per leggere la tesi di alberto carlassare clicca qui - Pier Paolo Pasolini
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4.5. Le musiche originali <strong>di</strong> Luis Enriquez Bacalov<br />
Come è stato già detto, e come conferma egli stesso, il ruolo <strong>di</strong> Luis Bacalov nel<strong>la</strong><br />
scelta delle musiche è stato marginale. Oltre ad alcuni consigli tecnici sulle musiche<br />
già scelte da <strong>Pasolini</strong>, Bacalov ha composto alcuni brani, nel<strong>la</strong> maggior parte ridotti a<br />
frasi soliste <strong>per</strong> f<strong>la</strong>uto <strong>di</strong> quattrocinque note. Lui stesso <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> essere rimasto<br />
colpito nel modo <strong>di</strong> <strong>la</strong>vorare del regista, soprattutto <strong>per</strong> quanto riguarda l' “ecumenicità<br />
sonora” <strong>di</strong> cui è caratterizzato Il Vangelo secondo Matteo. Nel commento sonoro<br />
Bacalov vede sublimarsi l'interpretazione che <strong>Pasolini</strong> o<strong>per</strong>a del Cristo e del messaggio<br />
evangelico.<br />
4.6. Le ricorrenze del silenzio<br />
Un'importante caratteristica del Vangelo secondo Matteo, che lo ricollega con gli altri<br />
film <strong>di</strong> <strong>Pasolini</strong>, è il peculiare utilizzo <strong>di</strong> immagini e musica come unici referenti<br />
espressivi. Nel film sono presenti intere sequenze in cui l'uso dei <strong>di</strong>aloghi è totalmente<br />
assente, nelle quali <strong>la</strong> narrazione e il senso sono affidati al<strong>la</strong> drammaticità visiva e<br />
sonora. In molte scene, <strong>la</strong> pellico<strong>la</strong> è <strong>per</strong>sino priva del<strong>la</strong> <strong>di</strong>mensione sonora, avvolta<br />
nel silenzio totale, in cui <strong>la</strong> narrazione è affidata al<strong>la</strong> pura suggestione visiva. La<br />
presenza del silenzio è una costante riscontrabile in tutta <strong>la</strong> produzione<br />
cinematografica del regista e che in alcuni casi <strong>di</strong>venta assenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo. Il silenzio è<br />
<strong>qui</strong>n<strong>di</strong> inteso in senso più ampio come asciuttezza verbale, compensata dal<strong>la</strong> valenza<br />
pittorica delle inquadrature – ne è emblema il cortometraggio La ricotta . Già nel<strong>la</strong><br />
scena del sogno <strong>di</strong> Accattone dell'omonimo film si può riscontrare questa peculiare<br />
poetica, <strong>la</strong> cui sequenza «merita <strong>di</strong> essere ricordata proprio <strong>per</strong> <strong>la</strong> sconvolgente<br />
efficacia del<strong>la</strong> sua essenzialità». 74 Altri momenti significativi in cui ricorre questa<br />
assenza <strong>di</strong>alogica si possono riscontrare nei film appartenenti al filone chiamato<br />
74 S. MURRI, <strong>Pier</strong> <strong>Paolo</strong> <strong>Pasolini</strong>, Mi<strong>la</strong>no, Il Castoro, 1994, p. 28<br />
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