Scontro tra il ministro Brunetta e la Cgil - Corriere Del Sud

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Anno XVII N° 11/2008 - 25 novembre C 1,00
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La mia battaglia per migliorare la pubblica amministrazione ha turbato i sonni di
chi vive di rendita, dei poteri forti e dei fannulloni, che spesso stanno a sinistra
Scontro tra il ministro Brunetta e la Cgil
Renato Brunetta conferma che una parte
dei dipendenti pubblici è “fannullona”
Giorgio Lambrinopulos
La mia battaglia per
migliorare la pubblica
amministrazione
ha turbato i sonni di chi
vive di rendita, dei poteri
forti e dei fannulloni, che
spesso stanno a sinistra”.
Sono parole pronunciate
da Renato Brunetta, intervenuto
all’assemblea dei
Circoli del buongoverno.
Il ministro della Funzione
pubblica si é detto dispiaciuto
per questo: “Io
sono di sinistra, sono socialista”.
Brunetta ha poi
polemizzato con la Cgil,
ricordando che si è opposta
alle iniziative per la riforma
e per il miglior funzionamento
della pubblica
amministrazione: “Quelli
del sindacato - ha detto
con una battuta - si sentono
‘fichi’. Pensavano che tutto
ruotasse intorno a loro. Non
hanno firmato il contratto
del pubblico impiego. É
stato un errore, perché dal
1 gennaio tutti i pubblici
dipendenti avranno il contratto
rinnovato”. Il ministro
ha anche sottolineato
come solo il 7%-14% degli
iscritti alla Cgil abbiano
aderito allo sciopero per il
contratto del pubblico im-
Stop alla violenza sulle donne
Fatima S. una donna
marocchina chiusa
dal marito in una casa
del bresciano, segregata per
mesi, tenuta letteralmente,
Hina Saleem
Il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato
Brunetta
piego: “Sono ben lontani
dal 51% e quindi io vado
senz’altro avanti”. “É stato
une errore per la Cgil tirarsi
fuori. Dovrebbero avere
- ha concluso Brunetta - un
atteggiamento più responsabile
e costruttivo in un
momento difficile di crisi”.
Renato Brunetta conferma
che una parte dei dipendenti
pubblici sono “fan-
sotto chiave dal marito e
dalla suocera che nelle ultime
settimane, l’avevano
confinata nella sua stanza in
compagnia del figlio di quat-
nulloni”. Ma spiega che la
maggior parte di essi sono
in grado di “fare miracoli
nel loro lavoro”. É accaduto
all’assemblea dei
Circoli del buongoverno,
dove il ministro della Funzione
pubblica ha tenuto
una lezione di economia ai
ragazzi presenti che hanno
applaudito a lungo. Brunetta
ha descritto lo stato
tro anni. É stata liberata dai
carabinieri, dopo che hanno
ricevuto la segnalazione
dall’associazione “Mai
più sola” gestito da Acmid
- Donna Onlus, fondata e
presieduta da Souad Sbai,
parlamentare del Pdl. Fatima
S. ventottenne residente
a Calvisano, in provincia di
Brescia, non aveva rapporti
con nessuno, non poteva
parlare con i vicini, né vedere
un medico. Il marito non
le passava nemmeno il cibo:
mamma e figlio dovevano
dividersi le magre razioni
che l’uomo dava al piccolo.
A salvarla sono stati alcuni
vicini di casa, pure loro marocchini,
che venerdì scorso
avevano sentito le urla della
donna e hanno deciso di rivolgersi
al numero verde di
Acmid – Donna (l’associazione
della comunità ma-
Il segretario della Cgil,
Guglielmo Epifani
della nostra pubblica amministrazione
e ha spiegato
come, attraverso i decenni,
si sia arrivati a questa situazione:
“Nei servizi pubblici
lo Stato è stato quasi
sempre distratto, mentre
i dirigenti guardavano
dall’altra parte. É un miracolo
che la maggior parte
dei dipendenti abbia continuato
a fare comunque il
rocchina delle donne in Italia).
Souad Sbai, presidente
dell’Acmid, intervistata da
RTB News, emittente TV di
Brescia dice «Fatima adesso
vuole solo tornare nel suo
Paese di origine per ritrovare
un po’ di pace e di serenità.
Vuole raggiungere il padre
che, per primo, aveva lanciato
l’allarme: anche lui aveva
chiamato il nostro numero
verde perché da tempo non
aveva notizie della figlia».
Sono tante, purtroppo, le
donne immigrate che, come
Fatima, subiscono violenze
e costrizioni in silenzio. Mogli,
figlie e sorelle che vivono
in un limbo: chi segregata
in casa, come Fatima, vive
nel silenzio, priva di una rete
familiare e di amici, e chi,
come Hina Saleem, paga con
Continua a pag 2
proprio mestiere. Se qualcosa
ha funzionato in Italia
è per merito dei dipendenti
pubblici, che hanno fatto il
loro lavoro”. Nel suo intervento
il ministro ha anche
replicato a Franco Bassanini,
che in un’intervista
pubblicata oggi sul Corriere
della Sera sostiene
che Brunetta eccede con i
tagli. Il titolare della Funzione
pubblica ha respinto
l’accusa: “I pubblici dipendenti
nel nostro Paese sono
circa tre milioni 650 mila.
Costano molto, ma non in
modo eccessivo. Hanno
titoli mediamente superiori
a quelli dei lavoratori
omologhi nel settore privato.
Costano circa 300 miliardi
di euro l’anno e rappresentano
un potenziale di
qualità che va valorizzato”.
Il piano per il rilancio
dell’Economia italiana,
che prevede l’impiego di
80 miliardi, “lo approveremo
entro la fine del
mese” e prevede sgravi
per le fasce meno abbienti,
interventi per rilanciare le
infrastrutture, attraverso
l’utilizzo del Fas (il Fondo
per le aree sottosviluppate)
ma anche pagamenti più
celeri da parte della Pubblica
Amministrazione
alle imprese. É quanto ha
affermato il ministro della
Pubblica Amministrazione
Renato Brunetta ai microfoni
di Rtl. “Sono interventi
di tipo infrastrutturale,
di investimenti - ha detto
Brunetta - Stiamo riallocando
il Fas: tanti fondi soprattutto
legati all’Unione
Europea destinati in mille
rivoli, li stiamo compattando
e orientando in pochi
grandi interventi. Stiamo
raddoppiando le risorse per
i consorzi fidi. Le imprese
avranno più risorse per garanzie
per le loro investimenti
ed esportazioni. Sto
personalmente elaborando
un programma per accelerare
e rendere certi i pagamenti
della pubblica amministrazione
a ifornitori,
perché spesso la Pa è una
cattiva pagatrice e, se lo è,
anche i creditori non pagati
non pagheranno creando
una catena interminabile
di inefficienza”. Brunetta
ha poi spiegato che “ci
saranno sgravi fiscali per
le famiglie meno abbienti
e vedrà luce la social card
per gli acquisti delle fasce
Continua a pag 2
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alle sue splendide spiagge o
ai siti archeologici.

P
2 olitica
N° 11/2008 - ANNO XVII - 25 novembre
Segue dalla prima
più basse”. “L’insieme di tutto
questo sarà - ha spiegato - una
manovra volta al rilancio economico
ma soprattutto a migliorare
l’efficienza e il sistema. Non
basta mettere paglia nel fuoco per
fare calore, ma bisogna produrre
di più e meglio, fare più produttività,
aumentando la torta. Solo con
una torta più grande ci sarà poi la
possibilità di distribuirla meglio”.
Gli attacchi alla politica attuata
da Brunetta “non arrivano dalla
sinistra politica, dal Pd, lo devo
dire con onesta”. L’indice è invece
puntato verso la Cgil e la
sinistra estrema. Ad affermarlo
è lo stesso ministro della Pubblica
Amministrazione Renato
Brunetta rispondendo durante la
trasmissione Rtl. “Ieri Panebianco
con un articolo sul Corriere
diceva perché io e la Gelmini
siamo sotto attacco da parte della
Sinistra. Non è la Sinistrà ma
un pezzo di Sinistra sindacale,
la Cgil, è certamente la Sinistra
estrema ma non è la Sinistra
politica, vale a dire il Pd, che
ragiona e vota anche se a volte
usa parole dure”. Brunetta, che
ha polemizzato nuovamente con
l’Espresso che gli ha dedicato alcune
inchieste, ha anche risposto
ad una domanda sull’imitazione
che gli viene fatta dal comico
Crozza. “L’ho visto poco - ha affermato
- Se la mia imitazione
serve per produrre reddito e successo
per Crozza sono felice”.
I fannulloni sono di sinistra?
‘’Brunetta ci dia una prova di
quello che afferma, perchÉ se
non ha prove di quello che afferma
É un bugiardo’’. Lo ha detto
il segretario generale della Cgil,
Guglielmo Epifani rispondendo
ad una domanda su quanto affermato
da Brunetta. ‘’Purtroppo
questi toni o queste modalita’ - ha
detto Epifani - non sono quelle
che sono necessarie per un Paese
che sta attraversando crisi molto
inquietante e molto grave. Piu’
serieta’ e cose che si dicono e soprattutto
misurarsi sulle propostÉ’
Segue dalla prima
la vita il sogno di una vita diversa.
«Il nostro augurio – conclude
Souad Sbai – è che quest’uomo sia
punito. Non è la prima né l’ultima
volta che veniamo a conoscenza di
storie come questa. Ma non smetteremo
mai di denunciarle: non
vogliamo più donne murate vive».
Altra storia sconvolgente è quella
della giovane marocchina che nel
giugno scorso a Piacenza ha simulato
un sequestro di persona per
sfuggire ad un matrimonio combinato
dai genitori con un uomo molto
più anziano di lei. Fosse avvenuta
in una famiglia meridionale,
una storia simile, avremmo sentito
le femministe pronunciare le frasi
di rito sulla fallocrazia imperante e
sull’influenza «storicamente misogina»
che la Chiesa romana ha avuto
sui nostri costumi. Invece è successo
a una famiglia di immigrati
legati alle consuetudini islamiche,
e quindi a sinistra vige la consegna
del silenzio. Si sa: a discutere le
«diverse sensibilità culturali» degli
immigrati si corre il rischio di
A che serve credere
L’Estate oltre a riposare
serve anche a
leggere qualche libro
che può aiutarci più o meno
a crescere soprattutto nella
fede. Il libro che sto leggendo
ha uno scopo apologetico,
che significa essere
sempre pronti a dare risposta
(apo-logia) a chiunque
ci domandi ragione (logos)
della nostra speranza. Il testo
è scritto da Vittorio Messori
e Michele Brambilla,
Qualche ragione per credere,
scritto in forma dialogica,
edito da Ares di Milano
2008, 300 pp. 13 euro (www.
ares.mi.it).“La forma dialogica
– scrive Cesare Cavalleri
nell’introduzione – è la
più adatta all’apologetica,
come testimonia il Catechismo
della Chiesa Cattolica,
che Giovanni Paolo II, il più
grande apologista del XX
secolo, affidò al coordinamento
dell’allora cardinale
Joseph Ratzinger”. Oggi c’è
forte necessità d’apologetica,
non siamo molto lontani
dai tempi di Jean-Baptiste-
Marie Vianney, il santo Curato
d’Ars, quando diceva:
“Verrà un giorno in cui gli
uomini saranno così stanchi
degli uomini, che basterà
parlare loro di Dio per vederli
piangere”. E oggi anche
tra noi cristiani, sembra
che abbiamo dimenticato che
la più pietosa della povertà
è quella spirituale; e che,
dunque, la prima carità –
quella essenziale e che precede
ogni altra – non è quella
del pane ma quella della
verità. Qualche ragione per
credere è denso di domande,
sui drammi del dolore, della
morte, sulle “cose ultime”,
oggi proprio in una società
che si vuole “critica”, “coraggiosa”,
c’è il divieto di
fare domande, almeno certe
domande, quelle fondamentali,
sul senso stesso
del vivere e del morire. Tra
le domande fondamentali al
G.L.
capitolo V c’è quella a che
serve credere, a che serve la
fede. E prima di rispondere
al quesito gli autori del testo
fanno una specie di elenco
dei paradossi del cristianesimo,
delle coppie di realtà
che sembrano inconciliabili
e che invece devono convivere.
Per abbreviare ne
elenco alcuni: Gesù è vero
Dio e vero uomo; la Chiesa
è corpo mistico di Cristo e
istituzione umana; è visibile
e invisibile; in essa convivono
libertà e obbedienza; la
Bibbia comprende Antico e
Nuovo Testamento; l’uomo è
composto di anima e di corpo,
di spirito e di materia;
Maria è vergine e madre; il
Credo ha la sua fonte nella
Scrittura e nella Tradizione;
la salvezza si raggiunge con
fede e opere; papa e vescovi;
clero e laici; nella fede
Il curato d’Ars
convivono luce e tenebre;
paradiso e inferno; contemplazione
e azione; verginità
e matrimonio… Si potrebbe
continuare, non c’è un
aspetto della fede e dei suoi
comportamenti, che non si
basi su queste realtà contraddittorie
che devono convivere
anche se non sempre
è facile. Il cattolico scrivono
gli autori è chiamato ovunque,
a operare una sintesi
paradossale. E come ricorda
Jean Guitton, il cattolico è
colui che vuole tutto e il suo
contrario, che non vuole rinunciare
a niente. E’ quello
dell’ et-et. Al contrario del
protestantesimo, tutto basato
esplicitamente sull’ aut-aut
del “soltanto”: solus Christus,
sola fides, sola Scriptura…Per
ora mi fermo.
D. B.
passare per razzisti. Così le paladine
delle pari opportunità tacciono.
(Fausto Carioti, La ragazza marocchina
di Piacenza e l’integrazione
che non c’è, 26 giugno 2008 Libero).
Le femministe hanno già la
scusa pronta per la loro omertà: la
colpa non è delle diverse religioni
o delle diverse culture, ma del maschio
in quanto tale. «Crimini sessisti»,
li chiamano, e sotto questa
voce di comodo derubricarono anche
l’omicidio di Hina Saleem, la
ragazza pachistana uccisa due anni
fa a Brescia dagli uomini della sua
famiglia perché “traviata” dallo
stile di vita occidentale al punto da
fidanzarsi con un ragazzo italiano
e rifiutarsi - anche lei - di subire il
matrimonio che la famiglia voleva
imporle. Ora, chi spiega simili vicende
in base al sesso e non alla
cultura ritiene che un maschio californiano
e un maschio yemenita
siano sostanzialmente intercambiabili,
e quindi non merita di essere
preso sul serio. È lo stesso
meccanismo di autocensura che ha
fatto chiudere gli occhi davanti a
“Infedele”, il libro-denuncia in cui
la somala Ayaan Hirsi Ali - nera e
atea - racconta la sua vita (infibulazione
e matrimonio combinato
inclusi) di donna nata e cresciuta
in una società islamica. Troppo imbarazzante,
meglio ignorarlo. Proprio
come fecero con Hina e come
hanno fatto con la sedicenne di
Piacenza. Da certe parti l’emancipazione
femminile merita di essere
difesa solo se può essere sbattuta
in faccia al Vaticano. Di fronte a
queste notizie che vedono coinvolte
donne che subiscono violenze
e maltrattamenti o semplicemente
un’ingiustizia, si ricorre ad un relativismo
culturale pericolosissimo e
sbagliato, afferma Sbai, soprattutto
se si parte dall’assunto che i diritti
umani valgono allo stesso modo
per tutti, a garanzia d’ogni uomo e
di ogni donna a prescindere dalla
razza, dalla cultura, dalla religione,
dall’orientamento sessuale. Sostenendo
la difesa di culture minoritarie
- sostiene Sbai - si giustificano
vere e proprie atrocità come la violenza
fisica e sessuale sulle donne,
l’uxoricidio, la clitoridectomia o
infibulazione, o fatti comunque
gravi e lesivi della libertà umana,
come i matrimoni imposti a figlie
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UNIONE STAMPA
PERIODICA ITALIANA
minorenni e non, la poligamia, alla
quale molti uomini ricorrono spesso,
anche nei paesi occidentali, contro
la volontà della prima moglie.
Nell’introduzione alla relazione
dell’attività semestrale (Novembre
2007 – Maggio 2008) del Progetto
Numero Verde antiviolenza 800
911 753 “Mai più sola”, promosso
dall’Acmid-Donna Onlus, la deputata
marocchina del Pdl racconta
un’altra storia concreta, Fatima una
ragazza maghrebina residente in
Italia, picchiata, legata e segregata
dal padre, dalla madre e dal fratello
perché aveva uno stile di vita e di
comportamenti contrari alla cultura
della famiglia, cioè diversi da quella
musulmana. La storia di Fatima
diventa però incredibile –afferma
Sbai – quando si scopre che la Corte
di Cassazione ha deciso di assolvere
i familiari responsabili delle violenze,
perché le punizioni non erano
abituali (si erano cioè verificata
solo tre volte) e in più erano state
motivate da comportamenti della
figlia ritenuti scorretti e non conformi
alla loro cultura e religione. I
giudici hanno considerato il sequestro
‘a fin di benÉ dal momento che
la ragazza minacciava il suicidio,
evidentemente esasperata dalle botte
e dalle angherie che era costretta
a subire visti i suoi comportamenti
troppo ‘occidentali’. Un caso allucinante,
non isolato, che preoccupa
solo quando si arriva all’omicidio
come per la povera Hina Saleem,
selvaggiamente sgozzata e sepolta
nel giardino di casa dal padre, o di
Khawtar, di Samira, di Bouchra,
di Kabira, di Darin, di Fatima e di
tante altre che per gli stessi motivi
sono state uccise da mariti e parenti.
Si deve aspettare il morto
per condannare senza attenuanti di
nessun genere la violenza e la sopraffazione?
Si chiede Souad Sbai.
Sono moltissimi i casi di violenza
sulle donne simili a questo, i cui
colpevoli sono rimasti impuniti o
si sono visti riconoscere attenuanti
e sconti di pena poiché avevano
agito sulla base di convincimenti
culturali e religiosi particolari, o
semplicemente perché la giustizia
italiana non dispone di leggi abbastanza
severe contro la violenza di
genere.
Domenico Bonvegna
Sito Internet:
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T Pagina N° 11/2008 - ANNO XVII - 25 novembre re
Furono importanti poiché segnarono chiaramente «la volontà
del Paese di appartenere alla civiltà occidentale e cristiana»
Le elezioni del 18 aprile 1948
Pubblicati dalle edizioni Ares gli atti di un convegno
dell’Istituto Storico dell’Insorgenza e per l’Identità Nazionale
Salvatore Calasso
Le elezioni politiche del 18
aprile 1948 furono un’evento
fondamentale per la giovane
democrazia italiana, poiché segnarono
chiaramente «la volontà del Paese
di appartenere alla civiltà occidentale
e cristiana e il suo rifiuto del
socialcomunismo espresso dal Fronte
popolare» (p. 7). Questa vittoria è
stata oggetto di una rimozione dalla
memoria storica del Paese, grazie
all’opera su di essa compiuta dalla
sinistra. A tal proposito dice lo storico
di estrazione cattolico-democratica
Pietro Scoppola: «I vinti, le forze
cioè della sinistra, sconfitte il 18
aprile, hanno, più dei vincitori, contribuito
ad offrire una immagine
complessiva di quegli anni,una immagine
che è diventata elemento di
cultura media che è filtrata fin nei rapidi
accenni che si leggono alla fine
dei manuali scolastici nelle poche
pagine dedicate all’Italia del secondo
dopoguerra». E i vincitori? Silenzio.
L’Istituto Storico dell’Insorgenza
e per l’Identità Nazionale (Isiin),
l’Istituto di Storia Moderna e Contemporanea
dell’Università Cattolica
del Sacro Cuore e il Dipartimento
di Scienze Politiche dell’Università
degli Studi milanese invece hanno
ricordato l’evento in un convegno
che si è svolto a Milano il 3 e il 4
dicembre del 2004, per toglierlo
dall’oblio della memoria. Gli atti
sono ora stati pubblicati in volume, a
cura di Marco Invernizzi, presidente
dell’Isiin, saggista e studioso della
storia del movimento cattolico italiano,
per i tipi delle Edizioni Ares di
Milano. Il libro ci porta all’interno
dell’evento, esaminandone le forze
protagoniste, sia religiose e culturali,
sia politiche, offrendo la possibilità
al lettore di farsi una prima impressione
del significato di quella giornata
elettorale e aprendo uno squarcio
su alcune verità taciute per decenni
da una storiografia succube degli interessi
politici, come il ruolo dei Comitati
Civici, l’opera svolta dal cardinale
Schuster, le vicende del
mondo azionista. Innanzitutto, il titolo.
Il 18 aprile 1948 ebbero luogo
le prime elezioni politiche dell’Italia
repubblicana. L’afflusso alle urne fu
superiore al 90% degli aventi diritto;
la Democrazia Cristiana –che già nel
1946 si era qualificato come il primo
partito italiano- ottenne il 48% dei
suffragi battendo nettamente il Fronte
Popolare nel quale erano confluiti
i socialisti e i comunisti; i missini
raccolsero il 2% dei suffragi, il blocco
liberale-qualunquista il 3,8%; il
partito monarchico il 2,8%. Si può
parlare di anomalia in quanto l’andamento
e l’esito di quelle elezioni,
giustamente considerate epocali nella
storia d’Italia, sono stati analizzati
e studiati più dai vinti che dai vincitori,
e d’altra parte questi ultimi, trascorso
il momentaneo compiacimento
per lo straordinario successo
Una sezione elettorale a Milano in occasione delle elezioni politiche del 1948.
ottenuto, mai pensarono di celebrarle,
né seppero cogliere appieno la
portata politica e culturale dell’evento,
per cui si prepararono a consegnarsi
ai vinti. Dopo un quadro generale
della situazione italiana nel
difficile dopoguerra, ad opera di
Oscar Sanguinetti ed Eugenio Di Rienzo,
gli interventi si dedicano ad
esaminare il contributo di varie forze
politiche e di singole personalità al
18 aprile. Un particolare approfondimento
è dedicato alla realtà milanese,
soprattutto ad alcune figure chiave
del mondo cattolico. Ormai è un
dato di fatto storiograficamente acquisito
che la mobilitazione delle
organizzazioni cattoliche fu capillare
e senza precedenti, sostenuta dalla
certezza che fossero in gioco la civiltà
cristiana e la libertà religiosa minacciate
dal comunismo, rappresentato
in sede elettorale dal Fronte
popolare; anche perché c’erano le
notizie provenienti dai paesi dell’Est
europeo e le testimonianze dei profughi
giuliani sulla “democraticità”
dei comunisti. È significativo che –
come si legge nella relazione di Mario
Casella- il deputato Stefano Jacini
jr abbia indicato nel 18 aprile la
vittoria dell’Azione Cattolica, anche
se tale vittoria passò per le mani dei
Comitati Civici, una creazione di
Luigi Gedda, personalità eccezionalmente
dinamica ma anche dalla forte
tempra religiosa, medico e grande
studioso. Alla gestazione, alla nascita
e all’attività di tale organismo è
dedicato l’intervento di Marco Invernizzi
che mette in luce peraltro
una certa diffidenza (o perlomeno
estraneità) della dirigenza democristiana
nei confronti di Gedda, il quale
infatti dopo la battaglia elettorale
tornerà ad occuparsi a tempo pieno
dell’Azione Cattolica, rifiutando il
seggio di senatore offertogli. Giuseppe
Brienza parla di mons. Roberto
Ronca e della organizzazione politico-culturale
da lui fondata,
l’Unione Nazionale di Civiltà Italica,
ravvisando in quest’ultima un
precedente dei Comitati Civici. Nella
sua panoramica sul mondo azionista,
Sandro Rogari evidenzia i limiti
e le divisioni che caratterizzarono
nel frangente elettorale gli azionisti,
presenti da una parte e dall’altra degli
schieramenti contrapposti, dal
momento che il partito d’azione non
esisteva più. Il consiglio nazionale
ne aveva approvato nel ’47 la confluenza
nel Psi. Ugo Finetti ricostruisce
uno dei momenti cruciali di quel
periodo, ossia la rottura all’interno
dell’allora Psiup, tra i socialisti riformisti
e la sinistra filocomunista. Il
contrasto tra le due anime del partito
si palesava appena terminata la guerra
di liberazione, già nel Consiglio
Nazionale dell’estate ’45. Nel suo
primo governo, varato nel novembre
dello stesso anno, De Gasperi puntava
ad un asse tra cattolici e socialisti,
accomunati, già nel ventennio fascista,
dal medesimo giudizio sull’Unione
Sovietica e sul legame del Partito
Comunista con Stalin. Nel contempo
Saragat maturava una scelta decisamente
autonomista: non unità della
sinistra, ma unità antitotalitaria con i
cattolici contro il comunismo. Nenni,
leader della sinistra vista con favore
da Togliatti, vedeva la necessità
di estromettere Saragat dal partito.
La scissione socialista fu quindi
un’espulsione dei riformisti decisa e
attuata dalla sinistra, convinta di
avere la vittoria dello stalinismo in
Italia a portata di mano, convinzione
rafforzata dall’esito favorevole delle
elezioni amministrative del ’46 in
diverse grandi città. La terza parte
del libro, dedicata al mondo cattolico
milanese, si apre con una ricca
relazione sull’azione pastorale del
card. Schuster, deciso sostenitore del
diritto/dovere della Chiesa di essere
presente nella realtà sociale e statale,
come egli stesso aveva testimoniato,
in particolare, come è noto, il 25
aprile del ’45 quando si era assunto il
ruolo di mediatore nella resa dei due
eserciti, fascista e nazista. A guerra
finita, Schuster non perdeva occasione
per preparare il suo popolo -e il
clero- agli importanti appuntamenti
che lo attendevano tramite discorsi,
scritti, iniziative d’ogni genere: l’impegno
civico non poteva che scaturire
da una coscienza illuminata, formata
alla luce del Vangelo. Tra le
iniziative volute dal cardinale di Milano,
c’è la fondazione nel gennaio
del ’48 del centro culturale Ambrosianeum,
in una città ancora profondamente
segnata dalle distruzioni
belliche ma che poteva attingere al
ricco patrimonio della sua tradizione,
come documenta il saggio di Daniele
Bardelli. L’idea era quella di
contrastare la diffusione delle moderne
apostasie presso la classe dirigente
di allora, alla quale andavano
forniti gli strumenti culturali per sostenere
con robustezza di convinzione
e d’argomenti la ricostruzione,
che doveva essere innanzitutto spirituale.
Altro segno della vitalità del
cattolicesimo ambrosiano fu la costituzione
del “Gruppo lombardo dirigenti
d’impresa cattolici” a cui è dedicata
la relazione di Giovanni
Gregorini. Nel riconoscere l’esistenza
di un problema sociale estremamente
complesso che si poneva inevitabilmente
come problema anche
3
politico, l’unione dei dirigenti cattolici
-Ucid- puntava a studiare le modalità
con cui applicare i principi
della dottrina sociale cattolica al
campo della produzione economica.
L’ampio e articolato intervento di Maria
Bocci individua nella mobilitazione
culturale il contributo specifico
dell’Università Cattolica e in particolare
di padre Gemelli. L’appuntamento
elettorale era visto come una scelta di
‘civiltà’, come l’alternativa tra due
‘fedi’ inconciliabili a causa della premessa
materialistica e perfettistica che
inficiava il marxismo e quindi doveva
rappresentare l’occasione per dotare il
paese di una classe dirigente rinnovata
alla luce delle direttive dottrinali assimilate
negli anni della formazione universitaria.
La sfida culturale, non mero
fervore propagandistico, vide protagonisti
-entusiasti e a volte veramente
instancabili- docenti, studenti e laureati
dell’Ateneo cattolico. Il volume si
chiude con un intervento di Luca Cerotti
sui monarchici milanesi, i quali, al
di là dei temi e dei toni propagandistici
della vigilia, delle puntigliose precisazioni
e relative discussioni, non riuscirono
ad ottenere il 18 aprile risultati
significativi. Perché queste elezioni
furono così importanti? «Noi comunisti
ci siamo accorti che saremmo stati
probabilmente sconfitti alle elezioni
del 18 aprile quando, nel mese di febbraio,
abbiamo visto scendere in campo
i Comitati Civici e svolgere quel
lavoro capillare che fino ad allora avevamo
fatto soltanto noi». Questa affermazione
di Massimo Caprara ex segretario
di Palmiro Togliatti, per
decenni deputato comunista prima di
approdare alla fede dopo un lungo itinerario
spirituale e intellettuale, danno
la misura di quanto è avvenuto il 18
aprile 1948, quando in Italia si svolsero
le elezioni politiche più importanti
nella storia del Paese, che segnarono
la volontà del popolo di
appartenere alla civiltà occidentale,
democratica e cristiana. In quella
data gli italiani erano a un bivio della
loro storia: o sceglievano di restare
cattolici o si imbarcavano in una
nuova avventura totalitaria, peggiore
di quella da cui erano appena
usciti. Vince la tradizione cattolica
popolare e perde il socialcomunismo.
Dove per popolare va inteso
come espressione del popolo e non
come categoria partitica. L’ Italia è
così un paese libero. Ancora Massimo
Caprara: «Quando sentimmo
che la scelta diventava tra Cristo e
la sua negazione, capimmo di aver
perso. L’appello di Gedda interrogava
le coscienze individuali e chiamava
a una scelta di libertà. I comunisti
non erano attrezzati per
sostenere uno scontro su quel terreno.
I comizi dei Comitati Civici erano
quasi incomprensibili per l’apparato
del Pci. Quello slogan
cattolico che diceva “Vita, Vita”
non aveva alternative nel campo avversario.
Diceva una concezione
positiva dell’uomo e del suo esistere
che non avevano il minimo contraltare».

N° 11/2008 - ANNO XVII - 25 novembre
Recatevi sul sito dell’Università
di Bari, facoltà di
veterinaria. Troverete una
ricca scheda sul “Corso di laurea
in scienze dell’allevamento, igiene
e benessere del cane e del gatto”.
Recatevi sul sito del ministero
retto dalla Gelmini. Troverete che
esiste una sede staccata dell’Università
di Sassari, in quel di Ozieri,
con 15 studenti iscritti. Bastano
questi due piccoli dati per capire
che l’istruzione superiore non può
andare avanti così. Il problema si
poneva già negli anni venti (sic):
non poté risolverlo un ministro
che si chiamava Benedetto Croce,
lo risolse un suo successore (ottenendone
piena adesione) che si
chiamava Giovanni Gentile, grazie
ai pieni poteri (che sarebbero
i decreti-legge odierni). C’erano
troppi studenti universitari: bisognava
ridurli. Lo Stato si sarebbe
accollato le spese per dieci atenei
(e per singoli istituti superiori);
a mantenere gli altri avrebbero
provveduto gli enti locali o i privati.
Se non ci fossero riusciti, quelle
università avrebbero chiuso.
La manovra nei primi anni riuscì,
perché le facoltà vennero sfoltite
di studenti in soprannumero. Poi,
giunsero i cosiddetti “ritocchi”
alla riforma Gentile e il fascismo
cadde nella facile demagogia di
ritornare all’andazzo precedente,
peggiorato. Dopo il ’68, la classe
politica coltivò l’assurdo dell’uni-
Dopo gli incidenti causati
versità di massa, due sostantivi dai tifosi (?) del Napoli
Politica
L’assurdo dell’università
di massa
Benedetto Croce
Giovanni Gentile
che non possono insieme stare:
agguagliò tutti i diplomi, dequalificò
gli studi superiori, moltiplicò
lauree, cattedre, atenei. Oggi, per
superare le sedi collocate presso
Antonio Martino
per la partita di calcio
con la Roma, il ministro Maroni
ha deciso di prendere provvedimenti
duri nei loro confronti.
Il governo così si appresta
a dire basta e lo farà iniziando
proprio dai responsabili di domenica
scorsa: “Abbiamo assunto
alcune valutazioni - ha
spiegato Maroni - e mi accingo
nella giornata di domani (oggi
ndr) a mandare una direttiva ai
prefetti che dispone dell’individuazione
di tutti coloro che
hanno partecipato al ‘mucchio
selvaggio’ di domenica, perché
siano colpiti dal provvedimen-
frazioni di paesi minori; per contenere
i cinquemila e passa corsi
di laurea; per togliere di mezzo
centinaia di migliaia di studenti
che non studiano; per abolire
decine di migliaia di professori
non all’altezza; per farla finita
con i sindacati di polizia che fanno
laureare i marescialli mercé la
traduzione in “crediti” del lavoro
già svolto: l’unica soluzione seria
sarebbe sopprimere il valore legale
del titolo di studio. In tal modo,
si studierebbe non per il pezzo di
carta (che tale diverrebbe di fatto,
giacché privo di alcun riscontro di
legge), bensì per lo studio in sé.
Varrebbe il merito, senza l’atroce
odierna parificazione fra studio e
non studio, fra ateneo di prestigio
e ateneo facile, fra insegnamento
vacuo e insegnamento serio. Peccato
che a parlarne sia l’isolato ex
ministro Antonio Martino, riprendendo
un antico insegnamento di
Luigi Einaudi. Nessuno gli dà retta.
I liberali, si sa, sono oggi ancor
meno numerosi e meno influenti,
più divisi e più nascosti di quando
erano raccolti in un piccolo partito;
quelli che ci sono non si curano
delle politiche illiberali condotte
dal governo. Così, l’unica
ragionevole soluzione al tracollo
dell’istruzione superiore non viene
nemmeno predicata.
Marco Bertoncini
to che impedirà loro di partecipare
a manifestazioni sportive
per i prossimi due anni”.
Inoltre nei confronti di quei
tifosi prima incriminati e poi
scarcerati Maroni ha assicurato
che “saranno denunciati alla
magistratura per associazione
per delinquere” perché gli ultrà
del Napoli “sono veri e propri
delinquenti, criminali organizzati
applicati al calcio e per
questo dovranno rispondere del
416, ovvero del reato di chi si
associa per commettere reati”.
Finalmente un governo che
prende decisioni e non sorvola
su fatti così gravi. Non si
riesce a comprendere perché se
La Corte d’Appello
di Brescia (sentenza
59/2007) ha stabilito
due importanti principii
in materia di contribuenza
dei Consorzi di Bonifica.
Il primo è questo. “Quando
il sistema delle opere
gestite da un Consorzio di
bonifica funge come mero
strumento di potenziamento
della fognatura comunale,
il vantaggio di cui
godono gli immobili interessati
da tali opere non è
già diretto, come richiesto
dall’art. 11 r.d. 13 febbraio
1933, n. 215 nell’elaborazione
giurisprudenziale,
ma meramente indiretto.
Trattasi di utilità e vantaggi
generici, nel senso che
le opere contribuiscono a
creare un tessuto idraulico
e tecnologico che consente
al Comune di più agevolmente
adempiere i propri
compiti tra i quali rientrano
quelli di gestire l’intero
approvvigionamento idrico
e dell’allontanamento delle
acque reflue dall’abitato”.
Secondo principio stabilito
dalla Corte. “Se gli immobili
possono scaricare senza
limitazioni i reflui e le
acque meteoriche, se non
vengono inondati in caso di
eventi meteorici eccezionali,
è perché essi sono serviti
dalla rete fognaria comunale
e, solo mediamente,
perché questa è stata realizzata
in modo da poter contare,
in quei casi straordinari,
sulle opere consortili.
Il vantaggio fondiario non
è allora tale da legittimare
la pretesa contributiva del
Consorzio di bonifica”. I
principii stabiliti rispondono
correttamente a quanto
statuito dalla Cass. S.U.,
14 ottobre 1996, n. 8960, a
proposito dell’immissione
in corsi d’acqua, ricadenti
a distruggere un bene pubblico
sono criminali comuni o zingari
giustamente sono puniti, mentre
se lo fanno gli adoratori di
una squadra di calcio questo
non accade. Claudio Magris su
Il Corriere della Sera si chiedeva
per quale motivo i cosiddetti
ultrà, violenti che escono dallo
stadio periodicamente possono
permettersi di distruggere tutto
quello che gli capita davanti.
“La ragione è semplicissima:
i criminali travestiti da tifosi,
possono farlo, sanno di poterlo
fare, sanno che nell’epoca moderna
lo stadio ha sostituito la
chiesa quale asilo per i delinquenti;
sanno di restare impuni-
5
Consorzi di bonifica e
fognature comunali
Corrado Sforza Fogliani
Presidente Confedilizia
Certezza della pena
per i tifosi violenti
nella manutenzione di Consorzi
di bonifica, tramite
fognatura comunale: “Un
rapporto di contribuenza
può istituirsi solo col Comune,
che a sua volta - se
mai - dovrebbe pagare un
canone al Consorzio”. Competendo
al Comune provvedere
al deflusso delle acque
reflue e meteoriche, poiché
a tale scopo il proprietario
già versa specifica tassa o
tariffa all’ente gestore della
fognatura, ogni rapporto
relativo all’uso di canali
soggetti alla manutenzione
di Consorzi di bonifica
deve avvenire fra l’ente che
provvede alla fognatura e il
Consorzio interessato, restandone
estraneo il contribuente.
Il vantaggio fondiario
recato all’immobile
de quo è, ove sussistente,
privo dei requisiti voluti
dal r.d. 215 del 1933 come
interpretato da concorde
giurisprudenza: è infatti
generico, non generale,
indiretto, non diretto. Pertanto
non può il Consorzio
esigere dal proprietario un
contributo di bonifica: al
più, può pretendere il pagamento
di un canone dall’ente
che provvede al servizio
di fognatura.
ti o di pagare pene irrisorie per
i loro gravi e imbecilli reati”.
(Claudio Magris, L’impunità
calcistica, 2.9.08 Corriere della
Sera). In Italia solitamente chi
aggredisce un altro provocando
gravi lesioni, magari la morte,
viene messo in galera. Non si
riesce a comprendere se aggredisco
o danneggio per conto mio
sono chiamato a pagarne di persona,
mentre se lo faccio urlando
slogan calcistici godo di una
sostanziale impunità. Spesso di
fronte a questi fatti di violenza
legata allo stadio e quindi alle
squadre di calcio, gli psicologi,
letterati,si affannano a spiegarci
che chi spacca la testa di un
altro in nome di una squadra di
calcio, lo fa perché ha problemi
psicologici, perché ha del disagio
sociale. Sarà anche vero, ma
allora questo deve valere anche
per i serial killer, gli stupratori,
i rapinatori che anche loro hanno
problemi e forse non sono
stati abbastanza amati dalla loro
mamma. Certamente questo
ragionamento buonista che ha
causato tanto disordine nella nostra
società non può continuare
ad esistere, soprattutto in certe
redazioni di giornali e certe
magistrature. “Se le violenze
del calcio continueranno – e
continueranno – sarà perché soprattutto
le autorità preposte a
garantire in generale la sicurezza
dei cittadini, in questo caso
decidono, chissà perché, di lasciar
correre, di non tutelare i
cittadini, diversamente da quel
che accade nei confronti di altri
malviventi”. Mi sembra che
l’attuale governo Berlusconi voglia
invertire la tendenza.
Domenico Bonvegna

A
6 ttualità
N° 11/2008 - ANNO XVII - 25 novembre
Le profezie di Medjugorje
Da quando nel 1981 a
Medjugorje, un paesino
della Bosnia
Herzegovina, la Madonna
ha iniziato a profetizzare
sulle sorti dell’umanità,
molti uomini di chiesa
hanno liquidato il fenomeno
bollandolo come opera
di fanatici visionari. Tralasciando
la veridicità o
meno del fatto specifico,
ciò che sfugge, è il fatto
che profezie più subdole
e difficili da smascherare,
non sono come si crede,
quelle esterne alla Chiesa,
bensì quelle interne. Come
noto, false profezie e millenarismi
al di fuori della
Chiesa vengono diffuse da
falsi mistici - veggenti laici,
e da tutte quelle forme
di religione o di filosofia
che si presentano come verità
in contrasto col Cattolicesimo.
La falsa profezia
però, può operare anche
all’interno della Chiesa
stessa per mezzo di falsi
pastori e falsi teologi che
predicano “altro” rispetto
agli orientamenti del magistero,
del Vicario di Cristo
e del catechismo. In
questo caso è difficile togliere
la maschera ai mistificatori,
dal momento che
rimanendo materialmente
all’interno della Chiesa,
riescono a smerciare menzogne
sataniche confezionate
da verità divine dietro
l’usbergo dei paramenti sacri
e dell’autorità. Le false
profezie perpetrate da lupi
travestiti da pecore, sono
una delle tematiche più get-
Giovani in discoteca
La Chiesa di Medjugorje
tonate dalla Sacra Scrittura
tanto nel Vecchio, quanto
nel Nuovo Testamento,
poiché rappresentano il pericolo
maggiore per la sopravvivenza
dell’unita della
Chiesa e dell’autenticità
del messaggio cristiano.
La falsa profezia, vale la
pena ricordarlo, è l’attività
con cui satana (il primo
falso profeta mentitore per
eccellenza), tenta mediante
l’ausilio dei suoi ministri
umani (non importa se
in abiti talari o secolari),
di distruggere la Chiesa
Cattolica. I falsi profeti
dei tempi moderni hanno
diffuso spropositi di ogni
sorta. Giusto per rendere
l’idea, ecco alcuni esempi
di traviamenti dottrinali,
anche se la lista potrebbe
continuare all’infinito.
I “discepoli di belzebù”
hanno: “inventato” la Teologia
della Liberazione;
appoggiato il pacifismo;
dato il via libera all’apparentamento
con movimenti
politici atei, abortisti, divorzisti
e filo gay; negato
l’esistenza del diavolo e
dell’inferno; asserito che
ai fini della salvezza una
religione vale l’altra; desacralizzato
la liturgia;
concesso la comunione ai
divorziati e “benedetto”
le unioni di fatto. In questo
scempio del fai da te,
il Pontefice non è stato
certo a guardare. Anche se
con strumenti diversi della
dismessa troppo in fretta
ex inquisizione, ha iniziato
a scacciare i falsari dal
tempio di Dio. Ma molta
sporcizia attende ancora
di essere incenerita. Dopo
Berlusconi spazzino a Napoli,
finalmente è giunto
il tempo di papa Ratzinger
spazzino in Chiesa. Buon
lavoro Santo Padre!
Gianni Toffali
LETTERA AL DIRETTORE
Egregio Direttore, con
sempre più frequenza
si sente parlare di
bullismo, di violenza fra i
giovani, di ragazzi che dopo
la discoteca concludono la
serata con un incidente automobilistico,
quando non è
la loro vita concludersi lì. I
giornali e i servizi giornalistici
vari, riportano percentuali
allarmanti sul consumo
di droga e di alcol fra i
giovani. Spesso mi chiedo
se stiamo veramente facendo
il possibile per evitare che i
nostri ragazzi vadano a finire
in un tunnel così pericoloso.
Sono un’insegnante e non
ho bisogno di leggere statistiche
per sapere che molti
studenti fanno uso di droga
e non è neanche una novità,
è da anni , decine di anni e
anche più che la droga circola
nelle scuole, anche se
ora forse più massicciamente
e fra studenti di età inferiore
rispetto a prima. Ci si
sente impotenti di fronte ad
un fenomeno che viene sottovalutato
e spesso ignorato.
Ne parli con gli studenti e
sembra che tu sia l’unica a
non saperlo, una mia alunna
un giorno mi ha detto: “Certo
che c’è la droga, qualche
anno fa all’ingresso della
scuola ad un controllo della
polizia 90 studenti sono stati
fermati perché gliel’avevano
trovata addosso” (non ero in
quella scuola quando il fatto
era successo.). Senti i loro discorsi:
uno spinello ogni tanto
non fa niente, smetto quando
voglio, in discoteca circola
di tutto anche le pastiglie, a
volte si esagera nel bere, l’importante
e non mischiare, ecc.
Alcuni li vedi il lunedì mattina
dormire sui banchi, oppure
più distratti del solito, a volte
euforici o con la testa chissà
dove, stanno ancora smaltendo
gli effetti di quanto assunto
in discoteca la sera prima? Si
sono fatti uno spinello prima
di entrare a scuola? O sono
andati a letto tardi ? Quante
volte mi sono fatta queste
domande, poi comunque inizio
a spiegare, finisce l’ora
….Come si fa a seguire una
lezione dopo essersi fatti uno
spinello? O dopo aver preso
una sbornia la sera prima, nel
migliore dei casi? Qualsiasi
tipo di insegnamento in una
condizione del genere è destinato
a fallire, non ci dovrebbe
sorprendere se i nostri alunni
fanno fatica a capire , se sembrano
stupidi, o se a volte alcuni
sono violenti ed hanno
delle reazioni eccessive. Se il
livello di preparazione dei nostri
studenti si sta abbassando
sempre di più, quanto si sta
tenendo conto della variabile
La mente
intorpidita degli
studenti
droga nell’analizzare i risultati
della nostra istruzione?
Le droghe intorpidiscono la
mente, istupidiscono quando
non bruciano il cervello (vedi
eroina, LSD, cocaina , cannabis,
anfetamine, ecstasy ed
altro). Come spesso capita nel
mio lavoro ho cambiato diverse
scuole ed ho visto i risultati
scarsi o nulli dei vari interventi
informativi su queste
tematiche, fatte da psicologi
inviati dalle ASL o altri enti.
Questo mi aveva indotta a
pensare che la stessa cosa probabilmente
fosse successa a
molti miei colleghi e presidi,
che non si potesse fare niente
a riguardo, che bisognava
rassegnarsi. L’esperienza fatta
successivamente però mi
ha dimostrato che si può e si
deve intervenire, diversamente
rischiamo che un’intera generazione
venga lentamente,
giorno dopo giorno distrutta
da false informazioni e da
spacciatori senza scrupoli. I
discorsi teorici e le romanzine
sono meglio di niente, ma
quello che ho visto incide di
più, sono le informazioni sugli
effetti fisici e mentali che
le droghe causano, i meccanismi
che spingono a farne
sempre più uso ed a causarne
la dipendenza. Un operatore
di un centro di recupero per
tossicodipendenti, tra le altre
cose mi ha detto che la droga
inizialmente viene presa per
risolvere un problema o un
disagio e se non si è in possesso
delle informazioni corrette
sugli effetti devastanti, la
persona pensa di aver trovato
la soluzione al suo problema
senza rendersi conto della
trappola in cui è finita. Per
mia esperienza gli interventi
che hanno realmente coinvolto
i miei alunni, li hanno fatti
riflettere ed hanno influito positivamente
su di loro, sono
stati quelli fatti da ragazzi
che avevano vissuto in prima
persona gli effetti negativi di
queste sostanze, volontari dei
centri di recupero Narconon
per tossicodipendenti, che
stanno portando avanti campagne
informative in diverse
città d’Italia. C’è un grosso
business su alcol e droghe, ci
sono campagne di marketing e
false informazioni per allargare
ed incrementare il mercato,
chi sono i clienti o potenziali
clienti? Chi è il target di questo
mercato? I nostri ragazzi!
Quanto bisogna fare per contrastare
la pressione che sta
dietro ad affari di così grande
entità, chi lo farà se non
lo facciamo noi? Non si può
stare a guardare mentre il lupo
mangia le pecore.
Lettera firmata

N° 11/2008 - ANNO XVII - 25 novembre
Cultura
La leggenda nera
su Papa Pio XII
PIO XII in preghiera
In occasione del cinquantesimo
anniversario della
morte del Servo di
Dio Pio XII (1939-1958).
Il 9 ottobre Benedetto XVI,
nell’omelia durante la Messa
in suffragio del suo predecessore,
ha rievocato la vita di
questa figura così importante
e ancora oggi contestata dentro
e fuori dalla Chiesa. A più
riprese Pio XII in questi anni
è stato oggetto di attacchi
sulla stampa e attraverso la
pubblicazione di libri ostili.
Un dibattito storico non sempre
sereno, come lo ha definito
il regnante Pontefice, a
cominciare dal 1963 (quando
esce il dramma teatrale Il vicario
nel quale Pio XII viene
accusato di aver taciuto
di fronte alla tragedia della
Shoa), ha mantenuto accesa
per cinquant’anni la polemica
su Pio XII accusato di
essere “amico di Hitler” per
aver taciuto sulle deportazioni
e sul tentato genocidio degli
ebrei. Papa Ratzinger ha
idealmente ripercorso il ruolo
pubblico svolto da Eugenio
Pacelli, che era nato a Roma
nel 1876, in una vita completamente
dedicata al servizio
della Chiesa, dal 1901 durante
il pontificato di Leone
XIII fino alla morte nel 1958,
attraverso i pontificati di san
Pio X, Benedetto XV e Pio
XI. Benedetto XVI ha ricordato
la sfida contro le ideologie
e i regimi totalitari, il
fascismo, il nazionalsocialismo
e il comunismo, espressa
nelle tre encicliche del predecessore
Pio XI (di cui Pacelli
fu Segretario di Stato) Non
abbiamo bisogno (1931),
Mit Brennender Sorge e Divini
Redemptoris entrambe
del 1937, quindi la strenua
insistenza dell’appena eletto
al trono di Pietro nel 1939
per scongiurare l’inizio della
guerra e poi l’intervento
di Pio XII perché la Chiesa
romana riuscisse a salvare,
durante l’occupazione nazionalsocialista,
dopo il 1943,
quanti più uomini possibile.
“Pio XII scelse di tentare
di salvare tutti gli uomini,
- scrive Marco Invernizzi
redattore de Il Timone - indipendentemente
dalla loro
religione, etnia, ideologia
politica, come forse soltan-
to la Chiesa cattolica è capace
di fare. Fra questi gli
ebrei, che grazie al suo intervento
concreto ed efficace,
vennero salvati nel non
piccolo numero di diecimila,
come ha ricordato lo storico
e direttore del Corriere della
Sera, oltre che ebreo egli
stesso, Paolo Mieli, su L’Osservatore
Romano dello stesso
9 ottobre”. Ma Benedetto
XVI non permette che la
figura del suo predecessore
venga costretta all’interno
di una polemica strumentale,
afferma Invernizzi e così
ne ricorda altre sue encicliche
e documenti che hanno
valorizzato il pontificato, in
particolare quelle che hanno
anticipato il Concilio Vaticano
II: la Mystici corporis,
del 29 giugno 1943, l’enciclica
sulla Chiesa come
corpo mistico di Cristo, che
anticipa l’ecclesiologia
esposta nei documenti del
Concilio Vaticano II (la Lumen
gentium in particolare),
ma anche la Divino afflante
Spiritu (20 settembre 1943)
dove si forniscono le indicazioni
principali per leggere
e studiare la Sacra Scrittura
all’interno e in comunione
con la Chiesa cattolica.
Un documento profetico,
che ha favorito la diffusione
tra i fedeli dell’uso di
“pregare con la lettura della
Parola di Dio”, uno dei segni
più consolanti di questi
ultimi decenni. Così come
profetica fu l’enciclica Mediator
Dei sulla liturgia,
del 20 novembre 1947, che
diede impulso al movimento
liturgico e fornisce ancora
oggi importanti indicazioni
per affrontare il caos liturgico
successivo alla riforma
del 1968. Il Papa ricorda
anche le encicliche Evangelii
praecones (1951) e Fidei
donum (1957) con cui indica
il dovere missionario di
ogni comunità di annunciare
il Vangelo, anticipando
il Concilio Vaticano II e il
suo tentativo di far diventare
sempre più “missionaria”
la Chiesa che, almeno in
Europa, non era più protetta
e favorita da una società
e da istituzioni cristiane.
Papa Ratzinger infine ricorda
quanto il suo predecessore
scrisse per affermare il dovere
apostolico e l’importanza
del laicato, anche qui
anticipando il Concilio, e la
meta della santità proposta a
tutti, laici e sacerdoti o religiosi,
additando Maria come
modello, che volle proporre
a tutti anche con la proclamazione
del dogma dell’Assunzione
della Madonna in
cielo, nel 1950. Secondo Invernizzi
l’aggressione contro
la memoria di Pio XII,
non trae origini da un risentimento
del mondo ebraico
contro il Pontefice. Troppi
ebrei - tra cui il primo ministro
degli Esteri d’Israele
Golda Meir - lo hanno pubblicamente
ringraziato dopo
la guerra per quanto aveva
fatto per loro e per i loro familiari
durante gli anni della
persecuzione. Lo ha spiegato
bene ancora una volta
Paolo Mieli nell’intervista
già citata. La sua vera colpa
è l’anticomunismo, ossia
l’aver combattuto contro
il Pci in Italia e l’Urss nel
mondo una battaglia che riteneva
anzitutto vera e giusta
e poi essenziale per la
libertà della Chiesa e le future
possibilità di una nuova
evangelizzazione. Il suo anticomunismo
lo ha reso inviso
ai comunisti ovviamente,
ma anche a chi, nella Chiesa,
riteneva di dover cercare
a tutti i costi un accordo
ideologico e/o politico con
il comunismo a livello internazionale
e quindi anche in
Italia. La sua demonizzazione
nasce dunque soprattutto
all’interno del suo stesso
mondo, da parte di chi ha
ritenuto ancora un ostacolo
la sua memoria, che pertanto
andava sporcata o almeno
un poco appannata. Ma c’è
dell’altro, secondo Invernizzi,
si è voluto contrapporre
Pio XII al suo successore
Giovanni XXIII, il primo
oscurantista e reazionario,
il secondo aperto, avanzato
e progressista. Per favorire
l’interpretazione del Concilio
come evento di rottura
con la precedente storia della
Chiesa, quella che Papa
Ratzinger ha definito l’«ermeneutica
della rottura».
Una contrapposizione che
è riuscita a penetrare nella
Chiesa, dividendo i cattolici
fra i partigiani progressisti
di Giovanni XXIII e quelli
reazionari di Pio XII. Invece
la Chiesa procede nella
storia e si riforma mantenendo
la sua identità, attraverso
l’«ermeneutica della
riforma», come appunto Benedetto
XVI ha chiamato la
corretta interpretazione del
Concilio Vaticano II, nonostante
le differenze che ci
furono e ci saranno sempre
fra un Pontefice e il suo successore.
Questa brutta e
pericolosa operazione culturale
ha avvelenato i rapporti
dentro la Chiesa e ha
indebolito quest’ultima di
fronte all’esterno, facendola
apparire divisa, incerta,
piena di dubbi più che di
fede e di certezze. Oggi finalmente
la leggenda nera
contro Pio XII mostra la
sua natura ideologica e a
scoprirne e a denunciarne
l’origine non sono soltanto
gli storici cattolici. Che pur
ci sono, equilibrati e documentati.
Del Servo di Dio
Pio XII è in corso la causa
di beatificazione: possiamo
pregare perché possa procedere
senza inciampi.
Domenico Bonvegna
7
Mons. Crepaldi ed
il “decalogo” per
l’ambiente
Il vescovo Giampaolo Crepaldi,
nato a Pettorazza, in
provincia di Rovigo, il 29
settembre 1947, è sacerdote dal
17 luglio 1971. Laureatosi in
filosofia all’Università statale
di Bologna nel 1979 ed in teologia
all’Università Urbaniana
di Roma cinque anni dopo, è
stato dal 1985 al 1994 Direttore
dell’Ufficio nazionale della
CEI per i problemi sociali e il
lavoro. Successivamente è nominato
dapprima Sotto-Segretario
(1994-2001) e, dal 3 marzo
2001, Segretario, del Pontificio
Consiglio “Giustizia e Pace”.
Giovanni Paolo II lo ha elevato
alla dignità episcopale il 19 marzo
2001 ordinandolo vescovo
titolare di Bisarcio. Già Autore
di saggi sulla dottrina sociale
cattolica (come quello curato
con Stefano Fontana, direttore
dell’Osservatorio Internazionale
“Cardinale Van Thuân” sulla
dottrina sociale di cui il presule
è presidente, intitolato La dimensione
interdisciplinare della
Dottrina sociale della Chiesa.
Uno studio sul magistero, Cantagalli,
Siena 2006, pp. 144, €
9,00) e sulla globalizzazione
(cfr. Globalizzazione. Una prospettiva
cristiana, Cantagalli,
Dopo studi, dibattiti, interviste,
credevamo di sapere tutto su
Padre Pio, invece con la recente
apertura degli Archivi dell’Ex S.
Ufficio, sepolto tra le carte d’archivio
si trovava un documento di importanza
straordinaria che ora ritorna dal passato:
gli atti della prima inchiesta del S.
Ufficio su P. Pio. E’ “un documento
eccezionale”, secondo Vittorio Messori
, pubblicato proprio a quarantanni
della morte di Padre Pio dalle edizioni
Ares di Milano (www.ares.mi.it), curato
dal sacerdote Francesco Castelli, quasi
interamente inedito, risale al 1921
e custodisce le rivelazioni segrete del
cappuccino. Sono 6 preziose deposizioni,
rese sotto giuramento davanti a un
Inquisitore del S.Uffizio. 142 risposte
autobiografiche di Padre Pio che racconta
se stesso e i fenomeni mistici e
soprannaturali di cui è soggetto, comprese
le bilocazioni, fatti e fenomeni
mai raccontati a nessuno. Il volume
di don Castelli accoglie, commentandolo,
il “Voto”, il testo, così chiamato,
dell’inchiesta di mons. Rossi, che non
si limitò alle affermazioni del cappuccino
per tracciarne un profilo spirituale
e mistico, ma cercò di esaminare con rigore
le stimmate del frate e di indagare
rigorosamente interrogando testimoni
e ispezionando ambienti. Monsignor
Rossi raccolse un materiale abbondante
e ancora oggi rappresenta un resoconto
completo e originale sul cappuccino e
permette di aggiornare completamente
tutta la storiografia su di lui. Sono atti
Siena 2006, pp. 112, € 8,50), sta
concentrando negli ultimi anni
molti dei suoi studi e della sua attenzione
pastorale alle problematiche
dell’ecologia umana, come
testimonia il volume qui accanto
recensito e la promozione del Decalogo
per un ambiente a misura
d’uomo, da lui redatto in seno al
Pontificio Consiglio della “Giustizia
e della Pace” come “sintesi”
del capitolo sull’ecologia del
Compendio della Dottrina Sociale
della Chiesa. Il vescovo lo ha
ad esempio illustrato durante il
festival internazionale dell’ambiente,
che si è tenuto a Milano
e in altre città della Lombardia
dal 5 all’11 giugno scorso (cfr.
La Santa Sede stila un “decalogo”
per difendere l’ambiente, in
Zenit, 5 giugno 2008). Secondo
monsignor Crepaldi il “decalogo”
rappresenta un documento
d’orientamento particolarmente
valido nella situazione internazionale
“post-globalizzata”, fondamentalmente
“perché l’obiettivo
e la prospettiva delineate dal
Magistero sociale della Chiesa e
ribadita diverse volte dal Santo
Padre è quella di una economia
giusta e solidale”.
Giuseppe Brienza
Padre Pio sotto
inchiesta
che vengono pubblicati integralmente
per la prima volta, essendo stati a suo
tempo secretati e non comparivano tra le
fonti presenti negli archivi di S. Giovanni
Rotondo. Il documento, scrive Messori
nella prefazione, “ha avuto come
conseguenza di rilanciare ulteriormente
la ricerca, che sembra non esaurirsi mai,
su questo santo tanto a lungo e profondamente
amato e al contempo, in taluni
ambienti, così discusso e guardato con
supponente diffidenza”. Ma soprattutto
risponde al volume dello storico ebreo,
Sergio Luzzatto: “Padre Pio. Miracoli
e Politica nell’Italia del Novecento. Un
testo che intende gettare una luce ambigua
sulla figura del frate stimmatizzato,
appoggiandosi ai suoi detrattori, Padre
Gemelli in primis. Luzzato in pratica
insinua “dubbi sulla ‘verità’ delle stimmate,
per le quali non si potrebbero
escludere non solo fatti psicosomatici
ma addirittura interventi chimici per
crearle e per sostenerle. Secondo questo
autore, gran parte del ‘fenomeno’ P. Pio
sarebbe in sostanza il frutto di uno stretto
intrecciarsi in quegli anni della storia
della Chiesa con quella politica italiana,
in particolre con il clerico-fascismo, unito
al fanatismo delle masse cattoliche
che da subito avrebbe reso praticamente
intoccabile il cappuccino che, a suo dire,
sarebbe stato almeno in parte consenziente”.
(Francesco Castelli, Padre Pio
sotto inchiesta. L’”autobiografia” segreta,
Edizioni Ares, 2008).
D. B.

INSERTO
8 N° 11/2008 - ANNO XVII - 25 novembre
A cura di Antonio D’Ettoris
Corriere Corriere Letterario
Letterario
L’olocausto armeno
Omar Ebrahime
È
stato il primo vero genocidio
del XX secolo,
nell’epoca contemporanea
un impressionante esempio
di soppressione sistematica e
scientifica di una minoranza
etnico-religiosa. Eppure,
dell’olocausto armeno che precede
e fa da sfondo a quella
che sarà la Shoah generalmente
se ne parla poco. Torna ora
sull’argomento con un agile
volume riassuntivo (L’olocausto
armeno. Breve storia di un
massacro dimenticato, Solfanelli,
euro 7,50, Chieti 2008) lo
storico italiano Alberto Rosselli
che ha dedicato gli ultimi anni
della sua attività di ricerca allo
studio della crisi dell’impero
ottomano e della fondazione
della Turchia moderna soffermandosi
in particolare su quel
massacro che nell’area dei Balcani
fa da cesura tra la fine di
un’epoca e l’inizio di un’altra.
L’Autore inquadra anzitutto i
termini storici della questione:
quando si parla di ‘olocausto
armeno’ si fa riferimento alla
soppressione programmata della
minoranza cristiana armena
in quello che era l’impero ottomano
da parte della maggioranza
musulmana turca e curda in
due fasi: prima le persecuzioni
hamidiane (dal nome del sultano
regnante, Abdul Hamid II,
tra il 1894 e il 1897) e poi quelle
della prima guerra mondiale
(1915-1918). Si trattò di un piano
ambizioso, ideato dal partito
A cura di Marco Bertozzi Giovanni Pico della Mirandola lasciò inedito,
Nello specchio del cielo alla sua morte, un monumentale manoscritto
dedicato alle sue “Disputationes” contro
Olschki
l’astrologia divinatoria, nel quale prese fer-
pp. VI-168 €. 19,00 mamente posizione contro la superstizione
astrologica. Il volume raccoglie gli atti del
convegno dedicato a questa ultima fatica pichiana e
al rilievo che essa ha nel quadro del pensiero filosofico
rinascimentale.
Don Alessio Albertini, prete di Milano e fratello
dell’ex giocatore del Milan, Demetrio Albertini, Don Alessio Albertini
ha curato questa “guida” alle Olimpiadi che si Storie a cinque cerchi
sono svolte a Pechino dall’8 al 24 agosto 2008. San Paolo
Il libro racconta la storia di atleti capaci di inse-
pp. 96 €. 8,50
gnare che la verità dello sport non sta solo nei
successi ma nel sacrificio richiesto per ottenerli,
per gettare il cuore oltre l’ostacolo e saltare verso l’ultimo
traguardo, quello della vita.
Burgio, Bertelloni La pediatria di oggi si è globalizzata e socializza-
Una pediatria per la ta, integrando l’assistenza medica con una forte
necessità di supporto sociale. I due autori, due
società che cambia
pediatri, hanno scritto questa serie di monografie
Tecniche Nuove di argomento pediatrico, coinvolgendo nel progetto
pp. 416 €. 39,90 diversi colleghi. L’obiettivo è dare un contributo
alla formazione di “nuovi pediatri” attenti a tutti
gli aspetti medici dei pazienti ma anche agli stimoli
ambientali che bambini e adolescenti ricevono in maniera sempre
più diffusa rispetto al passato.
Questo libro può aiutare quanti soffrono a vedere il
dolore dalla prospettiva di Dio e ciascuno dei sessanta
brevi capitoli che compongono l’opera contiene
aneddoti autobiografici, importanti passaggi
della Scrittura che incoraggiano alla riflessione, domande
per una personale risposta, suggerimenti sui
passi da compiere e una breve preghiera da recitare:
tutto per offrire conforto spirituale e prospettare
una possibile guarigione per chi soffre.
progressista dei Giovani Turchi
che, nutrito di utopie rivoluzionarie
e sovversive intrise di
marxismo, come gran parte dei
partiti progressisti del tempo,
portava avanti un’ideologia di
stampo fortemente nazionalista,
ai limiti del fanatismo.
Di questa ideologia le pietre
fondanti erano costituite dal
pensiero “panturchista” e da
quello “panturanista”. Il primo
sosteneva una radicale turchizzazione
dell’impero ottomano
sulla base del credo musulmano
fornendo così un formidabile
pretesto all’eliminazione
fisica “degli elementi da essi
considerati allogeni e quindi
impuri, tra questi gli armeni”
(pag. 36), mentre la seconda
corrente traeva le sue origini
dal panturanismo, una dottrina
della seconda metà del XIX
secolo secondo cui la ‘grande
nazionÉ turca non poteva essere
limitata entro i confini
anatolici in quanto “la preponderante
maggioranza dei popoli
centro-asiatici (turkmeni,
kazaki, tagiki uzbeki e kirghisi)
parlavano e parlano ancora
oggi – dialetti di origine turca”
(pag. 35). La crescita di questa
ideologia si innesta su un ambiente
sociale in cui lo status
delle minoranze dell’impero è
già piuttosto fragile: ai cristiani
e agli ebrei, ad esempio, è
proibito possedere armi ed accedere
alle carriera politica e
prestare servizio militare. Gli
armeni in particolare, proprio
in quanto cristiani “erano anche
costretti a pagare speciali
tasse” (pag. 27). Così, quando
David P. Gallagher
Guarire richiede
tempo
Messaggero
pp. 144 €. 12,90
l’incrementarsi della politica
vessatoria turca scatena le
proteste della comunità armena,
il governo utilizza l’occasione
per schiacciare quella
piccola popolazione che con la
sua lingua e la sua fede spezza
l’omogeneità ideale della koinè
culturale turca. Le prime persecuzioni
si hanno tra il 1894 e il
1897: in quegli anni le milizie
ottomane, affiancate da quelle
curde, eliminarono non meno
di 200.000 armeni radendo al
suolo 2.500 villaggi. Il culmine
delle atrocità si registrò
nella ‘strage di Urfa’, quando,
“dopo avere rastrellato la città,
le milizie turche costrinsero
circa 3.000 armeni terrorizzati
a rifugiarsi nella locale cattedrale
alla quale diedero fuoco,
causando la morte di tutti
i fedeli” (pag. 30). Sono scene
strazianti ma siamo ancora
lontani dallo sterminio efferato
che si avrà nel corso della
Grande Guerra, la prima guerra
mondiale (1914-1918), quando
i Giovani Turchi arrivarono a
concepire programmaticamente
la soppressione indiscriminata
di tutti gli armeni, come attestano
le numerose testimonianze
degli osservatori stranieri che
l’Autore riporta nel suo studio.
Così ad esempio il diplomatico
tedesco Scheubner-Richter che
già nel 1915 dopo aver incontrato
alcune autorità
turche scriv
e v a :
“[…] dalle loro dichiarazioni
ho dedotto che gran parte dei
membri del governo sono convinti
che l’Impero turco dovrebbe
basare la sua forza sia sulle
teorie religiose islamiche, sia
su quelle politiche panturchiste
e panturaniche. Secondo i
miei interlocutori, gli abitanti
non musulmani e non turchi
dell’impero dovrebbero essere
islamizzati con la forza o
distrutti” (pag. 36). Colpisce
Storia d’Italia
Il cammino compiuto dal nostro
Paese, dalla proclamazione
del Regno d’Italia ai
giorni nostri, viene ricostruito da
Aurelio Lepre e Claudia Petraccone
nel volume Storia d’Italia
dall’Unità ad oggi (il Mulino
ed., pp. 436, € 26). Lepre si occupa
del Novecento, riproponendo
nella sostanza la Storia degli
italiani nel Novecento già apparsa
presso Mondadori, mentre la
Petraccone tratta dell’Ottocento.
Gli autori, che chiaramente propendono
per una visione di sinistra,
ricostruiscono la continuità
di problemi di fondo, come il
decentramento, la questione meridionale,
il debito pubblico.
m. b.
ancor di più la testimonianza
del console generale italiano a
Trebisonda, Giacomo Guerrini,
pubblicata sul quotidiano Il
Messaggero di Roma il
25 agosto 1915, che
di quegli eventi fu
cronista attento: “Degli
oltre 14.000 armeni
legalmente residenti a
Leo Turrini ripercorre l’avventura dell’uomo e
Leo Turrini dell’artista che, dopo aver dominato per quasi
Battisti vent’anni le “hit parade”, giunto all’apice della
Mondadori fama nel 1976, si ritirò dalla scena. Dall’ado-
pp. 235 €. 18,00
lescenza in provincia di Rieti al trasferimento
a Milano per sfondare nel mondo musicale, dal
sodalizio con Mogol alla collaborazione con i
più importanti cantanti e musicisti, dalla partecipazione a
Sanremo alla vittoria al Festivalbar
Qual è l’origine dei sogni? Le persone
sognano tutte allo stesso modo? E gli ani- Sophie Schwartz
mali? Da dove vengono le immagini che La fabbrica dei sogni
popolano i sogni e perché alcune sembrano
Dedalo
così strane? E, infine, a cosa servono i
pp. 64 €. 7,50
sogni? Il professor Zelig, dotato di grande
conoscenza, ma anche di poteri straordinari,
è pronto a rispondere a tutte queste domande e
a spiegarci da quali meccanismi del cervello hanno
origine i sogni.
Marco Palmisano
Un angelo mi ha salvato
Mondadori
pp. 169 €. 10,00
Da Mauss in poi, la questione del dono
si è periodicamente riproposta al centro
delle riflessioni dell’antropologia e delle
scienze sociali. Questo libro, che raccoglie
contributi originali di alcuni fra i
maggiori specialisti italiani, fa il punto
sullo stato attuale degli studi.
Trebisonda all’inizio del 1915,
al 23 luglio dello stesso anno
non ne rimanevano in vita che
90. Tutti gli altri, dopo essere
stati spogliati di ogni avere,
erano stati deportati dalla polizia
e dall’esercito ottomano
in lande desolate o in vallate
dell’entroterra e massacrati”
(pag. 46). Sarà, sotto ogni
aspetto, una strage di dimensioni
spaventose, in quel momento
ancora senza precedenti.
Alla fine si conteranno tra
un milione ed un milione e
mezzo le vittime (ancora oggi
non c’è accordo fra gli storici
sul numero esatto) che ridurranno
quella che era stata la
più antica comunità cristiana
d’Europa in poche migliaia di
superstiti, la metà dei quali finiranno
nella diaspora abbandonando
per sempre la terra
natìa e le proprie radici. Al
compimento del massacro contribuì
anche il nuovo regime
repubblicano di Kemal Atatürk
(1881-1938) sorto sulle ceneri
dell’Impero ottomano: con
l’incendio di Smirne, da esso
ideato e portato a termine nel
1922, di fatto, la ‘questione
armena’ arriva al suo tragico
epilogo. L’anno dopo, la Conferenza
di Losanna, a cui parteciparono
vinti e vincitori del
primo conflitto mondiale, pose
la pietra definitiva su uno dei
più atroci massacri organizzati
della storia che non vedrà mai
i responsabili dell’eccidio rispondere
ad alcun tribunale:
“le parole ‘armeno’ e ‘Armenia’
furono cancellate, come
se non fossero mai esistite”
(pag. 54). Per il suo elevato
spessore culturale e la sua
forza comunicativa l’opera di
Rosselli ha ricevuto il premio
internazionale Archè 2008.
Marco Palmisano è un dirigente Mediaset. È
giovane brillante, intelligente, dinamico, ha
fascino e successo sia nel lavoro che nella vita
privata. Ma un giorno, la svolta: una malattia
agli occhi e una serie di operazioni sbagliate
lo obbligano a vivere in un ambiente buio, con
lancinanti dolori al sistema nervoso, e quindi
a abbandonare ogni attività professionale e sociale. Col passare degli
anni scopre una fede profonda e ha un incontro fatale con Giovanna,
un medico omeopata che riesce a ridare la salute a Marco, e soprattutto
a entrargli nel cuore, fino a diventare sua moglie.
A cura di M. Aria, Fabio Dei
Culture dol dono
Meltemi
pp. 236 €. 22,00

LIBRI DA LEGGERE
N° 11/2008 - ANNO XVII - 25 novembre
Marco Bertoncini
Stefano Biguzzi
Cesare Battisti
Utet
pp. 727 €. 35,00
Leonardo Previ
Dieci parole indispensabili
per capire il mondo
Apogeo
pp. 177 €. 13,00
Le parole guidano le nostre azioni e alcune
parole ci guidano più di altre. Sono le
parole-chiave della nostra vita: cultura,
responsabilità, sapere, innovazione, equilibrio,
comunicazione, apprendimento,
lavoro, eventi, creatività. Questo libro
istituisce un metodo di “sagomatura delle
parole” che aiuta a riscoprire il fascino del
linguaggio e ad aumentarne l’efficacia.
J. Butler, B. Vincent
Ma le formiche si
grattano il sedere?
Newton & Compton
pp. 133 €. 9,90
Direttamente dalle pagine
della prestigiosissima rivista
inglese “Old Git”, ecco
a voi una raccolta delle
domande più strampalate,
folli, insensate che i lettori
siano mai stati in grado di
porre.
INSERTO
LIBRI
LEGGERE è CULTURA
Una casa senza biblioteca è
come una fortezza senza armeria
(da un antico detto monastico)
a cura di Maria Grazia D’Ettoris
Le collane di Perfetti
Le Lettere pubblicano altri quattro volumi molto interessanti
Presso la casa editrice
fiorentina Le Lettere,
retta da Giovanni
Gentile, nipote del grande
filosofo, si pubblicano
due collane storiche dirette
da Francesco Perfetti:
la Biblioteca di “Nuova
Storia Contemporanea”
(dal titolo del bimestrale
che prosegue il magistero
di “Storia Contemporanea”,
diretta fino alla morte
da Renzo De Felice) e
Il salotto di Clio. Testi di
ampio valore e sovente
corposi, di storia non solo
italiana, nella prima raccolta.
Riproposizione di
succosi volumetti dimenticati
o raccolte di vivaci
e intelligenti articoli, nella
seconda. Fra le ultime
uscite della Biblioteca,
citiamo Barry Goldwater,
di Antonio Donno (pp.
128, € 18). Nonostante
la netta sconfitta subita
per opera del democratico
Lindon Johnson nel 1964
(allora Goldwater era
candidato repubblicano
alla presidenza degli Stati
Caro fratello! Mi hanno condannato a
morte. La sentenza sarà subito eseguita.
Mando a te il saluto estremo, che non
posso indirizzare alla mia famiglia. Portalo
tu, quando potrai, alla mia Ernesta e
ai miei dolcissimi figli, Gigino, Livietta,
Camillo,al nonno e alle zie, allo zio e alle
mie sorelle, e alle loro famiglie. Io vado
incontro alla sorte con animo sereno e
tranquillo. Ai miei figli: siate buoni e vogliate
bene alla mamma, consolate il suo
dolore.
Uniti), il tenace senatore
dell’Arizona seppe diventare
interprete di una
nuova America, gettando
le basi culturali, politiche
e civili per le due grandi
presidenze di Reagan.
L’anticomunismo di Goldwater
– la cui attività è
da Donno ricostruita con
accuratezza di fonti – si
può sintetizzare in una
sua affermazione, sulla
necessità di una strategia
globale (politica, militare,
economica e psicologica):
“I comunisti non
ci seppelliranno. Perché i
comunisti rispettano una
sola cosa: la forza. E la
forza dello spirito è più
grande della forza delle
armi”. Nella stessa collezione,
ecco Italiani di
Dalmazia 1914-1924, di
Luciano Monzali (pp.
XII + 474, € 28,50). É
la prosecuzione dell’altrettanto
meritoria fatica
Italiani di Dalmazia.
Dal Risorgimento alla
Grande Guerra, dello
stesso storico. Le vicende
della comunità dalmata
di lingua italiana
sono minutamente analizzate,
in un continuo
passaggio dalle speranze
alle disillusioni, attraverso
la politica estera
di molti Paesi, la trascinante
impresa dannunziana,
le altalenanti trattative
di pace. Notevole
Il fascismo e
gli ebrei
La ricorrenza dei settant’anni
dall’avvio
delle leggi razziali
ha recato con sé celebrazioni
e studi. Fra i volumi
usciti, ricordiamo, di
Marie-Anne Matard-Bonucci,
L’Italia fascista e la
persecuzione degli ebrei,
pubblicato dal Mulino
(pp. 514, € 29). Dal 1938
al ’45, viene ricostruita la
storia dell’antisemitismo
italiano, nei suoi molteplici
risvolti di politica
interna ed estera, ed anche
secondo le correnti, se vogliamo
così chiamarle, del
razzismo italiano. Secondo
l’autrice, la nuova politica
venne dettata dall’esigenza
di mobilitazione permanente
del regime, oltre che
da imitazioni del modello
tedesco.
C B
onservali nella tua iblioteca
A cura di Arthur Groos
e Virgilio Bernardoni
Madama Butterfly
Olschki
pp. VIII-414 €. 44,00
David Margolick
Oltre la gloria
Il Saggiatore
pp. 431 € 23,00
m. b.
Il centenario di Madama Butterfly fornisce
l’opportunità di riconsiderre la “tragedia
giapponese” di Puccini nell’ambito
dell’esotismo europeo. Gli studi considerano
il contesto storico e l’orientalismo fin
de siècle, elaborano interpretazioni della
partitura dai punti di vista dell’analisi
musicale, delle questioni di genere e della
rappresentazione della religione, esaminano
la ricezione dell’opera nella musica di
consumo e nel film.
La sera del 22 giugno del 1938, l’attenzione
del mondo si catalizzò su un epico incontro
tra due pugili che fu molto più di un match
di boxe. Fu la lotta fra un nero e un bianco,
fra un americano e un tedesco, fra la democrazia
statunitense e il regime nazista, fra
il simbolo della redenzione degli afroamericani
e quello della superiorità della razza
ariana.
risulta l’individuazione di
svariate posizioni all’interno
della comunità italiana,
sovente contrastanti
sia per motivi politici sia,
anche, per situazioni geografiche
diverse. Un principe
del giornalismo, quale
Giovanni Ansaldo (per
fortuna da diverso tempo
riproposto da vari editori,
sia nei diari sia negli articoli),
è un nome illustre
del Salotto di Clio, con
L’eroe di Caprera (pp.
96, € 8,50). Sono pagine
gustose e brillanti, irriverenti
e documentate,
che ricostruiscono tanti
episodi della vita di Garibaldi.
Si ammirano, come
sempre in Ansaldo, la capacità
narrativa, la stesura
avvincente, la sintassi
avvolgente, la puntuale
scelta delle parole. Infine,
sempre nel Salotto, L’ultimo
viaggio di Mussolini
(pp. 64, € 7,50), raccolta
di articoli dovuti a Manlio
Cancogni apparsi nel 1957
su L’Espresso. Non è tanto
il valore storiografico a
interessare, quanto piuttosto
la ricerca di aspetti
psicologici nell’ultimo
Mussolini.
Mario Ricca
Oltre Babele
Codici per una democrazia interculturale
Dedalo
pp. 393 €. 18,00
Perché “noi” cittadini dovremmo accettare
chi è straniero? Perché consentirgli di
avere accesso alla sfera pubblica? Perché
dare riconoscimento alla sua identità culturale
e alla sua diversità? Cosa dovrebbe
indurci a cambiare per poterlo accogliere?
La risposta è netta e paradossale allo stesso
tempo: dobbiamo farlo per restare noi
stessi; per essere coerenti con la petizione
di universalismo inscritta nella fede democratica
e nella grammatica dei diritti
Brian P. Levack
La caccia alle streghe
Laterza
pp. 402 €. 20,00
“Streghe a migliaia dovunque, che si moltiplicano
sulla terra come vermi in un giardino”:
un milione e ottocentomila, secondo
le parole di un demonologo francese del
Seicento. Cifra che rende un’idea delle dimensioni
della caccia alle streghe. Tra il
1450 e il 1750, i processi furono 90.000 e
45.000 gli individui condannati da tribunali
religiosi e civili.
Guido Olimpo
Al Quaeda.com
Bur
pp. 283 €. 9,80
9
Che cosa sarebbe Al Qaeda senza Internet?
A partire da questa semplice e
inquietante domanda Guido Olimpio,
che da anni si occupa di terrorismo
internazionale per il “Corriere della Sera”, segue le sue
tracce nel labirinto della Rete, alla scoperta di quello
che, oltre a essere il principale movimento paramilitare
del fondamentalismo islamico, è anche un dirompente
fenomeno sociale e di costume che va ben al di là della
nostra immaginazione. L’autore, giornalista che da anni
si occupa della guerra al terrore, segue le tracce di Al
Qaeda nel labirinto del web spiegando i nuovi sistemi
di propaganda e le reazioni dell’Occidente. Dal reclutamento
e addestramento on-line alle ricette per atroci ordigni
“fai da te”, dai maghi del computer che operano e
truffano nel nome della causa ai cimiteri virtuali che celebrano
la gloria dei terroristi suicidi. Il volume è un’indagine
che svela i segreti del cyberterrorismo, fenomeno
la cui dirompenza supera ogni possibile immaginazione
e mostra come la rete ha ridisegnato le frontiere della
paura, le gerarchie del potere, l’eco della parola.
Raffaele Costa
Politica e giustizia
ai tempi delle BR
Mondadori
pp. 155 €. 17,50
Un anno di cronaca politica, un diario
intimo che raccoglie analisi, impressioni
e retroscena di una stagione difficile
e complessa della Prima Repubblica.
Siamo nell’agosto 1979, presidente del Consiglio è Francesco
Cossiga. L’Italia è ancora scossa dall’epilogo drammatico
del “caso Moro”. L’attività investigativa del generale
dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa ha assestato duri
colpi al terrorismo, ma le Br continuano a uccidere e a mantenere
un clima di forte tensione nel paese. Raffaele Costa,
all’epoca sottosegretario alla Giustizia con delega alle carceri,
registra sul suo diario piccoli e grandi avvenimenti,
dentro e fuori il Palazzo. L’esperienza quotidiana vissuta
in Transatlantico, alla buvette o nei pletorici uffici della burocrazia
ministeriale, si trasforma ben presto in un viaggio
dentro i misteri e le contraddizioni di un sistema politico già
allora segnato da vizi e negligenze, incapace di rinnovarsi.
Giacomo Bo, Nadia
Damilano Bo
Salute naturale
Apogeo
pp. XIX- 364 €. 16,00
Molte abitudini quotidiane, alimentari e
non, sono atti che minano profondamente
la capacità di restare in salute, impedendo
all’organismo di attivare quelle potenzialità
di preservazione e di guarigione che
naturalmente gli appartengono. Al contrario,
uno stile di vita fondato su principi
naturali, sul rispetto di se stessi e dell’ambiente
in cui si vive è l’unico “elisir di
lunga vita”.
A cura di Moller, Spagnoletti
Oltre il muro
Il cinema tedesco
contemporaneo
Marsilio
pp. 222 € 16,00
Sospesi tra l’elaborazione di un passato
doloroso e un futuro ancora tutto da scrivere
(e girare), i nuovi cineasti tedeschi
del terzo millennio hanno saputo conquistarsi
l’attenzione del pubblico e della critica
internazionale come non succedeva
dai tempi di Wenders, Herzog o Fassbinder.
Lo dimostrano il Premio Oscar a “Le
vite degli altri “(Das Leben der Anderen)
e il crescente numero di titoli selezionati
dai grandi festival internazionali.

INSERTO
10 N° 11/2008 - ANNO XVII - 25 novembre
www.marsilioeditori.it
AA. VV.
Lei. Cinque storie per
Casanova
Marsilio
pp. 89 €. 10,00
Gian Piero Brunetta
Il cinema muto italiano
pp. 486 €. 22,00
Tra dive e colossal, intellettuali e masse
popolari, ambizioni universali e superomismo
dannunziano, Quo Vadis e La signora
delle camelie, Gian Piero Brunetta traccia
la sfolgorante parabola di ascesa e tramonto
del cinema made in Italy degli albori.Il cinematografo
arriva da noi nel 1896, a pochi
mesi dall’invenzione dei fratelli Lumière,
ma bisogna attendere il 1905 – con la proiezione
romana del film che, in dieci minuti
e sette quadri, ricostruisce la Presa di Porta
Pia – per festeggiare la nascita ufficiale del
cinema italiano.
Edward Champlin
Nerone
pp. 422 €. 12,00
Champlin racconta Nerone: un imperatore
consapevole di sé e del suo ruolo,
un esteta spregiudicato dedito alla
vita come a un’opera d’arte. Champlin
rivela un Nerone artista della propria
immagine, inventore del proprio mito.
E da una vicenda grandiosa e orrenda
emerge un lucido progetto per l’eternità.
Andrea Giardina
Una stimolante ‘psicografia’. Nerone,
dice Champlin, aveva forse scoperto l’arcano
del potere: tutto è comunicazione,
sotto la recita niente. Maurizio Assalto,
“Specchio”
NOVITÀ LIBRARIE
“Lei. Cinque storie per Casanova”, ideato
da Luca De Fusco per il Napoli Teatro Festival
Italia, riapre alcune vicende amorose,
per raccontarle di nuovo, ma non dalla parte
del seduttore ma delle (presunte) sedotte. Il
Napoli Teatro Festival Italia, con il Teatro
Stabile del Veneto, ha invitato cinque scrittrici
italiane - Paola Capriolo, Benedetta Ci-
brario, Carla Menaldo, Maria Luisa Spaziani, Mariolina Venezia - a
dare voce e ricordo a cinque donne che hanno occupato un ruolo
cruciale nelle Memorie di Casanova.
Il musulmano cristallizzato in una essenza Olivier Roy
incompatibile con la società secolare euro-
Islam alla sfida della laicità
pea non esiste nella realtà, è un prodotto
Marsilio
dei nostri incubi. In una società secolarizzata
i credenti dell’Islam e i popoli di cul- pp. 158 €. 10,00
tura islamica possono adattarsi senza affatto
rinnegare la propria identità. Una sfida difficile,
ma dal possibile esito positivo.
Stieg Larsson
La ragazza che giocava con il
fuoco
Marsilio
pp. 754 €. 19,50
Mikael Blomkvist è tornato vittorioso
alla guida di Millennium, pronto
a lanciare un numero speciale su un
vasto traffico di prostituzione dai
paesi dell’Est. L’inchiesta si preannuncia
esplosiva: la denuncia riguarda
un intero sistema di violenze
e soprusi, e non risparmia poliziotti, giudici e politici, perfino esponenti dei
servizi segreti. Ma poco prima di andare in stampa, un triplice omicidio fa
sospendere la pubblicazione, mentre si scatena una vera e propria caccia
all’uomo: l’attenzione di polizia e media nazionali si concentra su Lisbeth
Salander, la giovane hacker, “così impeccabilmente competente e al tempo
stesso così socialmente irrecuperabile”, ora principale sospettata.
“Nel film La neve nel bicchiere l’idea di Florestano
Vancini è di far sì che la vita giornaliera di
una famiglia di poverissimi scariolanti echeggi
eventi grandiosi e terribili come la lotta di classe,
il socialismo, il fascismo” Alberto Moravia
Federico Fellini
Ciò che abbiamo inventato
è tutto autentico
Lettere a Tullio Pinelli
Marsilio
pp. 94 €. 9,00
Nerino Rossi
La neve nel bicchiere
Marsilio
pp. 208 €. 8,00
Quindici lettere scritte in circa trent’anni (dal
1948 al 1986). Fellini dietro le quinte racconta
i suoi timori e le sue aspettative per l’incontro
con la regina d’Inghilterra, il suo scetticismo
su questo o quel progetto, i suoi giudizi sui
produttori e i collaboratori (Flaiano, De Laurentis,
Grimaldi e molti altri). Ma anche Fellini
professionista, che riversa nelle lettere le sue
idee sul cinema e la sua poetica.
Novità
Giovanna Curcio
La città del Settecento
pp. 223 €. 16,00
Prima della rivoluzione industriale il 60-
80% della popolazione attiva era impiegato
in attività agricole e viveva in campagna;
l’industrializzazione porta la gran parte della
popolazione a trasferirsi nelle nuove metropoli
e intellettuali, governanti e architetti
s’interrogano sulla struttura di agglomerati
urbani che sovraffollamento, concentrazione
di attività produttive, nuove istanze di
igiene e salubrità non consentono più di valutare
unicamente in termini di “bellezza”,
“decoro” o monumentante.
Emanuele Greco
Magna Grecia
pp. 566 €. 28,00
Sulla base di fonti letterarie, monumenti,
testimonianze pre e protostoriche, ma soprattutto
grazie alla capillare e aggiornata
descrizione dei risultati degli scavi, questa
guida segue la nascita e lo sviluppo della
Magna Grecia fino alla conquista romana
e alle grandi trasformazioni della fine
dell’Evo antico.
No v i t à Bo m p i a N i
Le nostre decisioni sono davvero libere come
ci sembrano? Perché allora la statistica riesce a
prevederne le tendenze, la razionalità nascosta
che ci sfugge mentre le compiamo? Prendendo
spunto da questo apparente paradosso, il Pre-
Fernanda Pivano
Diari (1917-1973)
pp. XXIII - 1707 €.
50,00
Marco Santambrogio
Manuale di scrittura
(non creativa)
pp. 252 €. 9,50
In dieci “lezioni”, Marco Santambrogio
scompone e analizza l’intero processo della
scrittura non creativa a partire dall’analisi
di alcuni famosi testi classici scelti come
“campione”: dalle dimostrazioni dell’esistenza
di Dio di San Tommaso, al teorema
di Pitagora, al ragionamento di Hume sui
miracoli.
Jurgen Habermas
Tra scienza e fede
pp. XI - 291 €. 9,50
Nei saggi raccolti in questo volume, Jürgen
Habermas indica la via di una cultura che
superi la polarizzazione inconciliabile tra
laicità e religione per il tramite di un accertamento
riflessivo dei confini, sia della
fede sia della scienza. La convivenza, nella
tolleranza e a parità di diritti, di comunità
religiose inconciliabili nelle loro visioni del
mondo, e di queste con la comunità dei non
credenti, è possibile solo se tutti i membri
della collettività sono disposti a considerarsi
reciprocamente liberi ed eguali nella loro
cittadinanza politica.
Thomas C. Schelling
Micromotivazione
della vita quotidiana
pp. 310 €. 22,00
mio Nobel 2005 per l’economia chiarisce, con una serie di esempi
tratti dai campi più disparati, come le scelte individuali subiscano l’influenza
del sistema sociale, e come d’altro canto contribuiscano a formarlo.
Quando negli anni ’50 Fernanda Pivano si reca
per la prima volta negli Stati Uniti è una giovane
studiosa innamorata dell’America di quegli
anni e desiderosa di incontrare dal vivo, sul
campo, i maestri di una narrativa che in Italia
si era appena cominciato a conoscere, grazie a
Cesare Pavese ed Elio Vittorini. Immediatamente scopre un mondo di
sogni, ideali, valori, che non si stancherà più di celebrare.
Veronika Peters ha ventun anni quando prende
una decisione insolita: entrare in convento.
Veronika non è né ribelle né bigotta, ma inquieta.
In famiglia ha sofferto per un padre
violento e alcolizzato, fuori ha conosciuto sia
l’amicizia che l’amore. Spinta dall’esigen-
Zvi Yanai
Il fratello perduto
pp. 444 €. 19,00
Durante la seconda guerra mondiale, nel marzo
1944, il generale Orde Winsgate organizza
un’offensiva contro le forze giapponesi stanziate
nella Birmania del Nord. Per realizzare
la campagna di infiltrazione prepara una nuova
unità di guerriglia, il reparto dei Chindits. È
Veronica Peters
I miei anni in
monastero
pp. 277 €. 18,00
za di dare alla propria vita un significato più profondo rispetto alla
consueta accumulazione di beni materiali ed effimeri, fa le valigie
e si lancia in un’avventura dall’esito imprevedibile. Con slancio ed
energia trascorre gli anni del postulato e del noviziato.
Biyi Bandele
Ali Banana e la
guerra
pp. 226 €. 16,00
in questo reparto che si inserisce Ali Banana, un quattordicenne
nigeriano, nipote della regina, arruolatosi per imitare gli amici,
mentendo sulla propria età.
L aterza
Stefano Rolando
Quarantotto
pp. 668 €. 20,00
Leggendo una pubblicazione scientifica, Zvi
Yanai viene a sapere dell’esistenza di un certo
Remolo Benvenuti, professore universitario a
Roma. Decide di scrivergli una lettera, e così
fra i due inizia una corrispondenza. Dapprima le lettere riguardano
argomenti scientifici, ma ben presto l’autore introduce cauti accenni
a questioni personali. Alla fine pone direttamente la domanda che
lo tormenta: “sei tu mio fratello, Romolo Toth, nato a Catanzaro nel
1933, affidato a una balia e, per qualche misteriosa ragione, lasciato
presso di lei?”
www.laterza.it
www.rcs.it
Varie connotazioni esprimono i caratteri di una
generazione di cui questo libro propone una
testimonianza, un percorso fatto di opinioni articolate
nel tempo. Coloro che sono nati dopo
la seconda guerra mondiale hanno preso infatti
strade diverse.
Giovanni Romeo
Amori Proibiti
I concubini tra Chiesa e
Inquisizione
pp. XIV-256 €. 18,00
In Italia tra Cinquecento e Seicento convivere
senza essere sposati diventò un
delitto, represso con asprezza dalle Curie
vescovili, non dalle autorità statali. Scomuniche,
irruzioni domiciliari, carcere,
multe colpirono migliaia di coppie di
fatto e raggiunsero presto chiunque vivesse
relazioni proibite: anche gli amanti
subirono in misura crescente conseguenze
così pesanti.
Jacques Le Goff
Il re nell’Occidente medievale
pp. 127 €. 7,00
Unti dalla Chiesa come rappresentanti
del divino nella gestione del potere temporale,
spesso venerati dal popolo come
santi e guaritori: i re dell’Occidente medievale
esercitavano un potere assoluto
che incarnava in sé l’auctoritas e la potestas
romane, ma riceveva nuova linfa
e giustificazione dalla consacrazione
religiosa.Erano re guerrieri che guidavano
i loro uomini in battaglia, re laici che
esercitavano un potere giuridico-sacrale
ed erano, infine, i garanti della fecondità
e della prosperità delle loro terre e dei
loro sudditi.

N° 11/2008 - ANNO XVII - 25 novembre
Giovanna CrisàChie Chan
Con il suo stile delicato,
quasi poetico,
Banana ci
porta nel suo mondo fatto
di campi verdi. Questa
è la storia di Kaori una
quarantenne in carriera, e
di sua cugina Chie Chan,
che dopo la morte della
madre, si trasferisce in
casa della cugina. pur essendo
fondamentalmente
diverse, tra le due donne
si instaura un rapporto di
INSERTO
L M
etteratura editerranea
11
Quando ci si può guardar soffrire e raccontare quello che si è visto, significa che si è nati per la letteratura. Èdouard Bourdet
e io
Guarda come ti amo
Guarda come ti amo, è
l’ultimo romanzo Di
Luis Leante, classe
1963, autore di racconti teatrali,
e sceneggiatore. Leante, riesce a
cogliere le sfumature dell’animo
femminile, fragile e allo stesso
tempo combattivo. Non a caso la
protagonista è Monse Cambra,
una dottoressa che ha perduto
l’unica figlia a causa di un incidente
stradale. Monse ha fatto
del dolore quasi una regola di
vita e, come spesso capita, dopo
una grande perdita, si allontana
dal marito. In quei momenti di
solitudine interiore e fisica, la
protagonista si rifugia nel passato.
Il ritrovamento della foto
del suo primo amore, la porterà
alla ricerca di quest’ultimo, nel
Luis Leante Guarda come ti amo Feltrinelli pp. 239 €. 16,00
La passeggiata
É
stato definito il più avvincente,
e originale
serial killer dai tempi
di Hannibal Lecter. Ma questa
volta l’aguzzina è una
donna. Chelsea Cain, per il
romanzo La ragazza dei corpi,
si è ispirata al serial killer
di Green River, rimasto per
vent’anni impunito. Infatti
Gary Leon Ridgway, confessò
di aver commesso quarantotto
omicidi, e le vittime
erano tutte giovani donne.
Adesso il detective Archie
Sheridan, salvatosi dalla
pazzia della bella psicologa
Gretchen Lowell, si trova ridotto
a un rottame. Drogato
dai farmaci e abbandonato
dalla famiglia sa che solo
quella donna può aiutarlo ad
entrare nella mente dell’assassino.
Oscuro, perverso,
pagina dopo pagina mette in
evidenza quanto una mente
possa essere criminale. Sheridan
deve fare i conti con
un nuovo killer, che predi-
amicizia. Un tema che è
alla base di quasi tutti i
romanzi della scrittrice
giapponese: l’amicizia,
la quotidianità, la morte.
Il legame che si instaura
tra le due donne, è simile
a quello che avevamo già
letto nel romanzo “Il coperchio
del mare”. É un
legame che dà sicurezza
, un legame che va sempre
più a consolidarsi e ti
salva dalla solitudine del
quotidiano . Due donne
a confronto, una impe-
deserto del Sahara. Si dipanano
le storie dei due protagonisti,
Santiago, che giovanissimo si innamora
di Monse, e che, costretto
a partire per il servizio militare,
dopo tante vicissitudini si troverà
ad abbracciare la causa del popolo
del Saharawi, e la storia di una
giovane Monse, rimasta incinta
del suo Santiago, ma costretta ad
abortire, vittima dei pregiudizi di
una famiglia borghese. Troverà
Monse il suo amore? Riuscirà a
medicare le ferite di un passato
ancora vivo? E quell’uomo senza
un braccio che l’avvicina è il
suo Santiago? Leante non delude
i lettori tenendoli con il fiato sospeso
sino alla fine.
G. C.
lige ragazze quattordicenni,
mentre ogni domenica si
reca a trovare la sua aguzzina
per sapere dove ha seppellito
i corpi delle sue vittime. Solo
lei può aiutarlo a trovare una
soluzione.
G. C.
Chelsea Cain
La ragazza dei corpi
Sonzogno
pp. 341 €. 18,00
gnata a farsi strada nel
mondo del lavoro, l’altra
una ragazza semplice che
ha perso la madre, unico
punto stabile della sua
vita. Chie Chan a poco a
poco , con il suo animo
puro, riesce a cambiare la
vita della cugina, una vita
nella quale il materialismo
e l’apparire, fanno
parte delle leggi del sociale.
Non è uno dei migliori
romanzi di Banana,
ma la sua delicatezza lo
rende piacevole.
Omar Monopoli
Ferro e fuoco
Isbn
pp. 123 €. 14,00
Una scia di violenza
investe il Gargano. Un
esercito di nuovi schiavi
combatte per sopravvivere
in sterminate
piantagioni di pomodori.
Il giovane Andrej e
la bella Mariehla, scelta
come amante da boss,
sono solo due pedine
di un gioco atroce. Su
tutti regna il Pellicano,
signore incontrastato di
questa terra…
Banana Yoshimoto
Chie Chan e io
Feltrinelli
pp. 124 €. 10,00
Vittorino Andreoli
Camice matto
Bur
pp. 367 €. 10,50
Vito nasce nella campagna
intorno a Verona
durante la Seconda
guerra mondiale, da
una famiglia contadina
che conduce un’esistenza
arcaica e primitiva.
Nonostante il suo destino
sembri condizionato
dalla necessità quotidiana
di sopravvivere, il
ragazzo rivela a poco a
poco una sensibilità fuori
dal comune. Si dedica
agli ospiti del manicomio
della sua città che,
nella sofferenza, esprimono
l’autenticità della
condizione umana.
Andrea Camilleri
Racconti quotidiani
Mondadori
pp. 103 €. 9,00
I bambini convinti dell’esistenza di
polli a sei cosce o di pesci-bastoncino
nati sul banco del supermercato, il ricordo
del “catanonno” contrabbandiere e l’importanza
delle figure femminili, le code negli uffici pubblici e
l’anarchia maleducata delle stagioni che non ci sono
più... Questi ventuno racconti quotidiani oscillano tra
il dato di cronaca e la pura narrazione d’invenzione, il
ricordo personale e l’analisi di costume. Rimanendo
sempre fedele alla propria vocazione di grande narratore,
Camilleri ci offre una finestra spalancata sul suo
mondo, sulla sua personalità di uomo e di scrittore: il
debito con Simenon e la creazione del commissario
Montalbano, l’amore per la Sicilia con i suoi drammi
e le sue speranze, il rimpianto per le tradizioni che
vanno scomparendo. Tutto sempre vissuto e raccontato
con partecipazione e ironia, il tratto più caratteristico
di uno stile che incanta i lettori a ogni nuovo libro, a
ogni nuova avventura.
Margaret Mitchell
Via col vento
Mondadori
pp. 1102 €. 22,00
Rossella O’Hara è la viziata e capricciosa
ereditiera della grande piantagione di
Tara, in Georgia. Ma l’illusione di una
vita facile e agiata si infrangerà in brevissimo tempo,
quando i venti della Guerra Civile cominceranno a spirare
sul Sud degli Stati Uniti, spazzando via in pochi
anni la società schiavista. Il più grande e famoso romanzo
popolare americano narra così, in un colossale
e vivissimo affresco storico, le vicende di una donna
impreparata ai sacrifici: la tragedia della guerra, la decimazione
della sua famiglia, la necessità di dover farsi
carico della piantagione di famiglia e di doversi adattare
a una nuova società. E soprattutto la sua lunga, travagliata
ricerca dell’amore e la storia impossibile con
l’affascinante e spregiudicato Rhett Butler, avventuriero
che lei comprenderà di amare solo troppo tardi...
Severino Iuliano
Romanzo Grunge
Demian
pp. 256 €. 12.00
Un romanzo incalzante, irruente,
popolato di parole, emozioni,
sentimenti, riflessioni. Un romanzo
on the road, sulle infinite strade della mente.
Una scrittura che scivola dalla penna in presa diretta,
con le parole-messaggio che si affacciano negli
schermi della fantasia libera dalla e nella mente.
Le pagine diventano il vulcano di una contemporaneità
che tutto insegue e tutto intende rappresentare,
raccontare. Tutto brucia nei personaggi e nei dialoghi.
Tutto divampa di propositi e di proposte. Tutto si scioglie
nella lava di afferrare il tempo e la sua violenza.
L’Autore scrive con il ritmo di chi vuol far capire che
il pericolo è vicino, anzi è in noi. Il pericolo di sopravvivere
o di vivere così come si può, nelle costrizioni
di un’esistenza gabbia in cui continuiamo a muoverci
come topolini da esperimento. Un dramma che non finisce
e tiene alto l’ultimo respiro sempre rimandato.

A
12 ttualità
N° 11/2008 - ANNO XVII - 25 novembre
da Roma luci e ombre della Capitale
Cultura, società, costume, arte, teatro, musica, danza, attualità e vita moderna
La “rivoluzione della provetta”, trent’anni dopo
Convegno a Roma sulla prima nascita da fecondazione artificiale
Il 25 luglio del 1978 ad Oldham,
in Inghilterra, venne
alla luce Louise Joy Brown,
la prima “figlia in provetta”, concepita
cioè attraverso il metodo
della fecondazione artificiale (in
vitro). Sebbene i suoi genitori
sapessero che la procedura era
sperimentale, i medici non dissero
loro che fino a quel momento
non era ancora stato “prodotto”
nessun bambino attraverso quel
metodo. A ciò si aggiunga il fatto
che non solo Louise nacque
gracilina (pesava poco più di
due chili e mezzo) ma, quando il
20 dicembre del 2006, a ventotto
anni ha dato alla luce un bimbo,
lei ed il marito hanno pensato
bene di concepirlo naturalmente.
Per ricordare il 30° anniversario
da quel “fatidico” 25 luglio ‘78,
il Ministero del Lavoro, della
Salute e delle Politiche Sociali,
per iniziativa del sottosegretario
Eugenia Roccella, ha organizzato
a Roma, presso la Biblioteca
del Senato, un convegno dal
titolo: Figli della provetta. A
trent’anni dalla nascita di Louise
Brown. Per dare l’idea di una
rivoluzione, quella della provetta,
che non ha paragoni nella
storia dell’umanità, sono state
divulgate dal “Ministero del
Welfare” stime secondo cui circa
3 milioni sarebbero i bambini
nati da concepimento in vitro in
tutto il mondo dal 1978 al 2006.
Si tratta di circa duecentomila
nati all’anno (112.000 riportati
nel 2002), su un milione di
cicli di fecondazione (600.000
riportati). La Danimarca è il
paese al mondo con la più alta
percentuale di bambini nati da
fecondazione in vitro (3.9% delle
nascite) e, quasi la metà dei
nati in provetta (600.000) viene
da quattro nazioni: Stati Uniti
(112.000), Germania (85.000),
Francia (64.000) e Gran Bretagna
(37.000). La “tecno-scienza”,
insomma, è entrata in maniera
sconvolgente nel campo
della procreazione umana, come
ha denunciato l’On. Roccella,
e, da questo, “temiamo innanzitutto
il rischio di un eccesso di
aspettative, soprattutto femminili,
legate a promesse che non si
possono realizzare, la principale
delle quali É senz’altro quella
di poter avere un figlio sempre
e comunque, indipendentemente
dall’età, dalle condizioni fisiche,
dall’esistenza di un compagno.
Un altro rischio è quello di cedere
al sogno del figlio perfetto,
che è soprattutto il figlio sano”.
La legge attualmente in vigore
sulla “fecondazione assistita”,
la n. 40 del 2004, nel tentare di
dare alle coppie sterili una possibilità
di avere figli attraverso
l’utilizzo delle nuove tecniche, è
costruita così intorno alla tutela
Eugenia Roccella, Sottosegretario al Ministero del Lavoro
del concepito e della salute della
madre, non autorizzando affatto
la selezione di embrioni portatori
di anomalie genetiche. A questo
riguardo la Roccella, fra le
maggiori promotrici della legge
40, ha sottolineato come la sua
filosofia ispiratrice non permetta
“interpretazioni ambigue. Essa è
stata costruita in modo da aiutare
le coppie infertili ad avere figli
evitando chiaramente le possibilità
di selezione embrionale. La
possibilità della diagnosi preimpianto,
introdotta nelle Linee
guida della legge nella scorsa
legislatura, significherebbe l’inserimento
per la prima volta, nel
dopoguerra, di una norma eugenetica
nel nostro ordinamento
giuridico. Con la diagnosi preimpianto
non si cura la malattia,
ma si elimina semplicemente
l’embrione; recenti notizie dalla
Gran Bretagna dimostrano, poi,
che si tende sempre di più ad
eliminare anche l’embrione che
‘potrebbÉ ammalarsi, magari
Un passo avanti sulla sicurezza dei romani
Telecamere e colonnine sos controlleranno sempre di più gli
utenti dei mezzi pubblici. Grazie a questo sistema, parcheggi di
scambio, capolinea di bus periferici, stazioni della metropolitana
e delle ferrovie regionali saranno costantemente sotto controllo.
Per cui il cittadino in difficoltà, potrà contattare in tempo reale
le sale operative, per fare segnalazioni o chiedere aiuto.
Il segretario romano dell’Italia dei Valori, Roberto Soldà, esprime il
suo consenso sul progetto: “Questa sistema fa capire a chi prende ogni
giorno, e con tanti sacrifici, la metro e i mezzi pubblici, che non sono
soli e c’è qualcuno che vigila sulla loro sicurezza. Naturalmente, in
futuro, non bisogna abbassare la guardia e bisogna assicurarsi che il
sistema sia perfettamente funzionante.” 05/11/08
da adulto”. L’ansia del bambino
sano è figlia peraltro dello
stravolgimento del desiderio di
genitorialità e maternità indotto
nella maggior parte delle donne
a seguito della rivoluzione culturale
del Sessantotto. Come ha
dimostrato nella sua relazione
al convegno il prof. Massimo
Moscarini, Direttore del Dipartimento
di Scienze Ginecologiche,
Perinatologia e Puericultura
dell’Università “La Sapienza”
di Roma, infatti, nelle ultime ge-
Una guida tecnica ideata
come strumento di consultazione
dedicato ai
medici, un catalogo da distribuire
presso i grandi centri commerciali
e poi un numero verde e un sito
web, per far conoscere le terme
del Lazio. Con queste iniziative
parte il progetto dell’assessorato
regionale al Turismo per rilanciare
le strutture termali del Lazio.
“Quello termale è un segmento
importante del settore turistico, sul
quale la Regione vuole puntare con
un impegno forte per la promozione
unitaria dell’offerta del Lazio.
L’obiettivo è sostenere un settore
che ha grandi potenzialità di crescita
e che può contribuire allo
sviluppo turistico di tutto il territorio”,
spiega l’assessore regionale
al Turismo Claudio Mancini.
“Promuovere il turismo termale
significa valorizzare un patrimonio
importante della nostra regione,
che per le vacanze dedicate al relax
e al benessere può contare su strutture
e servizi di qualità, ai quali si
aggancia l’offerta del territorio circostante,
con i suoi beni artistici,
archeologici e paesaggistici, i borghi
storici, l’enogastronomia”, prosegue
l’assessore Mancini, nell’annunciare
l’inizio di una campagna
nerazioni femminili, la carriera,
“ha preso peso e dignità pari al
matrimonio”. Ciò ha esposto le
donne a gravi fattori di rischioinfertilità,
fra cui il principale “è
sicuramente quello che riguarda
il procrastinare la gravidanza ad
una età sempre più avanzata”.
Il prof. Moscarini, che è anche
presidente dell’Associazione ginecologi
universitari italiani, ha
così precisato come il processo
di decremento della fertilità
femminile s’intraprenda proprio
nelle trentenni, donne cioè che,
avendo raggiunto un posto di lavoro
soddisfacente, cominciano
a pensare ad avere il primo figlio
senza considerare che “tra il 10
e il 20% delle donne sono sub
fertili a 35 anni”. Risulta quindi
ovvio, ha concluso il ginecologo,
“quali conseguenze può avere
e quali sorprese può portare
posporre la maternità dopo i 30
anni e molto spesso anche verso
i 40”. Consapevoli ex post
di ciò molte “mamme-mature”
ricorrono quindi alle pratiche
più invasive per cercare di sapere
se il loro figlio sarà sano,
in caso contrario essendo potenzialmente
disponibili (e, spesso,
consigliate da medici ed ope-
Le terme di Tivoli
Louise Joy Brown
ratori sanitari) ad abortire, con
conseguenze psichiche e fisiche
ancora più compromettenti per
un loro concepimento futuro.
Di questo “circolo vizioso” (o
“cane che si morde la coda”) di
cui sono sempre più vittime in
specie le donne italiane, non si è
però soffermato il dibattito che
ha animato la seconda parte del
convegno, dedicata al tema “A
trent’anni dalla nascita di Louise
Brown: bilanci e scenari di
una società che cambia“.
Gi u s e p p e Br i e n z a
Un progetto per rilanciare
le terme del Lazio
di promozione che proseguirà, a
partire dai prossimi mesi, attraverso
l’Agenzia Regionale di Promozione
Turistica di Roma e del Lazio.
Il piano della Regione Lazio - realizzato
nell’ambito del progetto interregionale
“Terme d’Italia” - parte
con un investimento di 275 mila
euro e prevede, tra l’altro, la diffusione
su vasta scala di una serie
di pubblicazioni realizzate ad hoc,
col supporto dell’Apt di Viterbo.
Sarà inviata a 20mila medici del
Lazio una guida di carattere scientifico
contenente una panoramica
delle stazioni termali della regione:
Viterbo, Orte (Viterbo), Cotilia
(Rieti), Stigliano (Roma), Cretone
(Roma), Tivoli (Roma), Ferentino
(Frosinone), Fiuggi (Frosinone) e
Suio (Latina), con l’indicazione delle
patologie trattabili in ogni centro,
i cicli di cure in convenzione con
il S.S.N. e le modalità di accesso.
Una guida rivolta al pubblico
più ampio, contenente informazioni
sui trattamenti disponibili
nelle strutture e sulle attrattive
turistiche di ogni zona, sarà invece
diffusa in tutta Italia, in allegato
con la rivista “Star Bene”.
Infine, presso i grandi centri commerciali
di Roma saranno distribuite
le brochure estratte dalla guida di
carattere divulgativo, seguendo un
calendario che tocca Parco Leonardo
(dal 10 al 17 novembre), Porta
di Roma (dal 17 al 23 novembre) e
Roma Est (dal 24 al 30 novembre).
Il sito web dedicato al termalismo
regionale, www.lazioterme.
it, attivo dal 10 novembre e inserito
nei maggiori motori di ricerca,
fornirà all’utente la possibilità
di interagire e comunicare
direttamente con le strutture per
prenotare, definire soggiorni
mirati e ricevere informazioni.
Il numero verde, 800.352538, è
attivo dal lunedì al venerdì dalle 9
alle 18.30, anche questo a partire
dal 10 novembre.
Gianfranco Nitti

N° 11/2008 - ANNO XVII - 25 novembre
Cultura
Alla riscoperta dei grandi d’ogni tempo che hanno saputo rendere visibile ciò che non si vedeva
San Francesco in meditazione
olio su tela cm 123x 92,5
Roma, chiesa di San Pietro a
Carpineto in deposito presso
la Galleria Nazionale
d’Arte antica
CARAVAGGIO
Caravaggio l’antiaccademico, Caravaggio che non mistifica, che
non nasconde il suo essere concretamente uno del popolo, calato
nella veracità del suo tempo, entusiasta della cristianità dei primordi
ispirata ai dettami della povertà e della semplicità.
I A
Natività con i
santi Lorenzo e
Francesco
olio su tela
cm 268 x 197
nvito all’ rte
Al palazzo Reale di Milano la grandiosa mostra ontologica
“Antonio Ligabue. L’arte difficile di un pittore senza regola”
Le opere di Antonio Ligabue le ho viste
per la prima volta molti anni fa, le belle
immagini erano prodotte nel I volume
della collana “I segni dell’uomo” di Franco
Maria Ricci. Da allora quelle figure folgoranti,
dai colori accesi e dal significato oscu-
Cane, olio su faesite, cm 21,8x45
Ritorno dai campi, olio su faesite, cm
58x94
18 dicembre 1899
Antonio Ligabue nasce a Zurigo da Elisabetta
Costa, originaria di Cencenighe
Agordino, località in provincia di Belluno.
È registrato anagraficamente come Antonio
Costa.
settembre 1900
Antonio viene affidato a una coppia di
svizzero-tedeschi, Elise Hanselmann e
Johannes Valentin Göbel, con i quali rimarrà
sino al 1919. La sua lingua madre
diverrà il tedesco. Non verrà legittimata la
sua adozione, ma il bambino si legherà
moltissimo in una relazione di amore ed
odio, alla matrigna.
18 gennaio 1901
Bonfiglio Laccabue, emigrato in Svizzera
dal Comune di Gualtieri, sposa ad
Amrisweil Elisabetta Costa e il 10 marzo
successivo legittima il piccolo Antonio
dandogli il proprio cognome, che poi il
pittore, divenuto adulto, cambierà in Ligabue.
Non si sa se questi fu veramente suo
padre o solo il suo patrigno.
1910 - 12
La famiglia Göbel è a Tablat, nel circondario
di S. Gallo. Qui Ligabue frequenta le
scuole e arriva a superare solo la terza
elementare.
17 maggio 1913
Entra nell’istituto di Marbach, un collegio
per ragazzi handicappati. Si segnala
subito per l’abilità nel disegno e per la
cattiva condotta.
maggio 1915 - 17
Viene espulso da Marbach. Ha completato
la quarta elementare. Si trasfe-
ro hanno spesso popolato i miei sogni. Quel
muso enorme di tigre la cui aggressività è ottenuta
dalla fissità di quei piccoli occhi scuri,
ricordava gli occhi di Ligabue che anche nei
momenti più penosi della sua quasi follia non
incutevano timore- solo pietosa partecipazione
-. Ho ritrovato quegli occhi e quelle prime
impressioni nelle opere esposte a Milano nella
splendida mostra a Palazzo Reale “Antonio
Ligabue. L’arte difficile di un pittore senza
regola”, curata da Augusto Agosta Tota. Un
evento eccezionale per il numero di opere,
250, che ha attirato solo nel I mese 10.000 visitatori,
destando grande sorpresa in chi non
conosceva l’artista e per l’enorme produzione
che comprende anche i bellissimi disegni
e una ricca filmografia d’epoca (di Raffaele
Andreassi) che racconta poeticamente la sua
vicenda umana. Quelle che ci vengono incontro
sono scene di vita semplice viste con occhi
ingenui come quelli di un fanciullo; il colore
imprime alle cose e agli animali una carica vitale,
è un mondo particolare dove i maggiori
protagonisti sono gli animali, e come scrive
Marino Mazzacurati (grande artista e critico
estimatore dell’artista) Ligabue “provava per
loro un amore fortissimo e nell’aia di cose bastava
che facesse strani gesti con le mani ed
risce con la famiglia adottiva a Staad
dove inizia a fare il contadino. Lavora
saltuariamente e conduce una vita girovaga.
18 gennaio - 4 aprile 1917
Viene ricoverato nella clinica psichiatrica
di Pfäfers. L’internamento è dovuto a
una crisi violenta nei confronti della madre
adottiva.
aprile 1917
Si ricongiunge con la famiglia Göbel
che nel frattempo si è trasferita a Romanshorn.
Rimane con loro ben poco tempo
e riprende la vita errabonda. Nei suoi
numerosi trasferimenti viene senz’altro in
contatto con i pittori girovaghi che costituiscono
i naïfs dell’Appenzell.
11 giugno 1918
Sostiene la visita di leva al Consolato
di Zurigo e viene riformato.
15 maggio1919
Ligabue viene espulso dalla Svizzera,
su denuncia della madre adottiva. La
donna, trovando il giovane indifferente e
scostante nei suoi confronti, era andata
al Municipio di Romanshorn per lamentarsi
di lui, senza rendersi conto delle
conseguenze che il suo gesto avrebbe
prodotto.
2 giugno 1919
Viene portato da Chiasso alla questura
di Como. Il prefetto di questa città inizia
gli atti per inviare Ligabue a Gualtieri, comune
d’origine del padre.
9 agosto 1919
Scortato dai carabinieri arriva in Italia,
a Reggio Emilia.
Settembre 1919
Ligabue fugge da Gualtieri tentando di
espatriare. Viene fermato a Lodi e consegnato
al questore di Milano.
8 ottobre1919
Viene riportato a Gualtieri. Qui vive
del soccorso del Comune, di quello che
gli invia la matrigna svizzera e della carità
dei compaesani. Inizia a lavorare
come “giornaliero”. Conoscendo solo la
lingua tedesca, si intrattiene con gli exemigranti
dei paesi germanici. Già allora
disegna. Lavora fino al 1929 agli argini
del fiume Po.
Desiderava tornare in Svizzera e raggiungere
al più presto la madre adottiva.
La nostalgia della Svizzera e per la matrigna
erano intense. Avvertiva la mancanza
della famiglia, l’impossibilità di comunicare
con gli altri. Gli era difficile trovare lavoro,
inserirsi nel nuovo ambiente era superiore
alle sue forze. Del resto il Comune
non era in grado di offrirgli un’assistenza
che gli permettesse di vivere. I ricordi di
Ligabue sono confusi, il periodo svizzero
è come una nebbia, illuminata solo dal
desiderio del ritorno.
1927-28
Lavora sempre più saltuariamente,
vive come un selvaggio nei boschi e nelle
golene del Po. Inizia a dipingere e a
scolpire con l’argilla più assiduamente. In
quell’anno viene avvicinato dallo scultore
Marino Mazzacurati.
1932
Viene ospitato dal flautista Licinio Ferretti.
Ormai l’interesse prevalente di Liga-
emetteva un leggero sibilo perchè tutti gli animali
come impazziti gli corressero intorno”.
Antonio Ligabue è nato il 18 dicembre 1889
ed è morto il 27 maggio 1965, ha dipinto 868
tele compresi i 123 autoritratti ai quali è dedicata
una sezione della mostra. Tutte le emozioni
sono impresse su quel viso ora triste,
ora lunatico, ora sorpreso del mondo che lo
circonda, tutto è racchiuso in quel volto scavato
e negli occhi torvi, tristi o stupiti sempre
testimoni di uno stato d’animo. Molti quadri
celebri li troviamo in mostra:”Autoritratto
con cane”, “Il Leopardo”, “La vedova nera”,
“Testa di tigre”. La sua vita difficile ci scorre
davanti agli occhi, fissata nei dipinti: è isolato,
emarginato, la solitudine popolata da incubi,
quell’animo represso esplode nella foga di
una pittura geniale che lo rivela grande artista.
L’artista riscatta l’uomo e i suoi folgoranti colori
c’inseguono emozionando. Esposta in
mostra la sua vecchia motocicletta rossa,
barattata con alcuni quadri, per lui una conquista
e un amore, lo ha accompagnato nei
vagabondaggi e l’ha ritratta con orgoglio
in molti quadri. C’è anche un mondo fantastico
(forse un ricordo del nordico Cantone
svizzero dove è nato) a popolare i suoi
dipinti: ” Diligenza con Castello”, “Volpe
DATE DI UNA VITA
Biografia essenziale di Antonio Ligabue
bue è rivolto alla pittura. Vive girovago
alternando soggiorni in casa di amici con
ritiri nelle campagne lungo il Po.
14 luglio 1937
Viene internato nel manicomio di S.
Lazzaro di Reggio Emilia. Il medico di
Gualtieri motiva il ricovero sottolineando
il carattere irascibile e violento del pittore
e i suoi gesti di autolesionismo. La diagnosi
d’ingresso è “stato depressivo”.
3 dicembre 1937
Viene dimesso e rimandato a Gualtieri.
23 marzo1940
Secondo ricovero nell’ospedale psichiatrico
di Reggio Emilia per “psicosi
maniaco-depressiva”.
16 maggio 1941
Lo scultore Andrea Mozzali si assume
la responsabilità di far uscire Ligabue
dall’ospedale psichiatrico e di ospitarlo nella
propria casa a Guastalla. La sua opera
pittorica nello stesso anno aveva interessato
Luigi Bartolini. Durante la guerra fa da
interprete alle truppe tedesche.
13 febbraio 1945
Terzo internamento nell’ospedale psichiatrico
di Reggio Emilia. Il ricovero è
determinato dall’aver percosso con una
bottiglia un soldato tedesco. La reclusione
in casa di cura lo salva da sicure e
gravi punizioni.
6 dicembre 1948
Viene dimesso dall’ospedale. Trova rifugio
nel ricovero di mendicità di Gualtieri. Continua
a dipingere e lentamente la sua fama si diffonde.
Vince premi, vende quadri, trova amici,
Antonio Ligabue
13
e Castello”, “fattoria teutonica”, ogni soggetto
è espresso da Ligabue con fanciullesca
foga passionale. Tutta da godere
questa mostra milanese che si è svolta fino
al 4 novembre sotto l’Alto Patronato del
Presidente della Repubblica ed è promossa
dall’Assessorato alla Cultura del Comune
di Milano, accompagnata da un bellissimo
catalogo edito da Franco Maria Ricci.
Adriana Ginanni Crisafulli
spesso interessati, che lo ospitano; su di lui si
girano documentari e films.
Egli rimane lo stesso, anche se viene
identificando nelle automobili, dopo la
passione per le motociclette, il segno di
un raggiunto prestigio sociale, con forme
maniacali (vorrà un autista, che si tolga
il cappello, aprendogli la portiera della
macchina per salire).
febbraio 1961
Mostra delle opere di Ligabue a
Roma.
1 aprile 1961
Ligabue abbandona il ricovero Carri di
Gualtieri.
8 giugno 1961
Ha un incidente in motocicletta e viene
ricoverato per un mese all’ospedale.
novembre1962
A Guastalla (RE) gli si dedica un’ampia
antologica.
18 novembre 1962
Viene colpito da paresi. Dopo vari ricoveri
in diversi ospedali, viene inviato infermo
al ricovero Carri di Gualtieri.
18 giugno1963
Chiede di essere battezzato.
24 luglio 1963
Viene cresimato. Ormai è ridotto immobile
in un letto, mentre la fama delle sue
opere acquista dimensione nazionale.
27 maggio 1965
Muore al ricovero Carri di Gualtieri.

Religione
14 N° 11/2008 - ANNO XVII - 25 novembre
I giovani salesiani
sui Rom
Domenico Bonvegna
In riferimento al mio intervento “L’ipocrisia
sulle impronte ai rom”, apparso sul
sito internet www.mascellaro.it, don Igino
Biffi dell’Ufficio PG Triveneto mi ha spedito
una mail invitandomi a rivedere il mio
pensiero sulle impronte ai bambini rom, nello
stesso tempo mi segnalava un comunicato di
religiosi che lavorano e vivono con i rom,
apparso sul sito www.donboscoland.it. Nel
comunicato dal titolo “Le impronte strappate
ai bimbi Rom... e l’impronta di Dio!”, i
religiosi dichiarano di parlare in nome della
Chiesa e si sentono angosciati per il clima che
si sta diffondendo nel nostro Paese, per colpa
della proposta razzista del ministro Maroni;
è la conferma che lo spettro di un passato
non così lontano è sempre pronto a rialzarsi,
anche con la complicità di non pochi silenzi.
I religiosi sono preoccupati non solo per
le impronte ai bambini Rom, ma soprattutto
per quelle che la nostra società ha disseminato
lungo questo anno, impronte inzuppate
nell’inchiostro dell’indifferenza, del razzismo,
del pregiudizio. Dall’incidente di Livorno,
quando sono morti bruciati 4 bambini
rom (per colpa dei genitori ubriachi), da allora,
si sono susseguiti senza tregua degli atti
da Firenze a Napoli che hanno sempre di mira
i poveri e i Rom in genere così che le impronte
ai bimbi Rom sono il risultato di una lunga
e tragica catena, una fabbrica della paura
che vede coinvolti tutti quanti: le Istituzioni,
i partiti e i loro governi, e gran parte dell’informazione,
spesso manipolata ad arte, ma
anche quei silenzi che rischiano di appoggiare
di fatto il più forte a danno del debole. Nel
comunicato i religiosi sono turbati per questa
guerra ai poveri, demagogica, antidemocratica
e antievangelica. Una guerra nome del
motto razzista: “tolleranza zero”. Questo ci
turba – scrivono i religiosi - perché temiamo
che continuerà a produrre altri mostri, sempre
in nome del “Dio della sicurezza”, e adoratori
di questi mostri si stanno diffondendo
rapidamente raccogliendo sempre nuovi
Mario Sgarbossa
Don Guanella
Voglia di bene
Paoline
pp. 184 €. 14,00
Si tratta della biografia di don Guanella,
Fondatore dei Servi della Carità e delle
Figlie di Santa Maria della Divina Provvidenza.
Egli ha affidato loro la cura dei
poveri, specialmente dei più abbandonati,
di “coloro che sono poveri nell’ingegno o
nella salute o nelle sostanze”. Si dedicano
in modo speciale all’assistenza dei disabili
mentali chiamati da don Luigi “buoni figli”,
degli anziani, dei fanciulli e dei giovani.
Edmund Power, o.s.b.
Benedetto sia Iddio
Inni paolini
San Paolo
pp. 64 €. 9,50
In questo piccolo libro vengono proposti
dieci testi tratti dalle lettere attribuite a
Paolo, che cronologicamente sono le prime
opere del Nuovo Testamento. Quattro sono
inni usati nell’Ufficio delle Ore, la preghiera
della Chiesa; altri sono brani lirici che “cantano”
i diversi aspetti della vita in Cristo.
Prima di ognuno di essi viene offerta una
breve riflessione, allo scopo di invitare il
lettore all’esperienza della “lectio divina”.
adepti! Infine come annunciatori del Vangelo
di Gesù i religiosi concludono che si sentono
grati e debitori ai Rom e ai Sinti, e vorrebbero
che anche a loro fossero riconosciuti il diritto
di vivere nella sicurezza e la tranquillità di far
crescere ed educare i loro figli secondo la loro
cultura e nel rispetto delle diversità. Seguono
tredici firme. E allora come dice il ministro
Maroni nell’intervista ad Avvenire del 3 luglio
scorso, o questi religiosi non hanno letto la sua
proposta o sono in malafede. “Leggete la mia
ordinanza…- dice Maroni - Capirete immediatamente:
il primo obiettivo è tutelare chi vive
nei campi nomadi in condizione che troppo
spesso di umano non hanno nulla…Leggete e
confrontiamoci”. Il ministro afferma che queste
misure sono nell’interesse di chi vive non in
campi nomadi, ma in veri e propri lager. Non
sono Erode, dico no ai lager. Nel 95 per cento
dei casi il degrado è impressionante. Sono favelas
al cubo, bambini che vivono con i topi…
Io non posso stare a guardare; ora devo intervenire
per cancellare questa offesa: affermare
i diritti dei bambini significa metterli in condizione
di vivere in modo umano. L’obiettivo del
ministro è di chiudere i campi nomadi abusivi
e creare strutture controllate dal punto di vista
igienico-sanitario e soprattutto sicure. Mi rifiuto
di pensare che ci siano pezzi di territorio
italiano dove si debba avere paura ad entrare.
Maroni fa riferimento a dei sondaggi, dove
otto italiani su dieci ritengono che sia giusto
prendere le impronte a chi vive nei campi. É
impensabile che siano tutti dei beceri razzisti,
afferma Maroni. Inoltre c’è l’ottanta per cento
degli italiani che ha paura dei rom, il ministro
intende far scendere questo pregiudizio inaccettabile,
non è possibile che tutti i nomadi
sono delinquenti. La domanda di sicurezza
è così forte che anche la schedatura dei
bimbi é accettata. Anzi auspicata. “Bisogna
farlo per evitare – risponde Maroni – che
le condizioni disumane in cui per troppo
tempo sono stati costretti a vivere possano
indurli a delinquere. Io voglio vedere e capire
chi c’è in quei campi. É un mio dovere
istituzionale oltre che un diritto del governo
sapere chi vive in Italia”.
L S
I ibri dello pirito
Fraternità di Spello
Osate vivere per amore
Sui passi di Charles de Foucauld
Monti
pp. 96 €. 8,00
La Fraternità di Spello è una delle comunità
dei Piccoli Fratelli del Vangelo che nella
Chiesa sono chiamati a vivere la spiritualità
di Charles de Foucauld. Ogni anno, da quando
è nata la prima fraternità a Spello con Carlo
Carretto, dagli inizi del mese di luglio fino a
metà settembre, vi è la “grande accoglienza”
con centinaia di giovani e persone che vengono
accolti negli eremi attorno al monte Subasio.
Giuseppino De Roma
La Parabola dei pidocchi
Messaggero
pp. 88 €. 6,00
Il libro è una raccolta di riflessioni, interpretazioni
e domande. Possiamo aspettarci qualcosa
dopo la morte o siamo destinati a sparire nel
nulla? La vita eterna è solo una verità di fede
delle grandi religioni monoteiste, oppure
ha qualche fondamento nella natura e nelle
aspirazioni dell’uomo? La vita oltre la morte
ha un fondamento razionale? Si possono trovare
dei punti di convergenza tra la visione
ebraica della vita eterna e quella cristiana?
Ri f l e t t i a m o c o n i li b R i
Brunetto Salvarani
Vocabolario minimo
del dialogo interreligioso
EDB
pp. 120 €. 11,00
Il volume offre un prezioso spaccato sul fenomeno
delle conversioni al Cattolicesimo a Venezia e nel
Friuli veneto tra Cinque e Settecento e dell’acquisizione
da parte dei neofiti di una nuova identità che
non comportò di necessità il loro passaggio ad un
nuovo status sociale.
In cammino sulle orme
dell’apostolo Paolo a Roma
Vademecum del pellegrino
San Paolo
pp. 122 €. 9,00
Un vero e proprio vademecum per i pellegrini
e i turisti, una preziosa guida per
chiunque si recherà a Roma a far memoria
dell’apostolo delle genti. Corredato di molte
illustrazioni, unisce alle spiegazioni d’arte le
sottolineature spirituali legate alle chiese, ai
reperti archeologici, ai luoghi che in Roma
ricordano l’apostolo Paolo. È completato da
preghiere e informazioni utili al pellegrino.
Martha Schad
La signora del sacro palazzo
Suor Pascalina e Pio XII
San Paolo
pp. 280 €. 18,00
Pascalina Lehnert (1894-1983) dal 1918 al
1958 al fianco di Pacelli (nunzio, segretario di
stato, papa) è figura controversa e ancora da
scoprire. Nel 1918 viene incaricata con due
consorelle del mantenimento della nunziatura
di Monaco, un servizio richiesto con insistenza
dal nuovo nunzio in Baviera Eugenio Pacelli.
Inizialmente doveva essere una destinazione
di due mesi. In realtà la sua presenza accanto
al nunzio durerà per il resto della sua vita.
A un’analisi dell’attuale scenario sul fronte ecumenico
e interreligioso, il testo fa seguire un agile
“alfabeto del dialogo” per l’oggi. Il percorso si
chiude con un capitolo sul nostro Paese che si va
scoprendo multireligioso. Il tutto in funzione di
un’auspicabile “pedagogia del dialogo”.
Pietro Ioly Zorattini
I nomi degli altri
Olschki
pp. XX-388 €. 42,00
La lettera indirizzata da Benedetto XVI Ai ve-
F. Sisci, F. Strazzari scovi, ai presbiteri, alle persone consacrate e ai
Santa Sede - Cina fedeli laici della Chiesa cattolica nella Repubblica
popolare cinese (27.5.2007) è corredata
EDB
da un’ampia Nota esplicativa che ne illustra il
pp. 127 €. 13,00 contesto storico e politico e fa riferimento alle
varie e complesse fasi dei rapporti Santa Sede
- Cina a partire dagli anni ’50. In un volume a quattro
mani, gli autori aiutano il lettore ad addentrarsi in
questo campo di non facile accesso.
Dopo la prolusione del card. Ruini e le tre
riflessioni introduttive di P. Coda, G. Boffi e
A. Riccardi, il volume dà spazio a una sessantina
di interventi – a fronte di 140 partecipanti
–, ordinati attorno a quattro tematiche: fede,
ragione e spiritualità; scienza, fede e realtà;
dignità e responsabilità dell’uomo; educazione,
comunicazione e crescita della civiltà.
CEI
La ragione, le scienze e
il futuro delle civiltà
Edb
pp. 379 €. 25,00
Jean Monbourquette Il testo fa seguito a un altro precedente
di Monbourquette, Dalla stima di sé alla
Strategie per sviluppare la
stima del sé . In questo secondo volume
stima di sé e la stima del Sé l’Autore presenta una raccolta di esercizi
Paoline
pratici utili ad arricchire i lettori sul piano
pp. 432 €. 16,00 psicologico e spirituale. Le diverse strategie
e relative spiegazioni riguardano la
stima di sé e la stima del Sé. E sono accessibili
sia al singolo lettore come all’animatore di
un gruppo.
La missione è prendere coscienza della propria
identità e responsabilità, comprendere
la forza dell’invio e dedicarsi con totalità e
passione al servizio dell’altro, come annunciatori
di salvezza.
Amedeo Cencini
Missionari o
dimissionari!
Paoline
pp. 104 €. 6,50
Paolo Curtaz
La lettera perduta
San Paolo
pp. 176 €. 12,00
Una introduzione a San Paolo realizzata
attraverso l’artificio letterario del ritrovamento
di un testo inedito di Paolo, in
realtà mai esistito. Il ritrovamento di alcune
pergamene di immenso valore, tra cui pare
essere stata identificata una lettera inedita
dell’apostolo san Paolo, reso noto durante
un’affollatissima conferenza stampa presso
l’Università Ebraica di Gerusalemme
sul Monte Scopus, è senz’altro l’evento
archeologico del secolo appena iniziato.
Anna Previati
Edith Stein
Messaggero
pp. 168 €. 12,00
Edith Stein (1891-1942) era una filosofa
ebrea convertitasi al cattolicesimo e successivamente
entrata fra le monache di
clausura carmelitane scalze con il nome
di Teresa Benedetta della Croce. È un
punto di riferimento per quanti si pongono
alla ricerca della Verità che lei “scopre”
nella sapienza della Croce. Fu canonizzata
dallo stesso Giovanni Paolo II l’11 ottobre
1998 e nominata copatrona d’Europa.

N° 11/2008 - ANNO XVII - 25 novembre
Affitti e condominio
Confedilizia risponde
La rubrica fornisce risposta solo a quesiti di interesse generale.
Non saranno, pertanto, presi in considerazione quesiti
né a carattere personale né relativi a questioni già pendenti
innanzi all’Autorità Giudi zia ria.
I quesiti vanno inoltrati alla Confedilizia tramite le oltre 200
Associazioni territoriali aderenti alla stessa e presso le quali è
possibile attingere anche ogni ulteriore informazione. Per gli
indirizzi delle Associazioni consultare i siti www.con fe dilizia.it
www.con fe di li zia. eu oppure telefonare al numero
06.67.93.489.
SOTTOTETTO
Si domanda se il sottotetto
di un edificio condominiale
possa considerarsi parte comune.
L’ambiente ricavato sotto
il tetto dell’edificio in
condominio, in modo da
formare una camera d’aria
limitata, in alto, dalla struttura
del tetto ed, in basso,
dal solaio che copre i vani
dell’ultimo piano (cosiddetto
sottotetto), assolve,
di regola, ad una funzione
isolante e protettiva di
questi vani e, quando non
risulti una diversa destinazione
o non sia diversamente
disposto dal titolo,
non è oggetto di comunione
ma costituisce pertinenza
dell’appartamento dell’ultimo
piano (in questo senso
Cass. sent. n. 6640 del
15.6.1993).
ATTESTAZIO-
NE PER DETRA-
ZIONE IRPEF
Un amministratore, che deve
predisporre l’attestazione
da rilasciare ai condòmini
ai fini della detrazione Irpef
per le spese di ristrutturazione
delle parti comuni
dell’edificio, domanda se il
criterio corretto da seguire
in materia sia quello di cas-
A cura di P. Barucci, L. Costabile,
M. Di Matteo
Gli archivi e la storia del
pensiero economico
Il Mulino
pp. 344 €. 25,00
Frutto di un lavoro di ricerca nato nell’ambito
dell’Archivio Storico degli Economisti,
questo volume offre una riflessione in
prospettiva metodologica sul problema
delle fonti nella storia del pensiero economico,
presenta al lettore una selezione
di studi specifici, che utilizzano in
larga misura fonti archivistiche accanto
alle fonti edite, dedicati a protagonisti
della teoria e della politica economica.
Riccardo Chartroux
Cercasi casa disperatamente
Il Saggiatore
pp. 287 €. 15,00
La questione casa è diventata un’emergenza
nazionale. Economia globale e
fattori locali si incontrano in una miscela
esplosiva e la crisi creditizia mondiale si
abbatte sui muri delle nostre case. Dopo
una frenesia che ha fatto aumentare i
prezzi degli immobili per dieci anni di
fila milioni di italiani sono indebitati fino
al collo per una casa che sulla carta è
loro, ma di fatto appartiene a una banca.
sa o quello di competenza.
Ai fini dell’individuazione
delle spese di ristrutturazioni
edilizie agevolabili,
occorre far riferimento
alle spese sostenute e,
quindi, al criterio di cassa,
nel senso che occorre avere
riguardo al loro effettivo
pagamento.
RIPARTO SPE-
SE LASTRI-
CO SOLARE
In un condominio è necessario
ristrutturare il lastrico
solare ad uso esclusivo. Si
domanda quali spese siano a
totale carico del proprietario
di questo.
La risposta è stata fornita
dalla Cassazione che
sul punto ha avuto modo
di precisare che devono ritenersi
“a completo carico
dell’utente o proprietario
esclusivo soltanto le spese
attinenti a quelle parti
del lastrico solare del tutto
avulse dalla funzione di copertura
(ad es., le spese attinenti
ai parapetti, alle ringhiere
ecc., collegate alla
sicurezza del calpestio),
mentre tutte le altre spese,
siano esse di natura ordina-
Economia
Utilità
R. Rabelotti, G. Hirsch, V.
Molini
L’economia della Corea del Sud
Carocci
pp. 118 €. 12,50
In Corea del Sud si è verificato un processo
di sviluppo che nell’arco di pochi decenni
ha radicalmente trasformato il paese da un
caso di sottosviluppo senza speranze in un
paese ad elevato reddito. Ma riuscirà la Corea
a raggiungere il gruppo di testa dei paesi
OCSE? Riuscirà a non farsi raggiungere dai
nuovi paesi emergenti come la Cina e l’India?
Società Geografica Italiana
Atlante dell’immigrazione in
Italia
Carocci
pp. 139 €. 13,50
Nel breve volgere di questi primi anni del
XXI secolo, la geografia del fenomeno
migratorio in Italia ha assunto caratteri diversi:
è aumentata rapidamente la quantità
di immigrati presenti sul territorio e la sua
composizione ha cambiato volto. Forse
proprio perché tumultuoso nel suo incedere
e incerto negli sbocchi, il fenomeno dell’immigrazione
che interessa in misura crescente
l’Italia desta tante contrastanti reazioni.
ria o straordinaria, attinenti
alle parti del lastrico solare
svolgenti comunque funzione
di copertura vanno sempre
suddivise tra l’utente o
proprietario esclusivo del
lastrico solare ed i condòmini
proprietari degli appartamenti
sottostanti”,
secondo la proporzione di
cui all’art. 1126 c.c.” (sent.
n. 2726 del 25 febbraio
2002).
MAGGIORAZIO-
NE DEL CANONE
Si domanda se sia legittimo
pattuire, per la locazione di
un immobile ad uso di sala
cinematografica, che nel
corso del rapporto la maggiorazione
del canone venga
commisurata al costo del biglietto
d’ingresso ed al numero
di biglietti venduti annualmente.
Al quesito ha risposto la
Cassazione che statuendo
su di un caso analogo si è
così testualmente espressa:
“Alla stregua del principio
generale della libera determinazione
convenzionale
del canone locativo per gli
immobili destinati ad uso
non abitativo, deve ritenersi
legittima la clausola in cui
venga pattuita la determinazione
del canone in misura
differenziata e crescente
per frazioni successive di
tempo nell’arco del rapporto,
ancorandola ad elementi
predeterminati ed idonei
ad influire sull’equilibrio
economico del sinallagma
contrattuale, del tutto indipendenti
dalle variazioni
annue del potere di acquisto
della lira“ (sent. n 6695
del 3.8.1987) .
A cura di Gianfranco D’Ettoris
NOMINA
DELL’AMMI-
NISTRATORE
Si domanda quando sia obbligatoria
la nomina dell’amministratore.
La nomina dell’amministratore
è obbligatoria – ai
sensi dell’art. 1129, primo
comma, cod. civ. –solo
quando i condòmini siano
più di quattro. Diversamente
è meramente facoltativa.
RINUNCIA
ALL’INDENNITÀ
DI AVVIAMENTO
Si domanda se al termine
della locazione di un immobile
ad uso diverso dall’abitativo
l’inquilino possa legittimamente
rinunciare
all’indennità di avviamento
commerciale.
La risposta è positiva.
L’art. 79 della legge 27 luglio
1978, n. 392, infatti,
è volto ad evitare la preventiva
elusione dei diritti
del conduttore ma non
esclude la possibilità di disporne,
una volta che essi
siano sorti (in questo senso
Cass. sent. n. 24458 del
24.11.’07).
TRASFORMAZIO-
NE DEL GIAR-
DINO CONDO-
MINIALE IN
PARCHEGGIO
Si domanda quale maggioranza
occorra per trasformare
un’area verde condominiale
con alberi d’alto fu-
A cura della CONFEDILIZIA di Crotone - Via Lucifero 40 - Tel. 0962/905192
Sito Internet: www.godel.it/confediliziakr
Filippo Barbera, Nicola Negri
Mercati, reti sociali,
istituzioni
Il Mulino
pp. 208 €. 18,00
il presente volume è stato progettato per
rispondere a una duplice esigenza: rendere
giustizia ai più recenti sviluppi della disciplina,
presentando in maniera esauriente le
molteplici anime della sociologia economica
contemporanea; far interagire queste diverse
tradizioni teoriche e di ricerca, facendole
dialogare sul terreno dei problemi concreti.
Stefano Luconi, Matteo Pretelli
L’immigrazione negli
Stati Uniti
Il Mulino
pp. 214 €. 13,00
Gli Stati Uniti sono stati a lungo meta privilegiata
per quanti erano costretti ad abbandonare
il proprio paese per ragioni religiose,
politiche ed economiche, e l’immigrazione è
uno dei tratti costitutivi della società americana.
Questo volume ripercorre le vicende di
tali flussi migratori dall’epoca coloniale alla
controversia riguardante la riforma della legislazione
sull’immigrazione durante la campagna
per le elezioni presidenziali del 2008.
15
sto in un parcheggio per le
auto dei condòmini.
Al quesito ha risposto la
Cassazione che sul punto
si è così testualmente
espressa: “In tema di
condominio degli edifici,
l’utilizzazione a parcheggio
di autovetture private
di un’area comune alberata,
originariamente goduta
come «parco - giardino»,
in relazione alla sua apprezzabile
estensione, non
si traduce in un miglioramento
della cosa comune,
ma comporta mutamento
ed alterazione della destinazione
della medesima, in
pregiudizio dei diritti dei
singoli condòmini. Essa,
pertanto, non può essere
validamente deliberata
dall’assemblea del condominio,
con le maggioranze
previste per le innovazioni
utili (artt. 1120 primo
comma e 1136 quinto
comma c.c.), ma postula
l’unanimità di tutti i condòmini”
(sent. n. 4922 del
14.11.’77).
NON SERVE LA
“GIUSTA CAU-
SA” PER LA RE-
VOCA DELL’AM-
MINISTRATORE
Si domanda se occorra una
“giusta causa” per revocare
l’amministratore di condominio.
La risposta è negativa attesa
la natura fiduciaria del
rapporto fra amministratore
e condominio (in tal
senso Cass. sent. n. 11472
del 28.10.1991).
Gabriele Pescatore
La “Cassa per il Mezzogiorno”
Il Mulino
pp. 473 €. 34,00
Un’antologia di testi scelti dall’autore medesimo,
che forniscono un articolato quadro
non solo delle vicende e dell’attività della
Cassa - creata per porre rimedio ai divari storicamente
presenti nell’economia italiana - ma
anche delle politiche e dell’amministrazione
per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia,
nonché delle esperienze di programmazione
e di coordinamento in ordine all’economia
e all’ambiente dei territori meridionali.
Svimez
Rapporto Svimez 2008
sull’economia del Mezzogiorno
Il Mulino
pp. XIII-843 €. 60,00
Secondo le valutazioni SVIMEZ, nel 2007
il PIL è aumentato al Sud dello 0,7%. La
situazione del Mezzogiorno appare ancora
più difficile se la si confronta con gli elevati
tassi di crescita sperimentati in questi ultimi
anni dalle altre regioni in ritardo di sviluppo
dell’Ue a 15 e dai nuovi Stati membri
dell’Unione. Una simile condizione richiede
da un lato un’analisi strutturale delle difficoltà
competitive del Sud nel nuovo quadro internazionale,
dall’altro una ridefinizione delle
politiche pubbliche nazionali e comunitarie.