br />
oggettivi con<br />
l’Udc, essendone<br />
<strong>sta</strong>to vice presidente<br />
l’ex parlamentareparmigiano<br />
Franco<br />
Bonferroni, amico<br />
di Pier Ferdinando<br />
Casini, ma<br />
soprattutto legatissimo<br />
a Lorenzo<br />
Cesa, attuale<br />
segretario nazionale<br />
del partito.<br />
Per tali ragioni,<br />
ritenuta cardinale<br />
negli intrecci<br />
fra politica e affari<br />
in Italia, è<br />
finita al centro<br />
di indagini giudiziarie<br />
complesse, condotte dal<br />
sostituto procuratore di Potenza<br />
Henry John Woodcock e, soprattutto,<br />
da Luigi De Magistris.<br />
Nell’atto di accusa del sostituto<br />
di Catanzaro vengono passati in<br />
rassegna fatti specifici, alcuni di<br />
non poco conto: dal sequestro di<br />
3,8 milioni di euro al fratello e al<br />
padre di Roberto Mercuri su un<br />
treno diretto in Lussemburgo, al<br />
versamento di 370 mila euro che<br />
la Pianimpianti avrebbe fatto alla<br />
Global Media, ritenuta, attraverso<br />
Cesa, il polmone finanziario<br />
dell’Udc. Un teste, riferendosi<br />
agli appalti dei depuratori in senso<br />
lato, ha detto inoltre del sistema<br />
in uso delle tangenti, <strong>sta</strong>bilite<br />
nella misura dal 3 al 7 per cento,<br />
equamente divise fra la Calabria<br />
e Roma. In conclusione, l’accusa<br />
ha presentato la società di Mercuri<br />
come la “cassaforte” di una<br />
associazione finalizzata all’illecito,<br />
ma l’inchie<strong>sta</strong>, che come è<br />
noto è passata di mano, è <strong>sta</strong>ta<br />
largamente archiviata. Cosa c’entra<br />
però tutto questo con gli inceneritori<br />
in Sicilia? In apparenza<br />
nulla. Pianimpianti, nei raggruppamenti<br />
guidati dal gruppo Falk,<br />
reca una presenza del tutto simbolica,<br />
con quote dello 0,1 per<br />
cento. Nell’affare ha guadagnato<br />
in realtà un rilievo so<strong>sta</strong>nziale per<br />
quanto è avvenuto, in via assolutamente<br />
privata, dopo le aggiudicazioni<br />
del 2003. Le società Pea,<br />
Platani e Tifeo, l’1 luglio 2005<br />
hanno commissionato infatti<br />
proprio all’impresa di Mercuri,<br />
in associazione con la Lurgi di<br />
Francoforte, la fornitura, chiavi<br />
in mano, dei tre inceneritori,<br />
per un importo complessivo<br />
di mezzo miliardo di euro, che<br />
costituisce, a conti fatti, la fetta<br />
più grossa, più immediata, quindi<br />
più tangibile, dell’intera po<strong>sta</strong><br />
in palio. È il caso di sottolineare<br />
in ultimo che pure il sodalizio<br />
Pianimpianti-Lurgi è connotato<br />
da un iter mosso, antecedente e<br />
successivo alla firma dei contratti<br />
con Actelios-Elettroambiente.<br />
Luigi De Magistris<br />
Lorenzo Cesa, segretario dell’UDC<br />
Le due società sono finite sotto<br />
inchie<strong>sta</strong> nel 2005 per un giro di<br />
tangenti connesse alla costruzione<br />
dei due termovalorizzatori di<br />
Colleferro. Compaiono altresì<br />
nell’inchie<strong>sta</strong> Cash cow, ancora<br />
in corso, che nella medesima<br />
area laziale ha coinvolto, fra gli<br />
altri, decine di politici. A questo<br />
punto, dal momento che sono<br />
<strong>sta</strong>te disposte nuove gare, si tratta<br />
di capire cosa potrà avvenire<br />
delle intese sottoscritte a partire<br />
dal 2003. Di certo, le società aggiudicatarie<br />
hanno guadagnato<br />
una posizione favorevole. Da titolari<br />
dei cantieri, hanno ripreso<br />
a beneficiare infatti del “Cip6”,<br />
malgrado il blocco di ogni attività<br />
dal 2007. Otterranno infine<br />
il mega risarcimento che reclamavano,<br />
di 200 milioni di euro<br />
appunto, pur avendo effettuato<br />
nei tre siti lavori esigui, solo di<br />
recinzione e movimento terra.<br />
Dopo la firma dell’accordo, regna<br />
quindi un curioso ottimismo.<br />
Prova ne è che i titoli Falck hanno<br />
avuto in Borsa rialzi del tutto<br />
anomali, lontanissimi dai trend<br />
dell’attuale recessione. Ma quali<br />
giochi vanno facendosi? La cifra<br />
della penale, che evoca un calcolo<br />
complesso, di certo costituirà<br />
un forte deterrente alla partecipazione<br />
di nuove compagini.<br />
Nel caso in cui la gara dovesse<br />
andare a vuoto, l’affidamento diretto<br />
agli attuali concessionari, a<br />
trattativa privata, potrebbe essere<br />
quindi un esito “inevitabile”.<br />
Ed è la stessa Falck a dare conto<br />
di intese in tal senso con l’Agenzia<br />
regionale, nella relazione<br />
semestrale del giugno 2008. Per<br />
motivi di opportunità potrebbe<br />
prevalere tuttavia una seconda<br />
soluzione: il ritorno in gara, direttamente<br />
o in forma mimetica,<br />
delle imprese già aggiudicatarie,<br />
che finirebbero per pagare a sé<br />
stesse la penale, per il ripristino<br />
dei patti. In ambedue i casi,<br />
come è evidente, risulterebbe<br />
eluso il pronunciamento della<br />
Corte di Giustizia Ue.
N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto<br />
Marco Spedicato<br />
In un agile libro di novantacinque<br />
pagine dal titolo Marija<br />
Skobcova L’esilio, la conversione,<br />
il lager nazi<strong>sta</strong>, Effatà<br />
Editrice e con uno stile chiaro e<br />
scorrevole, Emilia Bea docente di<br />
Filosofia del diritto e di Filosofia<br />
politica presso l’Università di Valencia,<br />
offre al lettore l’opportunità<br />
di conoscere e di arricchirsi<br />
spiritualmente e culturalmente,<br />
attraverso una straordinaria lezione<br />
di storia e soprattutto un’appassionante<br />
testimonianza di vita<br />
cristiana spesa nel servizio di un<br />
grande amore per il prossimo. E’<br />
la storia di Mat Marija Skobcova,<br />
il cui vero nome fu Elizaveta Pilenko,<br />
canonizzata dal patriarcato<br />
di Co<strong>sta</strong>ntinopoli il 16 Gennaio<br />
del 2004, la quale si può definire,<br />
senza timore di essere smentiti,<br />
una vera eroina della cristianità<br />
nell’esercizio teorico e pratico di<br />
una fede pura ed incrollabile. Marija,<br />
nacque nel 1891 a Riga da<br />
una famiglia bene<strong>sta</strong>nte Russa, da<br />
giovane fu una rappresentante di<br />
un partito socialrivoluzionario, che<br />
pur appartenendo ad una posizione<br />
di sinistra, si opponeva alle rigidità<br />
ed ai verticismi bolscevichi. Nel<br />
1910 il suo primo matrimonio con<br />
il menscevico Kuz’min-Karavaev,<br />
che in seguito si convertirà al cattolicesimo<br />
ed entrerà a far parte<br />
della Compagnia di Gesù. Dopo<br />
la separazione dal suo primo marito,<br />
Marija sposò l’ufficiale cosacco<br />
Daniil Skobcov, appartenente<br />
all’esercito bianco che si opponeva<br />
ai comunisti. Si conobbero nel<br />
febbraio 1918, allorquando lei fu<br />
nominata (fatto clamoroso nella<br />
Russia dell’epoca), Sindaco di<br />
INSERTO<br />
Marija Skobcova, una vita in difesa dei più deboli<br />
Maria Zambrano<br />
L’agonia dell’Europa<br />
Marsilio<br />
pp. 102 €. 8,00<br />
Sfruttando sapientemente il materiale offerto dalle<br />
fonti, Veronese crea per il patrizio veneziano Francesco<br />
Pisani un dipinto straordinariamente complesso<br />
e articolato, che nel dare forma a un’apologia dei<br />
“nobili e legittimi matrimoni”, della famiglia e della<br />
perdurante identità dei suoi valori, offre anche spunto<br />
per una riflessione sullo <strong>sta</strong>tuto stesso della pittura e<br />
sulla dignità dell’arti<strong>sta</strong>.<br />
John Man<br />
L’esercito<br />
di terracotta<br />
Mondadori<br />
pp. 243 €. 10,50<br />
Reggae, Ra<strong>sta</strong>: un genere musicale, un movimento<br />
politico, una fede, una Livity, fusi con la potenza<br />
primigenia del battito del cuore. Bob Marley: il loro<br />
profeta, che attraverso la sua stessa parabola artistica<br />
e di vita ha tracciato la rotta per il cammino di riscatto<br />
e speranza di milioni di fratelli neri.<br />
A cura di Antonio D’Ettoris<br />
<strong>Corriere</strong> <strong>Corriere</strong> Letterario<br />
Letterario<br />
sacrificio ha lasciato un indelebile<br />
messaggio di carità e di amore,<br />
tanto che a Gerusalemme sul<br />
monumento di Yad Vashem, il<br />
alto; colse l’opportunità di assi- suo nome compare tra quello dei<br />
stere ed aiutare da vicino chi si Giusti tra le Nazioni . Nel libro è<br />
sentiva disperato e condividerne narrata, con particolare attenzione<br />
le sofferenze e la sorte, con uno all’introspezione, l’indimenticabi-<br />
straordinario slancio cristiano. le storia di una donna santa, un’au-<br />
Anapa, nella Russia meridionale .<br />
Fu proprio a causa delle sue opposizioni<br />
politiche che Marija fu esiliata<br />
a Parigi insieme al marito ed<br />
ai figli, mentre nella primavera del<br />
1920 il movimento bianco veniva<br />
definitivamente sconfitto a Kuban.<br />
In Francia divenne membro attivo<br />
della chiesa ortodossa e nel 1932,<br />
sotto la guida del pensatore Sergej<br />
Bulgakov, prese i voti monastici<br />
per seguire una nobile e santa vocazione:<br />
aiutare i fratelli più deboli<br />
della società. Nono<strong>sta</strong>nte la scarsezza<br />
dei mezzi, riuscì a realizzare<br />
progetti grandiosi, in particolare il<br />
pensionato per bisognosi, emarginati<br />
e rifugiati, aperto a Parigi dapprima<br />
in via de Saxe e poi in rue de<br />
Lourmel. In virtù della sua naturale<br />
propensione al bene e della sua<br />
attiva partecipazione alle opere di<br />
carità, Mat Marija si scontrò inevitabilmente<br />
con il male che in quel<br />
periodo si era propagato in Europa,<br />
l’ideologia neopagana del Nazionalsocialismo.<br />
In questo cruciale<br />
momento storico, ella svolse un<br />
ruolo di rilevante importanza con il<br />
suo concreto apporto materiale in<br />
difesa dei più deboli, tanto da diventare<br />
un simbolo ed un esempio<br />
spirituale della cristianità, perseguendo<br />
la sua vocazione di amare<br />
ed aiutare il prossimo con materna<br />
premura. Que<strong>sta</strong> straordinaria figura<br />
di donna, peraltro eccellente<br />
poetessa e pittrice, più volte si<br />
espresse in merito alla “questione<br />
ebraica”, parlando piuttosto<br />
dell’esistenza di una “questione<br />
cristiana” ed evidenziando come<br />
gli scismi e le divisioni dei popoli,<br />
soprattutto quelli causati <strong>dalla</strong> differenza<br />
di credo, possano aprire le<br />
porte ai mali del mondo ed al peggio<br />
dell’essere umano, argomento<br />
questo tanto attuale nel 1945 quanto<br />
oggi. Inoltre non dimenticò di<br />
“Mentre abbiamo vissuto dentro l’Europa, su<br />
di essa, non ci siamo mai sentiti abbracciati da<br />
quest’unità, da essa protetti, poiché eravamo<br />
impegnati in lotte particolari, in aspirazioni<br />
superficiali perché basate sull’unità impercettibile”.<br />
Così Maria Zambrano, negli anni culminanti<br />
del secondo conflitto mondiale, rivolge<br />
uno sguardo personale, filosofico e lirico, alle<br />
vicende del vecchio continente.<br />
Claudia Terribile<br />
<strong>Del</strong> piacere della virtù<br />
Marsilio<br />
pp. 150 €. 24,00<br />
Nel 1974 nei pressi della città cinese di Xian alcuni<br />
contadini <strong>sta</strong>vano scavando un pozzo quando,<br />
sotto i loro occhi, apparvero alcune figure di<br />
terracotta di straordinaria fattura. Ebbe inizio così<br />
una delle più clamorose scoperte archeologiche di<br />
sempre, quella dell’esercito di terracotta: seimila<br />
<strong>sta</strong>tue a grandezza naturale di guerrieri con i loro<br />
cavalli, ciascuna diversa dalle altre. Una vera armata<br />
spirituale messa a guardia del mausoleo del<br />
Primo Imperatore cinese Qin Shi Huang Di.<br />
Lorenzo Mazzoni<br />
Ra<strong>sta</strong> Marley<br />
Le radici del reggae<br />
Stampa Alternativa<br />
pp. 218 €. 15,00<br />
analizzare nel bene e nel male un<br />
concetto fondamentale della natura<br />
umana, la creatività. Mat Marija<br />
ci indica la via della vera salvezza<br />
nell’amore per il prossimo e<br />
nell’aiuto reciproco, nella vera<br />
fratellanza che contraddistinse gli<br />
albori della cristianità quando la<br />
Chiesa era un unico spirito ed un<br />
cuore solo di una grande famiglia.<br />
Nella sua missione d’amore, di<br />
fede e di carità, Mat Marija visse<br />
una vita piena di di<strong>sta</strong>cchi, di<br />
scelte sofferte, di tentazioni e sacrifici<br />
nonché di eventi fatali nei<br />
quali non si può non intravvedere<br />
il progetto della volontà divina su<br />
di lei. Nel 1936 morì di tifo la figlia<br />
maggiore Gajana, poco dopo<br />
la figlia Ana<strong>sta</strong>sija e anche quando<br />
l’amatissimo figlio Jurij, che aveva<br />
seguito l’esempio della madre nel<br />
volontariato, venne ucciso prima<br />
di lei dai carnefici nazisti, Madre<br />
Maria, malgrado que<strong>sta</strong> ennesima<br />
sofferenza, non si arrese. Fu così<br />
che per aver accolto ed aiutato i<br />
più deboli, tra cui alcuni rifugiati<br />
ebrei, per averli protetti nel suo tenero<br />
e materno abbraccio presso il<br />
centro da lei fondato a Parigi, Mat<br />
Marija fu prelevata <strong>dalla</strong> Ge<strong>sta</strong>po<br />
ed imprigionata come sovversiva<br />
nel lager nazi<strong>sta</strong> di Ravensbrück<br />
nel 1943 e immatricolata con il<br />
numero 19263. A dispetto di ciò<br />
che pensavano i suoi aguzzini, la<br />
prigionia non piegò la sua fede e la<br />
sua volontà di aiutare gli altri, anzi<br />
le offrì la possibilità di innalzare il<br />
suo amore per il prossimo ad un<br />
livello spirituale e materiale<br />
sempre<br />
p i ù<br />
Nel marzo del 1945 pochi giorni<br />
prima della liberazione, Mat<br />
Maria morì in una camera<br />
a gas, secondo alcune<br />
testimonianze si sostituì<br />
volontariamente ad una<br />
compagna che piangeva di<br />
sconforto per l’idea della<br />
morte. Il suo estremo<br />
William Wycherley<br />
La moglie di campagna<br />
Marsilio<br />
pp. 374 €. 19,00<br />
7<br />
tentica testimone del XX secolo,<br />
grande lavoratrice e pensatrice,<br />
dallo spirito critico e creativo, che<br />
tentò nella sua missione di fede e<br />
fratellanza di ricercare sempre ciò<br />
che ci unisce e non ciò che ci divide.<br />
Un libro da consigliare a tutti,<br />
grandi e piccoli, appartenenti a<br />
qualsiasi confessione religiosa.<br />
In una trama turbinante di intrighi e di equivoci<br />
e in un linguaggio intriso di ambiguità e<br />
doppi sensi, si snoda la vicenda (già di Terenzio<br />
e di Molière) del cinico libertino che non<br />
esita a fingersi impotente per avere accesso<br />
alle <strong>sta</strong>nze delle signore, gabbare i mariti gelosi<br />
e soprattutto dimostrare che le donne non<br />
tengono tanto alla morale quanto a far salva<br />
la loro reputazione.<br />
Tra il 431 e il 404 a.C. si consumò nel Pelopon- Victor Davis Hanson<br />
neso la lotta tra le potenze dell’epoca: Sparta e Una guerra diversa da tutte<br />
Atene. Victor Davis Hanson, autore di saggi che<br />
le altre<br />
sono già diventati dei classici, illustra la situazione<br />
politica di quel contesto e i suoi retroscena, le Garzanti<br />
strategie dei generali, le sanguinose battaglie per pp. 471 €. 14,50<br />
terra e per mare, nelle città e in campo aperto, con<br />
tattiche convenzionali ma anche ricorrendo alla guerriglia,<br />
alla tortura, all’omicidio politico, al terrorismo.<br />
A cura di R. Mentesana<br />
L’istruzione in un<br />
comune rurale fra Otto e<br />
Novecento<br />
Olschki<br />
pp. 114 €. 20,00<br />
In questo libro l’uomo delle acque svela i segreti del suo<br />
successo ai limiti dell’umano. Ogni capitolo corrisponde<br />
a una parola d’ordine e segue il filo narrativo di ciascuna<br />
delle otto finali olimpiche del 2008: la co<strong>sta</strong>nza, ovvero<br />
i 400 metri individuali misti, la determinazione, ovvero<br />
i 200 farfalla, e poi la fiducia, il coraggio, la volontà, il<br />
riscatto, l’impegno.<br />
Massimo Bucchi<br />
Caro Mao perché sei morto<br />
Marsilio<br />
pp. 236 €. 14,00<br />
Avrebbe anche potuto intitolare questo libro “Io l’avevo detto”: perché<br />
è assolutamente vero che la satira è, in qualche misura, profetica.<br />
E come i sismografi, registra vibrazioni che preannunciano un movimento,<br />
uno sviluppo, un pericolo. Sfogliando questo libro, l’attenzione<br />
deve appuntarsi sulla data, sull’anno in cui ogni vignetta è <strong>sta</strong>ta fatta.<br />
Una per tutte: nel 1993, in piena frenesia di Mani Pulite, c’è un Robespierre<br />
che dice semplicemente: “Gli italiani non hanno capito la differenza<br />
tra una Rivoluzione e una retata”. Che fosse proprio così, oggi lo<br />
possiamo vedere più chiaramente. Attenzione però: “lo l’avevo detto” è<br />
la riflessione su un metodo, non un grido narcisi<strong>sta</strong>. E Caro Mao perché<br />
sei morto è, infatti, un libro attuale, non rivanga il passato. Il suo compito<br />
è simile a quello della vignetta (2008) in cui il moribondo esala<br />
le sue ultime parole al prete che gli <strong>sta</strong> accanto: “Lascio a mio figlio il<br />
cerino acceso”.<br />
Graziella Merlatti<br />
Di bronzo e di cielo<br />
Ancora<br />
pp. 208 €. 14,50<br />
Le campane: un misterioso impasto di bronzo e di cielo, di fe<strong>sta</strong> e di<br />
lutto, di tempo e di eternità. Il paesaggio dell’Europa cristiana è costellato<br />
da migliaia di campanili che “segnano il confine tra la terra e<br />
il cielo” (F. De André). I rintocchi dei “sacri bronzi” per secoli hanno<br />
fatto da colonna sonora alla vita delle persone e delle comunità. Questo<br />
libro racconta storia, leggende, poesie, curiosità su campane e dintorni.<br />
A Casellina e Torri, oggi Scandicci, l’evolversi<br />
dall’istruzione privata alla scuola pubblica iniziò<br />
prima che lo Stato unitario ne imponesse l’obbligo<br />
ai comuni (1865). L’introduzione all’inventario<br />
ricostruisce tali fasi e presenta gli oltre 800 registri<br />
scolastici delle 14 scuole giacenti nell’archivio<br />
storico di Scandicci; l’arco temporale coperto<br />
parte dal 1880 e si ferma alle soglie della Riforma<br />
Gentile. Attraverso di essi è possibile ricostruire<br />
un quadro sociale del territorio a cavallo fra Otto e<br />
Novecento.<br />
Michael Phelps<br />
No limits<br />
Mondadori<br />
pp. 256 €. 17,00
LIBRI DA LEGGERE<br />
8 N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto<br />
La Reconqui<strong>sta</strong><br />
Pochi assocerebbero la<br />
scoperta dell’America<br />
da parte di Cristoforo<br />
Colombo alla Reconqui<strong>sta</strong>,<br />
cioè la plurisecolare riconqui<strong>sta</strong><br />
della penisola iberica<br />
occupata dai musulmani nel<br />
secolo VIII, eppure il mondo<br />
che sbarca alla Hispaniola,<br />
nell’ottobre del 1492, è<br />
lo stesso che ha abbattuto le<br />
mura islamiche di Granada<br />
pochi mesi prima, con una<br />
continuità anche cronologicamente<br />
apprezzabile. Parimenti<br />
le Crociate sembrano<br />
molto lontane, pure geograficamente,<br />
<strong>dalla</strong> Reconqui<strong>sta</strong>,<br />
ma il mondo cristiano<br />
intendeva la crociata non<br />
solo come pellegrinaggio<br />
armato a conqui<strong>sta</strong> o a difesa<br />
del Santo Sepolcro ma in<br />
generale come ogni impresa<br />
tendente, con il beneplacito<br />
papale e con le relative indulgenze,<br />
a tutelare la fede<br />
con le armi su ogni fronte:<br />
<strong>dalla</strong> penisola iberica, appunto,<br />
all’Europa orientale,<br />
interessata dalle spedizioni<br />
dei cavalieri Teutonici e<br />
Portaspada contro i pagani<br />
di Prussia e del Baltico, fino<br />
al cuore della Cristianità,<br />
aggredita dall’eresia catara.<br />
Questi temi sono affrontati<br />
ne La reconqui<strong>sta</strong> (il Mulino,<br />
Bologna 2009, 238 pp., euro<br />
12,50) da Alessandro Vanoli,<br />
docente presso il Diparti-<br />
Giuseppe Zecchini<br />
Le guerre galliche di Roma<br />
Carocci<br />
pp. 160 €. 14,50<br />
I rapporti tra Roma e il mondo celtico<br />
sono una co<strong>sta</strong>nte della storia romana dal<br />
IV secolo a.C. sino alla fine dell’impero.<br />
Questi rapporti sfociarono nella creazione<br />
della civiltà galloromana, uno degli esiti<br />
più nobili della storia antica, eppure essi<br />
furono scanditi per quattro secoli da una<br />
sequela interminabile di guerre, all’inizio<br />
guerre d’invasione dei Galli in Italia, poi<br />
a mano a mano guerre d’espansione e di<br />
conqui<strong>sta</strong> dei Romani.<br />
Stefano Pistolini<br />
Mister Cool<br />
Come funziona il metodo<br />
Obama<br />
Marsilio<br />
pp. 283 €. 16,00<br />
“Mister Cool” analizza il successo di Obama,<br />
nato <strong>dalla</strong> sua disciplina e dal lungimirante<br />
lavoro del suo team. Fatto di tecnica<br />
del coinvolgimento, studio dell’immagine,<br />
dello stile e del linguaggio, il fenomeno<br />
Obama è in continuo divenire ora<br />
che, da presidente, ha finalmente condotto<br />
l’America nel XXI secolo e la sospinge a<br />
rialzarsi da una <strong>crisi</strong> gravissima.<br />
Ferdinando Pellegrino<br />
La malattia di Alzheimer<br />
Carocci<br />
pp. 131 €. 12,50<br />
In una prassi medica in cui<br />
prevale il tecnicismo l’assistenza<br />
al paziente con<br />
Alzheimer diventa un importante<br />
momento di riflessione<br />
per recuperare la dimensione<br />
antropologica del<br />
rapporto medico-paziente<br />
mento di Conservazione dei<br />
beni culturali dell’università<br />
di Bologna, che aveva già<br />
trattato l’argomento in Alle<br />
origini della reconqui<strong>sta</strong><br />
(Aragno, Torino 2003). Fra<br />
quanti immaginano la riconqui<strong>sta</strong><br />
come una co<strong>sta</strong>nte<br />
e inarre<strong>sta</strong>bile avanzata,<br />
protrattasi inesorabilmente<br />
per otto secoli, e quelli che<br />
sminuiscono il più possibile<br />
la contrapposizione fra cristiani<br />
e musulmani, Vanoli<br />
sceglie «una salomonica<br />
via di mezzo» (p. 8) — fra<br />
l’altro accogliendo il termine<br />
«reconqui<strong>sta</strong>», ma con la<br />
«r» minuscola —, che tiene<br />
conto della fitta rete di relazioni<br />
quotidiane, scambi<br />
commerciali e rapporti culturali<br />
fra i due contendenti,<br />
senza però ignorare la realtà<br />
di un lungo processo di riappropriazione<br />
territoriale,<br />
percepito «come provvidenziale<br />
sin dalle prime cronache<br />
asturiane (cioè almeno<br />
a partire dal secolo X)» (p.<br />
199). La complessità e l’eterogeneità<br />
di un fenomeno a<br />
lungo considerato come<br />
monolitico — e gli stessi<br />
contrasti riemergenti periodicamente<br />
fra le nascenti<br />
monarchie iberiche — non<br />
possono far trascurare lo<br />
sforzo collettivo dei popoli<br />
ispanici, che acqui<strong>sta</strong>no<br />
gradualmente la consape-<br />
INSERTO<br />
LIBRI<br />
LEGGERE è CULTURA<br />
Una casa senza biblioteca è<br />
come una fortezza senza armeria<br />
(da un antico detto monastico)<br />
a cura di Maria Grazia D’Ettoris<br />
volezza di appartenere alla<br />
stessa comunità di destino,<br />
anche a fronte del pressante<br />
richiamo al jihad delle differenti<br />
dinastie islamiche.<br />
Dopo le difficoltà del secolo<br />
X i regni cristiani cominciano<br />
a espandersi e diventa<br />
più evidente la caratterizzazione<br />
religiosa della loro<br />
lotta: si afferma definitivamente<br />
il culto di Santiago,<br />
l’apostolo Giacomo, le cui<br />
reliquie erano custodite a<br />
Compostela, in Galizia; le<br />
loro imprese sono percepite<br />
sempre più come un prolungamento<br />
delle crociate<br />
in Oriente; viene incentivata<br />
la presenza dei nuovi<br />
ordini religioso-militari dei<br />
templari e degli ospedalieri,<br />
cui si affiancano quelli<br />
sorti nella penisola, quello<br />
castigliano di Calatrava,<br />
quello leonese di Alcántara,<br />
quello portoghese di Avis e,<br />
unico non legato ai cistercensi,<br />
quello di Santiago,<br />
nato per difendere i possedimenti<br />
dell’arcivescovado<br />
di Compostela. L’equiparazione<br />
della Riconqui<strong>sta</strong><br />
alla crociata favorisce la<br />
partecipazione, talvolta decisiva,<br />
di volontari europei<br />
alle fasi della lunga guerra:<br />
vengono ricordati il contributo<br />
della flotta pisana alla<br />
spedizione balearica degli<br />
anni 1113-1115, la presenza<br />
di nobili franchi nell’assedio<br />
vittorioso di Saragozza,<br />
nel 1118, e l’aiuto d’inglesi,<br />
normanni e fiamminghi alla<br />
C B<br />
presa di Lisbona, nel 1147.<br />
Nel 1212 la schiacciante vittoria<br />
degli eserciti cristiani<br />
presso Las Navas de Tolosas,<br />
nel più grande scontro mai<br />
avvenuto nella penisola iberica,<br />
porta in pochi decenni<br />
alla conclusione so<strong>sta</strong>nziale<br />
della Reconqui<strong>sta</strong>. Re<strong>sta</strong> solo<br />
il piccolo regno di Granada,<br />
conqui<strong>sta</strong>to fra il 1482 e il<br />
1492, dopo oltre due secoli<br />
di riorganizzazione politica<br />
ed economica — soprattutto<br />
il ripopolamento dei territori<br />
conqui<strong>sta</strong>ti e il consolidamento<br />
di nuove istituzioni,<br />
anche con la concessione di<br />
privilegi, i cosiddetti fueros,<br />
alle comunità locali e ai corpi<br />
intermedi —, segnati pure<br />
da grandi sciagure: un forte<br />
peggioramento climatico,<br />
carestie e la peste del 1348.<br />
A Granada, come si è detto,<br />
i Re Cattolici decidono di sostenere<br />
l’impresa di Colombo:<br />
«E anche questo momento<br />
per noi così radicalmente<br />
“nuovo”, visto con gli occhi<br />
di chi lo visse, fu piuttosto<br />
la naturale prosecuzione di<br />
un lungo e faticoso passato»<br />
(p. 188). Vanoli descrive con<br />
accuratezza le fasi della Reconqui<strong>sta</strong>,<br />
senza trascurare<br />
gli aspetti propriamente bellici<br />
— dagli armamenti alle<br />
tecniche di combattimento<br />
—, l’archeologia, che continua<br />
a fornire dati nuovi sul<br />
popolamento del territorio, e<br />
l’antropologia.<br />
Francesco Pappalardo<br />
onservali nella tua iblioteca<br />
A cura di Pasquale Sabbatino<br />
Iacopo Sannazzaro<br />
La cultura napoletana<br />
nell’Europa del Rinascimento<br />
Olschki<br />
pp. VIII-430 €. 55,00<br />
Il profilo critico di Sannazaro offre numerose<br />
tessere per ridisegnare la geografia e<br />
la storia del Rinascimento. I saggi raccolti<br />
affrontano alcuni nodi fondamentali: la<br />
dimensione etico-politica dell’Arcadia, il<br />
confronto tra le Rime di Bembo e la raccolta<br />
Sonetti et canzoni di Sannazaro, il<br />
poemetto De Partu Virginis come esempio<br />
umanistico di parafrasi biblica.<br />
Camilla Pagani<br />
Genealogia del primitivo<br />
Negretto<br />
pp. 124 € 12,00<br />
L’antropologia scientifica dei nostri giorni,<br />
direbbe Detienne, “inventa” l’altro per il<br />
fatto stesso di trascriverlo e di registrarlo,<br />
riducendo la sua parola vivente e integrale<br />
alla materialità e alla logica di un testo. Di<br />
qui quel “malinteso” costitutivo e strutturale<br />
che caratterizza la pratica scientifica<br />
dell’antropologia. Malinteso che rende appunto<br />
la scienza dell’uomo sempre di là da<br />
venire.<br />
Zeffiro Ciuffoletti<br />
Alla ricerca del “vino perfetto”<br />
Olschki<br />
pp. VIII-180 €. 20,00<br />
“Il vino riceve dal Sangioveto la dose<br />
principale del suo profumo [...] dal Canajolo<br />
l’amabilità che tempera la durezza<br />
del primo [...]; la Malvagia [...] tende<br />
a diluire il prodotto delle due prime<br />
uve [...]”: è il celebre brano della lettera<br />
di Ricasoli a Studiati che ha segnato la<br />
nascita della storia moderna del Chianti<br />
Classico.<br />
E. Ambrosi, A. Rosina<br />
Non è un paese per giovani<br />
Marsilio<br />
pp. 111 €. 10,00<br />
Gli autori analizzano senza sconti le responsabilità<br />
di due generazioni, in modo<br />
diverso protagoniste in negativo dell’Italia<br />
di oggi. Padri che monopolizzano spazi e<br />
risorse disponibili, senza curarsi del bene<br />
comune; figli che dipendono morbosamente<br />
<strong>dalla</strong> famiglia, senza coraggio né<br />
capacità di immaginare un futuro diverso:<br />
sono alcuni dei motivi che rendono l’Italia<br />
un paese che non cresce.<br />
P. Corti, M. Sanfilippo<br />
Storia d’Italia. Annali 24<br />
Migrazioni<br />
Einaudi<br />
pp. XLVI-803 €. 95,00<br />
Questo nuovo “Annale” della “Storia d’Italia” dedicato<br />
alle Migrazioni prende spunto da due considerazioni<br />
di fondo. La prima considerazione è la rilevanza che<br />
nel lungo periodo i processi di emigrazione e di immigrazione<br />
hanno avuto nella storia italiana. Innanzi<br />
tutto è <strong>sta</strong>ta la posizione strategica nel Mediterraneo a<br />
rendere l’Italia uno dei nodi di quell’intensa mobilità<br />
che ha conferito unitarietà culturale alle civiltà del<br />
grande bacino marino. In secondo luogo è <strong>sta</strong>ta la<br />
dinamica demografica esistente nelle aree di frontiera<br />
settentrionali a conferire all’Italia un altro rilevante<br />
ruolo strategico. In terzo luogo è <strong>sta</strong>ta l’incessante<br />
mobilità interna che, nono<strong>sta</strong>nte la reiterata frammentazione<br />
politica del paese, ha caratterizzato i rapporti<br />
fra diverse realtà, mettendo co<strong>sta</strong>ntemente in contatto<br />
le popolazioni di differenti aree economiche e sociali.<br />
La seconda considerazione investe l’attualità<br />
che i fenomeni di emigrazione e immigrazione hanno<br />
assunto oggi, nel breve periodo, sotto lo stimolo<br />
delle tendenze affermatesi negli ultimi venti anni.<br />
Martha Gellhorn<br />
I volti della guerra<br />
Il Saggiatore<br />
pp. 379 €. 22,00<br />
Dalle notti madrilene squarciate dalle bombe della<br />
Guerra civile spagnola, nel 1936, alle guerre in America<br />
Latina degli anni novanta, percorrendo le paludi<br />
del Vietnam e battendo i deserti del Medio Oriente, “I<br />
volti della guerra” narra le storie - di ferocia, amore<br />
e sofferenza - dei despoti e delle vittime dei conflitti<br />
del secolo scorso. Martha Gellhorn - antesignana delle<br />
corrispondenti di guerra, tra i primi a testimoniare<br />
l’orrore del campo di concentramento di Dachau - ha<br />
raccontato, con i suoi reportage, i fronti più caldi del<br />
XX secolo. Una scrittura immediata e realistica -<br />
sensibile ai suoni, agli odori, alle parole, ai gesti dei<br />
luoghi visitati - e un’infallibile capacità di cogliere e<br />
custodire l’estrema varietà di esperienze vissute hanno<br />
dato forma alla “visione umana del mondo” della<br />
grande reporter. Questo libro è ormai un classico del<br />
giornalismo moderno.<br />
N. Ciopponi, P. Marcelli<br />
Non ci re<strong>sta</strong> che mangiare<br />
Edizioni Clandestine<br />
pp. 180 €. 10,00<br />
In queste pagine, storia, gastronomia ed<br />
arte culinaria si fondono a sensazioni,<br />
<strong>sta</strong>ti d’animo, sapori e profumi. In esse<br />
sono indicati, con capacità ed ironia, i<br />
mutamenti intercorsi nel campo alimentare<br />
<strong>dalla</strong> preistoria ai giorni nostri, permettendo<br />
al lettore di essere ospite alla mensa<br />
greca o di essere a cena con gli Etruschi,<br />
abbuffarsi con i Romani e, perché no, di<br />
pranzare sulla Luna!<br />
Philippa levine<br />
L’impero britannico<br />
Il Mulino<br />
pp. 293 € 25,00<br />
All’impero britannico Philippa Levine ha<br />
dedicato un profilo che presenta forti elementi<br />
di originalità: non si limita infatti a<br />
tracciare la parabola politica dell’impero,<br />
<strong>dalla</strong> sua prima formazione alla decolonizzazione<br />
dell’ultimo dopoguerra, ma<br />
racconta con vivezza anche che cosa ha<br />
significato vivere in un impero per gli<br />
uomini e le donne che vi si sono trovati,<br />
tanto da dominatori quanto da dominati.
N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto<br />
Giovanna Crisà<br />
Jasmine Watts è sul punto<br />
di coronare il suo sogno:<br />
dopo un’adolescenza di<br />
povertà e abusi, e un passato<br />
da spogliarelli<strong>sta</strong>, è riuscita<br />
a riscattarsi e a entrare nel<br />
mondo dorato delle mogli e<br />
fidanzate dei calciatori, fatto<br />
di feste, servizi fotografici e<br />
shopping. Tuttavia, quando<br />
mancano pochi giorni al matrimonio<br />
con Jimmy, giovane<br />
promessa del calcio inglese,<br />
il passato torna a tormentarla<br />
Quando, all’ultimo<br />
momento, Howard<br />
decide di non andare<br />
in vacanza, Elizabeth<br />
non si perde d’animo: se<br />
suo marito deve rimanere<br />
in città per mandare avanti<br />
la prestigiosa e remunerativa<br />
agenzia immobiliare,<br />
lei non può certo rinunciare<br />
a una pausa più che<br />
meritata (da che cosa?, si<br />
chiede spesso Howard)<br />
nell’albergo più esclusivo<br />
della co<strong>sta</strong> inglese e fare<br />
sfoggio dei suoi nuovissimi,<br />
elegantissimi e firmatissimi<br />
abitini estivi. Certo<br />
la compagnia non è un<br />
granché... L’amica Melody,<br />
sempre a caccia di uo-<br />
Akira Rumo, un<br />
anziano stili<strong>sta</strong><br />
giapponese, vive a<br />
Parigi in una casa piena di<br />
libri. Le sue origini sono<br />
misteriose: non si sa da<br />
dove venga, non si sa che<br />
età abbia. Un giorno come<br />
tanti Akira decide di assumere<br />
una giovane bibliotecaria,<br />
Virginie Latour,<br />
per catalogare la sua immensa<br />
collezione di opere<br />
dedicate al più mutevole<br />
dei soggetti: le nuvole. A<br />
lei, che lentamente saprà<br />
conqui<strong>sta</strong>rne la fiducia,<br />
confida il segreto di una<br />
genealogia della scienza e<br />
della poesia meteorologica,<br />
in parte reale in parte<br />
immaginaria, cui hanno<br />
partecipato uomini che la<br />
Storia ha spesso ignorato.<br />
Luke Howard, lettore appassionato<br />
delle geografie<br />
del cielo, che all’inizio<br />
del XlX secolo ha per primo<br />
classificato e dato un<br />
nome alle nubi; il pittore<br />
inglese Carmichael, che<br />
INSERTO<br />
L M<br />
e minaccia di negare il lieto<br />
fine alla sua favola. Lila ha<br />
abbandonato una fortunata<br />
carriera d’attrice per sposare<br />
il divo hollywoodiano più<br />
acclamato del momento. Ma<br />
essere la moglie di una <strong>sta</strong>r<br />
non è tutto rose e fiori, e anche<br />
il più magico dei sogni<br />
d’amore può trasformarsi in<br />
un incubo: dopo la nascita<br />
dei due figli, Lila è costretta<br />
ad accettare dolorosi compromessi<br />
per non perdere<br />
il marito. Maxine ha già tre<br />
divorzi alle spalle, ma i fallimenti<br />
non hanno scalfito<br />
mini, ha la sua pargoletta<br />
ululante al seguito; i vicini<br />
di casa Brian e Dotty invece,<br />
chissà perché, hanno<br />
preferito ritirarsi nell’entroterra.<br />
Be’, poco male,<br />
si possono fare nuove<br />
amicizie: sicuramente non<br />
l’elegantone che le ronza<br />
attorno, si vede lontano un<br />
miglio che è un playboy di<br />
professione; invece la bellissima<br />
Lulu sembra essere<br />
una persona molto interessante:<br />
effettivamente ha un<br />
gusto magnifico in fatto di<br />
vestiti e poi bisogna <strong>sta</strong>rle<br />
accanto, con quel marito<br />
terribilmente geloso che<br />
si ritrova... Senza alcuna<br />
pietà per i suoi personaggi,<br />
La teoria delle nuvole<br />
per sottrazioni successive<br />
giunse a dipingere solo<br />
nuvole e ad eliminare tutto<br />
il resto; lo scienziato Richard<br />
Abercrombie, soggiogato<br />
da una tale passione<br />
enciclopedica da fare il<br />
giro del mondo per scoprire<br />
come mutano i cicli del<br />
pianeta e, per una bizzarra<br />
concordanza, le varie forme<br />
del sesso femminile.<br />
etteratura editerranea<br />
Quando ci si può guardar soffrire e raccontare quello che si è visto, significa che si è nati per la letteratura. Èdouard Bourdet<br />
Mogli e fidanzate<br />
Vacanze inglesi<br />
G. C.<br />
il suo ideale di matrimonio<br />
perfetto, e quando incontra<br />
Carlos le sembra proprio di<br />
aver trovato l’uomo giusto.<br />
Peccato che sia già sposato...<br />
Ambiziosa giornali<strong>sta</strong><br />
d’assalto, Grace è la regina<br />
del gossip, sempre a<br />
caccia dello scoop, senza<br />
curarsi delle conseguenze<br />
che i suoi articoli possono<br />
avere sui protagonisti del<br />
jet set. Totalmente dedita<br />
al lavoro, non ha mai avuto<br />
né il tempo né il desiderio<br />
di impegnarsi sentimentalmente,<br />
accontentandosi di<br />
“Vacanze inglesi” mette a<br />
nudo lo snobismo e le invidie<br />
di un mondo che usa<br />
il sesso come strumento di<br />
potere e che non ammette<br />
o<strong>sta</strong>coli (tanto meno se originati<br />
da un vago accenno<br />
di coscienza) fra sé e la<br />
realizzazione dei propri<br />
desideri.<br />
Joseph Connolly Vacanze inglesi Il Saggiatore pp. 375 €. 17,00<br />
Stéphane Andeguy<br />
La teoria delle<br />
nuvole<br />
Fazi<br />
pp. 301 €. 18,00<br />
Christopher Moore<br />
Suck!<br />
Una storia d’amore<br />
Elliot<br />
pp. 285 €. 16,50<br />
G. C.<br />
Essere morti non è per<br />
niente divertente. Ma<br />
essere “non morti” è un<br />
vero schifo! Chiedetelo<br />
a Tommy, che al risveglio<br />
dopo una notte indimenticabile<br />
scopre di<br />
essere <strong>sta</strong>to vampirizzato<br />
da Jody, la rossa tutto<br />
pepe di cui è follemente<br />
innamorato…<br />
relazioni clandestine con<br />
uomini sposati. Ma qualcosa<br />
arriverà a scalfire la sua<br />
corazza di cinismo e spregiudicatezza.<br />
Katie Agnew<br />
Mogli e fidanzate<br />
Mondadori<br />
pp. 462 €. 19,50<br />
J.M.G. Le Clezio<br />
Terra amata<br />
Bur<br />
pp. 260 €. 9,50<br />
Un giorno della sua<br />
prima infanzia il piccolo<br />
Chancelade si<br />
sente dire <strong>dalla</strong> nonna:<br />
“La vita è così corta”.<br />
Un avvertimento quasi<br />
minaccioso, che si<br />
incide in profondità<br />
nella sua mente. Ma<br />
ne fa tesoro e si ripromette<br />
di vivere quanto<br />
più intensamente gli<br />
riesce, cercando di<br />
non perdere nemmeno<br />
un secondo del tempo<br />
che ha a disposizione…<br />
A.M. Homes<br />
In un paese di madri<br />
Feltrinelli<br />
pp. 294 €. 17,50<br />
Siegried Lenz<br />
Un minuto di silenzio<br />
Neri Pozza<br />
pp. 125 €. 14,50<br />
9<br />
Christian e Stella sono usciti in mare con un dinghy,<br />
una piccola imbarcazione a vela perfetta per<br />
il vento forte e teso del Mare del Nord che increspa<br />
magnificamente quelle acque cri<strong>sta</strong>lline, e spazza chilometri<br />
e chilometri di maestose falesie e spiagge di sabbia finissima.<br />
Giunti sulla spiaggia dell’Isola degli uccelli, una minuscola striscia<br />
di terra in mezzo al mare su cui volteggiano come un turbine<br />
bianco centinaia di uccelli marini, i due giovani sono <strong>sta</strong>ti sorpresi<br />
da un’improvvisa tempe<strong>sta</strong> di vento e pioggia. Christian ha<br />
condotto Stella in una baracca rivestita di canne sulla spiaggia,<br />
un rifugio dove un vecchio ornitologo è solito andare durante la<br />
bella <strong>sta</strong>gione. La porta era ancora appesa sui cardini, sulla stufa<br />
di ferro vi erano ancora una pentola e un bicchiere d’alluminio,<br />
e al centro un giaciglio fatto di alghe secche e tavole di legno inchiodate.<br />
Stella si è messa subito a sedere su quel letto improvvisato,<br />
la sigaretta in bocca e una canzone sconosciuta sulle labbra.<br />
Bellissima, i capelli neri e gli occhi chiari e splendenti, ha sorriso<br />
a Christian e l’ha invitato a sedersi accanto a lei. Christian le è<br />
scivolato accanto, le ha posato una mano sulla spalla e, desiderando<br />
che quel contatto fisico durasse più a lungo possibile, le<br />
ha accarezzato la schiena. Solo allora Stella ha gettato la te<strong>sta</strong><br />
all’indietro e l’ha guardato sorpresa, come se avesse sentito o<br />
scoperto qualcosa d’inatteso, qualcosa che non aveva previsto,<br />
qualcosa che pensava impossibile.<br />
“In un paese di madri” narra il rapporto fra Jody<br />
Goodman, ventenne alle prime armi col mondo del cinema, e<br />
Claire Roth, affermata psicologa quarantenne, sposata e con<br />
due figli, che da ragazzina era rima<strong>sta</strong> incinta e aveva dato<br />
la figlia in adozione. Con il procedere della terapia, Claire<br />
comincia a sospettare che Jody sia proprio la figlia da cui si<br />
separò vent’anni prima e dirotta l’argomento delle sedute, che<br />
inizialmente dovevano concentrarsi sulla situazione affettiva<br />
e lavorativa di Jody (in <strong>crisi</strong> rispetto alla sua scelta di andare<br />
alla scuola di cinema di Ucla), verso la famiglia di Jody e in<br />
particolare verso le circo<strong>sta</strong>nze della sua adozione. Tutti i dettagli<br />
collimano: le date, i luoghi, le persone. Ma come deve<br />
comportarsi Claire allora? Tutti quegli aspetti della vita di<br />
Jody che il di<strong>sta</strong>cco della professione le permetteva di vedere<br />
come innocua o semplice esperienza di vita, improvvisamente<br />
la toccano da vicino, le appaiono come terribili minacce<br />
per la figlia. In un crescendo di ansia e tensione, Claire perde<br />
lucidità e sconfina in un territorio pericoloso, morboso, ossessivo,<br />
fino a spingere Jody a scappare. Il legame fra le due,<br />
però, reale o immaginario che sia, non è facilmente solubile e<br />
le due dovranno incontrarsi ancora una volta...<br />
Joseph O’Neill<br />
La città invincibile<br />
Rizzoli<br />
pp. 283 €. 19,00<br />
La città invincibile è la storia di Hans van<br />
den Broek, olandese a New York, che la<br />
moglie, all’indomani dell’11 settembre, ha lasciato solo<br />
a guardare il suo matrimonio andare in pezzi. Ed è la<br />
storia del mondo nuovo che Hans scopre tra le macerie<br />
della tragedia: dal Chelsea Hotel ai parchi dorati dall’autunno,<br />
la sua è una New York meravigliosa e ferita, che<br />
cerca di sopravvivere a se stessa e al suo mito. È ancora<br />
la città del sogno americano, sognato da chi americano<br />
non è. Indiani, paki<strong>sta</strong>ni, turchi, caraibici: è con loro che<br />
Hans si incontra, unico bianco, per trascorrere no<strong>sta</strong>lgici<br />
pomeriggi giocando allo sport di quand’era ragazzo,<br />
il cricket. Ed è tra loro che conosce un sognatore vero,<br />
entusia<strong>sta</strong> e geniale: Chuck Ramkissoon, un Jay Gatsby<br />
nato a Trinidad, grandioso e tragico sbruffone con “una<br />
certa esperienza di questioni di vita o di morte”. E un<br />
motto: think fantastic. Sarà grazie a Chuck, e all’umanità<br />
vitale e colorata che gli <strong>sta</strong> intorno, che Hans ritrova<br />
un po’ di se stesso, e rimette pian piano insieme i pezzi<br />
sparsi della sua esistenza.
10 Religione<br />
N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto<br />
Per non dimenticare<br />
Eluana<br />
In E<strong>sta</strong>te abitualmente si legge qualche<br />
libro; ne consiglio uno, La vita in gioco.<br />
Eluana e noi, a cura di Massimo Pandolfi,<br />
edito dalle Edizioni Ares di Milano<br />
(www.ares.mi.it), 224 pp. 13 euro. Tutti<br />
parlano di te, ragazza discreta, e dicono di<br />
sapere cosa sei e quale sia la tua giustizia…<br />
Sono alcune delle frasi del monologo in versi<br />
di Davide Rondoni, pubblicate all’inizio<br />
del libro. Il tiranno non muove più le corazzate,<br />
e non ha bisogno delle occhiute polizie.<br />
Muove, paga intellettuali dalle menti<br />
lucide, parolai che svuotano le parole, il tiranno<br />
muove gente d’immagine e senza anima<br />
che convinca che tutto è solo apparenza<br />
/ Non la chiamano esecuzione./ e così si<br />
può uccidere in nome delle idee, delle idee<br />
buone, si è ucciso, si uccide, si ucciderà in<br />
nome delle idee piene di bontà…Chissà se<br />
un giorno queste parole su Eluana così dense<br />
e piene di significato verranno studiate<br />
in qualche scuola della nostra bella Italia.<br />
Quale battaglia si è combattuta, si chiede<br />
Aldo Maria Valli, utilizzando come terreno<br />
di scontro il povero corpo di quella donna?<br />
Il libro trae spunto dal caso Englaro, che<br />
tante polemiche ha suscitato, per argomentare<br />
che il primo diritto da difendere non è<br />
quello di morire, ma il diritto a vivere. In<br />
queste pagine si vuole presentare le persone<br />
che testimoniano cristianamente o laicamente,<br />
la vita, qualunque vita, che vale di più della<br />
malattia e della morte. Il libro innanzitutto<br />
intende dire le cose come <strong>sta</strong>nno, e questo<br />
non significa assumere una posizione dura,<br />
cattiva, integrali<strong>sta</strong>. Tra le cose più semplici<br />
da dire, la cronaca dei fatti, è che Eluana<br />
è morta perché si è deciso di non darle da<br />
bere e da mangiare. Dire che con la morte di<br />
Eluana è <strong>sta</strong>ta introdotta in Italia l’Eutanasia,<br />
forse è poco, perché Eluana non era neanche<br />
una malata terminale, non aveva un male<br />
misterioso che l’avrebbe portata alla morte:<br />
aveva solo bisogno di essere nutrita, idratata<br />
e pulita. Inoltre la sua richie<strong>sta</strong> di morte,<br />
era presunta, ricostruita da uomini, mai mes-<br />
Antonio Thellung<br />
L’inquieta felicità di un<br />
cristiano<br />
Paoline<br />
pp. 159 €. 12,00<br />
Testimonianza di esperienze vissute e<br />
viventi, che passano attraverso l’elogio<br />
della vita coniugale, con la precisazione<br />
che andare d’accordo non è assenza di<br />
conflitti ma litigare tenendosi per mano.<br />
Nella vecchiaia, poi, il matrimonio diventa<br />
ancor più bello, fino a schiudere<br />
le porte a una vera e propria e<strong>sta</strong>si coniugale.<br />
Ne scaturisce un sorprendente<br />
panorama sull’inquieta felicità di un cristiano<br />
che si confronta con i suoi limiti.<br />
André Vingt-Trois<br />
I segni che Dio ci dona<br />
Messaggero<br />
pp. 96 €. 10,90<br />
Alla luce del vangelo, l’arcivescovo di<br />
Parigi evoca la morte, la sofferenza, la<br />
gioia, l’infanzia, il tempo che passa. Ricorda<br />
quindi “che cosa significa amare”,<br />
perché “la premura divina tocca sia quelli<br />
che lo conoscono già, sia coloro che non<br />
lo conoscono ancora”. Questo testo arriva<br />
al momento giusto per ripeterci che i<br />
segni hanno un senso e danno senso alla<br />
nostra vita.<br />
sa per iscritto. Ancora un altro dato di fatto<br />
è che i giudici hanno dato l’ok alla morte di<br />
una persona. Eluana è morta per una sentenza<br />
ha detto il ministro della Giustizia Alfano,<br />
anzi Eluana è morta per un semplice decreto<br />
(luglio 2008, Corte d’Appello di Milano). Un<br />
altro dato di fatto, evidente a tutti, è che gli<br />
stessi giudici hanno indossato anche il camice<br />
bianco e si sono trasformati in medici. Infatti<br />
La Corte d’Appello ha autorizzato la sospensione<br />
di alimentazione e idratazione di Eluana,<br />
dettando ai medici tutte le regole di condotta,<br />
una era quella di umidificare frequentemente le<br />
mucose. Un’altra verità da dire è che i mass<br />
media, per mesi interi, tutti hanno “visto un altro<br />
film”, sganciato <strong>dalla</strong> realtà, soltanto nelle<br />
ultime settimane l’opinione pubblica si è forse<br />
resa conto che Eluana Englaro non era attaccata<br />
a nessuna macchina, che non c’erano più<br />
spine da <strong>sta</strong>ccare, che que<strong>sta</strong> ragazza non era<br />
in coma ma in <strong>sta</strong>to vegetativo; cioè dormiva,<br />
si svegliava, le suorine le facevano anche fare<br />
ginnastica. Eppure, per tanti anni, sui quotidiani<br />
e suoi siti internet dei quotidiani, rimbalzava<br />
lo stesso, fuorviante sondaggio:‘E’<br />
giusto o no <strong>sta</strong>ccare la spina?’ Tutti immaginavano<br />
Eluana attaccata a quali macchinari.<br />
Invece, nella cameretta non c’era altro che un<br />
semplicissimo sondino, tante fotografie, dei<br />
bambolotti di peluches e la musica a tutto volume.<br />
In pratica c’era semplicemente una persona.<br />
Una persona che per vivere aveva solo<br />
bisogno di essere aiutata a nutrirsi, idratarsi.<br />
Invece è morta di fame e di sete. Una cosa<br />
disumana. Un omicidio fra i più crudeli che<br />
possono esserci, ha scritto Mario Melazzini.<br />
Ha vinto l’uomo ideologico che per non dire<br />
che vogliamo farla morire di fame e di sete<br />
(ad Eluana) diciamo che è necessario applicare<br />
il protocollo. Come nel caso del bambino<br />
che non vogliamo, invece di dire che lo<br />
uccidiamo nel ventre della mamma diciamo<br />
che la donna fa un’interruzione volontaria di<br />
gravidanza.<br />
Domenico Bonvegna<br />
L I pirito<br />
ibri dello S<br />
A cura di Carla Busato<br />
Barbaglio<br />
I mille volti di Gesù<br />
Edb<br />
pp. 152 €. 11,90<br />
“Mi limito a sottolineare quanto sia significativo<br />
che, per ricordare Giuseppe Barbaglio,<br />
rifletteremo per due giorni su Gesù e<br />
su Paolo, sul messaggio cristiano tra fede<br />
e ricerca. Fede e ricerca. Una fede che non<br />
si accontenta di verità impacchettate e che<br />
cerca sempre: ha già trovato in un certo<br />
senso, ma ancora cerca e non ha paura di<br />
nessuna domanda” (dall’Introduzione di D.<br />
Garrone).<br />
Jean-Pierre Longeat<br />
Una giornata da monaco<br />
Messaggero<br />
pp. 144 €. 11,00<br />
Che cosa capita dietro le pesanti porte di<br />
un monastero? Di che cosa si occupa un<br />
monaco durante la sua giornata? Il silenzio<br />
è obbligatorio? Come poter vivere<br />
giorno dopo giorno celibato e povertà nella<br />
condivisione? L’abate di Ligugé risponde<br />
a tutte queste domande con sincerità e<br />
senza nascondere le difficoltà incontrate,<br />
descrivendo lo svolgersi della giornata di<br />
un monaco.<br />
Riflettiamo con i libRi<br />
Andrea Vacaro<br />
L’ultimo esorcismo<br />
Edb<br />
pp. 150 €. 14,60<br />
Qual è il significato autentico del terzo settore? Quale<br />
posto assume nella evoluzione dello <strong>sta</strong>to sociale?<br />
Con quali ruoli? Qual è il rapporto fra le componenti<br />
del terzo settore? Ha anche un ruolo politico? Sono<br />
alcuni dei temi che vengono sviluppati nella pubblicazione,<br />
guardando agli sviluppi futuri.<br />
A cura di Pietro Boffi<br />
Convivenze e<br />
matrimonio cristiano<br />
Paoline<br />
pp. 129 €. 11,00<br />
In un’epoca in cui l’esigenza di riflettere<br />
sull’identità italiana appare quanto mai sentita,<br />
il volume indaga il rapporto tra Chiesa e identità<br />
culturale nazionale prendendo in esame il<br />
secolo XIX, scelto perché decisivo per la creazione<br />
dell’Italia moderna. Con una forte semplificazione,<br />
si potrebbe affermare che nell’Ottocento<br />
finiva davvero la societas christiana e<br />
nasceva la società moderna.<br />
Don S. Browning<br />
Etica cristiana e psicologie<br />
morali<br />
Edb<br />
pp. 344 €. 32,50<br />
Queste pagine affrontano con umiltà e coraggio<br />
la situazione di abbandono in cui viene a trovarsi<br />
il separato, la descrivono da vicino, invitano a<br />
percorsi concreti per non perdere il contatto con la<br />
comunità ecclesiale.<br />
Godfried Danneels<br />
Il credo<br />
La gioia di credere<br />
Edb<br />
pp. 80 €. 6,90<br />
“Il Credo evoca l’immagine di una compressa<br />
effervescente chiusa nella scatola:<br />
solo quando viene sciolta nell’acqua,<br />
comincia a sprigionare forza. Bisogna<br />
sciogliere il Credo nell’acqua di una vita<br />
vissuta. Dal dovere di credere dobbiamo<br />
passare alla gioia di poter credere”.<br />
(dall’Introduzione).<br />
Bernard Peyrous<br />
Vita di Marthe Robin<br />
Effatà<br />
pp. 400 €. 19,50<br />
Marthe Robin è senza dubbio una delle<br />
figure più affascinanti del XX secolo.<br />
Que<strong>sta</strong> contadina, costretta a letto per<br />
sessant’anni, ha ricevuto nella sua camera<br />
più di centomila persone! Ha cambiato la<br />
vita di centinaia di persone illuminando,<br />
consolando, incoraggiando. E ha fatto tutto<br />
questo re<strong>sta</strong>ndo un’anima semplice, affabile,<br />
diretta, dotata di un buon senso, un<br />
umorismo, un’intelligenza pratica che la<br />
rendevano una creatura eccezionale.<br />
Le nuove scienze ci prospettano una radicale estensione<br />
della vita a seguito di una radicale manipolazione<br />
dell’uomo. I filosofi parlano allora di ‘post-umanità’,<br />
‘homo cyborg’, ‘tecno-umanesimo’. Il volume conduce<br />
attraverso le teorie, gli argomenti e i protagonisti di questo<br />
nuovo passaggio epocale, che tocca la concezione<br />
stessa dell’uomo e che ha ricadute anche sul versante<br />
teologico o, più semplicemente, sulla nostra visione<br />
religiosa.<br />
Giovanni Nervo<br />
Terzo sistema o terzo<br />
settore?<br />
Messaggero<br />
pp. 96 €. 7,00<br />
Il libro fornisce le coordinate principali e qualche<br />
utile indicazione pratica, perché gli operatori pastorali<br />
possano affrontare con equilibrio i delicati<br />
problemi che la presenza di coppie già conviventi<br />
pone alla dinamica dei corsi prematrimoniali,<br />
rifuggendo i due estremi: un atteggiamento di condanna<br />
e rifiuto o una accettazione silenziosa del<br />
dato di fatto.<br />
A cura di Edoardo Barbieri<br />
Chiesa e cultura<br />
nell’Italia dell’Ottocento<br />
Edb<br />
pp. 192 €. 9,80<br />
Che cosa possono imparare l’etica filosofica e la<br />
morale cristiana dai processi psicologici? Come<br />
combinare l’atteggiamento precettistico e lo sviluppo<br />
del senso morale nella persona?<br />
L’autore propone una rispo<strong>sta</strong> approfondita a tali<br />
problemi, nella convinzione che la psicologia<br />
morale contemporanea sia in grado di offrire un<br />
contributo specifico all’etica cristiana<br />
Comunità di Caresto<br />
Siamo separati e<br />
adesso<br />
Effatà<br />
pp. 144 €. 10,00<br />
Romano Penna<br />
Paolo scriba di Gesù<br />
Edb<br />
pp. 240 €. 21,50<br />
Il Nuovo Te<strong>sta</strong>mento si apre con i Vangeli<br />
e gli Atti degli apostoli e solo dopo<br />
compaiono le Lettere di Paolo. Tale disposizione<br />
può suggerire l’idea che i<br />
Vangeli siano i primi scritti su Gesù,<br />
mentre in realtà, dal punto di vi<strong>sta</strong> cronologico,<br />
i primi testi sono dell’Apostolo.<br />
Una ventina d’anni dopo la morte di<br />
Gesù, Paolo comincia infatti a scrivere<br />
alle comunità. Nelle sue lettere autentiche,<br />
per 28 volte viene usato il termine<br />
“evangelo”; il vocabolo ricorre 60 volte<br />
nell’epistolario paolino e 76 volte in tutto<br />
il Nuovo Te<strong>sta</strong>mento.<br />
Niklaus Brantschen<br />
Verso il centro del cuore<br />
Messaggero<br />
pp. 96 €. 8,00<br />
Il nostro tempo è caratterizzato dall’attività<br />
febbrile e dal chiasso. In que<strong>sta</strong><br />
situazione è un dovere salvare il silenzio,<br />
limitare la velocità. E occorre anche<br />
scoprire dentro di noi il luogo in cui<br />
regna il silenzio, il luogo in cui il tempo<br />
e l’eternità si incontrano nella pienezza<br />
del momento presente. Come può l’uomo<br />
trovare il suo centro? Come si può<br />
trovare pienezza e felicità?
N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto<br />
Attualità<br />
Giovannino Guareschi italiano libero<br />
Per ricordare i quarant’anni<br />
<strong>dalla</strong> scomparsa di Giovanni<br />
Guareschi (1908-1968)<br />
si è svolta a Roma, organizzata<br />
dall’Associazione Famiglia Domani,<br />
una tavola rotonda cui hanno<br />
partecipato personalità della<br />
politica e della cultura quali Renato<br />
Farina, deputato del Popolo<br />
della Libertà e giornali<strong>sta</strong> del quotidiano<br />
Libero, Roberto de Mattei,<br />
vicepresidente del Consiglio Nazionale<br />
delle Ricerche, Monica<br />
Mondo, conduttrice dell’emittente<br />
televisiva Sat 2000 nonché<br />
firma de L’Osservatore romano e<br />
lo scrittore Marco Ferrazzoli che<br />
nel corso della serata ha presentato<br />
il suo ultimo saggio: Non solo<br />
don Camillo. L’intellettuale civile<br />
Giovannino Guareschi (L’Uomo<br />
libero, Roma 2009). In apertura<br />
de Mattei ha spiegato brevemente<br />
chi è <strong>sta</strong>to l’intellettuale Giovannino<br />
Guareschi e soprattutto che<br />
cosa ha significato la sua figura<br />
nell’Italia del dopoguerra per la<br />
formazione di intere generazioni.<br />
Due erano le caratteristiche<br />
che qualificavano il Guareschipensiero,<br />
riflesse profondamente<br />
nel Guareschi-uomo. Anzitutto la<br />
fede cattolica, amata e professata<br />
pubblicamente senza falsi timori<br />
e senza vergogna in un periodo<br />
storico in cui dirsi “cristiani”<br />
iniziava ad essere un dato non<br />
più scontato e, soprattutto negli<br />
ambienti culturali che andavano<br />
per la maggiore, si sarebbe rivelato<br />
più un o<strong>sta</strong>colo che un aiuto.<br />
La seconda, ad essa strettamente<br />
collegata, era un anticomunismo<br />
vivo, ragionato, sferzante e mai<br />
retorico. Come ha sottolineato Renato<br />
Farina prendendo la parola<br />
infatti, Guareschi era anticomuni<strong>sta</strong><br />
proprio perché profondamente<br />
cattolico e amante della verità,<br />
della giustizia e della bellezza<br />
(“Odiava il comunismo perché<br />
amava gli uomini” ha ripetuto più<br />
volte l’originale penna di Libero).<br />
Que<strong>sta</strong> integrità morale peraltro,<br />
gli sarebbe co<strong>sta</strong>ta cara più avanti<br />
quando per la fedeltà alla verità<br />
finì per ben due volte in carcere,<br />
anche con la complicità di alcuni<br />
politici democristiani importanti.<br />
Si avvicinava infatti il periodo<br />
del compromesso storico, ovvero<br />
dell’alleanza semplicemente impensabile<br />
fino a pochi anni prima<br />
e da lui mai giustificata, tra l’ideologia<br />
che negava l’esistenza stessa<br />
di Dio (rappresentata in Italia politicamente<br />
dal PCI) e il principale<br />
partito cristiano del Paese che<br />
portava addirittura la croce sullo<br />
stemma. Quelli che oggi si sarebbero<br />
definiti ‘cattolici adulti’ rappresentavano<br />
già per il lungimirante<br />
Guareschi un Cristianesimo<br />
solo di facciata molto pericoloso<br />
poiché di fatto erodevano i voti<br />
dei credenti più semplici e quindi<br />
più puri, per venderli al nemico<br />
di sempre scendendo a compro-<br />
Verso una nuova era<br />
Dove va il mondo? Cosa<br />
<strong>sta</strong> succedendo alla nostra<br />
societàw? Quali sono<br />
gli effettivi rapporti tra Occidente<br />
ed Oriente? Vi è per davvero un<br />
“new deal” nella politica estera<br />
americana? A che punto è il reale<br />
<strong>sta</strong>to di democrazia nel mondo?<br />
Interrogativi questi che giorno<br />
dopo giorno ognuno di noi si dovrebbe<br />
porre, per la realizzazione<br />
di quella “pax mundi” tanto agognata<br />
ed auspicata da tutti. Una serie<br />
di testi sebbene non ci diano la<br />
chiave per poter risolvere a pieno<br />
il problema per lo meno cercano<br />
di farcelo comprendere. Cercano<br />
di farci capire qual è il reale <strong>sta</strong>to<br />
della società contemporanea ed a<br />
che cosa <strong>sta</strong> andando incontro il<br />
cittadino mondiale nella odierna<br />
società globale e globalizzata. Testi<br />
che si badi bene non sono del<br />
tutto “freschi di <strong>sta</strong>mpa”qualcuno<br />
infatti seppur non recente ha però<br />
l’abilità di farci ritenere che la<br />
nostra società non si è totalmente<br />
evoluta. Testi come quello di Ian<br />
Buruma e Avishai Margalit “Occidentalismo”<br />
(Einaudi) analizzano<br />
i pregiudizi e le radici storiche di<br />
un Occidente disumanizzato: esso<br />
è una sorta di “spedizione archeologica”<br />
nella cultura occidentale:<br />
gli autori dimostrano infatti come<br />
l’Occidente senz’anima è capace<br />
solo di un “pensiero-calcolo”,<br />
che non è altro che un’immagine<br />
nata ed alimentata in Occidente.<br />
Una società dove si rovescia nella<br />
versione “occidentali<strong>sta</strong>” dei fondamentalismi<br />
islamici che ritraggono<br />
un’intera società come una<br />
massa di decadenti avidi, premessa<br />
intellettuale alla loro distruzione.<br />
A que<strong>sta</strong> versione dell’occidentalismo<br />
si contrappone un altro<br />
libro dell’intellettuale palestinese<br />
Edward Said “Orirntalismo” (Feltrinelli)<br />
in cui si ipotizza la visione<br />
degli occidentali sull’Oriente. Una<br />
sorta di dialogo a di<strong>sta</strong>nza dove il<br />
termine “orientalismo” indica i diversi<br />
modi in cui la cultura europea<br />
ha cercato di conoscere e appropriarsi<br />
dell’Oriente, ricavandone<br />
una nozione collettiva che ha permesso<br />
di identificare un “noi” europei<br />
in contrapposizione agli “altri”<br />
non europei. L’analisi di Said<br />
muove dall’accezione più classica<br />
- orientalismo come insieme delle<br />
discipline accademiche che studiano<br />
usi, costumi, letteratura e<br />
storia - per poi passare all’esame<br />
dell’orientalismo come concezione<br />
culturale fondata su una distinzione<br />
ontologica tra Oriente e<br />
Occidente, fonte di molte opere di<br />
scrittori e pensatori. Con intenti diversi<br />
si muove lo scrittore <strong>sta</strong>tunitense<br />
Noam Chomsky che nel saggio<br />
“Il bene comune” (Piemme) si<br />
rende portavoce di un’emozionata<br />
difesa della forza della democrazia<br />
– in particolare quella americana –<br />
nel mondo contemporaneo. Un sistema<br />
in cui crescono a dismisura<br />
il potere e i privilegi della sparuta<br />
minoranza dei più ricchi a dispetto<br />
della maggioranza dei cittadini<br />
non può dirsi una democrazia. Lo<br />
aveva già capito Aristotele, anche<br />
se oggi le sue paiono le parole di<br />
un pericoloso radicale contemporaneo.<br />
Parte da qui que<strong>sta</strong> lucida<br />
invettiva che analizza, denuda e<br />
denuncia misfatti e menzogne con<br />
cui i centri di potere finanziari e<br />
le multinazionali cercano di paralizzare<br />
le istituzioni democratiche<br />
ed assumerne il controllo. E senza<br />
offrire illusorie formule magiche,<br />
Chomsky invita a riappropriarsi<br />
di strumenti e spazi che consentano<br />
di essere realmente cittadini<br />
e non solo sudditi ed obbedienti<br />
consumatori. Sulla stessa linea si<br />
muove un altro scrittore <strong>sta</strong>tunitense<br />
Charles A. Kupchan che nel<br />
“La fine dell’era americana” (Vita<br />
e pensiero) invita gli USA a rivedere<br />
la sua politica estera, abbandonando<br />
la sua posizione “unilaterali<strong>sta</strong>”,<br />
assunta negli ultimi tempi.<br />
Negli anni Novanta in effetti era<br />
opinione diffusa che la caduta del<br />
muro di Berlino avesse decretato<br />
il trionfo della democrazia liberale<br />
e del capitalismo di mercato, cancellando<br />
l’ultima grande linea di<br />
demarcazione ideologica. Sarebbe<br />
cominciata un’era di prosperità<br />
economica e di pace <strong>sta</strong>bile, sotto<br />
l’egida dell’unica superpotenza<br />
planetaria rima<strong>sta</strong>: gli Stati Uniti.<br />
In realtà la fine della Guerra Fredda<br />
ha segnato paradossalmente<br />
non la vittoria definitiva dell’America,<br />
ma l’avvio del suo declino e<br />
un periodo di forte in<strong>sta</strong>bilità. L’incalzare<br />
di concorrenti economici e<br />
politici, quali la Cina e la stessa<br />
Unione Europea, non si concilia<br />
con il dominante “unilateralismo”<br />
americano in materia di politica<br />
estera ed impone all’America di<br />
ridefinire la sua egemonia mondiale.<br />
I reali ed effettivi rapporti<br />
tra Europa e Stati Uniti vengono<br />
approfonditi in un saggio del politologo<br />
Timothy Garton Ash. Egli<br />
analizza in “Free world” (Mondadori)<br />
le consonanze ed i contrasti<br />
nella lotta al terrorismo, ma non<br />
solo, tra le due superpotenze. In<br />
verità negli ultimi anni, almeno dal<br />
momento in cui gli Stati Uniti hanno<br />
iniziato ad avanzare l’ipotesi di<br />
un attacco contro l’Iraq di Saddam<br />
Hussein, è andato profilandosi una<br />
sorta di scontro fra l’Europa e gli<br />
USA, in cui i partiti di destra e<br />
quelli di sinistra di ciascun paese<br />
si sono profondamente divisi tra<br />
posizioni “europeiste” ed attente<br />
alla collegialità delle decisioni in<br />
campo internazionale, e posizioni<br />
“atlantiste”, dove la minaccia<br />
del terrorismo che prende origine<br />
dall’Islam radicale renderebbe<br />
necessario un allineamento con la<br />
politica di George W. Bush e le<br />
sue scelte unilaterali. In questo libro<br />
Timothy Garton Ash sostiene<br />
come queste divisioni siano assolutamente<br />
dannose per entrambe<br />
le parti. Da ultimo il premio Nobel<br />
per l’economia 1998, Amartya<br />
Sen, ha voluto tracciare nel suo<br />
libro “La democrazia degli altri.<br />
Perché la libertà non è un’invenzione<br />
dell’Occidente.” (Mondadori),<br />
le difficoltà incontrate <strong>dalla</strong><br />
coalizione angloamericana nel secondo<br />
dopoguerra iracheno, sostenendo<br />
che esse hanno portato alla<br />
ribalta il problema della possibilità<br />
di “esportare” forme di governo<br />
democratico, di matrice occidentale,<br />
in paesi che ne sono privi. Inserendosi<br />
in questo acceso dibattito<br />
Amartya Sen, illustra l’esistenza<br />
di secolari tradizioni democratiche<br />
in paesi attualmente oppressi<br />
da regimi totalitari, e invita a non<br />
commettere un ulteriore peccato<br />
di “imperialismo culturale”: l’appropriazione<br />
indebita dell’idea di<br />
democrazia. L’autore ci suggerisce<br />
di esplorare e sviluppare quegli<br />
aspetti della democrazia che<br />
sono valori condivisi <strong>dalla</strong> storia<br />
Guareschi con la famiglia<br />
messi perfino sui punti fondamentali<br />
dell’antropologia cristiana<br />
(anzitutto l’indissolubilità del<br />
vincolo matrimoniale e il valore<br />
assoluto della vita umana). “Sono<br />
un borghese di destra, un reazionario”:<br />
così si definiva l’autore<br />
di Don Camillo e Peppone, forse<br />
l’unico vero cantore della famiglia<br />
italiana dai tempi dell’immortale<br />
Alessandro Manzoni de I<br />
promessi sposi. Si appassionava<br />
quindi alla politica ma senza entrare<br />
nell’agone in prima persona<br />
proprio perché si reputava uno<br />
scrittore e viveva di scrittura, o,<br />
in senso più ampio: di cultura<br />
(fu anche giornali<strong>sta</strong>, saggi<strong>sta</strong> e<br />
regi<strong>sta</strong> cinematografico). Politico<br />
ma non partitico dunque, come<br />
ha sostenuto Monica Mondo, eppure<br />
appassionato come pochi lo<br />
sono <strong>sta</strong>ti dei valori più alti della<br />
libertà, del dovere quotidiano,<br />
dell’onore civile: una sorta di<br />
‘intellettuale totale’. Secondo la<br />
giornali<strong>sta</strong> il nome di Guareschi<br />
Napoli - Rivolgendosi a se<br />
stesso, Mefistofele così<br />
si congeda a fine spettacolo,<br />
con<strong>sta</strong>tando che l’anima<br />
del suo Faust è presa in consegna<br />
dagli angeli: Che vergogna per<br />
il più astuto dei diavoli! Mefisto<br />
hai perduto. Ancora una volta sei<br />
rimasto solo. Si chiude con il sapore<br />
della commedia un testo che<br />
ha tutti i caratteri della tragedia. Il<br />
“Faust” di Johann Wolfgang Goethe,<br />
come lo stesso scrittore lo<br />
definiva, è un grande gioco molto<br />
serio, cercando con un ossimoro<br />
una sintesi letteraria difficile<br />
da trovare. Perché il Faust non è<br />
solo un patto con il diavolo, che<br />
è diventato finanche un modo di<br />
dire, ma l’insieme delle contraddizioni<br />
umane, uno scontro tra<br />
ragione e sentimento, desiderio<br />
di andare oltre e paura di rischiare,<br />
come quando a un bivio per<br />
un attimo ti fermi, sai che tornare<br />
indietro non si può e allora<br />
scegli una strada delle due e sai<br />
anche che al primo passo seguirà<br />
un secondo e tanti ancora; e tutto<br />
il mondo cambia intorno, da una<br />
scelta dipendono anche i destini<br />
altrui… Il fascino del testo di<br />
Goethe, vissuto nella fruizione di<br />
una messinscena teatrale, smuove<br />
le coscienze, impone di fermarsi e<br />
ragionare sulla nostra condizione<br />
di uomini, ora tragica ora eroica,<br />
ora degna ora insignificante. Se<br />
poi lo spettacolo è quello messo in<br />
scena <strong>dalla</strong> compagnia di Glauco<br />
Mauri e Roberto Sturno, allora si<br />
assiste, attorno a un pilastro della<br />
11<br />
Il Faust di Goethe al teatro Bellini<br />
dell’umanità intera. In conclusione<br />
si può affermare che tutti questi<br />
saggi hanno la facoltà di offrire<br />
al lettore una visione effettiva del<br />
pensiero politico, economico e<br />
sociale contemporaneo in cui illustri<br />
intellettuali hanno voluto dire<br />
ancora oggi continua<br />
a dividere<br />
gli italiani: “per i<br />
suoi detrattori rappresenta<br />
un’Italia<br />
arruffona, bigotta,<br />
superstiziosa e<br />
ignorante. A nostro<br />
avviso invece quella<br />
di Guareschi è<br />
un’Italia umanissima<br />
e popolare<br />
che preferisce la<br />
canonica o l’aia<br />
al loft”. Come<br />
infatti hanno dimostrato alcuni<br />
interventi di personalità politiche<br />
proiettati durante la serata<br />
insieme ad estratti dei film di<br />
Don Camillo e Peppone, Guareschi<br />
era temuto proprio perché<br />
amante dei valori umani più<br />
autentici, in definitiva cristiani:<br />
“Era il nostro nemico” ammise<br />
una volta Miriam Mafai. Marco<br />
Ferrazzoli, in conclusione, ha<br />
spiegato che era l’ansia missionaria<br />
dello scrittore cattolico a<br />
preoccupare, a ragione, il comuni<strong>sta</strong><br />
di allora: “Guareschi<br />
non vedeva nel marxi<strong>sta</strong> un<br />
nemico, ma qualcuno da convertire.<br />
Per lui il comuni<strong>sta</strong><br />
emiliano medio era un piccolo<br />
borghese, proveniente <strong>dalla</strong><br />
tradizione cattolica, che tentava<br />
di affrancarsi <strong>dalla</strong> sua<br />
condizione di sottoproletario,<br />
quindi qualcuno che, in fondo,<br />
poteva essere salvato”.<br />
Omar Ebrahime<br />
letteratura teatrale, alla costruzione<br />
di un edificio di una bellezza<br />
assoluta. Mauri (che cura anche<br />
la regia) e Sturno si alternano nei<br />
ruoli di Faust e Mefistofele, che<br />
più che protagoni<strong>sta</strong> e antagoni<strong>sta</strong><br />
(come dovrebbe essere, condizione<br />
necessaria per far scorrere la<br />
narrazione) sono due protagonisti<br />
(sia la coppia Faust/Mefistofele,<br />
considerando la complessità dei<br />
loro caratteri, sia la coppia Mauri/<br />
Sturno, per la purezza della recitazione).<br />
Il vecchio Faust (Mauri)<br />
cede alla tentazione di tornare<br />
giovane, vestendo i panni di Mefistofele<br />
(Sturno), e ripercorre alcuni<br />
sentieri della vita, l’amore, il<br />
potere, la ricchezza, provocando<br />
purtroppo dolore agli altri e anche<br />
a se stesso. Rendendosi conto,<br />
solo alla fine del suo percorso terreno<br />
che la libertà, come la vita, è<br />
un premio che merita solo chi se<br />
la deve conqui<strong>sta</strong>re giorno dopo<br />
giorno. A di<strong>sta</strong>nza di due secoli il<br />
testo manife<strong>sta</strong> una sconvolgente<br />
attualità, anche grazie alla efficace<br />
traduzione e all’adattamento<br />
teatrale di Dario <strong>Del</strong> Corno e<br />
Glauco Mauri. Le scene che cambiano<br />
continuamente (di Mauro<br />
Carosi), i costumi (di Odette Nicoletti)<br />
e le musiche (di Germano<br />
Mazzocchetti), uniti alla bravura<br />
e professionalità di tutti gli attori<br />
rendono lo spettacolo un importante<br />
appuntamento con il teatro<br />
inteso come la più nobile produzione<br />
della letteratura.<br />
Vincenzo De Luca<br />
la loro sull’autentico significato e<br />
ruolo della nostra società contemporanea<br />
per un’umanità condivisa,<br />
dove ognuno si possa sentire<br />
“cittadino del mondo”.<br />
Mario A<strong>sta</strong>rita
12 Cultura<br />
N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto<br />
Massimo Introvigne<br />
domani smetto”<br />
di Alessandro Q.<br />
“Facebook:<br />
Ferrari (Castelvecchi,<br />
Roma 2009) è un romanzo intelligente<br />
e che fa riflettere. Ferrari,<br />
del resto, è uno degli autori dei fumetti<br />
che di recente hanno rilanciato<br />
la Walt Disney Italia con un<br />
successo anche internazionale ritornando<br />
alla “linea chiara” e alle<br />
storie semplici e comprensibili, e<br />
dimenticando le tentazioni d’imitare<br />
i giapponesi. Il romanzo non<br />
si consiglia ai bambini per il riferimento<br />
insistito e che sembra ormai<br />
obbligatorio in ogni opera di<br />
narrativa che si voglia vendere a<br />
un certo libertinismo sessuale: ma<br />
anche questo del resto fa parte di<br />
Facebook. In breve, l’opera – che<br />
ha una tecnica che si potrebbe definire<br />
cinematografica – mette in<br />
scena una serie di persone che si<br />
avvicinano più o meno casualmente<br />
a Facebook e – dopo qualche<br />
esperienza che in alcuni casi<br />
non è negativa – ne finiscono<br />
completamente risucchiate, dedicando<br />
al “social network” un numero<br />
spropositato di ore e finendo<br />
per perdere gli amici, le fidanzate<br />
e anche il lavoro. Il paragone con<br />
la droga è proposto in modo esplicito<br />
e insistito. Tramite gli “amici<br />
di amici” su Facebook alla fine<br />
molti dei protagonisti s’incontrano.<br />
Non per tutti la storia è a lieto<br />
fine, anzi lo è solo per coloro che<br />
riescono a smettere e ad abbandonare<br />
Facebook (alcuni abbandonano<br />
Internet in generale, e una<br />
delle protagoniste se ne va senza<br />
computer in Tailandia). Una prima<br />
osservazione è che il libro descrive<br />
due problemi reali, il primo<br />
è <strong>sta</strong>to studiato da psicologi e psichiatri<br />
già da molti anni: il rischio<br />
di una dipendenza da Internet che<br />
ricorda la dipendenza <strong>dalla</strong> droga<br />
e che isola chi ne è vittima dal<br />
mondo reale. Gli studi risalgono<br />
in gran parte a un’epoca in cui Facebook<br />
non c’era, e certo Facebook<br />
rischia oggi di aggravare il<br />
problema. Il secondo problema è<br />
al centro dello studio sociologico<br />
di Internet avviato, con altri, da<br />
Tim Jordan: si tratta del cosiddetto<br />
“information overload” (sovraccarico<br />
d’informazioni). Grazie<br />
a, o per colpa di, Internet riceviamo<br />
più informazioni di quante<br />
siamo capaci di assorbire, vagliare<br />
e organizzare e alla fine entriamo<br />
in <strong>crisi</strong>. Anche qui, Facebook<br />
può aggravare il problema. Se<br />
dunque questi problemi sono reali,<br />
vi è un aspetto su cui il libro appare<br />
parziale e datato. Nel febbraio<br />
2009 Facebook ha annunciato<br />
che gli utenti che sono su Facebook<br />
(che oggi sono più di duecento<br />
milioni, non più i centocinquanta<br />
ß<br />
Facebook: domani smetto<br />
Una nota sui rapporti tra Facebook e religione<br />
milioni citati dal romanzo) principalmente<br />
per business o cause<br />
non profit sono diventati la maggioranza.<br />
Per la verità per il business<br />
a fini di lucro altri strumenti<br />
continuano a essere più importanti<br />
di Facebook, mentre quest’ultimo<br />
è forse lo strumento più rilevante<br />
al mondo per cause politiche<br />
(Obama insegna), religiose,<br />
culturali e sociali. Di questo in<br />
“Facebook: domani smetto” non<br />
c’è traccia. I protagonisti del romanzo<br />
sono su Facebook principalmente<br />
per quello che in gergo<br />
giovanile si chiama genericamente<br />
“cazzeggio” o per cercare avventure<br />
amorose. Personaggi simili,<br />
naturalmente, su Facebook<br />
ci sono e anzi pullulano: ma forse<br />
non sono (più) la maggioranza. Il<br />
romanzo di Ferrari m’interroga e<br />
stimola una riflessione non solo<br />
come sociologo ma anche come<br />
cattolico. Facebook e altri stru-<br />
Papa Benedetto XVI<br />
menti simili sono “buoni” o “cattivi”<br />
per il cristiano? Il problema<br />
è <strong>sta</strong>to affrontato anche dal Magistero,<br />
in particolare attraverso due<br />
documenti cruciali: il Messaggio<br />
di Giovanni Paolo II per la<br />
XXXVI Giornata mondiale delle<br />
comunicazioni sociali “Internet,<br />
un nuovo Forum per proclamare<br />
il Vangelo”, del 24 gennaio 2002,<br />
e il Messaggio di Benedetto XVI<br />
per la XLIII Giornata mondiale<br />
delle comunicazioni sociali “Nuove<br />
tecnologie, nuove relazioni”,<br />
del 24 gennaio 2009. Le date sono<br />
significative: Facebook è nato nel<br />
2004 nelle università e si è esteso<br />
fuori dell’ambiente universitario<br />
nel 2006, così che il documento di<br />
Giovanni Paolo II si situa prima<br />
dell’esplosione di questo strumento.<br />
Al riguardo, è anzitutto<br />
necessario evitare quello che i sociologi<br />
di Internet chiamano (ma<br />
l’espressione è più antica di Internet)<br />
«determinismo tecnologico»,<br />
la convinzione cioè che novità<br />
tecnologiche determinino automaticamente<br />
conseguenze sociali,<br />
e che queste conseguenze siano<br />
permanenti. Quanto al primo punto,<br />
le conseguenze non sono mai<br />
automatiche ma dipendono da un<br />
numero molto alto di variabili.<br />
Quanto al secondo, la velocità con<br />
cui la tecnologia muta rende molto<br />
incauto chi pensa a conseguenze<br />
permanenti o punta tutte le sue<br />
fiche su strumenti che diventano<br />
rapidamente obsoleti. Per rimanere<br />
all’Italia, chi non ricorda i proclami<br />
di Beppe Grillo secondo cui<br />
i blog avrebbero dominato la politica,<br />
pronunciati proprio mentre<br />
negli Stati Uniti (come poi sarebbe<br />
successo anche in Italia) Facebook<br />
<strong>sta</strong>va rendendo ampiamente<br />
obsoleti i blog? O gl’investimenti<br />
di Antonio Di Pietro per costruirsi<br />
una presenza su Second Life, uno<br />
strumento che si è rivelato del tutto<br />
effimero? Anche Facebook, che<br />
oggi è sulla cre<strong>sta</strong> dell’onda, con<br />
ogni probabilità sarà superato tra<br />
qualche anno da qualche cos’altro.<br />
La storia della tecnologia è<br />
sottopo<strong>sta</strong> a continue accelerazioni.<br />
Insegna dunque Giovanni Paolo<br />
II che la Chiesa proclama sempre<br />
la stessa dottrina, ma le transizioni<br />
tecnologiche esigono che<br />
que<strong>sta</strong> proclamazione avvenga<br />
tramite «nuove forme di evangelizzazione»,<br />
le quali richiedono<br />
che la Chiesa «impari a parlare le<br />
diverse lingue» che di volta in<br />
volta emergono. Oggi si tratta di<br />
«Internet [che] può offrire magnifiche<br />
opportunità di evangelizzazione<br />
se utilizzato con competenza<br />
e con una chiara consapevolezza<br />
della sua forza e delle sue<br />
debolezze». Internet spesso «rende<br />
possibile un primo incontro<br />
con il messaggio cristiano, in particolare<br />
ai giovani, che sempre più<br />
ricorrono al ciberspazio quale finestra<br />
sul mondo». Naturalmente,<br />
non tutto va per il meglio: «Internet<br />
ridefinisce in modo radicale il<br />
rapporto psicologico di una persona<br />
con lo spazio e con il tempo.<br />
Attrae l’attenzione ciò che è tangibile,<br />
utile, subito disponibile.<br />
Può venire a mancare lo stimolo a<br />
un pensiero e a una riflessione più<br />
profondi, mentre gli esseri umani<br />
hanno bisogno vitale di tempo e di<br />
tranquillità interiore per ponderare<br />
ed esaminare la vita e i suoi misteri<br />
e per acquisire gradualmente<br />
un maturo dominio di sé e del<br />
mondo che li circonda. La comprensione<br />
e la saggezza sono il<br />
frutto di uno sguardo contemplativo<br />
sul mondo e non derivano <strong>dalla</strong><br />
mera acquisizione di fatti, seppur<br />
interessanti. Sono il risultato di<br />
un’intuizione che penetra il significato<br />
più profondo delle cose in<br />
relazione fra loro e con tutta la realtà.<br />
Inoltre, quale “forum” in cui<br />
praticamente tutto è accettabile e<br />
quasi nulla è duraturo, Internet favorisce<br />
un modo di pensare relativistico<br />
e a volte alimenta la fuga<br />
<strong>dalla</strong> responsabilità e dall’impegno<br />
personali». Come ovviare a<br />
questi problemi? È necessario, risponde<br />
Giovanni Paolo II, che «la<br />
comunità cristiana escogiti modi<br />
molto pratici per aiutare coloro<br />
che entrano in contatto per la prima<br />
volta attraverso Internet, a<br />
passare dal mondo virtuale del ciberspazio<br />
al mondo reale della comunità<br />
cristiana». «Il fatto che<br />
mediante Internet le persone moltiplichino<br />
i loro contatti in modi<br />
finora impensabili offre meravigliose<br />
possibilità alla diffusione<br />
del Vangelo. Ma è anche vero che<br />
rapporti mediati elettronicamente<br />
non potranno mai prendere il posto<br />
del contatto umano diretto, richiesto<br />
da un’evangelizzazione<br />
autentica. Infatti l’evangelizzazione<br />
dipende sempre <strong>dalla</strong> testimonianza<br />
personale di colui che è<br />
<strong>sta</strong>to mandato a evangelizzare (cfr<br />
Rm 10, 14-15)». Queste ultime<br />
parole di Giovanni Paolo II sembrano<br />
davvero profetiche se riferite<br />
ai social network come Facebook,<br />
che allora non esistevano.<br />
Forniscono già la chiave di quello<br />
che Papa Wojtyla metteva a tema:<br />
il corretto «utilizzo di Internet per<br />
la causa dell’evangelizzazione».<br />
Facebook, infatti, in modo molto<br />
più immediato e interattivo di un<br />
sito Internet o di un blog moltiplica<br />
la visibilità delle bandiere (Facebook<br />
come si è accennato ha<br />
ora superato i duecento milioni di<br />
utenti: le dimensioni di «un continente»<br />
per usare l’espressione di<br />
Benedetto XVI), e fa nascere rapporti<br />
virtuali che il gergo dei creatori<br />
dello strumento chiama precisamente<br />
«amicizie». Che cosa<br />
pensare di queste amicizie? Risponde,<br />
nel secondo dei documenti<br />
citati, lo stesso Benedetto<br />
XVI. Anzitutto, il desiderio di<br />
stringere nuove amicizie, sia pure<br />
virtuali, non è di per sé negativo:<br />
«Questo desiderio di comunicazione<br />
e amicizia è radicato nella<br />
nostra stessa natura di esseri umani<br />
e non può essere adeguatamente<br />
compreso solo come rispo<strong>sta</strong><br />
alle innovazioni tecnologiche.<br />
Alla luce del messaggio biblico,<br />
esso va letto piuttosto come riflesso<br />
della nostra partecipazione al<br />
comunicativo ed unificante amore<br />
di Dio, che vuol fare dell’intera<br />
umanità un’unica famiglia. Quando<br />
sentiamo il bisogno di avvicinarci<br />
ad altre persone, quando vogliamo<br />
conoscerle meglio e farci<br />
conoscere, stiamo rispondendo<br />
alla chiamata di Dio – una chiamata<br />
che è impressa nella nostra<br />
natura di esseri creati a immagine<br />
e somiglianza di Dio, il Dio della<br />
comunicazione e della comunione».<br />
Ma anche qui c’è un rovescio<br />
di medaglia: «occorre essere attenti<br />
a non banalizzare il concetto<br />
e l’esperienza dell’amicizia. Sarebbe<br />
triste se il nostro desiderio<br />
di sostenere e sviluppare on-line<br />
le amicizie si realizzasse a spese<br />
della disponibilità per la famiglia,<br />
per i vicini e per coloro che si incontrano<br />
nella realtà di ogni giorno,<br />
sul posto di lavoro, a scuola,<br />
nel tempo libero. Quando, infatti,<br />
il desiderio di connessione virtua-<br />
ß<br />
le diventa ossessivo, la conseguenza<br />
è che la persona si isola,<br />
interrompendo la reale interazione<br />
sociale. Ciò finisce per disturbare<br />
anche i modelli di riposo, di<br />
silenzio e di riflessione necessari<br />
per un sano sviluppo umano».<br />
Chiunque abbia letto il romanzo<br />
di Ferrari, ma anche chiunque non<br />
si comporti come i protagonisti di<br />
quel libro e tuttavia sappia quanto<br />
tempo porta via Facebook se lo si<br />
vuole utilizzare in modo sistematico<br />
e coerente al servizio di una<br />
causa, e quanto possa sottrarre al<br />
sonno o ad altre attività, non potrà<br />
non sentire come rivolto a sé il<br />
monito del Papa. Se dunque la<br />
prima indicazione – che vale per<br />
ogni tecnologia – è quella di considerare<br />
anche Facebook (e ogni<br />
altro strumento Internet di ieri, di<br />
oggi e di domani) come un mezzo,<br />
non come un fine, di dominare<br />
la tecnologia e di non lasciarsene<br />
dominare, la seconda è quella<br />
– già sottolineata con grande vigore<br />
da Giovanni Paolo II nel<br />
2002 – di non banalizzare l’amicizia<br />
rinchiudendola nel cerchio<br />
virtuale, e di passare sistematicamente<br />
e dove si può dall’amicizia<br />
virtuale all’amicizia nel mondo<br />
reale. Dal magistero pontificio ricaviamo<br />
dunque le seguenti indicazioni:<br />
I nuovi strumenti, come<br />
ogni strumento, presentano insieme<br />
occasioni e rischi (tra cui quello<br />
di esserne assorbiti, introducendo<br />
nella propria vita rapporti distorti<br />
e malsani con il tempo), ma<br />
non devono essere considerati di<br />
per sé negativi, anzi offrono «meravigliose<br />
possibilità alla diffusione<br />
del Vangelo». Chi si trova nelle<br />
possibilità di farlo deve trarre profitto<br />
da queste possibilità: «Carissimi,<br />
sentitevi impegnati ad introdurre<br />
nella cultura di questo nuovo<br />
ambiente comunicativo e informativo<br />
i valori su cui poggia la vostra<br />
vita!» (Benedetto XVI). L’apostolato<br />
via Internet e via Facebook<br />
non può né deve essere affrontato<br />
in modo casuale e dilettantesco:<br />
«Nei primi tempi della Chiesa, gli<br />
Apostoli e i loro discepoli hanno<br />
portato la Buona Novella di Gesù<br />
nel mondo greco-romano: come<br />
allora l’evangelizzazione, per essere<br />
fruttuosa, richiese l’attenta comprensione<br />
della cultura e dei costumi<br />
di quei popoli pagani nell’intento<br />
di toccarne le menti e i cuori,<br />
così ora l’annuncio di Cristo nel<br />
mondo delle nuove tecnologie<br />
suppone una loro approfondita<br />
conoscenza per un conseguente<br />
adeguato utilizzo» (ibid.). L’apostolato<br />
funziona quando passa da<br />
online a offline cioè quando finalmente<br />
si conosce di persona chi<br />
per qualche tempo abbiamo conosciuto<br />
solo su Facebook. Concludo<br />
ringraziando Ferrari per lo stimolo<br />
offerto dal romanzo e citando<br />
Giovanni Paolo II: «Internet<br />
permette a miliardi di immagini di<br />
apparire su milioni di schermi in<br />
tutto il mondo. Da que<strong>sta</strong> galassia<br />
di immagini e suoni, emergerà il<br />
volto di Cristo? Si udirà la sua<br />
voce? Perché solo quando si vedrà<br />
il Suo Volto e si udirà la Sua<br />
voce, il mondo conoscerà la “buona<br />
notizia” della nostra redenzione.<br />
Questo è il fine dell’evangelizzazione<br />
e questo farà di Internet<br />
uno spazio umano autentico, perché<br />
se non c’è spazio per Cristo,<br />
non c’è spazio per l’uomo».
N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto<br />
Cultura<br />
La rialibilitazione di Calvino e la devozione a Galileo<br />
La cultura ecclesiastica in mano a lettori di sussidiari scolastici<br />
Credevamo passata la moda<br />
facile delle riabilitazioni.<br />
<strong>Del</strong>le riabilitazioni, delle<br />
scuse e dei pentimenti. Ovviamente<br />
dei pentimenti di esponenti<br />
importanti del Cattolicesimo i<br />
quali, a di<strong>sta</strong>nza di secoli, scoprono<br />
che la Chiesa cui appartengono<br />
e in cui hanno studiato e fatto carriera,<br />
ha o avrebbe commesso irreparabili<br />
colpe nei confronti dei<br />
dissidenti del passato, rendendosi<br />
protagoni<strong>sta</strong> di carcerazioni e processi<br />
ingiusti, stragi e persecuzioni.<br />
Insomma, da Società perfetta<br />
missionaria e martire per sua natura,<br />
la Chiesa cattolica lungo la<br />
sua storia si sarebbe dimostrata<br />
legata al potere, persecutrice dei<br />
deboli, chiusa al progresso, e persino<br />
più che fallibile. Evidentemente<br />
le passate riabilitazioni di<br />
discutibili personaggi storici non<br />
sembrano essere ba<strong>sta</strong>te. Una<br />
nuova tornata, sollecitata dall’ansia<br />
di super-esposizione mediatica<br />
da parte di esponenti ecclesiastici<br />
in cerca di pubblicità, insieme alla<br />
solita tirata sul processo a Galileo,<br />
getta nell’agone anche un uomo<br />
come Calvino, ossia il riformatore<br />
religioso che con le persecuzioni<br />
ha in effetti molto a che vedere;<br />
certamente non come perseguitato<br />
ma nella veste di feroce persecutore,<br />
e di insaziabile aguzzino assetato<br />
di sangue. Ricordate i sussidiari<br />
scolastici che parlavano<br />
dei roghi delle streghe, dell’Inquisizione,<br />
del sole che la Chiesa credeva<br />
fosse in movimento e che <strong>sta</strong><br />
fermo, della Terra ritenuta piatta<br />
ma che invece è rotonda? e ricordate<br />
la bella storia sulla persecuzione<br />
papale dei Templari o sui<br />
dolci che Maria Antonietta chiedeva<br />
fossero dati al popolo affamato<br />
che chiedeva pane? e il famoso<br />
“grido di dolore” che Vittorio<br />
Emanuele II diceva di sentir<br />
levarsi da tante parti dell’Italia<br />
che lui (o meglio, i suoi politici<br />
massoni) intendeva liberare strappandole<br />
ai sovrani legittimi? Sembra<br />
incredibile ma generazioni di<br />
studenti, anche di quelli che sarebbero<br />
poi diventati classe dirigente<br />
nel Paese, sono <strong>sta</strong>ti spiritualmente<br />
cresciuti e plasmati assorbendo<br />
queste ed altre infinità<br />
di bugie storiche. Mistificazioni<br />
risorgimentali, storia scritta dai<br />
vincitori, in cui i roghi allestiti dai<br />
prote<strong>sta</strong>nti sono <strong>sta</strong>ti confusi con<br />
persecuzioni scatenate <strong>dalla</strong> Chiesa;<br />
o due sante persone come Luigi<br />
XVI e Maria Antonietta, esempi<br />
di virtù umane e di mistica regalità,<br />
sono <strong>sta</strong>te rispettivamente<br />
Giovanni Calvino (1509-1564)<br />
Galileo Galilei (1564-1642)<br />
raffigurate come un cretino e una<br />
donna di facili costumi. Nono<strong>sta</strong>nte<br />
in Italia e all’estero studi<br />
serissimi (che si possono consultare<br />
o acqui<strong>sta</strong>re in qualsiasi libreria)<br />
abbiano fatto giustizia di questi<br />
falsi e volgari luoghi comuni,<br />
ancora resiste, in Italia e all’estero,<br />
chi non fa giustizia degli antichi<br />
esempi imparati nelle aule<br />
scolastiche; ed alla propria pretesa<br />
cultura non aggiunge critica e<br />
ricerca di autentico rigore. L’articolo<br />
dell’accademico di Francia<br />
Alain Besançon apparso sull’Osservatore<br />
Romano, e in cui si “riabilita”<br />
la figura di Calvino, parla<br />
di meriti e di “impronte” indelebili<br />
da lui lasciate sulla faccia della<br />
Terra, di un “patrimonio” cristiano<br />
di modernità interpretativa e di<br />
rilancio della Fede che avrebbero<br />
fatto grandi le Nazioni più progredite<br />
del mondo occidentale. In realtà<br />
l’articolo lascia increduli sui<br />
destini delle fonti di informazione<br />
cattoliche e sul benessere dell’Accademia<br />
di Francia “I cattolici<br />
non sanno la storia -ha risposto<br />
dalle pagine del quotidiano La<br />
Stampa il grande storico Franco<br />
Cardini (3 luglio 2009)-. Dimenticano<br />
le sanguinose guerre e divisioni<br />
provocate in Europa e le<br />
centinaia di povere donne che<br />
Calvino ha fatto bruciare. Se si<br />
fosse trattato di Torquemada se ne<br />
sarebbero ricordati. Eppure Calvino<br />
creò un sistema liberticida, totalitario,<br />
un regime radicale e intollerante<br />
poi riprodotto da quei<br />
‘moralizzatori’ e ‘onesti’ dei quali<br />
bisogna avere paura come Robespierre<br />
e il nazi<strong>sta</strong> Goebbels”. Si<br />
tratta di osservazioni già diffuse<br />
nell’Ottocento da Bartolo Longo<br />
il quale da perfetto uomo di cultura,<br />
ricordava lo storico prote<strong>sta</strong>nte<br />
Picot come testimone<br />
delle più nefande perversioni<br />
di Calvino e del suo malato desiderio<br />
di veder scorrere sangue<br />
umano dinanzi ai propri<br />
occhi. A poche ore di di<strong>sta</strong>nza<br />
<strong>dalla</strong> beatificazione laica di<br />
Calvino, è <strong>sta</strong>ta la volta di Galileo.<br />
Su quest’ultimo si è già<br />
parlato moltissimo, prima della<br />
recente uscita del vescovo<br />
che lo ha riproposto come<br />
esempio di povero perseguitato.<br />
L’ignoranza più nera ha infatti<br />
lasciato credere per anni<br />
che la Chiesa di Roma, ritenendo<br />
conforme a Verità di<br />
Fede il linguaggio figurato<br />
della Bibbia, abbia condannato<br />
lo scienziato per il solo motivo<br />
di aver voluto dimostrare<br />
un sistema astronomico da<br />
quello tolemaico, cui il Cattolicesimo<br />
avrebbe fatto riferimento.<br />
Niente di più<br />
falso anche in questo caso.<br />
In primo luogo, Galileo non<br />
fu altro se non un diffusore<br />
del sistema copernicano,<br />
ossia del principio scientifico<br />
secondo cui il sole rimane<br />
fermo mentre la Terra e<br />
gli altri pianeti gli si muovono<br />
intorno. Che ne pensasse<br />
la Chiesa è ben noto.<br />
Il Papa Paolo III ricevette<br />
dallo stesso canonico polacco<br />
Niccolò Copernico, il<br />
libro in cui egli spiegava,<br />
con dotte osservazioni<br />
scientifiche, que<strong>sta</strong> teoria.<br />
E il libro, scritto dunque da<br />
un sacerdote, era dedicato<br />
allo stesso Pontefice il quale ne fu<br />
attento e gratissimo lettore! Ma a<br />
sua volta Copernico perfezionava<br />
la tesi dell’illustre astronomo tedesco<br />
Ioseph Windman<strong>sta</strong>l il quale<br />
nel 1533 l’aveva già illustrata a<br />
Roma, dinanzi al Papa Clemente<br />
VII e a molti cardinali, riscuotendo<br />
un vivissimo successo e un<br />
prezioso dono da parte del Santo<br />
Padre. Questi devoti studiosi cattolici,<br />
tuttavia, non facevano altro<br />
se non approfondire e spiegare<br />
una teoria già conosciuta nei millenni<br />
e quindi illustrata nel Quattrocento<br />
da una tra le più grandi<br />
menti dell’umanità: il cardinale<br />
Nicolò da Cusa il quale liberamente<br />
aveva insegnato la dottrina<br />
del doppio movimento della Terra<br />
intorno a sé stessa e intorno al<br />
Sole. Dunque, la Chiesa non solo<br />
13<br />
Scuole più serie e bocciati aumentati<br />
Si sono appena conclusi gli<br />
esami di maturità 2009 e<br />
sono già a disposizione le<br />
prime <strong>sta</strong>tistiche. I non ammessi<br />
agli esami di <strong>sta</strong>to sono <strong>sta</strong>ti circa<br />
29 mila, quasi il 30% in più<br />
dell’anno scorso. Anche la media<br />
dei voti si è abbassata e i 100 sono<br />
<strong>sta</strong>ti il 10% in meno. Con le nuove<br />
regole della Riforma Gelmini<br />
(ammissione con la media minima<br />
del sei; il cinque in condotta<br />
elemento o<strong>sta</strong>tivo all’ammissione;<br />
maggiore valorizzazione del<br />
curriculum, cioè dei risultati ottenuti<br />
in co<strong>sta</strong>nza di studio, piuttosto<br />
che della buona pre<strong>sta</strong>zione<br />
occasionale del solo ultimo anno)<br />
il percorso scolastico ha ricominciato<br />
ad essere serio. I risultati<br />
sociologici di questo buonismo<br />
scolastico, durato 40 anni, sono<br />
sotto gli occhi di tutti: ragazzi<br />
de-strutturati e de-futurizzati,<br />
cioè senza nerbo e senza voglia<br />
di combattere per se stessi e per<br />
il loro futuro. Certo, le cause di<br />
questo disagio sono tante ma que<strong>sta</strong><br />
scuola attuale, incapace di far<br />
rispettare le fondamentali regole<br />
di vita, capace solo nelle promozioni<br />
di massa e che ha messo al<br />
bando il merito, ha avuto le sue<br />
brave responsabilità. Lo spirito di<br />
sacrificio per esempio non è <strong>sta</strong>to<br />
coltivato negli studenti italiani e<br />
infatti oggi la stragrande maggioranza<br />
di loro si aspetta che siano<br />
gli altri (cioè gli adulti) a risolvere<br />
i loro problemi, e non mi riferisco<br />
solo a problemi scolastici. Abbiamo<br />
disabituato i ragazzi alle pro-<br />
conosceva bene da secoli la verità<br />
scientifica sul movimento degli<br />
astri ma la propagandava e la proteggeva,<br />
premiando e incoraggiando<br />
gli scienziati che ne illustravano<br />
i particolari. Galileo,<br />
come ha messo in luce anni fa il<br />
noto studioso Marcello Caleo,<br />
piuttosto che soffermarsi sugli<br />
sbagli del vecchio (e già screditato)<br />
sistema tolemaico, tendeva ad<br />
usare una frase letteraria della<br />
Bibbia come “fermati o Sole”,<br />
pronunciata nel corso di una battaglia<br />
sostenuta dagli Ebrei, quale<br />
dimostrazione che nel Testo sacro<br />
potessero annidarsi anche altri errori<br />
scientifici e dottrinari. Insomma,<br />
ritenendo che la frase non<br />
fosse soltanto un’espressione letteraria,<br />
usata presso un popolo<br />
che non si curava troppo dell’effettivo<br />
movimento degli astri ma<br />
che si esprimeva secondo quel<br />
che vedeva (anche noi diciamo “il<br />
sole sorge” o “il sole tramonta”),<br />
Galilei riteneva che la Bibbia e<br />
l’estensore del passo, fossero incorsi<br />
in una eclatante caduta. A<br />
questo punto, l’astronomo poteva<br />
usare il passo veterote<strong>sta</strong>mentario<br />
come un ariete per demolire l’intera<br />
Dottrina della ispirazione divina<br />
delle Sacre Scritture e della<br />
infallibilità della Chiesa che ad<br />
esse fa riferimento. Ecco, dunque,<br />
a che cosa in effetti si riferisce il<br />
vero processo a Galileo. Un processo<br />
che di sicuro non attaccò<br />
“nuove” teorie scientifiche di cui<br />
la Chiesa era già convinta da secoli;<br />
ma un’indagine sulle intenzioni<br />
di un uomo che intendeva<br />
servirsi dell’astronomia per sfer-<br />
ve impegnative. Il soldato nelle<br />
esercitazioni impara a non avere<br />
paura, a sopportare la fatica e la<br />
fame, a non temere il dolore. Fa<br />
del suo corpo uno strumento docile<br />
alla sua volontà. All’estremo<br />
opposto di questo perfetto autocontrollo,<br />
di questo dominio dello<br />
spirito sul corpo, c’è l’obeso<br />
che non sa resistere all’impulso<br />
e si ingozza fino a sformarsi, tanto<br />
da diventare incapace persino<br />
di camminare. Gli Americani si<br />
pongono traguardi sempre più<br />
elevati, prove sempre più difficili.<br />
Chi conosce come funzionano<br />
i master nelle grandi università<br />
americane sa che ogni studente<br />
riceve una bibliografia immensa<br />
e per farcela deve studiare 14-15<br />
ore al giorno. E’ così che negli<br />
USA formano la loro classe dirigente!<br />
Abbiamo demotivato i<br />
professori riducendoli a rango di<br />
burocrati senza alcun prestigio e<br />
con scarsi compensi, derisi dai<br />
bulli e dagli strafottenti, nonché<br />
umiliati dai genitori che, anziché<br />
ringraziarli per quello che fanno,<br />
vanno ad accusarli quando questi<br />
puniscono o rimproverano i loro<br />
“cocchi”. Cambiare le cose era<br />
quindi un dovere per quanti amano<br />
il nostro Paese e le generazioni<br />
future. Ma non tutti la pensano<br />
alla stessa maniera, quasi tutto il<br />
Partito Democratico ha gridato<br />
allo scandalo: “Una scuola con<br />
più bocciati rischia di lasciare<br />
indietro i figli delle famiglie<br />
che hanno più problemi e meno<br />
cultura”, ha affermato tra i tanti<br />
Mons. Sergio Pagano, vescovo<br />
di Celene<br />
rare un attacco al Cattolicesimo<br />
come Istituzione divina. Ed è<br />
inutile dire che i sei mesi di “carcere”<br />
di cui si parla tanto, furono<br />
più che altro mesi di riflessione<br />
trascorsi dal povero condannato<br />
nei più grandi agi, ospite onorato<br />
nella sontuosa villa dell’arcivescovo<br />
Piccolomini di Siena, suo<br />
grande amico. Al vescovo Sergio<br />
Pagano, prefetto dell’Archivio<br />
segreto vaticano che ha presentato<br />
i documenti del processo a Galileo,<br />
ed ha pronunciato l’improvvida<br />
frase “la Chiesa rischia<br />
di comportarsi verso la ricerca<br />
sulle <strong>sta</strong>minali, la genetica e le<br />
scoperte scientifiche attuali con<br />
gli stessi preconcetti che ebbe<br />
verso Galileo”, auguriamo fervidi<br />
studi, buone letture e minor<br />
contatto con gli organi di informazione,<br />
dal momento che la sua<br />
attività pubblica evidentemente<br />
gli sottrae tempo al doveroso<br />
compito di interpretazione e di<br />
comprensione di carte e di libri.<br />
Carmelo Currò<br />
Stefano Rusconi. Ma costoro non<br />
capiscono che una scuola di massa<br />
mette tutti allo stesso livello e<br />
quando tutti hanno il 6, piuttosto<br />
che l’8 o il 9, a vincere nella vita<br />
sarà sempre il figlio del bene<strong>sta</strong>nte<br />
o del più raccomandato. Quando<br />
invece si realizza una scuola<br />
meritocratica, il figlio studioso<br />
della famiglia umile con il suo<br />
curriculum eccellente non sarà<br />
mai raggiunto dal figlio mediocre<br />
della famiglia borghese perché<br />
a quest’ultimo nessuno gli potrà<br />
gonfiare i voti. Così ci si affranca<br />
<strong>dalla</strong> povertà e si diventa qualcuno!<br />
Quando capiremo che la<br />
“severità è amore ” non sarà mai<br />
troppo tardi! Esigere il massimo<br />
delle possibilità da ciascuno è<br />
fattore di giustizia e di crescita<br />
umana e sociale.<br />
Alessandro Pagano<br />
Mariastella Gelmini, ministro<br />
della Pubblica Istruzione
14 Cultura<br />
N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto<br />
Quale futuro per l’Occidente?<br />
Intervi<strong>sta</strong> col filosofo americano Lee Harris<br />
Per dimostrare la verità di<br />
una tesi i testimoni più credibili<br />
sono sempre quelli<br />
che, venendo da percorsi culturali<br />
o politici diversi, alla fine decidono<br />
di fare retromarcia stringendo<br />
la mano agli avversari di un tempo.<br />
E’ <strong>sta</strong>ta que<strong>sta</strong> la storia di<br />
Oriana Fallaci (1929-2006) che al<br />
termine di una vita per certi versi<br />
rivoluzionaria e avversa all’insegnamento<br />
della Chiesa, ha lasciato<br />
un commovente te<strong>sta</strong>mento:<br />
“Deve esserci qualcosa di vero se<br />
un’atea e il Papa dicono la stessa<br />
cosa”. Oriana Fallaci parlava della<br />
spaventosa <strong>crisi</strong> morale e culturale<br />
che l’Occidente attraversa in<br />
questi anni auspicando una rinascita<br />
dello spirito europeo più autentico.<br />
Negli Stati Uniti la parabola<br />
di Oriana Fallaci si riscontra<br />
nella biografia di Lee Harris, suo<br />
grande ammiratore. Nato nel <strong>Sud</strong><br />
degli Stati Uniti da una famiglia<br />
non cattolica e dopo aver trascorso<br />
buona parte della sua vita spendendosi<br />
per la causa dell’internazionalismo<br />
progressi<strong>sta</strong>, questo filosofo<br />
americano tra i più<br />
originali in Patria ha incredibilmente<br />
voltato pagina dopo l’attentato<br />
dell’11 settembre 2001 lasciando<br />
di stucco amici e colleghi<br />
di un tempo. In occasione<br />
dell’uscita in Italia del suo primo<br />
saggio (La civiltà e i suoi nemici.<br />
Il prossimo passo della storia,<br />
Rubbettino) lo abbiamo intervi<strong>sta</strong>to<br />
per capire le ragioni di que<strong>sta</strong><br />
scelta improvvisa, senz’altro<br />
‘politicamente scorretta’. Lee<br />
Harris, nei suoi saggi lei sostiene<br />
che per l’Occidente oggi la sfida<br />
più grande sia quella rappresentata<br />
<strong>dalla</strong> recrudescenza del radicalismo<br />
islamico e della sua ‘guerra<br />
santa’. In Europa, però, diversi tra<br />
osservatori e politici ritengono<br />
che que<strong>sta</strong> sia una visione oltremodo<br />
esagerata, se non del tutto<br />
falsa. Sarebbe <strong>sta</strong>ta infatti ideata e<br />
propagandata appositamente<br />
dall’Amministrazione Bush per<br />
giustificare prima e sostenere poi<br />
la guerra in Iraq. Davvero lei ritiene<br />
l’Islam una minaccia per l’Occidente?<br />
Perchè? Credo che dopo<br />
l’11 settembre sia difficile sostenere<br />
che l’Islam fondamentali<strong>sta</strong><br />
non sia una minaccia. La domanda<br />
semmai è: quanto è grande<br />
que<strong>sta</strong> minaccia? Dopo un evento<br />
come l’11 settembre, nessun Presidente<br />
avrebbe potuto dire agli<br />
americani: “Ascoltate, so che potreste<br />
pensare che l’Islam fondamentali<strong>sta</strong><br />
sia una minaccia.<br />
Hanno appena ucciso tremila dei<br />
nostri connazionali e raso al suolo<br />
due grattacieli. Ma aspettiamo<br />
solo un paio di generazioni e vedrete<br />
che la minaccia in realtà<br />
non è poi così grave”. Accusare<br />
Bush perchè pensa che l’11 settembre<br />
costituisca una minaccia è<br />
davvero paradossale. Accusarlo<br />
per avere intrapreso delle azioni<br />
sbagliate in rispo<strong>sta</strong> a que<strong>sta</strong> minaccia…questo<br />
è un altro discorso.<br />
Ma non c’era alcun bisogno di<br />
sovrastimare gli effetti dell’11<br />
settembre: parlavano da soli. Nel<br />
suo interessante viaggio alla ricerca<br />
delle radici culturali della<br />
<strong>crisi</strong> dell’Occidente, La civiltà e i<br />
suoi nemici. Il prossimo passo<br />
della storia, la tesi principale è<br />
che l’Occidente abbia un proble-<br />
ma di “dimenticanza”. Può spiegarci<br />
meglio che cosa intende? E<br />
chi sono i “nemici” a cui fa riferimento<br />
nel titolo? Ho preso in prestito<br />
il concetto di dimenticanza<br />
dal grande filosofo arabo della<br />
storia Ibn-Khaldun (1332-1406),<br />
al cui pensiero sono profondamente<br />
debitore. Egli sosteneva<br />
che, quando una società diventa<br />
troppo bene<strong>sta</strong>nte, tende a dimenticare<br />
gli sforzi che ha dovuto<br />
Lee Harris<br />
compiere per raggiungere quel livello<br />
di prosperità. Una società<br />
dedita alla guerra che riesce a diventare<br />
un grande impero, espandendosi<br />
territorialmente, alla fine<br />
frenerà la sua corsa per godere<br />
tranquillamente i frutti della conqui<strong>sta</strong>,<br />
come hanno fatto gli Arabi<br />
e i Romani. Quindi si occuperà di<br />
alimentare i valori civilizzati e dimenticherà<br />
lo spirito guerriero dei<br />
propri progenitori, cioè quello che<br />
gli ha fornito il confortevole stile<br />
di vita di cui ora gode. In poche<br />
parole, i suoi membri diventeranno<br />
così civilizzati e raffinati da disprezzare<br />
i valori rozzi e primitivi<br />
dei loro progenitori. A questo<br />
punto, sostiene Ibn-Khaldun, la<br />
dimenticanza diventerà il tallone<br />
d’Achille di quella società. Quando<br />
verranno sfidati da un popolo<br />
bellicoso e aggressivo non saranno<br />
più in grado di ritrovare il coraggio<br />
e la risolutezza che un tempo<br />
distinguevano i loro padri e<br />
verranno distrutti. I nuovi conqui<strong>sta</strong>tori,<br />
a loro volta, attraverseranno<br />
lo stesso ciclo arrivando infine<br />
allo stesso punto fatale di dimenticanza.<br />
Il mio concetto di<br />
nemico invece è <strong>sta</strong>to largamente<br />
frainteso. Non <strong>sta</strong>vo cercando<br />
di identificare dei soggetti specifici<br />
o fare un elenco di persone,<br />
ma spiegare un genere di pensiero<br />
comune a tutte le società tribali<br />
e che tuttavia si è estinto<br />
nelle moderne culture avanzate.<br />
Tutte le tribù primitive vedono il<br />
mondo nei termini di ‘noi-contro-loro’.<br />
Chiunque si trova nella<br />
tribù del nemico è tuo nemico.<br />
Se un membro della tribù nemica<br />
uccide uno della tua tribù, tu<br />
uccidi uno della sua e non importa<br />
se la persona che uccidi<br />
era colpevole dell’uccisione del<br />
fratello di cui <strong>sta</strong>i vendicando<br />
la morte. La tua tribù e la tribù<br />
nemica sono in lotta da tempo<br />
immemorabile. Nessuno ricorda<br />
il motivo della guerra perpetua<br />
che <strong>sta</strong>te combattendo, poiché<br />
non c’è ‘motivo’ nel nostro senso<br />
del termine. La causa del conflitto<br />
infinito nasce <strong>dalla</strong> battaglia<br />
universale per la sopravvivenza<br />
che Darwin ha posto a fondamento<br />
della sua teoria dell’evoluzione.<br />
Le tribù primitive saranno<br />
in lotta per conqui<strong>sta</strong>re tanto<br />
le risorse naturali, quanto gli uomini<br />
e la forza-lavoro. Poiché<br />
non ce ne saranno mai abba<strong>sta</strong>nza<br />
per tutti, la loro lotta non avrà<br />
mai termine. Ogni generazione<br />
erediterà quindi il nemico dei<br />
Copertina libro Harris<br />
propri genitori. Il concetto del<br />
nemico è essenziale al loro modo<br />
di organizzare l’esperienza. Funziona<br />
come un a-priori kantiano:<br />
è la cornice entro cui scompongono<br />
il loro mondo. È solo nelle<br />
società liberali avanzate, in cui<br />
c’è benessere per tutti, che non<br />
troviamo più il bisogno di ‘ereditare’<br />
un nemico. Anche qui è la<br />
nostra dimenticanza a renderci<br />
incomprensibile il concetto primitivo<br />
di nemico. Non lo comprendiamo<br />
perché non siamo cresciuti<br />
con esso. Non ci siamo abituati.<br />
Fa parte della nostra<br />
incapacità di comprendere in<br />
profondità il pensiero e l’atteggiamento<br />
di quanti non condividono<br />
i nostri valori culturali. Uno<br />
dei concetti ricorrenti in La civiltà<br />
e i suoi nemici è che le elìtes intellettuali<br />
europee hanno avuto<br />
una responsabilità enorme negli<br />
efferati delitti del XX secolo, il<br />
“secolo deva<strong>sta</strong>to” come lo ha<br />
definito lo storico Robert Conquest,<br />
e che nei casi in cui esse<br />
sono riuscite ad avere più potere,<br />
le conseguenze sono <strong>sta</strong>te<br />
semplicemente disastrose. Può<br />
riassumerci que<strong>sta</strong> sua riflessione<br />
con degli esempi concreti? In<br />
breve: all’interno di forme oggettivamente<br />
democratiche di<br />
governo è <strong>sta</strong>to possibile che dei<br />
partiti guidati da un pugno di intellettuali<br />
arrivassero al potere.<br />
Una cosa del genere non sarebbe<br />
mai potuta accadere in nessuna<br />
delle forme di governo che esistevano<br />
prima dell’avvento della<br />
democrazia. In una monarchia o<br />
Femministe degli anni ‘70<br />
in un’aristocrazia, l’intellettuale<br />
poteva giocare il ruolo di uno<br />
‘strumento utile’ ma non poteva<br />
mai sperare di acquisire il diretto<br />
controllo del governo. Il sistema<br />
dei partiti invece si rivelò un<br />
mezzo perfetto per consentire<br />
all’intellettuale di acqui<strong>sta</strong>re la<br />
base del potere all’interno di un<br />
sistema parlamentare. Il partito<br />
poteva essere piccolo all’inizio,<br />
come quello nazionalsociali<strong>sta</strong>, e<br />
poi guadagnare col tempo sempre<br />
più seguaci. Inoltre, poteva<br />
ostruire il normale funzionamento<br />
dell’intero sistema parlamentare,<br />
portandolo allo <strong>sta</strong>llo completo,<br />
come fecero appunto i nazisti<br />
sotto la scaltra guida di<br />
Hermann Göring (1893-1946)<br />
nel Reich<strong>sta</strong>g di Weimar. Così,<br />
un compatto partito di minoranza<br />
poteva arrivare a dominare lo<br />
svolgimento dei lavori parlamentari<br />
e avere perfino la meglio<br />
su una maggioranza litigiosa.<br />
Poiché i partiti europei si organizzarono<br />
seguendo delle linee ideologiche,<br />
quelli che erano i ‘professionisti<br />
delle idee’ – gli intellettuali<br />
in senso stretto – furono in<br />
grado di guadagnare rapidamente<br />
carisma e autorità su tutti gli altri.<br />
Mussolini all’inizio era per l’appunto<br />
un intellettuale sociali<strong>sta</strong><br />
che si ispirava agli scritti dell’ideologo<br />
Georges Sorel (1847-1922).<br />
Sorel aveva elaborato la ricetta<br />
grazie a cui un partito avrebbe potuto<br />
raccogliere un ampio seguito<br />
di massa: suscitare un mito trascinante,<br />
fortemente mobilitativo in<br />
grado di guadagnare attivisti per<br />
la causa. E il fascismo fu un’ideologia<br />
di questo tipo. Come il bolscevismo<br />
di Lenin e il nazismo di<br />
Hitler. Ognuno di loro arrivò al<br />
potere grazie ai sistemi parlamentari<br />
fragili e inconsistenti delle rispettive<br />
nazioni. Così, una volta<br />
arrivati al vertice delle istituzioni,<br />
poterono finalmente applicare<br />
concretamente le loro ideologie<br />
per rifare la società e il mondo a<br />
loro piacimento. Direi che ci riuscirono<br />
fin troppo bene.<br />
Omar Ebrahime<br />
Il femminismo non ha aiutato la donna<br />
Che cosa pensa del femminismo<br />
padre Gheddo?<br />
Condivide le battaglie<br />
femministe? Don Piero risponde<br />
nel testo Ho 80 Tanta fiducia,<br />
edito da S. Paolo. Una società<br />
guidata maggiormente dalle donne,<br />
sarebbe più umana. Quando<br />
nel 1968, emerse la questione<br />
femmini<strong>sta</strong>, con le donne che si<br />
mobilitavano per ottenere pari<br />
dignità con l’uomo, mi piaceva,<br />
anche perché ricordavo gli effetti<br />
negativi del‘maschilismo’ scrive<br />
Gheddo. In seguito però ho modificato<br />
il mio parere quando ho<br />
capito che le femministe non volevano<br />
solo avere pari dignità,<br />
ma anche essere come gli uomini,<br />
ignorando la diversa natura<br />
dei due sessi. La società che va<br />
contro le leggi di natura è destinata<br />
sempre ad essere disumana.<br />
La decadenza di una società incomincia<br />
sempre <strong>dalla</strong> decadenza<br />
della famiglia; mi permetto di<br />
aggiungere <strong>dalla</strong> decadenza della<br />
donna. E’ venuto meno il modello<br />
di famiglia unita, per mille<br />
motivi, ma soprattutto a causa del<br />
femminismo esasperato. In passato<br />
c’erano certamente coppie<br />
sofferenti perché non andavano<br />
d’accordo e dovevano sacrificarsi<br />
per non rompere l’unità familiare<br />
ad ogni costo (…) Certo la donna<br />
era spesso quella che doveva subire,<br />
sopportare, avere pazienza,<br />
sacrificarsi per mantenere la famiglia<br />
unità. Ci sono casi in cui<br />
è il marito a pazientare. Oggi la<br />
situazione è molto peggiore – per<br />
don Piero – nella società italiana<br />
si <strong>sta</strong> distruggendo la famiglia e<br />
il concetto stesso di matrimonio.<br />
Soprattutto tra le donne giovani<br />
si è affermata un’ideologia femmini<strong>sta</strong><br />
che annulla le ricchezze<br />
rispettive dei due sessi, per una<br />
‘parità’ che snatura la donna e finisce<br />
per confondere e deresponsabilizzare<br />
l’uomo. Insomma<br />
quando la donna tenta di diventare<br />
“uoma”, come ha scritto una<br />
rivi<strong>sta</strong> femmini<strong>sta</strong>, va fuori strada<br />
e disse<strong>sta</strong> il matrimonio, la famiglia,<br />
i figli. Il modello di donna<br />
oggi presentato dai mass media,<br />
dove si esalta la libertà sessuale e<br />
le più svariate “esperienze”, crea<br />
gravi danni alla <strong>sta</strong>bilità della famiglia<br />
e riduce il senso del matrimonio.<br />
Tirando le somme oggi<br />
dopo quarant’anni dall’emergere<br />
del femminismo, che doveva “liberare”<br />
la donna dall’oppressione<br />
maschili<strong>sta</strong>, le donne stesse si<br />
<strong>sta</strong>nno accorgendo che il modello<br />
culturale corrente nega la femminilità<br />
e danneggia prima le donne,<br />
poi la famiglia, i figli e tutta<br />
la società. In pratica il modello di<br />
donna che per affermare se stessa<br />
imita il peggio dell’uomo, è una<br />
solenne buggeratura per le donne<br />
stesse, le rende meno donne.<br />
Domenico Bonvegna
N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto<br />
Economia<br />
ICE, nel 2008 tiene l’export<br />
La graduatoria dei principali<br />
Paesi di destinazione delle<br />
esportazioni italiane (nel<br />
complesso aumentate dello 0,3%<br />
nel 2008) non è particolarmente<br />
mutata rispetto all’anno precedente.<br />
E’ quanto emerge dal Rapporto<br />
ICE 2008-2009 elaborato su<br />
dati resi disponibili dall’ISTAT e<br />
presentato a Roma. Al primo posto<br />
si conferma la Germania, sebbene<br />
il valore delle esportazioni<br />
verso questo Paese sia diminuito<br />
ICE, Il Mezzogiorno cresce<br />
Secondo i dati contenuti nel<br />
Rapporto ICE 2008-2009<br />
presentato a Roma, dal<br />
punto di vi<strong>sta</strong> della distribuzione<br />
territoriale delle esportazioni, il<br />
2008 è <strong>sta</strong>to caratterizzato da una<br />
significativa flessione di quota<br />
dell’Italia centrale e nord-orientale,<br />
dovuta principalmente alle perdite<br />
subite dal Veneto, <strong>dalla</strong> Toscana<br />
e dalle Marche, il cui export<br />
ha risentito in misura consistente<br />
della <strong>crisi</strong> economica globale, soprattutto<br />
nei settori tradizionali.<br />
L’Emilia Romagna ha invece fatto<br />
registrare un ulteriore incremento<br />
di quota, che ha prolungato la tendenza<br />
espansiva in corso da molti<br />
anni. Il risultato relativamente<br />
migliore ottenuto dall’Italia nordoccidentale<br />
è <strong>sta</strong>to invece principalmente<br />
generato dall’industria<br />
metalmeccanica in Lombardia e<br />
in Liguria e dai mezzi di trasporto<br />
e dagli alimentari in Piemonte. Il<br />
nuovo incremento di quota conseguito<br />
dal Mezzogiorno si deve<br />
invece essenzialmente all’aumento<br />
dei prezzi dei prodotti energetici,<br />
che ha dilatato il valore delle<br />
esportazioni di Regioni come la<br />
Sicilia e la Sardegna, fortemente<br />
specializzate in questo comparto.<br />
Anche l’Abruzzo ha fatto registrare<br />
una crescita delle esporta-<br />
Elis Bortoluzzi Dubach<br />
Lavorare con le fondazioni<br />
Franco Angeli<br />
pp. 304 €. 28,00<br />
Il manuale si rivolge all’ampio e variegato<br />
pubblico degli operatori attivi in ambito sociale<br />
e culturale interessati ai finanzaimenti e alla<br />
collaborazione con le fondazioni erogatrici. I<br />
lettori apprendono passo dopo passo che cosa<br />
sono le fondazioni erogatrici, come lavorano,<br />
quali sono le condizioni da osservare se si<br />
desidera ottenere e mantenere nel tempo la<br />
loro collaborazione nel sostenere un progetto,<br />
finanziandolo o diventandone partner.<br />
Carlo Bellavite Pellegrini<br />
Modelli d’equilibrio e fondamentali<br />
d’impresa<br />
Carocci<br />
pp. 207 €. 22,10<br />
Il libro prende in esame sia la letteratura in<br />
materia di rendimenti dei titoli azionari nel<br />
lungo periodo in diverse aree del mondo, sia<br />
quella in materia di pricing dei titoli azionari.<br />
Si concentra in modo particolare sui modelli a<br />
tre fattori introdotti nella letteratura in seguito<br />
agli studi di Fama e French (1992), e prova<br />
a implementare tali modelli introducendo<br />
variabili economiche di controllo, quali la<br />
produttività e la governance di sistema, oltre<br />
a quelle di <strong>sta</strong>to usate nella modellistica.<br />
dell’1,3%, seguita <strong>dalla</strong> Francia<br />
(-2,5%), mentre una flessione più<br />
netta si è registrata verso la Spagna<br />
(-12,7%), rima<strong>sta</strong> al terzo posto dei<br />
principali mercati di destinazione.<br />
La Russia ha migliorato la propria<br />
posizione, atte<strong>sta</strong>ndosi al settimo<br />
posto (+ 9,5%). Sono diminuite<br />
inoltre le esportazioni verso gli<br />
Stati Uniti (-5%), quarto Paese di<br />
sbocco per le nostre esportazioni,<br />
mentre quelle verso la verso la Cina<br />
sono aumentate del 2,5%. La po-<br />
zioni superiore alla media nazionale,<br />
soprattutto per il contributo<br />
degli autoveicoli. Di rilievo anche<br />
il contributo alle esportazioni fornito<br />
dai distretti industriali - aggregati<br />
di piccole e medie imprese<br />
specializzate nelle produzioni<br />
tipiche del made in Italy - che nel<br />
2008 si è atte<strong>sta</strong>to mediamente<br />
vicino al 38%, con punte del 61%<br />
nel tessile e nei mobili e del 58%<br />
nella filiera del cuoio-calzature.<br />
Peraltro alcuni distretti industriali<br />
hanno da tempo imboccato un<br />
sentiero evolutivo che li <strong>sta</strong> trasformando<br />
da sistemi territoriali<br />
orientati all’esportazione, ma con<br />
filiere produttive prevalentemente<br />
interne al distretto, in centri di coordinamento<br />
di catene produttive<br />
transnazionali che, senza smarrire<br />
le proprie radici territoriali, integrano<br />
anche i sistemi produttivi<br />
locali di paesi a bassi salari come<br />
la Cina. Negli ultimi tre anni è<br />
inoltre ulteriormente aumentata<br />
la concentrazione delle esportazioni<br />
di servizi nelle due Regioni<br />
(Lombardia e Lazio) in cui si<br />
collocano le città con la sede delle<br />
maggiori imprese del terziario. È<br />
tuttavia cresciuta sensibilmente<br />
anche la quota del Veneto.<br />
G. N.<br />
sizione in graduatoria della stessa<br />
Cina (14° posto) e quella del Giappone<br />
(17° posto) sono rimaste <strong>sta</strong>bili.<br />
Le importazioni italiane sono<br />
invece aumentate dell’1,1% in<br />
valore, soprattutto dai Paesi esportatori<br />
di materie prime energetiche<br />
quali Libia (che è passata dall’ottavo<br />
al quinto posto), Russia (giunta<br />
al sesto posto) e Algeria (+41% rispetto<br />
al 2007) che ha guadagnato<br />
due posizioni nella graduatoria<br />
dei principali fornitori dell’Italia.<br />
In classifica quest’anno sono entrati<br />
anche Azerbaigian e Arabia<br />
Saudita, a conferma della forte<br />
incidenza dei prodotti energetici<br />
sugli acquisti di merci dall’estero.Le<br />
importazioni <strong>dalla</strong> Cina<br />
Utilità<br />
Dalla Zuana, Farina, Strozza<br />
Nuovi italiani<br />
Il Mulino<br />
pp. 170 €. 14,00<br />
I ragazzi stranieri costituiscono ormai una<br />
quota considerevole, e crescente, della popolazione<br />
giovanile in Italia. Se è vero che i giovani<br />
rappresentano il futuro di un paese, dunque,<br />
una parte significativa del nostro futuro<br />
sarà affidata a questi nuovi concittadini. Quali<br />
sono le loro speranze e le loro possibilità?<br />
Roberto Petrini<br />
Processo agli economisti<br />
Chiarelettere<br />
pp. 170 €. 13,60<br />
Gli economisti fanno errori macroscopici e<br />
non sono <strong>sta</strong>ti capaci di prevedere la <strong>crisi</strong>.<br />
Com’è possibile? Adesso molti di loro sono<br />
sul banco degli imputati. Questo libro spiega<br />
perché e individua i maggiori capi d’imputazione,<br />
prima di tutto l’infatuazione per il dio<br />
Mercato. Un duro atto d’accusa verso una<br />
categoria che sembra aver perso il contatto<br />
con la realtà e con i bisogni delle persone.<br />
È forse giunta l’ora dell’autocritica?<br />
A cura di Gianfranco D’Ettoris<br />
A cura della CONFEDILIZIA di Crotone - Via Lucifero 40 - Tel. 0962/905192<br />
Sito Internet: www.godel.it/confediliziakr<br />
15<br />
Per le vacanze estive utilizzate i contratti Confedilizia<br />
Corrado Sforza Fogliani<br />
Presidente Confedilizia<br />
Le vacanze estive sono l’occasione<br />
che molti attendono<br />
per prendere in affitto una<br />
casa dove trascorrere in piena libertà<br />
i propri momenti di relax<br />
(brevi o lunghi che essi siano).<br />
Indubbi sono i vantaggi che si<br />
hanno nello scegliere que<strong>sta</strong> forma<br />
di villeggiatura: basti pensare<br />
alla libertà di movimento nel poter<br />
organizzare al meglio la propria<br />
giornata, nel regolare i propri ritmi<br />
sulla base di quelli dei più piccoli<br />
o semplicemente per risparmiare<br />
qualcosa rispetto alle soluzioni<br />
alberghiere. Per evitare, però, che<br />
l’affitto tra privati possa generare<br />
conflitti futuri (che possono sorgere<br />
soprattutto dal non avere saputo<br />
regolare nel modo giusto il<br />
rapporto), gli interessati possono<br />
avvalersi delle tre formule con-<br />
sono ulteriormente aumentate<br />
(+8,8%) così come la sua quota<br />
sull’import dell’Italia (arrivata al<br />
6,3%). Il deterioramento del saldo<br />
commerciale nel 2008 è derivato<br />
principalmente dagli scambi<br />
con i Paesi produttori di materie<br />
prime (Africa, Medio Oriente e<br />
Russia), effetto della forte crescita<br />
dei prezzi sul valore delle<br />
importazioni nella prima parte<br />
dell’anno. Vi hanno contribuito<br />
anche l’aumento del disavanzo<br />
con la Cina e la riduzione dell’attivo<br />
con gli Stati Uniti, effetto<br />
della recessione sulle esportazioni<br />
italiane e del deprezzamento<br />
del dollaro. Migliorato invece il<br />
saldo con l’Unione europea, risultato<br />
di una contrazione delle<br />
importazioni maggiore rispetto<br />
a quella delle esportazioni.<br />
I dati disponibili sui primi cinque<br />
trattuali previste <strong>dalla</strong> Confedilizia<br />
allo scopo (“contratto week-end”,<br />
per vacanze di 2/3 giorni; “contratto<br />
per le locazioni brevi vacanze”,<br />
per periodi da 10/15 giorni<br />
ad un mese massimo; “contratto<br />
per le locazioni ad uso turistico”,<br />
per periodi superiori ad un mese),<br />
utilizzando i modelli di contratto<br />
all’uopo predisposti e reperibili<br />
presso le Associazioni territoriali<br />
della Confedilizia. Sul sito Internet<br />
della Confedilizia è presente<br />
il “Decalogo per una villeggiatura<br />
senza liti”, in cui si possono trovare<br />
consigli e regole da seguire affinché<br />
si possa parlare di locazione<br />
ad uso turistico e non di altre figure<br />
giuridiche simili, ma con obblighi<br />
differenti (si pensi alla disciplina<br />
degli affittacamere). I proprietari<br />
di casa che vogliono agevolare la<br />
permanenza del proprio inquilino<br />
nella casa affittata e farlo sentire<br />
a proprio agio anche in luoghi a<br />
lui sconosciuti, possono compilare<br />
– scaricandolo sempre dal sito<br />
Matilde Adducci<br />
L’India contemporanea<br />
Carocci<br />
pp. 138 €. 15,50<br />
Questo libro vuole dar conto dei tratti salienti<br />
dei processi socioeconomici che si sono<br />
svolti nel corso di oltre un quarantennio,<br />
evidenziandone successi e limiti alla luce<br />
del complesso rapporto fra economia e società,<br />
nella speranza che ciò possa aiutare<br />
a comprendere le ragioni della persistenza<br />
nel paese di alcuni forti nodi problematici.<br />
Navigare in Co<strong>sta</strong> Azzurra,<br />
Liguria, Toscana e Lazio<br />
Effemme<br />
pp. 272 €. 54,00<br />
Porti e approdi, fari e fanali, pericoli e divieti,<br />
cambusa e servizi a terra: una guida dettagliata<br />
e di facile consultazione per navigare senza<br />
rischi nelle acque del Mediterraneo. La seconda<br />
edizione del primo volume, riguardante le<br />
fasce costiere di Liguria, Toscana e Lazio, aggiorna<br />
le informazioni con tutte le novità inerenti<br />
normative, incremento di opere e servizi,<br />
offrendo ai diportisti anche l’intera panoramica<br />
degli scali e degli ancoraggi più suggestivi<br />
della Co<strong>sta</strong> Azzurra.<br />
mesi del 2009 mostrano ancora<br />
una sensibile caduta delle esportazioni<br />
e delle importazioni con tutte<br />
le aree, mentre i saldi risentono<br />
favorevolmente del calo dei prezzi<br />
delle materie prime importate<br />
rispetto ai picchi raggiunti nella<br />
prima parte dell’anno scorso. Le<br />
esportazioni infatti presentano diminuzioni<br />
che coinvolgono tutti<br />
i Paesi e le aree geoeconomiche,<br />
ad eccezione della Cina. Per le<br />
importazioni tendenze negative<br />
si rilevano per i principali partner<br />
commerciali. Nello stesso periodo<br />
si registrano saldi positivi, in particolare,<br />
con gli Stati Uniti, l’Oceania,<br />
la Svizzera, i paesi asiatici<br />
(Singapore, Corea del <strong>Sud</strong>, Taiwan,<br />
Hong Kong, Malaysia e<br />
Thailandia) ed il Messico.<br />
Gianfranco Nitti<br />
della Confedilizia – il “Libretto<br />
d’uso della casa di villeggiatura”,<br />
vale a dire un documento - opportunamente<br />
compilato dal locatore<br />
- nel quale vengono racchiuse non<br />
solo tutte le informazioni relative<br />
agli impianti domestici presenti<br />
nell’abitazione, ma anche i dati<br />
relativi al portiere (se esistente)<br />
e alla persona da contattare in<br />
caso di necessità e di urgenza, le<br />
informazioni sui principali punti<br />
di riferimento del quartiere (quali,<br />
per esempio, farmacia, ospedale,<br />
mezzi di trasporto pubblici<br />
o privati) ecc. A completamento<br />
del libretto si consiglia di allegare<br />
anche una cartina della città e<br />
depliant aggiornati relativi a musei,<br />
mostre e convegni vari. Dallo<br />
stesso sito può essere scaricato<br />
anche il “cartoncino del tempo”,<br />
da compilare e fornire all’ospite<br />
nelle locazioni brevi per informarlo<br />
sulle previsioni meteo<br />
(pure reperibili - continuamente<br />
aggiornate - sul sito).<br />
Società geografica Italiana<br />
Atlante del Turismo in<br />
Italia<br />
Carocci<br />
pp. 158 €. 16,50<br />
La geografia si occupa di turismo da sempre,<br />
analizzando quei fattori ambientali, sociali,<br />
economici che sono alla base di una crescente<br />
concorrenzialità nella dinamica della<br />
domanda e dell’offerta. Il volume introduce<br />
all’analisi dei punti di forza e di debolezza del<br />
nostro sistema turistico: mentre il patrimonio<br />
culturale diventa la principale leva competitiva<br />
per l’Italia, i tradizionali segmenti<br />
del turismo balneare e montano risentono<br />
della concorrenza dei paesi del Mediterraneo.<br />
A cura di Irene Ponzo<br />
Conoscere l’immigrazione<br />
Carocci<br />
pp. 183 €. 18,60<br />
Sempre più frequentemente i professionisti<br />
dei servizi pubblici, del no-profit e<br />
anche del profit devono fare i conti, nel<br />
corso della loro attività lavorativa, con il<br />
fenomeno dell’immigrazione e sono quindi<br />
chiamati a rivedere e integrare il proprio<br />
bagaglio di competenze. Il testo offre schemi<br />
concettuali e analitici per organizzare la<br />
conoscenza sulle principali questioni relative<br />
al fenomeno migratorio.
65) raccoglie una parte delnel<br />
periodo in cui occupa la<br />
vinity School della Harvard<br />
n parte note al lettore italiaristiana<br />
occidentale, Dawson<br />
clino dell’unità medioevale,<br />
, con l’esito non secondario<br />
vertito al cattolicesimo, che<br />
urale del continente di fronne<br />
— di aver prodotto una<br />
i vissuto storico, altrettanto<br />
a, fra cattolicesimo e proterote<strong>sta</strong>nte,<br />
la Riforma catto-<br />
, l’età del barocco, il sorgere<br />
ra classica francese nel pee<br />
libertino, l’illuminismo, la<br />
nzione alle sue conseguenze<br />
enace assertore dell’unità di<br />
d’America, si sofferma anne<br />
culturale di questi ultimi,<br />
England e del metodismo<br />
studi a Oxford e la conversione al<br />
arriera di storico indipendente dal<br />
lo saltuariamente e per incarichi<br />
toria dell’educazione occidentale<br />
to principalmente come studioso<br />
affermazione dei regimi totalitari<br />
tiene conversazioni radiofoniche<br />
ascono a seguito delle Conferenze<br />
i Edimburgo, fra le più celebri del<br />
, è chiamato a occupare la prima<br />
vard University, negli Stati Uniti<br />
ISBN 978-88-89341-11-7<br />
9 788889<br />
341117<br />
Christopher Dawson La divisione della Cristianità Occidentale<br />
Christopher Dawson<br />
La divisione della<br />
Cristianità Occidentale<br />
a cura di Paolo Mazzeranghi<br />
e con presentazione di Marco Respinti<br />
Christopher Dawson<br />
La divisione della Cristianità Occidentale<br />
a cura di Paolo Mazzeranghi<br />
e con presentazione di Marco Respinti<br />
I-88900 Crotone, via Lucifero 40<br />
tel. 0962/90.51.92 fax 0962/1920413<br />
07/05/09 11:32<br />
Il saggio The Dividing of Christendom (1965) raccoglie una parte delle lezioni tenute da Christopher Dawson nel periodo in<br />
cui occupa la cattedra di Studi cattolico-romani alla Divinity School della Harvard University (1958-1962). Dopo le opere,<br />
in parte note al lettore italiano, dedicate alla formazione della civiltà cristiana occidentale, Dawson percorre l’itinerario che,<br />
partendo dal declino dell’unità medioevale, ha portato alla dissoluzione di tale civiltà, con l’esito non secondario — per la sua<br />
sensibilità di un inglese convertito al cattolicesimo, che ha a cuore la re<strong>sta</strong>urazione dell’unità culturale del continente di fronte<br />
alla sfida della moderna secolarizzazione — di aver prodotto una separazione intellettuale, psicologica e di vissuto storico,<br />
altrettanto pronunciata di quella strettamente teologica, fra cattolicesimo e prote<strong>sta</strong>ntesimo. Esamina dunque la Riforma<br />
prote<strong>sta</strong>nte, la Riforma cattolica, più conosciuta come Contro-Riforma, l’età del barocco, il sorgere del pensiero scientifico<br />
moderno, la cultura classica francese nel periodo dell’assolutismo, lo spirito scettico e libertino, l’illuminismo, la Rivoluzione<br />
Francese con particolare attenzione alle sue conseguenze sul cattolicesimo di Francia ed europeo. Tenace assertore dell’unità<br />
di civiltà che accomuna Europa e Stati Uniti d’America, si sofferma anche sul ruolo della religione nella formazione culturale<br />
di questi ultimi, come nel caso del puritanesimo del New England e del metodismo wesleyano.<br />
ISBN 978-88-89341-11-7<br />
pp. 312, € 19,90