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L'America sta uscendo dalla crisi - Corriere Del Sud

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REGIONALE<br />

Via Lucifero 40 - CROTONE -<br />

Tel. 0962/905192 - Fax 1920413<br />

Giorgio Lambrinopulos<br />

PERIODICO INDIPENDENTE CULTURALE - ECONOMICO DI FORMAZIONE ED INFORMAZIONE<br />

DIREZIONE - REDAZIONE - AMMINISTRAZIONE - Via Lucifero 40 - Crotone 88900 - Tel.(0962) 905192 - Fax (0962) 1920413 Iscr.Reg.Naz. della Stampa n. 4548 del 12.02.1994 - ROC n. 2734<br />

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ASSOCIATO ALL’USPI<br />

Anno XVIII N° 11/2009 - 1 agosto C 1,00<br />

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA<br />

REGIONALE<br />

Via Lucifero 40 - CROTONE -<br />

Tel. 0962/905192 - Fax 1920413<br />

Obama: «I tempi duri non sono ancora finiti: il deficit è una preoccupazione, ma non<br />

dobbiamo stringere la cinghia proprio mentre cerchiamo di uscire <strong>dalla</strong> recessione»<br />

L’America <strong>sta</strong> <strong>uscendo</strong> <strong>dalla</strong> <strong>crisi</strong><br />

Intanto il Governo italiano valuta la possibilità di introdurre un sistema di fiscalità<br />

di vantaggio in favore delle imprese che investono nelle regioni meridionali<br />

Verso la fine del tunnel:<br />

gli Stati Uniti<br />

si avviano a uscire<br />

<strong>dalla</strong> recessione, della quale<br />

“forse cominciamo a vedere<br />

l’inizio della fine”. Il<br />

presidente americano Barack<br />

Obama difende le<br />

scelte effettuate <strong>dalla</strong> sua<br />

amministrazione per sostenere<br />

l’economia a stelle e<br />

strisce. Scelte che, insieme<br />

“al salvataggio delle banche,<br />

iniziato con il precedente<br />

governo”, hanno fatto<br />

sì che “la recessione non<br />

divenisse depressione” e<br />

che “venissero salvate centinaia<br />

di migliaia di posti di<br />

lavoro”. Certo è - aggiunge<br />

- che “i tempi duri non<br />

sono ancora finiti: il deficit<br />

è una preoccupazione ma<br />

non dobbiamo stringere la<br />

cinghia proprio mentre cerchiamo<br />

di uscire <strong>dalla</strong> recessione”.Un’affermazione,<br />

que<strong>sta</strong>, in difesa del<br />

massiccio piano di stimolo<br />

fiscale da 787 miliardi oggetto<br />

di persistenti critiche<br />

da parte dei repubblicani,<br />

che lo accusano di non essere<br />

<strong>sta</strong>to in grado di arginare,<br />

nono<strong>sta</strong>nte l’entità,<br />

l’emorragia occupazionale<br />

con la disoccupazione sali-<br />

ta al 9,5%. Dal North Carolina<br />

il presidente americano<br />

traccia un bilancio delle<br />

azioni prese sul fronte<br />

dell’economia nei suoi primi<br />

sei mesi alla Casa Bianca.<br />

Raccontando di essere<br />

rimasto sorpreso <strong>dalla</strong> copertina<br />

dell’ultimo numero<br />

di Newsweek, dal titolo<br />

‘La recessione e’ finità,<br />

Obama osserva come indubbiamente<br />

la situazione<br />

è migliorata ma “ci vorrà<br />

del tempo prima di agguantare<br />

una completa ripresa.<br />

Non ci fermeremo e non riposeremo<br />

fino a quando<br />

tutti quelli che cercano un<br />

lavoro non lo troveranno”.<br />

“Sappiamo che i tempi duri<br />

non sono finiti, ma sappiamo<br />

anche - spiega - che<br />

senza le azioni intraprese<br />

la nostra economia <strong>sta</strong>rebbe<br />

ancora peggio”. “Non<br />

siamo più in caduta libera.<br />

I giovani d’oggi sono vagabondi<br />

I<br />

giovani d’oggi non<br />

hanno voglia né di<br />

studiare né di lavorare<br />

lo rileva il Rapporto<br />

Giovani 2008, sono 270<br />

mila ragazzi tra i 15 e i<br />

19 anni il 9% del totale e<br />

1 milione e 900mila giovani<br />

tra i 25 e i 35 anni,<br />

il 25%. Non lo ritengono<br />

necessario, semplicemente.<br />

Ba<strong>sta</strong> loro vivere<br />

nel limbo tra studio e<br />

occupazione, senza impegnarsi<br />

seriamente con<br />

alcuna ipotesi di vita. E’<br />

un atteggiamento lassi<strong>sta</strong>,<br />

rinunciatario e inconcludente,<br />

privo di un orizzonte<br />

professionale ed<br />

esistenziale che sembra<br />

sempre più prendere piede<br />

fra le fila delle nuove<br />

leve. La ricerca è <strong>sta</strong>ta<br />

commissionata dal ministero<br />

della Gioventù e re-<br />

La Casa Bianca a Washington<br />

alizzata dal Dipartimento<br />

di Studi sociali, economici<br />

e demografici della<br />

Sapienza di Roma. Certamente<br />

non bisogna neanche<br />

troppo generalizzare,<br />

ma il fenomeno esiste, la<br />

tendenza denunciata c’è.<br />

Non è una tendenza che<br />

riguarda soltanto i giovani,<br />

ma è una posizione<br />

dilagante. È quel modo<br />

- scrive Socci - di concepire<br />

l’esistenza che Teilhard<br />

de Chardin definiva<br />

«il venire meno del gusto<br />

del vivere». Il fenomeno<br />

è <strong>sta</strong>to studiato anche in<br />

Spagna, dove è <strong>sta</strong>to ribattezzato<br />

con il nome<br />

“Generacion ni-ni”, “Ne<br />

studia, né lavora” e sono<br />

circa il 54% dei giovani<br />

spagnoli. Il giornale online,<br />

Il Sussidiario.net ha<br />

intervi<strong>sta</strong>to sull’argomen-<br />

to il professore Marcello<br />

d’Orta e Antonio Socci.<br />

Per il primo “né”, ossia<br />

la non voglia di studiare,<br />

di frequentare una scuola<br />

e diplomarsi, ha risposto<br />

il maestro D’Orta, in nessuna<br />

epoca è “piaciuto”<br />

andare a scuola. Una volta<br />

si diceva che «se non ti<br />

prendi il “pezzo di carta”<br />

da grande non potrai fare<br />

nemmeno lo spazzino».<br />

Ormai sono anni che si è<br />

capito che il lavoro non è<br />

consequenziale al fatto di<br />

essere andati a scuola. -<br />

Afferma D’Orta - Prevale<br />

l’istintività: non appena<br />

un giovane si accorge che<br />

molte persone, pur non<br />

essendo passate neanche<br />

per sbaglio da una scuola,<br />

hanno un’occupazione<br />

e un reddito più che buono,<br />

si tuffano a pesce nel<br />

mondo del lavoro, sempre<br />

che lo trovino. Anche se<br />

oggi il rifiuto istintivo nei<br />

confronti dell’istituzione<br />

scolastica è cambiato,<br />

«probabilmente oggi<br />

Pinocchio e Lucignolo<br />

non andrebbero più nel<br />

Paese dei Balocchi, ma<br />

resterebbero a scuola».<br />

Ovviamente si tratta di<br />

una provocazione, ma è<br />

molto indicativa rispetto<br />

a quanto accade nelle<br />

odierne aule scolastiche.<br />

La scuola oggi ha perso<br />

il proprio prestigio e, soprattutto<br />

l’autorità, forse<br />

per questo andarci non<br />

appare più così gravoso<br />

come un tempo. Ma nemmeno<br />

appare più utile.<br />

Una volta il maestro era<br />

un Maestro. Interrogava,<br />

Continua a pag 2<br />

Il mercato <strong>sta</strong> migliorando<br />

e il sistema finanziario non<br />

è più sull’orlo del collasso.<br />

Il tasso a cui stiamo perdendo<br />

posti di lavoro si è<br />

dimezzato rispetto a quando<br />

ho assunto l’incarico sei<br />

mesi fa. I prezzi delle case<br />

sono saliti per la prima volta<br />

in tre anni: quindi non<br />

c’é alcun dubbio che le<br />

cose vadano meglio. Forse<br />

cominciamo a vedere l’inizio<br />

della fine della recessione.<br />

Ma questo è di poco<br />

conforto per chi ha perso il<br />

proprio lavoro e non riesce<br />

a trovarne un altro”, mette<br />

in evidenza Obama. La <strong>crisi</strong><br />

economica - con<strong>sta</strong>ta la<br />

Fed nel Beige Book, il rap-<br />

porto sulla <strong>sta</strong>to di salute<br />

dell’economia <strong>sta</strong>tunitense<br />

- si è “attenuata” in molti<br />

distretti: la banca centrale<br />

prevede una moderata ripresa<br />

dell’industria fra seidodici<br />

mesi. L’economia<br />

americana nel primo trimestre<br />

dell’anno si è contratta<br />

del 5,5%, un calo inferiore<br />

alle attese degli analisti.<br />

Venerdì prossimo il Dipartimento<br />

del Commercio<br />

renderà nota la prima stima<br />

del pil del secondo trimestre<br />

che, secondo gli analisti,<br />

sarà l’ultimo con segno<br />

negativo. Le stime sono di<br />

una contrazione dell’1,5%.<br />

Obama, alle prese con un<br />

calo di popolarità (il sondaggio<br />

Gallup lo indica al<br />

54%) e in difficoltà con la<br />

riforma sanitaria (che non<br />

sarà votata prima dell’autunno),<br />

difende davanti<br />

alla platea i miliardi di dollari<br />

spesi per salvare le<br />

banche e l’industria automobilistica.<br />

Settori che,<br />

spiega, era necessario salvare.<br />

“So che può sembrare<br />

non corretto a molti americani<br />

che soldi dei contribuenti<br />

siano <strong>sta</strong>ti utilizzati<br />

per aiutare banche che si<br />

erano esposte a rischi eccessivi.<br />

Neanche a me è<br />

sembrato giusto: ma il salvataggio<br />

delle banche, anche<br />

se iniziato con la precedente<br />

amministrazione,<br />

era necessario perché<br />

sbloccando i mercati del<br />

credito abbiamo aiutato a<br />

far sì che la recessione non<br />

divenisse depressione”.<br />

“Abbiamo anche adottato<br />

azioni per aiutare l’industria<br />

automobilistica a<br />

Continua a pag 2<br />

Alain Finkielkraut<br />

L’umanità perduta<br />

Lindau<br />

pp. 148 €. 14,00<br />

Il XX secolo ha lasciato al nuovo<br />

millennio un’eredità tragica.<br />

La più radicale affermazione<br />

di autonomia - di liberazione -<br />

dell’uomo che la storia abbia<br />

conosciuto, l’umanesimo figlio<br />

della modernità, si è risolta nel<br />

suo esatto contrario, la riduzione<br />

in schiavitù e lo sterminio di milioni<br />

di esseri umani sotto il Terzo<br />

Reich così come in Unione<br />

Sovietica e in Cina, in Cambogia<br />

sotto il regime dei Khmer Rossi,<br />

in Ruanda e nel Darfur.


P<br />

2 olitica<br />

N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto<br />

Segue <strong>dalla</strong> prima della maggioranza al Dpef, pre- “Spero di poter puntare verso Segue <strong>dalla</strong> prima<br />

emergere da una <strong>crisi</strong> che lei<br />

stessa aveva creato: que<strong>sta</strong> era<br />

una buona ragione per lasciare<br />

andare general Motors e Chrysler,<br />

e so che molti la pensano<br />

così. Ma nel mezzo della recessione,<br />

il loro collasso sarebbe<br />

<strong>sta</strong>to una catastrofe per l’economia.<br />

Abbiamo salvato centinaia<br />

di migliaia di posti di lavoro e ci<br />

aspettiamo di riavere i nostri soldi<br />

indietro”. Il presidente Barack<br />

Obama ha detto oggi di non<br />

aspettarsi un voto del Congresso<br />

sulla riforma della sanità prima<br />

di settembre o ottobre. “Anche<br />

nel migliore dei casi il Congresso<br />

non voterà su que<strong>sta</strong> legge fino a<br />

settembre o alla metà di ottobre”,<br />

ha detto Obama parlando a Raleigh<br />

in North Carolina. Intanto in<br />

Italia : L’Aula della Camera ha<br />

approvato la risoluzione di maggioranza<br />

Cicchitto-Cota che impegna<br />

il governo a portare avanti<br />

“con determinazione” gli obiettivi<br />

e le linee di azione indicati nel<br />

Documento di programmazione<br />

economico-finanziaria relativo<br />

alla manovra di finanza pubblica<br />

per gli anni 2010-2013. Il Dpef<br />

passa per un soffio. La Camera<br />

ha approvato la risoluzione di<br />

maggioranza sul Dpef con 254<br />

voti a favore e 233 contrari. E la<br />

maggioranza porta a casa un risultato<br />

positivo anche grazie alle<br />

nutrite assenze tra le fila del Pd e<br />

dell’Idv dal momento che il centrosinistra<br />

dispone di 340 deputati<br />

mentre l’opposizione ne ha<br />

277. E il Pdci accusa le opposizioni<br />

che siedono in Parlamento<br />

di avere salvato il Governo alla<br />

Camera nell’approvazione del<br />

Dpef: “Siamo di fronte a una netta<br />

difficoltà di tenuta della maggioranza<br />

parlamentare ma, ancora<br />

una volta ci pensa la cosiddetta<br />

opposizione a risolvere i problemi<br />

di Berlusconi”. Tremonti:<br />

“L’Italia non è in declino”, il sistema<br />

economico italiano “tiene”<br />

e va anche meglio rispetto ad altri<br />

paesi europei. Questo indica<br />

che “la scelta di fiducia e prudenza”<br />

fatta dal governo ha portato<br />

buoni risultati. Il ministro<br />

dell’Economia, Giulio Tremonti,<br />

nel corso della replica in Senato<br />

sul Dpef torna a criticare i “teorici<br />

del declinismo” e sottolinea<br />

che l’Italia ha retto bene l’urto<br />

della <strong>crisi</strong>. “Ci è <strong>sta</strong>to detto - afferma<br />

Tremonti - che l’Italia è in<br />

declino, che non cresce” e altri<br />

paesi vanno meglio. “Ma - prosegue<br />

- la <strong>crisi</strong> ha evidenziato che<br />

quella crescita non era il prodotto<br />

strutturale, so<strong>sta</strong>nziale, non era<br />

l’effetto delle riforme, ma quella<br />

crescita era prodotta dal debito.<br />

Dall’Islanda alla Spagna dal Baltico<br />

ai Balcani l’area della <strong>crisi</strong> si<br />

manife<strong>sta</strong> con intensità superiore<br />

a quella che si manife<strong>sta</strong> in Italia.<br />

Ci sono grandi paesi con una caduta<br />

del Pil maggiore e altri un<br />

po’ diversa, ma la grandezza di<br />

riferimento indica la tenuta del<br />

nostro sistema”. Questo indica,<br />

sottolinea Tremonti, che “la scelta<br />

di fiducia fatta dal governo è<br />

<strong>sta</strong>ta una scelta giu<strong>sta</strong>, oggetto di<br />

consenso nelle tornate elettorali.<br />

Fiducia e prudenza - conclude - è<br />

una scelta che il governo intende<br />

continuare a fare”. La risoluzione<br />

approva Un Piano per il <strong>Sud</strong> e<br />

l’avvio di opere strategiche per<br />

“l’infrastrutturazione del Mezzogiorno<br />

d’Italia, al fine di promuovere<br />

lo sviluppo e la competitività<br />

internazionale”. La risoluzione<br />

sentata al Senato dai capigruppo<br />

di Pdl e Lega Maurizio Gasparri<br />

e Federico Bricolo, impegna il<br />

governo ad una politica per il<br />

Mezzogiorno con l’obiettivo di<br />

fermare una possibile deriva meridionali<strong>sta</strong><br />

nell’ ambito del centrodestra.<br />

Il documento, che ha<br />

l’appoggio del viceministro<br />

dell’Economia Giuseppe Vegas<br />

chiede al Governo di valutare “la<br />

possibilità di introdurre, tenendo<br />

conto delle compatibilità di finanza<br />

pubblica, un sistema di ‘fiscalità<br />

di vantaggio in favore delle<br />

imprese che investono nelle<br />

regioni meridionali” ed è invitato<br />

a “portare avanti l’azione di riordino<br />

e riqualificazione della spesa<br />

corrente considerando che<br />

ogni tipologia di spesa richiede<br />

strumenti di intervento differenziati<br />

e non riduzioni generalizzate,<br />

avendo come obiettivo quello<br />

di aumentare l’efficienza dell’uso<br />

di tali risorse in maniera tale da<br />

migliorare i servizi offerti e i risultati<br />

ottenuti”. Sul versante<br />

energetico la risoluzione impegna<br />

il governo a “procedere nella<br />

politica di affrancamento<br />

dell’Italia <strong>dalla</strong> dipendenza dal<br />

petrolio e dalle altre fonti energetiche<br />

di cui il Paese risulta privo,<br />

continuando a perseguire la politica<br />

di autosufficienza attraverso<br />

le risorse energetiche provenienti<br />

da fonti rinnovabili e con l’utilizzo<br />

dell’energia nucleare”. Per<br />

quanto riguarda il fisco, la risoluzione<br />

della maggioranza invita il<br />

governo a “non incrementare la<br />

pressione fiscale a carico delle<br />

famiglie e delle imprese, evitando<br />

di ridurre il livello dei servizi<br />

alla collettività attraverso un’ottimizzazione<br />

dell’impiego delle<br />

risorse, anche elaborando un sistema<br />

di imposizione fiscale basato<br />

sul quoziente familiare Entro<br />

fine settimana sarà tutto<br />

chiuso. Il Cdm varerà un piano<br />

per il Mezzogiorno e incrementerà<br />

fino a 60 milioni di euro i fondi<br />

per lo spettacolo, mentre il Cipe<br />

sbloccherà i fondi Fas per il <strong>Sud</strong><br />

Italia. Dopo un vertice di tre ore a<br />

Palazzo Grazioli con i ministri<br />

competenti e una serie di colloqui<br />

tenuti nel corso della giornata<br />

il presidente del Consiglio, Silvio<br />

Berlusconi, fa rientrare tutte<br />

le polemiche e spiega: “Vorrei<br />

spendere una parola per Tremonti,<br />

non è vero che è quel mostro<br />

che coglie tutte le richieste in<br />

modo negativo. Anche a lui piacerebbe<br />

dire di sì, ma ha un compito<br />

difficile”. Sbloccati i fondi<br />

Fus e Fas “I conti del governo<br />

sono molto facili da capire: ci<br />

sono meno entrate e più spese”,<br />

sintetizza Berlusconi ricordando,<br />

per esempio, che per la cassa integrazione<br />

il governo ha <strong>sta</strong>nziato<br />

34 miliardi per il 2009-2010. “Le<br />

entrate sono molto minori visto<br />

che la <strong>crisi</strong> ha stretto gli utili<br />

dell’aziende”, continua il premier<br />

osservando, però, che “ci sono ottimi<br />

segnali di ripresa”. Poi, torna<br />

a ribadire che “la profondità della<br />

<strong>crisi</strong> dipende dal fattore psicologico.<br />

La paura e il catastrofismo<br />

aggravano la <strong>crisi</strong> e la prolungano.<br />

Io continuo a dire: ‘Bisogna<br />

continuare a spendere’”. Nono<strong>sta</strong>nte<br />

i conti uno dei risultati raggiunti<br />

oggi dal premier è <strong>sta</strong>to<br />

proprio quello di riuscire a incrementare<br />

i fondi per lo spettacolo.<br />

Il governo deve, però, ancora “discutere”<br />

della cifra esatta. Tuttavia,<br />

Berlusconi fa sapere che la<br />

richie<strong>sta</strong> è di 60 milioni di euro:<br />

quel traguardo”. Data la <strong>crisi</strong>,<br />

però, il premier ha ritenuto opportuno<br />

“rivedere il programma”<br />

per festeggiare i 150 anni<br />

dall’Unità d’Italia, “migliorandolo”.<br />

“Ho immaginato un impegno<br />

più allargato per la televisione<br />

pubblica”, afferma Berlusconi secondo<br />

cui “è necessario far conoscere<br />

que<strong>sta</strong> storia a tutti gli italiani”<br />

anche “attraverso speciali<br />

in tv e altre iniziative”. Il piano di<br />

rilancio per il <strong>Sud</strong>, annunciato dal<br />

presidente del Consiglio Silvio<br />

Berlusconi e oggetto di un primo<br />

esame con alcuni ministri, è <strong>sta</strong>to<br />

analizzato in un incontro tra il<br />

premier e il ministro dell’ambiente<br />

Stefania Prestigiacomo. “Sto<br />

facendo incontri con vari ministri.<br />

C’è un work in progress per<br />

il piano <strong>Sud</strong> che presenteremo in<br />

cdm. Poi, parlando delle richieste<br />

di maggiori risorse dei vari ministeri,<br />

Berlusconi ha detto: “Tutte<br />

le richieste sono meritevoli, non<br />

tutte possibili, quando portate al<br />

tavolo del Consiglio dei ministri”.<br />

Quindi ha difeso l’operato<br />

del ministro dell’Economia, Giulio<br />

Tremonti, oggetto di critiche<br />

dei suoi colleghi di governo per<br />

una gestione accentratrice e avara<br />

del bilancio dello Stato: Tremonti<br />

“è simpaticissimo, non è un mostro,<br />

dire di no è difficile, non è<br />

lui ma la realtà dei conti che decide”.<br />

Al Cipe sono <strong>sta</strong>ti sbloccati 4<br />

miliardi per la Sicilia. Durante il<br />

vertice si è discusso delle linee<br />

guida che approderanno nel prossimo<br />

Cdm. Il ministro Angelino<br />

Alfano, durante l’incontro, avrebbe<br />

fatto notare che ci sono ancora<br />

8 mld di risorse da spendere per<br />

l’economia dell’isola, da qui la<br />

necessità di legare i finanziamenti<br />

che saranno <strong>sta</strong>nziati a obiettivi<br />

ben precisi. Tra le linee guida del<br />

piano sarebbe <strong>sta</strong>ta confermata<br />

l’idea di una cabina di regia per<br />

l’utilizzo dei fondi. “Non vorrei<br />

che fossi diventato come il conte<br />

Ugolino che mangiava i suoi figli.<br />

Siamo cresciuti insieme e abbiamo<br />

insieme aiutato a crescere<br />

tanti dirigenti in Sicilia, come<br />

Alfano, che ora si ribellano contro<br />

di me”. Sono questi alcuni<br />

dei passaggi di una lettera che<br />

Gianfranco Miccichè ha inviato<br />

al premier Silvio Berlusconi.<br />

“Considera que<strong>sta</strong> lettera” come<br />

l’annuncio di dimissioni, conclude<br />

la missiva scritta nei giorni<br />

scorsi dal sottosegretario alla<br />

presidenza del Consiglio. In ambienti<br />

vicini a Miccichè si osserva<br />

che quella lettera sarebbe superata<br />

dalle successive<br />

dichiarazioni di Berlusconi e dagli<br />

impegni presi dal presidente<br />

del Consiglio per il <strong>Sud</strong>. Spunta<br />

l’ipotesi commissario. Berlusconi<br />

avrebbe anche balenato l’idea<br />

di nominare un “commissario”<br />

in Sicilia per mettere fine ad una<br />

querelle sul partito che si trascina<br />

da tempo. Berlusconi ad alcuni<br />

parlamentari avrebbe spiegato<br />

di ritenere proprio la “questione<br />

siciliana” nel partito come la<br />

scintilla da cui è nata la discussione<br />

sulle politiche del Mezzogiorno.<br />

Berlusconi ha parlato<br />

del tema del Meridione con Tremonti<br />

in aereo. Il responsabile<br />

di via XX Settembre si è soffermato<br />

con il Cavaliere sui fondi<br />

Fas spiegando di non essere mai<br />

<strong>sta</strong>to un nemico del <strong>Sud</strong>. “Ho<br />

preso io la partita in mano”, ha<br />

assicurato Berlusconi.<br />

Giorgio Lambrinopulos<br />

dava le note, bocciava, ma insegnava<br />

anche qualcosa. Ora,<br />

alla faccia delle bocciature di<br />

Alcol e giovani<br />

quest’anno, è tutto percepito<br />

nell’inutilità. Anche le stesse<br />

bocciature rischiano di essere<br />

una pagliacciata perché nove<br />

volte su dieci il Tar dà ragione<br />

ai genitori che fanno ricorso. In<br />

questo clima causato, è doveroso<br />

dirlo, dal disastro del ’68, è<br />

veramente difficile riuscire ad<br />

insegnare qualcosa. (Marcello<br />

D’Orta, oggi Pinocchio e Lucignolo<br />

non chiedono teorie,<br />

ma l’esperienza delle cose,<br />

17.7.09 Il Sussidiario.net).<br />

Il maestro Marcello D’Orta è<br />

convinto che anche oggi i bambini,<br />

i giovani hanno voglia di<br />

imparare. Non è vero il cliché<br />

che dipinge i giovani come una<br />

massa di disperati che non ne<br />

vogliono sapere di niente. Il<br />

problema è che que<strong>sta</strong> aspettativa<br />

di conoscere viene continuamente<br />

tradita sotto due<br />

versanti: da un lato nell’assenza<br />

di un riferimento certo<br />

e dall’altro nella riduzione<br />

della conoscenza a nozionistica.<br />

Per Antonio Socci la colpa<br />

di que<strong>sta</strong> sfiducia nei giovani<br />

d’oggi bisogna trovarla nel 68,<br />

dove si azzerò alla radice la<br />

paternità e soprattutto furono<br />

delegittimati tutti quelli che<br />

proponevano di dare un senso<br />

alla vita e un motivo per vivere.<br />

Per Socci è tutta la genera-<br />

Direzione - Redazione - Amministrazione<br />

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zione degli anni ’70, divenuta<br />

oggi classe dirigente, fosse minata<br />

da un tarlo, da un veleno<br />

pericoloso che ha prodotto deva<strong>sta</strong>zioni:<br />

il veleno dell’ide-<br />

ologia. Un’intossicazione che<br />

ha in qualche modo continuato<br />

a mietere vittime anche fra le<br />

fila delle generazioni successive,<br />

come ha scritto benissimo<br />

in un libro molto bello Stefano<br />

Borselli, Addio a Lotta Continua.<br />

(Antonio Socci, Lo stupore,<br />

vero antidoto al “male di vivere”<br />

di tanti giovani, 17.7.09 Il Sussidiario.net).<br />

Non è colpa neanche<br />

dei giovani bamboccioni,<br />

come li apostrofò il ministro Padoa<br />

Schioppa. In ogni modo per<br />

Socci l’unica vera emergenza è<br />

l’enorme difficoltà che queste<br />

generazioni hanno ad incontrare<br />

persone che comunichino<br />

un senso per la vita e un gusto<br />

per la vita. È come se la cultura<br />

contemporanea e dominante<br />

fosse strutturata in qualche<br />

modo proprio per impedire che<br />

queste presenze siano incontrabili<br />

o per delegittimarle, renderle,<br />

se si vuole, invisibili. Tutti<br />

parlano d’emergenza educativa,<br />

proponendo magari teorie pedagogiche<br />

o piani pastorali, ma<br />

nessuno propone qualcosa che<br />

affascina; un primo passo per<br />

uscire dall’anestesia, per Socci è<br />

quello di partire dallo stupore,<br />

ossia dal domandarsi perché si<br />

è al mondo.<br />

Domenico Bonvegna<br />

Sito Internet:<br />

http://www.corrieredelsud.it<br />

E-Mail:<br />

redazione@corrieredelsud.it - direttore@corrieredelsud.it<br />

giornalisti@corrieredelsud.it


T Pagina N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto re<br />

Roberto De Napoli<br />

L’ingerenza del potere politico<br />

nell’informazione radiotelevisiva<br />

oggi è afflitta<br />

dal ben noto conflitto di interessi,<br />

dovuto al fatto che il Presidente<br />

del Consiglio è anche il proprietario<br />

delle televisioni del gruppo<br />

Mediaset, e contemporaneamente<br />

ha un’importante influenza sulla<br />

RAI, servizio pubblico. Il condizionamento<br />

dell’informazione<br />

radiotelevisiva da parte del potere<br />

politico non è nuovo. Con<br />

il Regio Decreto n. 2191 del 14<br />

ottobre 1924 il Governo fasci<strong>sta</strong><br />

riconosce alla società privata URI<br />

(Unione Radiofonica Italiana)<br />

l’esclusività del servizio pubblico<br />

delle radioaudizioni italiane, che<br />

essa dovrà trasmettere “esclusivamente”<br />

le notizie che saranno<br />

fornite dall’agenzia di <strong>sta</strong>mpa “La<br />

Stefani” e che, infine, la trasmissione<br />

di notizie provenienti da<br />

agenzie diverse “doveva essere<br />

autorizzata solo ed esclusivamente<br />

dal Governo”. Circa tre anni<br />

dopo il Governo acquisisce tutte<br />

le azioni dell’URI e crea l’ente<br />

pubblico EIAR (Ente Italiano<br />

per le Audizioni Radiofoniche).<br />

Il controllo dell’informazione<br />

radiofonica è ancora più diretto,<br />

attraverso un Ufficio Stampa del<br />

regime, operativo già dal 1925 e<br />

che il 22 maggio del 1937 diviene<br />

il Ministero della Cultura Popolare<br />

(MinCul Pop). Dal 1927 e<br />

fino al 1944 EIAR è l’organo di<br />

informazione unico ed esclusivo<br />

del Governo fasci<strong>sta</strong> e di Mussolini<br />

in persona. Non si hanno<br />

notizie di giornalisti dell’Ente radiofonico<br />

che hanno rivendicato<br />

in qualche modo la propria autonomia<br />

professionale. Perché ciò<br />

avvenga bisogna aspettare fino<br />

al 1945. Protagoni<strong>sta</strong> è Corrado<br />

Alvaro, il calabrese di San Luca<br />

d’Aspromonte, uno dei più grandi<br />

scrittori d’Europa del’900. Ma<br />

andiamo con ordine. Nel 1940<br />

Corrado Alvaro collaborava con il<br />

quotidiano “Il Popolo di Roma”,<br />

l’organo di <strong>sta</strong>mpa ufficiale del<br />

Partito Nazionale Fasci<strong>sta</strong> (PNF).<br />

Nel luglio del 1943, ne era divenuto<br />

direttore, pur non essendo<br />

iscritto al partito fasci<strong>sta</strong>. Egli,<br />

anzi, era antifasci<strong>sta</strong> e lo aveva<br />

manife<strong>sta</strong>to in diverse circo<strong>sta</strong>nze,<br />

pubblicamente. L’incarico di<br />

direttore non gli aveva fatto mutare<br />

atteggiamento; aveva continuato<br />

a manife<strong>sta</strong>re il diritto di libertà<br />

di <strong>sta</strong>mpa addirittura ospitando<br />

nel giornale di Mussolini anche<br />

gli articoli di giornalisti e scrittori<br />

dichiaratamente antifascisti, come<br />

Alberto Moravia. Non durò molto.<br />

Il 9 settembre del 1943, vale<br />

a dire dopo circa due mesi <strong>dalla</strong><br />

nomina di direttore al giornale<br />

del PNF, esattamente il giorno<br />

dopo l’annuncio dell’armistizio<br />

di Pietro Badoglio dai microfoni<br />

dell’EIAR, i nazifascisti invasero<br />

Roma. Fra i primi obiettivi ci<br />

fu il controllo dell’informazione<br />

compresa l’EIAR. Alvaro si trovò<br />

a vivere una nuova e più terribile<br />

censura. Per i suoi atteggiamenti<br />

e le pubblicazioni spacciatamene<br />

avverse al nazifascismo fu colpito<br />

da mandato di cattura. Quello<br />

ß<br />

Corrado Alvaro e la<br />

libertà di <strong>sta</strong>mpa<br />

Corrado Alvaro (1895-1956)<br />

stesso giorno dell’invasione tedesca,<br />

il 9 settembre, scrisse l’ultimo<br />

articolo, il titolo era “Supremo<br />

dovere”, poi abbandonò Roma e<br />

la famiglia. Si rifugiò in Chieti e<br />

lì visse per circa 10 mesi, sotto il<br />

falso nome di Guido Giorgi, impartendo<br />

lezioni private. Riprese<br />

la sua attività di scrittore e giornali<strong>sta</strong><br />

libero al rientro in Roma,<br />

dopo la liberazione del 5 giugno<br />

1944. Così come i nazifascisti<br />

avevano ferocemente censurato<br />

la <strong>sta</strong>mpa, gli americani l’avevano<br />

liberata. Loro primo atto fu,<br />

infatti, la consegna dell’EIAR<br />

del <strong>Sud</strong> e della ITALCABLE, la<br />

società delle comunicazioni telefoniche,<br />

al Comitato Nazionale<br />

di Liberazione (CNL), che subito<br />

operò per riportare i due enti alla<br />

normalità. Erano entrambi importantissimi<br />

per le comunicazioni<br />

e le informazioni. Per l’EIAR il<br />

CNL nominò un commissario,<br />

Luigi Rusca, liberale, antifasci<strong>sta</strong>,<br />

il quale, proprio per dare un<br />

segnale forte di rinnovamento<br />

dell’ente ne modificò dapprima<br />

il nome, da EIAR in RAI (Radio<br />

Audizioni Italia) e poi cercò una<br />

figura al di sopra di ogni sospetto,<br />

trasparente, non solo antifasci<strong>sta</strong><br />

ma anche non iscritto mai ad alcun<br />

partito, per porlo alla guida<br />

del Giornale Radio nazionale. Ciò<br />

avrebbe convinto gli italiani che<br />

il governo che si era insediato, il<br />

Primo Bonomi, voleva davvero<br />

cancellare il Ventennio e costruire<br />

un’Italia libera e democratica. La<br />

scelta di Rusca cadde su Alvaro.<br />

Chi meglio di lui? Antifasci<strong>sta</strong><br />

per avere firmato il manifesto<br />

contro il fascismo, quando era inviato<br />

del settimanale “Il Mondo”;<br />

perseguitato addirittura con un<br />

mandato di cattura nazifasci<strong>sta</strong>;<br />

non aveva mai avuto la tessera di<br />

alcun partito né mai fatto attività<br />

politica in alcuno di essi. Rusca<br />

gli garantì ogni autonomia di lavoro<br />

ed egli accettò l’incarico; era<br />

la fine di gennaio del 1945, circa<br />

sette mesi dopo il suo rientro da<br />

Chieti. Trascorsero solo trenta<br />

giorni ed Alvaro si rese conto<br />

che quelle garanzie non c’erano<br />

e che era <strong>sta</strong>to ingannato. Anche<br />

il nuovo Governo, quello che si<br />

appre<strong>sta</strong>va a in<strong>sta</strong>urare in Italia la<br />

democrazia, come quello fasci<strong>sta</strong>,<br />

pretendeva di essere l’unica fonte<br />

di informazione di cui Alvaro doveva<br />

tener conto. Così, continuamente<br />

pressato dalle veline del<br />

governo, manda tutti al diavolo e<br />

dà le di missioni. Scrive una lettera<br />

all’amico commissario Rusca<br />

e abbandona la direzione del giornale.<br />

Caro commissario, tu mi avevi<br />

invitato a dirigere un giornale<br />

radio indipendente, libero di informare<br />

il pubblico democraticamente,<br />

e che soltanto nei grandi<br />

problemi di interesse nazionale<br />

non agisse in contrasto col governo.<br />

Ho dovuto affrontare, nei<br />

pochi giorni del mio lavoro, inopportuni<br />

interventi che miravano<br />

a limitare o ad annullare proprio<br />

que<strong>sta</strong> libertà di informazione.<br />

In ultimo poi, tu e uno dei nostri<br />

principali collaboratori, vi siete<br />

impegnati acché io ricevessi,<br />

ogni sabato, dall’Ufficio Stampa<br />

della Presidenza del Consiglio,<br />

indirizzi e suggerimenti di massima.<br />

Il nostro collaboratore, che<br />

da tempo sostiene la necessità di<br />

una radio priva di sue fonti di informazione<br />

autonome e limitate a<br />

quelle ufficiose ed ufficiali, ha posto<br />

la scelta fra lui, che gode della<br />

fiducia della Presidenza del Consiglio,<br />

e me, che ho solo le mie<br />

convinzioni in fatto di radio in<br />

regime di democrazia, cioè libere.<br />

Su di esse non posso transigere e<br />

perciò rinuncio all’incarico affidatomi<br />

<strong>dalla</strong> tua fiducia.<br />

(NdR: La lettera è riporata<br />

il Guido Crainz:”Fra EIAR e<br />

RAI”, in Nicola Gallerano (a cura<br />

di):”L’altro dopoguerra; Roma e<br />

il <strong>Sud</strong>, 1943 – 1945”, Franco Angeli<br />

editore, Roma 1981, p. 514.<br />

Lo stesso Crainz, ha riproposto<br />

la lettera di Alvaro nel programma<br />

radiofonico da lui condotto<br />

con Ennio Balbo, dal titolo “Il<br />

regno del <strong>Sud</strong>” in “Guerra e vita<br />

quotidiana in Italia tra il 1943 e il<br />

1945”, quarta puntata, per la regia<br />

di Sergio Vecchio, in onda sul Terzo<br />

Programma l’8 dicembre 1984.<br />

Uno stralcio è riportato anche in<br />

Franco Monteleone:”Storia della<br />

radio e della Tv”, Marsilio, Venezia,<br />

1999, p.199, 225, nota 7).<br />

L’episodio, trascurato dagli storici<br />

della comunicazione e della<br />

radiotelevisione, è emblematico<br />

del rifiuto di ogni condizionamento<br />

dell’informazione. Alvaro,<br />

uomo libero, riteneva che<br />

l’informazione dovesse essere<br />

libera; ma nell’Italia tesa verso la<br />

democrazia, il rapporto informazione<br />

– potere politico, rispetto al<br />

Ventennio, sembrava, invece aver<br />

mutato solo la forma. La nomina<br />

di Alvaro era <strong>sta</strong>ta accettata con<br />

entusiasmo per la neutralità politica<br />

di lui tanto da garantire tutti<br />

i partiti: quelli al governo (DC,<br />

PCI, Pd’A, PSIUP, PLI, PdL) e<br />

quelli che ne erano rimasti fuori<br />

(PSI, PRI). Le sue dimissioni,<br />

dunque, fecero scalpore nell’opinione<br />

pubblica, e innescarono una<br />

violenta polemica fra i giornali,<br />

i partiti e nel governo, oltre che<br />

all’interno della stessa redazione<br />

RAI che egli era <strong>sta</strong>to chiamato a<br />

dirigere. Era la prima volta che il<br />

La sede della Rai in viale Mazzini a Roma<br />

problema dei rapporti RAI – Governo<br />

e, più in generale, informazione<br />

– potere politico era posto<br />

in regime democratico e in modo<br />

così inequivocabile nelle motivazioni<br />

e nella determinazione. Fra<br />

i giornali si formarono due fronti:<br />

l’uno in difesa dell’autonomia<br />

del giornali<strong>sta</strong>, della te<strong>sta</strong>ta e del<br />

diritto di que<strong>sta</strong> ad avere fonti<br />

proprie, distinte da quelle ufficiali<br />

ed ufficiose, come sosteneva Alvaro;<br />

l’altro, al contrario, a sostegno<br />

della tesi che l’informazione della<br />

RAI doveva essere al servizio del<br />

governo e della politica, visto che<br />

l’azienda era dello <strong>sta</strong>to. A sostenere<br />

que<strong>sta</strong> seconda tesi, contro<br />

ß<br />

3<br />

Alvaro, furono due giornali di sinistra,<br />

“L’”Avanti!” e “L’Unità”, e<br />

“Risorgimento Liberale”, organo<br />

del Partito Liberale. Solidali ad<br />

Alvaro furono, invece, “L’Italia<br />

Libera”, del Partito d’Azione, e il<br />

settimanale “Epoca”, diretta da un<br />

altro grande intellettuale calabrese:<br />

Leonida Repaci. Una posizione attendi<strong>sta</strong><br />

fu assunta dal quotidiano<br />

“Il Popolo”, della DC. Non si inserì<br />

nella polemica immediatamente:<br />

attese. Si dichiarò, poi, con il<br />

governo De Gasperi, schierandosi<br />

contro Alvaro. Ma anche all’interno<br />

della redazione RAI c’era chi<br />

godeva “della fiducia della Presidenza<br />

del Consiglio” e conte<strong>sta</strong>va<br />

Alvaro. Si trattava di Paolo Treves,<br />

antifasci<strong>sta</strong>, sostenuto dall’”Avanti!”,<br />

che aspirava a dirigere il Giornale<br />

Radio. Rusca, non appena<br />

ricevette le dimissioni di Alvaro,<br />

lo nominò subito direttore, ma i<br />

giornalisti della redazione organizzarono<br />

una durissima prote<strong>sta</strong><br />

e Treves dovette allontanarsi. Fu<br />

conte<strong>sta</strong>to lo stesso Rusca, accusato,<br />

non solo dai giornalisti, ma<br />

da tutti i sindacati, di manipolare<br />

l’informazione favorendo le veline<br />

del governo e facendo tacere quelle<br />

scomode. Il 20 aprile del 1945<br />

Rusca fu costretto alle dimissioni.<br />

Alvaro continuò a collaborare con<br />

la RAI, senza condizionamenti,<br />

ma anche senza incarichi di direzione.<br />

Nell’ottobre del 1955 scrisse<br />

l’editoriale con il quale inaugurò<br />

il Gazzettino della Calabria e<br />

l’anno dopo, l’11 giugno 1956 il<br />

male incurabile che lo affliggeva<br />

da tempo lo portò via. Rimase la<br />

sua testimonianza di giornali<strong>sta</strong><br />

libero, ma a tutt’oggi nulla è cambiato<br />

nel rapporto informazione<br />

radiotelevisiva – potere politico,<br />

anzi…<br />

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4 olitica<br />

N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto<br />

Non era mai accaduto: uno<br />

dei leader mondiali lascia<br />

precipitosamente il G8 e<br />

se ne torna a casa per sedare quella<br />

che sempre più assomiglia a<br />

un’autentica insurrezione. È successo<br />

al cinese Hu Jintao, preoccupato<br />

<strong>dalla</strong> situazione in quello che<br />

un tempo si chiamava Sinkiang<br />

e il cui stesso nome è oggi conte<strong>sta</strong>to.<br />

Il nome Sinkiang, “nuovo<br />

possedimento” o “nuova frontiera”,<br />

è infatti <strong>sta</strong>to dato alla va<strong>sta</strong><br />

regione – un milione e seicentomila<br />

chilometri quadrati, venti<br />

milioni di abitanti – <strong>dalla</strong> dinastia<br />

cinese Qing che l’ha conqui<strong>sta</strong>ta<br />

tra il 1755 e il 1757 con una guerra<br />

co<strong>sta</strong>ta un milione di morti. Ma<br />

gli abitanti della regione non sono<br />

cinesi. Sono turco-mongoli, e preferiscono<br />

parlare non di Sinkiang<br />

ma di Turke<strong>sta</strong>n Orientale. Fino<br />

al XV secolo, quando quasi tutta<br />

la regione passa all’islam, gli abitanti<br />

della sua parte occidentale<br />

erano musulmani, mentre quelli<br />

della parte orientale – solo loro,<br />

all’origine, chiamati “uiguri”, un<br />

nome più tardi esteso a tutte le<br />

popolazioni turcofone della zona<br />

– conservavano l’antica religione<br />

manichea, tollerando anche minoranze<br />

buddhiste e cattoliche. Le<br />

operazioni del XVIII secolo corrispondono<br />

a un vero e proprio<br />

“colonialismo via terra”, praticato<br />

dall’impero cinese come da quello<br />

russo. Qualche volta in Europa<br />

abbiamo difficoltà a comprendere<br />

queste imprese coloniali, perché<br />

la nostra immagine del colonialismo<br />

è legata al mare e alle navi.<br />

Ma in realtà i cinesi in quello che<br />

chiamano Sinkiang – così come i<br />

russi nell’Asia Centrale – si comportano<br />

a tutti gli effetti come una<br />

potenza coloniale. Possiamo così<br />

considerare le ribellioni del XIX<br />

secolo come rivolte anti-coloniali,<br />

fomentate dal network religioso<br />

delle confraternite sufi e in particolare<br />

della maggiore confraternita<br />

mondiale, particolarmente<br />

diffusa tra tutte le etnie turcofone,<br />

la Naqshbandiyya. Appartiene a<br />

que<strong>sta</strong> confraternita Yaqub Beg<br />

(1820-1877), un avventuriero proveniente<br />

dall’attuale Uzbeki<strong>sta</strong>n,<br />

ma di etnia tagika, che profittando<br />

di queste rivolte riesce a farsi<br />

proclamare “re della Kashgaria”<br />

prima di essere sconfitto e ucciso<br />

– ma secondo altri si sarebbe<br />

suicidato – dal generale cinese<br />

Zuo Zong-Tang (1812-1885). La<br />

caduta dell’impero cinese suscita<br />

nuove speranze d’indipendenza<br />

nel movimento anti-coloniali<strong>sta</strong>.<br />

Ma in realtà sia i repubblicani nazionalisti<br />

di Sun Yat-Sen (1866-<br />

1925) e Chang Kai-Shek (1887-<br />

1975) sia i comunisti di Mao<br />

Tze-Tung (1893-1976) vogliono<br />

un Paese “uno e indivisibile” e,<br />

benché stipulino occasionali alleanze<br />

tattiche con i separatisti,<br />

non hanno nessuna intenzione di<br />

concedere loro l’indipendenza.<br />

Nella confusione della guerra civile<br />

gli indipendentisti riescono<br />

comunque a proclamare una “Repubblica<br />

Islamica del Turke<strong>sta</strong>n<br />

Orientale” nel 1933, prontamente<br />

riconqui<strong>sta</strong>ta dalle truppe nazionaliste<br />

cinesi nel 1934. Disperando<br />

delle loro sole forze, gli uiguri<br />

finiscono per concludere un patto<br />

col diavolo con l’Unione Sovietica,<br />

e nel 1944 re<strong>sta</strong>urano un “Governo<br />

Islamico del Turke<strong>sta</strong>n” (la<br />

cosiddetta “seconda” Repubblica<br />

del Turke<strong>sta</strong>n, per distinguerla<br />

da quella del 1933-1934) che dipende<br />

dal supporto militare delle<br />

truppe sovietiche. Nel 1949,<br />

Islam e resistenza nel Sinkiang cinese<br />

quando la vittoria di Mao è certa,<br />

Stalin (1878-1953) convoca i cinque<br />

principali rappresentanti del<br />

Governo Islamico del Turke<strong>sta</strong>n e<br />

ordina la “riconciliazione” con la<br />

Cina. I cinque non sono convinti:<br />

s’imbarcano da Alma Ata, nell’attuale<br />

Kazakhi<strong>sta</strong>n, per andare a<br />

Pechino a negoziare con Mao.<br />

Non arriveranno mai. L’Unione<br />

Sovietica comunica che sono <strong>sta</strong>ti<br />

vittima di un disastro aereo, ma<br />

documenti emersi dagli archivi<br />

del KGB dopo il 1989 confermano<br />

che sono invece <strong>sta</strong>ti uccisi su<br />

ordine di Stalin. I loro colleghi<br />

capiscono l’antifona e accettano<br />

posizioni nel Partito Comuni<strong>sta</strong><br />

Cinese, le cui truppe occupano la<br />

regione, mentre il “Sinkiang” nel<br />

1955 diventa una “regione autonoma”<br />

della Repubblica Popolare<br />

Cinese. Non cessa, però, l’aspirazione<br />

all’indipendenza della maggioranza<br />

della popolazione, con<br />

periodiche e sanguinose rivolte. Il<br />

movimento indipendenti<strong>sta</strong> è peraltro<br />

diviso. La fazione maggiore<br />

ha una matrice religiosa islamica.<br />

Due fazioni più piccole, ma non<br />

irrilevanti, sono invece rispettivamente<br />

marxi<strong>sta</strong> (e sostenuta,<br />

finché esiste, dall’Unione Sovietica)<br />

e laica. Quest’ultima si rifà al<br />

panturchismo dei Giovani Turchi<br />

e al laicismo di Kemal Atatürk<br />

(1881-1938), e gode di discrete<br />

simpatie nell’e<strong>sta</strong>blishment militare<br />

turco. La strategia della Cina<br />

comuni<strong>sta</strong> è duplice, e ricorda<br />

quella attuata in Tibet. A una dura<br />

repressione, specie in ambito religioso<br />

– peraltro non senza cicli<br />

periodici di ammorbidimento e di<br />

La Nuova Europa si è svegliata<br />

un po’ sgomenta.<br />

Tinta di un verde sfavillante,<br />

per l’ottima performance dei<br />

gruppi ecologisti, con macchie di<br />

rosso porpora, per la sonora sconfitta<br />

dei socialisti, ma soprattutto<br />

con occhi pieni di incredulità, per<br />

la influente avanzata degli euroscettici.<br />

La Nuova Europa si è<br />

risvegliata come una bella “signora”<br />

dopo una notte di baldoria. Un<br />

risveglio di certo non dei migliori.<br />

La “vecchia signora Europa” ha<br />

perso un po’ del suo charme, ma<br />

è ancora bella arzilla. La colpa<br />

senza dubbio è che que<strong>sta</strong> “vecchia<br />

madame” ancora <strong>sta</strong> sulle<br />

sue, non riesce ad avvicinarsi alla<br />

massa che gli gira attorno. Distinta<br />

e di<strong>sta</strong>nte <strong>dalla</strong> gente, che non ha<br />

ancora imparato ad amarla, ma soprattutto<br />

a capirla. Le urne hanno<br />

Konrad Adenauer (1876-1967)<br />

concessioni – fa da contrappunto<br />

una politica demografica che mira<br />

a rendere gli uiguri musulmani<br />

minoritari nel loro stesso Paese.<br />

Da una parte, la politica della limitazione<br />

delle nascite e del figlio<br />

unico è impo<strong>sta</strong> alle donne di etnia<br />

uigura in modo particolarmente<br />

duro, a suon di aborti forzati anche<br />

al nono mese. Dall’altra, una<br />

gigantesca operazione di nuova<br />

colonizzazione insieme etnica ed<br />

economica importa da altre zone<br />

della Cina dieci milioni di cinesi.<br />

Gli uiguri, da stragrande maggioranza<br />

che erano mezzo secolo<br />

fa, sono così oggi una minoranza<br />

– circa il 40% - nella loro stessa<br />

terra di origine, spesso disprezzati<br />

dai cinesi immigrati che controllano<br />

la politica e l’economia. La<br />

questione delle feste tradizionali<br />

(meshrep), permesse nel 1994 ma<br />

nuovamente vietate nel 1997, porta<br />

a un’intensificazione della resistenza.<br />

Trenta attivisti uiguri sono<br />

condannati a morte e giustiziati,<br />

provocando i tumulti del 5 febbraio<br />

1997 nella città di Gulja, duramente<br />

repressi <strong>dalla</strong> polizia con<br />

un centinaio di morti. Il successivo<br />

25 febbraio accade qualcosa<br />

che segna l’inizio di una nuova,<br />

più cupa fase nella storia dell’indipendentismo:<br />

tre autobus di linea<br />

a Urumchi saltano in aria, con<br />

nove morti (tra cui tre bambini) e<br />

una settantina di feriti. Benché non<br />

manchi tra gli indipendentisti chi<br />

considera l’attentato una provocazione<br />

della polizia, è probabile che<br />

nella seconda metà degli anni 1990<br />

nelle fila della fazione islamica del<br />

movimento per l’indipendenza si<br />

sia effettivamente infiltrato il terrorismo<br />

ultra-fondamentali<strong>sta</strong> islamico.<br />

Uno dei gruppi più importanti,<br />

il Movimento Islamico del<br />

Turke<strong>sta</strong>n Orientale, è considerato<br />

un gruppo terroristico e legato ad<br />

Al Qaida dagli stessi Stati Uniti,<br />

che pure simpatizzano per la causa<br />

indipendenti<strong>sta</strong> e ne ospitano la<br />

principale leader, Rebiya Kadeer,<br />

che la diplomazia di Condoleeza<br />

Rice ha convinto Pechino nel 2005<br />

a rilasciare dal carcere, dove si<br />

trovava dal 2000, ed esiliare negli<br />

Stati Uniti. Soprattutto dopo l’11<br />

settembre 2001, il governo cinese<br />

dà periodicamente notizia di attentati<br />

terroristici sventati (con grande<br />

enfasi, durante le Olimpiadi di<br />

Pechino del 2008), di campi terroristici<br />

scoperti e di terroristi arre<strong>sta</strong>ti.<br />

Qualche volta si tratta certamente<br />

di veri terroristi, ma può<br />

anche capitare che “terrori<strong>sta</strong>” sia<br />

una comoda etichetta per giustificare<br />

la repressione di ogni forma<br />

Bonjour Europe!<br />

inflitto una sonora sberla alle forze<br />

socialiste, che hanno perso un po’<br />

dovunque, vedendo ridotti i propri<br />

seggi all’Europarlamento del 20%<br />

( solo 161 seggi). I conservatori del<br />

PPE hanno invece a loro volta fortemente<br />

consolidato la loro forza<br />

ri<strong>uscendo</strong> a conqui<strong>sta</strong>re 263 scranni.<br />

Il gruppo centri<strong>sta</strong> dell’ALDE<br />

ha so<strong>sta</strong>nzialmente mantenuto il<br />

suo quorum, conqui<strong>sta</strong>ndo ben 80<br />

seggi. Un ottimo risultato lo hanno<br />

raggiunto i gruppi ecologisti,<br />

ottenendo ben 52 scanni. La nota<br />

dolente purtroppo è derivata <strong>dalla</strong><br />

forte impennata degli euroscettici e<br />

di conseguenza di coloro che sono<br />

contrari non all’UE, ma a questo<br />

modo di porsi dell’UE. Partiti xenofobi<br />

ed ostili all’immigrazione<br />

hanno visto a dismisura incrementare<br />

i loro consensi. La crescita<br />

dell’euroscetticismo, soprattutto<br />

tra gli elettori dell’Europa orientale<br />

e centrale – strano ma vero –,<br />

ha mostrato e dimostrato che purtroppo<br />

non esiste ancora un’idea<br />

di Europa unita, ma più di ogni<br />

altra cosa un’idea di integrazione<br />

europea. Questo è dimostrato principalmente<br />

dal forte astensionismo<br />

che ha raggiunto il livello record<br />

del 57%. La verità è che i cittadini<br />

europei non sono ancora consapevoli<br />

in cosa è l’UE. Cosa <strong>sta</strong> a significare<br />

“Unione Europea”. Molti<br />

non sanno che le elezioni per il<br />

Parlamento europeo rappresentano<br />

un momento determinante per<br />

i cittadini europei che auspicano di<br />

giocare un ruolo chiave nel funzionamento<br />

dell’UE e che sono sotto-<br />

posti ad una triplice scelta: 1) una<br />

scelta civica, poiché i poteri crescenti<br />

del PE gli permetteranno di<br />

pesare direttamente sulle decisioni<br />

dell’UE; 2) una scelta partigiana,<br />

poiché permette di designare dei<br />

deputati che si esprimono sempre<br />

di più sulla base di criteri ideologici;<br />

3) una scelta di influenza nazionale.<br />

Molti non sono consci che<br />

il PE è un attore fondamentale nel<br />

processo decisionale dell’UE. Esso<br />

infatti ha il compito di orientare la<br />

legislazione europea che influenza<br />

la nostra vita quotidiana, principalmente<br />

in termini di protezione<br />

all’ambiente e di sicurezza al consumatore.<br />

Il PE è so<strong>sta</strong>nzialmente<br />

la voce di noi cittadini in Europa,<br />

visto che gli eletti orientano il contenuto<br />

delle politiche europee. Da<br />

ultimo non va dimenticato che la<br />

legislazione europea viene traspo<strong>sta</strong><br />

in quella degli Stati membri,<br />

il che implica un’influenza diretta<br />

sulla legislazione nazionale. I cives<br />

europei invece considerano il PE,<br />

e l’UE nel suo complesso, come<br />

un’entità astratta e lontana dai bisogni<br />

quotidiani di noi cittadini. La<br />

verità è anche che gli stessi politici<br />

non ci aiutano a capire cosa vuol<br />

dire Europa. Cosa significa essere<br />

cittadini europei. Chi nelle settimane<br />

di campagna elettorale ci ha<br />

coinvolti in un dibattito sull’UE<br />

e sul suo futuro. Chi ha sollevato<br />

la nostra attenzione su tematiche<br />

europee ed europeiste. Chi ha trattato<br />

temi cruciali che concernono<br />

l’intera Europa e quindi gli interessi<br />

di noi cives europei. Silenzio<br />

d’indipendentismo. L’uso tattico e<br />

retorico della parola “terrorismo”<br />

riemerge anche in questi giorni.<br />

Fuori della Turchia e del mondo<br />

islamico la causa dell’indipendenza<br />

uigura, che pure avrebbe solide<br />

ragioni storiche e culturali, ha ben<br />

pochi simpatizzanti. I legami – che<br />

non sono solo invenzioni del regime<br />

cinese – di una sua componente<br />

con Al Qaida non l’hanno certamente<br />

resa più popolare. Tuttavia,<br />

senza ignorare gli effettivi rischi<br />

d’infiltrazioni terroristiche internazionali,<br />

il rispetto dei diritti umani<br />

degli uiguri e della loro identità<br />

culturale e politica dovrebbe essere<br />

chiesto con vigore dall’Occidente<br />

al governo cinese. Che questo<br />

avvenga è tutt’altro che sicuro<br />

perché, in tempi di <strong>crisi</strong> finanziaria<br />

internazionale, ci sono molte ragioni<br />

economiche che sconsigliano<br />

d’irritare Pechino.<br />

Massimo Introvigne<br />

totale! Negli anni passati c’era più<br />

attenzione, ma soprattutto si sentiva<br />

ancora viva la voce dei padri<br />

fondatori dell’Europa unita. Di<br />

coloro che avevano fatto sì che il<br />

sogno europeo diventasse realtà,<br />

tra infinite perplessità. Oggi sono<br />

presenti indifferenza ed apatia.<br />

Oggi non primeggiano più i nomi<br />

di Spinelli, De Gasperi, Adenaur,<br />

Monet, Shuman, ma quelli di veline<br />

e saltimbanchi. Oggi purtroppo<br />

l’ignoranza del passato costituisce<br />

la premessa di un futuro ignoto.<br />

Oggi la “vecchia signora Europa”<br />

ha perso il suo fascino, e per continuare<br />

a sopravvivere deve nascondersi<br />

dietro figure insignificanti<br />

che dell’idea – e degli ideali – di<br />

Europa non sanno – e non hanno-<br />

alcunché. Potrà l’Europa del futuro<br />

tornare ad esercitare quel ruolo<br />

chiave che tutti noi “eurofili” auspichiamo?<br />

Potrà esserci un nuovo<br />

giorno per l’Europa? Potremo augurare<br />

all’Europa: “bonjour”?<br />

Mario A<strong>sta</strong>rita


N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto<br />

Politica<br />

Il Flop di Emanuele Filiberto<br />

Il principe Emanuele Filiberto<br />

di Savoia, dopo la lunga fase<br />

televisiva danzante, si è voluto<br />

presentare alle elezioni nelle<br />

liste dell’UDC. Abbiamo preferito<br />

attendere il compimento delle<br />

consultazioni, prima di commentare<br />

que<strong>sta</strong> sua decisione. E anche<br />

prima di ripetere come ancora una<br />

volta la televisione abbia dimostrato<br />

di costituire per molti un<br />

falso mito, una dimensione dorata<br />

che è ben lontana dal rappresentare<br />

la realtà nella quale troppo<br />

spesso si cerca di immedesimarsi.<br />

Forte degli applausi di un pubblico<br />

abituato ai tronisti delle trasmissioni<br />

per ragazze, Emanuele<br />

Filiberto ha sognato (e forse gli<br />

hanno fatto sognare) di poter rapidamente<br />

raggiungere le più rosee<br />

tappe che lo separano da un trono<br />

vero, partendo da un qualsiasi primato<br />

sugli schermi, e procedendo<br />

attraverso un incarico parlamentare.<br />

Quale sarebbe <strong>sta</strong>to il traguardo<br />

successivo? Forse il conseguimento<br />

di un ministero, forse la<br />

scalata in un partito o, nelle prospettive<br />

più dorate, la successione<br />

alla carica di primo ministro. Chi<br />

sa quali immagini devono essersi<br />

affollate nella mente del principe<br />

danzante, dopo il successo riportato<br />

a Ballando con le Stelle. Ha<br />

pensato ad una repubblica alla<br />

Napoleone III, con il presidente<br />

che accoglie il voto parlamentare<br />

e diventa monarca dopo aver superato<br />

le trionfali elezioni? Ma il<br />

popolo italiano ha scelto ancora<br />

una volta, e credo per il meglio,<br />

ri<strong>uscendo</strong> a separare lo spettacolo<br />

<strong>dalla</strong> politica. In questo campo,<br />

del resto, l’esperienza dimostra<br />

che i rappresentanti del mondo<br />

televisivo o musicale non abbiano<br />

mai riscosso molto successo e<br />

che le loro apparizioni in veste di<br />

persone pubbliche sono <strong>sta</strong>te talvolta<br />

brevi e deludenti. Emanuele<br />

Filiberto ha raccolto soltanto<br />

un flop disastroso, riassunto in<br />

Trecentomila: tanti sono i lavoratori<br />

interessati, secondo la<br />

relazione tecnica del governo,<br />

<strong>dalla</strong> regolarizzazione delle badanti e<br />

delle colf. E’ quanto emerge dal dossier<br />

del servizio studi della Camera.<br />

“Nella relazione tecnica - si legge<br />

nel dossier - del governo si ipotizza<br />

che la regolarizzazione possa interessare<br />

300mila lavoratori, metà<br />

impiegati nell’assistenza personale<br />

e metà nel lavoro domestico”. <strong>Del</strong><br />

totale, 170mila sono stranieri non<br />

comunitari, mentre il resto sono cittadini<br />

italiani o appartenenti a un<br />

Paese Ue. Fissata que<strong>sta</strong> soglia, il<br />

“contributo forfetario una tantum<br />

di 500 euro a persona - prosegue il<br />

dossier - dovrebbe generare un introito<br />

complessivo di 150 milioni nel<br />

2009”, di cui il 40% destinato a fare<br />

fronte a maggiori oneri per il servizio<br />

sanitario nazionale e amministrativi.<br />

In particolare i maggiori oneri per il<br />

Ssn sono calcolati in 67 milioni per<br />

il 2009 e 200 milioni all’anno dal<br />

2010 al 2012. Una stima calcolata,<br />

si sottolinea, sul numero di lavoratori<br />

stranieri non comunitari dal momento<br />

che i lavoratori italiani e comunitari<br />

usufruiscono già delle pre<strong>sta</strong>zioni<br />

del servizio sanitario nazionale.<br />

Sino a mezzo milione di posti di lavoro<br />

a rischio nel 2009 per effetto<br />

poche migliaia di<br />

voti dispersi su un<br />

territorio vastissimo.<br />

Si è trattato di<br />

una sconfitta così<br />

eclatante che non<br />

si riesce a capire<br />

come abbia fatto il<br />

principe a gettarsi<br />

in un’avventura<br />

che lo ha lasciato<br />

contare impietosamente,<br />

e che ha<br />

demolito l’ipotetica<br />

immagine di<br />

un uomo in grado<br />

di catalizzare<br />

intorno a sé una<br />

larga simpatia su<br />

cui avrebbe potuto<br />

contare nel futuro. Insomma,<br />

dopo essere entrato a far parte<br />

di un mondo che non compete a<br />

un pretendente al trono e che gli<br />

Italiani non considerano degno di<br />

considerazione politica, l’erede<br />

dei Savoia non si è saputo spendere<br />

strategicamente sulla lunga<br />

prospettiva, evocando la possibilità<br />

di attrarre numerosi consensi<br />

tra l’opinione pubblica. In<br />

tutta la vicenda mi dispiace ancora<br />

una volta per quel generoso<br />

gruppo di fedelissimi Monarchici<br />

che, nono<strong>sta</strong>nte le disavventure e<br />

i disastri di Vittorio Emanuele,<br />

sono <strong>sta</strong>ti di nuovo al fianco di<br />

colui che ritengono il depositario<br />

dei destini realisti, costi quel<br />

che costi e faccia quel che faccia.<br />

Anzi, in un paio di loro Circolari<br />

pubbliche, i fervidi seguaci<br />

dell’ex-ballerino hanno cercato<br />

di attutire le future batoste che<br />

intelligentemente pensavano<br />

sarebbero giunte con le consultazioni,<br />

e hanno perciò avvisato<br />

di possibili contenziosi sul modo<br />

di scrivere sulla scheda il nome<br />

stesso del principe o sulle eventuali<br />

conte<strong>sta</strong>zioni dei voti non<br />

chiari. Poco o niente di tutto ciò<br />

è accaduto. Le conte<strong>sta</strong>zioni pare<br />

Emanuele Filiberto<br />

A rischio mezzo milione di posti di lavoro<br />

della <strong>crisi</strong>. E’ la prospettiva contenuta<br />

nel Rapporto sul mercato del lavoro<br />

del Cnel, riferita all’ipotesi peggiore<br />

per i prossimi mesi, quando ‘’la disoccupazione<br />

continuera’ ad aumentare<br />

e il ricorso agli ammortizzatori<br />

sociali sara’ ancora significativo’’. In<br />

particolare, il rapporto messo a punto<br />

<strong>dalla</strong> commissione dell’informazione,<br />

indica la stima che nell’anno<br />

possa esserci una perdita di posti di<br />

lavoro tra le 350mila e le 540mila<br />

unita’ se misurati in forze di lavoro e<br />

tra le 620mila e le 820mila in termini<br />

di Ula (Unita’ lavorative annue).<br />

Quanto ai disoccupati, potrebbero<br />

aumentare in una forchetta che oscilla<br />

tra le 270mila e 460mila unita’.<br />

Il tasso di disoccupazione a fine<br />

anno potrebbe collocarsi, nella peggiore<br />

delle ipotesi, “poco al di sotto<br />

del 9%”. Nello specifico, le tabelle<br />

indicano un range tra il 7,9% come<br />

ipotesi ottimi<strong>sta</strong> e l’8,6% come ipotesi<br />

sfavorevole (8,3% lo scenario<br />

base). Peggio per le donne, per le<br />

quali il tasso di disoccupazione è<br />

atteso al 10% nel dato medio annuo,<br />

nello scenario base, rispetto<br />

all’8,5% del 2008, mentre per gli<br />

uomini passerebbe dal 5,5 al 7,1%.<br />

“Cruciali” nel determinare “caratteristiche<br />

e intensità della ripresa”,<br />

viene quindi sottolineato, saranno<br />

che siano <strong>sta</strong>te nella media nazionale,<br />

e la gente si è del tutto<br />

disinteressata alla sorte politica<br />

del principe. Noi invece abbiamo<br />

smesso già da molto tempo di applaudire<br />

a principi e pretendenti<br />

che non sanno fare il loro dovere.<br />

Il padre, il nonno o l’antenato<br />

di chiunque non costituiscono ai<br />

nostri occhi un titolo di merito<br />

sufficiente per guadagnarsi stima<br />

o affetto, e ci rifiutiamo di chiudere<br />

gli occhi sui difetti e sulle<br />

mancanze dei nostri leaders, sia<br />

monarchici che repubblicani.<br />

Insomma, ci rifiutiamo di applaudire<br />

e di fare da seguito a<br />

chiunque non scenda pienamente<br />

all’interno del ruolo che dice<br />

di voler interpretare e dimostra<br />

la consueta impreparazione su<br />

tanti argomenti della vita sociale.<br />

Colui che intende assumere<br />

una veste pubblica impari non<br />

solo a ballare e a ripetere facili<br />

battute. Impari invece a pensare,<br />

lavorare, proporre, a comportarsi<br />

secondo le richieste della società<br />

italiana, senza seguire una moda<br />

e metodi che non sono degni né<br />

di un politico né di un principe.<br />

Carmelo Currò<br />

gli ultimi mesi del 2009 ed i primi<br />

del 2010. Per questo motivo, “é importante<br />

che vi sia piena consapevolezza<br />

del fatto che nei prossimi mesi<br />

potrebbero rendersi necessari ulteriori<br />

interventi per estendere e rendere<br />

ancora più flessibili i sostegni<br />

al reddito, così come diventa determinante<br />

anche l’impulso che le stesse<br />

parti sociali e le autorità regionali<br />

potranno dare agli strumenti in loro<br />

possesso (enti bilaterali, fondi interprofessionali,<br />

risorse regionali e<br />

soprattutto comunitarie)”. Ad oggi,<br />

comunque, viene inoltre rilevato,<br />

“gli ammortizzatori sociali si <strong>sta</strong>nno<br />

dimostrando più efficaci del previsto<br />

nel fronteggiare la caduta dell’occupazione”<br />

e le risorse <strong>sta</strong>nziate dal<br />

governo, anche con il concorso delle<br />

regioni, destinate agli strumenti<br />

ordinari e straordinari, “coprono<br />

la maggior parte dei lavoratori”.<br />

“Siamo in una fase di forte difficoltà<br />

e di grande incertezza” ma, tuttavia,<br />

la <strong>crisi</strong> internazionale “sembra mostrare<br />

alcuni segnali di attenuazione.<br />

Vi sono, a livello mondiale, indicatori<br />

che appaiono rivelare una ripresa,<br />

sia pure lieve, dell’attività economica.<br />

E’ probabile, dunque, che il<br />

punto più basso della recessione sia<br />

<strong>sta</strong>to superato”. Il Cnel, aggiunge,<br />

“promuoverà tutte le azioni necessa-<br />

La Commissione europea si<br />

è riservata di dare una valutazione,<br />

non appena l’Italia<br />

darà le informazioni sulle misure<br />

e le modalità intraprese in materia<br />

di respingimenti dell’immigrazione<br />

irregolare, attuati a partire dal<br />

6 maggio scorso. Questo richiamo<br />

della Commissione ha avuto inizio<br />

quando l’Alto commissariato<br />

per i rifugiati delle Nazioni Unite<br />

ha suscitato delle perplessità sui<br />

respingimenti italiani, i quali metterebbero<br />

“sotto scacco” il diritto<br />

di asilo. Sempre, la Commissione,<br />

intanto, ha espresso questo monito<br />

all’Italia: vanno rispettate “non<br />

solo le norme Ue- ha spiegato il<br />

vicepresidente della Commissione,<br />

Barrot- ma anche quelle internazionali.<br />

Il principio del non<br />

respingimento è scritto nel diritto<br />

internazionale”. Peraltro, a nostro<br />

avviso, non si possono respingere<br />

persone in Paesi dove rischiano di<br />

essere torturate o maltrattate. Ma<br />

c’è di più. In primis, il polverone<br />

sulla condotta italiana per i respingimenti,<br />

lo aveva sollevato l’Unhcr<br />

appena saputo che dall’Italia<br />

erano <strong>sta</strong>ti respinti, recentemente,<br />

sulle coste libiche, anche, dei richiedenti<br />

asilo politico e per aver<br />

usato con i migranti le “maniere<br />

forti”. Poi, L’Avvenire, quotidiano<br />

dei vescovi, nella rubrica “Secondo<br />

noi” ha sostenuto” la necessità<br />

di fare chiarezza al più presto<br />

sulle modalità dei respingimenti<br />

italiani messi in atto dal 6 maggio<br />

scorso”. Anche il Papa ha ribadito<br />

che quello degli immigrati è<br />

un valore ormai, assurto a “non<br />

5<br />

Respingimenti, L’UE<br />

richiama l’Italia<br />

Un gommone di clandestini<br />

rie nelle sue competenze per assicurare<br />

al paese una strategia di uscita<br />

<strong>dalla</strong> <strong>crisi</strong> che sia virtuosa, efficace<br />

e che faccia riprendere una crescita<br />

basata sulla produttività, l’occupazione<br />

e la dinamica salariale”.<br />

“I risultati ottenuti dall’attuale sistema<br />

di ammortizzatori sociali,<br />

così come è <strong>sta</strong>to rafforzato per il<br />

biennio, non eliminano la necessità<br />

di una riforma del sistema - di cui<br />

si parla dal 1997 - ma ne possono<br />

consentire una discussione più equilibrata<br />

e più completa”. Lo afferma<br />

il Cnel nel rapporto presentato lo<br />

scorso 22 luglio, sottolineando che<br />

“porrà questo argomento al centro<br />

della riflessione dei prossimi mesi,<br />

unitamente a quella più complessiva<br />

sul futuro del sistema di welfare in<br />

Italia”. Sottolineando che, comunque,<br />

la platea dei beneficiari non è<br />

universale, per il Cnel “una riforma<br />

degli ammortizzatori sociali deve tenere<br />

conto di alcuni elementi determinanti”,<br />

a partire dalle “condizioni<br />

di accesso ai sostegni al reddito e le<br />

compatibilità di un livello di caratte-<br />

negoziabile” per la Chiesa, quasi<br />

quanto famiglia e vita. C’è, pure<br />

una battaglia, quella dei cattolici,<br />

che si <strong>sta</strong> combattendo a livello<br />

planetario verso i governi occidentali<br />

che contra<strong>sta</strong>no o, comunque,<br />

non favoriscono- anche legittimamente-<br />

condizioni umane per<br />

chi cerca di scappare <strong>dalla</strong> miseria<br />

o dalle guerre, vittime il più delle<br />

volte di sfruttamento (Cfr.”Il Sole<br />

24 Ore”. com, del 17 luglio 2009).<br />

Noi diciamo, a questo punto, che<br />

nel nostro Paese qualcosa si <strong>sta</strong><br />

muovendo per allentare e razionalizzare<br />

l’azione dei respingimenti<br />

di immigrati irregolari. C’è in primo<br />

luogo, in Italia, l’emersione<br />

del lavoro nero dei cittadini extracomunitari,<br />

grazie alle maggiori<br />

regolarizzazioni da parte dei datori<br />

di lavoro. Situazione dovuta<br />

soprattutto, ai controlli sempre<br />

più intensificati da parte degli organi<br />

di ispezione che hanno portato<br />

avanti negli<br />

ultimi anni, interventi<br />

più mirati<br />

ed efficienti, per<br />

far fronte ad una<br />

delle maggiori<br />

problematiche<br />

del nostro Paese.<br />

E dulcis in fundo,<br />

sempre per dare<br />

una visione critica<br />

ed obiettiva<br />

ai respingimenti<br />

italiani, volgiamo<br />

lo sguardo<br />

alla “svolta sui<br />

diritti umani del nuovo Governo<br />

Usa”(Cfr. “La Stampa.it” del 17<br />

luglio 2009). Infatti, l’Amministrazione<br />

Obama è pronta a riconoscere<br />

lo <strong>sta</strong>tus di rifugiate e il<br />

diritto di asilo alle cittadine straniere,<br />

vittime di violenze domestiche<br />

e abusi sessuali. Que<strong>sta</strong> è<br />

una svolta che consente di aiutare<br />

tante vittime. Così, negli Usa, il<br />

Dipartimento della Sicurezza nazionale,<br />

tra l’altro, competente in<br />

materia di immigrazione, sembra,<br />

oggi, ben disposto a far ottenere<br />

l’asilo a queste donne vittime di<br />

abusi sessuali e violenze.<br />

Salvatore Re<strong>sta</strong><br />

re universale con i costi in termini di<br />

sostenibilità finanziaria”; ma anche<br />

dal “rafforzamento delle azioni di<br />

formazione e di orientamento, ancora<br />

oggi troppo slegate dai bisogni reali<br />

del mercato del lavoro, se si vuole<br />

riorientare il sentiero di sviluppo<br />

dell’economia italiana sui cosiddetti<br />

green jobs o i white jobs (lavori legati<br />

ai servizi socio-sanitario-assistenziali<br />

alla persona o alle famiglie)”. Nel decreto<br />

anti-<strong>crisi</strong> che dovrà essere approvato<br />

dal Parlamento “ci sono delle<br />

cose che se diventassero legge bloccherebbero<br />

so<strong>sta</strong>nzialmente l’erogazione<br />

del credito alle imprese”. Lo<br />

ha detto Corrado Faissola, presidente<br />

dell’Abi a margine dell’inaugurazione<br />

della autostrada Bre-be-mi<br />

dopo che il presidente del Consiglio<br />

Silvio Berlusconi ha lodato nel suo<br />

intervento il sistema bancario italiano.<br />

Di cosa si tratta? “Leggetevi gli<br />

emendamenti e lo vedrete” ha detto<br />

Faissola facendo il segno della bocca<br />

cucita”.<br />

G. L.


A<br />

6 ttualità<br />

N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto<br />

Inchie<strong>sta</strong> sui rifiuti in Sicilia<br />

Le prospettive di un affare da cinque miliardi di euro<br />

Ultima Parte<br />

Carlo Ruta<br />

Il secondo tempo della partita<br />

siciliana significa ovviamente<br />

tante cose. Dalla prospettiva<br />

propriamente politica, è in gioco<br />

il potere. Sul terreno dei rifiuti,<br />

oltre che delle risorse idriche e<br />

delle energie, andranno facendosi<br />

infatti gli assetti regionali dei<br />

prossimi decenni. L’affare è destinato<br />

altresì a pesare sul contratto<br />

che va ridefinendosi fra Palermo e<br />

Roma, fra l’interesse autonomistico<br />

in versione Lombardo e quello<br />

di un potere centrale che intende<br />

mettere mano alla Costituzione<br />

come mai in passato. La presenza<br />

insistente del presidente regionale<br />

presso le sedi governative,<br />

danno peraltro conto di affinità<br />

so<strong>sta</strong>nziali, di una interlocuzione<br />

Raffaele Lombardo, presidente della Regione<br />

Siciliana<br />

LETTERA AL DIRETTORE<br />

Il ministro della salute<br />

cinese ha vietato l’uso<br />

dell’elettroshock per ragazzi<br />

la cui unica colpa era di<br />

navigare troppe ore in internet.<br />

[1] La pratica è ora sotto<br />

investigazione, ma le cliniche<br />

continuano a riceve pazienti<br />

e si moltiplicano anche in<br />

U.S.A. ed Europa; il Centro di<br />

Ricovero per Internet Dipendenti<br />

in Bradford, Pennsylvania,<br />

è senz’altro il più noto.<br />

[2] In Cina però ben il 14 per<br />

cento dei giovani rischia di<br />

essere etichettato “internet<br />

dipendente”. [3] La clinica di<br />

Daxing, un sobborgo di Beijing,<br />

è la più grande. Si trova<br />

all’interno di una base di addestramento<br />

militare e l’ospedale<br />

si distingue dagli edifici<br />

adiacenti per le grate metalliche,<br />

i lucchetti alle porte e le<br />

barre alle finestre. Molti pazienti<br />

sono forzati a venirci<br />

dai propri genitori e il trattamento,<br />

che co<strong>sta</strong> più di 1300<br />

dollari al mese, comprende<br />

consulenza, disciplina mili-<br />

produttiva. È comunque sul piano<br />

degli interessi materiali che si<br />

condensa maggiormente il senso<br />

dell’affare. La po<strong>sta</strong> in palio rimane<br />

senza precedenti: circa 5 miliardi<br />

di euro in un ventennio, fra<br />

fondi governativi e comunitari.<br />

In via ufficiale, ovviamente, ogni<br />

decisione è aperta. Ma nei fatti, è<br />

realmente così? È possibile che si<br />

prescinda del tutto dai solchi tracciati<br />

dalle gare del 2003? Sin dagli<br />

esordi, la storia ha presentato<br />

un profilo mosso. Come era prevedibile,<br />

è sceso in campo il top<br />

dell’industria italiana dell’energia.<br />

Senza difficoltà gli appalti<br />

degli inceneritori di Bellolampo,<br />

Campofranco e Augu<strong>sta</strong> sono andati<br />

infatti a tre gruppi d’imprese,<br />

rispettivamente Pea, Platani e Tifeo,<br />

guidati da società del gruppo<br />

Falck. Nel secondo si è inserita<br />

altresì, con una quota di riguardo,<br />

Enel Produzione. E la cosa darebbe<br />

poco da riflettere se non fosse<br />

per il piglio particolare con cui<br />

tale società veniva amministrata,<br />

allora, da Antonino<br />

Craparotta, destinato<br />

a finire in disgrazia<br />

per l’emergere di<br />

una storia di capitali<br />

extracontabili, alla<br />

volta di paesi arabi.<br />

Ancora senza alcun<br />

o<strong>sta</strong>colo, come<br />

da consuetudine, la<br />

quarta aggiudicazione,<br />

per l’impianto di<br />

Paternò, è andata a<br />

Sicil Power, un raggruppamento<br />

di diversa<br />

caratura, guidato<br />

da Waste Italia:<br />

quello che adesso,<br />

significativamen-<br />

te, con la rinuncia<br />

all’inceneritore etneo,<br />

sembra essere<br />

Farmainternet<br />

tare e ipnosi. La navigazione<br />

web è sostituita da giochi<br />

di guerra e da addestramento<br />

militare. [4] La rieducazione<br />

spesso prevede “la macchina a<br />

onde nanometriche”, un casco<br />

che emette onde elettromagnetiche,<br />

dentro cui viene infilata<br />

la te<strong>sta</strong> del paziente. [5] Nel<br />

2012 l’”internet dipendenza”<br />

sarà probabilmente inserita<br />

nel DSM-V, il manuale di riferimento<br />

della psichiatria<br />

e accettata a livello globale.<br />

Non è la prima volta che un<br />

comportamento viene ridefinito<br />

malattia, è già accaduto<br />

per il Disturbo da Deficit di<br />

Attenzione e Iperattività, il<br />

“gioco d’azzardo patologico”,<br />

già presente nel DSM-IV, o<br />

il “disordine dello shopping<br />

compulsivo”. Navigare in internet<br />

è una scelta, non una<br />

patologia. Non è una lesione,<br />

non è qualcosa che uno ha ma<br />

qualcosa che uno fa. Non può<br />

essere diagnosticato o misurato<br />

da nessuno strumento e<br />

qualunque valutazione è sog-<br />

finito fuori gioco. Sono comunque<br />

altre presenze, discrete e nondimeno<br />

importanti, a rivelare i toni<br />

della vicenda. Il posizionamento<br />

rapido della famiglia Pisante, presente<br />

nelle cronache giudiziarie<br />

sin dai tempi di “Mani pulite”, e<br />

del gruppo Gulino di Enna nelle<br />

quattro compagini aggiudicatarie,<br />

attraverso la Emit e l’Altecoen, è<br />

al riguardo paradigmatico. Come<br />

tale è <strong>sta</strong>to percepito del resto, sin<br />

dai primi tempi, da alcune procure,<br />

che hanno lanciato l’allarme<br />

inceneritori, e <strong>dalla</strong> stessa Corte<br />

dei Conti siciliana, intervenuta sul<br />

caso con perentorietà. A gare concluse,<br />

sono emersi, come è noto,<br />

degli inconvenienti, che hanno<br />

costretto l’imprenditore ennese,<br />

reduce con i Pisante della vicenda<br />

di MessinAmbiente, finita in<br />

scandalo, a farsi da parte, con la<br />

cessione di quote che gli hanno<br />

fruttato diversi milioni di euro.<br />

I termini della questione rimangono<br />

però intatti. Si è aperta una<br />

contrattazione. Interessi di varia<br />

portata sono diventati compatibili.<br />

È <strong>sta</strong>to tenuto debitamente<br />

conto delle tradizioni. Il gruppo<br />

pugliese infine, senza alcun pregiudizio,<br />

è rimasto in gioco. Tutto<br />

questo costituisce però solo un<br />

aspetto della storia. Si sono avuti<br />

infatti ingressi ancor più discreti,<br />

per certi versi invisibili, al confine<br />

comunque fra l’economia e la<br />

politica. È il caso della Pianimpianti:<br />

nota società di Milano amministrata<br />

dal calabrese Roberto<br />

Mercuri. Attiva in numerose aree<br />

della penisola e all’estero nell’impiantistica<br />

per l’ambiente, tale<br />

impresa ha potuto godere di un<br />

inserimento strategico nel sistema<br />

degli appalti calabresi: in quelli<br />

dei depuratori in particolare, che<br />

hanno mosso circa 800 milioni di<br />

euro. Ha manife<strong>sta</strong>to altresì dei<br />

getta all’interpretazione. Se si<br />

considera patologica la libera<br />

scelta di navigare in internet,<br />

allora perché non creare una<br />

malattia per chi <strong>sta</strong> troppe ore<br />

al telefono? O una per chi legge<br />

troppi libri? O una per chi<br />

guida troppe ore in automobile?<br />

Davis Fiore<br />

[1] http://www.telegraph.<br />

co.uk/news/worldnews/asia/china/5835417/China-bans-electricshock-therapy-for-internet-addicts.html<br />

[2] http://www.guardian.co.uk/<br />

technology/2008/mar/23/news.<br />

internet<br />

[3] http://www.washingt<br />

o n p o s t . c o m / w p - d y n / c o n -<br />

t e n t / a r t i c l e / 2 0 0 7 / 0 2 / 2 1 /<br />

AR2007022102094.html<br />

[4] http://news.xinhuanet.<br />

com/english/2009-07/16/content_11715855.htm<br />

[5] BBC Focus, Num. 204,<br />

luglio 2009, pag. 68; http://io9.<br />

com/388744/a-chinese-cure-forinternet-addiction <br />

punti di contatto<br />

oggettivi con<br />

l’Udc, essendone<br />

<strong>sta</strong>to vice presidente<br />

l’ex parlamentareparmigiano<br />

Franco<br />

Bonferroni, amico<br />

di Pier Ferdinando<br />

Casini, ma<br />

soprattutto legatissimo<br />

a Lorenzo<br />

Cesa, attuale<br />

segretario nazionale<br />

del partito.<br />

Per tali ragioni,<br />

ritenuta cardinale<br />

negli intrecci<br />

fra politica e affari<br />

in Italia, è<br />

finita al centro<br />

di indagini giudiziarie<br />

complesse, condotte dal<br />

sostituto procuratore di Potenza<br />

Henry John Woodcock e, soprattutto,<br />

da Luigi De Magistris.<br />

Nell’atto di accusa del sostituto<br />

di Catanzaro vengono passati in<br />

rassegna fatti specifici, alcuni di<br />

non poco conto: dal sequestro di<br />

3,8 milioni di euro al fratello e al<br />

padre di Roberto Mercuri su un<br />

treno diretto in Lussemburgo, al<br />

versamento di 370 mila euro che<br />

la Pianimpianti avrebbe fatto alla<br />

Global Media, ritenuta, attraverso<br />

Cesa, il polmone finanziario<br />

dell’Udc. Un teste, riferendosi<br />

agli appalti dei depuratori in senso<br />

lato, ha detto inoltre del sistema<br />

in uso delle tangenti, <strong>sta</strong>bilite<br />

nella misura dal 3 al 7 per cento,<br />

equamente divise fra la Calabria<br />

e Roma. In conclusione, l’accusa<br />

ha presentato la società di Mercuri<br />

come la “cassaforte” di una<br />

associazione finalizzata all’illecito,<br />

ma l’inchie<strong>sta</strong>, che come è<br />

noto è passata di mano, è <strong>sta</strong>ta<br />

largamente archiviata. Cosa c’entra<br />

però tutto questo con gli inceneritori<br />

in Sicilia? In apparenza<br />

nulla. Pianimpianti, nei raggruppamenti<br />

guidati dal gruppo Falk,<br />

reca una presenza del tutto simbolica,<br />

con quote dello 0,1 per<br />

cento. Nell’affare ha guadagnato<br />

in realtà un rilievo so<strong>sta</strong>nziale per<br />

quanto è avvenuto, in via assolutamente<br />

privata, dopo le aggiudicazioni<br />

del 2003. Le società Pea,<br />

Platani e Tifeo, l’1 luglio 2005<br />

hanno commissionato infatti<br />

proprio all’impresa di Mercuri,<br />

in associazione con la Lurgi di<br />

Francoforte, la fornitura, chiavi<br />

in mano, dei tre inceneritori,<br />

per un importo complessivo<br />

di mezzo miliardo di euro, che<br />

costituisce, a conti fatti, la fetta<br />

più grossa, più immediata, quindi<br />

più tangibile, dell’intera po<strong>sta</strong><br />

in palio. È il caso di sottolineare<br />

in ultimo che pure il sodalizio<br />

Pianimpianti-Lurgi è connotato<br />

da un iter mosso, antecedente e<br />

successivo alla firma dei contratti<br />

con Actelios-Elettroambiente.<br />

Luigi De Magistris<br />

Lorenzo Cesa, segretario dell’UDC<br />

Le due società sono finite sotto<br />

inchie<strong>sta</strong> nel 2005 per un giro di<br />

tangenti connesse alla costruzione<br />

dei due termovalorizzatori di<br />

Colleferro. Compaiono altresì<br />

nell’inchie<strong>sta</strong> Cash cow, ancora<br />

in corso, che nella medesima<br />

area laziale ha coinvolto, fra gli<br />

altri, decine di politici. A questo<br />

punto, dal momento che sono<br />

<strong>sta</strong>te disposte nuove gare, si tratta<br />

di capire cosa potrà avvenire<br />

delle intese sottoscritte a partire<br />

dal 2003. Di certo, le società aggiudicatarie<br />

hanno guadagnato<br />

una posizione favorevole. Da titolari<br />

dei cantieri, hanno ripreso<br />

a beneficiare infatti del “Cip6”,<br />

malgrado il blocco di ogni attività<br />

dal 2007. Otterranno infine<br />

il mega risarcimento che reclamavano,<br />

di 200 milioni di euro<br />

appunto, pur avendo effettuato<br />

nei tre siti lavori esigui, solo di<br />

recinzione e movimento terra.<br />

Dopo la firma dell’accordo, regna<br />

quindi un curioso ottimismo.<br />

Prova ne è che i titoli Falck hanno<br />

avuto in Borsa rialzi del tutto<br />

anomali, lontanissimi dai trend<br />

dell’attuale recessione. Ma quali<br />

giochi vanno facendosi? La cifra<br />

della penale, che evoca un calcolo<br />

complesso, di certo costituirà<br />

un forte deterrente alla partecipazione<br />

di nuove compagini.<br />

Nel caso in cui la gara dovesse<br />

andare a vuoto, l’affidamento diretto<br />

agli attuali concessionari, a<br />

trattativa privata, potrebbe essere<br />

quindi un esito “inevitabile”.<br />

Ed è la stessa Falck a dare conto<br />

di intese in tal senso con l’Agenzia<br />

regionale, nella relazione<br />

semestrale del giugno 2008. Per<br />

motivi di opportunità potrebbe<br />

prevalere tuttavia una seconda<br />

soluzione: il ritorno in gara, direttamente<br />

o in forma mimetica,<br />

delle imprese già aggiudicatarie,<br />

che finirebbero per pagare a sé<br />

stesse la penale, per il ripristino<br />

dei patti. In ambedue i casi,<br />

come è evidente, risulterebbe<br />

eluso il pronunciamento della<br />

Corte di Giustizia Ue.


N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto<br />

Marco Spedicato<br />

In un agile libro di novantacinque<br />

pagine dal titolo Marija<br />

Skobcova L’esilio, la conversione,<br />

il lager nazi<strong>sta</strong>, Effatà<br />

Editrice e con uno stile chiaro e<br />

scorrevole, Emilia Bea docente di<br />

Filosofia del diritto e di Filosofia<br />

politica presso l’Università di Valencia,<br />

offre al lettore l’opportunità<br />

di conoscere e di arricchirsi<br />

spiritualmente e culturalmente,<br />

attraverso una straordinaria lezione<br />

di storia e soprattutto un’appassionante<br />

testimonianza di vita<br />

cristiana spesa nel servizio di un<br />

grande amore per il prossimo. E’<br />

la storia di Mat Marija Skobcova,<br />

il cui vero nome fu Elizaveta Pilenko,<br />

canonizzata dal patriarcato<br />

di Co<strong>sta</strong>ntinopoli il 16 Gennaio<br />

del 2004, la quale si può definire,<br />

senza timore di essere smentiti,<br />

una vera eroina della cristianità<br />

nell’esercizio teorico e pratico di<br />

una fede pura ed incrollabile. Marija,<br />

nacque nel 1891 a Riga da<br />

una famiglia bene<strong>sta</strong>nte Russa, da<br />

giovane fu una rappresentante di<br />

un partito socialrivoluzionario, che<br />

pur appartenendo ad una posizione<br />

di sinistra, si opponeva alle rigidità<br />

ed ai verticismi bolscevichi. Nel<br />

1910 il suo primo matrimonio con<br />

il menscevico Kuz’min-Karavaev,<br />

che in seguito si convertirà al cattolicesimo<br />

ed entrerà a far parte<br />

della Compagnia di Gesù. Dopo<br />

la separazione dal suo primo marito,<br />

Marija sposò l’ufficiale cosacco<br />

Daniil Skobcov, appartenente<br />

all’esercito bianco che si opponeva<br />

ai comunisti. Si conobbero nel<br />

febbraio 1918, allorquando lei fu<br />

nominata (fatto clamoroso nella<br />

Russia dell’epoca), Sindaco di<br />

INSERTO<br />

Marija Skobcova, una vita in difesa dei più deboli<br />

Maria Zambrano<br />

L’agonia dell’Europa<br />

Marsilio<br />

pp. 102 €. 8,00<br />

Sfruttando sapientemente il materiale offerto dalle<br />

fonti, Veronese crea per il patrizio veneziano Francesco<br />

Pisani un dipinto straordinariamente complesso<br />

e articolato, che nel dare forma a un’apologia dei<br />

“nobili e legittimi matrimoni”, della famiglia e della<br />

perdurante identità dei suoi valori, offre anche spunto<br />

per una riflessione sullo <strong>sta</strong>tuto stesso della pittura e<br />

sulla dignità dell’arti<strong>sta</strong>.<br />

John Man<br />

L’esercito<br />

di terracotta<br />

Mondadori<br />

pp. 243 €. 10,50<br />

Reggae, Ra<strong>sta</strong>: un genere musicale, un movimento<br />

politico, una fede, una Livity, fusi con la potenza<br />

primigenia del battito del cuore. Bob Marley: il loro<br />

profeta, che attraverso la sua stessa parabola artistica<br />

e di vita ha tracciato la rotta per il cammino di riscatto<br />

e speranza di milioni di fratelli neri.<br />

A cura di Antonio D’Ettoris<br />

<strong>Corriere</strong> <strong>Corriere</strong> Letterario<br />

Letterario<br />

sacrificio ha lasciato un indelebile<br />

messaggio di carità e di amore,<br />

tanto che a Gerusalemme sul<br />

monumento di Yad Vashem, il<br />

alto; colse l’opportunità di assi- suo nome compare tra quello dei<br />

stere ed aiutare da vicino chi si Giusti tra le Nazioni . Nel libro è<br />

sentiva disperato e condividerne narrata, con particolare attenzione<br />

le sofferenze e la sorte, con uno all’introspezione, l’indimenticabi-<br />

straordinario slancio cristiano. le storia di una donna santa, un’au-<br />

Anapa, nella Russia meridionale .<br />

Fu proprio a causa delle sue opposizioni<br />

politiche che Marija fu esiliata<br />

a Parigi insieme al marito ed<br />

ai figli, mentre nella primavera del<br />

1920 il movimento bianco veniva<br />

definitivamente sconfitto a Kuban.<br />

In Francia divenne membro attivo<br />

della chiesa ortodossa e nel 1932,<br />

sotto la guida del pensatore Sergej<br />

Bulgakov, prese i voti monastici<br />

per seguire una nobile e santa vocazione:<br />

aiutare i fratelli più deboli<br />

della società. Nono<strong>sta</strong>nte la scarsezza<br />

dei mezzi, riuscì a realizzare<br />

progetti grandiosi, in particolare il<br />

pensionato per bisognosi, emarginati<br />

e rifugiati, aperto a Parigi dapprima<br />

in via de Saxe e poi in rue de<br />

Lourmel. In virtù della sua naturale<br />

propensione al bene e della sua<br />

attiva partecipazione alle opere di<br />

carità, Mat Marija si scontrò inevitabilmente<br />

con il male che in quel<br />

periodo si era propagato in Europa,<br />

l’ideologia neopagana del Nazionalsocialismo.<br />

In questo cruciale<br />

momento storico, ella svolse un<br />

ruolo di rilevante importanza con il<br />

suo concreto apporto materiale in<br />

difesa dei più deboli, tanto da diventare<br />

un simbolo ed un esempio<br />

spirituale della cristianità, perseguendo<br />

la sua vocazione di amare<br />

ed aiutare il prossimo con materna<br />

premura. Que<strong>sta</strong> straordinaria figura<br />

di donna, peraltro eccellente<br />

poetessa e pittrice, più volte si<br />

espresse in merito alla “questione<br />

ebraica”, parlando piuttosto<br />

dell’esistenza di una “questione<br />

cristiana” ed evidenziando come<br />

gli scismi e le divisioni dei popoli,<br />

soprattutto quelli causati <strong>dalla</strong> differenza<br />

di credo, possano aprire le<br />

porte ai mali del mondo ed al peggio<br />

dell’essere umano, argomento<br />

questo tanto attuale nel 1945 quanto<br />

oggi. Inoltre non dimenticò di<br />

“Mentre abbiamo vissuto dentro l’Europa, su<br />

di essa, non ci siamo mai sentiti abbracciati da<br />

quest’unità, da essa protetti, poiché eravamo<br />

impegnati in lotte particolari, in aspirazioni<br />

superficiali perché basate sull’unità impercettibile”.<br />

Così Maria Zambrano, negli anni culminanti<br />

del secondo conflitto mondiale, rivolge<br />

uno sguardo personale, filosofico e lirico, alle<br />

vicende del vecchio continente.<br />

Claudia Terribile<br />

<strong>Del</strong> piacere della virtù<br />

Marsilio<br />

pp. 150 €. 24,00<br />

Nel 1974 nei pressi della città cinese di Xian alcuni<br />

contadini <strong>sta</strong>vano scavando un pozzo quando,<br />

sotto i loro occhi, apparvero alcune figure di<br />

terracotta di straordinaria fattura. Ebbe inizio così<br />

una delle più clamorose scoperte archeologiche di<br />

sempre, quella dell’esercito di terracotta: seimila<br />

<strong>sta</strong>tue a grandezza naturale di guerrieri con i loro<br />

cavalli, ciascuna diversa dalle altre. Una vera armata<br />

spirituale messa a guardia del mausoleo del<br />

Primo Imperatore cinese Qin Shi Huang Di.<br />

Lorenzo Mazzoni<br />

Ra<strong>sta</strong> Marley<br />

Le radici del reggae<br />

Stampa Alternativa<br />

pp. 218 €. 15,00<br />

analizzare nel bene e nel male un<br />

concetto fondamentale della natura<br />

umana, la creatività. Mat Marija<br />

ci indica la via della vera salvezza<br />

nell’amore per il prossimo e<br />

nell’aiuto reciproco, nella vera<br />

fratellanza che contraddistinse gli<br />

albori della cristianità quando la<br />

Chiesa era un unico spirito ed un<br />

cuore solo di una grande famiglia.<br />

Nella sua missione d’amore, di<br />

fede e di carità, Mat Marija visse<br />

una vita piena di di<strong>sta</strong>cchi, di<br />

scelte sofferte, di tentazioni e sacrifici<br />

nonché di eventi fatali nei<br />

quali non si può non intravvedere<br />

il progetto della volontà divina su<br />

di lei. Nel 1936 morì di tifo la figlia<br />

maggiore Gajana, poco dopo<br />

la figlia Ana<strong>sta</strong>sija e anche quando<br />

l’amatissimo figlio Jurij, che aveva<br />

seguito l’esempio della madre nel<br />

volontariato, venne ucciso prima<br />

di lei dai carnefici nazisti, Madre<br />

Maria, malgrado que<strong>sta</strong> ennesima<br />

sofferenza, non si arrese. Fu così<br />

che per aver accolto ed aiutato i<br />

più deboli, tra cui alcuni rifugiati<br />

ebrei, per averli protetti nel suo tenero<br />

e materno abbraccio presso il<br />

centro da lei fondato a Parigi, Mat<br />

Marija fu prelevata <strong>dalla</strong> Ge<strong>sta</strong>po<br />

ed imprigionata come sovversiva<br />

nel lager nazi<strong>sta</strong> di Ravensbrück<br />

nel 1943 e immatricolata con il<br />

numero 19263. A dispetto di ciò<br />

che pensavano i suoi aguzzini, la<br />

prigionia non piegò la sua fede e la<br />

sua volontà di aiutare gli altri, anzi<br />

le offrì la possibilità di innalzare il<br />

suo amore per il prossimo ad un<br />

livello spirituale e materiale<br />

sempre<br />

p i ù<br />

Nel marzo del 1945 pochi giorni<br />

prima della liberazione, Mat<br />

Maria morì in una camera<br />

a gas, secondo alcune<br />

testimonianze si sostituì<br />

volontariamente ad una<br />

compagna che piangeva di<br />

sconforto per l’idea della<br />

morte. Il suo estremo<br />

William Wycherley<br />

La moglie di campagna<br />

Marsilio<br />

pp. 374 €. 19,00<br />

7<br />

tentica testimone del XX secolo,<br />

grande lavoratrice e pensatrice,<br />

dallo spirito critico e creativo, che<br />

tentò nella sua missione di fede e<br />

fratellanza di ricercare sempre ciò<br />

che ci unisce e non ciò che ci divide.<br />

Un libro da consigliare a tutti,<br />

grandi e piccoli, appartenenti a<br />

qualsiasi confessione religiosa.<br />

In una trama turbinante di intrighi e di equivoci<br />

e in un linguaggio intriso di ambiguità e<br />

doppi sensi, si snoda la vicenda (già di Terenzio<br />

e di Molière) del cinico libertino che non<br />

esita a fingersi impotente per avere accesso<br />

alle <strong>sta</strong>nze delle signore, gabbare i mariti gelosi<br />

e soprattutto dimostrare che le donne non<br />

tengono tanto alla morale quanto a far salva<br />

la loro reputazione.<br />

Tra il 431 e il 404 a.C. si consumò nel Pelopon- Victor Davis Hanson<br />

neso la lotta tra le potenze dell’epoca: Sparta e Una guerra diversa da tutte<br />

Atene. Victor Davis Hanson, autore di saggi che<br />

le altre<br />

sono già diventati dei classici, illustra la situazione<br />

politica di quel contesto e i suoi retroscena, le Garzanti<br />

strategie dei generali, le sanguinose battaglie per pp. 471 €. 14,50<br />

terra e per mare, nelle città e in campo aperto, con<br />

tattiche convenzionali ma anche ricorrendo alla guerriglia,<br />

alla tortura, all’omicidio politico, al terrorismo.<br />

A cura di R. Mentesana<br />

L’istruzione in un<br />

comune rurale fra Otto e<br />

Novecento<br />

Olschki<br />

pp. 114 €. 20,00<br />

In questo libro l’uomo delle acque svela i segreti del suo<br />

successo ai limiti dell’umano. Ogni capitolo corrisponde<br />

a una parola d’ordine e segue il filo narrativo di ciascuna<br />

delle otto finali olimpiche del 2008: la co<strong>sta</strong>nza, ovvero<br />

i 400 metri individuali misti, la determinazione, ovvero<br />

i 200 farfalla, e poi la fiducia, il coraggio, la volontà, il<br />

riscatto, l’impegno.<br />

Massimo Bucchi<br />

Caro Mao perché sei morto<br />

Marsilio<br />

pp. 236 €. 14,00<br />

Avrebbe anche potuto intitolare questo libro “Io l’avevo detto”: perché<br />

è assolutamente vero che la satira è, in qualche misura, profetica.<br />

E come i sismografi, registra vibrazioni che preannunciano un movimento,<br />

uno sviluppo, un pericolo. Sfogliando questo libro, l’attenzione<br />

deve appuntarsi sulla data, sull’anno in cui ogni vignetta è <strong>sta</strong>ta fatta.<br />

Una per tutte: nel 1993, in piena frenesia di Mani Pulite, c’è un Robespierre<br />

che dice semplicemente: “Gli italiani non hanno capito la differenza<br />

tra una Rivoluzione e una retata”. Che fosse proprio così, oggi lo<br />

possiamo vedere più chiaramente. Attenzione però: “lo l’avevo detto” è<br />

la riflessione su un metodo, non un grido narcisi<strong>sta</strong>. E Caro Mao perché<br />

sei morto è, infatti, un libro attuale, non rivanga il passato. Il suo compito<br />

è simile a quello della vignetta (2008) in cui il moribondo esala<br />

le sue ultime parole al prete che gli <strong>sta</strong> accanto: “Lascio a mio figlio il<br />

cerino acceso”.<br />

Graziella Merlatti<br />

Di bronzo e di cielo<br />

Ancora<br />

pp. 208 €. 14,50<br />

Le campane: un misterioso impasto di bronzo e di cielo, di fe<strong>sta</strong> e di<br />

lutto, di tempo e di eternità. Il paesaggio dell’Europa cristiana è costellato<br />

da migliaia di campanili che “segnano il confine tra la terra e<br />

il cielo” (F. De André). I rintocchi dei “sacri bronzi” per secoli hanno<br />

fatto da colonna sonora alla vita delle persone e delle comunità. Questo<br />

libro racconta storia, leggende, poesie, curiosità su campane e dintorni.<br />

A Casellina e Torri, oggi Scandicci, l’evolversi<br />

dall’istruzione privata alla scuola pubblica iniziò<br />

prima che lo Stato unitario ne imponesse l’obbligo<br />

ai comuni (1865). L’introduzione all’inventario<br />

ricostruisce tali fasi e presenta gli oltre 800 registri<br />

scolastici delle 14 scuole giacenti nell’archivio<br />

storico di Scandicci; l’arco temporale coperto<br />

parte dal 1880 e si ferma alle soglie della Riforma<br />

Gentile. Attraverso di essi è possibile ricostruire<br />

un quadro sociale del territorio a cavallo fra Otto e<br />

Novecento.<br />

Michael Phelps<br />

No limits<br />

Mondadori<br />

pp. 256 €. 17,00


LIBRI DA LEGGERE<br />

8 N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto<br />

La Reconqui<strong>sta</strong><br />

Pochi assocerebbero la<br />

scoperta dell’America<br />

da parte di Cristoforo<br />

Colombo alla Reconqui<strong>sta</strong>,<br />

cioè la plurisecolare riconqui<strong>sta</strong><br />

della penisola iberica<br />

occupata dai musulmani nel<br />

secolo VIII, eppure il mondo<br />

che sbarca alla Hispaniola,<br />

nell’ottobre del 1492, è<br />

lo stesso che ha abbattuto le<br />

mura islamiche di Granada<br />

pochi mesi prima, con una<br />

continuità anche cronologicamente<br />

apprezzabile. Parimenti<br />

le Crociate sembrano<br />

molto lontane, pure geograficamente,<br />

<strong>dalla</strong> Reconqui<strong>sta</strong>,<br />

ma il mondo cristiano<br />

intendeva la crociata non<br />

solo come pellegrinaggio<br />

armato a conqui<strong>sta</strong> o a difesa<br />

del Santo Sepolcro ma in<br />

generale come ogni impresa<br />

tendente, con il beneplacito<br />

papale e con le relative indulgenze,<br />

a tutelare la fede<br />

con le armi su ogni fronte:<br />

<strong>dalla</strong> penisola iberica, appunto,<br />

all’Europa orientale,<br />

interessata dalle spedizioni<br />

dei cavalieri Teutonici e<br />

Portaspada contro i pagani<br />

di Prussia e del Baltico, fino<br />

al cuore della Cristianità,<br />

aggredita dall’eresia catara.<br />

Questi temi sono affrontati<br />

ne La reconqui<strong>sta</strong> (il Mulino,<br />

Bologna 2009, 238 pp., euro<br />

12,50) da Alessandro Vanoli,<br />

docente presso il Diparti-<br />

Giuseppe Zecchini<br />

Le guerre galliche di Roma<br />

Carocci<br />

pp. 160 €. 14,50<br />

I rapporti tra Roma e il mondo celtico<br />

sono una co<strong>sta</strong>nte della storia romana dal<br />

IV secolo a.C. sino alla fine dell’impero.<br />

Questi rapporti sfociarono nella creazione<br />

della civiltà galloromana, uno degli esiti<br />

più nobili della storia antica, eppure essi<br />

furono scanditi per quattro secoli da una<br />

sequela interminabile di guerre, all’inizio<br />

guerre d’invasione dei Galli in Italia, poi<br />

a mano a mano guerre d’espansione e di<br />

conqui<strong>sta</strong> dei Romani.<br />

Stefano Pistolini<br />

Mister Cool<br />

Come funziona il metodo<br />

Obama<br />

Marsilio<br />

pp. 283 €. 16,00<br />

“Mister Cool” analizza il successo di Obama,<br />

nato <strong>dalla</strong> sua disciplina e dal lungimirante<br />

lavoro del suo team. Fatto di tecnica<br />

del coinvolgimento, studio dell’immagine,<br />

dello stile e del linguaggio, il fenomeno<br />

Obama è in continuo divenire ora<br />

che, da presidente, ha finalmente condotto<br />

l’America nel XXI secolo e la sospinge a<br />

rialzarsi da una <strong>crisi</strong> gravissima.<br />

Ferdinando Pellegrino<br />

La malattia di Alzheimer<br />

Carocci<br />

pp. 131 €. 12,50<br />

In una prassi medica in cui<br />

prevale il tecnicismo l’assistenza<br />

al paziente con<br />

Alzheimer diventa un importante<br />

momento di riflessione<br />

per recuperare la dimensione<br />

antropologica del<br />

rapporto medico-paziente<br />

mento di Conservazione dei<br />

beni culturali dell’università<br />

di Bologna, che aveva già<br />

trattato l’argomento in Alle<br />

origini della reconqui<strong>sta</strong><br />

(Aragno, Torino 2003). Fra<br />

quanti immaginano la riconqui<strong>sta</strong><br />

come una co<strong>sta</strong>nte<br />

e inarre<strong>sta</strong>bile avanzata,<br />

protrattasi inesorabilmente<br />

per otto secoli, e quelli che<br />

sminuiscono il più possibile<br />

la contrapposizione fra cristiani<br />

e musulmani, Vanoli<br />

sceglie «una salomonica<br />

via di mezzo» (p. 8) — fra<br />

l’altro accogliendo il termine<br />

«reconqui<strong>sta</strong>», ma con la<br />

«r» minuscola —, che tiene<br />

conto della fitta rete di relazioni<br />

quotidiane, scambi<br />

commerciali e rapporti culturali<br />

fra i due contendenti,<br />

senza però ignorare la realtà<br />

di un lungo processo di riappropriazione<br />

territoriale,<br />

percepito «come provvidenziale<br />

sin dalle prime cronache<br />

asturiane (cioè almeno<br />

a partire dal secolo X)» (p.<br />

199). La complessità e l’eterogeneità<br />

di un fenomeno a<br />

lungo considerato come<br />

monolitico — e gli stessi<br />

contrasti riemergenti periodicamente<br />

fra le nascenti<br />

monarchie iberiche — non<br />

possono far trascurare lo<br />

sforzo collettivo dei popoli<br />

ispanici, che acqui<strong>sta</strong>no<br />

gradualmente la consape-<br />

INSERTO<br />

LIBRI<br />

LEGGERE è CULTURA<br />

Una casa senza biblioteca è<br />

come una fortezza senza armeria<br />

(da un antico detto monastico)<br />

a cura di Maria Grazia D’Ettoris<br />

volezza di appartenere alla<br />

stessa comunità di destino,<br />

anche a fronte del pressante<br />

richiamo al jihad delle differenti<br />

dinastie islamiche.<br />

Dopo le difficoltà del secolo<br />

X i regni cristiani cominciano<br />

a espandersi e diventa<br />

più evidente la caratterizzazione<br />

religiosa della loro<br />

lotta: si afferma definitivamente<br />

il culto di Santiago,<br />

l’apostolo Giacomo, le cui<br />

reliquie erano custodite a<br />

Compostela, in Galizia; le<br />

loro imprese sono percepite<br />

sempre più come un prolungamento<br />

delle crociate<br />

in Oriente; viene incentivata<br />

la presenza dei nuovi<br />

ordini religioso-militari dei<br />

templari e degli ospedalieri,<br />

cui si affiancano quelli<br />

sorti nella penisola, quello<br />

castigliano di Calatrava,<br />

quello leonese di Alcántara,<br />

quello portoghese di Avis e,<br />

unico non legato ai cistercensi,<br />

quello di Santiago,<br />

nato per difendere i possedimenti<br />

dell’arcivescovado<br />

di Compostela. L’equiparazione<br />

della Riconqui<strong>sta</strong><br />

alla crociata favorisce la<br />

partecipazione, talvolta decisiva,<br />

di volontari europei<br />

alle fasi della lunga guerra:<br />

vengono ricordati il contributo<br />

della flotta pisana alla<br />

spedizione balearica degli<br />

anni 1113-1115, la presenza<br />

di nobili franchi nell’assedio<br />

vittorioso di Saragozza,<br />

nel 1118, e l’aiuto d’inglesi,<br />

normanni e fiamminghi alla<br />

C B<br />

presa di Lisbona, nel 1147.<br />

Nel 1212 la schiacciante vittoria<br />

degli eserciti cristiani<br />

presso Las Navas de Tolosas,<br />

nel più grande scontro mai<br />

avvenuto nella penisola iberica,<br />

porta in pochi decenni<br />

alla conclusione so<strong>sta</strong>nziale<br />

della Reconqui<strong>sta</strong>. Re<strong>sta</strong> solo<br />

il piccolo regno di Granada,<br />

conqui<strong>sta</strong>to fra il 1482 e il<br />

1492, dopo oltre due secoli<br />

di riorganizzazione politica<br />

ed economica — soprattutto<br />

il ripopolamento dei territori<br />

conqui<strong>sta</strong>ti e il consolidamento<br />

di nuove istituzioni,<br />

anche con la concessione di<br />

privilegi, i cosiddetti fueros,<br />

alle comunità locali e ai corpi<br />

intermedi —, segnati pure<br />

da grandi sciagure: un forte<br />

peggioramento climatico,<br />

carestie e la peste del 1348.<br />

A Granada, come si è detto,<br />

i Re Cattolici decidono di sostenere<br />

l’impresa di Colombo:<br />

«E anche questo momento<br />

per noi così radicalmente<br />

“nuovo”, visto con gli occhi<br />

di chi lo visse, fu piuttosto<br />

la naturale prosecuzione di<br />

un lungo e faticoso passato»<br />

(p. 188). Vanoli descrive con<br />

accuratezza le fasi della Reconqui<strong>sta</strong>,<br />

senza trascurare<br />

gli aspetti propriamente bellici<br />

— dagli armamenti alle<br />

tecniche di combattimento<br />

—, l’archeologia, che continua<br />

a fornire dati nuovi sul<br />

popolamento del territorio, e<br />

l’antropologia.<br />

Francesco Pappalardo<br />

onservali nella tua iblioteca<br />

A cura di Pasquale Sabbatino<br />

Iacopo Sannazzaro<br />

La cultura napoletana<br />

nell’Europa del Rinascimento<br />

Olschki<br />

pp. VIII-430 €. 55,00<br />

Il profilo critico di Sannazaro offre numerose<br />

tessere per ridisegnare la geografia e<br />

la storia del Rinascimento. I saggi raccolti<br />

affrontano alcuni nodi fondamentali: la<br />

dimensione etico-politica dell’Arcadia, il<br />

confronto tra le Rime di Bembo e la raccolta<br />

Sonetti et canzoni di Sannazaro, il<br />

poemetto De Partu Virginis come esempio<br />

umanistico di parafrasi biblica.<br />

Camilla Pagani<br />

Genealogia del primitivo<br />

Negretto<br />

pp. 124 € 12,00<br />

L’antropologia scientifica dei nostri giorni,<br />

direbbe Detienne, “inventa” l’altro per il<br />

fatto stesso di trascriverlo e di registrarlo,<br />

riducendo la sua parola vivente e integrale<br />

alla materialità e alla logica di un testo. Di<br />

qui quel “malinteso” costitutivo e strutturale<br />

che caratterizza la pratica scientifica<br />

dell’antropologia. Malinteso che rende appunto<br />

la scienza dell’uomo sempre di là da<br />

venire.<br />

Zeffiro Ciuffoletti<br />

Alla ricerca del “vino perfetto”<br />

Olschki<br />

pp. VIII-180 €. 20,00<br />

“Il vino riceve dal Sangioveto la dose<br />

principale del suo profumo [...] dal Canajolo<br />

l’amabilità che tempera la durezza<br />

del primo [...]; la Malvagia [...] tende<br />

a diluire il prodotto delle due prime<br />

uve [...]”: è il celebre brano della lettera<br />

di Ricasoli a Studiati che ha segnato la<br />

nascita della storia moderna del Chianti<br />

Classico.<br />

E. Ambrosi, A. Rosina<br />

Non è un paese per giovani<br />

Marsilio<br />

pp. 111 €. 10,00<br />

Gli autori analizzano senza sconti le responsabilità<br />

di due generazioni, in modo<br />

diverso protagoniste in negativo dell’Italia<br />

di oggi. Padri che monopolizzano spazi e<br />

risorse disponibili, senza curarsi del bene<br />

comune; figli che dipendono morbosamente<br />

<strong>dalla</strong> famiglia, senza coraggio né<br />

capacità di immaginare un futuro diverso:<br />

sono alcuni dei motivi che rendono l’Italia<br />

un paese che non cresce.<br />

P. Corti, M. Sanfilippo<br />

Storia d’Italia. Annali 24<br />

Migrazioni<br />

Einaudi<br />

pp. XLVI-803 €. 95,00<br />

Questo nuovo “Annale” della “Storia d’Italia” dedicato<br />

alle Migrazioni prende spunto da due considerazioni<br />

di fondo. La prima considerazione è la rilevanza che<br />

nel lungo periodo i processi di emigrazione e di immigrazione<br />

hanno avuto nella storia italiana. Innanzi<br />

tutto è <strong>sta</strong>ta la posizione strategica nel Mediterraneo a<br />

rendere l’Italia uno dei nodi di quell’intensa mobilità<br />

che ha conferito unitarietà culturale alle civiltà del<br />

grande bacino marino. In secondo luogo è <strong>sta</strong>ta la<br />

dinamica demografica esistente nelle aree di frontiera<br />

settentrionali a conferire all’Italia un altro rilevante<br />

ruolo strategico. In terzo luogo è <strong>sta</strong>ta l’incessante<br />

mobilità interna che, nono<strong>sta</strong>nte la reiterata frammentazione<br />

politica del paese, ha caratterizzato i rapporti<br />

fra diverse realtà, mettendo co<strong>sta</strong>ntemente in contatto<br />

le popolazioni di differenti aree economiche e sociali.<br />

La seconda considerazione investe l’attualità<br />

che i fenomeni di emigrazione e immigrazione hanno<br />

assunto oggi, nel breve periodo, sotto lo stimolo<br />

delle tendenze affermatesi negli ultimi venti anni.<br />

Martha Gellhorn<br />

I volti della guerra<br />

Il Saggiatore<br />

pp. 379 €. 22,00<br />

Dalle notti madrilene squarciate dalle bombe della<br />

Guerra civile spagnola, nel 1936, alle guerre in America<br />

Latina degli anni novanta, percorrendo le paludi<br />

del Vietnam e battendo i deserti del Medio Oriente, “I<br />

volti della guerra” narra le storie - di ferocia, amore<br />

e sofferenza - dei despoti e delle vittime dei conflitti<br />

del secolo scorso. Martha Gellhorn - antesignana delle<br />

corrispondenti di guerra, tra i primi a testimoniare<br />

l’orrore del campo di concentramento di Dachau - ha<br />

raccontato, con i suoi reportage, i fronti più caldi del<br />

XX secolo. Una scrittura immediata e realistica -<br />

sensibile ai suoni, agli odori, alle parole, ai gesti dei<br />

luoghi visitati - e un’infallibile capacità di cogliere e<br />

custodire l’estrema varietà di esperienze vissute hanno<br />

dato forma alla “visione umana del mondo” della<br />

grande reporter. Questo libro è ormai un classico del<br />

giornalismo moderno.<br />

N. Ciopponi, P. Marcelli<br />

Non ci re<strong>sta</strong> che mangiare<br />

Edizioni Clandestine<br />

pp. 180 €. 10,00<br />

In queste pagine, storia, gastronomia ed<br />

arte culinaria si fondono a sensazioni,<br />

<strong>sta</strong>ti d’animo, sapori e profumi. In esse<br />

sono indicati, con capacità ed ironia, i<br />

mutamenti intercorsi nel campo alimentare<br />

<strong>dalla</strong> preistoria ai giorni nostri, permettendo<br />

al lettore di essere ospite alla mensa<br />

greca o di essere a cena con gli Etruschi,<br />

abbuffarsi con i Romani e, perché no, di<br />

pranzare sulla Luna!<br />

Philippa levine<br />

L’impero britannico<br />

Il Mulino<br />

pp. 293 € 25,00<br />

All’impero britannico Philippa Levine ha<br />

dedicato un profilo che presenta forti elementi<br />

di originalità: non si limita infatti a<br />

tracciare la parabola politica dell’impero,<br />

<strong>dalla</strong> sua prima formazione alla decolonizzazione<br />

dell’ultimo dopoguerra, ma<br />

racconta con vivezza anche che cosa ha<br />

significato vivere in un impero per gli<br />

uomini e le donne che vi si sono trovati,<br />

tanto da dominatori quanto da dominati.


N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto<br />

Giovanna Crisà<br />

Jasmine Watts è sul punto<br />

di coronare il suo sogno:<br />

dopo un’adolescenza di<br />

povertà e abusi, e un passato<br />

da spogliarelli<strong>sta</strong>, è riuscita<br />

a riscattarsi e a entrare nel<br />

mondo dorato delle mogli e<br />

fidanzate dei calciatori, fatto<br />

di feste, servizi fotografici e<br />

shopping. Tuttavia, quando<br />

mancano pochi giorni al matrimonio<br />

con Jimmy, giovane<br />

promessa del calcio inglese,<br />

il passato torna a tormentarla<br />

Quando, all’ultimo<br />

momento, Howard<br />

decide di non andare<br />

in vacanza, Elizabeth<br />

non si perde d’animo: se<br />

suo marito deve rimanere<br />

in città per mandare avanti<br />

la prestigiosa e remunerativa<br />

agenzia immobiliare,<br />

lei non può certo rinunciare<br />

a una pausa più che<br />

meritata (da che cosa?, si<br />

chiede spesso Howard)<br />

nell’albergo più esclusivo<br />

della co<strong>sta</strong> inglese e fare<br />

sfoggio dei suoi nuovissimi,<br />

elegantissimi e firmatissimi<br />

abitini estivi. Certo<br />

la compagnia non è un<br />

granché... L’amica Melody,<br />

sempre a caccia di uo-<br />

Akira Rumo, un<br />

anziano stili<strong>sta</strong><br />

giapponese, vive a<br />

Parigi in una casa piena di<br />

libri. Le sue origini sono<br />

misteriose: non si sa da<br />

dove venga, non si sa che<br />

età abbia. Un giorno come<br />

tanti Akira decide di assumere<br />

una giovane bibliotecaria,<br />

Virginie Latour,<br />

per catalogare la sua immensa<br />

collezione di opere<br />

dedicate al più mutevole<br />

dei soggetti: le nuvole. A<br />

lei, che lentamente saprà<br />

conqui<strong>sta</strong>rne la fiducia,<br />

confida il segreto di una<br />

genealogia della scienza e<br />

della poesia meteorologica,<br />

in parte reale in parte<br />

immaginaria, cui hanno<br />

partecipato uomini che la<br />

Storia ha spesso ignorato.<br />

Luke Howard, lettore appassionato<br />

delle geografie<br />

del cielo, che all’inizio<br />

del XlX secolo ha per primo<br />

classificato e dato un<br />

nome alle nubi; il pittore<br />

inglese Carmichael, che<br />

INSERTO<br />

L M<br />

e minaccia di negare il lieto<br />

fine alla sua favola. Lila ha<br />

abbandonato una fortunata<br />

carriera d’attrice per sposare<br />

il divo hollywoodiano più<br />

acclamato del momento. Ma<br />

essere la moglie di una <strong>sta</strong>r<br />

non è tutto rose e fiori, e anche<br />

il più magico dei sogni<br />

d’amore può trasformarsi in<br />

un incubo: dopo la nascita<br />

dei due figli, Lila è costretta<br />

ad accettare dolorosi compromessi<br />

per non perdere<br />

il marito. Maxine ha già tre<br />

divorzi alle spalle, ma i fallimenti<br />

non hanno scalfito<br />

mini, ha la sua pargoletta<br />

ululante al seguito; i vicini<br />

di casa Brian e Dotty invece,<br />

chissà perché, hanno<br />

preferito ritirarsi nell’entroterra.<br />

Be’, poco male,<br />

si possono fare nuove<br />

amicizie: sicuramente non<br />

l’elegantone che le ronza<br />

attorno, si vede lontano un<br />

miglio che è un playboy di<br />

professione; invece la bellissima<br />

Lulu sembra essere<br />

una persona molto interessante:<br />

effettivamente ha un<br />

gusto magnifico in fatto di<br />

vestiti e poi bisogna <strong>sta</strong>rle<br />

accanto, con quel marito<br />

terribilmente geloso che<br />

si ritrova... Senza alcuna<br />

pietà per i suoi personaggi,<br />

La teoria delle nuvole<br />

per sottrazioni successive<br />

giunse a dipingere solo<br />

nuvole e ad eliminare tutto<br />

il resto; lo scienziato Richard<br />

Abercrombie, soggiogato<br />

da una tale passione<br />

enciclopedica da fare il<br />

giro del mondo per scoprire<br />

come mutano i cicli del<br />

pianeta e, per una bizzarra<br />

concordanza, le varie forme<br />

del sesso femminile.<br />

etteratura editerranea<br />

Quando ci si può guardar soffrire e raccontare quello che si è visto, significa che si è nati per la letteratura. Èdouard Bourdet<br />

Mogli e fidanzate<br />

Vacanze inglesi<br />

G. C.<br />

il suo ideale di matrimonio<br />

perfetto, e quando incontra<br />

Carlos le sembra proprio di<br />

aver trovato l’uomo giusto.<br />

Peccato che sia già sposato...<br />

Ambiziosa giornali<strong>sta</strong><br />

d’assalto, Grace è la regina<br />

del gossip, sempre a<br />

caccia dello scoop, senza<br />

curarsi delle conseguenze<br />

che i suoi articoli possono<br />

avere sui protagonisti del<br />

jet set. Totalmente dedita<br />

al lavoro, non ha mai avuto<br />

né il tempo né il desiderio<br />

di impegnarsi sentimentalmente,<br />

accontentandosi di<br />

“Vacanze inglesi” mette a<br />

nudo lo snobismo e le invidie<br />

di un mondo che usa<br />

il sesso come strumento di<br />

potere e che non ammette<br />

o<strong>sta</strong>coli (tanto meno se originati<br />

da un vago accenno<br />

di coscienza) fra sé e la<br />

realizzazione dei propri<br />

desideri.<br />

Joseph Connolly Vacanze inglesi Il Saggiatore pp. 375 €. 17,00<br />

Stéphane Andeguy<br />

La teoria delle<br />

nuvole<br />

Fazi<br />

pp. 301 €. 18,00<br />

Christopher Moore<br />

Suck!<br />

Una storia d’amore<br />

Elliot<br />

pp. 285 €. 16,50<br />

G. C.<br />

Essere morti non è per<br />

niente divertente. Ma<br />

essere “non morti” è un<br />

vero schifo! Chiedetelo<br />

a Tommy, che al risveglio<br />

dopo una notte indimenticabile<br />

scopre di<br />

essere <strong>sta</strong>to vampirizzato<br />

da Jody, la rossa tutto<br />

pepe di cui è follemente<br />

innamorato…<br />

relazioni clandestine con<br />

uomini sposati. Ma qualcosa<br />

arriverà a scalfire la sua<br />

corazza di cinismo e spregiudicatezza.<br />

Katie Agnew<br />

Mogli e fidanzate<br />

Mondadori<br />

pp. 462 €. 19,50<br />

J.M.G. Le Clezio<br />

Terra amata<br />

Bur<br />

pp. 260 €. 9,50<br />

Un giorno della sua<br />

prima infanzia il piccolo<br />

Chancelade si<br />

sente dire <strong>dalla</strong> nonna:<br />

“La vita è così corta”.<br />

Un avvertimento quasi<br />

minaccioso, che si<br />

incide in profondità<br />

nella sua mente. Ma<br />

ne fa tesoro e si ripromette<br />

di vivere quanto<br />

più intensamente gli<br />

riesce, cercando di<br />

non perdere nemmeno<br />

un secondo del tempo<br />

che ha a disposizione…<br />

A.M. Homes<br />

In un paese di madri<br />

Feltrinelli<br />

pp. 294 €. 17,50<br />

Siegried Lenz<br />

Un minuto di silenzio<br />

Neri Pozza<br />

pp. 125 €. 14,50<br />

9<br />

Christian e Stella sono usciti in mare con un dinghy,<br />

una piccola imbarcazione a vela perfetta per<br />

il vento forte e teso del Mare del Nord che increspa<br />

magnificamente quelle acque cri<strong>sta</strong>lline, e spazza chilometri<br />

e chilometri di maestose falesie e spiagge di sabbia finissima.<br />

Giunti sulla spiaggia dell’Isola degli uccelli, una minuscola striscia<br />

di terra in mezzo al mare su cui volteggiano come un turbine<br />

bianco centinaia di uccelli marini, i due giovani sono <strong>sta</strong>ti sorpresi<br />

da un’improvvisa tempe<strong>sta</strong> di vento e pioggia. Christian ha<br />

condotto Stella in una baracca rivestita di canne sulla spiaggia,<br />

un rifugio dove un vecchio ornitologo è solito andare durante la<br />

bella <strong>sta</strong>gione. La porta era ancora appesa sui cardini, sulla stufa<br />

di ferro vi erano ancora una pentola e un bicchiere d’alluminio,<br />

e al centro un giaciglio fatto di alghe secche e tavole di legno inchiodate.<br />

Stella si è messa subito a sedere su quel letto improvvisato,<br />

la sigaretta in bocca e una canzone sconosciuta sulle labbra.<br />

Bellissima, i capelli neri e gli occhi chiari e splendenti, ha sorriso<br />

a Christian e l’ha invitato a sedersi accanto a lei. Christian le è<br />

scivolato accanto, le ha posato una mano sulla spalla e, desiderando<br />

che quel contatto fisico durasse più a lungo possibile, le<br />

ha accarezzato la schiena. Solo allora Stella ha gettato la te<strong>sta</strong><br />

all’indietro e l’ha guardato sorpresa, come se avesse sentito o<br />

scoperto qualcosa d’inatteso, qualcosa che non aveva previsto,<br />

qualcosa che pensava impossibile.<br />

“In un paese di madri” narra il rapporto fra Jody<br />

Goodman, ventenne alle prime armi col mondo del cinema, e<br />

Claire Roth, affermata psicologa quarantenne, sposata e con<br />

due figli, che da ragazzina era rima<strong>sta</strong> incinta e aveva dato<br />

la figlia in adozione. Con il procedere della terapia, Claire<br />

comincia a sospettare che Jody sia proprio la figlia da cui si<br />

separò vent’anni prima e dirotta l’argomento delle sedute, che<br />

inizialmente dovevano concentrarsi sulla situazione affettiva<br />

e lavorativa di Jody (in <strong>crisi</strong> rispetto alla sua scelta di andare<br />

alla scuola di cinema di Ucla), verso la famiglia di Jody e in<br />

particolare verso le circo<strong>sta</strong>nze della sua adozione. Tutti i dettagli<br />

collimano: le date, i luoghi, le persone. Ma come deve<br />

comportarsi Claire allora? Tutti quegli aspetti della vita di<br />

Jody che il di<strong>sta</strong>cco della professione le permetteva di vedere<br />

come innocua o semplice esperienza di vita, improvvisamente<br />

la toccano da vicino, le appaiono come terribili minacce<br />

per la figlia. In un crescendo di ansia e tensione, Claire perde<br />

lucidità e sconfina in un territorio pericoloso, morboso, ossessivo,<br />

fino a spingere Jody a scappare. Il legame fra le due,<br />

però, reale o immaginario che sia, non è facilmente solubile e<br />

le due dovranno incontrarsi ancora una volta...<br />

Joseph O’Neill<br />

La città invincibile<br />

Rizzoli<br />

pp. 283 €. 19,00<br />

La città invincibile è la storia di Hans van<br />

den Broek, olandese a New York, che la<br />

moglie, all’indomani dell’11 settembre, ha lasciato solo<br />

a guardare il suo matrimonio andare in pezzi. Ed è la<br />

storia del mondo nuovo che Hans scopre tra le macerie<br />

della tragedia: dal Chelsea Hotel ai parchi dorati dall’autunno,<br />

la sua è una New York meravigliosa e ferita, che<br />

cerca di sopravvivere a se stessa e al suo mito. È ancora<br />

la città del sogno americano, sognato da chi americano<br />

non è. Indiani, paki<strong>sta</strong>ni, turchi, caraibici: è con loro che<br />

Hans si incontra, unico bianco, per trascorrere no<strong>sta</strong>lgici<br />

pomeriggi giocando allo sport di quand’era ragazzo,<br />

il cricket. Ed è tra loro che conosce un sognatore vero,<br />

entusia<strong>sta</strong> e geniale: Chuck Ramkissoon, un Jay Gatsby<br />

nato a Trinidad, grandioso e tragico sbruffone con “una<br />

certa esperienza di questioni di vita o di morte”. E un<br />

motto: think fantastic. Sarà grazie a Chuck, e all’umanità<br />

vitale e colorata che gli <strong>sta</strong> intorno, che Hans ritrova<br />

un po’ di se stesso, e rimette pian piano insieme i pezzi<br />

sparsi della sua esistenza.


10 Religione<br />

N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto<br />

Per non dimenticare<br />

Eluana<br />

In E<strong>sta</strong>te abitualmente si legge qualche<br />

libro; ne consiglio uno, La vita in gioco.<br />

Eluana e noi, a cura di Massimo Pandolfi,<br />

edito dalle Edizioni Ares di Milano<br />

(www.ares.mi.it), 224 pp. 13 euro. Tutti<br />

parlano di te, ragazza discreta, e dicono di<br />

sapere cosa sei e quale sia la tua giustizia…<br />

Sono alcune delle frasi del monologo in versi<br />

di Davide Rondoni, pubblicate all’inizio<br />

del libro. Il tiranno non muove più le corazzate,<br />

e non ha bisogno delle occhiute polizie.<br />

Muove, paga intellettuali dalle menti<br />

lucide, parolai che svuotano le parole, il tiranno<br />

muove gente d’immagine e senza anima<br />

che convinca che tutto è solo apparenza<br />

/ Non la chiamano esecuzione./ e così si<br />

può uccidere in nome delle idee, delle idee<br />

buone, si è ucciso, si uccide, si ucciderà in<br />

nome delle idee piene di bontà…Chissà se<br />

un giorno queste parole su Eluana così dense<br />

e piene di significato verranno studiate<br />

in qualche scuola della nostra bella Italia.<br />

Quale battaglia si è combattuta, si chiede<br />

Aldo Maria Valli, utilizzando come terreno<br />

di scontro il povero corpo di quella donna?<br />

Il libro trae spunto dal caso Englaro, che<br />

tante polemiche ha suscitato, per argomentare<br />

che il primo diritto da difendere non è<br />

quello di morire, ma il diritto a vivere. In<br />

queste pagine si vuole presentare le persone<br />

che testimoniano cristianamente o laicamente,<br />

la vita, qualunque vita, che vale di più della<br />

malattia e della morte. Il libro innanzitutto<br />

intende dire le cose come <strong>sta</strong>nno, e questo<br />

non significa assumere una posizione dura,<br />

cattiva, integrali<strong>sta</strong>. Tra le cose più semplici<br />

da dire, la cronaca dei fatti, è che Eluana<br />

è morta perché si è deciso di non darle da<br />

bere e da mangiare. Dire che con la morte di<br />

Eluana è <strong>sta</strong>ta introdotta in Italia l’Eutanasia,<br />

forse è poco, perché Eluana non era neanche<br />

una malata terminale, non aveva un male<br />

misterioso che l’avrebbe portata alla morte:<br />

aveva solo bisogno di essere nutrita, idratata<br />

e pulita. Inoltre la sua richie<strong>sta</strong> di morte,<br />

era presunta, ricostruita da uomini, mai mes-<br />

Antonio Thellung<br />

L’inquieta felicità di un<br />

cristiano<br />

Paoline<br />

pp. 159 €. 12,00<br />

Testimonianza di esperienze vissute e<br />

viventi, che passano attraverso l’elogio<br />

della vita coniugale, con la precisazione<br />

che andare d’accordo non è assenza di<br />

conflitti ma litigare tenendosi per mano.<br />

Nella vecchiaia, poi, il matrimonio diventa<br />

ancor più bello, fino a schiudere<br />

le porte a una vera e propria e<strong>sta</strong>si coniugale.<br />

Ne scaturisce un sorprendente<br />

panorama sull’inquieta felicità di un cristiano<br />

che si confronta con i suoi limiti.<br />

André Vingt-Trois<br />

I segni che Dio ci dona<br />

Messaggero<br />

pp. 96 €. 10,90<br />

Alla luce del vangelo, l’arcivescovo di<br />

Parigi evoca la morte, la sofferenza, la<br />

gioia, l’infanzia, il tempo che passa. Ricorda<br />

quindi “che cosa significa amare”,<br />

perché “la premura divina tocca sia quelli<br />

che lo conoscono già, sia coloro che non<br />

lo conoscono ancora”. Questo testo arriva<br />

al momento giusto per ripeterci che i<br />

segni hanno un senso e danno senso alla<br />

nostra vita.<br />

sa per iscritto. Ancora un altro dato di fatto<br />

è che i giudici hanno dato l’ok alla morte di<br />

una persona. Eluana è morta per una sentenza<br />

ha detto il ministro della Giustizia Alfano,<br />

anzi Eluana è morta per un semplice decreto<br />

(luglio 2008, Corte d’Appello di Milano). Un<br />

altro dato di fatto, evidente a tutti, è che gli<br />

stessi giudici hanno indossato anche il camice<br />

bianco e si sono trasformati in medici. Infatti<br />

La Corte d’Appello ha autorizzato la sospensione<br />

di alimentazione e idratazione di Eluana,<br />

dettando ai medici tutte le regole di condotta,<br />

una era quella di umidificare frequentemente le<br />

mucose. Un’altra verità da dire è che i mass<br />

media, per mesi interi, tutti hanno “visto un altro<br />

film”, sganciato <strong>dalla</strong> realtà, soltanto nelle<br />

ultime settimane l’opinione pubblica si è forse<br />

resa conto che Eluana Englaro non era attaccata<br />

a nessuna macchina, che non c’erano più<br />

spine da <strong>sta</strong>ccare, che que<strong>sta</strong> ragazza non era<br />

in coma ma in <strong>sta</strong>to vegetativo; cioè dormiva,<br />

si svegliava, le suorine le facevano anche fare<br />

ginnastica. Eppure, per tanti anni, sui quotidiani<br />

e suoi siti internet dei quotidiani, rimbalzava<br />

lo stesso, fuorviante sondaggio:‘E’<br />

giusto o no <strong>sta</strong>ccare la spina?’ Tutti immaginavano<br />

Eluana attaccata a quali macchinari.<br />

Invece, nella cameretta non c’era altro che un<br />

semplicissimo sondino, tante fotografie, dei<br />

bambolotti di peluches e la musica a tutto volume.<br />

In pratica c’era semplicemente una persona.<br />

Una persona che per vivere aveva solo<br />

bisogno di essere aiutata a nutrirsi, idratarsi.<br />

Invece è morta di fame e di sete. Una cosa<br />

disumana. Un omicidio fra i più crudeli che<br />

possono esserci, ha scritto Mario Melazzini.<br />

Ha vinto l’uomo ideologico che per non dire<br />

che vogliamo farla morire di fame e di sete<br />

(ad Eluana) diciamo che è necessario applicare<br />

il protocollo. Come nel caso del bambino<br />

che non vogliamo, invece di dire che lo<br />

uccidiamo nel ventre della mamma diciamo<br />

che la donna fa un’interruzione volontaria di<br />

gravidanza.<br />

Domenico Bonvegna<br />

L I pirito<br />

ibri dello S<br />

A cura di Carla Busato<br />

Barbaglio<br />

I mille volti di Gesù<br />

Edb<br />

pp. 152 €. 11,90<br />

“Mi limito a sottolineare quanto sia significativo<br />

che, per ricordare Giuseppe Barbaglio,<br />

rifletteremo per due giorni su Gesù e<br />

su Paolo, sul messaggio cristiano tra fede<br />

e ricerca. Fede e ricerca. Una fede che non<br />

si accontenta di verità impacchettate e che<br />

cerca sempre: ha già trovato in un certo<br />

senso, ma ancora cerca e non ha paura di<br />

nessuna domanda” (dall’Introduzione di D.<br />

Garrone).<br />

Jean-Pierre Longeat<br />

Una giornata da monaco<br />

Messaggero<br />

pp. 144 €. 11,00<br />

Che cosa capita dietro le pesanti porte di<br />

un monastero? Di che cosa si occupa un<br />

monaco durante la sua giornata? Il silenzio<br />

è obbligatorio? Come poter vivere<br />

giorno dopo giorno celibato e povertà nella<br />

condivisione? L’abate di Ligugé risponde<br />

a tutte queste domande con sincerità e<br />

senza nascondere le difficoltà incontrate,<br />

descrivendo lo svolgersi della giornata di<br />

un monaco.<br />

Riflettiamo con i libRi<br />

Andrea Vacaro<br />

L’ultimo esorcismo<br />

Edb<br />

pp. 150 €. 14,60<br />

Qual è il significato autentico del terzo settore? Quale<br />

posto assume nella evoluzione dello <strong>sta</strong>to sociale?<br />

Con quali ruoli? Qual è il rapporto fra le componenti<br />

del terzo settore? Ha anche un ruolo politico? Sono<br />

alcuni dei temi che vengono sviluppati nella pubblicazione,<br />

guardando agli sviluppi futuri.<br />

A cura di Pietro Boffi<br />

Convivenze e<br />

matrimonio cristiano<br />

Paoline<br />

pp. 129 €. 11,00<br />

In un’epoca in cui l’esigenza di riflettere<br />

sull’identità italiana appare quanto mai sentita,<br />

il volume indaga il rapporto tra Chiesa e identità<br />

culturale nazionale prendendo in esame il<br />

secolo XIX, scelto perché decisivo per la creazione<br />

dell’Italia moderna. Con una forte semplificazione,<br />

si potrebbe affermare che nell’Ottocento<br />

finiva davvero la societas christiana e<br />

nasceva la società moderna.<br />

Don S. Browning<br />

Etica cristiana e psicologie<br />

morali<br />

Edb<br />

pp. 344 €. 32,50<br />

Queste pagine affrontano con umiltà e coraggio<br />

la situazione di abbandono in cui viene a trovarsi<br />

il separato, la descrivono da vicino, invitano a<br />

percorsi concreti per non perdere il contatto con la<br />

comunità ecclesiale.<br />

Godfried Danneels<br />

Il credo<br />

La gioia di credere<br />

Edb<br />

pp. 80 €. 6,90<br />

“Il Credo evoca l’immagine di una compressa<br />

effervescente chiusa nella scatola:<br />

solo quando viene sciolta nell’acqua,<br />

comincia a sprigionare forza. Bisogna<br />

sciogliere il Credo nell’acqua di una vita<br />

vissuta. Dal dovere di credere dobbiamo<br />

passare alla gioia di poter credere”.<br />

(dall’Introduzione).<br />

Bernard Peyrous<br />

Vita di Marthe Robin<br />

Effatà<br />

pp. 400 €. 19,50<br />

Marthe Robin è senza dubbio una delle<br />

figure più affascinanti del XX secolo.<br />

Que<strong>sta</strong> contadina, costretta a letto per<br />

sessant’anni, ha ricevuto nella sua camera<br />

più di centomila persone! Ha cambiato la<br />

vita di centinaia di persone illuminando,<br />

consolando, incoraggiando. E ha fatto tutto<br />

questo re<strong>sta</strong>ndo un’anima semplice, affabile,<br />

diretta, dotata di un buon senso, un<br />

umorismo, un’intelligenza pratica che la<br />

rendevano una creatura eccezionale.<br />

Le nuove scienze ci prospettano una radicale estensione<br />

della vita a seguito di una radicale manipolazione<br />

dell’uomo. I filosofi parlano allora di ‘post-umanità’,<br />

‘homo cyborg’, ‘tecno-umanesimo’. Il volume conduce<br />

attraverso le teorie, gli argomenti e i protagonisti di questo<br />

nuovo passaggio epocale, che tocca la concezione<br />

stessa dell’uomo e che ha ricadute anche sul versante<br />

teologico o, più semplicemente, sulla nostra visione<br />

religiosa.<br />

Giovanni Nervo<br />

Terzo sistema o terzo<br />

settore?<br />

Messaggero<br />

pp. 96 €. 7,00<br />

Il libro fornisce le coordinate principali e qualche<br />

utile indicazione pratica, perché gli operatori pastorali<br />

possano affrontare con equilibrio i delicati<br />

problemi che la presenza di coppie già conviventi<br />

pone alla dinamica dei corsi prematrimoniali,<br />

rifuggendo i due estremi: un atteggiamento di condanna<br />

e rifiuto o una accettazione silenziosa del<br />

dato di fatto.<br />

A cura di Edoardo Barbieri<br />

Chiesa e cultura<br />

nell’Italia dell’Ottocento<br />

Edb<br />

pp. 192 €. 9,80<br />

Che cosa possono imparare l’etica filosofica e la<br />

morale cristiana dai processi psicologici? Come<br />

combinare l’atteggiamento precettistico e lo sviluppo<br />

del senso morale nella persona?<br />

L’autore propone una rispo<strong>sta</strong> approfondita a tali<br />

problemi, nella convinzione che la psicologia<br />

morale contemporanea sia in grado di offrire un<br />

contributo specifico all’etica cristiana<br />

Comunità di Caresto<br />

Siamo separati e<br />

adesso<br />

Effatà<br />

pp. 144 €. 10,00<br />

Romano Penna<br />

Paolo scriba di Gesù<br />

Edb<br />

pp. 240 €. 21,50<br />

Il Nuovo Te<strong>sta</strong>mento si apre con i Vangeli<br />

e gli Atti degli apostoli e solo dopo<br />

compaiono le Lettere di Paolo. Tale disposizione<br />

può suggerire l’idea che i<br />

Vangeli siano i primi scritti su Gesù,<br />

mentre in realtà, dal punto di vi<strong>sta</strong> cronologico,<br />

i primi testi sono dell’Apostolo.<br />

Una ventina d’anni dopo la morte di<br />

Gesù, Paolo comincia infatti a scrivere<br />

alle comunità. Nelle sue lettere autentiche,<br />

per 28 volte viene usato il termine<br />

“evangelo”; il vocabolo ricorre 60 volte<br />

nell’epistolario paolino e 76 volte in tutto<br />

il Nuovo Te<strong>sta</strong>mento.<br />

Niklaus Brantschen<br />

Verso il centro del cuore<br />

Messaggero<br />

pp. 96 €. 8,00<br />

Il nostro tempo è caratterizzato dall’attività<br />

febbrile e dal chiasso. In que<strong>sta</strong><br />

situazione è un dovere salvare il silenzio,<br />

limitare la velocità. E occorre anche<br />

scoprire dentro di noi il luogo in cui<br />

regna il silenzio, il luogo in cui il tempo<br />

e l’eternità si incontrano nella pienezza<br />

del momento presente. Come può l’uomo<br />

trovare il suo centro? Come si può<br />

trovare pienezza e felicità?


N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto<br />

Attualità<br />

Giovannino Guareschi italiano libero<br />

Per ricordare i quarant’anni<br />

<strong>dalla</strong> scomparsa di Giovanni<br />

Guareschi (1908-1968)<br />

si è svolta a Roma, organizzata<br />

dall’Associazione Famiglia Domani,<br />

una tavola rotonda cui hanno<br />

partecipato personalità della<br />

politica e della cultura quali Renato<br />

Farina, deputato del Popolo<br />

della Libertà e giornali<strong>sta</strong> del quotidiano<br />

Libero, Roberto de Mattei,<br />

vicepresidente del Consiglio Nazionale<br />

delle Ricerche, Monica<br />

Mondo, conduttrice dell’emittente<br />

televisiva Sat 2000 nonché<br />

firma de L’Osservatore romano e<br />

lo scrittore Marco Ferrazzoli che<br />

nel corso della serata ha presentato<br />

il suo ultimo saggio: Non solo<br />

don Camillo. L’intellettuale civile<br />

Giovannino Guareschi (L’Uomo<br />

libero, Roma 2009). In apertura<br />

de Mattei ha spiegato brevemente<br />

chi è <strong>sta</strong>to l’intellettuale Giovannino<br />

Guareschi e soprattutto che<br />

cosa ha significato la sua figura<br />

nell’Italia del dopoguerra per la<br />

formazione di intere generazioni.<br />

Due erano le caratteristiche<br />

che qualificavano il Guareschipensiero,<br />

riflesse profondamente<br />

nel Guareschi-uomo. Anzitutto la<br />

fede cattolica, amata e professata<br />

pubblicamente senza falsi timori<br />

e senza vergogna in un periodo<br />

storico in cui dirsi “cristiani”<br />

iniziava ad essere un dato non<br />

più scontato e, soprattutto negli<br />

ambienti culturali che andavano<br />

per la maggiore, si sarebbe rivelato<br />

più un o<strong>sta</strong>colo che un aiuto.<br />

La seconda, ad essa strettamente<br />

collegata, era un anticomunismo<br />

vivo, ragionato, sferzante e mai<br />

retorico. Come ha sottolineato Renato<br />

Farina prendendo la parola<br />

infatti, Guareschi era anticomuni<strong>sta</strong><br />

proprio perché profondamente<br />

cattolico e amante della verità,<br />

della giustizia e della bellezza<br />

(“Odiava il comunismo perché<br />

amava gli uomini” ha ripetuto più<br />

volte l’originale penna di Libero).<br />

Que<strong>sta</strong> integrità morale peraltro,<br />

gli sarebbe co<strong>sta</strong>ta cara più avanti<br />

quando per la fedeltà alla verità<br />

finì per ben due volte in carcere,<br />

anche con la complicità di alcuni<br />

politici democristiani importanti.<br />

Si avvicinava infatti il periodo<br />

del compromesso storico, ovvero<br />

dell’alleanza semplicemente impensabile<br />

fino a pochi anni prima<br />

e da lui mai giustificata, tra l’ideologia<br />

che negava l’esistenza stessa<br />

di Dio (rappresentata in Italia politicamente<br />

dal PCI) e il principale<br />

partito cristiano del Paese che<br />

portava addirittura la croce sullo<br />

stemma. Quelli che oggi si sarebbero<br />

definiti ‘cattolici adulti’ rappresentavano<br />

già per il lungimirante<br />

Guareschi un Cristianesimo<br />

solo di facciata molto pericoloso<br />

poiché di fatto erodevano i voti<br />

dei credenti più semplici e quindi<br />

più puri, per venderli al nemico<br />

di sempre scendendo a compro-<br />

Verso una nuova era<br />

Dove va il mondo? Cosa<br />

<strong>sta</strong> succedendo alla nostra<br />

societàw? Quali sono<br />

gli effettivi rapporti tra Occidente<br />

ed Oriente? Vi è per davvero un<br />

“new deal” nella politica estera<br />

americana? A che punto è il reale<br />

<strong>sta</strong>to di democrazia nel mondo?<br />

Interrogativi questi che giorno<br />

dopo giorno ognuno di noi si dovrebbe<br />

porre, per la realizzazione<br />

di quella “pax mundi” tanto agognata<br />

ed auspicata da tutti. Una serie<br />

di testi sebbene non ci diano la<br />

chiave per poter risolvere a pieno<br />

il problema per lo meno cercano<br />

di farcelo comprendere. Cercano<br />

di farci capire qual è il reale <strong>sta</strong>to<br />

della società contemporanea ed a<br />

che cosa <strong>sta</strong> andando incontro il<br />

cittadino mondiale nella odierna<br />

società globale e globalizzata. Testi<br />

che si badi bene non sono del<br />

tutto “freschi di <strong>sta</strong>mpa”qualcuno<br />

infatti seppur non recente ha però<br />

l’abilità di farci ritenere che la<br />

nostra società non si è totalmente<br />

evoluta. Testi come quello di Ian<br />

Buruma e Avishai Margalit “Occidentalismo”<br />

(Einaudi) analizzano<br />

i pregiudizi e le radici storiche di<br />

un Occidente disumanizzato: esso<br />

è una sorta di “spedizione archeologica”<br />

nella cultura occidentale:<br />

gli autori dimostrano infatti come<br />

l’Occidente senz’anima è capace<br />

solo di un “pensiero-calcolo”,<br />

che non è altro che un’immagine<br />

nata ed alimentata in Occidente.<br />

Una società dove si rovescia nella<br />

versione “occidentali<strong>sta</strong>” dei fondamentalismi<br />

islamici che ritraggono<br />

un’intera società come una<br />

massa di decadenti avidi, premessa<br />

intellettuale alla loro distruzione.<br />

A que<strong>sta</strong> versione dell’occidentalismo<br />

si contrappone un altro<br />

libro dell’intellettuale palestinese<br />

Edward Said “Orirntalismo” (Feltrinelli)<br />

in cui si ipotizza la visione<br />

degli occidentali sull’Oriente. Una<br />

sorta di dialogo a di<strong>sta</strong>nza dove il<br />

termine “orientalismo” indica i diversi<br />

modi in cui la cultura europea<br />

ha cercato di conoscere e appropriarsi<br />

dell’Oriente, ricavandone<br />

una nozione collettiva che ha permesso<br />

di identificare un “noi” europei<br />

in contrapposizione agli “altri”<br />

non europei. L’analisi di Said<br />

muove dall’accezione più classica<br />

- orientalismo come insieme delle<br />

discipline accademiche che studiano<br />

usi, costumi, letteratura e<br />

storia - per poi passare all’esame<br />

dell’orientalismo come concezione<br />

culturale fondata su una distinzione<br />

ontologica tra Oriente e<br />

Occidente, fonte di molte opere di<br />

scrittori e pensatori. Con intenti diversi<br />

si muove lo scrittore <strong>sta</strong>tunitense<br />

Noam Chomsky che nel saggio<br />

“Il bene comune” (Piemme) si<br />

rende portavoce di un’emozionata<br />

difesa della forza della democrazia<br />

– in particolare quella americana –<br />

nel mondo contemporaneo. Un sistema<br />

in cui crescono a dismisura<br />

il potere e i privilegi della sparuta<br />

minoranza dei più ricchi a dispetto<br />

della maggioranza dei cittadini<br />

non può dirsi una democrazia. Lo<br />

aveva già capito Aristotele, anche<br />

se oggi le sue paiono le parole di<br />

un pericoloso radicale contemporaneo.<br />

Parte da qui que<strong>sta</strong> lucida<br />

invettiva che analizza, denuda e<br />

denuncia misfatti e menzogne con<br />

cui i centri di potere finanziari e<br />

le multinazionali cercano di paralizzare<br />

le istituzioni democratiche<br />

ed assumerne il controllo. E senza<br />

offrire illusorie formule magiche,<br />

Chomsky invita a riappropriarsi<br />

di strumenti e spazi che consentano<br />

di essere realmente cittadini<br />

e non solo sudditi ed obbedienti<br />

consumatori. Sulla stessa linea si<br />

muove un altro scrittore <strong>sta</strong>tunitense<br />

Charles A. Kupchan che nel<br />

“La fine dell’era americana” (Vita<br />

e pensiero) invita gli USA a rivedere<br />

la sua politica estera, abbandonando<br />

la sua posizione “unilaterali<strong>sta</strong>”,<br />

assunta negli ultimi tempi.<br />

Negli anni Novanta in effetti era<br />

opinione diffusa che la caduta del<br />

muro di Berlino avesse decretato<br />

il trionfo della democrazia liberale<br />

e del capitalismo di mercato, cancellando<br />

l’ultima grande linea di<br />

demarcazione ideologica. Sarebbe<br />

cominciata un’era di prosperità<br />

economica e di pace <strong>sta</strong>bile, sotto<br />

l’egida dell’unica superpotenza<br />

planetaria rima<strong>sta</strong>: gli Stati Uniti.<br />

In realtà la fine della Guerra Fredda<br />

ha segnato paradossalmente<br />

non la vittoria definitiva dell’America,<br />

ma l’avvio del suo declino e<br />

un periodo di forte in<strong>sta</strong>bilità. L’incalzare<br />

di concorrenti economici e<br />

politici, quali la Cina e la stessa<br />

Unione Europea, non si concilia<br />

con il dominante “unilateralismo”<br />

americano in materia di politica<br />

estera ed impone all’America di<br />

ridefinire la sua egemonia mondiale.<br />

I reali ed effettivi rapporti<br />

tra Europa e Stati Uniti vengono<br />

approfonditi in un saggio del politologo<br />

Timothy Garton Ash. Egli<br />

analizza in “Free world” (Mondadori)<br />

le consonanze ed i contrasti<br />

nella lotta al terrorismo, ma non<br />

solo, tra le due superpotenze. In<br />

verità negli ultimi anni, almeno dal<br />

momento in cui gli Stati Uniti hanno<br />

iniziato ad avanzare l’ipotesi di<br />

un attacco contro l’Iraq di Saddam<br />

Hussein, è andato profilandosi una<br />

sorta di scontro fra l’Europa e gli<br />

USA, in cui i partiti di destra e<br />

quelli di sinistra di ciascun paese<br />

si sono profondamente divisi tra<br />

posizioni “europeiste” ed attente<br />

alla collegialità delle decisioni in<br />

campo internazionale, e posizioni<br />

“atlantiste”, dove la minaccia<br />

del terrorismo che prende origine<br />

dall’Islam radicale renderebbe<br />

necessario un allineamento con la<br />

politica di George W. Bush e le<br />

sue scelte unilaterali. In questo libro<br />

Timothy Garton Ash sostiene<br />

come queste divisioni siano assolutamente<br />

dannose per entrambe<br />

le parti. Da ultimo il premio Nobel<br />

per l’economia 1998, Amartya<br />

Sen, ha voluto tracciare nel suo<br />

libro “La democrazia degli altri.<br />

Perché la libertà non è un’invenzione<br />

dell’Occidente.” (Mondadori),<br />

le difficoltà incontrate <strong>dalla</strong><br />

coalizione angloamericana nel secondo<br />

dopoguerra iracheno, sostenendo<br />

che esse hanno portato alla<br />

ribalta il problema della possibilità<br />

di “esportare” forme di governo<br />

democratico, di matrice occidentale,<br />

in paesi che ne sono privi. Inserendosi<br />

in questo acceso dibattito<br />

Amartya Sen, illustra l’esistenza<br />

di secolari tradizioni democratiche<br />

in paesi attualmente oppressi<br />

da regimi totalitari, e invita a non<br />

commettere un ulteriore peccato<br />

di “imperialismo culturale”: l’appropriazione<br />

indebita dell’idea di<br />

democrazia. L’autore ci suggerisce<br />

di esplorare e sviluppare quegli<br />

aspetti della democrazia che<br />

sono valori condivisi <strong>dalla</strong> storia<br />

Guareschi con la famiglia<br />

messi perfino sui punti fondamentali<br />

dell’antropologia cristiana<br />

(anzitutto l’indissolubilità del<br />

vincolo matrimoniale e il valore<br />

assoluto della vita umana). “Sono<br />

un borghese di destra, un reazionario”:<br />

così si definiva l’autore<br />

di Don Camillo e Peppone, forse<br />

l’unico vero cantore della famiglia<br />

italiana dai tempi dell’immortale<br />

Alessandro Manzoni de I<br />

promessi sposi. Si appassionava<br />

quindi alla politica ma senza entrare<br />

nell’agone in prima persona<br />

proprio perché si reputava uno<br />

scrittore e viveva di scrittura, o,<br />

in senso più ampio: di cultura<br />

(fu anche giornali<strong>sta</strong>, saggi<strong>sta</strong> e<br />

regi<strong>sta</strong> cinematografico). Politico<br />

ma non partitico dunque, come<br />

ha sostenuto Monica Mondo, eppure<br />

appassionato come pochi lo<br />

sono <strong>sta</strong>ti dei valori più alti della<br />

libertà, del dovere quotidiano,<br />

dell’onore civile: una sorta di<br />

‘intellettuale totale’. Secondo la<br />

giornali<strong>sta</strong> il nome di Guareschi<br />

Napoli - Rivolgendosi a se<br />

stesso, Mefistofele così<br />

si congeda a fine spettacolo,<br />

con<strong>sta</strong>tando che l’anima<br />

del suo Faust è presa in consegna<br />

dagli angeli: Che vergogna per<br />

il più astuto dei diavoli! Mefisto<br />

hai perduto. Ancora una volta sei<br />

rimasto solo. Si chiude con il sapore<br />

della commedia un testo che<br />

ha tutti i caratteri della tragedia. Il<br />

“Faust” di Johann Wolfgang Goethe,<br />

come lo stesso scrittore lo<br />

definiva, è un grande gioco molto<br />

serio, cercando con un ossimoro<br />

una sintesi letteraria difficile<br />

da trovare. Perché il Faust non è<br />

solo un patto con il diavolo, che<br />

è diventato finanche un modo di<br />

dire, ma l’insieme delle contraddizioni<br />

umane, uno scontro tra<br />

ragione e sentimento, desiderio<br />

di andare oltre e paura di rischiare,<br />

come quando a un bivio per<br />

un attimo ti fermi, sai che tornare<br />

indietro non si può e allora<br />

scegli una strada delle due e sai<br />

anche che al primo passo seguirà<br />

un secondo e tanti ancora; e tutto<br />

il mondo cambia intorno, da una<br />

scelta dipendono anche i destini<br />

altrui… Il fascino del testo di<br />

Goethe, vissuto nella fruizione di<br />

una messinscena teatrale, smuove<br />

le coscienze, impone di fermarsi e<br />

ragionare sulla nostra condizione<br />

di uomini, ora tragica ora eroica,<br />

ora degna ora insignificante. Se<br />

poi lo spettacolo è quello messo in<br />

scena <strong>dalla</strong> compagnia di Glauco<br />

Mauri e Roberto Sturno, allora si<br />

assiste, attorno a un pilastro della<br />

11<br />

Il Faust di Goethe al teatro Bellini<br />

dell’umanità intera. In conclusione<br />

si può affermare che tutti questi<br />

saggi hanno la facoltà di offrire<br />

al lettore una visione effettiva del<br />

pensiero politico, economico e<br />

sociale contemporaneo in cui illustri<br />

intellettuali hanno voluto dire<br />

ancora oggi continua<br />

a dividere<br />

gli italiani: “per i<br />

suoi detrattori rappresenta<br />

un’Italia<br />

arruffona, bigotta,<br />

superstiziosa e<br />

ignorante. A nostro<br />

avviso invece quella<br />

di Guareschi è<br />

un’Italia umanissima<br />

e popolare<br />

che preferisce la<br />

canonica o l’aia<br />

al loft”. Come<br />

infatti hanno dimostrato alcuni<br />

interventi di personalità politiche<br />

proiettati durante la serata<br />

insieme ad estratti dei film di<br />

Don Camillo e Peppone, Guareschi<br />

era temuto proprio perché<br />

amante dei valori umani più<br />

autentici, in definitiva cristiani:<br />

“Era il nostro nemico” ammise<br />

una volta Miriam Mafai. Marco<br />

Ferrazzoli, in conclusione, ha<br />

spiegato che era l’ansia missionaria<br />

dello scrittore cattolico a<br />

preoccupare, a ragione, il comuni<strong>sta</strong><br />

di allora: “Guareschi<br />

non vedeva nel marxi<strong>sta</strong> un<br />

nemico, ma qualcuno da convertire.<br />

Per lui il comuni<strong>sta</strong><br />

emiliano medio era un piccolo<br />

borghese, proveniente <strong>dalla</strong><br />

tradizione cattolica, che tentava<br />

di affrancarsi <strong>dalla</strong> sua<br />

condizione di sottoproletario,<br />

quindi qualcuno che, in fondo,<br />

poteva essere salvato”.<br />

Omar Ebrahime<br />

letteratura teatrale, alla costruzione<br />

di un edificio di una bellezza<br />

assoluta. Mauri (che cura anche<br />

la regia) e Sturno si alternano nei<br />

ruoli di Faust e Mefistofele, che<br />

più che protagoni<strong>sta</strong> e antagoni<strong>sta</strong><br />

(come dovrebbe essere, condizione<br />

necessaria per far scorrere la<br />

narrazione) sono due protagonisti<br />

(sia la coppia Faust/Mefistofele,<br />

considerando la complessità dei<br />

loro caratteri, sia la coppia Mauri/<br />

Sturno, per la purezza della recitazione).<br />

Il vecchio Faust (Mauri)<br />

cede alla tentazione di tornare<br />

giovane, vestendo i panni di Mefistofele<br />

(Sturno), e ripercorre alcuni<br />

sentieri della vita, l’amore, il<br />

potere, la ricchezza, provocando<br />

purtroppo dolore agli altri e anche<br />

a se stesso. Rendendosi conto,<br />

solo alla fine del suo percorso terreno<br />

che la libertà, come la vita, è<br />

un premio che merita solo chi se<br />

la deve conqui<strong>sta</strong>re giorno dopo<br />

giorno. A di<strong>sta</strong>nza di due secoli il<br />

testo manife<strong>sta</strong> una sconvolgente<br />

attualità, anche grazie alla efficace<br />

traduzione e all’adattamento<br />

teatrale di Dario <strong>Del</strong> Corno e<br />

Glauco Mauri. Le scene che cambiano<br />

continuamente (di Mauro<br />

Carosi), i costumi (di Odette Nicoletti)<br />

e le musiche (di Germano<br />

Mazzocchetti), uniti alla bravura<br />

e professionalità di tutti gli attori<br />

rendono lo spettacolo un importante<br />

appuntamento con il teatro<br />

inteso come la più nobile produzione<br />

della letteratura.<br />

Vincenzo De Luca<br />

la loro sull’autentico significato e<br />

ruolo della nostra società contemporanea<br />

per un’umanità condivisa,<br />

dove ognuno si possa sentire<br />

“cittadino del mondo”.<br />

Mario A<strong>sta</strong>rita


12 Cultura<br />

N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto<br />

Massimo Introvigne<br />

domani smetto”<br />

di Alessandro Q.<br />

“Facebook:<br />

Ferrari (Castelvecchi,<br />

Roma 2009) è un romanzo intelligente<br />

e che fa riflettere. Ferrari,<br />

del resto, è uno degli autori dei fumetti<br />

che di recente hanno rilanciato<br />

la Walt Disney Italia con un<br />

successo anche internazionale ritornando<br />

alla “linea chiara” e alle<br />

storie semplici e comprensibili, e<br />

dimenticando le tentazioni d’imitare<br />

i giapponesi. Il romanzo non<br />

si consiglia ai bambini per il riferimento<br />

insistito e che sembra ormai<br />

obbligatorio in ogni opera di<br />

narrativa che si voglia vendere a<br />

un certo libertinismo sessuale: ma<br />

anche questo del resto fa parte di<br />

Facebook. In breve, l’opera – che<br />

ha una tecnica che si potrebbe definire<br />

cinematografica – mette in<br />

scena una serie di persone che si<br />

avvicinano più o meno casualmente<br />

a Facebook e – dopo qualche<br />

esperienza che in alcuni casi<br />

non è negativa – ne finiscono<br />

completamente risucchiate, dedicando<br />

al “social network” un numero<br />

spropositato di ore e finendo<br />

per perdere gli amici, le fidanzate<br />

e anche il lavoro. Il paragone con<br />

la droga è proposto in modo esplicito<br />

e insistito. Tramite gli “amici<br />

di amici” su Facebook alla fine<br />

molti dei protagonisti s’incontrano.<br />

Non per tutti la storia è a lieto<br />

fine, anzi lo è solo per coloro che<br />

riescono a smettere e ad abbandonare<br />

Facebook (alcuni abbandonano<br />

Internet in generale, e una<br />

delle protagoniste se ne va senza<br />

computer in Tailandia). Una prima<br />

osservazione è che il libro descrive<br />

due problemi reali, il primo<br />

è <strong>sta</strong>to studiato da psicologi e psichiatri<br />

già da molti anni: il rischio<br />

di una dipendenza da Internet che<br />

ricorda la dipendenza <strong>dalla</strong> droga<br />

e che isola chi ne è vittima dal<br />

mondo reale. Gli studi risalgono<br />

in gran parte a un’epoca in cui Facebook<br />

non c’era, e certo Facebook<br />

rischia oggi di aggravare il<br />

problema. Il secondo problema è<br />

al centro dello studio sociologico<br />

di Internet avviato, con altri, da<br />

Tim Jordan: si tratta del cosiddetto<br />

“information overload” (sovraccarico<br />

d’informazioni). Grazie<br />

a, o per colpa di, Internet riceviamo<br />

più informazioni di quante<br />

siamo capaci di assorbire, vagliare<br />

e organizzare e alla fine entriamo<br />

in <strong>crisi</strong>. Anche qui, Facebook<br />

può aggravare il problema. Se<br />

dunque questi problemi sono reali,<br />

vi è un aspetto su cui il libro appare<br />

parziale e datato. Nel febbraio<br />

2009 Facebook ha annunciato<br />

che gli utenti che sono su Facebook<br />

(che oggi sono più di duecento<br />

milioni, non più i centocinquanta<br />

ß<br />

Facebook: domani smetto<br />

Una nota sui rapporti tra Facebook e religione<br />

milioni citati dal romanzo) principalmente<br />

per business o cause<br />

non profit sono diventati la maggioranza.<br />

Per la verità per il business<br />

a fini di lucro altri strumenti<br />

continuano a essere più importanti<br />

di Facebook, mentre quest’ultimo<br />

è forse lo strumento più rilevante<br />

al mondo per cause politiche<br />

(Obama insegna), religiose,<br />

culturali e sociali. Di questo in<br />

“Facebook: domani smetto” non<br />

c’è traccia. I protagonisti del romanzo<br />

sono su Facebook principalmente<br />

per quello che in gergo<br />

giovanile si chiama genericamente<br />

“cazzeggio” o per cercare avventure<br />

amorose. Personaggi simili,<br />

naturalmente, su Facebook<br />

ci sono e anzi pullulano: ma forse<br />

non sono (più) la maggioranza. Il<br />

romanzo di Ferrari m’interroga e<br />

stimola una riflessione non solo<br />

come sociologo ma anche come<br />

cattolico. Facebook e altri stru-<br />

Papa Benedetto XVI<br />

menti simili sono “buoni” o “cattivi”<br />

per il cristiano? Il problema<br />

è <strong>sta</strong>to affrontato anche dal Magistero,<br />

in particolare attraverso due<br />

documenti cruciali: il Messaggio<br />

di Giovanni Paolo II per la<br />

XXXVI Giornata mondiale delle<br />

comunicazioni sociali “Internet,<br />

un nuovo Forum per proclamare<br />

il Vangelo”, del 24 gennaio 2002,<br />

e il Messaggio di Benedetto XVI<br />

per la XLIII Giornata mondiale<br />

delle comunicazioni sociali “Nuove<br />

tecnologie, nuove relazioni”,<br />

del 24 gennaio 2009. Le date sono<br />

significative: Facebook è nato nel<br />

2004 nelle università e si è esteso<br />

fuori dell’ambiente universitario<br />

nel 2006, così che il documento di<br />

Giovanni Paolo II si situa prima<br />

dell’esplosione di questo strumento.<br />

Al riguardo, è anzitutto<br />

necessario evitare quello che i sociologi<br />

di Internet chiamano (ma<br />

l’espressione è più antica di Internet)<br />

«determinismo tecnologico»,<br />

la convinzione cioè che novità<br />

tecnologiche determinino automaticamente<br />

conseguenze sociali,<br />

e che queste conseguenze siano<br />

permanenti. Quanto al primo punto,<br />

le conseguenze non sono mai<br />

automatiche ma dipendono da un<br />

numero molto alto di variabili.<br />

Quanto al secondo, la velocità con<br />

cui la tecnologia muta rende molto<br />

incauto chi pensa a conseguenze<br />

permanenti o punta tutte le sue<br />

fiche su strumenti che diventano<br />

rapidamente obsoleti. Per rimanere<br />

all’Italia, chi non ricorda i proclami<br />

di Beppe Grillo secondo cui<br />

i blog avrebbero dominato la politica,<br />

pronunciati proprio mentre<br />

negli Stati Uniti (come poi sarebbe<br />

successo anche in Italia) Facebook<br />

<strong>sta</strong>va rendendo ampiamente<br />

obsoleti i blog? O gl’investimenti<br />

di Antonio Di Pietro per costruirsi<br />

una presenza su Second Life, uno<br />

strumento che si è rivelato del tutto<br />

effimero? Anche Facebook, che<br />

oggi è sulla cre<strong>sta</strong> dell’onda, con<br />

ogni probabilità sarà superato tra<br />

qualche anno da qualche cos’altro.<br />

La storia della tecnologia è<br />

sottopo<strong>sta</strong> a continue accelerazioni.<br />

Insegna dunque Giovanni Paolo<br />

II che la Chiesa proclama sempre<br />

la stessa dottrina, ma le transizioni<br />

tecnologiche esigono che<br />

que<strong>sta</strong> proclamazione avvenga<br />

tramite «nuove forme di evangelizzazione»,<br />

le quali richiedono<br />

che la Chiesa «impari a parlare le<br />

diverse lingue» che di volta in<br />

volta emergono. Oggi si tratta di<br />

«Internet [che] può offrire magnifiche<br />

opportunità di evangelizzazione<br />

se utilizzato con competenza<br />

e con una chiara consapevolezza<br />

della sua forza e delle sue<br />

debolezze». Internet spesso «rende<br />

possibile un primo incontro<br />

con il messaggio cristiano, in particolare<br />

ai giovani, che sempre più<br />

ricorrono al ciberspazio quale finestra<br />

sul mondo». Naturalmente,<br />

non tutto va per il meglio: «Internet<br />

ridefinisce in modo radicale il<br />

rapporto psicologico di una persona<br />

con lo spazio e con il tempo.<br />

Attrae l’attenzione ciò che è tangibile,<br />

utile, subito disponibile.<br />

Può venire a mancare lo stimolo a<br />

un pensiero e a una riflessione più<br />

profondi, mentre gli esseri umani<br />

hanno bisogno vitale di tempo e di<br />

tranquillità interiore per ponderare<br />

ed esaminare la vita e i suoi misteri<br />

e per acquisire gradualmente<br />

un maturo dominio di sé e del<br />

mondo che li circonda. La comprensione<br />

e la saggezza sono il<br />

frutto di uno sguardo contemplativo<br />

sul mondo e non derivano <strong>dalla</strong><br />

mera acquisizione di fatti, seppur<br />

interessanti. Sono il risultato di<br />

un’intuizione che penetra il significato<br />

più profondo delle cose in<br />

relazione fra loro e con tutta la realtà.<br />

Inoltre, quale “forum” in cui<br />

praticamente tutto è accettabile e<br />

quasi nulla è duraturo, Internet favorisce<br />

un modo di pensare relativistico<br />

e a volte alimenta la fuga<br />

<strong>dalla</strong> responsabilità e dall’impegno<br />

personali». Come ovviare a<br />

questi problemi? È necessario, risponde<br />

Giovanni Paolo II, che «la<br />

comunità cristiana escogiti modi<br />

molto pratici per aiutare coloro<br />

che entrano in contatto per la prima<br />

volta attraverso Internet, a<br />

passare dal mondo virtuale del ciberspazio<br />

al mondo reale della comunità<br />

cristiana». «Il fatto che<br />

mediante Internet le persone moltiplichino<br />

i loro contatti in modi<br />

finora impensabili offre meravigliose<br />

possibilità alla diffusione<br />

del Vangelo. Ma è anche vero che<br />

rapporti mediati elettronicamente<br />

non potranno mai prendere il posto<br />

del contatto umano diretto, richiesto<br />

da un’evangelizzazione<br />

autentica. Infatti l’evangelizzazione<br />

dipende sempre <strong>dalla</strong> testimonianza<br />

personale di colui che è<br />

<strong>sta</strong>to mandato a evangelizzare (cfr<br />

Rm 10, 14-15)». Queste ultime<br />

parole di Giovanni Paolo II sembrano<br />

davvero profetiche se riferite<br />

ai social network come Facebook,<br />

che allora non esistevano.<br />

Forniscono già la chiave di quello<br />

che Papa Wojtyla metteva a tema:<br />

il corretto «utilizzo di Internet per<br />

la causa dell’evangelizzazione».<br />

Facebook, infatti, in modo molto<br />

più immediato e interattivo di un<br />

sito Internet o di un blog moltiplica<br />

la visibilità delle bandiere (Facebook<br />

come si è accennato ha<br />

ora superato i duecento milioni di<br />

utenti: le dimensioni di «un continente»<br />

per usare l’espressione di<br />

Benedetto XVI), e fa nascere rapporti<br />

virtuali che il gergo dei creatori<br />

dello strumento chiama precisamente<br />

«amicizie». Che cosa<br />

pensare di queste amicizie? Risponde,<br />

nel secondo dei documenti<br />

citati, lo stesso Benedetto<br />

XVI. Anzitutto, il desiderio di<br />

stringere nuove amicizie, sia pure<br />

virtuali, non è di per sé negativo:<br />

«Questo desiderio di comunicazione<br />

e amicizia è radicato nella<br />

nostra stessa natura di esseri umani<br />

e non può essere adeguatamente<br />

compreso solo come rispo<strong>sta</strong><br />

alle innovazioni tecnologiche.<br />

Alla luce del messaggio biblico,<br />

esso va letto piuttosto come riflesso<br />

della nostra partecipazione al<br />

comunicativo ed unificante amore<br />

di Dio, che vuol fare dell’intera<br />

umanità un’unica famiglia. Quando<br />

sentiamo il bisogno di avvicinarci<br />

ad altre persone, quando vogliamo<br />

conoscerle meglio e farci<br />

conoscere, stiamo rispondendo<br />

alla chiamata di Dio – una chiamata<br />

che è impressa nella nostra<br />

natura di esseri creati a immagine<br />

e somiglianza di Dio, il Dio della<br />

comunicazione e della comunione».<br />

Ma anche qui c’è un rovescio<br />

di medaglia: «occorre essere attenti<br />

a non banalizzare il concetto<br />

e l’esperienza dell’amicizia. Sarebbe<br />

triste se il nostro desiderio<br />

di sostenere e sviluppare on-line<br />

le amicizie si realizzasse a spese<br />

della disponibilità per la famiglia,<br />

per i vicini e per coloro che si incontrano<br />

nella realtà di ogni giorno,<br />

sul posto di lavoro, a scuola,<br />

nel tempo libero. Quando, infatti,<br />

il desiderio di connessione virtua-<br />

ß<br />

le diventa ossessivo, la conseguenza<br />

è che la persona si isola,<br />

interrompendo la reale interazione<br />

sociale. Ciò finisce per disturbare<br />

anche i modelli di riposo, di<br />

silenzio e di riflessione necessari<br />

per un sano sviluppo umano».<br />

Chiunque abbia letto il romanzo<br />

di Ferrari, ma anche chiunque non<br />

si comporti come i protagonisti di<br />

quel libro e tuttavia sappia quanto<br />

tempo porta via Facebook se lo si<br />

vuole utilizzare in modo sistematico<br />

e coerente al servizio di una<br />

causa, e quanto possa sottrarre al<br />

sonno o ad altre attività, non potrà<br />

non sentire come rivolto a sé il<br />

monito del Papa. Se dunque la<br />

prima indicazione – che vale per<br />

ogni tecnologia – è quella di considerare<br />

anche Facebook (e ogni<br />

altro strumento Internet di ieri, di<br />

oggi e di domani) come un mezzo,<br />

non come un fine, di dominare<br />

la tecnologia e di non lasciarsene<br />

dominare, la seconda è quella<br />

– già sottolineata con grande vigore<br />

da Giovanni Paolo II nel<br />

2002 – di non banalizzare l’amicizia<br />

rinchiudendola nel cerchio<br />

virtuale, e di passare sistematicamente<br />

e dove si può dall’amicizia<br />

virtuale all’amicizia nel mondo<br />

reale. Dal magistero pontificio ricaviamo<br />

dunque le seguenti indicazioni:<br />

I nuovi strumenti, come<br />

ogni strumento, presentano insieme<br />

occasioni e rischi (tra cui quello<br />

di esserne assorbiti, introducendo<br />

nella propria vita rapporti distorti<br />

e malsani con il tempo), ma<br />

non devono essere considerati di<br />

per sé negativi, anzi offrono «meravigliose<br />

possibilità alla diffusione<br />

del Vangelo». Chi si trova nelle<br />

possibilità di farlo deve trarre profitto<br />

da queste possibilità: «Carissimi,<br />

sentitevi impegnati ad introdurre<br />

nella cultura di questo nuovo<br />

ambiente comunicativo e informativo<br />

i valori su cui poggia la vostra<br />

vita!» (Benedetto XVI). L’apostolato<br />

via Internet e via Facebook<br />

non può né deve essere affrontato<br />

in modo casuale e dilettantesco:<br />

«Nei primi tempi della Chiesa, gli<br />

Apostoli e i loro discepoli hanno<br />

portato la Buona Novella di Gesù<br />

nel mondo greco-romano: come<br />

allora l’evangelizzazione, per essere<br />

fruttuosa, richiese l’attenta comprensione<br />

della cultura e dei costumi<br />

di quei popoli pagani nell’intento<br />

di toccarne le menti e i cuori,<br />

così ora l’annuncio di Cristo nel<br />

mondo delle nuove tecnologie<br />

suppone una loro approfondita<br />

conoscenza per un conseguente<br />

adeguato utilizzo» (ibid.). L’apostolato<br />

funziona quando passa da<br />

online a offline cioè quando finalmente<br />

si conosce di persona chi<br />

per qualche tempo abbiamo conosciuto<br />

solo su Facebook. Concludo<br />

ringraziando Ferrari per lo stimolo<br />

offerto dal romanzo e citando<br />

Giovanni Paolo II: «Internet<br />

permette a miliardi di immagini di<br />

apparire su milioni di schermi in<br />

tutto il mondo. Da que<strong>sta</strong> galassia<br />

di immagini e suoni, emergerà il<br />

volto di Cristo? Si udirà la sua<br />

voce? Perché solo quando si vedrà<br />

il Suo Volto e si udirà la Sua<br />

voce, il mondo conoscerà la “buona<br />

notizia” della nostra redenzione.<br />

Questo è il fine dell’evangelizzazione<br />

e questo farà di Internet<br />

uno spazio umano autentico, perché<br />

se non c’è spazio per Cristo,<br />

non c’è spazio per l’uomo».


N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto<br />

Cultura<br />

La rialibilitazione di Calvino e la devozione a Galileo<br />

La cultura ecclesiastica in mano a lettori di sussidiari scolastici<br />

Credevamo passata la moda<br />

facile delle riabilitazioni.<br />

<strong>Del</strong>le riabilitazioni, delle<br />

scuse e dei pentimenti. Ovviamente<br />

dei pentimenti di esponenti<br />

importanti del Cattolicesimo i<br />

quali, a di<strong>sta</strong>nza di secoli, scoprono<br />

che la Chiesa cui appartengono<br />

e in cui hanno studiato e fatto carriera,<br />

ha o avrebbe commesso irreparabili<br />

colpe nei confronti dei<br />

dissidenti del passato, rendendosi<br />

protagoni<strong>sta</strong> di carcerazioni e processi<br />

ingiusti, stragi e persecuzioni.<br />

Insomma, da Società perfetta<br />

missionaria e martire per sua natura,<br />

la Chiesa cattolica lungo la<br />

sua storia si sarebbe dimostrata<br />

legata al potere, persecutrice dei<br />

deboli, chiusa al progresso, e persino<br />

più che fallibile. Evidentemente<br />

le passate riabilitazioni di<br />

discutibili personaggi storici non<br />

sembrano essere ba<strong>sta</strong>te. Una<br />

nuova tornata, sollecitata dall’ansia<br />

di super-esposizione mediatica<br />

da parte di esponenti ecclesiastici<br />

in cerca di pubblicità, insieme alla<br />

solita tirata sul processo a Galileo,<br />

getta nell’agone anche un uomo<br />

come Calvino, ossia il riformatore<br />

religioso che con le persecuzioni<br />

ha in effetti molto a che vedere;<br />

certamente non come perseguitato<br />

ma nella veste di feroce persecutore,<br />

e di insaziabile aguzzino assetato<br />

di sangue. Ricordate i sussidiari<br />

scolastici che parlavano<br />

dei roghi delle streghe, dell’Inquisizione,<br />

del sole che la Chiesa credeva<br />

fosse in movimento e che <strong>sta</strong><br />

fermo, della Terra ritenuta piatta<br />

ma che invece è rotonda? e ricordate<br />

la bella storia sulla persecuzione<br />

papale dei Templari o sui<br />

dolci che Maria Antonietta chiedeva<br />

fossero dati al popolo affamato<br />

che chiedeva pane? e il famoso<br />

“grido di dolore” che Vittorio<br />

Emanuele II diceva di sentir<br />

levarsi da tante parti dell’Italia<br />

che lui (o meglio, i suoi politici<br />

massoni) intendeva liberare strappandole<br />

ai sovrani legittimi? Sembra<br />

incredibile ma generazioni di<br />

studenti, anche di quelli che sarebbero<br />

poi diventati classe dirigente<br />

nel Paese, sono <strong>sta</strong>ti spiritualmente<br />

cresciuti e plasmati assorbendo<br />

queste ed altre infinità<br />

di bugie storiche. Mistificazioni<br />

risorgimentali, storia scritta dai<br />

vincitori, in cui i roghi allestiti dai<br />

prote<strong>sta</strong>nti sono <strong>sta</strong>ti confusi con<br />

persecuzioni scatenate <strong>dalla</strong> Chiesa;<br />

o due sante persone come Luigi<br />

XVI e Maria Antonietta, esempi<br />

di virtù umane e di mistica regalità,<br />

sono <strong>sta</strong>te rispettivamente<br />

Giovanni Calvino (1509-1564)<br />

Galileo Galilei (1564-1642)<br />

raffigurate come un cretino e una<br />

donna di facili costumi. Nono<strong>sta</strong>nte<br />

in Italia e all’estero studi<br />

serissimi (che si possono consultare<br />

o acqui<strong>sta</strong>re in qualsiasi libreria)<br />

abbiano fatto giustizia di questi<br />

falsi e volgari luoghi comuni,<br />

ancora resiste, in Italia e all’estero,<br />

chi non fa giustizia degli antichi<br />

esempi imparati nelle aule<br />

scolastiche; ed alla propria pretesa<br />

cultura non aggiunge critica e<br />

ricerca di autentico rigore. L’articolo<br />

dell’accademico di Francia<br />

Alain Besançon apparso sull’Osservatore<br />

Romano, e in cui si “riabilita”<br />

la figura di Calvino, parla<br />

di meriti e di “impronte” indelebili<br />

da lui lasciate sulla faccia della<br />

Terra, di un “patrimonio” cristiano<br />

di modernità interpretativa e di<br />

rilancio della Fede che avrebbero<br />

fatto grandi le Nazioni più progredite<br />

del mondo occidentale. In realtà<br />

l’articolo lascia increduli sui<br />

destini delle fonti di informazione<br />

cattoliche e sul benessere dell’Accademia<br />

di Francia “I cattolici<br />

non sanno la storia -ha risposto<br />

dalle pagine del quotidiano La<br />

Stampa il grande storico Franco<br />

Cardini (3 luglio 2009)-. Dimenticano<br />

le sanguinose guerre e divisioni<br />

provocate in Europa e le<br />

centinaia di povere donne che<br />

Calvino ha fatto bruciare. Se si<br />

fosse trattato di Torquemada se ne<br />

sarebbero ricordati. Eppure Calvino<br />

creò un sistema liberticida, totalitario,<br />

un regime radicale e intollerante<br />

poi riprodotto da quei<br />

‘moralizzatori’ e ‘onesti’ dei quali<br />

bisogna avere paura come Robespierre<br />

e il nazi<strong>sta</strong> Goebbels”. Si<br />

tratta di osservazioni già diffuse<br />

nell’Ottocento da Bartolo Longo<br />

il quale da perfetto uomo di cultura,<br />

ricordava lo storico prote<strong>sta</strong>nte<br />

Picot come testimone<br />

delle più nefande perversioni<br />

di Calvino e del suo malato desiderio<br />

di veder scorrere sangue<br />

umano dinanzi ai propri<br />

occhi. A poche ore di di<strong>sta</strong>nza<br />

<strong>dalla</strong> beatificazione laica di<br />

Calvino, è <strong>sta</strong>ta la volta di Galileo.<br />

Su quest’ultimo si è già<br />

parlato moltissimo, prima della<br />

recente uscita del vescovo<br />

che lo ha riproposto come<br />

esempio di povero perseguitato.<br />

L’ignoranza più nera ha infatti<br />

lasciato credere per anni<br />

che la Chiesa di Roma, ritenendo<br />

conforme a Verità di<br />

Fede il linguaggio figurato<br />

della Bibbia, abbia condannato<br />

lo scienziato per il solo motivo<br />

di aver voluto dimostrare<br />

un sistema astronomico da<br />

quello tolemaico, cui il Cattolicesimo<br />

avrebbe fatto riferimento.<br />

Niente di più<br />

falso anche in questo caso.<br />

In primo luogo, Galileo non<br />

fu altro se non un diffusore<br />

del sistema copernicano,<br />

ossia del principio scientifico<br />

secondo cui il sole rimane<br />

fermo mentre la Terra e<br />

gli altri pianeti gli si muovono<br />

intorno. Che ne pensasse<br />

la Chiesa è ben noto.<br />

Il Papa Paolo III ricevette<br />

dallo stesso canonico polacco<br />

Niccolò Copernico, il<br />

libro in cui egli spiegava,<br />

con dotte osservazioni<br />

scientifiche, que<strong>sta</strong> teoria.<br />

E il libro, scritto dunque da<br />

un sacerdote, era dedicato<br />

allo stesso Pontefice il quale ne fu<br />

attento e gratissimo lettore! Ma a<br />

sua volta Copernico perfezionava<br />

la tesi dell’illustre astronomo tedesco<br />

Ioseph Windman<strong>sta</strong>l il quale<br />

nel 1533 l’aveva già illustrata a<br />

Roma, dinanzi al Papa Clemente<br />

VII e a molti cardinali, riscuotendo<br />

un vivissimo successo e un<br />

prezioso dono da parte del Santo<br />

Padre. Questi devoti studiosi cattolici,<br />

tuttavia, non facevano altro<br />

se non approfondire e spiegare<br />

una teoria già conosciuta nei millenni<br />

e quindi illustrata nel Quattrocento<br />

da una tra le più grandi<br />

menti dell’umanità: il cardinale<br />

Nicolò da Cusa il quale liberamente<br />

aveva insegnato la dottrina<br />

del doppio movimento della Terra<br />

intorno a sé stessa e intorno al<br />

Sole. Dunque, la Chiesa non solo<br />

13<br />

Scuole più serie e bocciati aumentati<br />

Si sono appena conclusi gli<br />

esami di maturità 2009 e<br />

sono già a disposizione le<br />

prime <strong>sta</strong>tistiche. I non ammessi<br />

agli esami di <strong>sta</strong>to sono <strong>sta</strong>ti circa<br />

29 mila, quasi il 30% in più<br />

dell’anno scorso. Anche la media<br />

dei voti si è abbassata e i 100 sono<br />

<strong>sta</strong>ti il 10% in meno. Con le nuove<br />

regole della Riforma Gelmini<br />

(ammissione con la media minima<br />

del sei; il cinque in condotta<br />

elemento o<strong>sta</strong>tivo all’ammissione;<br />

maggiore valorizzazione del<br />

curriculum, cioè dei risultati ottenuti<br />

in co<strong>sta</strong>nza di studio, piuttosto<br />

che della buona pre<strong>sta</strong>zione<br />

occasionale del solo ultimo anno)<br />

il percorso scolastico ha ricominciato<br />

ad essere serio. I risultati<br />

sociologici di questo buonismo<br />

scolastico, durato 40 anni, sono<br />

sotto gli occhi di tutti: ragazzi<br />

de-strutturati e de-futurizzati,<br />

cioè senza nerbo e senza voglia<br />

di combattere per se stessi e per<br />

il loro futuro. Certo, le cause di<br />

questo disagio sono tante ma que<strong>sta</strong><br />

scuola attuale, incapace di far<br />

rispettare le fondamentali regole<br />

di vita, capace solo nelle promozioni<br />

di massa e che ha messo al<br />

bando il merito, ha avuto le sue<br />

brave responsabilità. Lo spirito di<br />

sacrificio per esempio non è <strong>sta</strong>to<br />

coltivato negli studenti italiani e<br />

infatti oggi la stragrande maggioranza<br />

di loro si aspetta che siano<br />

gli altri (cioè gli adulti) a risolvere<br />

i loro problemi, e non mi riferisco<br />

solo a problemi scolastici. Abbiamo<br />

disabituato i ragazzi alle pro-<br />

conosceva bene da secoli la verità<br />

scientifica sul movimento degli<br />

astri ma la propagandava e la proteggeva,<br />

premiando e incoraggiando<br />

gli scienziati che ne illustravano<br />

i particolari. Galileo,<br />

come ha messo in luce anni fa il<br />

noto studioso Marcello Caleo,<br />

piuttosto che soffermarsi sugli<br />

sbagli del vecchio (e già screditato)<br />

sistema tolemaico, tendeva ad<br />

usare una frase letteraria della<br />

Bibbia come “fermati o Sole”,<br />

pronunciata nel corso di una battaglia<br />

sostenuta dagli Ebrei, quale<br />

dimostrazione che nel Testo sacro<br />

potessero annidarsi anche altri errori<br />

scientifici e dottrinari. Insomma,<br />

ritenendo che la frase non<br />

fosse soltanto un’espressione letteraria,<br />

usata presso un popolo<br />

che non si curava troppo dell’effettivo<br />

movimento degli astri ma<br />

che si esprimeva secondo quel<br />

che vedeva (anche noi diciamo “il<br />

sole sorge” o “il sole tramonta”),<br />

Galilei riteneva che la Bibbia e<br />

l’estensore del passo, fossero incorsi<br />

in una eclatante caduta. A<br />

questo punto, l’astronomo poteva<br />

usare il passo veterote<strong>sta</strong>mentario<br />

come un ariete per demolire l’intera<br />

Dottrina della ispirazione divina<br />

delle Sacre Scritture e della<br />

infallibilità della Chiesa che ad<br />

esse fa riferimento. Ecco, dunque,<br />

a che cosa in effetti si riferisce il<br />

vero processo a Galileo. Un processo<br />

che di sicuro non attaccò<br />

“nuove” teorie scientifiche di cui<br />

la Chiesa era già convinta da secoli;<br />

ma un’indagine sulle intenzioni<br />

di un uomo che intendeva<br />

servirsi dell’astronomia per sfer-<br />

ve impegnative. Il soldato nelle<br />

esercitazioni impara a non avere<br />

paura, a sopportare la fatica e la<br />

fame, a non temere il dolore. Fa<br />

del suo corpo uno strumento docile<br />

alla sua volontà. All’estremo<br />

opposto di questo perfetto autocontrollo,<br />

di questo dominio dello<br />

spirito sul corpo, c’è l’obeso<br />

che non sa resistere all’impulso<br />

e si ingozza fino a sformarsi, tanto<br />

da diventare incapace persino<br />

di camminare. Gli Americani si<br />

pongono traguardi sempre più<br />

elevati, prove sempre più difficili.<br />

Chi conosce come funzionano<br />

i master nelle grandi università<br />

americane sa che ogni studente<br />

riceve una bibliografia immensa<br />

e per farcela deve studiare 14-15<br />

ore al giorno. E’ così che negli<br />

USA formano la loro classe dirigente!<br />

Abbiamo demotivato i<br />

professori riducendoli a rango di<br />

burocrati senza alcun prestigio e<br />

con scarsi compensi, derisi dai<br />

bulli e dagli strafottenti, nonché<br />

umiliati dai genitori che, anziché<br />

ringraziarli per quello che fanno,<br />

vanno ad accusarli quando questi<br />

puniscono o rimproverano i loro<br />

“cocchi”. Cambiare le cose era<br />

quindi un dovere per quanti amano<br />

il nostro Paese e le generazioni<br />

future. Ma non tutti la pensano<br />

alla stessa maniera, quasi tutto il<br />

Partito Democratico ha gridato<br />

allo scandalo: “Una scuola con<br />

più bocciati rischia di lasciare<br />

indietro i figli delle famiglie<br />

che hanno più problemi e meno<br />

cultura”, ha affermato tra i tanti<br />

Mons. Sergio Pagano, vescovo<br />

di Celene<br />

rare un attacco al Cattolicesimo<br />

come Istituzione divina. Ed è<br />

inutile dire che i sei mesi di “carcere”<br />

di cui si parla tanto, furono<br />

più che altro mesi di riflessione<br />

trascorsi dal povero condannato<br />

nei più grandi agi, ospite onorato<br />

nella sontuosa villa dell’arcivescovo<br />

Piccolomini di Siena, suo<br />

grande amico. Al vescovo Sergio<br />

Pagano, prefetto dell’Archivio<br />

segreto vaticano che ha presentato<br />

i documenti del processo a Galileo,<br />

ed ha pronunciato l’improvvida<br />

frase “la Chiesa rischia<br />

di comportarsi verso la ricerca<br />

sulle <strong>sta</strong>minali, la genetica e le<br />

scoperte scientifiche attuali con<br />

gli stessi preconcetti che ebbe<br />

verso Galileo”, auguriamo fervidi<br />

studi, buone letture e minor<br />

contatto con gli organi di informazione,<br />

dal momento che la sua<br />

attività pubblica evidentemente<br />

gli sottrae tempo al doveroso<br />

compito di interpretazione e di<br />

comprensione di carte e di libri.<br />

Carmelo Currò<br />

Stefano Rusconi. Ma costoro non<br />

capiscono che una scuola di massa<br />

mette tutti allo stesso livello e<br />

quando tutti hanno il 6, piuttosto<br />

che l’8 o il 9, a vincere nella vita<br />

sarà sempre il figlio del bene<strong>sta</strong>nte<br />

o del più raccomandato. Quando<br />

invece si realizza una scuola<br />

meritocratica, il figlio studioso<br />

della famiglia umile con il suo<br />

curriculum eccellente non sarà<br />

mai raggiunto dal figlio mediocre<br />

della famiglia borghese perché<br />

a quest’ultimo nessuno gli potrà<br />

gonfiare i voti. Così ci si affranca<br />

<strong>dalla</strong> povertà e si diventa qualcuno!<br />

Quando capiremo che la<br />

“severità è amore ” non sarà mai<br />

troppo tardi! Esigere il massimo<br />

delle possibilità da ciascuno è<br />

fattore di giustizia e di crescita<br />

umana e sociale.<br />

Alessandro Pagano<br />

Mariastella Gelmini, ministro<br />

della Pubblica Istruzione


14 Cultura<br />

N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto<br />

Quale futuro per l’Occidente?<br />

Intervi<strong>sta</strong> col filosofo americano Lee Harris<br />

Per dimostrare la verità di<br />

una tesi i testimoni più credibili<br />

sono sempre quelli<br />

che, venendo da percorsi culturali<br />

o politici diversi, alla fine decidono<br />

di fare retromarcia stringendo<br />

la mano agli avversari di un tempo.<br />

E’ <strong>sta</strong>ta que<strong>sta</strong> la storia di<br />

Oriana Fallaci (1929-2006) che al<br />

termine di una vita per certi versi<br />

rivoluzionaria e avversa all’insegnamento<br />

della Chiesa, ha lasciato<br />

un commovente te<strong>sta</strong>mento:<br />

“Deve esserci qualcosa di vero se<br />

un’atea e il Papa dicono la stessa<br />

cosa”. Oriana Fallaci parlava della<br />

spaventosa <strong>crisi</strong> morale e culturale<br />

che l’Occidente attraversa in<br />

questi anni auspicando una rinascita<br />

dello spirito europeo più autentico.<br />

Negli Stati Uniti la parabola<br />

di Oriana Fallaci si riscontra<br />

nella biografia di Lee Harris, suo<br />

grande ammiratore. Nato nel <strong>Sud</strong><br />

degli Stati Uniti da una famiglia<br />

non cattolica e dopo aver trascorso<br />

buona parte della sua vita spendendosi<br />

per la causa dell’internazionalismo<br />

progressi<strong>sta</strong>, questo filosofo<br />

americano tra i più<br />

originali in Patria ha incredibilmente<br />

voltato pagina dopo l’attentato<br />

dell’11 settembre 2001 lasciando<br />

di stucco amici e colleghi<br />

di un tempo. In occasione<br />

dell’uscita in Italia del suo primo<br />

saggio (La civiltà e i suoi nemici.<br />

Il prossimo passo della storia,<br />

Rubbettino) lo abbiamo intervi<strong>sta</strong>to<br />

per capire le ragioni di que<strong>sta</strong><br />

scelta improvvisa, senz’altro<br />

‘politicamente scorretta’. Lee<br />

Harris, nei suoi saggi lei sostiene<br />

che per l’Occidente oggi la sfida<br />

più grande sia quella rappresentata<br />

<strong>dalla</strong> recrudescenza del radicalismo<br />

islamico e della sua ‘guerra<br />

santa’. In Europa, però, diversi tra<br />

osservatori e politici ritengono<br />

che que<strong>sta</strong> sia una visione oltremodo<br />

esagerata, se non del tutto<br />

falsa. Sarebbe <strong>sta</strong>ta infatti ideata e<br />

propagandata appositamente<br />

dall’Amministrazione Bush per<br />

giustificare prima e sostenere poi<br />

la guerra in Iraq. Davvero lei ritiene<br />

l’Islam una minaccia per l’Occidente?<br />

Perchè? Credo che dopo<br />

l’11 settembre sia difficile sostenere<br />

che l’Islam fondamentali<strong>sta</strong><br />

non sia una minaccia. La domanda<br />

semmai è: quanto è grande<br />

que<strong>sta</strong> minaccia? Dopo un evento<br />

come l’11 settembre, nessun Presidente<br />

avrebbe potuto dire agli<br />

americani: “Ascoltate, so che potreste<br />

pensare che l’Islam fondamentali<strong>sta</strong><br />

sia una minaccia.<br />

Hanno appena ucciso tremila dei<br />

nostri connazionali e raso al suolo<br />

due grattacieli. Ma aspettiamo<br />

solo un paio di generazioni e vedrete<br />

che la minaccia in realtà<br />

non è poi così grave”. Accusare<br />

Bush perchè pensa che l’11 settembre<br />

costituisca una minaccia è<br />

davvero paradossale. Accusarlo<br />

per avere intrapreso delle azioni<br />

sbagliate in rispo<strong>sta</strong> a que<strong>sta</strong> minaccia…questo<br />

è un altro discorso.<br />

Ma non c’era alcun bisogno di<br />

sovrastimare gli effetti dell’11<br />

settembre: parlavano da soli. Nel<br />

suo interessante viaggio alla ricerca<br />

delle radici culturali della<br />

<strong>crisi</strong> dell’Occidente, La civiltà e i<br />

suoi nemici. Il prossimo passo<br />

della storia, la tesi principale è<br />

che l’Occidente abbia un proble-<br />

ma di “dimenticanza”. Può spiegarci<br />

meglio che cosa intende? E<br />

chi sono i “nemici” a cui fa riferimento<br />

nel titolo? Ho preso in prestito<br />

il concetto di dimenticanza<br />

dal grande filosofo arabo della<br />

storia Ibn-Khaldun (1332-1406),<br />

al cui pensiero sono profondamente<br />

debitore. Egli sosteneva<br />

che, quando una società diventa<br />

troppo bene<strong>sta</strong>nte, tende a dimenticare<br />

gli sforzi che ha dovuto<br />

Lee Harris<br />

compiere per raggiungere quel livello<br />

di prosperità. Una società<br />

dedita alla guerra che riesce a diventare<br />

un grande impero, espandendosi<br />

territorialmente, alla fine<br />

frenerà la sua corsa per godere<br />

tranquillamente i frutti della conqui<strong>sta</strong>,<br />

come hanno fatto gli Arabi<br />

e i Romani. Quindi si occuperà di<br />

alimentare i valori civilizzati e dimenticherà<br />

lo spirito guerriero dei<br />

propri progenitori, cioè quello che<br />

gli ha fornito il confortevole stile<br />

di vita di cui ora gode. In poche<br />

parole, i suoi membri diventeranno<br />

così civilizzati e raffinati da disprezzare<br />

i valori rozzi e primitivi<br />

dei loro progenitori. A questo<br />

punto, sostiene Ibn-Khaldun, la<br />

dimenticanza diventerà il tallone<br />

d’Achille di quella società. Quando<br />

verranno sfidati da un popolo<br />

bellicoso e aggressivo non saranno<br />

più in grado di ritrovare il coraggio<br />

e la risolutezza che un tempo<br />

distinguevano i loro padri e<br />

verranno distrutti. I nuovi conqui<strong>sta</strong>tori,<br />

a loro volta, attraverseranno<br />

lo stesso ciclo arrivando infine<br />

allo stesso punto fatale di dimenticanza.<br />

Il mio concetto di<br />

nemico invece è <strong>sta</strong>to largamente<br />

frainteso. Non <strong>sta</strong>vo cercando<br />

di identificare dei soggetti specifici<br />

o fare un elenco di persone,<br />

ma spiegare un genere di pensiero<br />

comune a tutte le società tribali<br />

e che tuttavia si è estinto<br />

nelle moderne culture avanzate.<br />

Tutte le tribù primitive vedono il<br />

mondo nei termini di ‘noi-contro-loro’.<br />

Chiunque si trova nella<br />

tribù del nemico è tuo nemico.<br />

Se un membro della tribù nemica<br />

uccide uno della tua tribù, tu<br />

uccidi uno della sua e non importa<br />

se la persona che uccidi<br />

era colpevole dell’uccisione del<br />

fratello di cui <strong>sta</strong>i vendicando<br />

la morte. La tua tribù e la tribù<br />

nemica sono in lotta da tempo<br />

immemorabile. Nessuno ricorda<br />

il motivo della guerra perpetua<br />

che <strong>sta</strong>te combattendo, poiché<br />

non c’è ‘motivo’ nel nostro senso<br />

del termine. La causa del conflitto<br />

infinito nasce <strong>dalla</strong> battaglia<br />

universale per la sopravvivenza<br />

che Darwin ha posto a fondamento<br />

della sua teoria dell’evoluzione.<br />

Le tribù primitive saranno<br />

in lotta per conqui<strong>sta</strong>re tanto<br />

le risorse naturali, quanto gli uomini<br />

e la forza-lavoro. Poiché<br />

non ce ne saranno mai abba<strong>sta</strong>nza<br />

per tutti, la loro lotta non avrà<br />

mai termine. Ogni generazione<br />

erediterà quindi il nemico dei<br />

Copertina libro Harris<br />

propri genitori. Il concetto del<br />

nemico è essenziale al loro modo<br />

di organizzare l’esperienza. Funziona<br />

come un a-priori kantiano:<br />

è la cornice entro cui scompongono<br />

il loro mondo. È solo nelle<br />

società liberali avanzate, in cui<br />

c’è benessere per tutti, che non<br />

troviamo più il bisogno di ‘ereditare’<br />

un nemico. Anche qui è la<br />

nostra dimenticanza a renderci<br />

incomprensibile il concetto primitivo<br />

di nemico. Non lo comprendiamo<br />

perché non siamo cresciuti<br />

con esso. Non ci siamo abituati.<br />

Fa parte della nostra<br />

incapacità di comprendere in<br />

profondità il pensiero e l’atteggiamento<br />

di quanti non condividono<br />

i nostri valori culturali. Uno<br />

dei concetti ricorrenti in La civiltà<br />

e i suoi nemici è che le elìtes intellettuali<br />

europee hanno avuto<br />

una responsabilità enorme negli<br />

efferati delitti del XX secolo, il<br />

“secolo deva<strong>sta</strong>to” come lo ha<br />

definito lo storico Robert Conquest,<br />

e che nei casi in cui esse<br />

sono riuscite ad avere più potere,<br />

le conseguenze sono <strong>sta</strong>te<br />

semplicemente disastrose. Può<br />

riassumerci que<strong>sta</strong> sua riflessione<br />

con degli esempi concreti? In<br />

breve: all’interno di forme oggettivamente<br />

democratiche di<br />

governo è <strong>sta</strong>to possibile che dei<br />

partiti guidati da un pugno di intellettuali<br />

arrivassero al potere.<br />

Una cosa del genere non sarebbe<br />

mai potuta accadere in nessuna<br />

delle forme di governo che esistevano<br />

prima dell’avvento della<br />

democrazia. In una monarchia o<br />

Femministe degli anni ‘70<br />

in un’aristocrazia, l’intellettuale<br />

poteva giocare il ruolo di uno<br />

‘strumento utile’ ma non poteva<br />

mai sperare di acquisire il diretto<br />

controllo del governo. Il sistema<br />

dei partiti invece si rivelò un<br />

mezzo perfetto per consentire<br />

all’intellettuale di acqui<strong>sta</strong>re la<br />

base del potere all’interno di un<br />

sistema parlamentare. Il partito<br />

poteva essere piccolo all’inizio,<br />

come quello nazionalsociali<strong>sta</strong>, e<br />

poi guadagnare col tempo sempre<br />

più seguaci. Inoltre, poteva<br />

ostruire il normale funzionamento<br />

dell’intero sistema parlamentare,<br />

portandolo allo <strong>sta</strong>llo completo,<br />

come fecero appunto i nazisti<br />

sotto la scaltra guida di<br />

Hermann Göring (1893-1946)<br />

nel Reich<strong>sta</strong>g di Weimar. Così,<br />

un compatto partito di minoranza<br />

poteva arrivare a dominare lo<br />

svolgimento dei lavori parlamentari<br />

e avere perfino la meglio<br />

su una maggioranza litigiosa.<br />

Poiché i partiti europei si organizzarono<br />

seguendo delle linee ideologiche,<br />

quelli che erano i ‘professionisti<br />

delle idee’ – gli intellettuali<br />

in senso stretto – furono in<br />

grado di guadagnare rapidamente<br />

carisma e autorità su tutti gli altri.<br />

Mussolini all’inizio era per l’appunto<br />

un intellettuale sociali<strong>sta</strong><br />

che si ispirava agli scritti dell’ideologo<br />

Georges Sorel (1847-1922).<br />

Sorel aveva elaborato la ricetta<br />

grazie a cui un partito avrebbe potuto<br />

raccogliere un ampio seguito<br />

di massa: suscitare un mito trascinante,<br />

fortemente mobilitativo in<br />

grado di guadagnare attivisti per<br />

la causa. E il fascismo fu un’ideologia<br />

di questo tipo. Come il bolscevismo<br />

di Lenin e il nazismo di<br />

Hitler. Ognuno di loro arrivò al<br />

potere grazie ai sistemi parlamentari<br />

fragili e inconsistenti delle rispettive<br />

nazioni. Così, una volta<br />

arrivati al vertice delle istituzioni,<br />

poterono finalmente applicare<br />

concretamente le loro ideologie<br />

per rifare la società e il mondo a<br />

loro piacimento. Direi che ci riuscirono<br />

fin troppo bene.<br />

Omar Ebrahime<br />

Il femminismo non ha aiutato la donna<br />

Che cosa pensa del femminismo<br />

padre Gheddo?<br />

Condivide le battaglie<br />

femministe? Don Piero risponde<br />

nel testo Ho 80 Tanta fiducia,<br />

edito da S. Paolo. Una società<br />

guidata maggiormente dalle donne,<br />

sarebbe più umana. Quando<br />

nel 1968, emerse la questione<br />

femmini<strong>sta</strong>, con le donne che si<br />

mobilitavano per ottenere pari<br />

dignità con l’uomo, mi piaceva,<br />

anche perché ricordavo gli effetti<br />

negativi del‘maschilismo’ scrive<br />

Gheddo. In seguito però ho modificato<br />

il mio parere quando ho<br />

capito che le femministe non volevano<br />

solo avere pari dignità,<br />

ma anche essere come gli uomini,<br />

ignorando la diversa natura<br />

dei due sessi. La società che va<br />

contro le leggi di natura è destinata<br />

sempre ad essere disumana.<br />

La decadenza di una società incomincia<br />

sempre <strong>dalla</strong> decadenza<br />

della famiglia; mi permetto di<br />

aggiungere <strong>dalla</strong> decadenza della<br />

donna. E’ venuto meno il modello<br />

di famiglia unita, per mille<br />

motivi, ma soprattutto a causa del<br />

femminismo esasperato. In passato<br />

c’erano certamente coppie<br />

sofferenti perché non andavano<br />

d’accordo e dovevano sacrificarsi<br />

per non rompere l’unità familiare<br />

ad ogni costo (…) Certo la donna<br />

era spesso quella che doveva subire,<br />

sopportare, avere pazienza,<br />

sacrificarsi per mantenere la famiglia<br />

unità. Ci sono casi in cui<br />

è il marito a pazientare. Oggi la<br />

situazione è molto peggiore – per<br />

don Piero – nella società italiana<br />

si <strong>sta</strong> distruggendo la famiglia e<br />

il concetto stesso di matrimonio.<br />

Soprattutto tra le donne giovani<br />

si è affermata un’ideologia femmini<strong>sta</strong><br />

che annulla le ricchezze<br />

rispettive dei due sessi, per una<br />

‘parità’ che snatura la donna e finisce<br />

per confondere e deresponsabilizzare<br />

l’uomo. Insomma<br />

quando la donna tenta di diventare<br />

“uoma”, come ha scritto una<br />

rivi<strong>sta</strong> femmini<strong>sta</strong>, va fuori strada<br />

e disse<strong>sta</strong> il matrimonio, la famiglia,<br />

i figli. Il modello di donna<br />

oggi presentato dai mass media,<br />

dove si esalta la libertà sessuale e<br />

le più svariate “esperienze”, crea<br />

gravi danni alla <strong>sta</strong>bilità della famiglia<br />

e riduce il senso del matrimonio.<br />

Tirando le somme oggi<br />

dopo quarant’anni dall’emergere<br />

del femminismo, che doveva “liberare”<br />

la donna dall’oppressione<br />

maschili<strong>sta</strong>, le donne stesse si<br />

<strong>sta</strong>nno accorgendo che il modello<br />

culturale corrente nega la femminilità<br />

e danneggia prima le donne,<br />

poi la famiglia, i figli e tutta<br />

la società. In pratica il modello di<br />

donna che per affermare se stessa<br />

imita il peggio dell’uomo, è una<br />

solenne buggeratura per le donne<br />

stesse, le rende meno donne.<br />

Domenico Bonvegna


N° 11/2009 - ANNO XVIII - 1 agosto<br />

Economia<br />

ICE, nel 2008 tiene l’export<br />

La graduatoria dei principali<br />

Paesi di destinazione delle<br />

esportazioni italiane (nel<br />

complesso aumentate dello 0,3%<br />

nel 2008) non è particolarmente<br />

mutata rispetto all’anno precedente.<br />

E’ quanto emerge dal Rapporto<br />

ICE 2008-2009 elaborato su<br />

dati resi disponibili dall’ISTAT e<br />

presentato a Roma. Al primo posto<br />

si conferma la Germania, sebbene<br />

il valore delle esportazioni<br />

verso questo Paese sia diminuito<br />

ICE, Il Mezzogiorno cresce<br />

Secondo i dati contenuti nel<br />

Rapporto ICE 2008-2009<br />

presentato a Roma, dal<br />

punto di vi<strong>sta</strong> della distribuzione<br />

territoriale delle esportazioni, il<br />

2008 è <strong>sta</strong>to caratterizzato da una<br />

significativa flessione di quota<br />

dell’Italia centrale e nord-orientale,<br />

dovuta principalmente alle perdite<br />

subite dal Veneto, <strong>dalla</strong> Toscana<br />

e dalle Marche, il cui export<br />

ha risentito in misura consistente<br />

della <strong>crisi</strong> economica globale, soprattutto<br />

nei settori tradizionali.<br />

L’Emilia Romagna ha invece fatto<br />

registrare un ulteriore incremento<br />

di quota, che ha prolungato la tendenza<br />

espansiva in corso da molti<br />

anni. Il risultato relativamente<br />

migliore ottenuto dall’Italia nordoccidentale<br />

è <strong>sta</strong>to invece principalmente<br />

generato dall’industria<br />

metalmeccanica in Lombardia e<br />

in Liguria e dai mezzi di trasporto<br />

e dagli alimentari in Piemonte. Il<br />

nuovo incremento di quota conseguito<br />

dal Mezzogiorno si deve<br />

invece essenzialmente all’aumento<br />

dei prezzi dei prodotti energetici,<br />

che ha dilatato il valore delle<br />

esportazioni di Regioni come la<br />

Sicilia e la Sardegna, fortemente<br />

specializzate in questo comparto.<br />

Anche l’Abruzzo ha fatto registrare<br />

una crescita delle esporta-<br />

Elis Bortoluzzi Dubach<br />

Lavorare con le fondazioni<br />

Franco Angeli<br />

pp. 304 €. 28,00<br />

Il manuale si rivolge all’ampio e variegato<br />

pubblico degli operatori attivi in ambito sociale<br />

e culturale interessati ai finanzaimenti e alla<br />

collaborazione con le fondazioni erogatrici. I<br />

lettori apprendono passo dopo passo che cosa<br />

sono le fondazioni erogatrici, come lavorano,<br />

quali sono le condizioni da osservare se si<br />

desidera ottenere e mantenere nel tempo la<br />

loro collaborazione nel sostenere un progetto,<br />

finanziandolo o diventandone partner.<br />

Carlo Bellavite Pellegrini<br />

Modelli d’equilibrio e fondamentali<br />

d’impresa<br />

Carocci<br />

pp. 207 €. 22,10<br />

Il libro prende in esame sia la letteratura in<br />

materia di rendimenti dei titoli azionari nel<br />

lungo periodo in diverse aree del mondo, sia<br />

quella in materia di pricing dei titoli azionari.<br />

Si concentra in modo particolare sui modelli a<br />

tre fattori introdotti nella letteratura in seguito<br />

agli studi di Fama e French (1992), e prova<br />

a implementare tali modelli introducendo<br />

variabili economiche di controllo, quali la<br />

produttività e la governance di sistema, oltre<br />

a quelle di <strong>sta</strong>to usate nella modellistica.<br />

dell’1,3%, seguita <strong>dalla</strong> Francia<br />

(-2,5%), mentre una flessione più<br />

netta si è registrata verso la Spagna<br />

(-12,7%), rima<strong>sta</strong> al terzo posto dei<br />

principali mercati di destinazione.<br />

La Russia ha migliorato la propria<br />

posizione, atte<strong>sta</strong>ndosi al settimo<br />

posto (+ 9,5%). Sono diminuite<br />

inoltre le esportazioni verso gli<br />

Stati Uniti (-5%), quarto Paese di<br />

sbocco per le nostre esportazioni,<br />

mentre quelle verso la verso la Cina<br />

sono aumentate del 2,5%. La po-<br />

zioni superiore alla media nazionale,<br />

soprattutto per il contributo<br />

degli autoveicoli. Di rilievo anche<br />

il contributo alle esportazioni fornito<br />

dai distretti industriali - aggregati<br />

di piccole e medie imprese<br />

specializzate nelle produzioni<br />

tipiche del made in Italy - che nel<br />

2008 si è atte<strong>sta</strong>to mediamente<br />

vicino al 38%, con punte del 61%<br />

nel tessile e nei mobili e del 58%<br />

nella filiera del cuoio-calzature.<br />

Peraltro alcuni distretti industriali<br />

hanno da tempo imboccato un<br />

sentiero evolutivo che li <strong>sta</strong> trasformando<br />

da sistemi territoriali<br />

orientati all’esportazione, ma con<br />

filiere produttive prevalentemente<br />

interne al distretto, in centri di coordinamento<br />

di catene produttive<br />

transnazionali che, senza smarrire<br />

le proprie radici territoriali, integrano<br />

anche i sistemi produttivi<br />

locali di paesi a bassi salari come<br />

la Cina. Negli ultimi tre anni è<br />

inoltre ulteriormente aumentata<br />

la concentrazione delle esportazioni<br />

di servizi nelle due Regioni<br />

(Lombardia e Lazio) in cui si<br />

collocano le città con la sede delle<br />

maggiori imprese del terziario. È<br />

tuttavia cresciuta sensibilmente<br />

anche la quota del Veneto.<br />

G. N.<br />

sizione in graduatoria della stessa<br />

Cina (14° posto) e quella del Giappone<br />

(17° posto) sono rimaste <strong>sta</strong>bili.<br />

Le importazioni italiane sono<br />

invece aumentate dell’1,1% in<br />

valore, soprattutto dai Paesi esportatori<br />

di materie prime energetiche<br />

quali Libia (che è passata dall’ottavo<br />

al quinto posto), Russia (giunta<br />

al sesto posto) e Algeria (+41% rispetto<br />

al 2007) che ha guadagnato<br />

due posizioni nella graduatoria<br />

dei principali fornitori dell’Italia.<br />

In classifica quest’anno sono entrati<br />

anche Azerbaigian e Arabia<br />

Saudita, a conferma della forte<br />

incidenza dei prodotti energetici<br />

sugli acquisti di merci dall’estero.Le<br />

importazioni <strong>dalla</strong> Cina<br />

Utilità<br />

Dalla Zuana, Farina, Strozza<br />

Nuovi italiani<br />

Il Mulino<br />

pp. 170 €. 14,00<br />

I ragazzi stranieri costituiscono ormai una<br />

quota considerevole, e crescente, della popolazione<br />

giovanile in Italia. Se è vero che i giovani<br />

rappresentano il futuro di un paese, dunque,<br />

una parte significativa del nostro futuro<br />

sarà affidata a questi nuovi concittadini. Quali<br />

sono le loro speranze e le loro possibilità?<br />

Roberto Petrini<br />

Processo agli economisti<br />

Chiarelettere<br />

pp. 170 €. 13,60<br />

Gli economisti fanno errori macroscopici e<br />

non sono <strong>sta</strong>ti capaci di prevedere la <strong>crisi</strong>.<br />

Com’è possibile? Adesso molti di loro sono<br />

sul banco degli imputati. Questo libro spiega<br />

perché e individua i maggiori capi d’imputazione,<br />

prima di tutto l’infatuazione per il dio<br />

Mercato. Un duro atto d’accusa verso una<br />

categoria che sembra aver perso il contatto<br />

con la realtà e con i bisogni delle persone.<br />

È forse giunta l’ora dell’autocritica?<br />

A cura di Gianfranco D’Ettoris<br />

A cura della CONFEDILIZIA di Crotone - Via Lucifero 40 - Tel. 0962/905192<br />

Sito Internet: www.godel.it/confediliziakr<br />

15<br />

Per le vacanze estive utilizzate i contratti Confedilizia<br />

Corrado Sforza Fogliani<br />

Presidente Confedilizia<br />

Le vacanze estive sono l’occasione<br />

che molti attendono<br />

per prendere in affitto una<br />

casa dove trascorrere in piena libertà<br />

i propri momenti di relax<br />

(brevi o lunghi che essi siano).<br />

Indubbi sono i vantaggi che si<br />

hanno nello scegliere que<strong>sta</strong> forma<br />

di villeggiatura: basti pensare<br />

alla libertà di movimento nel poter<br />

organizzare al meglio la propria<br />

giornata, nel regolare i propri ritmi<br />

sulla base di quelli dei più piccoli<br />

o semplicemente per risparmiare<br />

qualcosa rispetto alle soluzioni<br />

alberghiere. Per evitare, però, che<br />

l’affitto tra privati possa generare<br />

conflitti futuri (che possono sorgere<br />

soprattutto dal non avere saputo<br />

regolare nel modo giusto il<br />

rapporto), gli interessati possono<br />

avvalersi delle tre formule con-<br />

sono ulteriormente aumentate<br />

(+8,8%) così come la sua quota<br />

sull’import dell’Italia (arrivata al<br />

6,3%). Il deterioramento del saldo<br />

commerciale nel 2008 è derivato<br />

principalmente dagli scambi<br />

con i Paesi produttori di materie<br />

prime (Africa, Medio Oriente e<br />

Russia), effetto della forte crescita<br />

dei prezzi sul valore delle<br />

importazioni nella prima parte<br />

dell’anno. Vi hanno contribuito<br />

anche l’aumento del disavanzo<br />

con la Cina e la riduzione dell’attivo<br />

con gli Stati Uniti, effetto<br />

della recessione sulle esportazioni<br />

italiane e del deprezzamento<br />

del dollaro. Migliorato invece il<br />

saldo con l’Unione europea, risultato<br />

di una contrazione delle<br />

importazioni maggiore rispetto<br />

a quella delle esportazioni.<br />

I dati disponibili sui primi cinque<br />

trattuali previste <strong>dalla</strong> Confedilizia<br />

allo scopo (“contratto week-end”,<br />

per vacanze di 2/3 giorni; “contratto<br />

per le locazioni brevi vacanze”,<br />

per periodi da 10/15 giorni<br />

ad un mese massimo; “contratto<br />

per le locazioni ad uso turistico”,<br />

per periodi superiori ad un mese),<br />

utilizzando i modelli di contratto<br />

all’uopo predisposti e reperibili<br />

presso le Associazioni territoriali<br />

della Confedilizia. Sul sito Internet<br />

della Confedilizia è presente<br />

il “Decalogo per una villeggiatura<br />

senza liti”, in cui si possono trovare<br />

consigli e regole da seguire affinché<br />

si possa parlare di locazione<br />

ad uso turistico e non di altre figure<br />

giuridiche simili, ma con obblighi<br />

differenti (si pensi alla disciplina<br />

degli affittacamere). I proprietari<br />

di casa che vogliono agevolare la<br />

permanenza del proprio inquilino<br />

nella casa affittata e farlo sentire<br />

a proprio agio anche in luoghi a<br />

lui sconosciuti, possono compilare<br />

– scaricandolo sempre dal sito<br />

Matilde Adducci<br />

L’India contemporanea<br />

Carocci<br />

pp. 138 €. 15,50<br />

Questo libro vuole dar conto dei tratti salienti<br />

dei processi socioeconomici che si sono<br />

svolti nel corso di oltre un quarantennio,<br />

evidenziandone successi e limiti alla luce<br />

del complesso rapporto fra economia e società,<br />

nella speranza che ciò possa aiutare<br />

a comprendere le ragioni della persistenza<br />

nel paese di alcuni forti nodi problematici.<br />

Navigare in Co<strong>sta</strong> Azzurra,<br />

Liguria, Toscana e Lazio<br />

Effemme<br />

pp. 272 €. 54,00<br />

Porti e approdi, fari e fanali, pericoli e divieti,<br />

cambusa e servizi a terra: una guida dettagliata<br />

e di facile consultazione per navigare senza<br />

rischi nelle acque del Mediterraneo. La seconda<br />

edizione del primo volume, riguardante le<br />

fasce costiere di Liguria, Toscana e Lazio, aggiorna<br />

le informazioni con tutte le novità inerenti<br />

normative, incremento di opere e servizi,<br />

offrendo ai diportisti anche l’intera panoramica<br />

degli scali e degli ancoraggi più suggestivi<br />

della Co<strong>sta</strong> Azzurra.<br />

mesi del 2009 mostrano ancora<br />

una sensibile caduta delle esportazioni<br />

e delle importazioni con tutte<br />

le aree, mentre i saldi risentono<br />

favorevolmente del calo dei prezzi<br />

delle materie prime importate<br />

rispetto ai picchi raggiunti nella<br />

prima parte dell’anno scorso. Le<br />

esportazioni infatti presentano diminuzioni<br />

che coinvolgono tutti<br />

i Paesi e le aree geoeconomiche,<br />

ad eccezione della Cina. Per le<br />

importazioni tendenze negative<br />

si rilevano per i principali partner<br />

commerciali. Nello stesso periodo<br />

si registrano saldi positivi, in particolare,<br />

con gli Stati Uniti, l’Oceania,<br />

la Svizzera, i paesi asiatici<br />

(Singapore, Corea del <strong>Sud</strong>, Taiwan,<br />

Hong Kong, Malaysia e<br />

Thailandia) ed il Messico.<br />

Gianfranco Nitti<br />

della Confedilizia – il “Libretto<br />

d’uso della casa di villeggiatura”,<br />

vale a dire un documento - opportunamente<br />

compilato dal locatore<br />

- nel quale vengono racchiuse non<br />

solo tutte le informazioni relative<br />

agli impianti domestici presenti<br />

nell’abitazione, ma anche i dati<br />

relativi al portiere (se esistente)<br />

e alla persona da contattare in<br />

caso di necessità e di urgenza, le<br />

informazioni sui principali punti<br />

di riferimento del quartiere (quali,<br />

per esempio, farmacia, ospedale,<br />

mezzi di trasporto pubblici<br />

o privati) ecc. A completamento<br />

del libretto si consiglia di allegare<br />

anche una cartina della città e<br />

depliant aggiornati relativi a musei,<br />

mostre e convegni vari. Dallo<br />

stesso sito può essere scaricato<br />

anche il “cartoncino del tempo”,<br />

da compilare e fornire all’ospite<br />

nelle locazioni brevi per informarlo<br />

sulle previsioni meteo<br />

(pure reperibili - continuamente<br />

aggiornate - sul sito).<br />

Società geografica Italiana<br />

Atlante del Turismo in<br />

Italia<br />

Carocci<br />

pp. 158 €. 16,50<br />

La geografia si occupa di turismo da sempre,<br />

analizzando quei fattori ambientali, sociali,<br />

economici che sono alla base di una crescente<br />

concorrenzialità nella dinamica della<br />

domanda e dell’offerta. Il volume introduce<br />

all’analisi dei punti di forza e di debolezza del<br />

nostro sistema turistico: mentre il patrimonio<br />

culturale diventa la principale leva competitiva<br />

per l’Italia, i tradizionali segmenti<br />

del turismo balneare e montano risentono<br />

della concorrenza dei paesi del Mediterraneo.<br />

A cura di Irene Ponzo<br />

Conoscere l’immigrazione<br />

Carocci<br />

pp. 183 €. 18,60<br />

Sempre più frequentemente i professionisti<br />

dei servizi pubblici, del no-profit e<br />

anche del profit devono fare i conti, nel<br />

corso della loro attività lavorativa, con il<br />

fenomeno dell’immigrazione e sono quindi<br />

chiamati a rivedere e integrare il proprio<br />

bagaglio di competenze. Il testo offre schemi<br />

concettuali e analitici per organizzare la<br />

conoscenza sulle principali questioni relative<br />

al fenomeno migratorio.


65) raccoglie una parte delnel<br />

periodo in cui occupa la<br />

vinity School della Harvard<br />

n parte note al lettore italiaristiana<br />

occidentale, Dawson<br />

clino dell’unità medioevale,<br />

, con l’esito non secondario<br />

vertito al cattolicesimo, che<br />

urale del continente di fronne<br />

— di aver prodotto una<br />

i vissuto storico, altrettanto<br />

a, fra cattolicesimo e proterote<strong>sta</strong>nte,<br />

la Riforma catto-<br />

, l’età del barocco, il sorgere<br />

ra classica francese nel pee<br />

libertino, l’illuminismo, la<br />

nzione alle sue conseguenze<br />

enace assertore dell’unità di<br />

d’America, si sofferma anne<br />

culturale di questi ultimi,<br />

England e del metodismo<br />

studi a Oxford e la conversione al<br />

arriera di storico indipendente dal<br />

lo saltuariamente e per incarichi<br />

toria dell’educazione occidentale<br />

to principalmente come studioso<br />

affermazione dei regimi totalitari<br />

tiene conversazioni radiofoniche<br />

ascono a seguito delle Conferenze<br />

i Edimburgo, fra le più celebri del<br />

, è chiamato a occupare la prima<br />

vard University, negli Stati Uniti<br />

ISBN 978-88-89341-11-7<br />

9 788889<br />

341117<br />

Christopher Dawson La divisione della Cristianità Occidentale<br />

Christopher Dawson<br />

La divisione della<br />

Cristianità Occidentale<br />

a cura di Paolo Mazzeranghi<br />

e con presentazione di Marco Respinti<br />

Christopher Dawson<br />

La divisione della Cristianità Occidentale<br />

a cura di Paolo Mazzeranghi<br />

e con presentazione di Marco Respinti<br />

I-88900 Crotone, via Lucifero 40<br />

tel. 0962/90.51.92 fax 0962/1920413<br />

07/05/09 11:32<br />

Il saggio The Dividing of Christendom (1965) raccoglie una parte delle lezioni tenute da Christopher Dawson nel periodo in<br />

cui occupa la cattedra di Studi cattolico-romani alla Divinity School della Harvard University (1958-1962). Dopo le opere,<br />

in parte note al lettore italiano, dedicate alla formazione della civiltà cristiana occidentale, Dawson percorre l’itinerario che,<br />

partendo dal declino dell’unità medioevale, ha portato alla dissoluzione di tale civiltà, con l’esito non secondario — per la sua<br />

sensibilità di un inglese convertito al cattolicesimo, che ha a cuore la re<strong>sta</strong>urazione dell’unità culturale del continente di fronte<br />

alla sfida della moderna secolarizzazione — di aver prodotto una separazione intellettuale, psicologica e di vissuto storico,<br />

altrettanto pronunciata di quella strettamente teologica, fra cattolicesimo e prote<strong>sta</strong>ntesimo. Esamina dunque la Riforma<br />

prote<strong>sta</strong>nte, la Riforma cattolica, più conosciuta come Contro-Riforma, l’età del barocco, il sorgere del pensiero scientifico<br />

moderno, la cultura classica francese nel periodo dell’assolutismo, lo spirito scettico e libertino, l’illuminismo, la Rivoluzione<br />

Francese con particolare attenzione alle sue conseguenze sul cattolicesimo di Francia ed europeo. Tenace assertore dell’unità<br />

di civiltà che accomuna Europa e Stati Uniti d’America, si sofferma anche sul ruolo della religione nella formazione culturale<br />

di questi ultimi, come nel caso del puritanesimo del New England e del metodismo wesleyano.<br />

ISBN 978-88-89341-11-7<br />

pp. 312, € 19,90

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